The One Man Live Show,Era il mio paese | The One

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DUBBI FINANZIARI
Anche quest’anno in prossimità dell’estate ho provveduto a
raccogliere ed analizzare le principali preoccupazioni dei
risparmiatori ed investitori italiani: il 2016 inizia alla
luce di nuovi elementi esogeni di vulnerabilità finanziaria.
Emergono infatti durante i primi mesi del nuovo anno sia nuovi
rischi sistemici in Europa a causa del tanto vituperato
referendum inglese atteso il prossimo 23 Giugno quanto nuovi
rischi di mercato a fronte della divergenza nelle politiche
monetarie delle economie avanzate con in testa gli USA che
hanno dato avvio alla fine dello scorso anno all’era del
rialzo dei tassi. Personalmente rimango attonito osservando
che percezione di rischio ha mediamente una persona comune.
Siamo lontani più di otto anni dal fallimento Lehman,
tuttavia, e sembra un paradosso, oggi siamo caratterizzati da
un gradiente di rischio notevolmente più elevato rispetto al
passato. La dimensione di questo rischio che l’uomo medio
della strada non percepisce ancora è direttamente
proporzionale alla dimensione ed entità delle misure di
contenimento e salvaguardia finanziarie che sono state varate
in questi ultimi dodici mesi: dal nuovo QE in versione 2.0
all’entrata in vigore del bail-in sino ad arrivare al
rallentamento e deterioramento economico della crescita
cinese. Il piccolo e medio risparmiatore sta affrontando
questo momento storico con una superficialità disarmante
nonostante in Italia abbiamo anche avuto episodi di mascherato
default bancario senza precedenti storici. La paura la si è
vista la scorsa estate con la Grecia che apriva i notiziari di
tutto il mondo con il rischio di break-up sempre dietro
l’angolo. Terminata la sceneggiata napoletana del governo
ellenico abbiamo visto che cosa hanno dovuto accettare per
rimanere in Eurozona.
Oggi rischiamo molto di più: non è più in discussione la
moneta unica ma addirittura tutta l’Unione Europea. Lo
scenario macroeconomico mondiale è molto caldo su più fronti:
il timore di una recessione globale permane ed alimenta le
paure delle comunità finanziarie e degli operatori
istituzionali. L’Asia alle prese con l’evoluzione del modello
di sviluppo cinese voluto dalle autorità di Pechino, il prezzo
del greggio che sta mettendo a dura prova la stabilità
finanziaria di grandi paesi esportatori come Russia e Brasile,
la necessità di quasi tutti i fondi sovrani arabi di vendere
asset finanziari sui mercati per compensare la discesa dei
profitti derivanti dalla vendita di petrolio a prezzi
inferiori il 50% rispetto alla media degli ultimi cinque anni,
un Europa in stallo economico nonostante la cura
ricostituente, assediata tanto sul fronte immigratorio quanto
su quello politico. Aggiungiamoci la Grecia tra un mese che
ritornerà più problematica dello scorso anno, gli USA alle
prese con un delicato turnover presidenziale ed un panorama
bancario in Europa alquanto dissestato, soprattutto in Italia,
a causa di un volume di crediti deteriorati troppo
ingombrante. Fatemi inserire a chiosa, la Spagna che ritorna
al voto due giorni dopo il referendum inglese ed un prossimo
appuntamento referendario in Italia destinato a far cadere il
Governo Renzi. Anche questa estate si dormirà male la notte,
non per il caldo o le zanzare ma per ben altro, purtroppo.
Il risparmiatore italiano medio a quanto menzionato sopra
rimane ancora piuttosto indifferente, l’unico timore che lo
innervosisce è solo il bail-in alla sua banca, segno questo di
una fuorviante percezione del rischio effettivo di mercato.
Sono veramente pochi quelli che in questo momento cercano di
strutturare una architettura resistente per il proprio
patrimonio finanziario in grado di produrre immunità ai rischi
di mercato attuali. La lamentela maggiore proviene dai Bot
People ossia da chi era abituato a rendite più che decorose a
fronte di rischio sostanzialmente assente: queste persone
vorrebbero ancora realizzare un 4/5% all’anno senza rischiare
niente. Rido. Mai come in questa epoca diventa necessario
correre dei rischi per poter remunerare anche di poco il
proprio patrimonio. Sul fronte protezione finanziaria, penso
che scriverò presto un nuovo vademecum finanziario: solo una
diversificazione strategica dei propri asset con strumenti
finanziari di ultima generazione può consentire di avere un
approccio market neutral o non direzionale all’andamento
generale dei mercati finanziari. Qui sotto trovate riepilogata
la consueta hit parade dei dubbi finanziari del pubblico
risparmiatore italiano risalenti alle ultime settimane, dubbi
che sono riconducibili alla tenuta dell’euro, al pericolo
Brexit o all’andamento dei mercati finanziari & company:
Cosa può accadere ai miei risparmi in caso di Brexit ?
Esistono fondi che riescono a contenere il rischio sistemico
in Europa ?
Quali sono i rischi nel detenere euro in un conto bancario in
Europa ?
La Grecia può ancora diventare un problema come la scorsa
estate ?
Meglio euro o dollari a questo punto visto il rialzo dei tassi
?
In Italia quali sono le banche più a rischio ?
Vi possono essere altri episodi di banche salvate dal Fondo
Atlante ?
Se compro un BTP o un BUND riesco a proteggermi ?
Esistono obbligazioni che mi rendono più del 5% ?
Ha ancora senso detenere denaro in un conto deposito ?
Come faccio a remunerare decorosamente il mio capitale ?
Se volessi correre dei rischi, che rendimenti potrei sperare
di ottenere ?
La discesa delle borsa da inizio anno è un segnale di allerta
?
Sono passati otto anni dalla Lehman, che cosa rischiamo ora ?
La patrimoniale in Italia è realmente un rischio da valutare ?
Con che tipologia di fondi mi conviene investire per i
prossimi tre mesi ?
Se investo nei mercati emergenti, non potrei evitare i rischi
che ha l’Europa ?
Ho visto le performance dell’oro da inizio anno: è tornato il
momento di acquistarlo ?
Il QE di Draghi non rischia di creare delle bolle sui mercati
obbligazionari ?
Meglio essere esposti all’azionario o all’obbligazionario in
questo momento ?
La maggior parte dei lettori è ormai consapevole di come sia
sempre più opportuno evitare una eccessiva esposizione in
titoli governativi ed obbligazioni bancarie (causa bail-in),
il tutto per evitare fenomeni di ristrutturazione forzata del
debito da parte del rispettivo emittente: le vicende che hanno
colpito Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca qualcosa
hanno insegnato. I prossimi appuntamenti sul calendario
internazionale potrebbero presentare spiacevoli sorprese,
specie se non ci si sarà premuniti in tempo a reggere
eventuali impatti funesti e catastrofici sui mercati
finanziari, proprio come sottolineato tanto dalle agenzie di
rating quanto dall’Unione Europea. Mi auguro vivamente che gli
inglesi non facciano gli spartani, proprio come fecero i greci
lo scorso anno. Per cercare di dare un aiuto, ricco di
indicazioni pratiche, commenti operativi e note tecn09iche, ho
provveduto a redigere anche questa estate il tanto atteso
report finanziario denominato INVESTMENT & STRATEGY REPORT
2016 di 67 pagine in formato PDF in cui sono contenute
informazioni tecniche, operative, grafiche e macroeconomiche
che dovrebbero aiutare a salvaguardare il proprio patrimonio e
a guidare il piccolo risparmiatore nelle proprie scelte di
allocazione per i prossimi mesi, quest’anno molto più ardue e
delicate rispetto al precedente triennio. Con l’occasione
invio a tutti i migliori auguri di buoni investimenti per
l’inizio di questa nuova estate confidando in una vittoria del
fronte europeista al referendum inglese, nell’interesse tanto
del mio patrimonio finanziario quanto di quello vostro.
Bitcoin, questo sconosciuto
Durante i primi mesi del 2014 è stato uno degli argomenti
finanziari più trattati e discussi dai media nazionali,
il Bitcoin, la moneta virtuale basata sul principio del
protocollo peer to peer (P2P). Questa sigla indica
un’architettura logica di rete informatica in cui tutti i nodi
della rete possono fungere sia da client che da server verso
gli altri nodi terminali. Sostanzialmente con questo termine
si suole delineare
una rete di computers in cui non è
presente un dominio centralizzato. Il Bitcoin è stato oggetto
di cronaca finanziaria soprattutto a seguito della
sua performance finanziaria, che lo ha visto passare da una
decina di dollari a oltre mille dolari in meno di un anno.
Questa criptovaluta è scambiata solo in rete in apposite borse
online chiamate marketplace e la sua comprensione e
funzionamento non è alla portata di tutti. Il Bitcoin nasce
ufficialmente nel 2008 da un programmatore che si nascose
dietro ad un nome di fantasia – il famoso Satoshi Nakamoto –
il quale concepì questa moneta non tangibile come una posta di
scambio per ogni transazione commerciale il cui valore venisse
determinato dai soggetti coinvolti.
Il Bitcoin basandosi sul protocollo P2P non fa uso di una
banca centrale per la sua emissione, in quanto tutti i nodi
della rete mediante connessione di dati crittografica
registrano le transazioni
di pagamento tra utenti (in
modalità anonima), il possesso dei bitcoin trasferiti e
soprattutto la quantità di bitcoin disponibili e circolanti.
Su questo punto si aprono molte perplessità e
discussioni infatti la creazione dei bitcoin è affidata a dei
computers denominati miners i quali letteralmente generano
questacriptovaluta sulla base di un algoritmo a progressione
geometrica ideato dal suo fondatore. In questo modo nessuno
può creare questa moneta attraverso un apparato centrale e
controllato. La quantità di bitcoin in circolazione pertanto è
limitata e predefinita a priori. Volendo chiunque può
trasformare il proprio personal computer in un miner che
supporta ed alimenta il protocollo Bitcoin e guadagnare da
questa funzione, a patto di attrezzarsi sul piano informatico
(piuttosto costoso). Questa criptovaluta può essere trasferita
tra due utenti mediante il proprio wallet elettronico
identificato da uno specifico codice alfanumerico da trenta
caratteri, il tutto ricorda vagamente la modalità di pagamento
istantaneo che ha creato Paypal utilizzando il proprio
indirizzo di posta elettronica al posto del numero di conto
corrente, ma senza applicazioni di commissioni per la
transazione.
Questi portafogli elettronici sono considerati al pari di un
conto online e consentono di comprare e vendere bitcoin sul
mercato contro altre monete più tradizionali. I servizi di
bitcoin wallet sono forniti ormai da numerose società che si
occupano di gestire l’infrastruttura informatica di supporto
ai conti online e garantirne la sicurezza (su questo comunque
vi sono sempre più riserve anche a fronte dei recenti scandali
finanziari accaduti ad inizio di quest’anno). I trasferimenti
di bitcoin non possono essere annullati in quanto non esiste
un ente centrale che funga da authority, questo significa che
in caso di frodi o transazioni non autorizzate per perdita dei
propri dati di accesso sul portafoglio elettronico, risulta
impossibile riappropriarsi del denaro virtuale maltolto.
L’utilizzo del bitcoin per dovere di cronaca trova diffusa
applicazione nel deep web ovvero quella parte del web in cui
le pagine sono sconosciute ai motori di ricerca e prive di
indicizzazione: solitamente rappresentano siti e domini
dedicati al commercio di servizi e beni che sono considerati
illegali (droga, armi, documenti falsi e organi umani).
Nonostante questo, sono in continuo aumento i siti di ecommerce a livello mondiale che accettano pagamenti anche in
bitcoin (come E-Bay, Amazon e Zynga). In parallelo ai servizi
di instant payment online si è sviluppata anche una fiorente
industria di società finanziarie che propongono di investire
in bitcoin al pari di un investimento alternativo. Riguardo a
questa possibilità mi trovate profondamente critico in quanto
trattasi di una moneta virtuale caratterizzata da altissima
volatilità e priva di qualsiasi controllo o tutela: sono
migliaia i casi di clienti vittime di truffe proprio da parte
delle stesse società che offrivano loro i servizi di e-wallet.
Il Bitcoin viene pubblicizzato in rete da migliaia di blogger
come mezzo di pagamento sicuro ed anonimo, una valuta che
consente di affrancarsi dallo strapotere dei banchieri
centrali. Di sicuro è un mezzo di pagamento che consente
l’anonimato della transazione, ma sulla sua sicurezza non ci
scommetterei nemmeno un bitcoin. Per approfondire il tutto vi
invito a reperire informazioni sul caso di MTGox, la grande
banca online giapponese di bitcoin che ha dichiarato
fallimento ad inizio anno per oltre 300 milioni di dollari
americani trascinandosi dietro i bitcoins in deposito dei suoi
clienti. Bitcoins che non rivedranno mai più.
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