Le mappe per apprendere Le mappe mentali e le mappe
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Le mappe per apprendere Le mappe mentali e le mappe
contenitore steso 26-01-2013 17:11 Pagina 1 Anna Giglioli Gilberto Collinassi © 2011 luca sossella editore srl [email protected] www.lucasossellaeditore.it Le mappe mentali e le mappe concettuali sono i paradigmi che finora hanno trovato maggior diffusione e applicabilità. I due modelli non vanno confusi, poiché non solo fanno riferimento a costrutti teorici diversi, ma presuppongono tecniche convenzionali con finalità diverse. Esse presentano comunque evidenti similarità e si sono dimostrate entrambe utili in ambito didattico per favorire processi di apprendimento, in particolare con studenti “nativi digitali” che apprendono meglio attraverso le immagini ed elaborano le informazioni secondo processi non lineari. Le mappe per apprendere Anna Giglioli psicologa, esperta di NetLearning e metodologie didattiche, per EnAIP Friuli Venezia Giulia si occupa di lavagne interattive multimediali, comunità di pratica on-line e di insegnamento attraverso l'uso delle mappe mentali e concettuali. È attualmente impegnata in un progetto di ricerca sull'applicazione delle mappe concettuali come metodo di valutazione nei corsi apprendistato. Gilberto Collinassi è direttore della progettazione presso un ente di formazione professionale. Diplomato all'ITI "Malignani" di Udine, ha lavorato due anni in Danieli&C e cinque anni in Olivetti&C per passare poi, nel 1985, in EnAIP Friuli Venezia Giulia dove prima dell'attuale ruolo ha ricoperto incarichi di docenza, coordinamento, progettazione formativa, direttore del centro servizi formativi del Friuli. Art director Alessandra Maiarelli In copertina Tze-Li Huang Omaggio al signor Mark Lombardi, maestro nel disegnare le mappe Collezione privata, 2011 Promozione e distribuzione Dehoniana Libri SpA Finito di stampare nel mese di marzo 2011 da Tipografia Negri, Bologna ISBN 978-88-97356-01-1 euro 14,50 Come rappresentare il pensiero L'Archivio di mappe concettuali esperte ed esempi, messe a disposizione da Apprendistato.fvg.it e da EnAIP FVG, è consultabile all'indirizzo http://cmap.enaip.fvg.it/MAPPE_PER_APPRENDERE Le mappe per apprendere Come rappresentare il pensiero Premessa 3 Come costruire una mappa concettuale 27 Introduzione: economia e società della conoscenza Comporre la domanda focale 5 31 Struttura di una mappa Dal nozionismo concettuale all’apprendimento significativo 32 7 Le mappe del sapere Definire i concetti e le loro etichette 11 32 Le mappe mentali Sviluppare i collegamenti 14 34 Le mappe concettuali Aggiungere esempi e altri elementi 16 Campi d’utilizzo delle mappe concettuali 21 Perché le mappe concettuali per la valutazione 36 Come migliorare la qualità delle mappe 37 Errori da evitare 23 38 Come utilizzarle: un suggerimento La valutazione delle mappe concettuali 25 41 La pesatura 43 Il confronto 46 Bibliografia 48 Leggete attentamente, studiate con impegno, fate fatica, che il diavolo vi porti, e sarete ricompensati. Pier Luigi Amietta […] ogni conoscenza è una risposta a una domanda. […] Nulla va da sé. Nulla è dato. Tutto è costruito. Gaston Bachelard Questo manuale è frutto delle esperienze da noi condotte nell’ambito di attività formative e di ricerca metodologica. Siamo pertanto grati a EnAIP Friuli Venezia Giulia e ad Apprendistato.fvg.it. per avere avuto l’opportunità di approfondire lo studio teorico e di sperimentare praticamente l’efficacia di questo strumento didattico, e soprattutto per la possibilità offerta ai lettori di accedere all’archivio on-line di mappe esperte ed esempi che EnAIP FVG ed Apprendistato.fvg.it stanno costruendo. Ringraziamo infine Tiziana, Riccardo e tutti i numerosi colleghi e allievi che, in diversi modi, hanno collaborato alla riuscita del volume. Anna Giglioli Gilberto Collinassi 3 Introduzione: economia e società della conoscenza Gilberto Collinassi, Enaip Friuli Venezia Giulia lobalizzazione e sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione hanno profondamente trasformato a partire dagli anni novanta ogni aspetto della vita quotidiana delle persone e delle economie degli Stati. Globalizzazione non significa solamente esportare e trasferire la produzione verso aree economiche a basso costo di manodopera: essa impone alle realtà economiche la capacità di intercettare i mercati emergenti, acquisire forniture a basso costo, aumentare i volumi, imparare dalla varietà, “smaterializzare” il prodotto, cioè ideare e fornire prestazioni che lo arricchiscono trasformando il senso del consumo (da soddisfazione di bisogni a sollecitazione di desideri) e creando significati, esperienze, identità e attenzioni che il cliente apprezza ed è disposto a pagare. G La conoscenza è stata un elemento trainante della forza produttiva nei due secoli successivi alla rivoluzione industriale, ma negli ultimi trenta anni si è avviata una radicale transizione:1 si è passati da uno sviluppo per accumulazione della conoscenza (fordista) a uno sviluppo per propagazione della conoscenza (postfordista). Le conoscenze non si accumulano più esclusivamente all’interno delle grandi organizzazioni, delle metropoli e dei paesi economicamente sviluppati: esse sono intercettate e usate dalla “periferia dell’impero”, grazie all’accresciuta capacità di assorbimento e di apprendimento delle conoscenze altrui. La valorizzazione della specificità territoriale contraddice la tendenza fordista a costruire mondi artificiali standardizzati e a complessità ridotta: il territorio contiene una complessità non riducibile, destinata ad aumentare, che va valorizzata e gestita e determina nuovi spazi di sviluppo dell’economia. Il realizzarsi della propagazione richiede il possesso da parte del territorio di capitale intellettuale e relazionale capace di innescare e gestire questi processi di acquisizione, elaborazione (innovazione) e trasferimento del sapere. Così, dalla produzione di massa si è passati a quella “snella” (lean production) e i processi di trasformazione hanno visto alla ribalta le presta1 Rullani E., Comunicazione al Seminario “Economia della conoscenza”, Pasian di Prato, EnAIP FVG, 2008. 5 zioni complessive del processo e non della variabile impianti, privilegiando le economie di scopo rispetto alle economie di scala.2 Le prestazioni in termini di efficacia ed efficienza derivano più dal “tempo di processo” che dall’efficienza delle singole fasi o componenti: le organizzazioni sono diventate “knowledge intensive”, ove la conoscenza è la risorsa più critica. Ciò comporta traguardi di apprendimento più alti di quelli ai quali abitualmente rinvia l’ambito dei contenuti, introducendo notevoli elementi di complessità nella formazione. Tale complessità deriva proprio dalla diminuita forza di indirizzo del contesto organizzativo:3 l’organizzazione è sempre più “knowledge” e “learning”, aspetti entrambi prima individuali che non organizzativi. Questo spiega perché le questioni della formazione stiano diventando sempre più le questioni dell’apprendimento.4 Ne consegue un ruolo centrale dell’individuo come risorsa, capitale umano di conoscenza che non possiede solo abilità di ordine tecnico, ma capace di costruire, arricchire e/o modificare nel corso dell’intera esistenza il proprio patrimonio cognitivo. L’Europa intende trasformarsi in una knowledge based society, una società basata sulla conoscenza, all’interno della quale tutta la popolazione opera in un’ottica di Lifelong Learning (apprendimento continuo per l’intero arco della vita). Caratteristica fondamentale del Lifelong Learning, oltre all’arco temporale che abbraccia, è che esso si realizza in ambiti di apprendimento formali, non formali e informali;5 inoltre quando parliamo di “conoscenza” vanno considerati due aspetti essenziali: • Essa ha a che fare con la costruzione di senso, l’attribuzione di significato. Per sua natura non si crea dal nulla, ma riprende, rielabora e incorpora conoscenze pregresse, attraverso complesse operazioni di interconnessione (congiunzione, inclusione, implicazione) e di separazione (differenziazione, opposizione, selezione, esclusione). “La conoscenza pertinente è quella capace di collocare ogni informazione nel proprio contesto e se possibile nell’insieme in cui si inscrive [...] la conoscenza progredisce principalmente non con la sofisticazione, la formalizzazione e l’astrazione, ma con la capacità di contestualizzare e di globalizzare.”6 • Solo se, e quando, è condivisa la conoscenza ha la possibilità di evolvere: se un individuo sa qualcosa e la insegna agli altri, la sua conoscenza si diffonde e si moltiplica arricchendo tutti, compreso egli stesso. Di fatto la conoscenza è un processo intimamente correlato al soggetto che conosce e apprende e allo stesso tempo è il risultato di questo processo frutto di un percorso incrementale dato dalla condivisione e dal confronto con le conoscenze degli altri (a cominciare dal bagaglio culturale ereditato dalle generazioni precedenti). 2 3 4 5 6 Capucci U., Business, strategia, competenze, Milano, Guerini e Associati, 2000. Quaglino G.P., Adultità - Formazione e lavoro, Milano, Guerini e Associati, 16, 2002. La Rosa M., Dalla pratica alla teoria per la formazione, Sociologia e formazione, Roma, ISFOL 2006. Attribuiamo alle tre tipologie di apprendimento il seguente significato: formale: si realizza in ambienti specificamente strutturati per la formazione, è consapevole e pianificato (in termini di obiettivi, tempi e supporti all'apprendimento); non formale: si realizza in ambienti non necessariamente strutturati per la formazione (ad esempio il luogo di lavoro), ma è consapevole e pianificato (in termini di obiettivi, tempi e supporti all'apprendimento); informale: è l'apprendimento che deriva da attività correlate al lavoro quotidiano, alla famiglia o ricreative. Esso non è organizzato e non è necessariamente intenzionale. Morin E., La testa ben fatta, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1999. 6 Annotazioni L ningful learning), che si oppone all’apprendimento meccanico (rote learning) spesso applicato in ambito formativo ed educativo. a quantità di dati e informazioni accessibili attraverso i nuovi media, internet in particolare, è potenzialmente infinita. Accumulare dati però non significa generare conoscenza: questa richiede rielaborazione e comprensione di quanto si è raccolto alla luce di criteri che permettano di ordinare le informazioni in un insieme il più possibile coerente e integrato con quanto già conosciamo del fenomeno analizzato. La distinzione tra conoscenza e informazione ripropone di fatto il distinguo tra sapere e nozionismo, oggetto di riflessione in ambito scolastico e formativo da anni, o quella tra apprendimento meccanico e apprendimento significativo, nell’accezione della psicologia cognitiva di Ausubel.7 È allora evidente quanto sia necessario comprendere i processi di tipo psicologico e cognitivo che i soggetti utilizzano quando costruiscono, utilizzano, trasmettono e diffondono conoscenza. Nell’apprendimento meccanico le nuove informazioni vengono incluse in modo arbitrale, letterale, poco profondo nella struttura cognitiva: non vi è alcun impegno cognitivo né emotivo per integrare o mettere in relazione i nuovi dati o esperienze con le conoscenze precedenti. Le informazioni sono memorizzate nella forma esatta in cui sono state apprese (pensiamo ad esempio all’imparare a memoria un numero telefonico o le tabelline o il testo di una canzone in inglese di cui non si capisce il senso ma che viene riprodotta foneticamente tale e quale). L’apprendimento significativo al contrario consente l’assimilazione di nuova conoscenza nella struttura cognitiva esistente a partire da quelli che Ausubel definisce concetti assimilatori, cioè concetti che costituiscono la base per la costruzione del collegamento tra le nuove informazioni e le conoscenze preesistenti. L’inclusione che avviene in questo modo non è arbitraria ma profonda, poiché il soggetto vi attribuisce senso in virtù dei propri schemi cognitivi mettendo inoltre in gioco lo sforzo intenzionale e l’impegno emotivo necessari per integrare le nuove conoscenze con quelle precedenti. Questo comporta la trasformazione e spesso anche la cancellazione delle conoscenze esistenti, nel senso che l’apprendimento significativo implica sempre una loro riorganizzazione. Lo sviluppo delle neuroscienze e della psicologia cognitiva hanno portato, sempre nell’ultimo trentennio, a progressi significativi nella comprensione dei meccanismi che sottendono l’apprendimento umano. Tali progressi si concentrano sull’importanza che assumono i saperi già in possesso del discente ai fini dell’acquisizione di nuove conoscenze e sulla necessità di organizzare l’insegnamento prendendo a riferimento queste conoscenze pregresse rispettando gli stili cognitivi e di apprendimento individuali. Viene riconosciuto che l’apprendere è un fenomeno frutto della costruzione (e ri-combinazione) delle conoscenze possedute e che tale processo è maggiormente produttivo quando il discente cerca consapevolmente di integrare i nuovi concetti all’interno del propria struttura cognitiva: un processo chiamato apprendimento significativo (mea7 Nella realtà, apprendimento meccanico e significativo sono parte di uno stesso continuum, e il primo non è necessariamente negativo (es. i numeri di telefono vanno memorizzati così come sono senza trarne significati particolari). Quando il soggetto viene a contatto con un dominio di conoscenza totalmente nuovo e la sua struttura Ausubel D.P., Educazione e processi cognitivi: guida psicologica per insegnanti, Milano, Franco Angeli, 1998. 9 non viene ricordata dopo l’assimilazione lascia comunque effetti residuali sul concetto assimilatore e di fatto sulla struttura concettuale; l’informazione appresa può essere applicata a un’ampia varietà di nuovi problemi o contesti, garantendo così un’elevata generalizzazione delle conoscenze, caratteristica indispensabile del pensiero creativo. cognitiva è priva delle premesse necessarie per garantire una buona assimilazione di nuovi concetti, è gioco forza applicare inizialmente un apprendimento di tipo meccanico che potrà divenire significativo solo in seguito. In effetti, l’apprendimento meccanico richiede nelle fasi iniziali meno sforzo ed è il più efficace per richiamare le conoscenze apprese nell’esatta forma in cui sono state immagazzinate. Tuttavia alcuni studi dimostrano che la maggior parte di quanto appreso in questo modo a scuola viene persa entro 6-8 settimane. Infine, l’apprendimento significativo comporta l’attivazione, da parte del soggetto che apprende, di meccanismi di tipo metacognitivo: la consapevolezza delle proprie conoscenze e degli strumenti e delle strategie adottate per apprenderle e utilizzarle nei vari contesti, in un’attività che consente di conoscere e dirigere gli stessi processi di apprendimento. Con l’apprendimento significativo le conoscenze acquisite sono ricordate più a lungo; l’apprendimento successivo di argomenti simili diviene sempre più facile; l’informazione che 10 Annotazioni U Piergiuseppe Ellerani, Libera Università di Bolzano na mappa può essere definita come una rappresentazione convenzionale e semplificata di un territorio. Se nelle carte geografiche attraverso un sistema di simboli e informazioni verbali e numeriche vengono raffigurati in scala città, sistemi orografici, idrografici e stradali, nelle mappe mentali e concettuali a essere rappresentati sono i pensieri o i processi conoscitivi, nella loro dinamica, nel loro evolversi, nelle loro associazioni, nella loro attività (deduttiva, induttiva, razionale, associativa, immaginativa ecc.). Naturalmente, come per la rappresentazione in piano della realtà tridimensionale del territorio, anche il processo di pensiero o della conoscenza, per sua natura fluido e magmatico, subisce nella mappatura una sorta di cristallizzazione e semplificazione. La semplificazione viene compensata dalla semplicità di lettura e interpretazione e dall’enorme capacità di sintesi e di concentrazione di informazioni in poco spazio che caratterizza questo tipo di rappresentazione. Il ricorso a schemi e mappe per riprodurre il pensiero è praticato da sempre; anche i filosofi e gli scienziati antichi li usavano per esprimere e studiare fenomeni complessi, difficili da considerare nel loro insieme. Tuttavia, mentre gli antichi erano più attenti alla rappresentazione dei risultati del pensiero, l’uso attuale delle mappe è focalizzato sulla rappresentazione dei processi di pensiero. Negli anni recenti, la possibilità di utilizzare modelli di rappresentazione grafica della conoscenza è stata ampiamente esplorata e sperimentata in ambito psicopedagogico. Le mappe mentali e le mappe concettuali sono i paradigmi che finora hanno trovato maggior diffusione e applicabilità. I due modelli non vanno confusi, poiché non solo fanno riferimento a costrutti teorici 13 diversi, ma presuppongono tecniche convenzionali con finalità diverse, come evidenziato nella mappa concettuale proposta. Esse presentano comunque evidenti similarità e si sono dimostrate entrambe utili in ambito didattico per favorire processi di apprendimento, in particolare con studenti “nativi digitali” (New Millennium Learners)8 che apprendono meglio attraverso le immagini ed elaborano le informazioni secondo processi non lineari. sensi o che suscitano una risposta emotiva (interesse). Tenendo conto di questi risultati, Buzan coniò il termine radiant thinking per indicare il modo naturale in cui funziona il cervello, che immagazzina qualsiasi sensazione, ricordo o pensiero in una serie di infinite associazioni che procedono a reticolo e non in modo lineare o sequenziale, riflettendo di fatto le reti neuronali sottostanti. Buzan individuò nelle mappe mentali un efficace strumento per rappresentare queste strutture associative. Ne derivano dei grafici con una struttura gerarchico-radiale, organizzata intorno a una sola e unica ideabase, posizionata al centro dello schema, dalla quale si diramano verso l’esterno, in tutte le direzioni, le idee correlate a quella di partenza. A ognuna di queste idee “discendenti” se ne possono poi associare altre con lo stesso metodo, dando vita a una struttura dinamica che non esplicita il senso delle associazioni e che prevede un punto di partenza nel centro ma non una fine predefinita. Ogni parola in una mappa mentale costituisce in effetti il possibile centro di un’altra mappa. Proprio la loro struttura dinamica favorisce il processo di generazione delle idee e di recupero dei ricordi, Le mappe mentali Le mappe mentali (Mind maps) sono una tecnica di visualizzazione grafica per rappresentare strutture di pensiero complesse in modo sintetico e sinottico. Sviluppate da Tony Buzan negli anni settanta, sono ispirate ad alcune scoperte circa i meccanismi cerebrali attivi durante i processi di apprendimento. In particolare è emerso che il cervello umano ricorda soprattutto: i primi e gli ultimi elementi presentati (primacy e recency effect); gli elementi associati con altri dati e conoscenze già immagazzinate o collegate ad altri aspetti di ciò che si sta imparando; gli elementi particolarmente enfatizzati perché in qualche modo unici o eccezionali; gli elementi che coinvolgono in modo particolare uno dei per l’apprendimento dalle conclusioni di recenti ricerche in ambito neuro scientifico. dato che fornisce un’efficace visione d’insieme che aiuta il cervello a fare associazioni, a richiamare pensieri e stimoli a partire dagli elementi preesistenti e a generare nuove idee, non pensate prima. In ambito scolastico la tecnica delle mappe mentali si rivela particolarmente utile per: Le mappe mentali, per massimizzare l’impatto percettivo, utilizzano elementi ulteriori rispetto al testo, come colori, codici e altri espedienti grafici (dimensioni diverse; frecce; simboli; figure geometriche; figure tridimensionali; immagini creative associate alle idee ecc.) che possono a loro volta stimolare la creatività, la memoria e specialmente il richiamo dei dati memorizzati. • la comprensione di un testo: la realizzazione di una mappa di un testo appena letto aiuta a riconoscere le idee importanti, a esplicitare le relazioni tra i contenuti, a evidenziare le relazioni e a collegare le conoscenze pregresse con le nuove; • la memorizzazione e riflessione: le mappe consentono di riassumere in una sola immagine pagine e pagine di libri o ore e ore di lezioni, di rielaborare in modo attivo i contenuti e di utilizzare anche la memoria visiva attraverso l’uso di colori, simboli, icone, frecce, evidenziatori di testi; Originariamente introdotte come metodo efficace per prendere appunti e per “tracciare” attività di brainstorming, le mappe mentali sono finora state utilizzate in ambiti di applicazione che richiedono una gestione della conoscenza distribuita. Attività di brainstorming; analisi e la valutazione di processi di problem solving e decision taking; organizzazione di attività operative quali il project management, impostazione e progettazione di documenti. • la stesura di un elaborato o di un progetto: aiutano a richiamare alla mente le proprie esperienze e conoscenze e a organizzarle e sono un valido strumento preliminare di pianificazione: attraverso varie fasi, si arriva alla stesura della mappa ideativa del testo che prevede l’organizzazione in sequenze; In generale questo tipo di strumento è utile per tutte le applicazioni nelle quali la creatività assume un’importanza di primo piano. Le mappe mentali costituiscono uno strumento per la raccolta e la generazione delle idee mediante associazioni e permettono di rappresentare in modo sintetico e sinottico una struttura di pensiero anche complessa (un libro, una lezione ecc.), favorendone la memorizzazione attraverso la combinazione dei processi di memoria semantica e di quella visiva. Esse consentono di prendere appunti in breve tempo e di studiare con metodo e sistematicità, reinterpretando le conoscenze, creando nuovi collegamenti, consentendo di imparare molto di più, molto meglio e in minor tempo. • lo sviluppo delle facoltà divergenti del pensiero creativo, della fantasia, dell’originalità e dell’inventiva così da favorire ulteriormente la costruzione e la comunicazione degli apprendimenti e delle idee. L’utilizzo delle mappe mentali stimola la motivazione ad apprendere, promuove una riflessione metacognitiva sulla struttura del proprio pensiero e sul suo processo di produzione (metacognizione) e favorisce la socializzazione e la condivisione della conoscenza. Infine, possono risultare utili agli insegnanti nella progettazione di programmi di studio e corsi; nella sperimentazione di metodologie di apprendimento cooperativo e nella spiegazione di un argomento, che viene favorita dalla rappresentazione visiva delle parole chiave, delle relazioni e dei rapporti di gerarchia tra i contenuti. Le mappe mentali attivano funzionalità sia logico-razionali che immaginativo-creative e consentono l’integrazione di processi di pensiero di tipo analitico e sintetico, integrazione questa giudicata molto vantaggiosa 8 Pedró F. (a cura di), The New Millenium Learner: Challenging our Views on ICT and Learning, OCSE, Maggio 2006. 14 15 La configurazione è gerarchica con la forma di un albero che si ramifica verso il basso, a partire da un concetto-chiave (radice) iniziale. Le mappe concettuali Proposte da Joseph Novak9 a partire dagli anni sessanta, sulla base delle ricerche di Ausubel e in particolare della sua teoria dell’apprendimento significativo, le mappe concettuali (Cmaps - Concept maps) nascono come metodo grafico per rappresentare e quindi studiare l’evoluzione delle La struttura generale delle connessioni è di tipo inclusivo, dal generale al particolare, dal sovraordinato al subordinato, dal concetto più importante al meno importante, dall’astratto al concreto. conoscenze nelle persone dalla prima infanzia all’età adulta e si sono dimostrate sul campo un potente strumento a supporto dell’apprendimento. Oltre a quelle di inclusione, tra i concetti sono possibili altre relazioni che formano proposizioni significative, sia a livello verticale che orizzontale (come le relazioni trasversali). Novak afferma che la conoscenza è costituita dalla combinazione fra i concetti e i legami/relazioni che fra di essi intercorrono e che le mappe concettuali permettono di rappresentare queste strutture graficamente favorendone la loro comprensione, la loro memorizzazione e soprattutto un apprendimento significativo. Una mappa concettuale rappresenta graficamente una rete di relazioni significative tra concetti nella forma di proposizioni. I concetti sono inseriti in nodi, collegati tra loro attraverso linee di connessione o archi (collegamenti) che esprimono una parola o frase di relazione; la sequenza nodo-arco-nodo forma una proposizione. La mappa concettuale non deve essere intesa come un riassunto – un “bignami’’ didattico – bensì come uno strumento metacognitivo per riflettere sui processi di apprendimento e di costruzione dei significati e, in definitiva, per imparare a imparare in modo significativo. I concetti e le relazioni compaiono nella mappa in forma molto sintetica: sono esplicitati attraverso etichette, che sono per la maggior parte singole parole o brevi frasi ma che possono essere anche simboli. 9 Proprio per questo le mappe concettuali sono in continua evoluzione: vengono riscritte e rielaborate più Novak J.D., L’apprendimento significativo, Trento, Erickson, 2001. 16 • pianificare una relazione o un’esposizione (es. tema); volte fino ad arrivare alla forma più soddisfacente, nella consapevolezza che difficilmente la forma ottenuta al termine di una elaborazione sarà quella definitiva, poiché man mano che le conoscenze si accrescono e ci si riflette sopra, la relativa mappa concettuale risulterà riorganizzata. Per lo stesso motivo è fondamentale che gli studenti non si limitino a “imparare” o completare le mappe trovate su un libro di testo o fornite dal docente, ma si sforzino di rappresentare le proprie conoscenze in combinazione con i nuovi concetti appresi per costruire attivamente le proprie mappe. • sintetizzare una lezione o un’unità didattica; • memorizzare in modo più ricco e articolato. Le mappe concettuali sono uno strumento particolarmente utile per l’insegnante che intenda stimolare e garantire agli studenti un apprendimento significativo, per ottenere il quale è necessario che il docente sia in grado di agganciare il proprio intervento alla mappa cognitiva già presente nella mente degli studenti. In questo caso la mappa può servire come strumento di indagine sulle concezioni iniziali degli studenti, mezzo utile a individuare eventuali misconcezioni e per comprendere come ciascuno organizzi in modo personale la propria conoscenza. Ciò permette a chi trasferisce il sapere e supporta l’apprendimento di migliorare la propria comunicazione e adeguare il proprio stile di insegnamento alle diverse forme di pensiero. In ambito scolastico le mappe concettuali rappresentano un’impalcatura che favorisce la motivazione ad imparare, in ogni fase dell’apprendimento, poiché aiutano gli studenti a sviluppare e potenziare le proprie capacità di organizzazione della conoscenza e dello studio, e più specificamente: • esplorare e riflettere sulle proprie conoscenze su un argomento; Le mappe concettuali possono essere utili anche per la pianificazione dei percorsi di studio. Esse aiutano a identificare quali sono i nuclei o concetti fondanti o strutturanti di un • ricavare e organizzare significati da un testo; • prendere appunti da un testo o dalle lezioni in aula e in laboratorio; 17 tuale e il livello raggiunto e in definitiva misurare l’apprendimento. argomento e di una disciplina, ossia di quei concetti che, assimilati, provocano la riorganizzazione del sistema cognitivo e che sono essenziali per l’acquisizione degli altri concetti (es. l’atomo in chimica), e quindi quali concetti dovrebbero essere introdotti prima e quali dopo, a quali dedicare più tempo o meno tempo, di quali verificare con particolare attenzione la corretta acquisizione e quali no, in modo da favorire la comprensione concettuale di un dominio di conoscenza e non la memorizzazione di grandi quantità di dati spesso slegati tra loro: “spesso le misconoscenze degli alunni o le loro difficoltà nello studio si addensano proprio intorno a tali concetti strutturanti. È importante pertanto che l’attività del docente non prescinda mai da essi; al contrario tali nuclei concettuali vanno considerati come i capisaldi, le pietre angolari, che dirigono la costruzione dell’intero edificio della conoscenza, senza una piena consapevolezza dei quali la struttura si rivela precaria ed effimera, rischiando di crollare miseramente”.10 Anche le mappe concettuali possono essere disegnate con strumenti informatici. Ancor più di quelle mentali, traggono da questi strumenti degli innegabili vantaggi data la possibilità di poter riorganizzare a piacimento e ripetutamente le relazioni, anche spaziali, tra i concetti e in generale ristrutturare e modificare facilmente la mappa. È sperimentato che l’utilizzo del software per la predisposizione delle mappe riduce i tempi di apprendimento della tecnica e migliora sensibilmente la qualità dei primi elaborati da parte degli studenti. Lo strumento migliore attualmente disponibile è il software Cmap Tools, un programma completo, a licenza gratuita, sviluppato dall’Institute for Human and Machine Cognition della University of West Florida, in stretta collaborazione con Joseph Novak. La particolare struttura di questo applicativo consente non solo di costruire mappe concettuali in modo molto semplice e intuitivo, ma anche di attivare processi di apprendimento cooperativo e di condivisione, tra allievi di una stessa classe, tra diverse classi all’interno dello stesso istituto, tra studenti e/o docenti di istituti e scuole diversi. Attraverso il programma è infatti possibile accedere alla rete mondiale di server messi a disposizione dall’IHMC per la condivisione di mappe concettuali, sui quali pubblicano e condividono mappe concettuali di tutti i tipi centinaia di istituti scolastici e universitari in tutto il mondo. L’applicativo consente anche di creare mappe concettuali interattive, che possono divenire veri e propri oggetti riutilizzabili di apprendimento (ORA), attraverso l’integrazione con video, file audio, file testuali, collegamenti ipertestuali. Nel sito IHMC dal quale si scarica il programma: Secondo Novak l’utilizzo delle mappe concettuali consente di superare i limiti dei materiali didattici tradizionali, quali i libri di testo, caratterizzati da percorsi obbligati di scoperta, sicuramente significativi per l’autore del testo ma non necessariamente per gli studenti, dato che ognuno possiede una struttura cognitiva personale differente da quella di ogni altro e frutto delle proprie esperienze affettive e cognitive. Inoltre sono stati evidenziati i vantaggi derivanti dalla costruzione collaborativa delle mappe, che costruiscono e mettono in comune significati attraverso processi di confronto, negoziazione, decostruzione e ricostruzione profondi.11 Nelle attività di valutazione le mappe concettuali sono uno strumento molto potente se ben padroneggiato: consentono di misurare la comprensione e diagnosticare la non comprensione, verificare le capacità organizzative, identificare le abilità cognitive, la profondità dell’elaborazione, il background culturale e conoscitivo, il cambiamento concet10 11 http://cmap.ihmc.us/conceptmap.html si trova un esempio molto sofisticato di un simile utilizzo delle mappe, con le quali sono state costruite tutte le pagine del sito, di cui viene qui proposta la pagina principale: Ausubel, Educazione e processi cognitivi cit. Novak J.D. e Gowin D.B., Imparando a imparare, Torino, Ed. S.E.I., 1989. 18 19 Annotazioni L e mappe concettuali possono essere impiegate in diversi contesti formativi (con bambini, giovani e adulti) a supporto di diverse attività pedagogiche, riassunte nel seguente schema: voti a un’interrogazione o una prova, superare un test o un esame. Tuttavia, come abbiamo già sostenuto, un apprendimento di questo tipo si rivela da un lato inefficace a medio-lungo termine, e dall’altro L’interesse principale degli autori è quello relativo al loro impiego come strumento di verifica. D’altra parte quest’opera nasce proprio dall’idea di inserire le mappe concettuali come strumento di valutazione a supporto della formazione nei corsi per apprendisti della regione Friuli Venezia Giulia. insoddisfacente, perché non favorisce la crescita del soggetto che apprende, ma solo la sua conformità a un modello proposto: “un apprendimento mnemonico e passivo in cambio dell’etichetta di aver frequentato il corso, a prescindere dalle competenze che questo abbia prodotto nell’allievo stesso”.12 Il problema nasce in particolare quando le persone si trovano ad affrontare le situazioni professionali e della vita con questo tipo di apprendimento, utile in certi casi ma del tutto insufficiente e inadeguato a comprendere e risolvere problemi: sarebbe, per usare una metafora, come pensare che per fare i meccanici basti conoscere a memoria i nomi dei pezzi che compongono un veicolo e degli utensili da usare. Perché le mappe concettuali per la valutazione Per molte persone il principale tipo di apprendimento è quello basato sulla ripetizione e sull’esercizio reiterato, meccanico, che ha l’indubbio vantaggio di consentire di memorizzare in un tempo limitato numerose informazioni, quanto basta per ottenere ad es. dei buoni 12 Costamagna C., Mappe concettuali e apprendimento significativo, in Form@re (Erickson), 26, aprile 2004. 23 apprendistato). Malgrado l’accuratezza di queste prove, è ancora in discussione se e in che misura esse siano in grado di dare indicazioni adeguate anche su quanto la prestazione “buona” del soggetto corrisponda anche a cambiamenti significativi a livello cognitivo. Allo stesso tempo, sono numerose (e sempre di più) le professioni che richiedono sia l’apprendimento di abilità che l’apprendimento dei concetti e alcune ricerche dimostrano che migliorando la qualità delle conoscenze si ottiene un miglioramento anche delle abilità (si veda a questo proposito lo studio di Smith15 sull’utilizzo delle mappe concettuali nel lavoro degli infermieri). Si tratta di una questione rilevante perché riguarda sia la capacità dell’allievo di applicare correttamente (e creativamente) quanto appreso in ambiti diversi da quello osservato, sia il possesso da parte sua di strategie cognitive utili ad affrontare problemi nuovi. Se quindi è chiaro che l’istruzione e la formazione professionale dovrebbero favorire e promuovere forme di apprendimento significativo, che consentano loro di capire e fronteggiare i problemi cognitivi insiti negli argomenti di studio per poter fronteggiare in seguito i problemi concreti della quotidianità e della professione, è tuttavia percezione comune che nei corsisti (ma anche nei formatori) vi sia la tendenza a privilegiare modalità di apprendimento meccanico. Questo rischia di svilire la formazione e di ostacolare l’acquisizione delle competenze oggetto della formazione stessa. In particolare “lo sviluppo del pensiero critico, del pensiero divergente, della creatività sarà del tutto precluso ad allievi abituati a ragionare per strutture semplici, anche in presenza di interventi formativi di ottimo livello, ma non pensati per incidere, in modo efficace (significativo, come direbbe Ausubel) sulla struttura cognitiva preesistente”.13 D’altra parte, malgrado un numero crescente di formatori si renda conto dell’importanza di favorire un apprendimento significativo, di fronte alla necessità di preparare gli allievi ad affrontare prove di fine corso che richiedono per lo più un trasferimento e un uso limitati della conoscenza in nuovi contesti (test, verifiche prestazionali ecc.), “è difficile trovare il tempo per portare i discenti dai modelli di apprendimento meccanico ai modelli di apprendimento significativo e completare allo stesso tempo il programma sul quale si basa l’esame”.14 Se assumiamo l’affermazione di Novak che “gran parte di ciò che si verifica nell’insegnamento e/o nell’apprendimento dipende dai metodi di valutazione utilizzati”,16 le mappe concettuali, usate come strumento di valutazione, diventano uno strumento prezioso a supporto della formazione. D’altra parte lo stesso Novak le propone come strumenti che possono incoraggiare l’apprendimento significativo e allo stesso tempo preparare gli allievi per le verifiche prestazionali.17 Attraverso le mappe concettuali è infatti possibile analizzare il processo di costruzione e sviluppo delle conoscenze di un soggetto in un determinato ambito: la mappa è la riproduzione grafica di un settore conoscitivo, di cui rappresenta i concetti-chiave che rivestono particolare significato nell’argomento o problema, visualizzandone nello stesso tempo le relazioni (di causaeffetto, di inclusione ecc.). Nella formazione professionale sono sempre più diffusi e utilizzati metodi di progettazione per competenze, cui corrispondono prove di valutazione sommativa basate sull’osservazione e sulla misurazione di performance, simulate, come nei corsi di Qualifica di Base Abbreviata e Post Diploma, o reali (prestazioni agite sul luogo di lavoro valutate attraverso griglie di osservazione, come in 13 14 15 16 17 Costamagna, Mappe concettuali e apprendimento significativo cit. Novak J.D., Apprendimento Significativo e Mappe Concettuali alla base di un Nuovo Modello Educativo. Convegno internazionale “La Qualità dell'integrazione scolastica”, Rimini, 2003. Smith B.E., Linking theory and practice in teaching basic nursing skills, in “Journal of Nursing Education”, 31 (1), 1992. Novak, L'apprendimento significativo cit. Novak, Apprendimento Significativo e Mappe Concettuali cit. 24 questo modo lo strumento funge da guida anche per l’insegnante, che può auto-monitorare il proprio insegnamento.18 Per queste loro caratteristiche, le mappe concettuali possono essere applicate a ogni ambito di conoscenza e di esperienza, sia in chiave strettamente disciplinare che interdisciplinare e a qualsiasi argomento, con gradi di dettaglio diversi a seconda degli obiettivi posti. L’elaborazione di mappe, inoltre, comporta un’attività di introspezione e autoanalisi che porta progressivamente all’esplorazione delle procedure di funzionamento della propria mente. Le mappe, quindi, aiutano ad acquisire competenze metacognitive e a promuovere l’apprendere ad apprendere. Infatti, attraverso le mappe è possibile far ripercorrere agli allievi i propri percorsi mentali, facendoli riflettere sui cambiamenti inter venuti nelle loro strutture cognitive e sul progressivo grado di complessità maturato nel loro processo di acquisizione della conoscenza. Come utilizzarle: un suggerimento Le mappe concettuali possono essere impiegate in modi diversi e in ogni momento dell’attività didattica, ma non sempre gli studenti riescono ad apprezzarne immediatamente l’utilità e spesso le considerano uno sforzo aggiuntivo cui faticano ad attribuire un reale “valore d’uso”. Per questo motivo, la nostra esperienza ci porta a suggerire ai docenti che intendono adottare questo strumento di permettere agli allievi di ricorrere alle proprie mappe concettuali durante i momenti di verifica, sia orale che scritta. In questo modo si attribuisce valore allo sforzo di sintesi e riorganizzazione cognitiva svolto dallo studente e nello stesso tempo gli si fornisce un vantaggio strumentale che, pur nei limiti dell’efficacia di motivazioni di natura estrinseca, può favorire l’adozione delle mappe come supporto allo studio da parte di tutti, anche di chi non riesce a coglierne subito il valore in termini di apprendimento significativo. D’altra parte, se la mappa concettuale consente all’insegnante di veder rappresentato il modo in cui l’allievo riesce a trasformare la sequenza discorsiva di un testo o di una lezione in una logica sintetica e connessionista, lasciare che lo studente consulti la propria mappa durante un’interrogazione o una prova scritta, gli permette di valutare la capacità dello studente di realizzare il processo complementare, ossia di passaggio dalla comprensione sintetica di un argomento a una sua esplicazione argomentativa attraverso la ricchezza degli elementi del discorso. In particolare nella valutazione formativa, la costruzione di mappe concettuali e la riflessione su di esse, permette al docente di avere un’istantanea della mappa cognitiva del discente e della sua evoluzione nel tempo. Basandosi su ciò che vede nella mappa concettuale il docente può capire dove ancorare i concetti che egli proporrà durante le lezioni, in modo da favorire processi di apprendimento significativo. Il docente può utilizzare le mappe concettuali per permettere agli studenti di avere uno strumento di rilevazione del loro stesso apprendimento. Per mezzo delle mappe gli allievi non si sentono vincolati a eseguire una performance limitativa del proprio apprendimento (ad esempio: la risposta a una domanda di un test a risposta chiusa), ma sono liberi di esprimere la propria particolare acquisizione di conoscenza e rappresentarla come meglio credono. In 18 Novak, Ibid. 25 Annotazioni L a costruzione di una mappa è un’operazione di sintesi piuttosto impegnativa, che comporta un’attenta riflessione da parte dell’estensore rispetto a ciò che ritiene di conoscere e poter coerentemente associare alla domanda focale cui lo schema si riferirà. Il vantaggio dello strumento è che, come abbiamo già detto, esso va sempre considerato come un lavoro in progress, mai concluso, sempre migliorabile. Ciò significa che si può procedere per gradi, iniziando con schemi molto semplici da integrare man mano che la loro rilettura e analisi stimolerà l’approfondimento dei possibili legami fra i concetti evidenziati o con altri che non erano fino ad allora emersi. Esistono alcune regole che aiutano a confezionare mappe concettuali di buona qualità:19 • Impostare il grafico, disegnando blocchi con all’interno le “etichette concettuali”, posizionando nella parte alta del disegno i 2/3 concetti più generali. • Selezionare i concetti subordinati ai primi (in genere da 1 a 4 sotto ogni altro concetto) e disegnare i nuovi blocchi sotto a quello cui sono riferiti direttamente. • Collegare i concetti con delle linee di connessione, contrassegnandole con delle parole/frasi che chiariscano la relazione che lega i due concetti (il tutto dovrebbe poter essere letto come un’affermazione coerente, il cui significato è dato dalla frase di collegamento che pone in relazione i due concetti). • Riadattare la mappa finché non si ottiene un risultato soddisfacente. • Inserire eventuali legami incrociati (legami trasversali) tra concetti presenti in rami diversi della mappa e commentare anch’essi con una frase legame (tali collegamenti, quando presenti, permettono di riconoscere nuove relazioni all’interno dell’ambito conoscitivo e sono per questo molto rilevanti). • Specificare bene la domanda (ambito conoscitivo) da esplorare. • A partire dal quesito, identificare 15/20 concetti pertinenti e disporli in una lista, descrivendo ogni concetto con 1/3 parole. • Ordinare i concetti, a partire da quelli più chiari e completi (potrebbe anche essere necessario modificare la domanda di partenza o procedere alla stesura di una nuova nel caso in cui risultasse palesemente poco chiara, incompleta o vaga). • Associare alle etichette concettuali esempi specifici di concetti per chiarirne il significato. • La mappa andrebbe aggiornata ogniqualvolta nuovi concetti o legami vengono acquisiti dall’autore. • Integrare la lista con altri concetti, se necessario. 19 Novak, L'apprendimento significativo cit. 29 Riassumendo le raccomandazioni graficamente: La mappa in questo caso potrebbe contenere la definizione di cellula e la sua funzione, le tipologie di cellula e le caratteristiche e gli elementi che le contraddistinguono e differenziano. È anche possibile che una domanda focale generica riassuma in sé tutte e sei le domande sopra indicate: ad es. in una mappa su La Divina Commedia, di fronte alla possibile domanda focale: “Cos’è La Divina Commedia?” ci si può attendere di fatto che essa copra tutte le aree di significato (che tipo di opera è, come è costruita e scritta, chi ne è l’autore, quando e dove fu scritta, di cosa tratta ecc.). In questo caso può essere di aiuto chiedere agli allievi di esplicitare la domanda focale aggiungendo interrogativi più specifici: ad es. “Cos’è La Divina Commedia e di cosa tratta (com’è strutturata, chi ne è l’autore, quando, dove e perché la scrisse)?” Comporre la domanda focale È ponendo le giuste domande che s’impara, non fornendo risposte. Una domanda correttamente posta spiana la strada all’apprendimento significativo. La domanda focale utilizzata per costruire la mappa concettuale rappresenta la chiave di interpretazione e quindi di comprensione del tema, poiché consente di concentrare l’attenzione sui significati principali: uno stesso argomento o testo può suscitare diverse domande, alcune più pertinenti, altre meno. Per questo motivo è importante dedicare il tempo necessario a comporre domande focali ben fatte se si vogliono ottenere mappe congruenti ed efficaci. In generale possiamo dire che la stessa domanda focale trae origine in realtà da altre domande. Alcune indicazioni possono aiutarci in tal senso. • Di fronte a un argomento è sempre consigliabile partire dalla cosiddetta regola delle 5 W del giornalismo anglosassone (Who - What When - Where - Why: Chi - Che cosa - Quando - Dove - Perché), arricchita dalla domanda hoW (Come) e valutare quale/i domanda/e fra queste appaiono più pertinenti e sono quindi da selezionare e riportare nella domanda focale. Ad es. nella costruzione di una mappa sulla cellula le aree di significato più importanti potrebbero riguardare il Cosa e il Come, di conseguenza la domanda focale all’origine della mappa potrebbe essere: “Cos’è la cellula e quali sono le sue tipologie?” • Nel caso in cui la mappa derivi da un testo dato (manuale, libro, articolo ecc.) ma anche da una comunicazione (conferenza o lezione e relativi appunti), è sempre opportuno identificare il messaggio che il testo o l’autore intende trasmettere, perché questo facilita la composizione della domanda focale. Perciò innanzitutto bisognerebbe chiedersi: “Che cosa vuole comunicare, cosa vuole dire (l’autore, il testo)?”. Ovviamente per far questo, spesso è necessario attivare processi inferenziali per integrare e andare oltre le informazioni contenute nel testo, il che permette di comprenderlo meglio. N.b.: Questo schema è un ibrido: diagramma di flusso combinato con mappa concettuale. Rielaborazione dal sito http://cmap.ihmc.us/ 30 31 • Concetti-luogo: oltre al significato spaziale rimandano ad altri significati (es. Quirinale, Montecitorio, Pentagono ecc.). Struttura di una mappa concettuale Lo schema seguente riassume gli elementi costituitivi di una mappa concettuale. Nei paragrafi successivi essi verranno analizzati in dettaglio: • Concetti-astrazione: qualità, stati d’animo, ideali, valori ecc. (es. sicurezza, libertà, eguaglianza, professionalità ecc.). Per realizzare una buona mappa concettuale sono quindi necessarie alcune operazioni logiche che consentono di “etichettare” i concetti in modo corretto, tra le quali ricordiamo: • Generalizzazione: trasformazione di casi particolari in affermazioni generali, di più informazioni in una sola parola-concetto; • Sintesi: riduzione di più idee o concetti a una sola parola-concetto; • Classificazione: suddivisione in classi, gruppi ecc. attraverso l’uso di singole parole-concetto; • Nominalizzazione: trasformazione di uno o più proposizioni in una sola parola-concetto; • Ridefinizione: estrapolazione di una sola parola-concetto da un insieme di proprietà e attributi. Esempio Nel testo seguente alcune informazioni possono essere considerate secondarie, mentre per le altre è necessario intervenire con processi di sintesi, ridefinizione, classificazione ecc. al fine di comprenderne meglio i significati centrali e quindi esprimerli in forma di mappa concettuale. Testo di partenza: Il termine polis (pl. poleis) deriva dal greco pøliq, “città”, ed è usato sia per indicare la città materiale con le sue strade e i suoi edifici, sia una nuova forma di governo, come è dimostrato dal fatto che da essa deriva la parola “politica”. Tale forma di governo è basata: • sull’uguaglianza di tutti i cittadini; • sul loro diritto di riunirsi in Assemblea; • sul diritto dell’Assemblea di votare pro o contro una legge proposta da uno dei cittadini; • sul principio di maggioranza, che impone alla minoranza di adeguarsi alla decisione. • Concetti-definizione: descrizione o esplicazione di altri concetti (es. movimento culturale, periodo storico, corrente filosofica ecc.). Definire i concetti e le loro etichette In una mappa concettuale possiamo trovare concetti di diversa natura e a diversi livelli di astrazione. I concetti possono essere definiti come regolarità percepite negli oggetti oppure come eventi. Possiamo quindi includere in una mappa concettuale: L’etichetta che identifica il concetto corrisponde generalmente a un sostantivo, che può essere accompagnato da un aggettivo (ma solo se significativo) o da un complemento indiretto (in particolare di esplicitazione). • Concetti-oggetto (es. il motore a scoppio, cane, albero, la Legge Biagi ecc.). I nomi propri (di persone, luoghi) e le date non indicano concetti e perciò non dovrebbero comparire nella mappa concettuale, a meno che non siano esempi o non sia necessario chiarire alcuni concetti e conoscenze facendo riferimento anche ai nomi propri (ad es. il nome dell’autore di un’opera letteraria), ai luoghi o alle date (usati come riferimento temporale). • Concetti-evento (es. alluvione, concerto, festa, lezione ecc.). • Concetti-tempo: concetti-evento che indicano scansioni temporali con caratteristiche specifiche (es. Seconda Guerra Mondiale, Guerra del Golfo, la Rivoluzione Industriale ecc.). • Concetti-persone: insieme di individui con caratteristiche specifiche (es. borghesia, i Friulani ecc.). 32 La polis come comunità cittadina e come entità politica indipendente, era dotata di istituzioni e leggi proprie, corrispondeva a uno spazio geografico definito e stabile, comprendente la parte urbana, il territorio rurale, l’area di confine, i santuari extraurbani. Il processo di definizione del territorio e del rapporto con esso era una delle fasi fondamentali della formazione della città. Poiché in Grecia ogni città era indipendente dalle altre, la polis può essere anche definita una città-Stato. Esempio di riorganizzazione concettuale per la costruzione della mappa: Il termine polis (pl. poleis) deriva dal greco pøliq, “città”, ed è usato sia per indicare la [città materiale] con le sue strade e i suoi edifici, sia una {nuova forma di governo}, come è dimostrato dal fatto che da essa deriva la parola “politica”. Tale {forma di governo} è basata: • sull’uguaglianza di tutti i cittadini; • sul loro diritto di riunirsi in Assemblea; • sul diritto dell’Assemblea di votare (diritto di voto) pro o contro una legge proposta da uno dei cittadini; • sul principio di maggioranza, che impone alla minoranza di adeguarsi alla decisione. La polis come [comunità cittadina] e come {entità politica indipendente}, era dotata di istituzioni e leggi proprie, corrispondeva a uno [spazio geografico definito] e [stabile], comprendente la parte urbana, il territorio rurale, l’area di confine, i santuari extraurbani. Il processo di definizione del [territorio] e del rapporto con esso era una delle fasi fondamentali della formazione della città. Poiché in (Grecia) ogni città era {indipendente} dalle altre, la polis può essere anche definita una città-Stato. 33 Legenda Polis: concetto-seme (di partenza) della mappa (Grecia): trasformazione del complemento di luogo in aggettivo per specificare il concetto-seme Testo in corsivo: concetti (Testo tra parentesi): nominalizzazione di verbo portatore di un concetto {[Testo tra parentesi]}: sintesi di più concetti in una sola parola concetto: ad es. i concetti “città materiale”, “territorio”, “spazio geografico definito” possono essere ricondotti in un unico concetto denominato, nell’esempio, come territorio definito. Nelle mappe di sintesi di argomenti molto vasti è possibile ricorrere Esempi superiore e posto in alto (inclusivo), e uno o più concetti gerarchicamente inferiori e posti in basso (inclusi). Sviluppare i collegamenti I collegamenti sono fondamentali nelle mappe concettuali. I legami servono ad “affermare qualcosa”, chiariscono i significati attribuiti ai concetti determinando in tal modo la conoscenza a essi correlata. Un insieme slegato di concetti non costituirebbe infatti conoscenza ma esplicitazione disarticolata di elementi; a sua volta un insieme di concetti collegati senza la specificazione di frasi legame costituisce di fatto una mappa mentale che, come abbiamo visto, ha utilizzi diversi da quella concettuale. Di fatto, i legami sono ciò che distingue a prima vista le mappe mentali da quelle concettuali. La direzione dei legami per convenzione è sempre intesa dal blocco superiore a quello inferiore, in caso contrario va esplicitamente indicata dalle frecce apposte sulle linee di connessione. Nelle mappe concettuali possiamo trovare altri tipi di collegamenti: • inclusivi • causa-effetto • fine o scopo • transitivi (azione di un concetto su un altro) • temporali • spaziali • ordine, confronto o contrasto, aggiunta (operazioni tra concetti) • nominali • esplicitazione, esemplificazione Secondo Novak e Gowin “le mappe concettuali dovrebbero assumere una configurazione gerarchica, cioè al vertice dovrebbero trovarsi i concetti più generali e inclusivi e più in basso quelli via via più espliciti e particolari”:20 i collegamenti sono quindi essenzialmente legami di inclusività. Essi indicano un rapporto tra un concetto gerarchicamente 20 non a semplici parole ma a frasi-legame che possono quindi contenere anche sostantivi, questi però non devono mai corrispondere ai concetti chiave utilizzati nella mappa. gnate da una preposizione. Non è corretto, invece, l’uso di sostantivi per indicare il rapporto tra i concetti. Le parole-legame corrispondono generalmente, dal punto di vista grammaticale, a forme verbali variamente coniugate ed eventualmente accompa- Novak e Gowin, Imparando a imparare cit. 34 35 Nel caso di mappe sviluppate con strumenti informatici (nelle mappe digitali), è di solito possibile inserire anche: Aggiungere esempi e altri elementi Impostata la struttura concettuale, lo schema può essere integrato da altre informazioni e riferimenti che completano, integrano, chiariscono quanto si desidera esporre. In una mappa concettuale possiamo quindi inserire: • Immagini e disegni • Riferimenti o collegamenti ad altre mappe • Collegamenti a documenti di altro genere (testi, fogli elettronici ecc.) • Esempi (singoli eventi, singoli oggetti) livello gerarchicamente superiore e scegliere il termine o le parole più semplici e accurate per indicare la relazione tra i concetti. Come migliorare la qualità delle mappe È consigliabile costruire, per quanto possibile, relazioni dotate di senso compiuto, evitando verbi nella coniugazione del gerundio, pronomi relativi e congiunzioni che richiedano di tener conto di altri concetti e proposizioni da leggere in sequenza. • Se ci sono più concetti accomunati dallo stesso tipo di relazione, rispetto a un concetto più comprensivo, evitare di concatenarli con “e”, come si farebbe nel testo normale; collegarli invece tutti alla Gli esempi vanno inseriti come i concetti e introdotti con un collegamento di tipo esemplificativo (ad esempio, per esempio); dovrebbero essere graficamente distinti dai concetti veri e propri evitando di disegnare il contorno del nodo. • Attributi • Sensazioni • Giudizi di valore • Fonti Esempio Ogni proposizione dovrebbe poter essere letta come a sé stante (soggetto > predicato > complemento). Il complemento diventa a sua volta soggetto nella frase seguente. stessa frase legame e al di sotto del concetto più inclusivo. In alternativa,se tali concetti si trovano in posizione terminale, si possono elencare tutti in un singolo nodo. Esempio: cellula si divide in procariote – procariote può essere vegetale • Le frasi-legame non devono contenere concetti che potrebbero avere funzione nodale nella struttura della mappa, ma solo termini necessari a indicare il collegamento (verbi preposizioni, articoli ecc.). • Scegliere le etichette più semplici possibili per i concetti e non scrivere interi periodi in ciascun nodo. • Non frammentare il testo in tanti nodi quante sono le parole, ricordando che ogni nodo deve contenere un singolo concetto rilevante. • Non inserire lo stesso concetto più volte nella mappa, anche se con etichette diverse. Eventualmente accorpare nello stesso nodo i diversi termini denotativi (es. psicologia evolutiva). • In ogni proposizione individuare qual è il concetto da disporre a un 36 37 Individuazione dei concetti Errori da evitare • Assenza di concetti centrali e/o presenza di concetti superflui. La stesura delle mappe concettuali non è intuitiva come quella delle mappe mentali; soprattutto nelle prime stesure spesso danno origine a errori nella strutturazione dello schema, fra i più frequenti: • Ripetizione di concetti. • Difficoltà di denominazione. Relazioni • Errata o mancata connessione fra due concetti. Organizzazione della mappa • Confusione tra concetti e relazioni. • Riproduzione della sequenza espositiva del testo. • Difficoltà di denominazione delle relazioni. • Trattamento di una gerarchia come sequenza. • Inversioni logiche. • Errori nella disposizione logica. • Soggetti non esplicitati. • Non rispetto della relazione di inclusività. • Errori sintattici. Esempi di errori tipici 3. Concetti non sintetizzati e mancanza di struttura gerarchica. 1. Mappa lineare priva di relazioni gerarchiche tra concetti. 4. Ripetizione dei concetti. 2. Usare altri schemi di rappresentazione (radiale, flusso ecc.). 38 39 5. Omissione delle frasi-legame. 6. Concetti inseriti come frasi-legame. 40 Annotazioni La pesatura N ovak e Gowin propongono dei criteri oggettivi di valutazione delle mappe concettuali:21 (entro il contesto del materiale/argomento che è stato considerato)? • 10 punti per ogni legame trasversale valido • 1 punto per ogni proposizione valida La relazione tra due concetti è indicata con linee di collegamento contrassegnate da parole-legame? La relazione è valida (corretta)? La mappa mette in evidenza connessioni significative tra un segmento della gerarchia concettuale e un altro? Questi collegamenti sono validi e significativi? • 5 punti per ogni livello della gerarchia • 1 punto per ogni esempio valido riportato La mappa è organizzata in modo da mostrare una gerarchia di concetti? I concetti sotto-ordinati sono più specifici e meno inclusivi dei concetti collocati in posizione sovra-ordinata Esistono eventi o oggetti specifici riportati come esempi ben scelti dei concetti indicati? Esempi di calcolo dei punteggi Relazioni (se valide): 12 Gerarchia (se valida): 3x5= 15 Legami trasversali (se validi e significativi): 1x10 = 10 Esempi (se validi): 4x1= 4 Punteggio complessivo: 41 21 Novak e Gowin, Imparando a imparare cit. 43 Punteggio: 10 (2 livelli gerarchici) + 9 (9 proposizioni valide) + 10 (1 legame trasversale: “imprese devono garantire formazione”)= 29 Questa mappa: • mostra valide relazioni gerarchiche; • presenta una gerarchizzazione; • mostra una struttura di rete integrata; • indica migliore conoscenza concettuale. Punteggio: 0 (nessun livello gerarchico) + 2 (solo le prime proposizioni sono valide) = 2 Questa mappa è decisamente scorretta: • non ha una gerarchia o ha una gerarchizzazione errata; • mostra solo una sequenza temporale; • mostra poche interrelazioni. Punteggio: 15 (3 livelli gerarchici) + 12 (12 proposizioni valide) + 10 (1 legame trasversale: “imprese devono garantire formazione”)= 37 Questa mappa è meglio articolata e più approfondita rispetto alla precedente. • concetti (uguaglianza delle etichette concetto presenti), Il confronto Punteggio: 5 (1 solo livello gerarchico) + 5 (5 proposizioni valide) = 10 Questa mappa è corretta ma: • mostra solo i collegamenti al concetto chiave; • non possiede nessuna strutturazione gerarchica; • mostra solo poche interrelazioni; Valutazione: mappa concettuale elementare (accettabile solo per mappe ex ante o per studenti di giovanissima età). 44 • proposizioni (uguaglianza delle proposizioni), Confrontare una mappa concettuale con una mappa esperta (cioè una mappa di riferimento, concordemente considerata corretta e completa nel sistema di riferimento preso in considerazione per la valutazione) è il metodo più semplice per verificare la qualità “semantica” dell’elaborato. Sotto questo punto di vista il software CmapTools fornisce una funzione molto utile, che permette di eseguire il confronto fra due mappe in termini di: • frasi legame (uguaglianza delle frasi presenti in un legame), • connessioni (linee che congiungono gli stessi concetti), e per ciascuno di questi elementi viene fornita una percentuale di corrispondenza fra le due mappe messe a confronto. 45 quantomeno per quanto attiene alla presenza o meno dei concetti ritenuti “chiave”. Su connessioni, frasi legame e proposizioni ovviamente la valutazione di merito è più impegnativa, pur risultando enormemente facilitata dal programma. Viene di seguito proposta la schermata che compara due delle mappe pesate nella sezione precedente: Il confronto può essere “tarato” disponendo i parametri di uguaglianza (in termini di testo integrale o parziale, singolare/plurale, sinonimo e iperonimo) e la percentuale di corrispondenza delle parole. Nel caso in cui siano disponibili mappe esperte, risulta particolarmente veloce il processo di verifica della congruità in termini di contenuti, che è da ritenersi buona e appare coerente con il punteggio ottenuto nella valutazione strutturale (10 rispetto ai 15 punti della mappa esperta di riferimento). In questo esempio, il numero di concetti coincidenti risulta uguale, ma la qualità della mappa emerge dalla somma dei punteggi complessivi (46+59+66+63) pari a 234/400, Risultato della comparazione: Risultato della comparazione: Matched 1 of 13 (7%) propositions. APPRENDISTATO è un CONTRATTO A CAUSA MISTA = APPRENDISTATO è un CONTRATTO A CAUSA MISTA Matched 2 of 22 (9%) connections. Matched 1 of 9 (11%) linking phrases. 1 using Testo Integrale è un = è un Matched 7 of 11 (63%) concepts. 5 using Testo Integrale APPRENDISTATO = APPRENDISTATO CONTRATTO A CAUSA MISTA = CONTRATTO A CAUSA MISTA FORMAZIONE = FORMAZIONE IMPRESE = IMPRESE LAVORO = LAVORO 2 using Testo Parziale 15-29 anni = GIOVANI di 15-29 anni GIOVANI = GIOVANI di 15-29 anni ottiene un punteggio di 90/400. Se la quantità di concetti recepiti può essere quindi ritenuta sufficiente, così non è per la quantità e qualità dei legami immessi. Nell’esempio la percentuale di corrispondenza in termini di concetti presenti in entrambe le mappe è pari a 63/100, sommando invece i quattro indicatori (7+9+11+63) si 46 Matched 6 of 13 (46%) propositions. APPRENDISTATO è un CONTRATTO A CAUSA MISTA = APPRENDISTATO è un CONTRATTO A CAUSA MISTA CONTRATTO A CAUSA MISTA combina FORMAZIONE = CONTRATTO A CAUSA MISTA combina FORMAZIONE CONTRATTO A CAUSA MISTA combina LAVORO = CONTRATTO A CAUSA MISTA combina LAVORO GIOVANI appartenenti alla fascia 15-29 anni = GIOVANI appartenenti alla fascia 15-29 anni IMPRESE che assumono GIOVANI = IMPRESE assumono GIOVANI IMPRESE devono garantire FORMAZIONE = IMPRESE devono garantire FORMAZIONE Matched 13 of 22 (59%) connections. Matched 6 of 9 (66%) linking phrases. 5 using Testo Integrale appartenenti alla fascia = appartenenti alla fascia combina = combina devono garantire = devono garantire si applica a = si applica a è un = è un 1 using Testo Parziale che assumono = assumono Matched 7 of 11 (63%) concepts. 7 using Testo Integrale 15-29 anni = 15-29 anni APPRENDISTATO = APPRENDISTATO CONTRATTO A CAUSA MISTA = CONTRATTO A CAUSA MISTA FORMAZIONE = FORMAZIONE GIOVANI = GIOVANI IMPRESE = IMPRESE LAVORO = LAVORO 47 Bibliografia Ausubel D.P., Educazione e processi cognitivi: guida psicologica per insegnanti, Milano, Franco Angeli, 1998. Ausubel D.P., Novak J.D. e Hanesian H., Educational psycology: A Cognitive View, New York, Rinehart and Winston, 1978 (tratto da Novak J.D., Gowin D.B., Imparando a imparare, Torino, Ed. S.E.I, 1989). Buzan T. e Buzan B., Mappe mentali. 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