Barack Obama

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vivere il nord, milano e dintorni
Barack Obama
...il 1° Presidente higtech, l'impatto con la Casa Bianca e la sicurezza informatica
Il nuovo sito della Casa Bianca che faceva fatica a sostenere lo tsunami di click, il blog del 44° presidente vuoto,
aggiornamenti in tempo poco reale sulle prime ordinanze firmate, computer con versioni vecchie di Windows e telefoni,
cellulari e fissi, che non funzionavano subito.
Se la campagna elettorale di Barack Obama passerà alla storia come una delle più tecnologicamente avanzate, con
presenze da web 2.0 su YouTube (il canale di Obama), Facebook (la pagina del presidente) e altri social network,
l'entrata dello staff di Obama alla Casa Bianca verrà ricordata come un sofferto retaggio della old economy.
Trauma da old economy. Il primo trauma è stato trovare non solo pochi computer, ma anche sprovvisti dell'avveniristica
"mela" che marchia i Mac a cui lo staff di Obama è fedelissimo. Anche il servizio di posta elettronica ha fatto sospirare,
anzi sbuffare: tempi lunghissimi per l'attivazione. A salvare lo staff il deus ex machina del web ovviamente, Google e il
suo servizio di posta Gmail che la squadra del nuovo presidente aveva pensato bene di attivare prima con
l'autorizzazione del consigliere giuridico della Casa Bianca, dopo aver preso accorgimenti per garantire che resteranno
copie per gli archivi come prevede la legge. Sito lento e poco "sociale". Vero è che la nuova versione del sito della Casa
Bianca è andata on line qualche minuto dopo il giuramento a Capital Hill, ma i guai sono arrivati subito dopo.
Design e aspirazioni da social network (con servizi di condivisione video YouTube, foto stile Flickr e blog presidenziale)
tipiche della campagna elettorale gestita sul sito www.change.gov, ma contenuti poco aggiornati. Da martedì pomeriggio
a metà della giornata di oggi, gli aggiornamenti sono stati lenti, il blog è rimasto praticamente vuoto per 48 ore (una vera e
propria èra considerando lo stile instant time del web), e i pool report dei giornalisti al seguito di Obama non si sono fatti
vedere. I primi ordini esecutivi firmati dal presidente a metà giornata di mercoledì, sono apparsi sul sito solo a notte fonda.
Tutta colpa, hanno spiegato al Washington Post (che titola "Staff Finds White House in Technological Dark Ages") fonti
della nuova amministrazione, delle difficoltà incontrate nel cercare di mettere la vcchia e cara Casa Bianca al passo con la
"presidenza stil web 2.0".
Mai senza BlackBerry: arriva lo smartphone contro le spie. Obama intanto ha preso le sue precauzioni e non ha
rinunciato a usare l'inseparabile BlackBerry, che gli addetti alla sicurezza sembra gli abbiano permesso di accendere
dopo averlo criptato e dopo aver vietato qualsiasi tipo di programma di scambio di messaggi. Ma a sostenere il
presidente, oltre ai due milioni di fedelissimi accorsi al National Mall per il suo giuramento, anche uno smartphone a
prova di spie grazie al quale il presidente potrà ricevere e-mail in tempo reale. L'Atlantic Magazine parla del Sectera Edge
della General Dynamics sviluppato per la National Security Agency, l'agenzia d'intelligence per le comunicazioni,
strumento che sarebbe in grado di evitare intercettazioni. I modelli costano fra i 2.650 e i 3.350 dollari e la casa
produttrice garantisce che sono certificati per la protezione di comunicazioni vocali ed e-mail topsecret. L'oggettino
ultratecnologico era proprio essenziale per Obama che, spiega il capo della squadra di transizione John Podesta, «si
sarebbe sentito come un leone in gabbia che cammina senza pace nella West Wing della Casa Bianca senza una
connessione virtuale con i vecchi amici e i confidenti più fidati».
Ma sarà davvero sicuro?. C'è già chi si chiede se il Sectera Edge sia davvero in grado di garantire una sicurezza
"presidenziale".
Dubbi soprattutto sulla capacità di criptare messaggi provenienti da utenti che non appartengono allo staff governativo.
Stessi problema con l'amministrazione Bush. Ma sembra che i problemi tecnologici alla Casa Bianca non siano una
difficoltà solo per gli Obama boys. Anche il direttore del web nell'amministrazione Bush, David Almacy, ha ricordato che
quando arrivò alla Casa Bianca fu costretto ad attendere una settimana prima di avere un computer e un BlackBerry.
Change the world, no the White House.
Insomma Obama forse potrà riuscire a cambiare il mondo seguendo il motto change, ma nulla ha potuto contro la
mesozoica impostazione tecnologica della vecchia e cara Casa Bianca.
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Generata: 15 March, 2017, 22:03