L`ABBIGLIAMENTO JUNIOR NEL 2009

Transcript

L`ABBIGLIAMENTO JUNIOR NEL 2009
L’ABBIGLIAMENTO JUNIOR NEL 2009-2010
Nota a cura di:
Sistema Moda Italia
Centro Studi
Per:
Pitti Immagine Bimbo
1. Il bilancio preconsuntivo del 2009
Secondo le stime preliminari, nell’“annus horribilis” del Tessile-Moda italiano
anche la moda Junior (accezione questa che comprende l’abbigliamento in
maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi)
risulta interessata da una dinamica negativa, seppure meno intensa rispetto a
quanto altri comparti della filiera hanno sperimentato: per il giro d’affari
settoriale si stima una contrazione pari al -5,5%, che porterà le vendite al di
sotto dei 2,5 miliardi di euro.
Le spinte sfavorevoli provenienti dalla domanda estera e nazionale hanno
condizionato i risultati del settore nel corso del 2009. Il comparto, essendo
tradizionalmente caratterizzato da una minore propensione all’export (circa il
30%) rispetto alla media degli altri comparti del “valle” (54% circa), è risultato
nel suo complesso meno esposto al crollo del commercio mondiale, che ha,
invece, influito in maniera grave sulle performance della maggior parte dei
comparti del Tessile-Moda durante l’anno appena chiuso. D’altra parte, sul
fronte interno, la domanda nazionale, pur essendo entrata in area negativa, non
ha sperimentato ritmi di caduta paragonabili a quelli registrati dalle imprese
Tabella 1 – L’industria italiana dell’abbigliamento Junior (2005-2009)(1)
(Milioni di Euro correnti)
2005
2006
2007
2008
2009 (2)
Fatturato
Var. %
2 488
2 595
4,3
2 628
1,3
2 626
-0,1
2 480
-5,5
V alore de lla produzione
Var. %
1 343
1 308
-2,6
1 295
-1,0
1 260
-2,7
1 168
-7,3
Es portazioni
Var. %
712
781
9,6
784
0,4
791
0,8
677
-14,4
Im portazioni
Var. %
1 217
1 423
16,9
1 491
4,8
1 547
3,7
1 498
-3,2
-505
-642
-707
-756
-821
4 619
4 876
5,6
5 006
2,7
5 041
0,7
4 953
-1,7
28,6
42,2
30,1
46,7
29,8
47,7
30,1
49,1
27,3
48,4
Saldo com m e rciale
Cons um i nazionali (3)
Var. %
Indicatori Strutturali (%)
Esportazioni/Fatturato
Importazioni/Consumi alla prod.
(1) Ab b igliamento ragazzo/a in maglia e tessuto 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi
(2) Stime (3) Consumi delle famiglie, consumi extra-famigliari e scorte
Fonte: SMI su dati ISTAT, Indagini campionarie e SitaRicerca
Per il 2009 si stima per
l’industria
italiana
della
moda Junior un calo del
-5,5%
italiane sui mercati esteri e ha consentito, quindi, al comparto di arginare le
perdite.
I consumi nazionali (comprensivi dei consumi delle famiglie, dei consumi extrafamiliari e delle scorte) dovrebbero, secondo le previsioni, archiviare il 2009 con
un calo del -1,7% su base annua. Se il consumo per neonati si conferma
sostanzialmente stabile visto il carattere strettamente funzionale che connota
questa linea di prodotti, più penalizzati risultano i consumi per bambine/i,
specialmente di fascia alta, caratterizzandosi come spesa più facilmente
“comprimibile”. Del resto, se in passato gli adulti limitavano il “sacrificio” al
proprio guardaroba senza coinvolgere la spesa per i bambini, il clima di bassa
fiducia che è seguito alla crisi economica mondiale ha finito per indurre i
consumatori a rivedere in toto le logiche e gli stili di consumo, senza risparmiare
lo Junior.
L’attività produttiva, complice anche la necessità di razionalizzazione del ciclo
scorte, ha assistito ad un’accentuazione delle dinamiche negative già in atto dal
2006, facendo ipotizzare un calo su tassi superiori al -7%.
A fronte della difficile congiuntura internazionale, in pochi mesi sembrano
essersi vanificati gli sforzi fatti da parte delle imprese operanti nel comparto
Junior per consolidare il proprio posizionamento sui maggiori mercati di sbocco
mondiali: per l’export si stima, infatti, una variazione su base annua del -14,4%,
che fa ripiombare l’incidenza delle vendite estere sul fatturato totale al di sotto
di quel 30% raggiunto nel 2008. Con riferimento alle importazioni, si assiste ad
un’inversione di tendenza: dopo i costanti aumenti sperimentati nel più recente
passato, nel 2009 si stima una contrazione del -3,2%.
La
domanda
interna
sperimenta una dinamica
negativa, con un calo che si
prevede pari al -1,7% su
base annua
La produzione dovrebbe
flettere del -7,3%
Per l’export si prevede un
calo del -14,4%, mentre
l’import dovrebbe assistere
ad una battuta d’arresto del
-3,2%
La dinamica prevista per i flussi commerciali di import/export dovrebbe
determinare un sostanziale ed ulteriore peggioramento del deficit commerciale
settoriale, che dovrebbe portarsi sugli oltre 800 milioni di euro.
Nel caso del solo abbigliamento per neonati, nei primi nove mesi del 2009, le
esportazioni hanno sperimentato un calo del -13,5%, a fronte di una dinamica
dell’import sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (-0,5%). Tra i
mercati di sbocco della moda bebé si confermano ai primi posti Spagna e
Russia (che, tuttavia, da gennaio a settembre 2009, hanno registrato
decrementi superiori rispettivamente al -20% e al -30% sia a valore sia a
quantità), mentre non sono mancate soddisfazioni da Francia (+11%) e
Germania (stabile rispetto al 2008), ma anche da mercati del Far East come
Giappone ed Hong Kong, pur con riferimento a produzioni di fascia alta, ma
quantitativamente poco rilevanti.
2. I principali risultati dell’Autunno/Inverno 2008/2009 sul mercato
italiano
Sotto il profilo demografico, il mercato italiano dell’abbigliamento Junior, al 1°
gennaio 2009, si componeva di oltre 8,4 milioni di individui di età compresa tra
0 e 14 anni. Rispetto alla consistenza al 1° gennaio 2008 tale fascia di
L’export di moda bebé,
nonostante
il
calo
complessivo, è cresciuto in
Francia e nel Far East
popolazione ha evidenziato un incremento del +0,7%, sebbene sia soprattutto
la popolazione straniera (costituta da oltre 740 mila bambini, pari al 9% circa dei
residenti in Italia nella fascia d’età in oggetto) a mostrare tassi di crescita più
sostenuti. Sulla base delle rilevazioni ISTAT ad oggi disponibili, da gennaio a
luglio 2009 le iscrizioni in anagrafe per nascita sono state pari a 322.266 con un
decremento di 7.613 unità rispetto agli stessi mesi del 2008 (-2,3%).
Come già anticipato commentando il bilancio settoriale di previsione, dopo due
stagioni Autunno/Inverno particolarmente dinamiche sotto il profilo del consumo
interno (+2,3% nel 2006/2007 e +3,6% nel 2007/2008), il deterioramento del
clima economico-sociale a partire dal Settembre 2008 e protrattosi per gran
parte del 2009, non ha risparmiato il comparto della moda Junior, anche se in
misura meno grave rispetto ad altri segmenti di mercato. Secondo le rilevazioni
Sita-Ricerca effettuate per conto di SMI, nella scorsa stagione A/I 2008/2009
l’abbigliamento Junior ha sperimentato una battuta d’arresto del -1% a valore
corrente. Anche in termini di spesa costante, nell’A/I è proseguita la dinamica
negativa, con una lieve contrazione pari al -0,2%, in linea con il dato della
Primavera/Estate 2008.
Figura 1 – L’andamento del sell-out nel
settore abbigliamento Junior:
analisi per area stilistica (A/I ’08-09) (*)
Figura 2 – La struttura del sell-out nel
settore abbigliamento Junior
(A/I ’08-09)
(Var. % dei consumi in valore in ciascun
comparto)
(% sui consumi complessivi in valore)
To t ale
14% (3)
L’A/I
2008/09
viene
archiviata con una flessione
del sell-out pari al -1% a
valore corrente
3 8% (1)
Neonat o
48 % (2 )
B amb ina
B amb ino
B amb ino (1)
-2
-1
0
B ambina (2)
Neo nat o (3)
1
Fonte: SMI su dati Sita-Ricerca. (*) A differenza della Tabella 1, qui il dato si riferisce ai soli acquisti
delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-famigliari esclusi.
Proprio il segmento “bambina”, strutturalmente più rilevante (48% del mercato
Junior), è risultato interessato da un calo della spesa più accentuato (-1,3%)
rispetto a quello del “bambino” (-0,9%). Il calo della spesa è da ricondurre in via
principale alla dinamica deflativa (generalizzata, peraltro, a tutto
l’abbigliamento), che ha interessato proprio “bambina” e “neonato”. Per la moda
“bambino” i prezzi sono risultati, invece, stabili.
Prezzi in calo per i segmenti
“bambina” e “neonato”
A livello stilistico, nel segmento “bambina” è diminuito soprattutto il prodotto
“invernale” per definizione, ovvero giacche, giacconi e giubbotti imbottiti; i
pantaloni hanno tenuto (sia i jeans, sia i moda/casual), mentre gli abiti,
similmente al segmento “donna”, sono risultati espansivi, così come le gonne.
Per il segmento “bambino” la situazione è analoga: solo il jeans è cresciuto,
mentre il capospalla invernale ha ceduto il passo.
Sul fronte retail, se si analizzano i dati riferiti alla struttura distributiva (sell-out a
valore per canale), lo Junior si conferma un comparto piuttosto “atipico” rispetto
al sistema moda nel suo complesso, in termini sia di struttura sia di
performance. Da diverse stagioni, il primo intermediario non è più rappresentato
dal dettaglio indipendente (fermo a quota 27%), bensì dalle catene/franchising
(con una quota del 41%). Tuttavia, proprio nella scorsa stagione invernale, le
catene hanno accusato, in controtendenza rispetto alla crescita mediamente
conseguita nella commercializzazione di moda nel medesimo periodo (+6,2% la
spesa corrente, +5,2% la spesa costante), un decremento del sell-out pari al
-1,4% (da ricondurre, in particolare, alla contrazione dei valori medi unitari dei
prodotti intermediati, che hanno invece tenuto a volume). Contestualmente, i
canali che hanno sperimentato un incremento delle vendite sono stati gli
ambulanti (+6,6%) che hanno messo a segno una seconda crescita
consecutiva dopo A/I 2007/2008, gli “altri canali” comprensivi di outlet (+4,8%) e
le “grandi superfici” (+3,7%). Lo stesso dettaglio indipendente, che in molti
comparti evidenzia perdite accentuate, ha dimostrato una certa capacità di
tenuta, contenendo le perdite al -1%. Del resto, tale canale ha messo in atto
una politica sostanzialmente opposta rispetto a quella degli altri format
distributivi, selezionando la gamma offerta sul fronte della qualità e dei brand.
Ne è risultato un fisiologico calo dei volumi, ma una tenuta del fatturato.
Figura 3 – L’andamento del sell-out dei
canali nel settore abbigliamento Junior
(A/I ’08-09) (*)
Figura 4 – La struttura distributiva nel
settore abbigliamento Junior
(A/I ’08-09)
(Var. % dei consumi in valore in ciascun
canale)
(% sui consumi complessivi in valore)
Total e
6% ( 5)
4%( 4)
Al tr i canal i
6%( 6)
3%( 7)
27% ( 1)
Ambul ante
Gr andi Super f i ci
13%( 3)
41%( 2)
Food (Iper e Super )
Gr andi Magazzi ni
Det t ag lio Ind. (1)
Cat ene/ Franchising (2 )
Grandi M agazzini (3 )
Fo o d (Iper e Super) (4 )
Grandi Sup erf ici (5)
A mb ulant e (6 )
Catene/ Fr anchi si ng
Dettagl i o Ind.
-10
-5
0
5
10
A lt ri canali (7)
Fonte: SMI su dati Sita-Ricerca
(*) A differenza della Tabella 1, qui il dato si riferisce ai soli acquisti delle famiglie italiane,
scorte e consumi extra-famigliari esclusi
Le catene, pur confermando
la propria leadership di
mercato, mostrano segnali
di difficoltà, mentre tiene il
dettaglio
Le prime indicazioni relative alla stagione invernale in corso confermano la
prosecuzione del trend negativo per il periodo settembre-novembre, mentre
prospettano un rilancio del consumo in occasione delle festività natalizie, ma
soprattutto nel periodo dei saldi, in cui sempre più tendono a concentrarsi gli
acquisti di abbigliamento da parte delle famiglie italiane.
Per quanto riguarda, invece, l’incipiente stagione P/E 2009, sulla base
dell’Indagine Congiunturale svolta da SMI presso un campione di imprese
particolarmente rappresentativo del comparto Junior, gli ordini in portafoglio
(pur provvisori al momento della rilevazione) non prospettano un’inversione di
tendenza, almeno per questi primi mesi del 2010: il mercato italiano
risulterebbe, comunque, ben più favorevole rispetto a quello estero, ancora
debole.
Il medesimo panel, sollecitato sull’evoluzione della congiuntura, confida
comunque, nel 25% dei casi, in un miglioramento delle condizioni di operatività,
mentre la restante parte maggioritaria del campione si orienta alla prudenza,
intravedendo una “stabilità” del contesto, almeno nel breve termine.
In attesa di un consolidamento dei prodromi di ripresa, la capacità delle imprese
nell’interpretare e decodificare i segnali provenienti dai mercati risulterà, più che
in passato, determinante per consentire un pronto recupero di competitività. Per
questo, proprio la manifestazione fieristica “Pitti Bimbo” costituirà un “crinale”
fondamentale per valutare l’evoluzione del comparto nel corso del 2010.
Firenze, 21 gennaio 2010
----------------------------------------------------------------------------------------------Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service – soc. Unipersonale
La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI-Sistema Moda Italia (Federazione Tessile e
Moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service – soc. Unipersonale. SMI-Sistema Moda Italia è impegnata in
numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessili-moda. Il Documento è
destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna
delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente
informative e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le
valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI-Sistema Moda Italia ritiene
attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI-Sistema
Moda Italia e Tessile & Moda Service – soc. Unipersonale non si ritengono responsabili.
Indicazioni, pur provvisorie,
confermano per la stagione
A/I in corso la prosecuzione
del trend sfavorevole per la
domanda di moda Junior
Tra gli operatori prevale la
prudenza