7_NotaEco_Pitti Bimbo_Genn 2016

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7_NotaEco_Pitti Bimbo_Genn 2016
L’abbigliamento Junior nel 2015-2016
Nota a cura di SMI – SISTEMA MODA ITALIA
Il bilancio preconsuntivo del 2015
Secondo le stime preliminari, nel 2015 la moda junior (accezione questa che
comprende l’abbigliamento in maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14
anni, intimo ed accessori inclusi) assisterebbe ad una prosecuzione del trend
positivo del giro d’affari, anche se su ritmi più affievoliti rispetto a quelli
sperimentati nel corso del 2014. Il turnover settoriale dovrebbe infatti
sperimentare un moderato aumento, pari al +1,1%, portandosi a 2,67 miliardi
di euro.
In corso d’anno il settore si è trovato, del resto, a scontare, così come gli altri
comparti della filiera Tessile-Moda, il rallentamento sul fronte internazionale,
mentre ha beneficiato solo in parte del miglioramento del sell-out sul fronte
nazionale (di cui hanno fruito maggiormente operatori di natura più
tipicamente commerciale).
Tabella 1 – L’industria italiana dell’abbigliamento Junior (2010-2015)(1)
(Milioni di Euro correnti)
2010
2011
2012
2013
2014
2015*
Fatturato
Var. %
2 512
2 648
5,4
2 631
-0,6
2 580
-1,9
2 642
2,4
2 670
1,1
Valore della produzione
Var. %
1 170
1 047
-10,6
1 115
6,5
1 113
-0,1
1 029
-7,6
1 017
-1,2
Esportazioni
Var. %
743
829
11,6
845
1,9
879
4,1
947
7,7
984
3,9
Im portazioni
Var. %
1 540
1 701
10,4
1 580
-7,1
1 520
-3,8
1 675
10,2
1 721
2,7
-797
-871
-736
-641
-728
-737
4 894
4 770
-2,5
4 600
-3,6
4 360
-5,2
4 270
-2,1
4 234
-0,8
29,6
50,3
31,3
57,0
32,1
55,0
34,1
55,8
35,8
62,8
36,8
65,0
Saldo com m erciale
Consum i finali
Var. %
Indicatori Strutturali (%)
Esportazioni/Fatturato
Importazioni/Consumi alla prod.
( 1 ) Abbigliamento ragazzo/a in maglia e tessuto 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi
(*) Stime; Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca, Indagini interne
Per l’anno 2015 il turnover
della moda junior è stimato
in aumento del +1,1%
Una variazione negativa, ma contenuta al -1,2%, caratterizza ancora
l’evoluzione del valore della produzione (variabile che, si ricorda, tenta di
stimare l’attività produttiva svolta in Italia, al netto della commercializzazione
di prodotti importati).
Guardando alle performance oltreconfine, per la moda junior si stima una
crescita media annua delle vendite estere corrispondente al +3,9%. L’export
dovrebbe,
pertanto,
concorrere
al
36,8%
del
turnover
Per l’export si prevede una
chiusura d’anno a +3,9%...
settoriale,
guadagnando così un punto percentuale rispetto al 2014.
Con riferimento all’import, al deciso incremento sperimentato nel corso del
… per l’import a +2,7%
2014, segue nel 2015 una decelerazione, stimata nell’ordine del +2,7%.
La dinamica prevista per i flussi commerciali in entrata e in uscita dall’Italia
determinerebbe solo un lieve peggioramento del deficit commerciale di
comparto (da -728 milioni di euro a -737).
Secondo le previsioni, i consumi nazionali (in tale accezione comprensivi dei
consumi delle famiglie, dei consumi extra-familiari e delle scorte) dovrebbero
archiviare il 2015 ancora in territorio negativo, facendo registrare però un
Il mercato interno assiste ad
un deciso rallentamento del
tasso di caduta, stimato su
base annua al -0,8%
discreto rallentamento del ritmo di caduta: la flessione su base annua è
stimata arrestarsi al -0,8%.
Tornando alle performance sperimentate sui mercati esteri, è possibile
circoscrivere l’analisi al solo abbigliamento per neonati (per il quale si
possono isolare le voci doganali di pertinenza e, quindi, i flussi commerciali
con l’estero per Nazione). Nei primi nove mesi del 2015 le vendite
Nei primi 9 mesi del 2015
l’export di moda bébé
cresce del +9,8%,
soprattutto grazie a Spagna
e Regno Unito
oltreconfine di moda bébé mostrano un vigoroso tasso d’incremento pari al
+9,8%. A tale risultato hanno concorso, in primis, Spagna (interessata da un
‘mini-boom’) e Regno Unito, in aumento del +29,3%, rispettivamente primo e
secondo mercato di sbocco della moda bébé nel periodo monitorato. Mentre
la Germania cresce del +2,9%, la Francia cede il -3,4%. La Russia, che dal
2010 si era rivelata il primo mercato di destinazione del childrenswear
italiano, nel 2015 passa in sesta posizione, accusando un decremento
prossimo al -40% (peggiore quindi rispetto a quanto registrato dal TessileModa nel suo complesso nel medesimo periodo, ovvero -33,3%).
Sempre con riferimento al solo abbigliamento bébé, le importazioni
dall’estero in Italia evidenziano un’evoluzione pari al +5,8%. Cina e
Bangladesh crescono rispettivamente del +8,2% e del +41,1%; assieme
coprono oltre la metà del totale importato di comparto, con una quota l’una
pari al 37,7%, l’altro pari al 13,6%. La Francia, in seconda posizione, arretra,
invece, del -1,6%, mentre la Spagna, quarta, del -4,5%.
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I principali risultati dell’Autunno/Inverno 2014-2015 sul
mercato italiano
Sotto il profilo demografico, il mercato italiano dell’abbigliamento Junior, al 1°
gennaio 2015, si componeva di poco più di 8,38 milioni di individui di età
compresa tra 0 e 14 anni.
Da gennaio ad agosto 2015, sulla base delle (pur provvisorie) rilevazioni
ISTAT ad oggi disponibili, le iscrizioni in anagrafe per nascita sono state pari
a 318.628, con un decremento di 8.539 unità rispetto ai primi otto mesi del
2014 (-2,6%). I maschi rappresentano il 51,5% del totale.
Secondo ISTAT, nei primi
In
Italia
l’A/I
ha fatto
otto
mesi
del2013-14
2015 sono
nati
registrare
un calo
del sellquasi 319 mila
bambini,
in
out
-4,5%
calopari
del al
-2,6%
rispetto al
medesimo periodo del 2014
Se si focalizza l’attenzione sul consumo di moda junior in Italia, i dati più
aggiornati
relativi
al
sell-out
invernale
si
riferiscono
alla
stagione
Autunno/Inverno 2014-15. Dopo anni di continui cali della spesa destinata
dagli italiani al Tessile-Moda, tale stagione ha prospettato se non la ripresa
della domanda, quanto meno una tendenza all’assestamento dei livelli di
sell-out a fronte della profonda ristrutturazione cui ha assistito questo
mercato nel più recente passato. Per il complesso dei prodotti di TessileModa, l’A/I 2014-15, secondo le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per
conto di SMI, ha registrato infatti un deciso rallentamento del tasso di
decremento, contabilizzato nel -1,6% in termini di spesa corrente, ma
soprattutto nel +0,2% in termini di spesa costante. In detto contesto, la moda
junior ha raggiunto un risultato piuttosto discreto, anche se non tra i migliori,
posizionandosi comunque sopra media: in particolare, essa vede infatti
frenare la spesa corrente al -0,2%, mentre vede quella costante tornare in
In linea con il sensibile
rallentamento del calo dei
consumi di Tessile-Moda sul
mercato italiano, nell’A/I
2014-15 il sell-out di moda
junior frena al -0,2%
area positiva e sperimentare così una lieve crescita, pari al +0,6%.
Peraltro, la stagione in esame si è rivelata particolarmente positiva sia per il
segmento ‘bambina’, interessato da un timido aumento pari al +0,5%, sia
soprattutto per il segmento ‘neonato’, in crescita del +1,2% (ed era dalla P/E
2011 che tale segmento, pur a maggior valenza emozionale, non archiviava
una dinamica di segno positivo). Infine, il segmento ‘bambino’ si è mantenuto
in calo, rallentando comunque al -1,6% (dal -3,7% della precedente A/I).
Sul fronte retail, se si analizzano i dati riferiti alla struttura distributiva (ovvero
al sell-out per canale), lo Junior vede confermata la leadership delle catene,
forti di una quota prossima al 50% del mercato, nonostante, nel periodo
monitorato, abbiano subito una battuta d’arresto pari al -1,1%. Tale
Le catene, pur detenendo la
metà del mercato junior in
Italia, flettono del -1,1%,
perdendo favore nel
segmento ‘bambino’
dinamica, peraltro, deve essere ricondotta al calo della spesa relativa al solo
‘bambino’, mentre sia il sell-out destinato al ‘neonato’ sia soprattutto il sellout destinato alla ‘bambina’ sono risultati in aumento (rispettivamente +1,2%
e +3,2%).
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Figura 1 - Moda Junior: consumi e distribuzione sul mercato italiano(*)
(Stagione Autunno/Inverno 2014-2015)
Figura 1.1 – L’andamento del sell-out nel
settore abbigliamento Junior:
analisi per area stilistica
(Var. % dei consumi in valore in ciascun
comparto)
Totale
Figura 1.2 – La struttura del sell-out
nel settore abbigliamento Junior
(% sui consumi complessivi in valore)
-0,2
14,5
38,2
1,2
Neonato
Bambina
47,3
0,5
Bambino -1,6
-2
Bambino
-1
0
1
-0,2
Altri canali
-39,6
Neon ato
2
Figura 1.3 – L’andamento del sell-out dei
canali nel settore abbigliamento Junior
(Var. % dei consumi in valore in ciascun
canale)
Tot ale
Bambina
Figura 1.4 – La struttura distributiva
nel settore abbigliamento Junior
(% sui consumi complessivi in valore)
4,2
2,2
3,1
1,2
16,2
23,8
Sito Internet/On-line
Shop
64,4
Outlet/ Negozio
St okkista
-19,3
Ambulante
-19,7
49,4
GDO
12,2
Catene/Franchising
-1,1
Tot ale Dettaglio
-6,7
-60 -40 -20 0
Totale Dettaglio
Catene/Franchising
GDO
Ambulante
Outlet/Negozio Stokkista
Sito Internet/On-line Shop
Altri canali
20 40 60 80
Fonte: SMI su dati Sita Ricerca
(*) A differenza della Tabella 1, qui il dato si riferisce ai soli acquisti delle famiglie italiane,
scorte e consumi extra-familiari esclusi
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Le catene sembrano, quindi, in parte risentire della concorrenza mossa dalla
GDO e dall’on-line, canali entrambi caratterizzati da una vivace crescita, ma
anche di un ritorno dell’indipendente pur limitatamente al ‘bambino’, come
Crescono grandi magazzini
e grandi superfici (+23,8%),
nonché l’e-commerce
(+64,4%)
poco oltre descritto.
La GDO, con un’incidenza del 23,8%, presenta un aumento del sell-out
intermediato nella misura del +12,2% (da ricondurre a Grandi Magazzini e
Grandi Superfici, al contrario del Food in calo per tutti e tre i segmenti); l’online, a quota 3,1%, dopo il boom dello scorso anno, continua a guadagnare
terreno, archiviando un incremento del +64,4%. In particolare, il canale
digitale risulta ancor più performante se si circoscrive l’esame al ‘neonato’,
dove nel medesimo periodo l’incidenza è pari al 4,9% e la crescita è
prossima al +90%.
Tutti i restanti format distributivi risultano, invece, colpiti da contrazioni del
sell-out. Il dettaglio indipendente, la cui quota è scesa al 16,2% del sell-out di
comparto (si ricordi pari, invece, al 25% nell’A/I 2010-11), mostra ancora una
perdita non marginale, pari al -6,7%. Se si guarda con maggior grado di
dettaglio alle vendite intermediate da tale format, i cedimenti maggiori si
Non si ferma la flessione
dell’indipendente, ma nel
caso del segmento
‘bambino’ il sell-out
intermediato dai retailer
tradizionali torna a crescere
del +3,5%
rilevano per il segmento ‘bambina’ ma soprattutto per il ‘neonato’, mentre il
sell-out di moda ‘bambino’, in controtendenza, presenta un ritorno alla
crescita, con una variazione del +3,5%.
Infine, ambulante ed outlet cedono entrambi poco meno del 20% ciascuno
rispetto alla precedente A/I (l’outlet cresce infatti solo per le linee ‘bambino’).
Nonostante il contesto resti fortemente incerto, per lo Junior, come per la
filiera Tessile-Moda nel suo complesso, si confida in un mantenimento
dell’evoluzione positiva, pur su ritmi sempre moderati, anche nella prima
parte del 2016 sia all’estero sia in Italia, dove si sono manifestati finalmente
segnali incoraggianti.
.
Firenze, 21 gennaio 2016
-------------------------------------------------------------------------------------------Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service – soc. Unipersonale
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