Study of Pedagogical Approaches for Early Education SUMMARY
Transcript
Study of Pedagogical Approaches for Early Education SUMMARY
Study of Pedagogical Approaches for Early Education SUMMARY TRANSLATED IN: Deutsch Español Italiano Polski Română Türk - 2014- This deliverable was constructed by the project partners of NETQ6 – Early Years Learning Network. Workpackage Leader: University of Bucharest STUDY OF PEDAGOGICAL APPROACHES FOR EARLY EDUCATION Translated summary As one result of our project work the NETQ6 partnership presents the Study of Pedagogical Approaches for Early Education. You will find the full English version at our project website www.net6.eu. In order to provide an overview of the study we offer you hereby a summary in various language versions. Als ein Produkt unserer Projektarbeit präsentiert die NETQ6 Partnerschaft die Studie zu pädagogischen Ansätzen in der frühen Bildung. Sie finden die Englische Vollversion auf unserer Projektwebseite www.netq6.eu. Um Ihnen einen Einblick in die Studie zu ermöglichen, bieten wir Ihnen eine Zusammenfassung in verschiedenen Sprachvarianten an. El consorcio NETQ6 presenta el estudio de diversos enfoques pedagógicos para la Educación Infantil como uno de los productos de nuestro trabajo. Podéis encontrar una versión completa en inglés en nuestro portal www.net6.eu. Para proporcionar una visión de conjunto os ofrecemos este resumen en distintas idiomas. Il Network Europeo Comenius "NetQ6" ha il piacere di presentarvi, come uno dei risultati del progetto, lo studio europeo sugli approcci pedagogici nella prima educazione. La versione completa in lingua Inglese sarà disponibile sul sito del progetto www.net6.eu. Per darvi una breve illustrazione del valore della ricerca sviluppata vi rendiamo qui disponibile un sommario in diverse lingue europee. Jako jeden z rezultatów partnerstwo projektu NetQ6 prezentuje opracowanie Nowe Kierunki w Edukacji Wczesnoszkolnej. Pełną angielską wersję znajdziesz na stronie projektu www.net6.eu. Skróconą wersję badania prezentujemy we wszystkich językach narodowych partnerów projektu Ca un rezultat al activității în cadrul proiectului, consorțiul NETQ6 a creat studiul “Noi abordări pedagogice pentru educația timpurie”. Puteți accesa varianta completă a acestui studiu, în limba Engleză, pe site-ul nostru www.net6.eu. Pentru a oferi o imagine de ansamblu, în cele ce urmează, studiul este prezentat în sumar, în diferite limbi europene. NETQ6 ortaklığı kapsamında yürütülen projenin sonuçlarından biri Erken Çocukluk Eğitiminde Pedagojik Yaklaşımlar" adlı çalışmayı sunmaktır. Çalışmanın İngilizce tam metnine projemizin web sitesinden ulaşabilirsiniz: www.net6.eu. Çalışmayla ilgili genel bir izlenim edinmeniz için size çeşitli dillerde bir özet sunuyoruz. STUDIO DI APPROCCI PEDAGOGICI PER L'EDUCAZIONE NELLA PRIMA INFANZIA ................. 5 I. RICERCHE ATTUALI NEL CAMPO DELL'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA E ISTRUZIONE PRESCOLARE ..................................................................................................................... 6 II. MODELLI ESPLICATIVI DELLO SVILUPPO INFANTILE ......................................................... 8 2.1. MODELLO ECOLOGICO................................................................................................................ 8 2.2. MODELLO DI SITUAZIONI A RISCHIO .............................................................................................. 9 III. I SEI CONCETTI CHIAVE PER L'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA ............................... 9 3.1. CURA ...................................................................................................................................... 9 3.2. NUTRIZIONE ............................................................................................................................. 9 3.3. AMBIENTE................................................................................................................................ 9 3.4. APPRENDIMENTO ...................................................................................................................... 9 3.5. SVILUPPO................................................................................................................................. 10 3.6. SUPPORTO PERMANENTE ............................................................................................................ 10 IV. SFIDE E OPPORTUNITÀ NELL'ATTUAZIONE DELLE TIC NELL'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA E DELL'ISTRUZIONE PRESCOLARE ........................................................................ 10 4.1. APPRENDIMENTO BASATO SUL GIOCO COME APPROCCIO DIDATTICO INNOVATIVO. ............................... 11 V. I RISCHI PER LO SVILUPPO DEL BAMBINO ....................................................................... 12 5.1. BAMBINI A RISCHIO NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA - LINEE D'AZIONE................................................... 13 VI. RISULTATI .................................................................................................................... 14 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI................................................................................. 16 4 STUDIO DI APPROCCI PEDAGOGICI PER L'EDUCAZIONE NELLA PRIMA INFANZIA 5 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia I. RICERCHE ATTUALI NEL CAMPO DELL'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA E ISTRUZIONE PRESCOLARE La Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia (1989) riconosce l'infanzia come un periodo unico nella vita di ogni popolo che deve essere particolarmente curato. La ricerca scientifica sottolinea l'importanza di uno sviluppo sano durante la prima età e dimostra che tutti i programmi di tipo integrato rivolti ai primi anni di vita offrono le maggiori opportunità per rafforzare la personalità dei bambini, evitando molti problemi di sviluppo e offrendo un solido background. I bambini nascono con le basi per sviluppare capacità fisiche e di comportamento sociale atto a comunicare e apprendere. Se queste basi non vengono sostenute, le suddette capacità sono destinate a inibirsi invece di fiorire. Secondo la ricerca sembra che la maggior parte dello sviluppo intellettivo avvenga prima dei 7 anni. Il primo anno di vita è il più critico. Forme di deprivazioni in questo periodo possono portare futuri problemi di sviluppo cognitivo. Durante i primi due anni di vita, infatti, avviene la maggior crescita cellulare del nostro cervello e si strutturano le principali connessioni neuronali. Questo processo è influenzato non solo dalla stato nutrizionale e di salute del bambino, ma anche dal tipo di interazione che il bambino instaura con persone e cose dell'ambiente. Molti anni di ricerca riguardante lo sviluppo del bambino possono essere riassunte nelle seguenti dichiarazioni: La mente dei neonati si sviluppa secondo modelli neuronali; L'ambiente designa le possibilità di vita e modi unici di sviluppo; Differenze e variazioni biologiche sono più frequenti di uno sviluppo normale; I bambini sviluppano secondo un misto di identità originaria e aspettative degli altri; Con lo sviluppo interiore e l'interazione con gli altri, i bambini sviluppano capacità intersoggettive; I bambini e le loro famiglie hanno bisogno di aiuto per mostrare tutto il loro potenziale Gli studi riguardanti l'attività del cervello e le zone in cui gli aspetti psicologici e di personalità possono essere identificati sono oggetto della ricerca neurobiologica. Ultimamente, i ricercatori hanno analizzato le relazioni tra resilienza ed empatia. Il medico e biologo Boris Cyrulnik (Tolone, Francia) è uno dei ricercatori che hanno lanciato il termine resilienza. I suoi studi di neurobiologia si basano sul presupposto che tutti i bambini hanno bisogno di disincentivo permanente e del contatto con gli altri. E' dimostrato che gli ormoni sessuali e della crescita sono in molti modi collegati all'empatia, alla resilienza e in generale all'interesse verso gli altri esseri umani. Ad esempio, se manca l'empatia, questi ormoni non vengono più prodotti. E' noto che 6 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia l'empatia non è una “percezione”, ma una rappresentazione degli altri nel mondo. Si tratta di una competenza che porta al decentramento del sé e che permette di concentrarsi su altre persone. L'analisi dell'empatia è il risultato di una ricerca multidisciplinare. Quindi, le carenze affettive impediscono il corretto funzionamento del cervello, compromettendo non solo lo sviluppo mentale del bambino ma anche la sua salute fisica. E' stato osservato che quando un bambino è trascurato dagli adulti intorno a lui si ha un ritardo nello sviluppo neurale anteriore. Se la trascuratezza è cronica e accompagnata ad isolamento, il lobo frontale si atrofizza. Differenti rapporti con gli adulti hanno effetti diversi sul lobo prefrontale e sul sistema limbico che regola le emozioni del bambino. Un'infanzia isolata porta a interpretare i comportamenti altrui come aggressioni. La paura dell'altro, d'altronde, tende a inibire i processi di apprendimento. Normali relazioni con adulti protettivi permettono un sereno sviluppo attraverso il gioco, ma l'eccesso d'amore può essere tanto deleterio quanto la sua assenza (fenomeni di iperprotezione materna). Circondato dal giusto sistema di affetti non soffocanti, il bambino diventa empatico. Comunque, tutti i bambini sperimentano prima o poi situazioni di deprivazione emotiva, attraverso cui imparano a reagire. Le cellule “responsabili” dell'empatia sono state scoperte di recente dall'italiano Rizoletti Si tratta dei “neuroni specchio”. Questi neuroni reagiscono prima dell'azione del bambino, alla sola vista degli stimoli esterni. Ovvero, sono neuroni che si attivano nel cervello come se si stesse compiendo l'azione che si vede. Attraverso questi neuroni riusciamo quindi ad interpretare il comportamento altrui. I bambini abbandonati non traducono i segnali preverbali e non sono in grado di rispondere, possono ad esempio reagire ad un sorriso con la paura. La maggior parte degli studi sottolineano il ruolo della famiglia, con particolare attenzione alla genitorialità, nello sviluppo psicologico e sociale del bambino. Al contempo, gli studi sottolineano il ruolo degli altri adulti nella vita dei bambini, a cominciare dai professionisti a cui i bambini vengono affidati per finalità di cura ed educazione. Gli ultimi decenni sono caratterizzati dalla diminuzione del tempo che il bambino passa con i genitori o in generale in famiglia al pari dell'aumento del tempo trascorso in centri specializzati. Diventa una questione importante indagare gli effetti della separazione dei bambini dalle loro famiglie e, soprattutto, come risolvere gli effetti negativi che possono verificarsi. Gli studi analizzano in particolari gli aspetti di cura che questi centri devono avere e il tipo di relazione che si deve instaurare tra i professionisti, i genitori e il bambino. Gli olandesi Graaff e Van Keulen (2008) hanno condotto un'indagine sulla collaborazione tra genitori e figure professionali. Ciò che emerge principalmente è l'importanza del supporto reciproco e della comunione di intenti, che si declina secondo tre tipi di obiettivi:Pedagogici, Organizzativi e Democratici. L'educazione familiare gioca un ruolo fondamentale nella socializzazione (ovvero competenze sociali) e nella personalizzazione (cioè la costruzione dell'immagine di sé , l'identità personale) del bambino. Si parla in tal senso di 7 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia costruzione dell'autostima, seguendo la distinzione in quattro componenti di Duclos Germain: senso di fiducia; conoscenza di sé; sentimento di appartenenza; sentimento di competenza. Un buon educatore può essere considerato una persona che permette a un bambino di essere indipendente e di sviluppare la propria strada, al fine di scoprire nuovi spazi, il piacere di lavorare, e di inserire la propria personalità nel quadro della vita sociale di tutti i giorni. Questo tipo di distacco funzionale non esclude l'affetto e il sostegno ma porta ad un nuovo tipo di rapporto – indipendente ed articolato - che implica differenze e aspetti comuni. II. MODELLI ESPLICATIVI DELLO SVILUPPO INFANTILE Ci sono due modelli esplicativi generali di sviluppo del bambino, che lo spiegano attraverso due diverse visioni del ruolo dei fattori chiave per l'educazione e cura dell'infanzia e per l'istruzione prescolare. A. Modello ecologico B. Modello di situazione a rischio 2.1. Modello ecologico Presenta l'individuo come risultato di un complesso sistema di interazioni, in cui troveremo: la famiglia, le istituzioni come supporto/sostituto della famiglia e le relazioni offerte dalla comunità: comunicazione, scambio di esperienze e di spazi ricreativi per tutta la famiglia. Il teorizzatore del modello ecologico, Urie Bronfenbrenner, introduce l'idea di una famiglia come sistema le cui interazioni possono spiegare lo stress e i rischi nello sviluppo dei bambini. Secondo questo modello l'ambiente in cui una persona si sviluppa è una realtà ben più complessa di quanto non sia stato ipotizzato prima. 8 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia 2.2. Modello di situazioni a rischio Questo modello di sviluppo è stato elaborato da J. Evans che ha fissato i principi generali per i programmi educativi per la prima infanzia: A. Principi sociali accettati (determinati dalle politiche educative internazionali); B. Principi che avvantaggiano lo sviluppo e l'apprendimento congrui all'età (determinati da studi scientifici e ricerche sull'infanzia); C. Principi operativi generali (determinati da tutti i tipi di programmi educativi). Questo modello centralizza la necessità di sostegno delle famiglie più vulnerabili. Se le risorse educative sono limitate, i bambini a rischio devono essere inclusi con alta priorità nei programmi educativi. III. I SEI CONCETTI CHIAVE PER L'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA 3.1. Cura La cura è definita come un processo che arricchisce l'ambiente e che è di supporto allo sviluppo ottimale di un bambino. Il concetto di cura è parte della cultura, incluso quello che un adulto offre alla vita del bambino. 3.2. Nutrizione Non si riferisce solo al “cibo” ma al modo di nutrire un bambino secondo parametri qualitativi che gli studi provano influire, in positivo o in negativo, tutto il futuro sviluppo fisico e cognitivo del bambino stesso. 3.3. Ambiente Vivere in un ambiente sano e protetto è tra i principali diritti per l'infanzia. In termini educativi questo si declina anche negli aspetti di ricchezza di stimoli di apprendimento e di spazi di socialità. 3.4. Apprendimento L'acquisizione di saperi, abilità e valori costruiti attraverso le esperienze, la riflessione e lo studio (Myer, 1995). L'apprendimento è influenzato dalla qualità delle cure che il bambino riceve. 9 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia 3.5. Sviluppo Uno sviluppo sano e olistico rappresenta null'altro dei diritti fondamentali del bambino. Durante tutta la fase di sviluppo, dalla nascita alla piena adolescenza, il bambino vive processi dinamici in continua interazione con la famiglia e altre persone che si prendono cura di lui in un ambiente amichevole. 3.6. Supporto permanente In quanto membro effettivo della sua famiglia e della sua comunità, il bambino necessità di essere supportato nelle fasi di crescita al fine di garantirgli la sopravvivenza e l'inserimento adulto nella comunità stessa. IV. SFIDE E OPPORTUNITÀ NELL'ATTUAZIONE DELLE TIC NELL'EDUCAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA E DELL'ISTRUZIONE PRESCOLARE Nella cura ed educazione alla prima infanzia (0-3 anni): Opportunità Sfide L'infrastruttura è già assicurata negli istituti Costi delle risorse manutenzione educative e di L'esistenza di centri specializzati organizzati Necessità di formazione per il personale all'interno di scuole, utilizzati dagli didattico insegnanti per informare sulle risorse tecnologiche Esistenza di centri specializzati per i genitori I bambini non possono apprezzare il tempo che trascorrono con la tecnologia L'uso di una grande varietà di strumenti per Le minacce per la salute dei bambini in caso di uso eccessivo della tecnologia stimolare i bambini I bambini rispondono rapidamente agli Le differenze culturali e sociali possono determinare reticenza nell'uso della stimoli tecnologia, sia da parte dei genitori che dei bambini. I bambini imparano velocemente come utilizzare la tecnologia moderna L'ampia offerta di risorse già esistenti (software didattici, film, cartoni animati, giochi educativi) 10 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia Nell'educazione prescolare (3-6 anni) Opportunità Sfide L'infrastruttura è già assicurata negli istituti Costi delle risorse manutenzione educative e di L'esistenza di centri specializzati organizzati Formazione specialistica per il personale all'interno di scuole, utilizzati dagli docente insegnanti per informare sulle risorse tecnologiche Esistenza di centri specializzati per i genitori Gestione del tempo della famiglia dal punto di vista dei genitori e dei bambini; Organizzare corsi per informare i bambini Il rischio di isolamento; i bambini possono circa l'uso giudizioso del computer farsi prendere dal nuovo mondo e abbandonare le interazioni faccia a faccia. Organizzare spazi comuni in cui i bambini Modificare la relazione comunicativa con Il rischio di reagire possono utilizzare i computer stando nello l'educatore. esclusivamente agli stimoli del computer, stesse tempo in comunità. divenendo passivi verso gli elementi di comunicazione verbale, non verbale e paraverbale. Atteggiamento egocentrico Stimolare pensiero logico, immaginazione e Disadattamento alla vera vita sociale può creatività; sviluppare disturbi agli occhi e alla colonna vertebrale Continui stimoli di feedback; Sviluppare e consolidare le capacità di indagine scientifica; Aumentare la l'apprendimento motivazione Cattiva condotta causata dal desiderio di possedere diversi strumenti per Aumentare l'efficienza Stimolare innovative capacità di apprendimento. 4.1. Apprendimento basato sul gioco come approccio didattico innovativo. Partendo dai giochi tradizionali, così come sono intesi, anche i giochi digitali possono dare il loro contributo alla formazione dei bambini. Quando il gioco viene utilizzato in educazione, acquisisce importanti funzioni psico-pedagogiche, garantendo una partecipazione attiva dei bambini nel processo di apprendimento. Il Game Based Learning ( GBL) è un approccio innovativo. Una serie di motivi sono stati espressi a favore dei giochi digitali come strumenti di apprendimento, il più noto dei quali è che essi possono migliorare la motivazione degli studenti verso 11 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia l'apprendimento grazie alla loro capacità di coinvolgere. In effetti, i giochi digitali possono fornire esperienze stimolanti che promuovono l'intrinseca soddisfazione dei giocatori, tenendoli impegnati e motivati. Nei giochi, la sfida di solito aumenta col progredire del gioco stesso, quindi i giocatori hanno bisogno di migliorare le loro abilità e imparare nuove strategie fino alla fine del gioco. Un'altra caratteristica di giochi digitali è quella di fornire brevi cicli di feedback. Questo permette ai giocatori di esplorare l'ambiente di gioco liberamente, provare le loro ipotesi, apprendere per tentativi ed errori. Questa caratteristica è in linea con le esigenze didattiche di fornire risposte rapide e continue ai successi e insuccessi dei discenti. I giochi digitali rappresentano un buon mezzo per promuovere l'apprendimento attivo e migliorare le abilità di problem solving degli studenti. V. I RISCHI PER LO SVILUPPO DEL BAMBINO Il concetto di rischio sviluppa una nuova dimensione nella comprensione dei bambini a rischio. Si riferisce a questioni di conoscenza, prevenzione, sostegno quando è necessario, che possono aumentare le possibilità di adattamento sociale e di integrazione . Evans (1998) indica tre gruppi di rischio: 1. Rischi stabiliti, determinati dal corredo genetico con cui quei bambini sono nati. Ci si riferisce alle disabilità di ogni tipo. 2. Rischi biologici, dovuti a problemi fisici alla nascita che possono però essere curati, o comunque trattati nel tempo in modo da raggiungere un normale sviluppo. 3. Rischi determinati dall'ambiente. Questa tipologia si riferisce a rischi dovuti alla crescita in un ambiente poco favorevole, soprattutto per le piccole età, quando le influenze esterne sono essenziali per la formazione della personalità. Tutti i tre gruppi citati devono essere sostenuti nell'ambito di un programma di educazione per l'infanzia. Non solo attraverso servizi e strutture speciali, ma anche attraverso un approccio pedagogico che metta l'accento sul valore delle differenze e utilizzi l'ambiente inmodo efficace per la creazione di relazioni educative. La preoccupazione principale dell'educazione per l'infanzia dovrebbe essere quella di migliorare la qualità della vita dei bambini con bisogni educativi speciali. Tutti i bambini hanno il diritto di partecipare, di essere inclusi nelle attività della vita quotidiana. Quando i bambini hanno esigenze particolari, il problema di sostenere la loro inclusione in un ambiente in cui crescere insieme a tutti gli altri e non 12 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia separatamente si trasforma in una questione di primaria importanza. 5.1. Bambini a rischio nella scuola dell'infanzia - linee d'azione E' importante che la direzione dell'insegnamento sia data da politiche pubbliche ad ampio raggio, sia per le basi concettuali che per le azioni. Si sottolinea l'importanza della comprensione del ruolo di strategie di insegnamento appropriate nel risolvere molte problematiche dello sviluppo. Per questo, gli spazi educativi devono seguire criteri razionali ed essere efficaci nell'offerta di stimoli per lo sviluppo; al pari, le azioni educative devono essere guidate da progetti condivisi che rispettano le caratteristiche individuali di ogni bambino. Uno dei punti più critici è trovare un metodo di registrazione e valutazione dei passi evolutivi dei bambini. Questo tema diventa particolarmente delicato legato all'identificazione precoce di bambini a rischio; le ricerche scientifiche sull'infanzia ci forniscono alcuni parametri e strumenti applicabili, con la dovuta accortezza, anche dagli educatori e dai genitori. Alcuni disturbi sono particolarmente difficili da identificare nei primi due anni di vita, quando i comportamenti osservabili sono poco chiari. Test diagnostici specifici per questo periodo sono spesso costosi e non applicabili dagli educatori ma da personale medico. E' quindi fondamentale l'informazione per i genitori e gli educatori verso quei segnali che possono spingere alla richiesta di un più accurato esame medico. Esistono ad esempio specifiche “tabelle” che associano comportamenti dei bambini con possibili problematiche riguardanti le aree percettive e/o cognitive (vista, udito, comprensione...). Bruder (1997) suggerisce di utilizzare un inventario ambientale che includa le sequenze di azioni necessarie a tutti i bambini per operare in quell'ambiente. Le informazioni raccolte sono utilizzate per concentrare l'intervento su abilità funzionali di diversi domini di sviluppo. Dopo il riconoscimento di una possibilità di rischio, la valutazione della presenza effettiva di un disturbo è comunque competenza di specialisti. La valutazione precoce è condizione necessaria per un intervento adeguato. Prima il problema è identificato e più è efficacie l'intervento stesso. Il bambino con bisogni educativi speciali, una volta individuato, non deve uscire dal normale percorso dei suoi coetanei: gli istituti dove avviene integrazione risultano più efficaci per l'intervento. Va però considerato che la presenza di più bambini con bisogni speciali in un unico contesto può richiedere maggiori competenze agli insegnanti che quindi necessitano a loro volta di qualche forma di sostegno, sia nella come formazione continua che come momenti di supervisione e condivisione delle difficoltà incontrate. 13 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia Pedagogisti e psicopedagogisti possono affiancare insegnanti, genitori e medici nella strutturazione del percorso educativo più consono per il bambino con bisogni speciali e sostenere gli adulti stessi nella creazione e gestione di una positiva alleanza tra le varie figure di riferimento. Alcuni spunti provenienti dal mondo dell'educazione speciale: trattare sempre il bambino come persona, mai confondere le sue caratteristiche svantaggianti con il bambino stesso. Incoraggiare sempre l'integrazione del bambino coi pari. Incoraggiare sempre il bambino ad esplorare e a sperimentare, valorizzando anche il più piccolo successo o il semplice atto di provarci. Trasmettere ai genitori e altre figure di riferimento il valore dei successi del bambino. Avere aspettative realistiche, calibrare le richieste sulle effettive possibilità del bambino, progettare a partire dal bambino reale percorsi che seguano i tempi del bambino reale. Incoraggiare autonomia decisionale e di soluzione dei problemi. VI. Risultati I dati raccolti hanno permesso la costruzione di un database di nuovi approcci pedagogici nelle otto regioni del progetto (Germania, Italia, Irlanda del nord, Polonia, Romania, Spagna, Regno Unito, Turchia). 14 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia I partner hanno inviato un totale di 23 esempi di buone pratiche. Di questi, 8 progetti riguardano la fascia di età 0-3, 6 per la fascia 3-6 e gli altri 10 riguardano più o meno tutto il periodo dell'infanzia. Con i bambini a rischio questi programmi tendono ad essere attivati prima e più a lungo. La preoccupazione generale per i bambini a rischio è testimoniata dal numero di iniziative, programmi e progetti dedicati specificatamente a questa tematica. Alcuni degli esempi presentati sono dedicati a bambini con diverse tipologie e livelli di disabilità, debolezze, deficit di sviluppo. Altri sono esempi innovativi indirizzati ad ogni bambino, quindi a chiara strategia di integrazione. Inoltre, ci sono progetti centrati sulla promozione delle relazioni sociali, del rispetto e dell'empatia, del supporto alle famiglie. Risulta ancora una volta che quando parliamo di educazione, ci si concentra principalmente sulla fascia 3-6 anni. Qui le componenti educative sono più organizzate, la comunicazione con i bambini più semplice e le risorse necessarie (materiali, infrastrutture, umane, economiche) sono minori rispetto alla fascia 0-3. In accordo all'impianto teorico presentato in questo documento (#3.2) viene data sempre più importanza al problema del riconoscimento delle dimensioni intellettuale, emotiva, fisica e culturale nello sviluppo dei bambini. L'innovazione è sottolineata dal crescere di approcci basati sulle relazioni tra genitori e educatori, nonché dai metodi educativi basati su risorse moderne e di qualità. I servizi educativi che vengono presentati negli esempi dei partner concordano con i tre paradigmi (Economico e politico, sociale e culturale, diritti umani) discussi da Martin Woodhead (2006) a proposito del cambio di prospettiva verso l'infanzia. Il seguente decalogo è stato costruito a partire dai contributi dei partner. In qualsiasi momento può essere arricchito di nuove esperienze, infatti è inteso per rimanere aperto poiché le innovazioni sono ovviamente in continuo divenire. Il decalogo rispetta i principi della Dichiarazione di Salamanca sui diritti dei bambini. I) Tutte le persone coinvolte (genitori, educatori, professionisti della formazione, responsabili del governo) devono essere consapevoli della necessità di innovazione e di formazione al fine di garantire il benessere dei bambini e il loro sviluppo armonioso. II) Ogni bambino è unico e non ripetibile, l'atto educativo deve essere organizzato in accordo con queste caratteristiche che si tradurrà in apprendimento individualizzato. III) Cura e sviluppo sono diritti fondamentali dei bambini, questi devono essere garantiti congiuntamente dalle istituzioni, la famiglia e la comunità; IV) Preparare i futuri genitori ad essere genitori: apprendimento bidirezionale. 15 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia V) La diversificazione dei servizi di cura e di apprendimento deve determinare un atto educativo di qualità e per tutti i bambini. VI) Le risorse umane devono essere motivate, competenti, responsabili e qualificate. VII) In accordo con lo sviluppo dei bambini, un nuovo approccio pedagogico deve facilitare la comprensione dalla parte al tutto (Caleidoscopio). VIII) Diversità di approccio educativo e strategia individualizzata in armonioso e complesso sviluppo dei bambini. IX) Integrazione e inclusione come priorità per i gruppi svantaggiati. X) Valorizzare al massimo tutte le opportunità offerte dall'ambiente in cui il bambino vive e cresce. CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI L'attuale studio presenta un quadro teorico sui nuovi approcci pedagogici all'educazione della prima infanzia e anche approcci pratici e integrativi diffusi nella zona europea, con una particolare attenzione al consorzio NetQ6. Durante l'intero studio sono state seguite le idee di base che devono presiedere all'educazione della prima infanzia: - Il bambino è unico. - Cura e protezione non possono essere separate dall'educazione. - L'educazione è per tutti. - Ciascun bambino deve avere le stesse opportunità di crescita al massimo del suo potenziale. - la traiettoria specifica per l'educazione della prima infanzia è: Gioco → apprendimento → crescita. L'approccio pedagogico deve essere visto come prospettiva generale usata per pianificare e implementare una o più strategie didattiche, che non sono escludono a vicenda. È possibile parlare di un “approccio” quando c'è un corpo di saperi e valori, collettivamente accettati e trasmessi, concernenti la cura e l'educazione dei bambini, come in ogni società tradizionale (B. Malinowski 1928, M. Mead, 1929). Le raccomandazioni e i suggerimenti metodologici sono collegati da quattro idee-ancora per l'innovazione nell'educazione della prima infanzia: I. Triade scuola-famiglia-comunità II. Educazione/Istruzione 16 Studio di approcci pedagogici per l'educazione nella prima infanzia III. Progettazione educativa IV. Nuove tecnologie Nell'educazione per la prima infanzia è necessario mantenere la cura e la stimolazione, riadattando costantemente i canali comunicativi con i bambini e i metodi e le risorse didattiche; sostenere un autentico collegamento con la famiglia; avere la possibilità di ascoltare i bambini e le loro necessità; creare appropriati strumenti di valutazione per identificare il potenziale di ogni bambino e guidarlo verso il suo percorso di sviluppo ottimale. 17 NETWORK FOR THE QUALITY IN EARLY CHILDHOOD EDUCATION FROM 0-6 YEARS http://www.netq6.org/ This project has been funded with support from the European Commission. This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.