Tema FEBBRAIO: Il diritto all`uso delle mani

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Tema FEBBRAIO: Il diritto all`uso delle mani
Cari Genitori,
questo mese parliamo del Diritto dei bambini all’uso delle mani. Nell’avvicinarmi a questo tema, mi sono
resa conto di quante poesie, frasi, filastrocche, canzoni, modi di dire celebrino le mani e le infinite
esperienze che con esse si possono realizzare. Una tale attenzione forse attinge anche dal fatto che i
bambini conoscono la realtà attraverso le mani sin dalla nascita: il riflesso di prensione (“grasping”) che si
osserva nei neonati si manifesta come un aggrappamento senza flessione del pollice in seguito alla
stimolazione del palmo, come un’innata propensione a “toccare con mano” le cose del mondo. Se poi
consideriamo che la mano occupa nella nostra corteccia cerebrale un’area molto estesa, possiamo
immaginare quanto possa essere stretto il legame tra la possibilità di vivere esperienze tattili e sensoriali e
lo sviluppo dei bambini.
Manuela Forte
Psicopedagogista del Servizio
5. IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere
un fuoco
SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE CITTA’ DEL SOLE O.N.L.U.S. via delle Canovine 46 24126 Bergamo
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Fax: 035 5098745
e.mail: [email protected] C.F. e P.IVA: 02171880160 Trib. Reg. Soc. 43610 Vol. 42659 C.C.I.A.A. Bg 268856
n. iscrizione albo nazionale cooperative a mutualità prevalente A118469 / n. iscrizione albo regionale delle cooperative sociali A122
La tendenza del mercato è quella di offrire tutto preconfezionato. L'industria sforna ogni giorno miliardi di
oggetti "usa e getta", che non possono essere riparati. Nel mondo infantile i giocattoli industriali sono
talmente perfetti e finiti che non necessitano dell'apporto creativo della manualità del bambino o della
bambina. Oggi, poi, anziché i calcio-balilla, nelle sale giochi o nei circoli ricreativi, ci si abitua al video-gioco.
E nel contempo mancano le occasioni per sviluppare le abilità manuali ed in particolare la manualità fine.
Non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare,
incollare... anche perché è difficile incontrare adulti che vanno in ferramenta a comprare i regali ai propri
figli. Quello dell'uso delle mani è uno dei diritti più disattesi nella nostra società post-industriale e rischiamo
di avere bambini e bambine capaci di stare ore davanti ad un computer, ma incapaci di usare un martello o
un paio di pinze.
Gianfranco Zavalloni
Il diritto all'uso delle mani: ci sono abilità che non vengono stimolate e trasmesse, abilità che scompaiono. I
giochi per i bimbi sono perfetti in sé: soffrono per un loro intervento, che può solo guastarli, romperli. A
chiedere l'intervento sono solo i videogiochi, sempre più e sempre più precocemente diffusi. Sviluppano
un’abilità monodirezionale, specializzata. Zavalloni suggerisce di andare in ferramenta a comprare i regali
per i propri figli, che imparino a piantar chiodi, segare, scartavetrare, incollare. Mia figlia, molto abile
nell'uso delle mani, associa sua figlia (per questo una nipote è figlia due volte) nella realizzazione di
allestimenti per feste od oggetti. Mi sembra uno dei modi più belli ed intensi (anche per quel che ricordo e
pur non essendo io affatto abile) di stare assieme.
Daniele Lugli, Presidente onorario del Movimento Nonviolento
Quando si parla di mani a me ne vengono in mente solo due. Quelle di mio papà. Sono cresciuta con un
papà con le mani più o meno a metà. Le sue mani hanno sempre destato interesse, pur in una terra dove
quelli della sua età con tutte le dita delle mani sono pochi. Ho spesso usato le sue mani come paragone,
come grande metafora. Sono mani che hanno cominciato a lavorare a 13 anni e ancora sono lì che
lavorano. Sono mani che hanno lasciato pezzi, si sono distrutte di lavoro. Sono mani che raccontano delle
storie, anche brutte, di giovani uomini che lavoravano il legno e che un tempo perdevano le dita. Oggi per
fortuna il rischio è minore, ciò non toglie che le mani di mio papà hanno una loro bellezza arcaica.
Trasudano legno. Per me sono le mani vere, le mie sono fasulle, quelle degli impiegati anche, quelle di mio
marito che prendo sempre in giro perché appena prende in mano un "attrezzo" che non sia il mouse, si
distruggono. Per me, quelle di mio papà sono quelle che accolgono il mondo.
A nessuno naturalmente auguro di perdere dita! Ma di farsi ispessire le mani sì!! E questo auguro ai miei
gnomi... Gnomo Uno ha fatto Judo a quattro anni, perché temeva l'incontro-scontro fisico con i suoi amici.
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Il Judo, con le sue regole, l'ha sbloccato, ha cominciato ad alzare le mani, a toccare senza timore le persone.
E da lì alla lotta libera a tre (lui, Gnomo Due e papà) il passo è stato breve e liberatorio. Ogni sera mezz'ora
di “assaltone”, fisicità allo stato puro.
Perché a me sembra che ai bambini oggi manchi anche questo: il contatto fisico l'uno dell'altro, che inizia
proprio dalle mani. Mancano i giochi di contatto, mancano i gruppi di bambini con cui giocare e se non
incanalata poi questa esigenza sfocia nella paura (come nel caso di Gnomo Uno) e nella mancanza di
controllo (bambini che picchiano senza sosta).
Coltivare la manualità, per "ispessire" le mani e i pensieri. Coltivare la fisicità per affrontare il mondo e gli
altri con cuor di leone (quante volte avrei voluto abbracciare e non l'ho fatto per codardia!).
Appoggiare le mani sul mondo per ricominciare a vivere dalla terra: sporcarle, farsi le unghie nere, farle
diventare rosse per il freddo (hanno ragione, coi guanti tante cose non si riescono a fare!), usarle per
cadere. Un giorno un ortopedico mi ha detto che i bambini non sanno più cadere, come cadono si rompono
perché non sono caduti abbastanza nella loro vita e le mani non sanno come metterle. E questo fa
pensare...
Una mamma, da www.mammainverde.blogspot.com
"Il pollice cade nell'acqua, l'indice lo tira su, il medio lo asciuga, l'anulare gli fa la pappa e il mignolo la
mangia tutta!"
Ecco una delle filastrocche più conosciute da fare con il tuo bambino. Per lui è un gioco molto divertente,
ma in realtà è molto più di un gioco! Con questo tipo di esercizi, senza saperlo, i genitori allenano da
tantissimo tempo la lingua e l’intelligenza del loro bambino. Alcuni scienziati hanno infatti scoperto che lo
sviluppo del patrimonio linguistico dei piccoli inizia quando la mobilità fine delle dita ha raggiunto un
sufficiente livello di sviluppo. I centri di controllo della destrezza con le dita e quelli della lingua nel cervello
sono molto vicini e intimamente collegati. Fare giochi con le dita dunque è molto importante: i genitori che
lo fanno regolarmente accelerano lo sviluppo del centro linguistico di circa due mesi e mezzo.
Con questo tipo di esercizi, senza saperlo, i genitori allenano da tantissimo tempo la lingua e l’intelligenza
del loro bambino.
Anche la sensazione ricevuta attraverso le estremità delle dita gioca un ruolo importante nello sviluppo
dell’intelligenza. La prova? I piccoli imparano più velocemente i nomi delle cose se riescono ad afferrare
l’oggetto con le mani rispetto a quando lo vedono e basta. Anche noi adulti lo conosciamo questo impulso a
conoscere con le mani: ci “prudono le dita” quando siamo interessati a qualcosa e vogliamo afferrarlo. E poi
non ci stanchiamo mai di toccare, tirare, accarezzare e impastare.
Ogni volta che tu e il tuo piccolo ne avete voglia, fai fare alle sue manine un viaggio alla scoperta del
Da www.nostrofiglio.it
mondo.
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