La cooperazione trasforma la `villa della mafia - Legacoop

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La cooperazione trasforma la `villa della mafia - Legacoop
Anno XXIII - N. 30 - 27 luglio 2012
Primo piano
La cooperazione trasforma la ‘villa della mafia’
in un centro aggregativo per tutto il paese
Intanto il mondo Legacoop continua a sostenere le imprese di Libera Terra contro le intimidazioni
Legacoop
a pagina 2-3
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
leggi
Spending review
Servizi culturali;
aprire ai privati significa più risparmio
Ancpl
Terremoto; patto
per la ricostruzione
di qualità
Veneto
Insediato Comitato di
gestione Distretto di
pesca Nord Adriatico
Coop Adriatica
Certificazione Emas
all’Ipercoop
“Città delle Stelle”
Osservatorio SWG
Crisi: un’estate
all’insegna
dello sconforto
«Occorre assolutamente
salvaguardare tutto quello
che c’è di positivo nella
spending review. A tal proposito, l’articolo 4 porterebbe a un’apertura del
servizi del settore culturale
ai soggetti privati. ‘Depubblicizzare’ la gestione di
questi servizi determinerebbe certamente maggiore
efficienza, contenimento dei
costi e creazione di nuova
occupazione. È sempre più
necessario operare attraverso politiche ....
Un patto per una ricostruzione rapida e di qualità
delle aree colpite dal sisma,
un patto per dare risposte a
tutti i cittadini colpiti dall’evento dello scorso maggio con l’offerta di
prestazioni a prezzi controllati, un patto che mira, attraverso la ricostruzione, a
preservare il valore, la coesione sociale e l’identità dei
luoghi colpiti dal sisma.
Sono alcuni degli obiettivi
del “Patto per le popolazioni
colpite dal sisma”,...
Si è insediato giovedì 26
luglio il Comitato di gestione del Distretto di
pesca Nord Adriatico, l’organismo che governerà il
distretto per la gestione
condivisa e concertata del
settore ittico fra Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto che è stato
istituito lo scorso 23 febbraio con decreto ministeriale. La cerimonia si è
tenuta a Chioggia presso
la sede dell’ASPO con inizio alle ore 10.00....
L’ipercoop Città delle Stelle
di Coop Adriatica si conferma l’unico punto vendita
della grande distribuzione
in Italia con il bollino “verde”
Emas. Anche nel 2012, infatti, per il settimo anno
consecutivo, il negozio ha
ottenuto il rinnovo della certificazione europea che ne
attesta l’eccellenza e i continui miglioramenti sotto il
profilo ambientale. La registrazione Emas 2012 è
stata assegnata al punto
vendita grazie al...
Portafogli sempre più vuoti
e disponibilità finanziaria in
calo: questi i presupposti
con cui gli italiani affrontano
il periodo estivo. E quando
pensano al futuro la paura
e il pessimismo aumentano.
Quest’anno, nelle valigie per
le vacanze, gli italiani metteranno un bel po’ di pessimismo. Il bilancio familiare
degli ultimi dodici mesi
parla chiaro: potere d’acquisto molto diminuito e situazione
economica
decisamente peggiorata.
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 26 luglio 2012 alle ore 12,00
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
Fax 06-844.39.402
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Massimo Tognoni
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
Primo piano
Un centro aggregativo per tutti
nell’ex villa della mafia
2
Il presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti: "È una vittoria della comunità”
Palloncini colorati liberati nel cielo da trenta
bambini di Altavilla. Sono stati loro, infatti, i
primi ad entrare nel nuovo centro aggregativo
del paese inaugurato nell'ex villa dell'imprenditore affiliato alla famiglia mafiosa di Bagheria, Salvatore Geraci. Un paradiso - bunker,
costruito senza alcuna logica ambientale, sul
mare, in mezzo alle rocce di uno tra gli angoli
più suggestivi della costa palermitana. Trecento metri quadri su tre piani circondati da
una lunga muraglia (con casotto per la sorveglianza armata), sovrapposti, a tratti, nella
roccia naturale usata, in spregio a qualsiasi
regola, anche come ornamento per la vasca
idromassaggio o come cornice naturale di
una piscina panoramica.
Dopo la morte dell'imprenditore ucciso per
una faida interna all'organizzazione mafiosa
RACCOLTA FONDI
A fianco di Libera Terra, contro le intimidazioni
Prosegue la campagna di raccolta fondi straordinaria lanciata dalle
imprese cooperative di Legacoop e di Cooperare con Libera Terra, il
network nato per sostenere il progetto Libera Terra, a favore delle
cooperative colpite dai vili attentati incendiari che hanno devastato in
queste ultime settimane più di 2.000 piante di agrumi e 100 ulivi
della cooperativa Beppe Montana Libera Terra nel catanese, 7 ettari
di grano e 1.500 piante di pomodoro della cooperativa Terre di Puglia Libera Terra nel brindisino e 35 ettari di uliveti secolari, con danni
a circa 4.000 ulivi. Il danno complessivo, senza tener conto del mancato reddito dei prossimi 4 anni causato dalle colture danneggiate, è
stimato in oltre 500mila euro.
“Risulta evidente il tentativo, da parte delle mafie, di rendere il più difficile possibile e di arrestare il processo di crescita e sviluppo delle
cooperative di Libera Terra che stanno dando lavoro a oltre 150 famiglie e stanno raggiungendo importanti livelli di qualità produttiva e
aziendale - sottolinea Gianpiero Calzolari, presidente di Cooperare
con Libera Terra – Abbiamo sempre predicato la normalità e la quotidianità del nostro agire e del nostro sostenere con discrezione ma
convintamente e con continuità Libera e i giovani cooperatori di Libera Terra, ma di fronte ad atti straordinari come quelli accaduti in
queste settimane occorre uno sforzo straordinario della nostra rete e
del movimento cooperativo tutto come risposta netta e ferma ad un
tentativo di aggressione delle mafie. Noi ci siamo.”
Secondo il Presidente di Legacoop Giuliano Poletti: “Serve
grande attenzione per quanto accaduto, senza sottovalutare nessun aspetto e cercando in ogni maniera di essere ancora più vicini alle cooperative colpite dagli attentati. I percorsi che si stanno
costruendo con Libera Terra ci dicono che il cambiamento è possibile, che la legalità conviene. E questo percorso non sarà fermato. Legacoop c’è perché la battaglia della legalità è la nostra
battaglia per affermare ogni giorno diritti, lavoro, tutela del fare
impresa in modo onesto e leale”.
Le risorse economiche raccolte tra i cooperatori e le cooperative di
Legacoop saranno destinate a sostenere investimenti sul know how
e ai costi dei re-impianti delle colture, cercando di assicurare la continuità aziendale delle cooperative di Libera Terra colpite da questi vili
attentati. In particolare le risorse saranno destinate a garantire supporto tecnico aggiuntivo per il ripristino degli impianti dati alle fiamme,
in particolare sugli uliveti e agrumeti e supporto nell’acquisto di sementi di grano, piante di pomodoro, ulivi e agrumi, sistemi di irrigazione e di videosorveglianza.
La donazione potrà essere effettuata sul conto corrente bancario intestato a: Agenzia Cooperare con Libera Terra – Agenzia per la promozione cooperativa e della legalità. UNIPOL BANCA - Codice IBAN
IT 03 V 0312702403000000003566 con causale “Raccolta fondi
straordinaria”.
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Primo piano
Legacoop
Settori
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Primo piano
INTERVENTO
3
nel 2004 e il sequestro del bene da parte
dello Stato, la villa, come accade sempre in
questi casi, è stata saccheggiata e vandalizzata fino all'inizio di quest'anno quando è
stata assegnata al Consorzio Ulisse che ha
iniziato un attento lavoro di recupero, aiutata
dalle due maggiori centrali cooperative: Legacoop e Confcooperative.
"Oggi questo bene - ha detto Davide Ganci,
presidente del Consorzio Ulisse - viene ufficialmente restituito al territorio ed alla collettività. Per tutta l'estate, nelle terrazze esterne,
verranno organizzate iniziative artistiche e culturali. In futuro, dentro la villa, sorgerà invece
un ostello della gioventù per fare incontrare
giovani di tutto il mondo".
Dieci stanze, sale comuni, marmi e parquet
pregiati, discesa privata al mare e ad una
splendida grotta naturale, la villa che dal 21
luglio porta il nome significativo di "Cambio
Rotta", potrà ospitare fino a trenta posti letto.
"Si parla tanto di questi tempi, dell'ipotesi di
vendere i beni confiscati – ha sottolineato il
presidente nazionale di Legacoop Giuliano
Poletti – Questo posto è la dimostrazione di
quanto sia pericolosa e sbagliata questa
strada. È forse ragionevole che qualcuno
possa appropriarsi di questo mare?". "Se
questo bene fosse venduto - ha aggiunto Poletti - questa comunità sarebbe più povera
Continua>>
“Beni confiscati: acceleriamo su Albo e Agenzia”
di Bruno Busacca, responsabile relazioni istituzionali di Legacoop
A partire dalla legge Rognoni – La Torre, il sequestro e la confisca dei beni appartenenti ai
mafiosi hanno rappresentato due strumenti
fondamentali per il successo della lotta alla
criminalità organizzata. Sempre più estesamente applicate nel corso degli anni, ed
anche migliorate in relazione alle esperienze
maturate, quelle disposizioni hanno infatti
consentito di sottrarre al giro dell'economia
criminale patrimoni e risorse imponenti, contribuendo a scuotere duramente il prestigio e
l'influenza delle varie mafie nell'ambito delle
comunità di riferimento.
Perché il successo possa essere pieno, occorre tuttavia non solo confiscare e sequestrare i beni. Bisogna anche riuscire a
reimpiegarli per attività legali, in modo da arricchire il tessuto produttivo sano dei territori
in cui sono localizzati, favorendo la crescita di
imprenditoria e di occupazione regolari. I dati
disponibili sulle procedure di assegnazione
dei beni sequestrato e confiscati - soprattutto
quelli relativi alle imprese - evidenziano tempi
eccessivamente lunghi, che portano spesso
al deperimento dei beni o al fallimento delle
imprese prima che essi siano effettivamente
recuperati al circuito dell’economia legale.
Questo rappresenta una sconfitta per tutti: per
lo Stato perché così si rischia di indebolire il
consenso sociale verso l'azione repressiva;
per la società perché vengono sprecate dotazioni patrimoniali spesso importanti, e con
esse occasioni di lavoro e di crescita. E, dunPrimo piano
Legacoop
que, il miglioramento delle procedure per il
reimpiego per finalità legali e di sviluppo dei
beni confiscati è una sfida da vincere assolutamente. Una sfida che coinvolge la responsabilità e richiede l'impegno di tutti: organi
dello Stato, forze sociali, imprenditoria.
Legacoop ha avuto l'opportunità, negli ultimi
anni, di sviluppare una esperienza importante
nell'assistenza alle cooperative sociali assegnatarie di terreni confiscati alla mafia.
Un'esperienza che ha messo in luce quanto
sia stato importante, ai fini del successo di
quelle iniziative, poter affiancare all'entusiasmo, alla determinazione civile, al coraggio di
quei giovani, la rete di servizi e di imprese del
movimento cooperativo organizzato: da Coopfond per il primo sostegno finanziario, alla
cooperazione agricola per l'assistenza tecnica, alla grande distribuzione cooperativa per
dare sbocchi commerciali alle produzioni.
Senza dimenticare che è stato sviluppato uno
strumento specifico di intervento, per dare
continuità e stabilità agli interventi: l'Agenzia
Cooperare con Libera Terra, promossa insieme alla Associazione Libera.
Perciò, Legacoop ha salutato con favore, in
anni recenti, l'introduzione delle norme istitutive dell'Agenzia per l'amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati,
e dell'Albo degli amministratori giudiziari, ritenendoli due strumenti importanti per dare
uniformità di applicazione e di attuazione, su
tutto il territorio nazionale, alle norme sul seSettori
Territori
questro e sulla confisca, e per accelerare i
tempi di reimpiego dei beni sequestrati e confiscati secondo il principio della diffusione
delle buone pratiche.
L'Agenzia però, per vicende interne e per carenza di personale, non è ancora divenuta
pienamente operativa, e l'Albo non é neppure
partito. Occorre dunque stringere i tempi per
il funzionamento di questi due strumenti. Ad
essi Legacoop è pronta ad offrire piena collaborazione, sia sul versante della promozione
di cooperative per la gestione dei beni e delle
imprese, che dell'assistenza tecnica, che
della segnalazione di manager cooperativi interessati e disponibili a partecipare alla gestione e al rilancio delle imprese sequestrate
e confiscate.
Resta, infine, una questione nodale da risolvere, anche a livello normativo: quella delle
risorse necessarie per avviare il rilancio e la riconversione dei beni e delle imprese sequestrati e confiscati, anche perché troppo
spesso i nuovi assegnatari trovano chiuse le
porte delle banche, che pure erano state in
precedenza, e non sempre senza colpa, generose di finanziamenti verso le precedenti
proprietà mafiose. Recuperando un principio
che era già contenuto nella legge 109/96 si
potrebbe, al proposito, pensare alla creazione
di un fondo di rotazione, alimentato con parte
delle risorse liquide confiscate e con i proventi delle vendite dei beni che non siano, altrimenti, utilmente impiegabili.
Imprese
Sondaggio
Primo piano
non più ricca e noi tutti avremmo perso clamorosamente un'opportunità". Dure le parole
di Rosa La Plena, una dei consulenti di Legacoop nazionale per i progetti sui Beni confiscati alla mafia:"Esiste - ha denunciato dal
palco - un'Agenzia per i beni confiscati ma
dopo 2 anni, il lavoro ancora non si vede. C'è
bisogno dell'impegno di tutti per fare funzionare la legge e per riuscire a mantenere i
posti di lavoro delle aziende confiscate. Solo
così possiamo dare il segnale che stare dalla
parte dello Stato conviene più che stare dalla
parte della mafia".
"Legacoop Palermo - ha assicurato il presidente Filippo Parrino – ha messo a disposizione tutte le proprie risorse e continuerà a
seguire da vicino il progetto perché si possa
pienamente realizzare nel più breve tempo
possibile". "Questo progetto - ha detto invece
il presidente di Confcooperative Palermo,
Pino Ortolano - segna la sintesi tra Legacoop e Confcooperative e la volontà del
mondo cooperativo di fare sistema per ottimizzare risorse e risultati". Una dimora da re,
quella che Geraci aveva costruito, demolendo
una palazzina preesistente in stile liberty, ampliando le quadrature e intervenendo sulla
zona circostante. Un pugno nell'occhio se si
guarda all'ambiente circostante, eppure
scandalosamente in regola in fatto di permessi edilizi.
Tanti gli interventi apportati dal Consorzio
"grazie - ha detto Giovanni Lo Nero, presidente della coop Telemaco che ha coordinato
i lavori - al contributo volontario di molte professionalità del luogo: idraulici, architetti, tecnici che si sono prestati per restituire al
Comune e alla Sicilia quest'angolo di paradiso. Persino il rinfresco è stato offerto gratuitamente da un bar del posto".
Numerosi i lavori ancora da realizzare, soprattutto all'interno della villa, vandalizzata
dopo il sequestro, proprio per renderne difficile il riutilizzo. Tra i partecipanti alla cerimonia di inaugurazione: il presidente regionale
di Legacoop, Elio Sanfilippo, il presidente
della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, il responsabile territoriale Unicredit, Roberto Bertola. E ancora: il
senatore Giuseppe Lumia, il presidente
della commissione attività produttive dell'Ars,
Salvino Caputo.Tra i presenti anche Emanuela Giuliano, figlia del capo della Squadra mobile, Boris Giuliano ucciso alle spalle
da Leoluca Bagarella 33 anni fa. Era il 21 luPrimo piano
Legacoop
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glio del 1979. Anche Emanuela si occupa
oggi di Beni confiscati, monitorandone l'utilizzo come dirigente della Regione Sicilia.
"Sono molto emozionata - ha detto dal palco
- perché vedere un posto come questo che
torna a nuova vita è una grande successo per
la nostra terra. Purtroppo, ancora, in Sicilia
circa il 50 per cento dei beni confiscati resta
inutilizzato".
Il Consorzio Ulisse è una cooperativa sociale,
la cui compagine è composta da 19 società
cooperative, a maggioranza sociali. Il Consorzio opera da quindici anni nel territorio
della Regione Siciliana con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo di comunità attraverso la
diffusione della cultura cooperativistica e della
legalità. E' socio della Legacoop e di Confcooperative e insieme a loro promuove progetti innovativi di riutilizzo e valorizzazione di
beni immobili e aziendali confiscati alla mafia.
COOPFOND
Il Fondo mutualistico
da sempre a fianco di Libera
Ha aderito, tra i primi, alla sottoscrizione
lanciata dalle imprese di Legacoop e di
Cooperare con Libera Terra a favore delle
cooperative colpite dagli attentati incendiari.
Ma l’impegno di Coopfond a sostegno di
questa esperienza, che incarna alcuni dei
valori fondamentali per tutta la cooperazione, è costante e avviato da tempo.
Il Fondo mutualistico di Legacoop ha sostenuto così, in questi anni, la prima cooperativa sociale (tipo B) fondata nel 2001
nell'ambito del progetto Libera Terra, la Placido Rizzotto, con due distinti interventi. Con
il primo prestito, già rimborsato, ha facilitato l'acquisto degli impianti e delle attrezzature necessarie al funzionamento di una
nuova cantina aziendale per la produzione
di vini bianchi e rossi di qualità. Con il secondo, in corso, ha agevolato l’ampliamento della cantina e l’acquisto di una
vendemmiatrice.
Dalla Pio La Torre alla Valle del Marro, attraverso donazioni Coopfond ha sostenuto
la costituzione di quasi tutte le cooperative
di Libera Terra. Le ultime hanno riguardato
Settori
Territori
nel gennaio 2011 Le terre di don Peppe
Diana in provincia di Caserta e Beppe Montana, attiva nelle province di Catania e Siracusa. La prima li ha utilizzati per avviare
un allevamento di bufali per chiudere la filiera della mozzarella biologica, la seconda
per il ripristino degli agrumeti da cui ricavare anche marmellate di arancia rossa.
Il Fondo mutualistico e' socio dell'agenzia
Cooperare con Libera Terra e fin dalla fondazione, nel 2008, è entrato nel capitale
sociale del consorzio Mediterraneo, che riunisce le cooperative di Libera Terra per rafforzarne la capacità imprenditoriale,
aiutando a gestire al meglio la trasformazione dei prodotti e la loro commercializzazione. “Il consorzio incarna un’idea di
cooperazione - ha spiegato il direttore del
Fondo Aldo Soldi - che sosteniamo con
convinzione. Il suo obiettivo é, infatti, lavorare affinché un'iniziativa di altissimo significato sociale assuma anche contenuti
imprenditoriali, facendo vivere dentro al
mercato i valori che la animano e sostengono”.
Imprese
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Legacoop
>> Spending review
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SPENDING REVIEW
Servizi culturali, aprire ai privati
significapiùrisparmioedefficienza
«Occorre assolutamente salvaguardare
tutto quello che c’è di positivo nella spending review. A tal proposito, l’articolo 4 porterebbe a un’apertura del servizi del settore
culturale ai soggetti privati. ‘Depubblicizzare’ la gestione di questi servizi determinerebbe certamente maggiore efficienza,
contenimento dei costi e creazione di nuova
occupazione. È sempre più necessario operare attraverso politiche di liberalizzazioni
con un criterio di sussidiarietà per ridurre le
spese dello Stato e per rendere più efficiente la gestione del patrimonio pubblico.
Laddove pubblico non significa unicamente
statale o comunale. È pubblico tutto ciò a
cui hanno accesso i cittadini nella gestione
dei servizi con finalità pubblica». E’ questo
il testo della dichiarazione diffusa il 25 luglio, in concomitanza con l’esame degli
emendamenti da parte della Commissione
Bilancio del Senato, da Lanfranco Massari, presidente di FederCultura Turismo
Sport Confcooperative, Ferdinando Palanti, presidente Legacoop Servizi e Carlo
Scarzanella, presidente Agci Culturalia in
merito agli emendamenti che, in questi minuti, sono al vaglio della commissione Bilancio del Senato
Primo piano
Legacoop
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Settori
>> Ancpl
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ANCPL
Terremoto, patto per
la ricostruzione di qualità
>> Fimiv
Un patto per una ricostruzione rapida e di
qualità delle aree colpite dal sisma, un patto
per dare risposte a tutti i cittadini colpiti dall’evento dello scorso maggio con l’offerta di
prestazioni a prezzi controllati, un patto che
mira, attraverso la ricostruzione, a preservare il valore, la coesione sociale e l’identità
dei luoghi colpiti dal sisma.
Sono alcuni degli obiettivi del “Patto per le
popolazioni colpite dal sisma”, promosso
dall’Ancpl (Associazione nazionale delle
cooperative di produzione e lavoro) in collaborazione con l’Unesco e l’adesione di diverse associazioni di professionisti, Enti
Locali delle aree interessate dal sisma e Legacoop Emilia-Romagna. Con la sottoscrizione del Patto, si vuole evitare che
nell’incertezza di tempi e procedure, si
possa fare un ricorso eccessivo a situazioni
di deroga per realizzare rapidamente nuove
abitazioni o strutture industriali con l’effetto
del moltiplicarsi indiscriminato di consumo
di spazio, introduzione di tipologie estranee
al territorio e allontanamento della possibilità di realizzare il recupero dell’esistente.
La salvaguardia dell’identità dei luoghi e
della lunga tradizione di coesione sociale di
questi territori sono due degli obiettivi principali di promotori e sottoscrittori, traguardi
che si possono raggiungere salvaguardando l’assetto urbano, che è patrimonio
identitario delle comunità colpite dal sisma,
evitando il ricorso rischioso a soluzioni alternative che in cambio della promessa di
un rapido ritorno alla normalità rischiano di
compromettere l’identità di intere popolazioni. I promotori del Patto sono convinti che
si possa ricostruire bene e anche in fretta.
“Il Patto – ha dichiarato il presidente dell’Ancpl Carlo Zini, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta il 20 luglio a
Bologna – consiste nell’impegno a garantire a tutti una risposta alle esigenze immediate in cambio di un accordo comune e
partecipato su una strategia complessiva
che permetta interventi celeri senza compromettere l’identità dei luoghi e l’integrità
del patrimonio monumentale e paesaggistico”.
In questo quadro, in forza di avanzati interPrimo piano
Legacoop
Settori
Territori
venti di recupero, l’economia locale potrà
collocarsi in condizioni di eccellenza rispetto
ai più progrediti settori di sviluppo legati alla
green economy e alla sostenibilità. L’esperienza che si svilupperà in Emilia-Romagna,
grazie al “Patto per le popolazioni colpite dal
sisma”, si propone come modello pilota,
best practice e capacità operativa per la gestione di condizioni di calamità.
FIMIV
Il 3 ottobre a Roma Assemblea
Nazionale dei Delegati
L’Assemblea Nazionale dei Delegati della
Fimiv si svolgerà mercoledì 3 Ottobre, a
Roma, presso la Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue (Via A. Guattani, 9 - Salone
Basevi).
La giornata assembleare si svolgerà in due
tempi.
Al mattino, dalle ore 10,00 alle ore 14,00, è
prevista la sessione pubblica per la presentazione della ricerca Aiccon (pubblicata dalla
Società Editrice Il Mulino) su “Il ruolo delle
mutue sanitarie integrative – Le Società di
mutuo soccorso nella costruzione del nuovo
welfare di comunità”.
Il programma dell’incontro-dibattito, che vede
la partecipazione degli Autori, del prof. Stefano Zamagni (presidente della commissione scientifica di Aiccon) e di Giuliano
Poletti, presidente della Lega Nazionale Cooperative e Mutue, è in corso di definizione.
Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, dalle
ore 14,30 alle ore 17,30 la sessione formale
dell’Assemblea (a carattere congressuale), riservata ai delegati Fimiv, prevede il seguente
ORDINE DEL GIORNO:
1. Nomina della Presidenza e delle Commissioni del Congresso;
2. Relazione del Presidente;
3. Dibattito;
Imprese
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Settori
5. Proposta di modifiche statutarie;
6. Varie.
L’Assemblea nazionale è costituita dai delegati nominati dalle Società di mutuo soccorso
e dagli Enti mutualistici aderenti alla Fimiv. Le
Società di mutuo soccorso nominano i delegati secondo il seguente criterio:
un delegato ogni Società di mutuo soccorso
(art. 1 del Regolamento);
in aggiunta a quanto previsto al punto a): un
delegato ogni 1.400,00 euro di contributo
versato alla Federazione in base ai criteri contributivi fissati dal Consiglio generale Fimiv in
data 12 febbraio 2007 (perfezionati dalla Direzione Fimiv del 22.2.2007).
Nei casi di necessità, i delegati di una singola
Società di mutuo soccorso possono rappresentare fino a un massimo di 5 deleghe relative a delegati della stessa Società di mutuo
soccorso.All’Assemblea partecipano di diritto
i componenti uscenti del Consiglio Generale
Primo piano
Legacoop
7
della Fimiv, ove non nominati delegati, con facoltà di parola, ma non di voto.
Il ruolo delle mutue sanitarie integrative – Le
Società di mutuo soccorso nella costruzione
del nuovo welfare di comunità”, Società Editrice Il Mulino, Bologna 2012.
Il volume analizza le modalità di organizzazione e di intervento delle società di mutuo
soccorso attive oggi in Italia nei settori sanitario e sociosanitario, muovendo da una ricostruzione del ruolo che tali organizzazioni
hanno svolto storicamente per il sostegno dei
propri associati che versavano in condizioni
di fragilità quali malattia, disabilità o decesso
dei congiunti. Sono affrontati, inoltre, in dettaglio il quadro istituzionale, giuridico e fiscale
all’interno del quale operano le odierne organizzazioni e, attraverso un’analisi delle principali criticità del sistema sanitario pubblico
che è oggi sollecitato dall’emergere di nuovi
bisogni e da risorse sempre più limitate, si individuano i possibili spazi di crescita per le
società di mutuo soccorso.Tali organizzazioni,
Settori
Territori
impegnate nell’assicurare copertura e sostegno ai propri associati, assumono oggi un rinnovato ruolo nell’evoluzione del sistema di
welfare quali soggetti in grado di conciliare gli
emergenti bisogni di copertura e l’articolarsi
della domanda di assistenza in un contesto
di crescenti costi per la salute dei cittadini.
Come elemento centrale del libro, sono presentate in modo dettagliato le evidenze
emerse da un’indagine empirica condotta
dagli Autori sull’attività delle mutue sanitarie
integrative, risultati da cui emergono indicazioni sulle possibili strade da percorrere per
assicurare una migliore protezione dei cittadini attraverso un più ampio sistema di servizi
integrati di welfare. Il lavoro si conclude con
una riflessione che, a partire dall’evidenza
empirica rilevata sul campo, porta ad evidenziare il valore aggiunto prodotto oggi dalla
mutualità sanitaria integrativa nelle sue molteplici dimensioni: economica, sociale, culturale ed istituzionale.
Imprese
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Territori
>> Veneto
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VENETO
>> Liguria
InsediatoilComitatodigestionedel
Distretto di pesca Nord Adriatico
>> Toscana
Si è insediato giovedì 26 luglio il Comitato
di gestione del Distretto di pesca Nord
Adriatico, l’organismo che governerà il distretto per la gestione condivisa e concertata del settore ittico fra Emilia Romagna,
Friuli Venezia Giulia e Veneto che è stato
istituito lo scorso 23 febbraio con decreto
ministeriale.
La cerimonia si è tenuta a Chioggia presso
la sede dell’ASPO con inizio alle ore 10.00.
I membri del Comitato che sono stati formalmente eletti sono: il direttore generale
per la pesca a l’acquacoltura del Ministero
delle Politiche agricole e forestali Francesco Saverio Abate e gli assessori regionali alla pesca Tiberio Rabboni (Emilia
Romagna), Claudio Violino (Friuli Venezia
Giulia) e Franco Manzato (Veneto). Quest’ultimo ha assunto la prima presidenza di
turno del Comitato.
Alla cerimonia erano presenti l’assessore
alle risorse agroalimentari della Regione
Puglia e coordinatore delle regioni in materia di pesca e agricoltura Dario Stefàno,
il presidente della IV Commissione del Consiglio regionale del Veneto Davide Bendinelli con i componenti della Commissione
stessa, i consiglieri regionali veneti Carlo
Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura
Paolo Pizzolato, il dirigente agricoltura
della conferenza delle regioni e delle provincie autonome Alessandro Palmacci,
rappresentanti della Direzione Marittima di
Venezia, del Comando regionale della
Guardia di Finanza, del comando della Legione Carabinieri del Veneto e della Capitaneria di Porto di Chioggia. Sono
intervenuti anche i rappresentati regionali
delle associazioni di categoria della pesca,
che hanno creduto sin da subito alla necessità di costituire il distretto e alla centralità dello stesso.
L’evento è stato l’occasione per definire ulteriormente le strategie per il futuro della
pesca nell’Alto Adriatico. «Parallelamente
al rafforzamento delle funzioni operative, si
attende a breve il coinvolgimento anche del
Ministero degli Affari Esteri, considerata
l’importante evoluzione della normativa comunitaria e l’adesione alla Unione europea
>> Marche
>> Abruzzo
>> Campania
>> Basilicata
>> Puglia
>> Sicilia
>> Sicilia
>> Ferrara
>> Reggio Emilia
>> Modena
>> Rimini
>> Ravenna
>> Palermo
Primo piano
Legacoop
Settori
Territori
di nuovi stati contigui alle nostre regioni,
come la Slovenia e la Croazia» ha commentato il responsabile regionale di Legacoop Veneto-Pesca Antonio Gottardo.
LIGURIA
Legacoop Liguria trasferisce
gli uffici di Genova
Si informa che dal 25 luglio Legacoop Liguria ha trasferito gli uffici di Genova in Via
Brigata Liguria 105 Rosso, 16121 - Genova. Restano invariati i numeri di telefono
010/572111 e fax 010/57211223. Vi invitiamo pertanto a prendere nota del cambio di indirizzo.
MARCHE
Agricoltura e cooperazione, convegno per un’altra idea di sviluppo
Il 2012 è l’anno internazionale delle cooperative. Ricorrenza che non poteva essere disattesa dalle centrali cooperative che
attraverso un progetto finanziato dalla Regione Marche hanno organizzato un ciclo di
seminari e incontri che vedranno il clou nel
convegno organizzato da AGCI, Confcooperative e Legacop venerdì 27 luglio prossimo
a Madonna del Piano di Corinaldo.
Nella splendida cornice della chiesa si parlerà di agricoltura e cooperazione, partendo dalle radici della sostenibilità con
Don Salvatore Frigerio, monaco camaldolese di Fonte Avellana, sino ad arrivare all’oggi con il Prof. Manlio Brunetti, filosofo
e teologo che prenderà spunto dal suo
libro per mettere in evidenza quali possono
essere i messaggi e le indicazioni per il
presente, della rivoluzionaria esperienza di
gestione, in forma cooperativa e avanzata,
da parte dei monaci avellaniti in pieno
Medio evo.
L’incontro che avrà inizio alle ore 17.30
prevede la partecipazione del Presidente
del Consiglio regionale, Vittoriano Solazzi e della Giunta regionale, Gian Mario
Spacca.
Ad aprire i lavori il Sindaco di Corinaldo
Matteo Principi cui seguiranno gli interventi di Don Salvatore Frigerio, Teodoro
Bolognini, responsabile del settore agroaImprese
Sondaggio
Territori
limentare e forestale di Legacoop Marche,
Manlio Brunetti che presenterà il suo libro
sulla gestione del territorio a Fonte Avellana,
Alfonso Pascale, studioso di politica agraria e scrittore, Giuseppe Lepore del dipartimento di Archeologia dell’Università di
Bologna.
L’incontro che sarà presieduto da Mauro
Scattolini della Fedagri Marche sarà l’occasione per approfondire la tesi che l’agricoltura e la cooperazione insieme possono
rappresentare un’altra idea di sviluppo, oggi
più che mai necessaria all’economia e a un
mondo equo e sostenibile irrimandabile.
TOSCANA
31luglio,incontrosuiprovvedimenti
in materia di crediti dalle PA
Nelle scorse settimane sono stati finalmente pubblicati in Gazzetta Ufficiale alcuni
importanti provvedimenti in materia di crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione, della loro estinzione mediante
titoli di Stato, di certificazione dei crediti, di
compensazione tra detti crediti e debiti.
Legacoop Toscana, in accordo con le Associazioni di settore, ha ritenuto opportuno organizzare un incontro, al fine di permettere
alle cooperative un occasione di confronto
e di approfondimento su tale tematica che
si terrà martedì 31 luglio, alle ore 9,45,
presso la Sala Convegni CIS Firenze Meeting (Via Fiume 7 – Firenze )
L’incontro sarà introdotto da una presentazione di Bruno Busacca, responsabile
della Funzione Relazioni Istituzionali di Legacoop Nazionale.
Il Presidente della Regione Rossi
incontra le cooperative toscane
La concertazione è costitutiva del nostro
modo di governare. Concertare non significa conquista del consenso, ma discussione e confronto, conferendo poi alle
istituzioni il loro ruolo. E’ un metodo che va
rilanciato, è la risposta istituzionale per
chiamare a raccolta le forze sociali e compiere uno sforzo collettivo per uscire dal
tunnel. Purtroppo però la barca è ancora
lontana da Itaca”.
Lo ha affermato il 25 luglio il presidente
Primo piano
Legacoop
9
della Regione Toscana Enrico Rossi nell’incontro che ha avuto con una delegazione
del movimento cooperativo toscano a Palazzo Strozzi Sacrati e da cui è emersa una
forte sintonia sul metodo concertativo, sul
nuovo ruolo da assegnare a Fidi Toscana,
sul welfare. Erano presenti tra gli altri i presidenti delle tre organizzazioni Legacoop,
Confcooperative e Agci, Stefano Bassi,
Claudia Fiaschi e Alessandro Giaconi.
Nel suo ruolo di portavoce della “Alleanza
cooperativa regionale”, struttura di coordinamento delle tre associazioni, Giaconi ha
esordito sottolineando come le imprese
cooperative costituiscano un modello che
meglio di altri, puntando sui valori di solidarietà e mutualità, ha risposto alla crisi.
Tre le richieste centrali che la delegazione
ha presentato al presidente della Regione
Toscana, e che si è concordato di analizzare in un incontro di approfondimento. Si
tratta da un lato di definire gli strumenti per
sostenere, da parte di Fidi toscana nel
nuovo ruolo di garante, sia le partecipazioni
nel capitale delle cooperative che i progetti
di filiera. Dall’altro va rifinanziato, secondo
le cooperative, il fondo Coopertoscana e va
istituito un fondo per l’agroindustria e, terzo
punto, va valorizzata la cooperazione sociale
per accompagnare la trasformazione del
welfare e lo sviluppo dell’offerta di servizi.
Il presidente Rossi ha risposto ribadendo la
volontà e lo sforzo da parte della Regione
Toscana di non retrocedere dai livelli raggiunti nel settore del welfare e della “presa
in carico” dei cittadini, e di mantenere in regola i “conti della salute”. “ Non dobbiamo
tornare indietro – ha detto ai rappresentati
delle cooperative – né dai servizi, né dalla
salute dei bilanci. E’ quanto cerchiamo di
fare con la manovra che stiamo mettendo a
punto in queste settimane e che vogliamo
discutere anche con voi prima della pausa
di Ferragosto. La concertazione deve servire anche a indirizzare le risorse ”.
Quanto al ruolo di Fidi toscana, che per
Rossi è una istituzione “sana”, essa può costituire “uno strumento sempre più interessante. “A noi non dispiacerebbe – ha
affermato – se le forze economiche partecipassero a Fidi, entrando con i propri capitali. Sappiamo tutti che la vicenda del
credito non è destinata a migliorare e che la
Regione non può mettere in campo più di
tanto. La nostra scommessa è di rafforzare
il ruolo di Fidi come banca di garanzia a
Settori
Territori
supporto del credito”.
Quali allora le mosse per “avvicinarsi a
Itaca” in questa fase cruciale? Per Rossi occorre “puntare sulle infrastrutture, Tirrenica,
terze corsie, aeroporto di Peretola (che deve
essere un gioco vincente per tutti, anche
per i cittadini della Piana), puntare non solo
sulla piccola impresa, che da sola non
basta, ma anche sulla grande e sulla media
industria perché non dobbiamo essere strabici, ma spostare l’attenzione su ciò che
abbiamo. E ancora: ripartiamo dai territori
per ricostruire un mercato sociale. E’
quanto abbiamo iniziato concretamente a
fare con il progetto Giovanisì che sta dando
risultati lusinghieri, con oltre il 40% di tirocinanti che prosegue l’attività all’internodell’azienda ospitante con varie forme di
contratti”.
La Regione istituisce il Fondo per
gli investimenti delle cooperative
La Regione Toscana ha istituito un Fondo di
Garanzia per facilitare l’accesso al credito
alle imprese cooperative operanti sul territorio della regione Toscana.
Le imprese socie di Cooperfidi Italia potranno beneficiare di finanziamenti a condizioni molto vantaggiose, in quanto le
commissioni applicate in base all’accordo
tra Cooperfidi Italia e Regione Toscana saranno molto meno onerose rispetto a quelle
applicate sulle garanzie ordinarie. Il costo
complessivo della garanzia sarà pari all’1%
del valore del finanziamento erogato (una
tantum).
Il Fondo di Garanzia messo a disposizione
dalla Regione Toscana, a valere sul POR
“Competitività Regionale e Occupazione”
FESR 2007-2013, consentirà a Cooperfidi
Italia di garantire finanziamenti per un importo complessivo di 6 milioni di euro.
I finanziamenti garantiti devono avere una
delle seguenti finalità:
1. Investimenti destinati alla creazione di
un nuovo stabilimento, all’estensione di
uno stabilimento esistente, alla diversificazione della produzione di uno stabilimento,
alla diversificazione di uno stabilimento esistente mediante prodotti nuovi aggiuntivi o
alla trasformazione fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.
2. Investimenti destinati all’acquisizione
Imprese
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Territori
degli attivi direttamente connessi ad uno
stabilimento, nel caso in cui lo stabilimento
sia stato chiuso o sarebbe stato chiuso
qualora non fosse stato acquisito e gli attivi
vengano acquistati da un investitore indipendente. Nel caso della successione commerciale di una piccola impresa in favore
della famiglia del o dei proprietari originali o
in favore di ex dipendenti, non si applica la
condizione che prevede che gli attivi vengano acquistati da un investitore indipendente. La semplice acquisizione di azioni di
un’impresa non viene considerata investimento.
3. Servizi di consulenza: costi di servizi di
consulenza prestati da consulenti esterni di
natura non continuativa o periodica ed esulano dagli ordinari costi di gestione dell’impresa connessi ad attività regolari quali la
consulenza fiscale, legale e la pubblicità.
4. Partecipazione a fiere: costi sostenuti
per la locazione, l’installazione e la gestione
dello stand in occasione della prima partecipazione di un’impresa ad una determinata
fiera o mostra.
L’importo della garanzia non può superare
il limite massimo di 400 mila euro.
ABRUZZO
Legacoop contro gli appalti
al ribasso
Istituire un Osservatorio regionale sulle gare
d’appalto per scongiurare il ricorso al massimo ribasso.
E’ questa la proposta che arriva dalla Presidenza di Legacoop Abruzzo, con l’appoggio di Confcooperative, Agci e i tre sindacati
Cgil, Cisl e Uil.
Soltanto nella prima settimana di luglio,
sono tre le lettere mandate in autotutela ai
comuni del chietino e dell’area vestina con
la richiesta di annullare le procedure di gara
poiché stabiliscono un importo a base
d’asta troppo basso da non consentire l’applicazione dei CCNL per i dipendenti. I
bandi, oggetto di contestazione da parte del
movimento cooperativo e dei sindacati, riguardano i servizi socio sanitari ed educativi.
Legacoop Abruzzo, Confcooperative, Agci e
i sindacati Cgil, Cisl e Uil, ritengono necessaria la nascita di un Osservatorio Regionale sugli appalti che abbia la funzione di
Primo piano
Legacoop
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garantire un tempestivo esame e la risoluzione delle problematiche relative al settore
degli appalti pubblici, verificandone la congruità economica dell’importo a base d’asta
e dell’offerta di gara, con particolare attenzione al costo della manodopera in base al
CCNL di riferimento.
Fernando Di Fabrizio, Presidente di Legacoop Abruzzo afferma: “la proposta, in
accordo con le altre centrali e con i sindacati, è di istituire un osservatorio regionale
sugli appalti, con il compito di garantire il
rispetto dei principi di economicità, imparzialità, trasparenza e tutela dei diritti dei lavoratori”.
“La finalità dell’Osservatorio” ha spiegato
De Lucia, membro di Presidenza che
segue le problematiche del Terzo Settore,
“è quella di prevenire fenomeni distorsivi.
La concorrenza al massimo ribasso spinge
ad adottare scelte non in linea con i valori
cooperativistici, come l’abbassamento dei
livelli di sicurezza sul lavoro, la riduzione
della retribuzione dei lavoratori o, addirittura, l’impiego di lavoratori in nero.” “L’Osservatorio” prosegue De Lucia “sarà
coordinato dalle tre centrali cooperative e
dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e sarà a servizio delle strutture regionali e degli enti locali,
per verificare che le Amministrazioni Pubbliche, nella predisposizione delle gare
d’appalto, tutelino le imprese cooperative
del territorio regionale e assicurino ai socilavoratori trattamenti economici non inferiori a quelli stabiliti dai contratti stipulati
dalle organizzazioni di impresa e sindacati
più rappresentativi per evitare il proliferarsi
di cooperative spurie ed irregolari”.
CAMPANIA
Terre di Don Peppe Diana: il “giusto
della mozzarella” alle Olimpiadi
La mozzarella prodotta dalla Cooperativa
le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra,
in un caseificio confiscato alla camorra a
Castelvolturno, in provincia di Caserta, fa
parte delle eccellenze di Terra di Lavoro
presenti alle Olimpiadi di Londra. Il 26 luglio, in vista della cerimonia inaugurale dei
Giochi che si programma il giorno dopo, la
mozzarella di Libera Terra, conosciuta
anche con lo slogan ‘il giusto della mozzarella’, era già sulla tavola tra i più conoSettori
Territori
sciuti e significativi sapori italiani, preparata dai cuochi emiliani provenienti dalle
zone terremotate per gli ospiti di Casa Italia, nella sua giornata ufficiale di apertura.
BASILICATA
Sottoscritto il contratto di rete tra
le cooperative sociali di Legacoop
Un ulteriore tassello per l’implementazione
del modello di riorganizzazione del settore
sociale di Legacoop Basilicata: dopo la costituzione nello scorso ottobre 2011 del
Consorzio fra cooperative sociali Comunitas Consorzio, è stato sottoscritto, il 29 giugno 2012, un contratto di rete da parte di
undici cooperative sociali.
“Comunitas Rete Sociale” è il nome scelto
per la nuova rete d’impresa alla quale aderiscono undici cooperative sociali, sette afferenti alla provincia di Potenza e quattro
alla provincia di Matera: Comunitas Consorzio (Potenza), La Giostra 2000 (Potenza),
Aurora (Grumento Nova), La Porta del Futuro (Lagopesole), Rinascita e Sviluppo (Rapolla), Social Servizi (Brienza), Zero In
Condotta (Melfi), L’arcobaleno (Montalbano
Jonico), Caris (Pomarico), Vita Alternativa
(Miglionico), Nuova Civiltà (Matera). Molte
delle cooperative aderenti hanno già maturato esperienze di collaborazione imprenditoriale, anche di durata decennale.
Il progetto di rete rappresenta oggi un
passo in avanti verso forme di collaborazione più evolute: scopo della rete è creare
infatti le migliori condizioni per rendere
competitive le imprese, anche in occasione
di iniziative articolate e diffuse sul territorio,
attraverso la promozione della migliore collaborazione e integrazione funzionale. Il perdurare nel tempo della crisi economica, i
tagli effettuati alla spesa sociale e socio-sanitaria, oltre che il riaffacciarsi di politiche
Imprese
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Territori
involutive, rischiano di annullare quanto costruito negli anni sia dal punto di vista
socio-culturale che di riconoscimento del
diritto alla cura e alla salute per tutti i cittadini (welfare universalistico). Oggi più che
mai è necessario dunque, per la cooperazione sociale, attualizzare la propria mission
valorizzando il ruolo sociale e di sussidiarietà che la caratterizza riconosciutogli dalla
stessa legge istitutiva (L. 381/91).
Attraverso la sottoscrizione del contratto di
rete, l’auspicio è di poter meglio contribuire
a testimoniare la valenza che assume, in
termini di valore sociale, la presenza di un
tessuto di cooperative sociali nelle diverse
comunità locali.
PUGLIA
Al via il progetto unitario
“Produciamo energia”
“Uniti rappresentiamo una forza compatta, al
servizio delle persone e delle imprese cooperative. Vogliamo costruire insieme un paradigma di sviluppo, consapevoli del fatto che
«da soli non c’è storia», come recita lo slogan
di Legacoop Puglia per celebrare l’Anno Internazionale della cooperazione”. Il presidente
della Lega delle cooperative pugliesi, Carmelo Rollo, commenta così il Progetto Unitario, presentato in una conferenza stampa il
20 luglio, nella Sala Giunta della presidenza
regionale, con la presenza della Vice Presidente della Regione Puglia Loredana Capone, promosso insieme a Confcooperative,
Agci e Unci, costituitesi in Ats per creare sul
territorio una rete di sportelli d’informazione e
consulenza per la creazione d’impresa cooperativa. In tutto 14 sportelli nelle diverse province pugliesi per offrire, altresì, supporto alle
realtà già esistenti, nonché costruire uno studio approfondito sul mondo cooperativo in
Puglia. La Lega delle cooperative pugliesi ha
aperto tre punti informativi con consulenti
esperti nelle città di Bari, Lecce e Trani.
“Insieme si può -sottolinea Rollo- : serve l’impegno di tutti perché siano garantiti i diritti e
rispettate le leggi, perché siano riconosciuti
qualità e costo del lavoro. Soprattutto in quei
settori che stanno subendo maggiormente gli
effetti disastrosi dei tagli indiscriminati imposti dal Governo, come sta accadendo alle
cooperative sociali. Produciamo energia positiva per i giovani che hanno bisogno di fiduPrimo piano
Legacoop
11
cia. Per le donne cui devono essere garantiti diritti e opportunità. E, più in generale, per
tutti i lavoratori”.
“Insieme a Confcooperative, Agci e Unci rafforziamo il valore del nostro impegno – conclude il presidente di Legacoop Puglia - nel
tutelare e difendere i valori di uguaglianza e
democrazia insiti nel sistema cooperativo”.
SICILIA
che aiutino la risoluzione dei problemi, a partire dall’accelerazione della spesa comunitaria, rendendo possibile anche in Sicilia l’uso di
queste risorse per il credito e gli investimenti
produttivi e strategici come d’altronde già è
consentito ad altre regioni del Mezzogiorno”.
Incontro a Scoglitti: pescatori, sindacieGreenpeacecontroletrivelle
Piano straordinario per il lavoro, ripresadelcreditoeutilizzofondiCEE
In riferimento alle preoccupazioni, cui è stato
dato ampio rilievo sulla stampa della scorsa
settimana, circa un possibile default della regione Sicilia, le organizzazioni imprenditoriali,
tra le quali Legacoop, e sindacati della regione hanno elaborato un documento unitario e diffuso un comunicato stampa che
riportiamo di seguito.
“Con la manifestazione del 1 marzo le associazioni siciliane delle imprese e del lavoro
avevano sollecitato il Governo Regionale ad
un rapido cambio di passo e di direzione allo
scopo di evitare la deriva verso la quale la Sicilia stava chiaramente dirigendosi.
L’appello è rimasto inascoltato.
Anche in questi giorni prevalgono giochi e tatticismi e sterili contrapposizioni che non giovano ai siciliani. Occorre affrontare al
contrario subito,per salvare la Sicilia dalla deriva greca,le tre questioni poste dalla manifestazione:
- piano straordinario per il lavoro
- credito a famiglie ed imprese
- sostegno all’occupazione produttiva nelle
imprese usando a tal fine i fondi europei,
uniche risorse disponibili.
Per questo la rimodulazione delle misure, e
lo snellimento delle procedure burocratiche
farraginose, non deve avvenire nelle stanze
chiuse degli assessorati, ma le scelte vanno
discusse e condivise da tutte le forze sociali
e dalle classi dirigenti della regione, cui compete assumersi le proprie responsabilità.
Di fronte alla drammatica situazione economica e sociale della Sicilia, non può essere
consentito a nessuno di proseguire con i metodi finora seguiti che stanno di fatto portando
al disimpegno delle risorse ed alla loro restituzione a Bruxelles.
Il Governo Nazionale, nell’ambito delle proprie
competenze, individui percorsi ed interventi
Settori
Territori
Il 21 luglio, alla manifestazione organizzata al
porto di Scoglitti (Vittoria) da Agci Agrital, Legacoop Pesca e Greenpeace, si sono riuniti
per la prima volta la Regione, numerosi sindaci della costa della Sicilia Meridionale e associazioni di categoria per siglare un patto
contro le trivelle nel Canale di Sicilia. Da qui
parte l’iniziativa di un coordinamento sul territorio a tutela del mare e delle economie locali ad esso legate. Il prossimo appuntamento
sarà a Sciacca il 27 luglio per coinvolgere
anche i sindaci dei comuni più settentrionali.
Ad oggi sono ventinove i sindaci che hanno
sottoscritto l’Appello di Greenpeace [1] per
chiedere al Ministero dell’Ambiente di fermare le trivelle e tutelare il Canale di Sicilia
con l’istituzione di una ZPE (Zona Ecologica
Protetta) sul modello di quanto già fatto per il
mar Ligure e il mar Tirreno. Insieme a loro le
principali associazioni di categoria e l’Assessore Regionale all’Agricoltura e Pesca, Francesco Aiello, che ha deciso di sostenere
l’iniziativa e portare la questione all’attenzione
del governo regionale e nazionale. «Con la
corsa alle trivellazioni, è a rischio la vita di una
civiltà millenaria. Troppe volte abbiamo lasciato che venisse distrutto il nostro territorio:
è ora di prendere una direzione diversa» – ha
dichiarato Aiello. Significativi anche gli interventi dei sindaci di Licata, Noto, Porto Palo di
Capopassero e del vicesindaco di Ragusa,
che hanno tutti ribadito l’importanza delle
amministrazioni locali nel tutelare gli interessi
del territorio e combattere insieme le minacce
che lo mettono a rischio.
Imprese
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Territori
«Oggi è un giorno importante: al di là delle
barriere e degli schieramenti, siamo riusciti
ad unire soggetti profondamente diversi per
tutelare l’interesse di un bene comune – dichiara Alessandro Giannì, direttore delle
Campagne di Greenpeace Italia. - Questa iniziativa non si ferma qui: adesso è importante
che questo coordinamento locale si allarghi
e diventi una realtà per portare il nostro messaggio forte e chiaro al ministero dell’Ambiente» - conclude Giannì.
Sono intervenuti ed hanno firmato l’appello
anche: il sindaco di Vittoria, il vicesindaco di
Butera, l’assessore del Comune di Acate,
l’assessore all’Agricoltura del comune di Scicli, i rappresentanti del Consorzio di ripopolamento ittico di Agrigento e Siracusa.
Elenco dei comuni firmatari: Palermo, San
Vito Lo Capo, Erice, Favignana, Pantelleria,
Campobello di Mazara, Castelvetrano,
Sciacca, Siculiana, Realmonte, Gela,Vittoria,
Ragusa, Pozzallo, Noto, Caltanissetta, Enna,
Trapani, Pachino, Marsala, Lampedusa e Linosa, Modica, Scicli, Custonaci, Butera,
Ispica, Licata, Porto Palo di Capopassero,
Acate. Hanno aderito anche:
Alessandro Aricò, Assessore Regionale del
Territorio e dell’Ambiente; Angelo Pizzuto,
Commissario straordinario del Parco delle
Madonie; On. Vincenzo Marinello Parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana;
AGCI-AGRITAL Sicilia; LegaCoop Sicilia; LegaCoop Pesca Sicilia; Comitato Stoppa la
Piattaforma; Associazione Apnea Pantelleria
Onlus; Associazione L’AltraSciacca.
SICILIA
Nasce la task force Legacoop
per start up e accesso al credito
E’ partito da Enna e Siracusa il nuovo progetto di Legacoop Sicilia per contrastare gli
effetti della crisi attraverso la creazione di una
task force finanziaria interna all’associazione.
Al centro del progetto, le cooperative più
“grosse” dell’isola tra quelle aderenti al sistema di Legacoop: da Conad Sicilia della
provincia di Ragusa alla coop sociale Cot di
Palermo, alla Ipacem di Agrigento, cooperative che, in alcuni casi, superano anche i
50milioni di fatturato.
“In tutto– spiega la coordinatrice del proPrimo piano
Legacoop
12
getto, Angela Maria Peruca – si tratta di
80 cooperative operanti in settori diversi, tra
loro, tutte con più o meno solidi fatturati alle
spalle ma non per questo a riparo dagli effetti
della crisi”.
Il percorso ha l’obiettivo di mettere in rete tutti
gli strumenti e le opportunità del movimento
cooperativo Legacoop sia a livello nazionale
che regionale (da Coopfond a CCFS, dall’IRCAC all’Unipol banca, da Banca Etica a Cooperfidi Italia) creando così un rapporto
costruttivo e sinergico con le stesse cooperative siciliane. Previsto un ventaglio di azioni
gratuite a supporto delle imprese: dall’esame
dei bilanci e pianificazione economica e finanziaria alla realizzazione (con l’ausilio dei
Cat , centri di assistenza tecnica Legacoop
Sicilia ) di interventi di start up da formulare
alle banche di riferimento.
Della struttura regionale della task force finanziaria oltre alla coordinatrice Peruca,
fanno parte: Filippo Parrino per i rapporti
con le banche e Cooperfidi Italia; Luca Mencarelli e Giada Patania per la definizione e
il check up dei bilanci a consuntivo; Pietro
Piro e Alessandro Sciortino per la verifica
della pianificazione economica e finanziaria e
la definizione di strategie di intervento per migliorare le performance aziendali e di bilancio.
A supporto del progetto, anche un nuovo software creato da Legacoop nazionale insieme
ad esperti del sistema finanziario per agevolare l’individuazione delle debolezze di bilancio e facilitare il credito alle aziende e la
rimodulazione dei piani aziendali.
“C’è la volontà di investire professionalità, risorse e di rafforzare il sistema della cooperazione sull’isola”, dice Peruca. Delle 80
cooperative coinvolte nel primo check up e a
cui sarà consegnato gratuitamente anche il
software e offerta la consulenza, la metà arrivano dalle provincie di Palermo, Messina,
Catania e Palermo; 16 da Agrigento e Trapani; e le rimanenti da Caltanissetta, Enna e
Siracusa.
Per quanto riguarda l’attività di supporto a
piani di start up, tra le iniziative di Legacoop
nazionale c’è il progetto: 1000 nuove cooperative prossimi tre anni. Dopo Enna e Siracusa il calendario di incontri di Legacoop
Sicilia per la presentazione del programma
operativo a sostegno delle cooperative siciliane proseguirà il 26 a Catania; il 27 a Caltanissetta; il 30 a Trapani; il 31 a Messina; l’1
Settori
Territori
agosto ad Agrigento; il 2 agosto a Ragusa; il
3 agosto a Palermo.A settembre, invece, sarà
organizzato l’incontro con gli esperti e i responsabili di Legacoop nazionale e delle banche che aderiscono all’iniziativa.
FERRARA
10 cooperative ferraresi
sottoscrivono un Contratto di Rete
“Realizzare l’aggregazione di cooperative
che operano nei settori della Pesca, dell’Ambiente, della Ricettività, dell’Animazione
culturale, del Sociale, costituendo una rete
di imprese che sia in grado di sviluppare
strategie e progetti di promozione del territorio del Delta del Po e delle sue risorse
(enogastronomiche, culturali, sociali) di
medio lungo periodo” è l’obiettivo che
Co.Pe.Go, San Pietro, Cooperativa Esercenti
Stabilimenti Balneari, Il Fiume, Atlantide,
Brodolini, Girogirotondo, Camelot, La Fattoria degli Animali, Il Fiume Sopra la Pianura
si pongono attraverso il Contratto di Rete
che hanno appena sottoscritto. La Rete associa importanti realtà del territorio, che aggregano quasi 100 milioni di euro di
fatturato e più di 1.200 addetti.
Il Contratto di Rete è il frutto delle considerazioni emerse dalle analisi sulle prospettive economiche locali e sui settori
potenzialmente in crescita nell’area del
Delta del Po, svolto negli ultimi mesi dal Coordinamento provinciale del Turismo di Legacoop Ferrara.
“Pesca e turismo, settori trainanti dell’economia della costa, possono trovare nell’interazione con altri settori quali la
cooperazione sociale, la gestione ambientale e l’animazione culturale nuove modalità
di intervento e nuovi spazi di mercato”
spiega Chiara Bertelli, responsabile del
Coordinamento provinciale di Legacoop Turismo “le Cooperative hanno avviato progetti e attività comuni per la valorizzazione
dei prodotti ittici e la promozione turistica
ed enogastronomica del territorio, condividendo competenze e risorse e l’effetto è
stato quello di produrre nuovi ambiti di attività nei diversi settori. Il Contratto di rete è
lo strumento che è stato individuato per
consentire alle Cooperative di gestire al meImprese
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Territori
glio i rapporti interni ed esterni, uno strumento flessibile, aperto all’ingresso di
nuove cooperative”.
La Rete si doterà di un logo e di un’immagine coordinata che indicherà ai turisti e ai
clienti i prodotti delle Cooperative, i luoghi in
cui si svolge l’attività della pesca, gli itinerari di visita, le possibili escursioni e le iniziative che saranno via via realizzate.
Il nome “Legàmi” rappresenta le relazioni
tra le cooperative e tra le persone che vi lavorano, accomunate dall’appartenenza ad
un sistema valoriale, la cooperazione, di cui
Legacoop e le cooperative associate fanno
parte. Un intreccio di saperi e di competenze che sono il vero valore aggiunto di un
territorio, come quello del Delta, in cui settori tradizionali come la Pesca devono saper
trovare oggi nuove declinazioni, senza perdere la propria identità.
“La situazione economica attuale obbliga le
aziende a razionalizzare le risorse e a ricercare nuove forme di accesso al mercato”,
osserva Andrea Benini, Presidente di Legacoop Ferrara. “Le Cooperative della Rete
hanno scelto di intraprendere la strada dell’integrazione e della collaborazione intersettoriale. L’hanno fatto puntando sulla
valorizzazione delle risorse del territorio in
cui operano e sul quale ricadranno gli investimenti che la Rete effettuerà nei prossimi
anni. Mi sembra una scelta virtuosa, utile
per creare occasioni di lavoro e di crescita
e mi auguro che possano fungere da esempio anche per altre aziende della nostra
Provincia”.
REGGIO EMILIA
Confcooperative e Legacoop a
confronto sulla legge Fornero
Successo del convegno di Confcoperative
e Legacoop sulla riforma del mercato del
lavoro.
E’ stata la prima iniziativa della cooperazione a livello nazionale quella organizzata
oggi al Classic Hotel da Confcooperative e
Legacoop sulla riforma del mercato del lavoro: un vero e proprio convegno “in diretta”
rispetto all’entrata in vigore, due giorni fa,
della cosiddetta “legge Fornero”.”Importante è anche il fatto che l’iniziativa sia stata
organizzata unitariamente – ha detto il se-
Primo piano
Legacoop
13
gretario generale nazionale di Confcooperative, Vincenzo Mannino, nel suo intervento – considerando il ruolo che l’Aci,
l’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha
avuto al tavolo con il Governo”.
Davanti a una sala gremita, a testimonianza
dell’interesse per la recentissima riforma, i
relatori hanno approfondito la complessa
impalcatura della legge, che interviene su
questioni cruciali per le cooperative.
La portata del provvedimento per Confcooperative e Legacoop – è legata sia alle ripercussioni immediate, quelle che
riguardano i rapporti di lavoro, le tutele, la
flessibilità nell’accesso in una stagione di
grave crisi, ma lo sguardo si deve necessariamente spostare anche avanti nel tempo,
per comprendere quali effetti si potranno
determinare in termini di futuro per le cooperative e sulla nascita di nuove esperienze
imprenditoriali”. Il giudizio delle due centrali
cooperative sulla legge è sostanzialmente
positivo, anche se saranno necessarie modifiche e aggiustamenti.
Hanno aperto i lavori i presidenti di Legacoop e Confcooperative, Simona Caselli e
Giuseppe Alai. La prima, sottolineando la
tempestività dell’iniziativa, ha sottolineato
l’importanza che la cooperazione da ai temi
del lavoro, che parte da una concezione
dell’economia che privilegia il lavoro e la
produzione piuttosto che la finanziarizzazione esasperata che ha portato alla crisi
attuale. Il presidente Alai ha sottolineato
come la nuova legge, con le innovazioni che
introduce, ponga attenzione alle imprese e
al lavoro. Sarà un impegno delle cooperative cogliere le opportunità della legge valorizzando sempre quello che è uno dei
capisaldi della cooperazione, cioè il lavoro.
Entrambi hanno ricordato come le cooperative, anche in questa situazione di grave
crisi, siano riuscite a difendere il lavoro sia
a Reggio Emilia che a livello nazionale, con
dati che vedono anzi l’occupazione in aumento a fronte di una scarsa utilizzazione
degli ammortizzatori sociali.
La relazione introduttiva è stata svolta da
Mario Ricciardi, professore di Diritto del
lavoro all’Università di Bologna. Ricciardi in
particolare ha approfondito i temi della flessibilità in entrata e dei licenziamenti, che
sono caratterizzanti della nuova normativa
“Una nuova legge – ha affermato Ricciardi
– che al di là dei giudizi negativi se non ta-
Settori
Territori
glienti di alcune parti sociali, è comunque
importante”. E’ una legge complessa, una
sorta di cantiere che va studiato nel dettaglio.
E’ poi intervenuto Carlo Marignani, responsabile delle Relazioni industriali di Legacoop Nazionale, che è entrato nel vivo
degli effetti della riforma sulle scelte immediate delle cooperative, anticipando che la
norma sarà oggetto di richieste di modifiche a tempi brevi, presentate dall’Alleanza
delle Cooperative Italiane, per attenuare alcune rigidità. L’intervento finale è stato
svolto da Vincenzo Mannino, segretario
generale di Confcooperative nazionale, che
ha collegato le questioni affrontate dalla
Legge Fornero e più in generale i il tema del
lavoro, alle prospettive di sviluppo delle cooperative, alla luce della situazione economica e finanziaria, sviluppando interessanti
riflessioni sull’autoimpiego (che caratterizza
da sempre la cooperazione), sulle nuove
esperienze che legano il tema del lavoro al
welfare (basti pensare al rilancio della mutualità integrativa), sulla necessità di puntare maggiormente all’innovazione e sulla
prospettiva – indispensabile – di crescita
della cooperazione italiana sui mercati
esteri.
MODENA
Ilbilanciodelsisma:48cooperative
coinvolte, di cui 15 nel “cratere”
E’ un bilancio drammatico, e ancora provvisorio, quello tracciato venerdì scorso dalla
Direzione di Legacoop Modena, alla presenza dell’Assessore Provinciale Stefano
Vaccari: le cooperative che hanno subito
danni – diretti e indiretti - dal sisma sono
48, e di queste 15 hanno sede nei comuni
del cosiddetto “cratere”. Ad oggi si parla di
oltre 160 milioni di euro di danni fra immobili, impianti e attrezzature lesionati, merce
persa e mancati introiti. Di questi, oltre 100
riguardano il solo settore agroindustriale;
ma pesantissimi sono stati i danni anche
per la cooperazione di consumo e di distribuzione, e per le cooperative sociali.
Le persone attualmente in cassa integrazione sono oltre 800: un dato, dal punto di
vista numerico, inferiore rispetto ai picchi di
maggio e giugno, ma molto superiore in ter-
Imprese
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Territori
mini di ore richieste, che ammontano a diverse decine di migliaia.
“Le imprese cooperative del “cratere” rappresentano il 30% del nostro Pil – ha spiegato Lauro Lugli, presidente di Legacoop,
che ha ringraziato l’Assessore Vaccari per
l’impegno instancabile e capace con cui si
è attivato da subito, cosi come straordinario è l’impegno profuso da tutti i Sindaci ed
encomiabile il lavoro svolto dal commissario straordinario Vasco Errani e dall’Assessore Giancarlo Muzzarelli – . E’ un
dato davvero preoccupante. E non solo perché si tratta di stime che in molti casi non
prendono in considerazione il mancato fatturato, ossia i danni cosiddetti “indiretti”, ma
soprattutto perché ad oggi non vediamo da
parte del Governo interventi chiari e concreti
per favorire la ricostruzione. Mi riferisco, in
primis, a decisioni – da più parti, e più volte
sollecitate – come lo sblocco immediato
delle risorse stanziate per il 2012, e la rimozione dei vincoli al patto di stabilità, per il
prossimo triennio, per tutti i Comuni colpiti
dal terremoto.”
Diverse le richieste avanzate dai componenti
della Direzione Legacoop all’Assessore Vaccari fra cui, passaggio fondamentale per
poter ripartire, l’immediato chiarimento delle
procedure per la certificazione dei danni e
la richiesta di finanziamenti – ponte.
Ma l’incontro è stato anche l’occasione per
illustrare i tanti interventi attivati dal movimento cooperativo a sostegno di persone e
imprese colpite, come la raccolta di fondi attivata dall’Alleanza delle cooperative italiane,
a livello nazionale, regionale e provinciale, in
accordo con CGIL/CISL e Uil, presso tutti i
soci e dipendenti delle cooperative aderenti
alle Centrali; gli interventi di Coopfond, che
ha deliberato l’ erogazione di un contributo
al Fondo di solidarietà creato dalla cooperazione, la predisposizione di condizioni agevolate per interventi in fase di ricostruzione,
e una moratoria nei rientri di prestiti e partecipazioni per 16 cooperative che operano
nei Comuni più colpiti dal terremoto; lo stanziamento di 200.000 euro da parte del Consorzio Nazionale Servizi a favore di progetti
mirati; l’intervento immediato di UNIPOL,
che ha stanziato diversi milioni di euro come
anticipazione dei danni sulle polizze assicurative...
“Sono convinto – ha spiegato Stefano Vaccari, dopo aver ringraziato a nome delle Istituzioni le cooperative per l’immediata
Primo piano
Legacoop
14
disponibilità di mezzi, attrezzature, servizi e
persone fin dalle prime ore dopo la scossa
del 20 – che fuori dal “cratere sismico” non
vi sia la piena consapevolezza di quanto è
accaduto, e questo è davvero preoccupante
per il futuro. Rispetto alle richieste di chiarezza e di maggiore velocità, ci siamo sentiti dire da Roma che pretendiamo tempi di
risposta assolutamente impensabili .... portandoci l’esempio dei tempi dell’Aquila. Ebbene, noi non smetteremo di insistere e di
pretendere risposte e risorse, vogliamo mettere in condizione la nostra gente e le nostre imprese di ripartire subito, togliendo le
persone dai campi per farle rientrare nelle
abitazioni, ricostruendo le scuole in tempo
per il nuovo anno scolastico, sostenendo la
ripresa delle diverse attività produttive. E
provando a ricostruire “l’immateriale”, ci
tengo a sottolinearlo, ossia a ricreare le nostre Comunità, profondamente ferite e sconvolte nei punti di riferimento delle loro
identità: monumenti, municipi, chiese e
campanili, teatri, centri sociali, centri sportivi.
La ripresa della vita nei nostri territori passerà anche da qui.”
RIMINI
Ripartire dalla musica
per superare il terremoto
Il terremoto che ha colpito duramente la
Bassa Modenese provocando morti, feriti,
disagi, distruzioni di case, fabbriche, scuole,
edifici pubblici, chiese e aziende, ha messo
a dura prova una popolazione abituata da
sempre a costruire e a guardare avanti.
La necessità di far fronte alle molteplici situazioni di emergenza e il desiderio di credere con fiducia al futuro, richiede la
partecipazione di tutti, soprattutto delle
strutture che da anni contribuiscono a importanti attività educative e culturali.
Tra queste, una delle più significative e radicate nei 9 comuni della Bassa Modenese
(Mirandola, Finale Emilia. San Felice, Camposanto, Medolla, San Prospero, Cavezzo,
San Possidonio e Concordia), tutti colpiti dal
terremoto, è la Fondazione Scuola di Mu-
Settori
Territori
sica Carlo e Guglielmo Andreoli, che ha formato professori d’orchestra, che in passato
e attualmente prestano la loro opera nelle
più grandi orchestre.
Una piccola realtà del territorio, ma con
grandi ambizioni. La Fondazione è un importante momento di aggregazione sociale
del territorio, territorio che è abituato da
sempre a rimboccarsi le maniche.
Ora sembra che manchi tutto, ma gli abitanti della Bassa Modenese sanno che con
il lavoro e la pazienza tutto si può rimettere
in moto; quello che ora serve è la serenità,
la possibilità di tornare al più presto ad una
vita normale, per quanto possa essere normale vivere in tenda tra macerie e attività
da far ripartire.
Il denaro ricavato sarà utilizzato per istituire
delle borse di studio per i ragazzi del territorio le cui famiglie non si possono più permettere di pagare la piccola retta della
scuola di musica in quanto i genitori hanno
perso il lavoro.
Per stare assieme, ed ascoltare i ragazzi del
gruppo di trombe DO RE MI FA SOL LA SI
diretti dal Maestro Enrico Malagoli è stata
organizzata una serata sotto le stelle, sulla
grande spiaggia “Bluebeach” che Riminiterme ha messo a disposizione. Alla serata
era presente il direttore della Fondazione
prof. Mirco Besutti che ha presentato il
progetto.
RAVENNA
Primo incontro del Presidente Gasperoni con le cooperative Cervesi
«Cervia e Milano Marittima rappresentano,
nella nostra provincia, un punto qualificato
e di altissimo standard dell’offerta turistica
del territorio. Per mantenere questa peculiarità è necessario un continuo rinnovamento dell’offerta e della qualità urbana. Il
progetto Pentagramma, in questo senso, è
un’opportunità fondamentale per il territorio
di Cervia e Milano Marittima», questo il
commento del Presidente di Legacoop Elio
Gasperoni, al termine del suo primo incontro con le Cooperative Cervesi, svoltosi
Imprese
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Territori
il 20 luglio.
Il progetto prevede diversi interventi nel territorio di Cervia e Milano Marittima: la riconversione della colonia Montecatini ad
albergo e SPA, le opere di urbanizzazione
di importanza strategica, il recupero del
comparto dei Magazzini del Sale e delle
case dei salinari, il collegamento ciclopedonale tra le Saline e il centro della città e
il lungomare di Milano Marittima e la costruzione di un grattacielo a basso impatto
ambientale. Nella progettazione sono previsti anche numerosi alloggi da cedere al
Comune per housing sociale.
«Cervia e Milano Marittima hanno già le
carte in regola per proporre un’offerta turistica ‘moderna’ e di alto livello e il progetto
Pentagramma può diventare una delle
azioni efficaci che permettono di rafforzare
questo risultato. Ecco perché Legacoop
propone di organizzare, al più presto, per
non perdere le opportunità in campo, incontri che vedano protagonisti tutti i soggetti interessati per approfondire i temi
legati alla realizzazione di questo progetto
e dell’assetto urbanistico, turistico e culturale di quel territorio. Questi passaggi sono
fortemente legati allo sviluppo economico
di quel territorio, anche per settori che apparentemente non sono legati a quello del
turismo come l’edilizia, i servizi, la logistica,
Primo piano
Legacoop
15
il welfare, finanche all’agricoltura, per la valorizzazione dei prodotti tipici».
Questi sono solo alcuni dei temi emersi durante l’incontro che i rappresentanti delle
cooperative cervesi hanno avuto con il neopresidente di Legacoop, Elio Gasperoni:
l’occasione è servita soprattutto per confrontarsi sulle questioni generali che interessano il territorio, sulle problematiche
portate dalle cooperative presenti e per discutere sull’opportunità di organizzare una
‘Festa delle cooperative cervesi’, che dovrebbe tenersi in autunno.
PALERMO
Insediato il dipartimento
Generazioni Legacoop
Un dipartimento giovani, il primo in Sicilia,
che già nel nome, “Generazioni”, svela la
propria ambizione: seguire appunto i giovani, generazione dopo generazione, dall’avvio al consolidamento dell’impresa
cooperativa. A costituirlo è Legacoop Palermo che a giugno ne aveva approvato la
nascita nell’ambito del direttivo provinciale.
Del dipartimento fanno parte le coop: Cultura Attiva, Levante, M&P, Conca d’oro
caffè, Ariel, Ponente, Libero sole, Telemaco,
Settori
Territori
Bond of Union, Pio La Torre, i Sicani.
“I giovani – dice Massimiliano Lombardo, coordinatore della struttura - possono e devono essere la risposta in termini
di professionalità, passione, ricambio generazionale e creazione della nuova classe dirigente. Per questo motivo abbiamo ritenuto
fondamentale dare seguito ad un impulso
nato dal Congresso nazionale di Legacoop
e che ci ha portato fino a questa giornata,
per proporre a giovani cooperatori di tutta
Italia di condividere un’esperienza ed a contribuire alla realizzazione di un progetto che,
siamo certi, potrà essere una possibilità di
cambiamento per la città”.
Tra le proposte immediate, la realizzazione
di un progetto di co-working presso la sede
di Legacoop Palermo. Un luogo dove fare
incontrare e crescere idee di impresa per
un periodo massimo di 2 anni, aiutando
così i ragazzi nella fase di start up. “Vogliamo dare spazio –aggiunge Lombardo alla generazione più formata e meno utilizzata del nostro Paese, quella che soprattutto nel nostro Mezzogiorno viene
quotidianamente umiliata e abbandonata.
Basti pensare che negli ultimi dieci anni
30.000 giovani palermitani sono andati
via”.
Imprese
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Imprese
>> Coop Adriatica
16
COOP ADRIATICA
>> Sacmi
Certificazione Emas per Ipercoop
“Città delle Stelle” di Ascoli Piceno
>> CMC
L’ipercoop Città delle Stelle di Coop Adriatica si conferma l’unico punto vendita della
grande distribuzione in Italia con il bollino
“verde” Emas. Anche nel 2012, infatti, per il
settimo anno consecutivo, il negozio ha ottenuto il rinnovo della certificazione europea
che ne attesta l’eccellenza e i continui miglioramenti sotto il profilo ambientale. La registrazione Emas 2012 è stata assegnata al
punto vendita grazie al raggiungimento di
tutti gli obiettivi “verdi” previsti per lo scorso
anno: nel parcheggio sono entrati in funzione a maggio 14 inseguitori solari, che, nel
solo 2011, hanno consentito di produrre
oltre 106 mila kilowattora di energia pulita;
circa 500 clienti hanno partecipato a iniziative di educazione al consumo consapevole;
la campagna informativa “ScegliAmbiente”
ha sensibilizzato all’acquisto di prodotti a
basso impatto, come quelli a marchio ViviVerde Coop, dagli alimenti biologici alle batterie ricaricabili; i consumi energetici sono
stati oggetto di un’analisi accurata. Ora il negozio è già al lavoro per un altro anno di attenzione all’ambiente: entro il 2014, si punta
infatti a una diminuzione del 3% dei consumi di energia, grazie anche all’adozione
di un sistema di illuminazione a led, molto
più efficiente delle lampadine tradizionali;
verranno inoltre rinnovate le attività di educazione al consumo.
Emas è l’acronimo di Eco-management and
audit scheme: il sistema, varato per la prima
dall’Unione Europea nel 1993 per diffondere
la cultura dello sviluppo economico sostenibile, è stato più volte revisionato, ed è normato oggi dal Regolamento comunitario Ce
1221/2009. Possono aderirvi volontariamente imprese ed organizzazioni che vogliano valutare e migliorare le proprie
prestazioni ambientali e informare il pubblico
>> Mutuo Soccorso Cesare Pozzo
>> CLF
>> Itaca
>> Consorzio di Solidarietà Sociale
>> PesceAzzurro
Primo piano
Legacoop
Settori
Territori
e tutti gli interessati dei risultati ottenuti.
L’ipercoop “Città delle Stelle” – situato all’interno dell’omonima galleria commerciale,
in località Castel di Lama, ad Ascoli – è stato
dotato fin dalla sua apertura, nel 2002, di
impianti e soluzioni ingegneristiche mirate
all’efficienza energetica e all’abbattimento
dei consumi. In più, anno dopo anno – come
previsto dallo stesso disciplinare Emas –
adotta ulteriori accorgimenti che ne accrescono la sostenibilità, coinvolgendo soci,
consumatori e lavoratori, e ponendosi sempre nuovi traguardi ambientali: dall’installazione del distributore di detersivi sfusi
all’avvio della raccolta degli oli usati curata
dai soci Coop volontari, dalla donazione solidale degli invenduti con il progetto “Brutti
ma buoni” alla chiusura dei banchi frigo dei
surgelati, che consentono di risparmiare il
22% sui consumi del banco stesso. I risultati ottenuti, insieme agli obiettivi per l’anno
successivo, sono riportati in un’apposita Dichiarazione ambientale (disponibile in negozio da settembre e scaricabile anche dal sito
www.adriatica.e-coop.it ). Il loro effettivo
conseguimento viene attestato con una visita ispettiva da parte di un ente certificatore qualificato –in questo caso il “Rina”–
che rilascia la convalida della registrazione.
SACMI
Nasce il forno “universale”
per piastrelle
Personalizzabile, efficiente, altamente performante, tanti forni in uno: è Sacmi Modulare Line, non solo un innovativo forno
monostrato per piastrelle ma un vero e proprio nuovo concetto di impianto termico.
SML è infatti una macchina modulare che,
in base alla configurazione scelta, può originare qualsiasi modello di forno monostrato (FMP, XXL, EKO, ecc). E non è tutto:
scegliendo SML, il produttore può non solo
cambiare facilmente la bocca del forno, la
sua lunghezza, inserire accessori ecc – il
tutto senza sprechi di materiale e con fermi
linea molto ridotti – ma anche passare da
una tecnologia di cottura tradizionale ad
una EKO, senza la necessità di sostituire
l’intero impianto.
Sacmi SML, come l’intera gamma di offerta
Sacmi in materia di forni industriali, integra
Imprese
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Imprese
tutte le più moderne soluzioni termiche e
tecnologiche per il risparmio energetico.
Una macchina dunque che si distingue per
le elevate performance, l’alta efficienza termica e l’ottimizzazione dei consumi, con
grande vantaggio sia ambientale che economico.
MUTUO SOCCORSO CESARE POZZO
La storia della società in un volume
di Stefano Maggi
“Esserci per contare davvero. La testimonianza diventa modello di sviluppo per il welfare del XXI secolo” è stato lo slogan
dell’assemblea di bilancio della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo,
che sintetizza in poche parole l’attuale momento storico che caratterizza e unisce la
principale Mutua italiana, il movimento mutualistico italiano e quello europeo.
Il bilancio 2011 presenta un margine mutualistico di 2 milioni 506 mila euro, che in
un periodo di profonda crisi economica
mondiale come quello che si sta attraversando, si ritiene sia un avanzo di tutto rispetto. Il conto economico rivela nella sua
prima voce un aumento dei ricavi per contributi associativi, passando da 21milioni
520mila del 2010 a 22milioni 22mila euro
del 2011. Aumentano i sussidi di competenza (13milioni 339mila contro i 12milioni
700mila del 2010). I costi della gestione
Primo piano
Legacoop
17
mutualistica restano pressoché invariati
mentre il costo del personale aumenta di
circa 200mila euro per effetto di nuove assunzioni.
Il presidente della SNMS Cesare Pozzo, Giovanni Sica, nella “Relazione sulla Gestione”
dell’esercizio 2011 ha ricordato, in particolare, come la “ Cesare Pozzo esprime numeri importanti per soci, familiari assistiti,
varietà di forme di assistenza, per struttura
organizzativa sul territorio, proponendo consolidate forme di assistenza per singoli e per
le collettività. L’idea della mutualità – ha aggiunto Sica –, con i suoi ideali e i suoi valori,
non solo resta intatta, ma addirittura si arricchisce di un nuovo valore aggiunto: la ripresa della sua utilità sociale ed economica
nel contesto di una crisi del sistema assistenziale pubblico che riduce la spesa pubblica invece di renderla efficiente”.
Sica ha anche evidenziato la grande importanza che rivestono le attuali alleanze, ma
anche la ricerca di ulteriori alleati. A questo
proposito Giovanni Sica si è soffermato sul
rilievo fondamentale che riveste sul piano internazionale l’attuale “alleanza tra la Cesare
Pozzo e il più grande gruppo mutualistico
francese Harmonie Mutuelles che, con il benestare delle reciproche Federazioni, Fimiv e
Fnmf, aiuta la crescita di tutta mutualità italiana, il suo valore economico, lo sviluppo
dell’economia sociale, l’occupazione nel settore. Questa alleanza franco-italiana politica
ed economica incide sull’attività della Commissione Europea nel definire ruolo e statuto della mutualità europea perché mostra
nei fatti la mancanza di strumenti legislativi
ed economici idonei che consentano alle
mutue sanitarie di poter agire in un quadro
di collaborazione tra le nazioni e di essere
parte attiva del processo d’integrazione europea, di competere e di dare una risposta
alternativa alle esigenze di salute dei lavoratori e dei cittadini europei”. Inoltre il presidente Sica ha ricordato che “dal 2010 è
attivo il Fondo Salute Sce, la società cooperativa europea, che vede la sinergia tra la
Cesare Pozzo e l’Union Harmonie Mutuelles”.
A sottolineare che anche in Francia credono
fermamente alla partnership con la Cesare
Pozzo è stata la numerosa delegazione di
dirigenti mutualisti francesi presente ai lavori dell’assemblea nazionale.All’assemblea
è intervenuto anche Placido Putzolu, preSettori
Territori
sidente della Fimiv, che ha fatto una dettagliata illustrazione sullo stato della mutualità in Italia e in Europa e sulle iniziative
intraprese e da intraprendere per la tutela e
lo sviluppo della mutualità, nelle realtà e
nelle istituzioni nazionali ed internazionali.
Il prof. Stefano Maggi ha invece colto l’occasione della assise nazionale per presentare, in anteprima ai delegati il suo ultimo
libro “Mutuo Soccorso Cesare Pozzo. 135
anni di solidarietà (1877-2012)”, pubblicato
dalla Società Editrice Il Mulino nella Collana
“Storia e studi cooperativi”. Il libro ricorda le
vicende di una delle più grandi e più longeve
società di mutuo soccorso in Italia, un’associazione nata fra i macchinisti e fuochisti, poi
aperta ai ferrovieri, ai lavoratori dei trasporti
e infine a tutti i cittadini, come epilogo di un
lungo e significativo processo di adattamento.
La società di mutuo soccorso Cesare Pozzo
ha sempre avuto ben presenti le sue origini
e la provenienza dai ferrovieri, tanto che oggi
conserva l’archivio storico notificato dalla
Soprintendenza e una biblioteca dedicata a
ferrovie e trasporti, che è la più importante
e aggiornata a livello nazionale. Una società
mutuo di soccorso presente in tutto il paese,
intitolata a una figura di spicco del mutualismo ottocentesco, Cesare Pozzo che si impegnò in una incessante opera sindacale,
svolta sempre insieme al servizio di macchinista e all’attività di mutuo soccorso e
pubblicistica per divulgare le nuove idee.
CMC
Primo maxilotto SS 640
di Porto Empedocle
I lavori di adeguamento a quattro corsie della
superstrada SS 640 di Porto Empedocle – Itinerario Agrigento – Caltanissetta – A19 saranno eseguiti da CMC in 5 anni con la
formula contrattuale del general contractor.
La strada SS 640 di Porto Empedocle diparte
dal Porto di Porto Empedocle, attraversa la
Valle dei Templi a sud di Agrigento e, dopo
aver interessato i territori di numerosi comuni
delle province di Agrigento e Caltanissetta,
termina all’innesto con la SS 626 Caltanissetta-Gela.
La dorsale, importantissima per la viabilità regionale della Sicilia, rappresenta non soltanto
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Imprese
un asse stradale di penetrazione a servizio
delle aree interne, ma altresì l’itinerario preferenziale tra la Sicilia sud-occidentale e l’autostrada A19 Palermo-Catania, e quindi il
collegamento diretto tra la provincia di Agrigento e l’anello viario principale dell’isola costituito dai collegamenti autostradali fra i tre
principali centri metropolitani (Palermo, Catania, Messina).
CLF
Aggiudicatiilavoriperammodernamento della stazione Cadorna (MI)
Sono iniziati da un mese i lavori, affidati alla
cooperativa CLF di Bologna, per l’ammodernamento della Stazione Cadorna di Milano, che termineranno nel 2013 con una
particolare attenzione a ridurre al minimo
l’impatto ambientale.
Un cantiere “silenzioso e rapido” per ridurre
al minimo l’impatto ambientale e completare in tempi record, entro la primavera
2013, i lavori di ammodernamento e di potenziamento sulle linee delle Ferrovie Nord
e nello snodo nevralgico della Stazione Cadorna, nel cuore di Milano.
Tra le opere più rilevanti per complessità
spicca la posa, completata nella notte tra il
16 e il 17 luglio, di un deviatoio intersezione
pesante oltre 50 tonnellate e lungo 15 metri
che è stato pre-assemblato fuori dalla stazione per superare i problemi di spazio (ridottissimo) tra i binari.
Al varo del deviatoio hanno partecipato l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Mobilità della Lombardia Raffaele Cattaneo,
il Direttore Generale della Regione Lombardia ing. Riccardo Ferrari, il Presidente di
FNM (Ferrovie Nord Milano) ing. Norberto
Achille, i vertici di Ferrovie Nord: il Presidente arch. Mario Malugani, l’Amministratore Delegato ing. Marco Barra
Caracciolo, l’Amministratore Unico di
FNING (Ferrovie Nord Ingegneria) ing. Roberto Cerasoli, il RUP (Responsabile Unico
del Progetto) ing. Marco Mariani e il Direttore dei lavori ing. Roberto Riva.
In poche ore il nuovo deviatoio è entrato
perfettamente nella ragnatela di binari. Era
Primo piano
Legacoop
18
un intervento complesso visto che il deviatoio è in una posizione particolarmente critica rispetto all’esercizio ferroviario ed al
layout della stazione Cadorna.
In pochi mesi il gruppo CLF trasformerà
tutta la stazione Cadorna, grazie alla posa di
46 deviatoi, con nuovi scambi dotati di impianto termico antigelo, per non avere problemi in inverno, e di 159 nuove rotaie per
una lunghezza di oltre 5 chilometri. Sotto i
binari vengono stesi due tappeti di gomma,
per ridurre le vibrazioni quando passano i
treni e di conseguenza il rumore.
Per l’associazione temporanea d’imprese
creata da GCF Generale Costruzioni Ferroviarie Spa e CLF Costruzioni Linee Ferroviarie, la divisione lavori ferroviari del
gruppo Unieco di Reggio Emilia, l’importo
complessivo dell’appalto è di oltre 40 milioni di euro finanziato dal contratto di servizio tra Regione Lombardia e Ferrovie
Nord.
“L’ammodernamento ed il potenziamento
della stazione Cadorna – spiega Uber
Montermini, direttore Italia di CLF – vale
da solo circa 11 milioni di euro e si tratta di
un cantiere tecnicamente complesso ed innovativo”.
Quella che si profila per Milano e per i viaggiatori è una riduzione di oltre sei mesi dei
tempi di esecuzione previsti.
Una sfida che il gruppo CLF di Bologna, il
leader italiano nei lavori ferroviari, tramviari
e per le linee metropolitane, ha raccolto impegnandosi nello studio, nella progettazione
dell’intervento e di singoli componenti “su
misura” .
ITACA
Gli aspiranti fabers “occupano”
la sede di Pordenone
Ben 26 gli aspiranti “fabers” accolti il 19 luglio a Pordenone nella sede FAB di via San
Francesco, all’interno del 1° “Open Day
FAB” organizzato nella città sul Noncello. Lo
annuncia la Cooperativa Itaca che lo scorso
29 giugno ha lanciato a Pordenone l’incubatore d’impresa “Faber Academy Box”,
realizzato e presentato in occasione delle
celebrazioni per il Ventennale di fondazione.
“Aver avuto ieri l’opportunità di accogliere
26 embrioni di proposte di progetto è per
noi un risultato eccezionale – afferma il preSettori
Territori
sidente Leo Tomarchio - ma anche inatteso, non tanto nei numeri quanto invece
nella qualità delle idee che ci sono state
presentate. E per le quali desideriamo ringraziare da subito le ragazze ed i ragazzi
che sono venuti in FAB”.
FAB è un ‘incubatore d’impresa di seconda
generazione, lanciato per raccogliere idee,
selezionarle e dare una spinta per tradurle
in imprese. Tre i filoni dei futuri progetti ovvero uomo, ambiente, comunità, filoni ai
quali i 26 “fabers” presenti ieri si sono perfettamente attenuti. FAB è stato voluto, pensato e realizzato dalla Cooperativa sociale
Itaca per la valorizzazione del territorio. Innovativo e unico nel panorama nazionale, è
rivolto a persone disoccupate o in forte instabilità lavorativa, e a chi ritiene di avere
l’idea giusta.
Tornando al successo del primo Open Day
FAB, tenutosi ieri nella sede di via San Francesco a Pordenone, se si considera che
l’incubatore è stato lanciato il 29 giugno
scorso, in soli 20 giorni FAB è riuscito a
coinvolgere una trentina di aspiranti “fabers” ed altrettanti progetti.
“Siete arrivati da tutto il Friuli Venezia Giulia, qualcuno addirittura da Milano. Grazie
per essere stati presenti e per averci scaldato con le vostre idee – prosegue il presidente Tomarchio -. Segno che avevamo
visto giusto, che la nostra intuizione ha
salde radici nella realtà, che c’è ancora
qualcuno, come voi, che ha voglia di scommettere e di portare nuova linfa”.
La giornata di ieri è stata funzionale alla
presentazione di 26 primi embrioni di progetto, tutti di spessore, una bella sorpresa
innanzitutto per la qualità delle idee che
sono state sottoposte all’attenzione di FAB.
“Abbiamo avuto il piacere assieme ai nostri
partner di Dof Consulting di incontrare persone qualificate e con esperienza, con titoli
non solo di studio di un certo livello. Siamo
orgogliosi – conclude il presidente di Itaca
– di aver incontrato persone che abbiano
dimostrato di avere voglia di mettersi in
gioco”.
La convinzione, ed anche l’auspicio di Itaca,
è che in vista del 31 agosto 2012 (deadline
per la presentazione dei primi progetti) gli
aspiranti “fabers” possano crescere ancora.
FAB è un progetto che gode della collaborazione di Dof Consulting e del supporto di
diversi partner, fra cui Provincia e Comune
di Pordenone, Università degli Studi di
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Imprese
Trento, A.I.C.C.O.N. (Associazione Italiana
per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit), DMAV. Dalla maschera al volto – Social Art Ensemble.
Per una Cooperativa sociale come Itaca,
che nel 2011 ha sfiorato i 35 milioni di euro
di fatturato segnando un + 7,8%,, incrementando il numero degli occupati (oltre
1300, l’83% dei quali donne) e dei soci lavoratori (oltre 1000), lanciare un progetto
come FAB significa proporre un nuovo modello di mondo e di comunità sociale, coerente con la mutevolezza del contesto
economico.
CONSORZIO SOLIDARIETÀ SOCIALE
Presentata monografia
“Una storia capace di futuro”
E’ stata presentata il 19 luglio a Parma, nel
corso di una conferenza stampa “Una storia
capace di futuro” la monografia a cura del
Consorzio di Solidarietà Sociale.
La pubblicazione, realizzata dal Consorzio Solidarietà Sociale con il contributo di Fondazione Cariparma, intende fornire pratiche e
semplici informazioni in relazione ad attività,
servizi e progettualità che la rete del Consorzio e delle sue cooperative sociali realizzano
in differenti ambiti d’intervento sul territorio di
Parma e provincia: disabilità, salute mentale,
inserimento lavorativo di persone fragili, infanzia, minori e giovani.
“Nonostante i tanti anni di storia infatti c’è
sempre bisogno non solo di comunicare ma
anche di farsi conoscere e riconoscere” - afferma il presidente del Consorzio Danilo
Amadei. Tanti i presenti alla
conferenza: Carlo Gabbi, presidente Fondazione Cariparma, l’assessore Manuela
Amoretti per la Provincia di Parma, il sindaco Federico Pizzarotti insieme all’ assessore al Welfare Laura Rossi e il direttore
generale AUSL Massimo Fabi.
“… Le pagine che seguono raccontano attraverso dati, esperienze e progetti questa
storia che proprio perché ha dimostrato essere possibile, apre alla speranza di un futuro
non solo più giusto, ma anche fraterno” (Danilo Amadei).
Primo piano
Legacoop
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PESCE AZZURRO
Solidarietà:venerdì ilpranzoofferto
ai cittadini di Finale Emilia
Il PesceAzzurro fa bene all’Emilia. Quasi
900 kg di pescato freschissimo dell’Adriatico partiranno venerdì 27 luglio alla volta di
Finale Emilia per essere cucinati nei campi
della Protezione civile e serviti a 1.700 abitanti colpiti dal terremoto. L’iniziativa benefica è di PesceAzzurro, la catena di ristoranti
della cooperativa di pescatori Coomarpesca
che ha recentemente inaugurato il nuovo
punto self-service di Rimini. E anche grazie
al successo riscosso immediatamente dal
ristorante riminese, così come grazie all’attività consolidata dei self-service di Cattolica, Milano Marittima e dello storico
ristorante di Fano, PesceAzzurro ha potuto
raccogliere circa 3.500 euro che venerdì
saranno devoluti alle popolazioni emiliane
terremotate.
La campagna di solidarietà si è svolta dal
23 giugno al 22 luglio nei ristoranti della catena: per ogni cliente che ha consumato un
pasto, 5 centesimi sono stati destinati da
PesceAzzurro alla Protezione civile dell’Emilia-Romagna. La qualità del pescato
servito, la valorizzazione del pesce azzurro
come alimento tipico romagnolo cucinato
secondo la tradizione e la competitività dei
prezzi praticati hanno fatto registrare circa
Settori
Territori
70mila presenze nei quattro ristoranti nel
solo mese in cui si è svolta la raccolta di
fondi a sostegno dell’Emilia.
Il “Menù del cuore” di PesceAzzurro, con
due antipasti, un primo, due secondi, un
contorno, acqua, vino e pane, è ora in partenza per Finale Emilia. Un mezzo frigorifero
di Coomarpesca consegnerà il prodotto freschissimo dell’Adriatico nella mattina di venerdì. A Finale, un rappresentante di
PesceAzzurro per ognuno dei 5 campi della
Protezione civile seguirà e coordinerà la
preparazione e la distribuzione dei piatti,
che saranno cucinati dai volontari di Protezione civile con le loro attrezzature. Il pranzo
sarà quindi servito a 1.700 persone colpite
dal terremoto e ospitate nei campi. Nell’occasione, insieme agli amministratori locali
e alle autorità, si terrà la consegna formale
della somma raccolta da PesceAzzurro durante la campagna a favore delle zone terremotate.
PesceAzzurro Rimini: già 11.000 presenze dall’inaugurazione
Il buon pesce dell’Adriatico a prezzi accessibili batte la crisi: ad un mese dall’inaugurazione del nuovo ristorante self-service
PesceAzzurro di Rimini, a Miramare, si registrano già più di 11.000 presenze, pari
ad oltre 350 clienti serviti ogni giorno. Sono
15 gli addetti al punto di Miramare, con la
previsione di poter incrementare lo staff e
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offrire presto lavoro ad ulteriori 6-8 persone. Gli addetti dei punti PesceAzzurro di
Rimini e Cattolica sono per la gran parte
giovani del territorio riminese.
A Cattolica, dove PesceAzzurro è aperto all’interno dell’Acquario dall’aprile del 2009,
le presenze registrate quest’anno hanno
toccato finora quota 45.000.
A queste si sommano, in Romagna, le
26.000 presenze registrate fino ad oggi dal
punto PesceAzzurro di Milano Marittima,
aperto nell’aprile 2011.
Complessivamente lo scorso anno sono
stati 210mila i clienti serviti da PesceAz-
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20
zurro in Romagna (400mila contando
anche Fano), di cui 130.000 a Cattolica,
per un totale di 105 tonnellate di pesce cucinato. I ristoranti sono aperti stagionalmente dal 1° aprile al 31 ottobre e in
Romagna impiegano attualmente 50 addetti complessivi.
PesceAzzurro: tipicità, cooperazione e
solidarietà
La formula vincente di PesceAzzurro è unire
i principi della cooperazione e della solidarietà, che sin dalla nascita ispirano i pescatori di Coomarpesca, alla valorizzazione del
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pesce azzurro quale prodotto tipico per eccellenza della riviera adriatica e romagnola,
cucinato secondo la tradizione e proposto
a prezzi accessibili in modo da far conoscere e apprezzare al maggior numero di
persone le proprietà salutari di alici, sarde e
saraghine dell’Adriatico, ricche di proteine,
vitamine e Omega3. Per favorirne il consumo anche fra i meno giovani, PesceAzzurro ha lanciato in particolare il “Menù
solidale”, con prezzi scontati per tutti i clienti
iscritti ad un circolo anziani.
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OSSERVATORIO SWG
Crisi: un’estate all’insegna dello
sconforto
Portafogli sempre più vuoti e disponibilità
finanziaria in calo: questi i presupposti con
cui gli italiani affrontano il periodo estivo. E
quando pensano al futuro la paura e il
pessimismo aumentano
Quest’anno, nelle valigie per le vacanze,
gli italiani metteranno un bel po’ di pessimismo. Il bilancio familiare degli ultimi dodici mesi parla chiaro: potere d’acquisto
molto diminuito e situazione economica
decisamente peggiorata. Non solo. Guardare al domani, ormai, crea quasi panico:
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gli italiani vedono nettamente in discesa la
loro capacità di risparmio e drammaticamente in salita una previsione di spesa più
limitata. Questa la cartolina estiva dell’Osservatorio sociale dell’istituto di ricerche
SWG che ritrae l’Italia in quello che dovrebbe essere un momento di relax e di
recupero mentale, ma che evidenzia, invece, un presente sempre più difficile e un
futuro dalle tinte assai poco brillanti.
Un anno fa, al rientro delle vacanze, incombeva la crisi sul Governo Berlusconi
che da lì a qualche mese avrebbe lasciato
il posto ad un nuovo leader, Mario Monti,
su cui poggiavano le speranza degli italiani
in attesa di concrete soluzioni per uscire
da questa pesante recessione. Ma, pur-
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troppo, a distanza di un anno la situazione
non si può certo dire migliore. Il collare ‘a
strozzo’ della crisi tende a stringere sempre di più e sembrano poche le vie
d’uscita. Rispetto a luglio scorso, è aumentata del 14% la quota di famiglie che,
nel corso degli ultimi dodici mesi, ha visto
diminuire sensibilmente il proprio potere
d’acquisto. Se nel 2011 a pensarla così
era il 18% delle famiglie, ora, ad avere
questa sensazione, è ben il 32%.
Una situazione, dunque, che continua ad
essere drammatica e vede accrescere le
difficoltà del Paese, tanto che, in un anno,
quasi raddoppia il numero di italiani (passa
dall’11 al 21%) che racconta di percepire
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la situazione economica del proprio nucleo
familiare come molto peggiorata.
Tempi assai difficili che sembrano non finire mai. A fronte di un passato grigio e di
un presente ormai antracite, agli italiani
non resterebbe che sperare nel futuro. Ma
il domani, che nella visione attuale risulta
poco ottimistico, sta conformandosi attorno a tutte le gradazioni del nero, sia in
termini di possibilità di spesa, che di risparmio.
La sfiducia degli italiani è tangibile soprattutto per quanto riguarda le previsioni di
acquisto: rispetto a luglio 2011 (26%), arriva al 38% la quota di famiglie convinte
che, tra un anno, potranno spendere meno
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rispetto ad oggi, o, forse sarebbe più corretto dire, ancora meno.
Non solo: in forza di una previsione così
poco rassicurante, l’istinto sarebbe quello
di risparmiare per sentirsi un po’ più sereni
nell’affrontare sia le spese pianificate, che
le emergenze. Ma neanche questo pensiero può far fare sonni tranquilli. Se dodici
mesi orsono era poco meno del 30% il numero di famiglie convinte che, a distanza
di un anno, sarebbero riuscite a risparmiare, ora questa quota sta perdendo di
consistenza. Scende al 21%, infatti, la
fetta di Paese che può vantare la rosea
previsione di essere capace concretamente di accantonare qualcosa.
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