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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
18 – 25 ottobre 2013
A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2
Congiuntura:
ecobuilding:
fondi Ue:
infrastrtutture:
legno filiera:
Inail:
Project Financing:
il settore a maggior potenziale (Milano Finanza, 18.10.13)
la grande opportunità dei fondi strutturali (Il Sole 24 Ore, 18.10.13)
grandi opere, investimenti -18% (Il Sole 24 Ore, 18.10.13)
slow wood, un brand per il legno (Italia Oggi, 22.10.13)
sconti per le aziende virtuose (Il Sole 24 Ore, 22.10.13)
verso il bando tipo (Il Sole 24 Ore, 23.10.13)
Grandi imprese delle costruzioni:
Cesi:
Rdb:
Scavolini:
Pizzarotti:
Danesi Laterizi:
Mabo:
grandi imprese:
grandi imprese:
Anas:
Poltrona Frau:
vertici in bilico, lavoratori in cassa (Il Resto del Carlino, 18.10.13)
firmata la cassa integrazione (La provincia di Cremona, 18.10.13)
punta sui quotidiani (QN, 18.10.13)
il cantiere allarga la banda (Technopolis, 21.10.13)
rischiano il posto in 40 (Il Giorno, 23.10.13)
accordo fatto, passa ad un gruppo vicentino (QN, 23.10.13)
export da record, ma ai big non basta (Il Sole 24 Ore, 23.10.13)
utili ridotti (Il Sole 24 Ore, 23.10.13)
manutenzione per 300 milioni (Milano Finanza, 23.10.13)
corre con Cassina nel mercato cinese (Milano Finanza, 24.10.13)
Rapporti e studi:
Eurostat:
Istat:
Istat:
produzione nelle costruzioni, agosto 2013 (Comunicato Eurostat, 17.10.13)
produzione nelle costruzioni, agosto 2013 (Comunicato Istat, 17.10.13)
fatturato e ordinativi dell’industria, agosto 2013 (Comunicato Istat, 21.10.13)
Eventi:
Home & Building. Mostra convegno internazionale domotica e building automation, Verona Fiere, 25-26 ottobre 2013
Congiuntura
ecobuilding (18.10.13):
L'Ecobuilding è il settore più gettonato della green economy. E quanto emerge da un
sondaggio realizzato da VedoGreen, advisor finanziario specializzato nell'economia sostenibile, tra lOO investitori
istituzionali europei. Al sondaggio, che sarà presentato oggi nel corso del workshop sull'industria ecocompatibile":
organizzato da Terni Energia a Palazzo Mezzanotte, hanno risposto investment bank, family office, fondi di private
equity e asset manager, che hanno individuato nella riqualificazione del pàtrimonio edilizio ai fini del miglioramento
dell' efficienza energetica, e nella realizzazione di nuovi edifici in linea con le certificazioni sempre in materia di
consumo di energia, il comparto che offre le maggiori potenzialità di crescita. D'altronde, l'inclusione nella legge di
Stabilità (approvata dal Consiglio dei ministri martedì scorso) del rinnovo dei bonus per l’efficienza energetica e
l'edilizia sembra andare proprio in questa direzione. A seguire, nella classifica dei settori che offrono le migliori
prospettive si posizionano le smart energy, la chimica verde, le produzioni biologiche a basso impatto ambientale
(agribusiness) e il waste management, cioè lo smaltimento dei rifiuti. Restringendo il campo alla sola produzione di
energia da fonti rinnovabili, invece, emerge che al primo posto tra le preferenze degli istituzionali si posiziona
l'idroelettrico, seguito dalle biomasse e dall'eolico; mentre il solare e il geotermico chiudono la classifica. Dal punto di
vista geografico, secondo il 50% degli intervistati;tra le aree di maggior crescita per il comparto yerde c'è il Sud Est
Asiatico, seguito dal Sud America e dall'Europa dell'Est. Mentre l'Europa centromeridionale (in cui ricompresa l'Italia)
ottiene solo i 17% delle preferenze. E interessante notare che le due principali motivazioni a investire nel green sono
individuate nell'elevata potenzialità di crescita del comparto e nella scarsità di risorse fossili. D'altro canto, il principale
ostacolo a questo tipo di investimenti è considerato quello normativa, seguito dall'eccessiva burocrazia. La richiesta di
snellire i procedimenti burocratici conquista quindi comprensibilmente la cima della çlassifica degli interventi da
effettuare per favorire lo sviluppo dell'economia verde. (LUISA LEONE)
fondi Ue (18.10.13): Il rapporto Svimez conferma quanto è sotto gli occhi di tutti da mesi: il Sud soffre la crisi più
del resto d'Italia in termini di mancata crescita e di destrutturazione dell'economia (anzitutto industriale). I pallidi
segnali di ripresa previsti dalla Svimez per il 2014 non cambiano i termini della questione: la ripresa nel Sud sarà
limitata allo 0,1%. Si può fare qualcosa per invertire la tendenza? E cosa? Ancora una volta la grande opportunità
arriva dai fondi europei. Anzitutto per la mole di risorse in gioco:ci sono 30 miliardi del ciclo 2007-2013 ancora da
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spendere da qui a fine 2015 e il rischio di perdere svariati miliardi è sempre più forte; inoltre è stata avviata la
trattativa per destinare la programmazione dei fondi 2014-2020 per un totale di 110 miliardi (28 miliardi dai fondi Ve,
28 dai cofinanziamenti, 54 dal fondo coesione e sviluppo). In secondo luogo, l'opportunità nasce dal fatto che stavolta
il punto di partenza della programmazione dei fondi è più consapevole che in passato. Consapevole della dispersione di
risorse perpetrata negli anni, degli obiettivi troppo numerosi e frammentati, delle gravi responsabilità della politica
locale che ha alimentato più clientele che sviluppo. II salto di qualità è possibile. Gli ultimi tre anni hanno segnato
passi avanti nell'analisi della spesa, nella disponibilità di dati (open data), nelle proposte di politiche innovative, negli
strumenti attuativi (nuova Agenzia). La trasparenza ha aiutato a diffondere la consapevolezza il passaggio di Fabrizio
Barca al ministero della Coesione territoriale ha lasciato il segno e l'attuale ministro Carlo Trigilìa sta provando a dare
concretezza a quelle intuizioni, ora che c'è da decidere obiettivi e destinazioni delle risorse. La proposta iniziale di
Trigilia per i fondi 2014-2020 è ottima: concentrarsi su pochi obiettivi, più reti immateriali che materiali
(digitalizzazione, innovazione, sostegno all'occupazione, mobilità sostenibile, efficienza energetica, inclusione sociale),
lasciando al Fondo coesione e sviluppo il finanziamento delle grandi opere infrastrutturali. Trigilia propone poi che la
Ue svincoli dal patto di stabilità non solo i cofinanziamenti ma anche il Fondo coesione e sviluppo. Eppure, il balletto
delle trattative con le Regioni lascia dubbi sul fatto che questo percorso virtuoso arrivi in porto. Un accordo GovernoRegioni ci sarebbe, stando ai comunicati ufficiali, ma nessuno conosce numeri e contenuti. I prossimi giorni ci diranno
se ancora una volta le buone intenzioni si sono fermate aEboli. (Giorgio Santilli)
infrastrutture (18.10.13): Con Connettere l'Europa, Bruxelles metterà a disposizione dell'area Ue, nell'ambito
della prossima programmazione settennale, un fondo di 23,1 miliardi per il sistema delle infrastrutture e dei trasporti.
Un finanziamento che, spiega Carlo Sechi, coordinatore di Trans european tran sport network, «verrà assegnato
prevalentemente alla cosiddetta rete centrale, il core network, che è quello che connette i poli principali, ad esempio le
grandi capitali, i grandi aeroporti e i grandi porti. Si è giunti a una rete che avrà priorità nell'utilizzo dei finanziamenti e
che viene integrata da una rete globale, più affidata agli sforzi e alle iniziative nazionali». Una iniezione di risorse per
risollevare, insieme al mercato delle grandi opere pubbliche, le imprese del settore, riunite a Bologna alla prima
edizione di Expotunnel, Salone delle Tecnologie per il Sottosuolo, fino al 19 ottobre nei padiglioni di Bologna Fiere
nell'ambito del Saie. In attesa delle condizioni per una ripartenza che, per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
«passa anche e necessariamente attraverso le infrastrutture»' il Paese fa i conti con il crollo del mercato delle grandi
opere (quelle sopra i 5 milioni). Il calo del numero degli interventi (datiCresme, aggiornati a settembre) è modesto,
pari a 1,3%. La riduzione è drastica invece per quanto riguarda l'importo, visto che supera il 18%, per fermarsi a poco
più di 9,5 miliardi contro gli oltre 22 di due anni fa. Se poi ci si sofferma solo sulle infrastrutture per i trasporti la
flessione raggiunge il 62%, il che significa che nei primi nove mesi di quest'anno gli investimenti in questo caso
specifico non sono arrivati ai 24 miliardi. Nulla a che vedere con quello che succede in Brasile, citato come esempio, al
salone bolognese, di Paese in tumultuoso sviluppo anche grazie a un piano di investimenti in importanti infrastrutture,
tra strade, ferrovie, porti e aeroporti, che supera i 230 miliardi di dollari. Ma l'iniezione europea, grazie ai project bond
(due miliardi), dovrebbe servire a mettere in moto un effetto leva di almeno una decina di volte. E in gioco" per l'Italia,
ci sono i quattro corridoi dai quali è interessata. Quello Nord-Sud che passa per il Brennero, quello che da Genova va a
Rotterdam. Poi il corridoio che da Venezia va verso il Baltico e quello trasversale che include la Torino-Lione. Al
convegno che ha aperto il salone ("Investimenti e grandi opere in Italia e nel mondo"), sono stati i trasporti a tenere
banco. Insieme alle tante ombre che ancora sono proiettate sul settore delle opere pubbliche. Se le amministrazioni
centrali negli ultimi nove mesi hanno aumentato gli investimenti (un balzo del 30,5%, contro il modesto 2,9 di quelle
territoriali) sono le imprese a capitale pubblico ad avere decisamente rallentato il passo. Ne è un esempio l'Anas, con
un calo che sfiora il 46% per numero di interventi e 1'83% per importo. Indietro anche le Fs, con una riduzione degli
investimenti che tocca quasi il 42%.
legno filiera (22.10.13): Nasce Slow wood, un network italiano di artigiani e designer di eccellenza del legno, con
l'obiettivo di proporre, attraverso un marchio riconoscibile, prodotti di lusso, come arredi mobili, gioielli, complementi e
suppellettili di questo materiale, rigorosamente made in ltaly. Il progetto è nato attorno all'ASsociazione Culturalegno,
che da tempo propone eventi, dimostrazioni e corsi di lavorazione e conoscenza del legno, come risposta all'esigenza
di quegli artigiani che vorrebbero valorizzare il loro lavoro e farsi conoscere, cosa che da soli non sempre hanno la
forza di fare. «Abbiamo pensato di costruire una rete di piccole realtà artigianali e di artigiani per dare loro potenza in
termini commerciali, grazie a una struttura di marketing per avere visibilità in un mercato ormai globale, presentando
un marchio riconoscibile. Si parla di artigiani che producono prodotti di alto livello, puntando sul made in Italy di
lusso», spiega Marco Parolini, ingegnere con la passione per la lavorazione di questo materiale, fondatore di Slow
wood insieme a Gianni Cantarutti, imprenditore friulano esperto di legno e possessore di una delle xiloteche più
importanti d'Italia. «Il progetto, che si concretizzerà a breve in una società, sarà finanziato da piccoli investitori, con
un capitale iniziale di qualche centinaia di migliaia di euro», continua . Parolini. «Il primo obiettivo è l'identificazione,
da parte degli artigiani che aderiranno, di uno o più articoli da dedicare a Slow wood, che verranno quindi
commercializzati con il nostro marchio. Vogliamo anche creare uno spazio, a Milano, strutturato sia come un negozio
sia come un laboratorio, per vendere i prodotti e mostrare gli artigiani all'opera». Oggi fanno parte del progetto già
diverse realtà, ma il processo di selezione, secondo standard e procedure definite, è aperto; per ora sono stati scelti i
primi artigiani e designer ed è stata realizzata una serie di prototipi e oggetti. Inoltre, è stato attrezzato un laboratorio
e sono stati aperti alcuni spazi espositivi in Friuli. In una prima fase Slow wood si rivolgerà al mercato italiano per poi
puntare a quello internazionale, proponendo arredi, complementi, gioielli e oggetti in legno, realizzati artigianalmente
e con l'impiego di legni pregiati ma sostenibili. «I prodotti che vogliamo proporre sono tutti di artigianato, fatti
manualmente e in Italia. Preferibilmente gli artigiani che faranno parte della rete dovranno servirsi di legni nazionali, o
se di provenienza estera, per esempio africana o asiatica, certificati. Inoltre, chi entrerà nel network dovrà dedicare del
tempo a diffondere la cultura del legno», continua Parolini. Entro l"anno prossimo l'obiettivo è riuscire a presentare il
marchio all'estero, sia attraverso i canali tradizionali, con agenti e distributori, sia attraverso il web. «Tra i mercati che
ci interessano ci sono per esempio l'Inghilterra e gli Usa, anche se puntiamo soprattutto sui paesi emergenti, molto
promettenti per quanto riguarda i prodotti di lusso, come la Cina e la RUSSia». Tra le iniziative che Slow wood sta
promuovendo c'è stato di recente un «Workshop di design e prototipazione», a Milano, ovvero un momento di incontro
aperto a coloro che erano interessati al progetto, e ad artigiani, designer e architetti per cominciare ad allargare la
rete. (IRENE GREGUOLI VENINI)
Inail (22.10.13): La decontribuzione dei premi e contributi Inail prevista nella bozza del disegno di legge di
Stabilità non porterà a un taglio "lineare" dei versamenti di tutte le imprese, ma «andrà a premiare solo quelle con un
rating più elevato in materia di sicurezza del lavoro». A sottolinearlo è stato il ministro del Lavoro, Énrico Giovannini,
durante il convegno «Tuttolavoro» organizzato venerdì scorso dal Sole 24 Ore. La precisazione serve a fare chiarezza
sui destinatari di quel miliardo di euro di sconti che nel 2014 verrà garantito sui pagamenti dall'Inail (per salire poi a l,l
miliardi nel 2015 e 1,2 nel 2016) e trova conferma nell'articolo 6 del Ddl Stabilità, dove è chiarito che in sede
procedurale si procederà «tenendo conto degli andamenti degli eventi relativi al rispetto della normativa generale sulla
sicurezza e salute sui luoghi di lavoro». Viene, dunque, introdotta una logica premiale che favorisce l'azienda virtuosa.
A livello contabile la scelta governativa comporterà per l'Inail mancati introiti solo in parte compensati dal
riconoscimento all'Istituto nel bilancio dello Stato di un trasferimento pari a 500 milioni nel 2014, 600 nel 2015 e 700
nel 2016. Un chiarimento, quest'ultimo, che secondo quanto risulta al Sole 24Ore rassicura almeno in parte i vertici
dell'Istituto per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, i quali si attendevano una minore incidenza dei tagli sui
bilanci dell'ente assicurativo. Su questo fronte, peraltro, nell'ultima versione del Ddl è stato aggiunto che «a decorrere
dall'anno 2016, l'Inail effettua una verifica di sostenibilità economica, finanziaria e attuariale, asseverata dal ministero
dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali». Anche perché, in
prospettiva, sull'Istituto rischiano di pesare i conti in rosso della gestione agricoltura, come ha sottolineato la stessa
Corte dei conti nella relazione al Parlamento dello scorso gennaio. Il timore è che alla luce della decontribuzione
possano subire una decurtazione le risorse destinate alle politiche prevenzionali dell'Inail, come i progetti Isi destinati
all'adozione di modelli organizzativi per la gestione della sicurezza (155 milioni di risorse rese disponibili nell'anno in
corso, di cui oltre 9 trasferiti dal ministero del Lavoro). Già quest'anno, inoltre, il minor premio pagato grazie agli
sconti in materia di prevenzione dalle aziende sfiora i 300 milioni di euro, somme la cui sostenibilità a bilancio dovrà a
questo punto essere verificata per gli anni a venire. (Mauro Pizzin)
Project Financing (23.10.13): Troppe iniziative di importo modesto, promosse con l'unico obiettivo di aggirare i
vincoli di bilancio, troppe gare non aggiudicate. E poi: bandi lacunosi, scorretta ripartizione dei rischi tra Pa e privati. il
tutto in un quadro di incertezza normativa acuita dalla raffica di correzioni apportate al codice appalti nel giro degli
ultimi due anni. L’Autorità di vigilanza torna sul project financing, con un documento messo in consultazione tra gli
operatori. Obiettivo è arrivare a dicembre alle definizione di un bando-tipo per le operazioni di partenariato. In tema
appalti ieri l'Autorità ha anche inviato una segnalazione al Parlamento chiedendo di modificare le norme sull'esclusione
delle imprese sanzionate per false dichiarazioni. L'obiettivo è consentire la partecipazione alle gare in caso di sanzioni
lievi, comminate dopo la presentazione dell'offerta ed estinte prima delle verifiche per l'aggiudicazione.
Grandi imprese delle costruzioni
Cesi (18.10.13): È ALLARME rosso in casa Cesi. I lavoratori hanno cominciato la cassa integrazione e voci sempre
più insistenti danno lo storico direttore generale, Vanes Galanti, pronto a lasciare la coop imolese; non è ancora chiaro
nemmeno il futuro dell'attuale presidente, Rino Baroncini, che comunque viene dato pure lui in bilico. C'è una densa
nuvola nera che avvolge tutto ciò che ruota attorno all'azienda di via Sabbatani, la cui pesante crisi non è però un
mistero, come del resto quella dell'intero comparto edile. Anche la conferma ufficiale dell'avvio degli ammortizzatori
sociali arriva a giochi fatti e dopo mille rimpalli. LA SOSTANZA - cambi di timone a parte - è questa: da inizio
settembre, il comparto degli operai è in cassa integrazione ordinaria per chiusura dei cantieri, mentre per gli impiegati
sono partiti i contratti di solidarietà. «E una misura che riguarda tutti - spiega Francesca Cocco della Filca Cisl - e ha
come obiettivo finale quello di salvaguardare l'occupazione. L'azienda ha deciso di servirsi degli ammortizzatori, che
mai in passato aveva utilizzato. Entro la fine di ottobre è in programma un incontro per verificare la situazione».
L'ACCORDO siglato tra azienda e organizzazioni sindacali resterà in vigore per un anno. Non è ancora chiaro quale sia
il numero di esuberi dichiarati dalla cooperativa per potere accedere agli ammortizzatori sociali. Di certo, le cifre di
Cesi fanno impressione: 347 soci fissi, circa 460 addetti, un valore della produzione da 279milioni e 900mila euro e un
patrimonio da oltre 183 milioni. Ma la crisi non ha risparmiato nessuno e così anche il colosso imolese è dovuto
ricorrere una procedura che consente di ristrutturare il debito con le banche alleggerendo per un periodo di tempo le
tensioni finanziarie della società. Poi erano arrivate anche le voci di una possibile fusione con la bolognese Coop
Costruzioni, smentite nel giro di pochi giorni da parte dell'azienda emiliana. Si era ipotizzata una realtà con le spalle
più larghe e per questo in grado di reagire meglio alle turbolenze finanziarie che in questi anni hanno fatto tremare
come nessun altro il settore edile. Tutto tramontato. Impossibile avere un confronto con i vertici dell'azienda imolese.
Il telefono del presidente squilla a vuoto, mentre quello del direttore generale si chiude bruscamente non appena viene
rivelato il motivo della chiamata. Per il territorio imolese, un altro fronte bollente in un contesto generale che ormai ha
assunto i contorni della disperazione. (ENRICO AGNESSI)
Rdb (18.10.13): E' arrivata l'attesa firma del nuovo periodo di cassa integrazione per i lavoratori del gruppo Rdb:
altri 12 mesi di tutela, sulla base dell'accordo firmato nel 2012 nell'ambito dell'amministrazione straordinaria. Il
provvedimento interessa circa 50 dipendenti piacentini (un centinaio allo stabilimento Valmontana di Monticelli e gli
altri alla sede legale di Pontenure) che potranno dunque beneficiare dell'ammortizzatore sociale sino al luglio 2014.
Inoltre la cassa integrazione straordinaria varrà anche per i mesi che vanno dallo scorso 14 luglio, quando era scaduta
la precedente, ad ora. La firma del decreto ministeriaIe era attesa da settimane e giusto pochi giorni fa i sindacati
avevano ribadito che sarebbe stata imminente. A breve i dipendenti interessati riceveranno le somme. Nel frattempo,
mentre continuano i positivi segnali di ripresa di cui aveva parlato Filca CisI, è atteso per i mese di novembre il
coordinamento sindacale del gruppo: i referenti sindacali del settore edile faranno il punto della situazione anche per
verificare l'attività dei commissari. Per quanto riguarda il sito produttivo monticellese, intanto è notizia dei giorni scorsi
il rientro al lavoro della maggior parte dei dipendenti (piu di 50) ed è emerso che la produzione dovrebbe essere
garantita fino al mese di febbraio grazie a varie commesse. Segnali di ripresa, a cui ora si aggiunge appunto la
garanzia di un altro anno di ammortizzatore sociale per chi non è rientrato in azienda, o per quanti perderanno
giornate retribuite a causa della 'rotazione' lavorativa. Infine, è attesa a breve la ripresa produttiva di un altro
stabilimento del gruppo: la Terrecotte di Borgonovo, sempre nel Piacentino.
Scavolini (18.10.13): UN LEADER, Valter Scavolini, nella strategia della comunicazione. Da oltre 40 anni, da
quando cioè con Raffaella Carrà inventò lo slogan della «cucina più amata dagli italiani». Prima fabbrica del settore in
Italia «anche se questa crisi, lunga, molto lunga e lontana dal finire - dice il mobiliere pesarese -, la risentiamo anche
noi. Per decine di anni abbiamo camminato con aumenti del fatturato tra il 5 e il lO per cento. Forse quest'anno
chiudiamo con un calo di l o 2 punti percentuali, ma mai con i conti in rosso. La congiuntura negativa ha solo limitato
gli utili, ma non abbiamo mai fatto cassa integrazione e il personale è aumentato di una decina di unità di questi ultimi
anni». Come si fa? «Io ho sempre creduto che una crisi, poi lunga come questa, non vada subìta, ma aggredita e per
questa ragione abbiamo aumentato il nostro sforzo sotto il profilo della comunicaZlOne». Massicce campagne
pubblicitarie, soprattutto sui quotidiani. Un rovesciamento degli attuali credo del marketing: perché? «Noi usiamo tutti
i mezzi perché vogliamo essere il più capillari possibile Vogliamo raggiungere tutti. Ma rispetto al passato, da quando è
iniziata la crisi, l'investimento fatto sulla carta stampata è cresciuto perché credo che in tutte le famiglie, al termine
della giornata, almeno un componente abbia sfogliato un quotidiano. Poi per noi è importante, perché attraverso la
pubblicità sui giornali e sulle riviste del settore, facciamo vedere il prodotto, le novità, i prezzi dai più economici a
quelli più alti e anche dove sono dislocati tutto i nostri rivenditori». I riscontri quali sono? «I riscontri ci sono,
altrimenti smetteremmo di fare investimenti su quotidiani e riviste». (…) (Maurizio Gennari)
Pizzarotti (21.10.13):
Impegnata nella costruzione di grandi opere pubbliche e private, Impresa Pizzarotti muove
un giro d'affari che sfiora il miliardo di euro e conta su una forza lavoro di circa 2.500 dipendenti. Il quartier generale è
a Parma, ma gli uffici sono dislocati in oltre 20 Paesi tra Europa, Africa e Medio Oriente. Si tratta quindi di
un'organizzazione piuttosto complessa, considerando anche il fatto che i cantieri hanno una durata limitata e che
spesso sorgono in aree con infrastrutture scarse o addirittura assenti, con grossi problemi di prestazioni in termini di
connettività. "Molti dei nostri dipendenti presenti nei cantieri utilizzano applicazioni ospitate nel quartier generale di
Parma o applicazioni SaaS (Software-as-a-Service) presenti in doud," spiega Augusto Lambertino, responsabile It di
Pizzarotti. "La loro attività si basa spesso su AutoCad, i cui file sono per loro natura estremamente pesanti, su posta
elettronica e su applicativi documentali come Emc Documentum. La mancanza di connessioni a banda larga implicava
rallentamenti nell'apertura di file e nell'esecuzione delle applicazioni, causando notevoli perdite di produttività."
Tuttavia, la soluzione più ovvia, cioè un incremento di banda, per Pizzarotti non è sempre un'opzione percorribile. "Se i
cantieri sono situati in Paesi dove le linee dati a larga banda sono scarse o i collegamenti in fibra ottica non sono
disponibili," spiega Lambertino, "bisogna per forza trovare un'alternativa al potenziamento delle linee. Inoltre, i nostri
cantieri sono temporanei (durano in media tre anni), e questo rende antieconomico un investimento ad hoc per
portare le linee veloci nelle zone interessate Serviva insomma una soluzione efficace ma dal costo sostenibile, ecco
perché i tecnici di Pizzarorti, coordinati da Lambertino e affiancati dal partner Long Wave, un system integraror con
sede a Milano, si mettono alla ricerca della migliore tecnologia di ottimizzazione delle Wan (Wide Area Netwotk), le reti
a lunga distanza. Dopo una serie di test pilota eseguiti su due location distanti (per mettere alla prova le architetture
nelle condizioni più critiche è stato scelto il cantiere siciliano dell'autostrada Catania-Siracusa, connesso alla sede di
Parma), Pizzarotti e LongWave selezionano la tecnologia Steelhead di Riverbed, costituita da appliance dedicate. "I file
che prima richiedevano alcuni minuti per il trasferimento con la tecnologia Riverbed impiegano ora pochi secondi", dice
Lambertino, "con un vantaggio in termini di banda valutabile in circa 1'80%". L’ottimizzazione delle comunicazioni tra
le sedi non coinvolge solo quelle dotate delle nuove appliance Riverbed, ma si ripercuote su tutta la rete, con un
miglioramento percepito dagli utenti in termini di velocità di risposta e produttività, soprattutto nelle sedi più grandi.
LA SOLUZIONE I dispositivi Steelhead di Riverbed rappresentano una soluzione integrata per le esigenze di
ottimizzazione delle reti aziendali di tipo Wan, e possono essere utilizzati dove le infrastrutture di trasmissione sono
carenti, oppure dove le prestazioni sono un fattore critico per l'azienda. Steelhead consente anche di controllare in
modo più efficace il traffico dati, semplificando il compito degli uomini del reparto It grazie a un' interfaccia basata su
Web da cui è possibile gestire le attività di rete. Riverbed ha realizzato anche il software Virtual Steelhead, destinato ai
data center dove risiedono risorse virtualizzate in ambienti VMware e Microsoft Hyper-V, e una versione mobile, in
grado di accelerare le prestazioni degli utenti di computer portatili.
Danesi Laterizi (23.10.13):
LA CRISI del mattone anche in Oltrepo pavese si sta facendo sentire. A subirne le
peggiori ripercussioni le fornaci e le fabbriche di laterizi. Un tempo queste ditte nel Vogherese prosperavano, il
territorio era un vero polo di argilla naturale e le aziende del settore erano note a livello nazionale. Oggi - denunciano i
sindacati - le fornaci producono solo per due mesi all'anno, con conseguenze sui lavoratori. La Fillea Cgil ha avuto
diversi incontri con l'amministrazione del gruppo Danesi, che gestisce due stabilimenti, a Casei Gerola e Silvano Pietra.
«La situazione del settore laterizi è molto grave, tutte aziende sono in difficoltà già da un paio d'anni. Quasi tutte
hanno usato gli ammortizzatori sociali», sottolinea Luigi Marozzi della Cgil. Sembra che gli stabilimenti del gruppo
Danesi abbiano aperto la procedura di chiusura per uno stabilimento e di mobilità per un altro. Destinato alla chiusura
sarebbe la fabbrica ex Valdata di Silvano. La ditta di Casei Gerola, invece, potrebbe avere il personale dimezzato. In
tutto, rischiano il posto circa 40 lavoratori dei 60 impiegati. «Siamo preoccupati. Purtroppo il settore dell'edilizia è
bloccato. Chiederemo un altro incontro all'amministrazione dell'azienda, abbiamo poi intenzione di sentire il ministero
del Lavoro, per cercare una soluzione», spiega Marozzi.
Mabo (23.10.13):
Accordo fatto per la Mabo: che riparte oggi e avrà un nuovo nome, Mabo Group, e una nuova
proprietà, l’imprenditore vicentino Marco Manca. La produzione, nell’ex colosso dei prefabbricati con sede a Bibbiena,
riprenderà tra qualche mese ma da oggi ci saranno già i primi lavori relativi alla manutenzione. Tutto questo grazie a
un accordo sottoscritto ieri in provincia tra Edico srl, società che fa capo appunto a Marco Manca, Mabo prefabbricati,
la Provincia di Arezzo rappresentata dall’assessore Carla Borghesi e la Rsu aziendale della Mabo con Fillea Cgil e Filca
Cisl. E' un contratto di affitto d’azienda che porterà all’assunzione nella nuova società di 69 lavoratori entro il 2013,
come pure entro il 2013 sarà costituita una società collegata nella quale saranno assunti altri dieci tra autisti e
montatori. Tra gennaio e giugno 2014 i lavoratori assunti da Mabo Group arriveranno a 113. Gli assunti hanno
accettato per un anno un contratto part-time a 35 ore, anziché 40, per poter permettere l’assunzione di quindici
persone in più. Future assunzioni dovranno i dipendenti della Mabo. L'accordo lascia fuori per il momento
centoquaranta dipendenti.
grandi imprese (23.10.13): Il vertice delle imprese di costruzioni fatica a trovare risposte a una crisi del
mercato senza precedenti. Lavori all'estero? Troppo facile pensare che questa sia la panacea: non solo le classifiche
della rivista americana Enr mostrano che è più forte nel mondo chi è forte in casa, ma rivolgersi all'estero in situazione
di bisogno (e debolezza) può essere molto pericoloso. Senza tornare con la memoria all'ecatombe (per le Pmi edili
italiane) nella Germania post-unificazione, basta ricordare i problemi che Impregilo sta avendo a Panama e in altri
Paesi latino-americani, per non parlare di imprese che sono "saltate" su un solo Paese: Bentini in Algeria, Consta
(Mattioli) in Etiopia, mentre Bonatti ha faticato non poco a causa della stop ai lavori in Libia. Né le grandi imprese
italiane (piccole nel confronto europeo e mondiale) hanno potuto o saputo internazionalizzarsi in modo più
permanente, acquistando imprese nei Paesi più evoluti (imprenditorialmente). Con l'unica eccezione degli Usa (in
singoli Stati), dove sono radicate Impregilo, Astaldi, Condotte, Cmc, Glf, Trevi. A fronte di austriaci, francesi,
scandinavi, spagnoli, che hanno invece colto nell'Unione Europea un nuovo "mercato domestico". Né si è ancora
assistito a quei fenomeni di acquisizioni, fusioni e diversificazioni che altrove hanno razionalizzato l'offerta e le hanno
dato forza contrattuale e "politica". A tutt'oggi, le imprese rimaste forti perseguono uno "splendido isolamento". Con
l'unica, notevole, eccezione di Salini Impregilo, dal prossimo lO gennaio leader nazionale. E poi? Astaldi non sembra
considerare quanto agli analisti parrebbe logico, l'avvicinamento alla terza realtà quotata, Vianini Lavori (gruppo
Caltagirone, sinergica operativamente e ricca di liquidità), e gli altri costruttori sopra il miliardò (Condotte e Pizzarotti)
non potranno che faticare a mantenere quel peso forma per sola "crescita interna". Completano il vertice delle imprese
di famiglia: Ghella, G.L.F. (Mazzi), Maltauro, Rizzani de Eccher, Mantovani (Chiarotto). Le loro situazioni sono
relativamente rassicuranti, anche perché tutte (salvo Mantovani) operano in Paesi non a rischio. Inoltre Maltauro
potrebbe approfittare dell'ammissione all'amministrazione straordinaria di Impresa Spa per subentrare nelle commesse
profittevoli del consorzio stabile Infrastrutture (di cui detiene il 51%), Rizzani de Eccher potrebbe rilanciare il marchio
Sacaim, già acquistato in Tribunale, in particolare per i restauri (per esempio in Russia) mentre Mantovani potrebbe
soffrire dell'imminente fine del megacantiere del Mose. Situazione difficile perle cooperative: ad eccezione di Cmc, (che
però non se la sente di crescere neppure incorporando Iter), tutto si sfalda. Per prima è andata in crisi Consorzio
Etruria, mentre quest'anno Unieco e Coopsette hanno evitato di misura il concordato preventivo, ma hanno pochi mesi
per ristrutturare il debito. Le imprese del gruppo Gavio (dopo che ha rinunciato a Impregilo), Itinera, Codelfa,
Interstrade,... non sembrano destinate a sviluppi se non"di nicchia". Gli altri costruttori, indipendenti da gruppi,
cercano di sopravvivere per rilanciare: Ics Grandi Lavori, Toto, Inc, Tecnis, Carena, Colombo Costruzioni, CarTon,
Italiana Costruzioni, Collini Lavori, Intercantieri Vittadello. (Aldo Norsa)
grandi imprese (23.10.13): Sei anni di crisi del mercato interno delle costruzioni, -30% in valori reali dal 2008
al 2013, stanno profondamente ridefinendo il panorama delle imprese di costruzione italiane. Dallo Classifiche di
«Edilizia e Territorio» (a cura di Aldo Norsa, dossier scaricabile dal sito internet della rivista) sulle 50 principali società
(45 generali e 5 specialistiche) sono uscite in due anni ben 13 imprese, per conclamata crisi aziendale o pesanti
difficoltà finanziarie. Nell'edizione sui bilanci 2011 erano scomparse la cooperativa Consorzio Etruria, le imprese private
Dec, Baldassini-Tognozzi-Pontello, Rosso, Sacaim e la specialistica Ghizzoni. Nell'ultimo anno (bilanci 2012) escono di
scena Impresa Spa, Bentini, Gdm, Zh General Construction, Sigenco, la cooperativa Orion e la specialistica Seli. Fuori
classifica anche Matarrese, che non è riuscita ad approvare il bilancio 2012, Inso, acquistata da Condotte, e Sac, per la
drastica riduzione del fatturato. Pesante poi la situazione delle due cooperative Unieco e Coopsette, in perdita nel 2012
per valori rispettivamente pari al 13 e al 26% del fatturato, entrate in concordato preventivo nel 2013 ed entrambe
uscite dalla procedura grazie ad accordi con i creditori e cessioni. Sono in tutto dieci le imprese in perdita nell'attuale
Top 50. Tecnimont civil construction (rosso pari al 13,2% del fatturato) è in corso di smantellamento da parte della
capogruppo, la coop Iter (12% di perdita) ha dimezzato il giro d'affari, segna il secondo anno di profondo rosso ed è in
corso di ristrutturazione da parte di Cmc. Perdite pesanti anche per Consta (rosso per 1'8,1%) , che a fine settembre
ha chiesto il concordato preventivo anche a causa della "disavventura" in Etiopia. Difficoltà all'estero anche per
Bonatti, in Libia, che chiude in perdita per il 54%. Più passeggeri sembrano invece i "rossi" di PavimentaI (1,5%),
Carena (0,8%),Cooperativa di costruzioni (0,1%), Ics (Claudio Salini, 0,1%). Ci sono d'altra parte le "new entries" in
classifica, quest'anno Oberosler, Guerrato, la cooperativa Cmsa, Pessina Costruzioni, Collini Lavori, Edimo Holding,
Icop, Intercantieri Vittadello, Fimet e la specialistica Pietro Cidonio. Inoltre avrebbero i numeri per essere in classifica
(ma non li hanno forniti) la cooperativa Cbr e Lamaro Appalti. Resta d'altra parte stabile (+0,5% nel 2012) il giro
d'affari complessivo delle 45 grandi imprese generali, mentre quello delle 5 specialistiche fa un balzo del 50%. A
crollare, per tutti (Top50), è invece la redditività: l'utile netto (non considerando le poste straordinarie di Impregilo e
Salini) è sceso nel 2012 del 38%, l'Ebitda del 214%, l'Ebit del 42 per cento. In questo panorama di crisi, però, è il
momento delle acquisizioni: nasce il colosso di livello mondiale Salini Impregilo (fusione dal 1 gennaio 2014), che già
oggi vale oltre 4 miliardi di fatturato e ne prevede 7,4 nel 2016, e a livello più piccolo si segnalano le acquisizioni di
Inso da parte di Condotte (nel 2012), di Sacaim da parte di Rizzani de Eccher (2013), di una serie di commesse
siciliane da parte della catanese Tecnis. Più ingenerale i veri big delle costruzioni italiane, la top15 della classifica,
godono quasi tutti di ottima o buona salute, a eccezione dei casi di Unieco e Bonatti citati prima. Balzi in avanti di
fatturato e redditività fanno nei bilanci 2012 Salini e Condotte, ma buona solidità mostrano tutti gli altri, grazie alla
crescita all'estero e al riavvio di una serie di grandi opere in Italia. Bene tutte le società del Gruppo Gavio (Itinera,
Codelfa, Interstrade). Inoltre, tra le medio-piccole, si segnalano alcuni "gioiellini" ad alta stabile redditività, pur spesso
in presenza di un mercato difficile che comprime il fatturato: la stessa Interstrade, Italiana costruzioni, Carron,
Guerrato, Intercantieri Vittadello. (Alessandro Arona)
Anas (23.10.13):
Anas ha investito 300 milioni per la manutenzione di strade e autostrade sugli oltre 25mila
chilometri della propria rete, come previsto dal Decreto del Fare. Le prime gare concluse hanno interessato oltre 5mila
aziende.
Poltrona Frau (24.10.13):
Crescere aumentando la propria presenza sul territorio asiatico. E questa la strategia
del Poltrona Frau group, che ha in programma di arrivare a essere presente con punti vendita diretti dalle sei attuali
città in Cina, alle 12 entro il 2013, per raggiungere poi quota 14 località entro il 2014. il gruppo controllato dal Fondo
Charme, che ha chiuso il primo semestre 2013 con un giro d'affari di 129,4 milioni di euro (+8,1 %) e con un Utile
ante imposte a 4,4 milioni, ha tagliato il nastro grazie alla partnership con la Beijing De Yijiade, di due showroom a
insegna Poltrona Frau a Pechino. Il primo sviluppato su 350 metri quadrati all'interno del North easy home mali, e
l'altro di 400 metri quadrati, sulla Design street della capitale cinese. Protagonista di ulteriori due aperture anche il
marchio Cassina, a Pechino in partnership con la Beijing Yingfalishi uno store di 270 metri quadrati sempre all'interno
del North easy home mali, mentre a Shanghai sempre con un partner, uno spazio all'interno del Jswb Hongqiao mall.
Rapporti e studi
Eurostat (17.10.13): Nel mese di agosto 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è
aumentato, rispetto a luglio 2013, dello 0,5% nell’euro area (Ue17) e dello 0,4% nell’Ue28. In luglio gli aumenti erano
stati, rispettivamente, dello 0,7% e dell’1,3%. La variazione tendenziale di agosto 2013 (rispetto ad agosto 2012) è di
-4,7% nell’euro area e di -2,5% nell’Ue28.
Istat (17.10.13): Nel mese di agosto 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è
aumentato, rispetto a luglio 2013, del 3,4%. Nella media del trimestre giugno-agosto l’indice ha registrato un
incremento del 3,4% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario ad agosto 2013 è
diminuito in termini tendenziali del 10,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di agosto 2012). Nella media dei
primi otto mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa dell’11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Ad agosto 2013 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 13,6% rispetto allo stesso mese del
2012. Nella media dei primi otto mesi dell’anno la produzione è diminuita del 12,0% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
Istat (21.10.13): Ad agosto il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra un aumento dell’1,0%
rispetto a luglio, con stazionarietà sul mercato interno e un incremento del 3,1% su quello estero. Nella media degli
ultimi tre mesi, l’indice complessivo registra un aumento dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti (+1,0% per il
fatturato interno e +0,7% per quello estero). Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra un incremento
congiunturale del 2,0%, sintesi di un aumento del 3,9% degli ordinativi interni e una flessione dello 0,5% di quelli
esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali crescono dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nel
confronto con il mese di agosto 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 6,8%. Tra le
manifatturiere, sempre nel confronto con il mese di agosto 2012, l’industria del legno, carta e stampa segna un -1,6%
in termini di fatturato e un -11,1% per gli ordinativi; la fabbricazione di articoli in gomma e plastica, e lavorazione di
minerali non metalliferi un -5,1% in termini di fatturato,