Spanglish, a new American idioma Il 26 settembre 1959 M. Maurice

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Spanglish, a new American idioma Il 26 settembre 1959 M. Maurice
Education et Sociétés Plurilingues n°11-décembre 2001
Spanglish, a new American idioma
Federico PEROTTO
Nous rendons compte brièvement ici d'un nouveau phénomène linguistique, qui laissera
probablement sa marque sur les conventions communicatives aux Etats-Unis
d'Amérique et au-delà: le spanglish, mélange argotique né de la rencontre entre la
langue anglaise et l'espagnol des immigrants venus de l'Amérique Centrale.
We account here for a new linguistic phenomenon, which will probably leave its mark
on the conventions for communication in the United States of America, and not only
there: Spanglish, a slangy mixture born of the encounter between the English language
and the Spanish brought by immigrants from Central America.
Il 26 settembre 1959 M. Maurice Rat scrisse per il giornale France-Soir
uno dei suoi "Potins de la grammaire", intitolandolo Français ou
franglais?; ne traiamo il passo nel quale venne coniato il termine
"franglais":
L'élite des Argentins écrit et parle un français mêlé d'espagnol que le spirituel
chroniqueur du "Quotidien", le grand journal français de Buenos Aires, a
proposé de baptiser le "fragnol". Faudra-t-il appeler bientôt "franglais" ce
français émaillé de vocables britanniques que la mode actuelle nous impose?
(Etiemble, 1973, p. 48).
Dallo stesso impulso creativo che diede i natali al ventilato fragnol nonché
al tutt'oggi dibattuto franglais, si sviluppa attualmente negli Stati Uniti
d'America il cosiddetto spanglish, conio anch'esso riflettente due lingue,
due culture: in questo caso la latinoamericana negli USA.
La realtà dello spanglish
Le statistiche elaborate dall'ente preposto al censimento e alle stime
demografiche negli USA, il Census Bureau, parlano chiaro: verso l'anno
2020 la comunità di lingua spagnola negli States costituirà il gruppo
minoritario più consistente, superando afroamericani ed asiatici,
attestandosi intorno ai settanta milioni di individui. A conti fatti, sempre
sulla base delle previsioni del Census Bureau, un quarto della popolazione
statunitense sarà quindi di origine latinoamericana. Questa realtà si
rifletterà sempre più su cultura e società americane, in modo determinante
per ciò che concerne la lingua. Il processo è già in corso ed influenza
pesantemente alcune aree: in California, Florida, New Mexico e Texas lo
spagnolo è una seconda lingua non ufficiale. In questi stati la sua presenza
risulta evidente anche ad un osservatore distratto; consideriamo poi la
presenza in tutti gli Stati Uniti di due canali televisivi e di più di 250
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stazioni radio in lingua spagnola, il fatto che l'insegnamento bilingue
inglese/spagnolo sia ormai una realtà acquisita in molte zone (lo spagnolo è
usato da almeno il 70% delle famiglie "latino"), e che nei campus lo
spagnolo risulta essere la "lingua straniera" più studiata e ricercata.
Raccoglieremo in questo modo sufficienti prove della massiccia presenza
di una lingua che, entrando così in profondità nel tessuto sociale degli Stati
Uniti, si è forzatamente mescolata alla lingua dominante locale, dando
luogo spontaneamente ad una parlata avente caratteri propri di uno e
dell'altro idioma. Per identificarla, gli editori della rivista Hopscotch –
trattante la cultura latinoamericana negli USA – hanno coniato il nome
spanglish, riassumendo così efficacemente la peculiarità della
contaminazione reciproca in atto. Reciproca, come è stato rivendicato dai
difensori della purezza del castigliano, che considerano lo spanglish come
un'impura equivocación, piuttosto che gli anglofoni "invasi" da questa
nuova ingombrante presenza linguistica: probabilmente (anche) perché il
fenomeno non si limita ai confini statunitensi, ma intacca alcuni slang
parlati nel vicino Messico (1). Per gli otto milioni di ispanici a nord del
confine, lo spagnolo rappresenta un legame collettivo, un collante sociale,
una comune memoria storica, mentre è la conoscenza dell'inglese la chiave
utile ad aprire le porte del successo economico e sociale, e ciò porta
immancabilmente alla creazione di ponti e punti d'incontro tra le due realtà.
Come accade solitamente quando si accorgono di trasformazioni all'interno
della lingua, miopi accademici e polverosi puristi della lingua si scagliano
contro questa novità, esattamente come faceva Don Chisciotte dello
spagnolissimo Cervantes contro i mulini a vento: la lingua cambia, ed è
possibile solamente studiarne e registrarne gli sviluppi, laddove i margini di
controllo attivo su di essa sono scarsi nel breve, e nulli sul lungo periodo.
Quando poi tali trasformazioni avvengono in seno ad una società che ha
fatto della multiculturalità il suo vessillo, non si può fare altro che
osservare come nelle presenti comunità d'immigrati di prima e seconda
generazione doppia nazionalità, culture sovrapposte e bilinguismo
procedano di pari passo, dando vita a nuovi veicoli comunicativi intermedi.
Ciò che è in discussione non è l'esistenza dello spanglish: esso esiste ed è
quotidianamente usato in vari ambiti. Ora si tratta di accettarlo e di gestirlo
al meglio, sfruttandone le potenzialità invece di opporgli resistenza. La
preminenza della lingua inglese non è certo in discussione, ma bisogna
prendere atto che laddove l'uso di altre lingue minoritarie quali l'italiano, il
tedesco, l'hyddish è costantemente calato perdendo d'importanza come
strumenti popolari di comunicazione (a parte qualche realtà isolata, come
nel caso del pennsylvaanisch dei discendenti degli immigrati tedeschi in
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Pennsylvania) lo spagnolo resiste, grazie alla vicinanza con Messico, Cuba,
Portorico e il continuo flusso di immigrati da queste zone, fattori che ne
mantengono vivo il contatto con i madrelingua.
L'evidenza del successo
In un'era dominata dalla tecnologia applicata alle telecomunicazioni, un
metro efficace di valutazione di un fenomeno del tipo qui studiato non può
non tenere nella dovuta considerazione la ricorrenza dello stesso sulla Rete
delle reti, Internet, e la sua importanza nel business che ne consegue. Lo
spanglish supera brillantemente questo esame, a giudicare dalle
osservazioni desunte dal Web: "Cresce l'interesse per il popolo di
navigatori ispano-americani, che oggi conta 3,1 milioni di utenti solo negli
Stati Uniti. Sebbene infatti questi navigatori provengano dalle fasce di
popolazione più povere, le imprese che operano nel settore dei siti portali
credono nella prossima esplosione di questo mercato. L'intensa attività del
colosso Terra, che ha stretto in questa settimana l'accordo con Lycos,
dimostrano il valore del pubblico latino americano. Gli studi infatti
indicano che gli ispanici d'America si collegano ad Internet con una
percentuale che oscilla fra il 32 e il 42 per cento, e prevedono che entro il
2003 arrivino oltre il 50%. [...] Per questo motivo i guru del marketing
stanno privilegiando sul web l'uso dello spanglish, vale a dire quel mix di
inglese e spagnolo parlato dalla popolazione ispanica. Rimane il fatto che
conquistare questo pubblico [...] garantirà importanti successi commerciali
alle imprese che riusciranno prima delle altre ad imporsi, come ha
dichiarato il CEO di Todito.com (il maggior portale del Messico), Tim
Parsa" (2). Vasta eco internazionale ha inoltre ottenuto lo sfruttamento
commerciale dello spanglish da parte dell'industria discografica, chiaro
riflesso del successo popolare della tendenza "latinoamericana" che da
ormai almeno dieci anni impazza nelle discoteche di tutta l'Europa (3).
Alcuni esempi
L'assenza di regole esplicite non ci vieta tuttavia di fotografare alcuni attimi
lessicali di questa parlata, così come sono stati presentati dalla rivista
Hopscotch, da cui sono stati individuati più di seimila parole suddivise,
dove possibile, come cubanism, mexicanism, chicanisms (vale a dire
derivate a loro volta da forme miste tra inglese americano e messicano),
iberianism, puerto ricanism, nyuorricanism (dalle parlate portoricane degli
immigrati a New York), e cyber-spanglish (forme utilizzate
prevalentemente sul canale Internet), e di cui viene rintracciata l'origine
negli stati nei quali sono state coniate.
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I termini spanglish non seguono tutti gli stessi criteri nella loro formazione:
molti sono termini slang statunitensi semplicemente adattati foneticamente
alle parlate latinoamericane, anche se l'origine di essi non è unicamente
inglese. Due esempi sono gli spanglish bom e el hud: il primo deriva dalla
forma inglese "bum" (<boom, "esplosione"), il secondo dall'abbreviazione
"hood" di neighborhood ("vicinato"). Altri: dirìsimo e culìsimo,
adattamenti al superlativo di "dear" e "cool"; Istlos è "East Los Angeles", e
Mexkimo indica un messicano residente in Alaska. Non manca il termine
per definire chi, di ceppo ispanico, si trova a metà strada tra due culture:
haifenado, da "half-and-half", indica infatti una persona dall'identità non
ben definita a cavallo tra le due culture la cui mistura ha dato origine allo
spanglish (Stavans, 1999).
Lo spanglish vive e pulsa per le strade del Sud degli USA, guadagnando
vieppiù spazio nella musica pop, soprattutto rap, in arte e letteratura: è
solamente l'inizio di una esplosione annunciata, per il momento esso resta
un codice di comunicazione orale, libero e per il momento ancora al di
fuori degli standard di codificazione.
Notes
(1) Due esempi da documenti trovati in Rete: www.dischivolanti.ch/news.htm ... Paola
& Chiara Vamos a bailar (esta vida nueva) original version, remixes, spanglish version,
CDsingle, 003129, 13.-. ... e http://mp3-search.iol.it/cgi-bin ... 2000. Album: Spanglish
Hits '99 Durata: 0:56 min. Freq: 22.0 Khz Stereo: yes Genere: Non definito.
2) Passaggio tratto da www.goa.it/articles/Attualita'/344.html
3) Su questo dibattito, v. anche Corriere della Sera, 28.01.2000, Terza Pagina, pag. 35,
all'interno della rubrica "Discussioni": "Un dizionario dell'idioma parlato dagli
"ispanici" d'America apre la polemica tra i puristi castigliani", a cura di Mino Vignolo.
Bibliographie
ETIEMBLE, Réné. 1973/1991. Parlez-vous franglais? - Paris: Gallimard.
STAVANS, Ilan. 1999. Hopscotch, Vol. 1, N° 1, Duke University Press.
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