CMF SportSys Manuale Operativo

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CMF SportSys Manuale Operativo
CMF SportSys
Nell’economia di una società sportiva di alto livello, l’aspetto medico-riabilitativo è di primaria importanza. Il trattamento di una
patologia osteo-mio-articolare o nel periodo post-operatorio, deve essere efficace in tempi brevi in modo da accelerare il recupero
dell’atleta.
Le nuove conoscenze di biologia molecolare sulla patogenesi delle malattie acute e croniche e la risposta cellulare ai vari stimoli
patogeni hanno consentito ad esperti di biofisica e biologia molecolare di mettere a punto un nuovo trattamento con campi
magnetoelettrici complessi a campo variabile, tessuto specifici. Questa nuova tecnologia permette di curare in modo selettivo sia
l’aspetto flogistico, sia quello rigenerativo del tessuto, nonché di intervenire sulla sintomatologia dolorosa; ciò è possibile grazie al
recupero dell’omeostasi sia cellulare che tessutale.
La CMF dedicata allo sport, prevede una serie di 15 programmi dedicati alla traumatologia sportiva, attraverso i quali si può
abbattere il dolore l’edema e l’infiammazione molto velocemente, ma si può ridurre di molto i tempi di guarigione delle fratture ossee
muscolari e tendinee. E’ molto utile nella riparazione di micro lesioni cartilaginee. La macchina prevede anche una soluzione per il
jet lag e per la riduzione dello stress ossidativo dopo intensi allenamenti o gare sportive.
1
BioLogic CMF SportSys
Perché utilizzare i Campi Magnetoelettrici Complessi nella Medicina dello sport?
1.
2.
Perché questo elettromedicale evoluto accoppia due funzioni importanti nella traumatologia sportiva:
•
La funzione antinfiammatoria, antiedemigena e analgesica.
•
La funzione rigenerativa molecolare, cellulare e tessutale
Perché è dotato di programmi funzione-specifica e quindi utilizzabile con lo stesso criterio con cui si userebbero dei
farmaci.
3.
Perché sono onde atermiche di bassa e bassissima intensità e frequenza.
4.
Perché non è un semplice elettromedicale, ma un sistema dotato di vari induttori che sono adatti ai vari tipi di trattamenti
che possono essere locali o sistemici.
5.
Perché non interferisce con le protesi metalliche e anzi, ne agevola la riparazione ossea periprotesica.
6.
Perché è una terapia non invasiva. Il paziente non avverte correnti o calore.
7.
Perché non ha limiti di profondità in quanto rispetto ai segnali magnetici il corpo è quasi trasparente.
8.
Perché pur essendo tecnologicamente molto evoluta, è di facile utilizzo e può essere di grande supporto alle terapie
manuali.
9.
Perché necessitano poche sedute per raggiungere un risultato clinico.
10. Perché ha due dei 15 programmi dedicati al Jet Lag sempre molto importante negli atleti professionisti e soprattutto allo
stress ossidativo, causa fondamentale dell’affaticamento e dell’usura dell’atleta.
11. Perché usare dei segnali magnetoelettrici Complessi per ottenere queste funzioni?
2
È stato dimostrato chiaramente da Ludwig mediante l’analisi di Fourier [Ludwig, 1993] che i segnali ultrafini vengono riconosciuti con
facilità rispetto al rumore di fondo se essi presentano un "pattern": i segnali che l’organismo riesce a riconoscere tra una molteplicità
di segnali interferenti sono altamente complessi, cioè sono composti da diverse bande di frequenza. Infatti il segnale complesso
raggiunge il sistema biologico come una ripetizione di segnali deboli, ma tra loro correlati in uno schema fisso, ed è proprio la
ripetitività di tale schema che distingue il segnale "vero" dal rumore di fondo. Il segnale che presenta dei pattern riconoscibili viene
veicolato da una portante che ha la capacità di portare l’informazione.
Per un principio di omogeneità di sistema, le cellule tendono a riconoscere i segnali in relazione all’affinità elettiva con i propri campi
endogeni. Le affinità devono essere sia in termini di frequenza che di intensità. Un dato molto importante è dato poi, dalle
caratteristiche d’onda dei campi che devono rispettare l’incoerenza del sistema cellula o per meglio dire la “quasi coerenza”. Si
identifica questo processo come una forma di sintonizzazione fra campi endogeni esogeni e campi di disturbo ambientali. Le
sensibilità osservate in tali processi biologici di modulazione elettromagnetica sono dell’ordine di 10-7 V/cm nello spettro E.L.F.
(extreme-low frequency) A questo proposito sono state identificate delle finestre biologiche [Adey W.R. 1988] attraverso le quali il
segnale diventa efficace sui processi biologici. Questa scoperta permette di immaginare che le caratteristiche bioelettromagnetiche
della cellula siano da considerarsi parte del sistema complessivo della fisiologia cellulare.
Quali sono i meccanismi d’azione dei CMF nella SportSys?
Effetto antinfiammatorio:
L’effetto antinfiammatorio è legato prevalentemente alla modulazione delle citochine proinfiammatorie1 e il ripristino dell’attività della
Ca-ATPasi2 di membrana.
- Effetto antiedemigeno:
l’effetto antiedemigeno è legato essenzialmente all’azione dei campi sulle alfa eliche transmembrana in particolare sulle
acquaporine3 per effetto del fenomeno di accoppiamento elettroconformazionale4.
A ciò si aggiunge un aumento del circolo locale5 ed un’azione di modificazione dello stato redox della matrice EC per dislocamento
delle cariche elettrostatiche vicino alla membrana6, oltre che ad un effetto di pompa diamagnetica sull’acqua intra-tessutale.
1
Gómez-Ochoa I, Gómez-Ochoa P, Gómez-Casal F, Cativiela E, Larrad-Mur L.
Pulsed electromagnetic fields decrease proinflammatory cytokine secretion (IL-1beta and TNF-alpha) on human fibroblast-like cell culture. Rheumatol Int. 2010 Apr 7
2
Selvam R, Ganesan K, Narayana Raju KV, Gangadharan AC, Manohar BM, Puvanakrishnan R. Low frequency and low intensity pulsed electromagnetic field
exerts its antiinflammatory effect through restoration of plasma membrane calcium ATPase activity. Department of Pharmacology and Toxicology, Madras Veterinary
College, Vepery, Chennai, India.Life Sci. 2007 Jun 6;80(26):2403-10. Epub 2007 May 1
3
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4
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5
Y.B. Kirillov, et al., Magnetotherapy for Obliterative Disease of the Vessels of the Legs, Vopr Kurortol Fizioter Lech Fiz Kult, 3, 1992, .. 14-17.
6
Loginov VA. Effect of Pulsed Electromagnetic Field on Charge Changes in Erythrocyte Membrane. Biofizika; 36 (4) p614-620 JUL- AUG 1991
3
- Effetto analgesico:
Gli effetti sul dolore sono dovuti a due fattori fondamentali: la modulazione delle ammine biogene all’effetto sui recettori dell’ NMDA
per lo spostamento dovuto alle forze rotazionali dello ione Ca++ dal recettore che è calcio-dipendente. L’effetto è da considerarsi
morfino-simile.
Analizziamo i meccanismi singoli.
Modulazione di : ß-endorfina, sostanza P e serotonina Dopamina e serotonina (turnover)7
Effetto sul signaling dello ione Ca++ e sul recettore NMDA calcio-dipendente8
Riduzione dell’interleuchina β9
Nota: I CMF (Complex Magnetic Fields) essendo multifrequenziali, avendo il sequenziamento studiato come array di stringhe, ed
ogni stringa rappresenta una funzione, i codici macchina sono programmati per avere in sequenza una serie coerente di funzioni ed
essendo segnali a geometria di campo complessa (armoniche multiple) mettono insieme una serie di effetti sincronici.
Matsumoto e Tsuda10 hanno dimostrato come alcuni sistemi caotici a cui viene aggiunta l’azione di fluttuazioni, mostrano
bruscamente un comportamento collettivo ordinato, come, ad esempio, oscillazioni armoniche. La sovrapposizione di treni d’onda
con specifiche caratteristiche in termini di geometria di campo, frequenza e intensità, sono in grado di rimodulare le fluttuazioni
spontanee della cellula11. Ogni volta che inviamo al sistema cellula un treno di onde con caratteristiche di pattern, inviamo una
frequenza ordinatrice, la quale impone alla cellula la decodifica dell’informazione inviata.
7
Sieroń A, Labus Ł, Nowak P, Cieślar G, Brus H, Durczok A, Zagził T, Kostrzewa RM, Brus R. Alternating extremely low frequency magnetic field increases
turnover of dopamine and serotonin in rat frontal cortex. Clinic of Internal Diseases and Physical Medicine, Medical University of Silesia, Bytom, Poland.
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8
Manikonda PK, Rajendra P, Devendranath D, Gunasekaran B, Channakeshava, Aradhya RS, Sashidhar RB, Subramanyam C. Influence of extremely low
frequency magnetic fields on Ca2+ signaling and NMDA receptor functions in rat hippocampus. Department of Biochemistry, Osmania University, Hyderabad 500007,
India. Neurosci Lett. 2007 Feb 14;413(2):145-9. Epub 2006 Dec 28.
9 Rohde C, Chiang A, Adipoju O, Casper D, Pilla AA. Effects of Pulsed Electromagnetic Fields on IL-1beta and Post Operative Pain: A Double-Blind, PlaceboControlled Pilot Study in Breast Reduction Patients.1Division of Plastic and Reconstructive Surgery, Columbia University Medical Center, New York-Presbyterian
Hospital, New York, NY. 2Neurosurgery Laboratory, Montefiore Medical Center and the Albert Einstein College of Medicine, Bronx, NY. 3Department of Biomedical
Engineering, Columbia University, New York, NY. 4Department of Orthopedics, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY. Plast Reconstr Surg. 2009 Nov 17.
[Epub ahead of print]
10
Kenji Matsumotoa and Ichiro Tsudab . Extended information in one-dimensional maps
aFaculty
of Pharmaceutical Sciences, Hokkaido University, Sapporo 060, Japan
bBioholonics
Project, Research Development Corporation of Japan, Nissho Bldg., 5F, 14-24 Koishikawa 4-chome, Bunkyo-ku, Tokyo 112, Japan Physica D:
Nonlinear Phenomena Volume 26, Issues 1-3, May-June 1987, Pages 347-357
11
F. Crescentini, Le Basi Epistemologiche del Sistema Informazionale Biologico- Ed. Simple 2011 ISBN 978-88-6259-330-4
4
Gli effetti rigenerativi
Morfogenesi Riparativa Indotta (MRI):
Qualsiasi forma di energia impatti un sistema biologico modificando il ∆G° e la dinamica funzionale di alcuni segnalatori
multipotenziali come il Ca++i o i recettori accoppiati alle proteine G12 , oppure il sistema di trascrizione genica13, o la cinetica
enzimatica, è in grado di modificare l’accensione e lo spegnimento degli Interruttori Molecolari14. Come in una rete booleana
stocastica, le pathway derivate dalla modificazione temporanea di questi attrattori omeostatici, sviluppano il processo riparativo
ripristinando temporaneamente alcune funzioni silenziate dopo la fine della morfogenesi evolutiva. Se il quantum energetico è in
grado di trasferire un’informazione complessa specificata (CSI), induce una “catastrofe” e attrae il sistema verso la realizzazione di
un progetto biologico riparativo coerente con la topologia e la struttura dei tessuti da riparare attivando dei creodi con traiettorie
temporali stabilizzate e tamponate. Da ciò deriva il ripristino anatomo-funzionale che si realizza, e i tempi di riparazione sono
proporzionali all’accelerazione delle cinetiche enzimatiche e alla quantità di enzimi necessari ad una pathway. Dobbiamo ricordare
che il processo riparativo è parte integrante del sistema omeostatico geneticamente predeterminato dal quale dipende la nostra
sopravvivenza.
Qualità e quantità di energia bioattiva
Le energie impattanti il sistema biologico esprimono i loro effetti in relazione alla quantità di energia e di informazione che riescono a
veicolare. Un’energia si definisce bioattiva quando riesce ad indurre delle variazioni di funzioni di strutture cellulari, in grado di
modificare alcune funzioni basali della cellula.
Le energie impattanti i sistemi biologici possono modificare la quantità di energia libera, possono variare la temperatura, cedendo
calore, oppure possono modificare alcuni dispositivi cellulari come le pompe o i canali ionici, la trascrizione del DNA, o veicolare
informazioni bioattive. Queste informazioni riescono ad essere attive solo in determinate “finestre bioelettromagnetiche” precise.
Adey e Bawin hanno trovato con loro indagini un'area ristretta di intensità e frequenza in cui le cellule trattate reagiscono. Tuttavia,
al di là di queste aree si sono verificate nessuna o solo reazioni minime. L'area di frequenza sperimentalmente accertato è chiamata,
nel frattempo, finestra di Adey. Gli esperimenti furono 2, il primo del 1975 in cui utilizzarono una frequenza portante di 147 MHz con
un'ampiezza modulante ELF, ed il secondo esperimento del 1976 campi ELF a frequenza variabile.
effetti rigenerativi che richiedono maggiore comprensione di dettagli epistemologici che ci possano condurre a dirimere alcuni
passaggi biologici che ad oggi sono le frontiere avanzate dell’embriologia molecolare il cui padre è Gerald M. Edelman15 che ha
introdotto la topobiologia. Questa scienza si occupa delle interazioni fra le superfici cellulari e tra queste ed i substrati. Tali interazioni
12
I recettori accoppiati alle proteine G (o GPCR) sono una famiglia di recettori biologici che comprende i recettori colinergici muscarinici, i
recettori adrenergici, dopaminergici, serotoninergici, i recettori cannabinoidi e i recettori degli oppiacei e delle purine. Le proteine G rappresentano il
livello intermedio nella gerarchia organizzativa di gestione della comunicazione tra recettori ed enzimi effettori o canali ionici. Le proteine G
consistono di tre subunità
,
e
. I nucleotidi guaninici si legano alla subunità
, che è provvista di attività enzimatica, catalizzando la
. Tutte e tre le subunità sono ancorate alla
conversione del GTP in GDP. Le subunità e rimangono associate a formare un unico complesso
membrana plasmatica mediante la catena di un acido grasso, legata alle proteine G per mezzo di una reazione chiamata prenilazione.
13
Goodman R, Henderson AS (1991a): Transcription in cells exposed to extremely low frequency electromagnetic fields: A review.
Bioelectrochem Bioenerget 25:335-355.
14
Un interruttore molecolare è una molecola in grado di essere convertita reversibilmente in due o più stati stabili. Le molecole possono passare tra
gli stati differenti in risposta a cambiamenti quali quelli di pH, luce, temperatura, una corrente elettrica, microambientali, o la presenza di un ligando.
In alcuni casi viene utilizzata una combinazione di stimoli. Le più vecchie forme di interruttori molecolari sintetici sono rappresentate dagli indicatori
di pH, che mostrano colori distinti in funzione del pH. Attualmente gli interruttori molecolari sintetici rivestono interesse nel campo della
nanotecnologia per l'applicazione nei computer molecolari. Gli interruttori molecolari sono importanti anche in biologia dato che molte funzioni
biologiche si basano su di essi, per esempio nella regolazione allosterica e nella visione. Costituiscono uno dei più semplici esempi di macchina
molecolare.
15
G.M Edelman, Topobiologia -introduzione all’embriologia molecolare- Ed. Bollati Boringhieri 1993
5
dipendono dalla sede in cui hanno luogo e hanno l’effetto di modificare la regolazione cellulare. Poiché si occupa principalmente dei
meccanismi di sviluppo, la topobiologia riveste un immediato interesse per lo studio dei rapporti fra embriologia ed evoluzione
morfologica. I meccanismi topobiologici sono mediati dalle superfici e dai movimenti delle cellule, ma, allo stesso tempo, sono
geneticamente determinati. Essi collegano quindi la genetica dello sviluppo agli eventi chimici e meccanici che interessano le
membrane ed i movimenti cellulari a diversi livelli di organizzazione, eventi chimici e meccanici che si estendono in modo coordinato
da gene alla cellula ai collettivi di cellule, per ritornare al gene. La topobiologia riguarda non soltanto la sede, ma anche il tempo
scandito dagli eventi epigenetici, cioè dai cambiamenti negli stati cellulari, dovuti a stati cellulari precedenti ed alle interazioni
verificatesi in sedi particolari durante la crescita e lo sviluppo.
La morfogenesi riparativa è un termine che racchiude tre principi fondamentali: la riparazione in termini di forma, struttura e funzione,
nonché il timing e la specificità dei target biologici tessutali. Da ciò si possono definire la dermomorfogenesi riparativa, la
miomorfogenesi riparativa, l’osteomorfogenesi riparativa, la neuromorfogenesi riparativa, l’angiogenesi riparativa, ecc. Naturalmente
tutti questi meccanismi vengono attivati in sequenza e sincronizzati, nonché ipercontrollati nella riparazione tessutale, in quanto
qualsiasi riattivazione morfogenetica deve avere una topologia ed una tempistica ben controllate per non permettere sviluppi di
tessuti anomali da un punto di vista qualitativo e quantitativo.
Ora tornando alla definizione dei segnali fisici in grado di riattivare un programma riparativo tessutale, dobbiamo fare delle inevitabili
precisazioni e dare risposta ai seguenti quesiti:
1.
I segnali devono avere caratteristiche tali da essere omogenei con quelli endogeni.
2.
Devono avere la capacità di inviare una serie di informazioni sequenziate, che inneschino gerarchicamente l’espressione
genica delle proteine enzimatiche e strutturali necessarie specificamente alla riparazione del tessuto leso.
3.
Devono essere scevre da effetti collaterali
4.
Non devono alterare la temperatura dei tessuti in via di riparazione
5.
Devono agire unicamente sui tessuti lesi, lasciando inalterati i tessuti sani
6.
Devono innescare il meccanismo riparativo senza far perdere alle cellule la capacità endogena di controllo.
1R- I segnali inviati ad un sistema biologico, devono per definizione essere più simili possibili ai segnali endogeni, per il motivo che i
dispositivi cellulari sono predisposti a processare segnali “già conosciuti” in termini di intensità di campo ed i sistemi di captazione
del segnale sono dedicati a questa funzione nell’ambito dei parametri endogeni, come per esempio il glicocalice Che si comporta
come amplificatore biofisico di segnali:
Il potenziale Zeta del glicocalice è causa di rumore elettromagnetico, generato dalla vibrazione delle molecole e dalle fluttuazioni
delle loro cariche e dei loro legami. A differenza dei sistemi lineari di comunicazione, come la televisione, radio, telefono, dove si fa
di tutto per sopprimere tutte le frequenze senza contenuto informativo, il rumore di fondo del glicocalice è estremamente utile. Tra
input e output esiste un rapporto non-lineare: quando l’input scende al di sotto di un determinato valore di soglia, non c’è più nessun
output. Però un segnale molto debole può essere elevato al di sopra del valore di soglia quando incontra un giusto livello di rumore;
quindi il segnale evoca una risonanza che può amplificarlo in misura adeguata. Se il rumore è poco, il segnale non aumenta; se il
rumore è troppo grande il segnale viene soppresso. Questo fenomeno della risonanza stocastica consente anche di percepire
separatamente impulsi che arrivano contemporaneamente. ( Moss e Weisenfeld 1995).
I segnali CMF sono di intensità pari al campo magnetico endogeno, che partendo da segnali in µT arrivano alle cellule in nT, ossia
abbastanza vicino ai segnali endogeni che sono in pT, considerando tutte le dispersioni α-β-γ dovuti ai vari strati tessutali e alle loro
specifiche caratteristiche dielettriche.
6
2R- Devono poter inviare dei pattern di informazioni coerenti con una funzione specifica, serie data da informazioni contenute in una
serie di codici bioattivi, caratterizzati in frequenza, intensità, geometria di campo e tempo inviate in sequenza temporale. Il livello di
restrizione di un’informazione codificata con codici non alfanumerici, ma quadridimensionali, permette di non disperdere la qualità
dell’informazione stessa mantenendone la capacità di trasferimento. Gli assunti di Bateson qualificano la comunicazione dal punto di
vista cibernetico.16
I CMF inviano segnali complessi che sono differenziati per funzione indotta. Esistono segnali in grado di modulare per esempio i
neuropeptidi o le citochine proinfiammatorie, mentre a maggior livello di complessità, i “cluster informativi” inviati, attivano
sequenzialmente una serie di segnalatori che a loro volta attivano il processo morfogenetico riparativo. Per quanto complesso sia il
sistema biologico, alcune “chiavi” molecolari che sono un numero abbastanza limitato, determinano a cascata l’attivazione di
pathways tutte facenti parte della funzione innescata ab initio, come dimostrato da M. Levin.17
Ciò spiega la necessità di segnali ad alto livello di complessità come quelli dei CMF e la multifrequenzialità degli stessi, oltre che la
necessità di inviare segnali attraverso una portante ad alta frequenza modulata, che ci dà la maggior probabilità di trasmettere
un’informazione senza, o con il minimo possibile di interferenze esterne.
3R- I dati in nostro possesso derivati da migliaia di casi trattati sia nella terapia del dolore che nella medicina rigenerativa fisica, non
hanno mai evidenziato effetti collaterali seppur minimi. La ragione di ciò è da attribuire a segnali estremamente deboli e assimilabili
per intensità al campo geomagnetico. E’ lapalissiano che se fossero nocivi gli uni, lo sarebbero anche gli altri, anche se il campo
geomagnetico è statico e i CMF sono campi pulsati.
4R- I CMF sono campi atermici per cui non alterano in nessun modo la temperatura basale dei tessuti.
La caratteristica dei CMF è data dalla bassissima frequenza e intensità di campo, per cui il trasferimento energetico sui tessuti è
minimo o nullo.
5R- I segnali complessi delle CMF attivano i processi riparativi senza coinvolgere i tessuti sani. Ciò è dovuto al fatto che i tessuti sani
hanno caratteristiche dielettriche diverse rispetto a quelli malati o lesi, ragion per cui quando si innesca il processo che va sotto il
nome di transizione epitelio-mesenchimale, (epitelio-mesenchimal transition18, EMT), che è alla base dei sistemi di riparazione, i
CMF agiscono su questo processo che è termodinamicamente più lontano dall’equilibrio, accelerandone la cinetica.
Per fare un esempio: se noi volessimo mettere delle palline da ping pong, in una scatola già piena di palline, nessuna di esse ci
potrebbero entrare, ma se noi avessimo una scatola mezza vuota, ci entrerebbero molte palline. Ciò è quello che si verifica nei
tessuti malati, sono “scatole mezze vuote” in cui possiamo far affluire i quanti energetici necessari per riacquisire l’omeostasi. Basta
pensare che la differenza di potenziale transmembrana di una cellula tumorale rispetto a quella sana è ridotto fino ad 1/3.
Ricordiamo però che I CMF non trasferendo energia, riattivano i sistemi energetici endogeni aumentando la respirazione cellulare,
l’energia dei sistemi viene fatta produrre in maniera endogena19 e ciò permette una ripolarizzazione cellulare senza eccedenza
energetica, in relazione al ripristino funzionale delle pompe ioniche ATP-dipendenti.
16
«L’essenza e la raison d’être della comunicazione è la creazione di ridondanza, di significato, di struttura, prevedibilità, informazione, e la
riduzione della componente casuale mediante ‘restrizioni’» (G. Bateson, Stile, grazia e informazione nell’arte primitiva, in Verso un’ecologia della
mente, trad. it., Adelphi, Milano 199010, p. 164).
17
Levin M. Bioelectromagnetics in morphogenesis.
Department of Cytokine Biology, The Forsyth Institute, Boston, Massachusetts 02114, USA. [email protected]. Bioelectromagnetics. 2003
Jul;24(5):295-315.
18
Il processo di EMT permette ad una cellula epiteliale di distaccarsi dal sito del tessuto primario acquistando così la capacità di migrare. Le cellule
epiteliali sono cellule altamente polarizzate e sono connesse le une alle altre da giunzioni cellulari. Le cellule di fenotipo mesenchimale invece non
stabiliscono contatti intercellulari e sono dotate di capacità migratoria. Durante la EMT le cellule epiteliali perdono le giunzioni intercellulari, con
conseguente distacco dalle altre cellule circostanti. Quindi le cellule che effettuano la EMT acquisiscono caratteristiche mesenchimali, necessarie per
migrare lontano.
19
M. Blank* and L. Soo Enhancement of cytochrome oxidase activity in 60 Hz magnetic fields; Department of Physiology and Cellular
Biophysics, Columbia University, 630 W. 168 Street New York, NY 10032, USA
7
Ogni quanto di energia induce una quantità di reazioni chimiche di regolazione. Pensando ad una foglia su cui impatta la luce solare,
ogni quanto energetico richiede 140 reazioni chimiche di aggiustamento.
6R- Non alterando la cellula nelle sue funzioni fondamentali omeostatiche, qualsiasi processo venga attivato, rimane sotto il controllo
dei sistemi di regolazione endogeni cellulari e tessutali.
NB. La numerazione con “R” identifica la risposta ai 6 quesiti delle pagine precedenti.
La medicina rigenerativa fisica si occupa delle tecniche fisiche di induzione della riparazione molecolare, cellulare e tessutale,
incrementando l’espressione genica delle proteine morfogenetiche ed incrementando il signaling cellulare20 come le pathway delle
chinasi o altre (vedi capitolo sul signaling) o la trasformazione epitelio mesenchimale, tramite l’azione sulle strutture di legame
cellula-cellula come le gap junction.21
Data la complessità del sistema riparativo22, dobbiamo riassumerne gli effetti indotti come segue:
Riparazione molecolare
Incremento delle hsp
Ripolarizzazione delle membrane, effetto sui canali ionici e sulle proteine
Riparazione cellulare
transmembrana, incremento del signaling intracellulare e orientamento dei microtubuli.
Incremento
dell’espressione genica dei morfogeni, incremento del signaling ( Ca++i - NO- protein
Riparazione tessutale
chinasi, MAP, Wnt, sistema Ca-calmodulina, citochine, ecc)
Incremento
dell’espressione genica del collageno, dei fattori di crescita,
Stimolazione alla differenziazione
delle staminali locali e midollari.
Stimolazione
della neo-angiogenesi e della
neo-linfangiogenesi.
Stimolazione
della neurogenesi
della miogenesi
dell’osteogenesi
della dermogenesi
Attivazione dei macrofagi,
Controllo dell’infiammazione
modulazione delle citochine pro-infiammatorie, riduzione dell’edema, modulazione del
signaling pro-infiammatorio, aumento della resistenza cellulare all’ipossia.
Bioelectrochemistry and Bioenergetics Volume 45, Issue 2, May 1998, Pages 253-259
20
Emiliani C, Martino S, Stirling JL, Orlacchio A. Influence of cell differentiation and protein kinase C activation on sub-cellular distribution of
beta-N-acetylhexosaminidases of HL 60 cells. Dipartimento di Biologia Cellulare e Molecolare, Università degli Studi di Perugia, Italy. Physiol
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21
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22
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.
8
Dal punto di vista dell’ingegnerizzazione delle macchine atte ad indurre gli effetti di cui sopra, si è reso necessario individuare le
funzioni chiave dell’input riparativo, quelle che si possono definire le “chiavi molecolari della riparazione”, attraverso le quali si dà
inizio al processo di ricostruzione di un tessuto leso.
I programmi macchina del gruppo dei rigenerativi, attivano la morfogenesi riparativa specifica per ogni tessuto, innescando tutta la
serie di cascate chimiche morfogenetiche necessarie. La riparazione tessutale guidata con i CMF richiede ½ o 2/3 di tempo in meno
di quella fisiologica e produce tessuti riparativi di miglior qualità.
9
I programmi macchina, le loro funzioni e i meccanismi d’azione.
Analgesico- azione sui recettori NMDA (
Programma 1
Dolore neuropatico
calcio-dipendenti) per dislocazione dello ione
calcio,
aggancio
di
fase
del
segnale
Puntale o concentratore
lelettronico
nocicettivo, modulazione peptiidi algogeni.
Riduzione dell’interleuchina β
Programma 2
Dolore muscolare
Decontratturante- della muscolatura striata
azione sul legame actino-miosinico, e sulle
canali ionici, ripolarizzazione sinaptica.
Puntale o concentratore
elettronico
Antiartritico- analgesicoProgramma 3
Dolore articolare
immunomodulante- modulazione delle
Puntale o concentratore
citochine proinfiammatorie, analgesia da
elettronico
controllo del recettore NMDA, controllo
dell’edema intra-articolare, controllo delle
permeabilità vasale, immunomodulante.
Programma 4
Antiedemigeno
Antiedemigena- azione sulle acquaporine,
Puntale o concentratore
effetto di pompa diamagnetica, controllo della
elettronico
permeabilità vasale.
modulazione
AntinfiammatorioProgramma 5
Antinfiammatorio
delle
citochine proinfiammatorie, analgesia da
Puntale o concentratore
controllo del recettore NMDA, controllo
elettronico
dell’edema intra-articolare. ripolarizzazione
sinaptica. ripristino dell’attività della CaATPasi di membrana.
Programma 6
Antibatterico
Antibatterico- azione simil-ciclotronica sui
batteri in relazione alla carica di membrana,
incremento dell’immunità.
Effetto batteriostatico. Inibisce la formazione
Puntale o concentrare elettronico
di colonie.
Riduzione delle tensioni neuro-mio-fasciali
Programma 7
Dolore di origine
mio- fasciale
Progamma 8
Antiedema
Incremento
di
serotonina.
Dopamina,
endorfine. Modulazione delle amine algogene.
Decontratturante sistemico.
Effetto antiedemigeno rapido. Azione sulle
acquaporine e sulle pompe ioniche
Programma 9
Morfogenesi tessutale
guidata
Stuoia magnetica
Puntale o concentratore
elettronico
Acceleratore sincronico della riparazione
Puntale o concentratore
tessutale. Modulazione di alcuni importanti
elettronico
neurotrasmettitori nocicettivi.
Modulazione delle citochine proinfiammatorie
Incremento delle citochine antinfiammatorie
Input rigenerativo poli-tessutale sincronico.
10
Morfogenesi guidata
Programma 10
tendinea
Stimolazione dei fibroblasti e allineamento
Puntale o concentratore
delle fibre collagenose per incremento del
elettronico
cross-linking
Programma 11
Osteomorfogenesi guidata
Attivazione della cascate osteogenetiche e
Puntale o concentratore
modulazione di quelle osteoclastogenetiche
Mio-morfogenesi guidata
Incremento della produzione di actino-miosina
elettronico
Puntale o concentratore
ed aumento qualitativo delle stesse proteine
Programma 12
elettronico
Riduzione del turnover dei PAG e GAG,
Programma 13
Condro-morfogenesi guidata
stimolazione della produzione di condroblasti
Puntale o concentratore
e condrociti.
Programma 14
Stress ossidativo
Abbattimento dei radicali liberi
elettronico
Stuoia magnetica
Incremento della produzione endogena di
Programma 15
Jet Lag
beta-endorfina sostanza P e serotonina
Stuoia magnetica
Modalità di somministrazione della terapia.
I programmi da 1 a 6 vanno utilizzati con sedute giornaliere nelle patologie acute e 1 seduta ogni 3 giorni per le patologie croniche.
Possono essere sommate e somministrate in sequenza come se si componesse una flebo con vari farmaci.
Il programma 7 va utilizzato con 2-3 sedute settimanali a seconda della gravità della patologia. Un numero minimo di 6 sedute.
I programmi di rigenerazione, ossia dal programma 8 al 13, con 1 seduta ogni 3 giorni, per 45 giorni tranne che per la rigenerazione
cartilaginea.
Per quest’ultima, in particolare, la terapia deve essere di 90 giorni come minimo, senza l’ausilio di mesenchimali espanse o peptidi
del collageno.
I programmi di rigenerazione devono essere somministrati a giudizio del curante in relazione allo stato metabolico del paziente e
della dimensione e gravità della lesione.
E’ bene, nel limite del possibile non sommare le terapia rigenerative a quelle analgesiche, per non disturbare l’informazione
riparativa.
Il programma 14 – stress ossidativo- deve essere somministrato subito dopo intensi sforzi fisici, come negli allenamenti intensivi o
gare sportive.
Sono sufficienti 1° 2 sedute per ripristinare l’omeostasi cellulare. Si somministrano giornalmente. Per l’utilizzo come prevenzione
delle patologie degenerative, 1 seduta alla settimana per 10 sedute per ciclo.
Il programma 15 – jet lag- si utilizza dopo le trasferte a lunga distanza con sedute giornaliere. Normalmente sono sufficienti 2-3
sedute.
11
Precauzioni
Eseguire terapie seguendo i protocolli impostati dal manuale. Non eccedere mai nella sommazione dei programmi, si consiglia di
sommare non più di 2 programmi in sequenza.
Controindicazioni alla terapia CMF
Portatori di pacemaker di neurostimolatori, epilessia, gravidanza e patologie oncologiche pregresse o in atto.
◙ Per la pulizia dello strumento usare solo un panno asciutto. Non usare liquidi soprattutto quelli aggressivi o a
base di solventi chimici.
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Applied Bioelectricity: From Electrical Stimulations to Electropathology, di J P Reilly ISBN: 0387984070 - Springer
Bioelectromagnetics - Edited by James C. Lin Copyright © 2012 Wiley Periodicals Inc.
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