Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno perché
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Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno perché
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è presente in oltre 200 nazioni riconosciute dall’ONU. Pur essendo una chiesa di minoranza è cattolica. È sorta negli Stati Uniti d’America a metà del XIX secolo a seguito di un risveglio religioso che ha avuto le sue ripercussioni in Europa e anche nell’America latina. I suoi padri fondatori hanno creduto fortemente nel messaggio profetico della Scrittura ereditando la corretta comprensione di questo aspetto della Bibbia da chi, nel corso dei secoli, ne ha fatto oggetto di studio e di riflessione (vedere la nostra opera Quando la Profezia diventa Storia). La Riforma protestante ha voluto ricondurre la cristianità all’origine della sua storia, ma avendo conservato il compromesso costantiniano di essere chiesa di stato o di maggioranza, quindi non confessante, pur avendo segnato la storia della Chiesa non ha fatto il salto qualitativo sperato. A partire da quel momento altri movimento, continuando lo spirito della Riforma e dei pre-riformatori del Medio Evo, hanno dato origine a variegate espressioni di fede che hanno prolungato la propria esistenza nei secoli e hanno generando a loro volta altre chiese, che hanno anche caratterizzato momenti particolari della storia, motivate sempre dal ritornare alla fede dei padri, «alla sana dottrina», usando una espressione di Paolo, agli insegnamenti della Chiesa apostolica. La Chiesa avventista – crede l’autore – è la realizzazione di questa volontà di fede e la sua dottrina ne è la dimostrazione. Adelio G. Pellegrini CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA DEL 7° GIORNO Perché ? A Stefano e Daniele, papà e mamma hanno vissuto nella Chiesa del Signore, siete nati durante il loro servizio nella Chiesa, continuare la strada, ci troveremo alla fine della via. Adelio G. PELLEGRINI La CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA del 7° GIORNO Perché? INTRODUZIONE La spiritualità è una caratteristica della personalità umana. In questa sfera germogliano i valori, le aspirazioni, gli ideali, la coscienza, il senso della vita, il mistero del creato, dell’universo, dell’esistenza, della vita, la fede, la speranza, esprime l’ammirazione e lo stupore dell’essere di fronte al mistero, all’insondabile, al percepibile e impercettibile, al tutto, all’infinito, all’invisibile. Nel nome della spiritualità dal XIX secolo sono sorte in Europa dei filosofi che hanno fatto scuola e hanno creato degli orientamenti di pensiero. La spiritualità trascende i concetti, le contrapposizioni dialettiche e speculative, che esprimono la grandezza dell’uomo nella sua analisi per spiegare l’insondabile. La si riscontra in tutte le culture e in tutti i popoli. È l’elemento che unisce e caratterizza l’umanità, sia quella che osserva il microcosmo e cerca di conoscere le leggi del ma crocosmo, ma anche di chi è all’oscuro di queste realtà dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande e forse neppure sa che la conoscenza è senza limiti, ma nell’osservare la luce dell’alba, i colori del tramonto, gli occhi di un bimbo, i misteri della vita, la forza dell’amore, la donna che ama, si commuove, canta e ha sentimenti di lode, ammirazione, emozione, gioia. La spiritualità pone l’uomo all’ascolto del mistero, dell’invisibile, dell’assoluto, fa sentire la grandezza dell’uomo di fronte a qualcosa che gli è ancora più grande e vorrebbe l’uomo libero da tutto ciò che lo condiziona. La spiritualità influenza le molteplici espressioni dell’uomo nelle molteplici manifestazioni dell’arte, il vivere sociale, l’economia, la politica e la morale. Non c’è conflitto tra scienza e spiritualità. La scienza si occupa del processo empirico. La spiritualità ha una influenza sull’uomo scienziato. Gli scienziati nell’assecondare la spiritualità possono comprendere la scienza in un modo più alto. Gli scienziati hanno una grande spiritualità. La spiritualità apre agli scienziati grandi e nuove possibilità per la ricerca. La scienza con indica i confini tra il bene e il male. La spiritualità sfocia nella codificazione dei valori e la religione è la conseguenza della spiritualità. È perché l’uomo ha nel proprio Introduzione patrimonio genetico la spiritualità diventa un essere religioso,1 cioè stabilisce le regole, le norme per relazionare con colui dal quale tutto viene e nel quale è immerso e vive. Se la spiritualità può corrispondere alla madre che ama il proprio figlio, la religione esprime il modo in cui questo amore-spiritualità viene espresso vestendolo, nutrendolo, curandolo, educandolo. Le madri discutono come meglio crescere i propri figli, alcune si difendono, altre accusano. Come le madri pensano che il proprio modo sia quello giusto e fanno osservazioni su quello che fanno le altre, creano, agendo in questo modo, delle barriere, così le religioni hanno elevato steccati e nel contrapporsi dei popoli sono anche scomparsi. La spiritualità è privata, la religione è pubblica. Come conseguenza la religione può snaturare la spiritualità, ma anche farla esprimere nella sua pienezza. Gli antropologi riconoscono che la spiritualità e la religiosità sono sempre state manifestate dall’uomo e anche le espressioni artistiche siano state influenzate da esse. È pressoché impossibile trovare una definizione di religiosità e spiritualità che soddisfi gli studiosi, così e altrettanto impossibile che ci sia un accordo sul senso della religiosità. Le migliori definizioni che siano state coniate hanno risentito del tempo e ancora prima che sia passata la generazione che le ha espresse sono state corrette e contraddette. È perché l’uomo è un essere spirituale che è diventato un essere religioso. Fin dall’antichità la religione è stata considerata il legame della persona alla pietà, all’invisibile. Il religioso conosce le regole, gli atti che permettono questa unione. L’espressione religiosa e profana del vivere sono inscindibile nell’uomo. Nel processo degenerativo il religioso è diventato colui che si è distaccato dalle cose quotidiane, considerate profane, per esprimere solo le religiose e vive delle necessità “profane” grazie al lavoro dei profani. Ma nella veridicità il religioso non è altro che l’uomo che esprime appieno la propria 1 Anche l’essere areligioso esprime religiosità. Rifiuto di quella esistente per un’altra modo di credere. 8 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Introduzione personalità. La religiosità è un aspetto della persona, la cui mancanza non esprime la propria pienezza. La spiritualità porta l’uomo a rispondere agli interrogativi che il proprio essere pone e a percepire il trascendente, l’invisibile. Il bisogno di spiritualità in Occidente è molto forte all’inizio del XXI secolo, anche perché per diversi decenni del secolo scorso si sono suonate le campane a morto per Dio e recitato i requiem su di lui. L’uomo affacciato alla finestra dell’infinito si rende conto che anche la propria campana sta suonando e non pochi sono coloro che stanno recitando il requiem sul futuro dell’umanità a causa dell’abitat. Nell’esprimere la propria spiritualità tramite la religione l’umanità ha percorso due strade che spesse volte si sono intersecate, confuse ma comunque per loro natura separate. In una, l’uomo ha cercato di capirsi, trovarsi ed elaborando la propria memoria ha creato cosmogonie, miti giungendo a partorire anche dio, inventandoselo, immaginandoselo, costruendoselo; nell’altra, ha cercato di conservare il proprio passato rendendosi disponibile ad ascoltare l’Invisibile. I primi sono dispersi nell’universo, consapevoli sì di un inizio, ma perduti nel silenzio di Dio lo hanno proiettato da loro stessi. Non ci si presenta come inviati dall’Assoluto, tutt’al più ci si considera illuminato,2 dopo una riflessione 2 Sakyamuni conosciuto nella storia come Budda è uno di questi illuminati, senz’altro il più conosciuto. «Il contrasto di natura fra l’illuminazione del Buiddha e la rivelazione profetica è abissale: il profeta biblico viene cercato da Dio e spesso faticosamente convinto a diventare suo portavoce. Dio litiga con Mosè per convincerlo, insegue Giona sin nel fondo del mare, cerca Amos dietro al gregge, convince a fatica Isaia, convince Geremia che poi dirà fiero e sconsolato: “Tu m’hai persuaso, o Eterno, e io mi sono lasciato persuadere… Maledetto sia il giorno ch’io nacqui” Geremia 20:7,14. Altre versioni traducono: “Signore, tu m’hai sedotto!” Nella rivelazione biblica è Dio che ama l’uomo, che cerca il profeta, che offre un messaggio di rivelazione, di speranza e di salvezza. Nell’esperienza di Gauthama abbiamo esattamente il percorso contrario: è l’uomo che cerca, è l’uomo che scopre qualcosa dentro di lui… Al centro del piano della salvezza cristiana c’è Dio; al centro della salvezza buddista c’è l’uomo. Gesù è Dio che si fa uomo; Budda è un uomo che diviene dio. “Questa liberazione non ha luogo per l’intervento o l’aiuto di un dio o di dèi, ma avviene mediante la forza propria dell’uomo” AA.VV., Cristo e le religioni del mondo, vol. III, a cura di F. KÖNIG, Marietti, Torino 1967, p. 670. Il N.T., con i suoi 23 libri, è una La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 9 Introduzione più o meno lunga nel tempo, di aver capito, risolto, saliti sull’Olimpo e aver trovato la risposta. In contrapposizione c’è chi ha conservato quanto è stata detto e a loro volta hanno ascoltato il Dio che parla e così «sin dalle prime pagine della Bibbia ci viene incontro un Dio che crea per amore e in vista della libertà. Un Dio etico che propone all’uomo, e per tutti gli uomini, un patto, un’alleanza, cioè una relazione di fiducia e d’amore illuminata dall’insegnamento (la legge) che scaturisce dalla giustizia e dalla misericordia di Dio che ha come fine la felicità dell’uomo, di tutti gli uomini».3 documentazione che i discepoli del Cristo ci hanno lasciato, come testimoni oculari e ascoltatori diretti, o loro stretti collaboratori… Quanto si affronta lo stesso problema riguardo a Budda incontriamo un quadro assolutamente diverso che non offre la minima certezza sui caratteri reali della sua personalità e della sua dottrina… Gesù non ha fondato la sua religione solo sul suo insegnamento, ma sulla sua resurrezione… Secondo tutti i documenti neotestamentari, non vi sarebbe stato nessun cristianesimo senza la risurrezione, perché il cristianesimo sarebbe morto sulla croce con il suo fondatore quel venerdì di Pasqua del 31 d.C. Il cristianesimo nacque nei giorni dell’incontro con il risorto e si diffuse rapidamente e con forza» RIZZO Rolando, La novità del Cristo, in AA.VV., Spiritualità fra oriente e occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1996, pp. 139,140,143,146. 3 RIZZO Rolando, Le vie di Dio: rivelazioni e libri sacri, in AA.VV., Spiritualità fra oriente e occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1996, p. 126. «La passione di Dio per l’uomo universale è assolutamente estranea ai Veda e a tutte le presunte rivelazioni delle antiche religioni. Sergio Quinzio scriveva: “L’amico induista che mi ha fatto conoscere il Poema dell’ammirabile mi ha chiesto perché amo Dio e ha trovato del tutto inaccettabile la mia risposta: ‘Lo amo perché è misericordioso’. Allora mi ha suggerito di leggere il poema di Kareikkalammeyar, perché imparassi che Dio si ama perché è Dio, l’inconoscibile Uno, e non perché è conforme al nostro desiderio che lo vorrebbe buono e misericordioso verso di noi. Amare Dio perché è misericordioso – mi ha detto – non vuole dire amare Dio, ma amare noi stessi nell’idea interessata che abbiamo di lui. Ma io sono rimasto convinto che amare Dio solo perché è Dio significa semplicemente sottostare alla sua strapotenza, obbedire insomma alla brutale necessità che ci obbliga a sottometterci a ciò che è più potente di noi; mentre amarlo perché è misericordioso significa essere conformi alla sua volontà che ha posto noi, a sua immagine e somiglianza, il bisogno e la speranza della 10 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Introduzione In queste opposte posizioni il tempo viene visto in due prospettive diverse. Nella prima viene annullato, in quanto c’è un costante ritorno nel quale il vivere è una continua espiazione del vissuto precedente, del quale non si conserva la memoria, malgrado i tentativi di fissare delle regole con le quali giustificare il presente come conseguenza di ciò che si è stati precedentemente.4 Vittorio Fantoni scrive che l’oriente colloca «l’uomo in un ciclo eterno, in un universo che tutto accoglie e annulla, cancellando tempo, storia e memoria nella consolazione di essere parte di un divino che tutto pervade e identifica».5 Nella seconda prospettiva che ha in parte caratterizzato l’occidente, patrimonio dell’umanità è la la cultura ebraico-cristiana, l’individuo è al centro della creazione è un essere irripetibile e unico nel tempo e nell’eternità. Le due concezione sono diametralmente opposte, antitetiche, inconciliabili, anche se la prima ha influenzato la seconda. Scrive a tale proposito Suzanne de Diétrich: «La storia della salvezza, nella Bibbia, è compresa tra due visioni che costituiscono il prologo e l’epilogo del dramma dell’uomo: la visione del Paradiso perduto e la visione della Città di Dio. Sono quasi due finestre aperte sull’eternità: la rivelazione di ciò che sarebbe potuto essere se l’uomo non si fosse separato da Dio; la rivelazione di ciò che sarà allorché il Signore avrà compiuto la sua opera di redenzione e l’umanità pacificata misericordia, insegnandoci a chiederla per noi e a darla agli altri”. QUINZIO Sergio, Il silenzio di Dio, Mondadori, Milano 1993, p. 45. Mi commuovono le ragioni di Quinzio, ma io lo amo perché quel po’ di amore verso gli esseri umani che riesco ad avere, l’ho imparato da lui e lo vedo compiuto e sublimato in Gesù: l’unico essere mai esistito moralmente in grado di costruire un universo che sarei capace di amare senza riserve». R. Rizzo, Le vie…, pp. 128,129. 4 La donna sterile è tale perché nella vita precedente aveva soppresso un/il figlio. Altre aberrazioni analoghe sono a giustificazione dei paria, intoccabili e le classi sociali ha creato. 5 FANTONI Vittorio, Il tempo e la storia: miti, certezze e paure, in AA.VV., Spiritualità fra Oriente e Occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1966, p. 15. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 11 Introduzione risorgerà a nuova vita, felice di possedere la gioia divina... Per il pensiero induista e per una parte del pensiero greco, il mondo è un eterno ritorno: la ruota della storia gira come la ruota delle stagioni, le civiltà nascono e muoiono. La rivelazione biblica ci dice che il nostro mondo ha un senso, uno scopo, una meta: da Dio, e per la gloria di Dio è stato creato. La storia biblica è a senso unico: va dalla prima creazione alla nuova creazione in Cristo...; e il suo episodio centrale è costituito dal dramma dell’incarnazione. Ecco perché le prime pagine della Bibbia non si comprendono se non alla luce delle ultime. Le une e le altre costituiscono, rispettivamente, il prologo e l’epilogo del dramma del Calvario, della storia della nostra redenzione».6 Due concezioni del tempo: una ciclica e l’altra lineare. La prima nega la storia… (perché), l’altra fa della storia il luogo dove la vita si dibatte e prende forma, dove Dio scende per incontrare l’uomo. Nella prima l’uomo a causa della legge del karma ritorna nel suo stato originario; nell’idea lineare del tempo l’essere ha la sua origine e a causa dello squilibrio nel quale si trova cerca la salvezza. Due concezioni dell’uomo: uno lo fa divino, immortale eterno, l’altro lo presenta come creatura a immagine del Creatore voluta per vivere per sempre. Nelle religioni tradizionali Dio si confonde con la natura, nelle religioni storiche, Dio si rivela, entra nel tempo, nella storia, s’incarna, diventa come uno di noi affinché l’umanità possa realizzare il suo progetto iniziale. Il Cristo della Scrittura è l’unico fondatore di religioni che si è identificato con la divinità. Per la stessa Scrittura, se il Gesù di Nazaret non è chi dice di essere, allora è un bestemmiatore ed è il nostro nemico e anche di Dio; se è chi dice di essere allora ci si deve unire a chi 6 12 DIÉTRICH Suzanne de, Il Piano di Dio, ed. Borla, Torino 1963, pp. 12,22,23. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Introduzione Giovanni «vide e udì voci di molti angeli intorno al trono…, il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia. Essi dicevano a gran voce: “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, la gloria e la lode”. Tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: “A colui che siede sul trono e all’Agnello, siano lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli» Apocalisse 5:11-13. Il Gesù di Nazaret è il solo a manifestare il Signore. «La sua consapevolezza è presentata nei Vangeli e nel Nuovo Testamento. Questa consapevolezza di rivelatore storico è anche consapevolezza di essere stato oggetto di predizioni precise nei libri sacri dell’Antico Testamento (cfr Giovanni 5:39; Luca 24:27; 6:35,44,51,54; 3:13). È “la Parola che è stata fatta carne” Giovanni 1:14. “Iddio … in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figlio” Ebrei 1:3».7 I suoi discepoli hanno avuto la consapevolezza di avere fatto una esperienza unica e ne danno testimonianza (1 Giovanni 1:1-5). «A differenza di tutti i fondatori di religione, qualche volta divinizzati dai posteri, il Cristo afferma di essere la volontaria incarnazione del mistero della divinità venuta a sacrificarsi per la rinascita salvifica dell’uomo; egli afferma di se stesso: “IO sono la via, la verità e la vita” Giovanni 14:6. “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia vivrà” Giovanni 11:25. “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre” Giovanni 14:9».8 Il colosso dai piedi d’argilla che viene sognato dal famoso re Babilonese Nabucco, viene spiegato dal profeta Daniele. I differenti metalli hanno trovato la realizzazione nella storia. «La statua rappresenta, nei suoi componenti che si susseguono 7 8 R. Rizzo, o.c., pp. 133,134. Idem, p. 136. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 13 Introduzione dall’alto verso il basso, il succedersi degli imperi e dei poteri umani, ognuno dei quali riprende qualcosa da chi lo precede ma aggiunge caratteristiche irripetibilmente proprie... finché una “pietra” colpisce i suoi piedi “senza opera di mano” (senza cioè appartenere alla “storia”, ma ad “altro” che la vigila e la fronteggia) e fa crollare il tutto: ambizioni, lotte, menzogne, speranze, odii, amori e tutto ciò che è frutto dell’ingegno e delle passioni umane, per cedere il passo “a un regno che sussisterà in eterno”. Finché l’occidente cristiano, pur nella parziale corruzione dell’idea originale, ha mantenuto comunque questa idea, la speranza ha nutrito di consolazione la nostra civiltà. Ma da quando la storia, prima diretta “laggiù”, ha smarrito il motivo del suo percorso, cioè l’incontro con un Dio personale, garante della giustizia e signore del tempo, resta solo l’incedere veloce e irrefrenabile del tempo che non porta a nulla. Eliminato Dio con i suoi surrogati, sull’orizzonte dell’uomo occidentale restano la solitudine e il non ritorno. L’uomo occidentale oggi si trova dunque in uno spazio di nessuno: il presente non è più solidale con il passato e polarizzato al futuro, come nella tradizione ebraico-cristiana, e non fa ancora parte di un “tutto” divino e immortale in cui affogare dolcemente individualità e dolore, ma è diventato, invece, uno spazio evanescente e inospitale».9 Sebbene si assista al ritorno al fondamentalismo, anche in ambito cristiano, si assiste anche al bisogno di spiritualità che deve essere soddisfatto, Scrive il teologo laico Sergio Quinzio in Il silenzio di Dio: «Dunque, il ritorno del sacro non è affatto un ritorno alla fede cristiana, ma è piuttosto il primo vero segno di un’età postcristiana... L’opposizione tra fede cristiana e mondo moderno 9 14 V. Fantoni, o.c., pp. 16,17. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Introduzione sussiste, ma è l’opposizione fra due realtà appartenenti a uno stesso orizzonte, in stretto rapporto fra loro, perfettamente confrontabili. Le antiche civiltà statiche e senza futuro erano costruite sul fondamento della religione cosmica, che vedeva l’eterno nel chiuso movimento dell’identico che fatalmente ritorna; il dinamico mondo moderno è unico e diverso nei confronti di tutti i mondi antichi, proprio perché ha il suo fondamento nella religione storica... Il ritorno del sacro è perciò il conseguente, completo, radicale abbandono della prospettiva cristiana, per ritornare a monte, alla sacralità cosmica precristiana, pagana».10 Le religioni tradizionali, del panteismo, dell’oriente propongono un uomo divino sottratto al tempo, che è una dimensione illusoria; l’occidente cristiano presenta l’«uomo» nella sua dignità di creatura, con la speranza di un destino ultimo in cui non dover pagare più alcun prezzo alla sofferenza, alla morte. Parafrasando il pensiero del pastore riformato Roland de Pury a proposito della differenza tra il cattolicesimo e il protestantesimo, si può dire che i cattolici pensano, credono quello che vogliano, sia che abbiano fame o soffrano di inappetenza, tutti frequentano lo stesso ristorante, ordinano il menù che preferiscono, e nei grandi momenti storici, quelli che servendo detengono il potere dicono sì au Maitre de sale – al Maestro di sala; i protestanti pensano e credono quello che vogliano e per questo vanno a mangiare quello che preferiscono nel ristorante che ognuno sceglie. Per questo motivo il protestantesimo si presenta diviso in migliaia di confessioni religiose delle quali si può pensare che nell’ecumenismo costituiscano un’armoniosa orchestra o Babilonia, confusione. Entrambi le considerazioni esprimono delle verità. 10 QUINZIO Sergio, Il silenzio di Dio, Mondadori, Milano, 1982, p. 31. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 15 Introduzione Cosa Gesù intendeva dire quando parlava di costruire la sua Chiesa e su chi o cosa l’ha fondata. Dopo duemila anni come si presenta oggi questa costruzione? Rispecchia quella da lui voluta, è ancora visibile come ai tempi degli apostoli o ha preso forma e natura diversa? Troppe voci e gruppi si considerano i continuatori di quella realtà originaria. Si hanno sufficienti elementi, ancora validi, proposti dalla Scrittura che permettono di avere una soddisfacente risposta? Questo nostro lavoro vuole rispondere. 16 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Prima parte La Chiesa Apostolica Capitolo I IMPORTANZA DELLA CHIESA La Chiesa non si costituisce come una esigenza apostolica, come il bisogno di persone che accettando il vangelo sentono la necessità di stare assieme. È voluta, costituita da Gesù che dice: «Io costruirò la mia Chiesa e le porte della morte non la potranno vincere» Matteo 16:18. Colui per il quale ogni cosa esiste ha voluto e costruisce la sua Chiesa. Gesù è animato da un progetto straordinario. Paolo scrive: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata con l’acqua della parola, per farla comparire davanti a sé gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa ed irreprensibile» Efesi 5:27. La croce non è solo la salvezza individuale del credente, ma la costituzione di un corpo: la Chiesa, la cui vocazione, il cui scopo ha una dimensione cosmica. È tramite la creazione della Chiesa che l’Eterno manifesta la sua natura all’universo, a coloro che esistevano prima della creazione dell’uomo e perché no, anche dopo. Paolo scrive a tale proposito: «Affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù… Facciamo sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché … siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscena, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» Efesi 3:10,11, 17-19. Come Israele era il popolo in mezzo al quale l’Eterno aveva posto la sua dimora (Esodo 25:8) e a lui erano state affidate le sue rivelazioni, la sua Parola (Romani 3:2), così il Signore ha costituito la Chiesa per essere «la casa di Dio, colonna e base (sostegno) della verità» 1 Timoteo 3:15. Riteniamo che questo soggetto sia particolarmente importante in un tempo come il nostro in cui non c’è più spazio per la verità, per le I parte: la Chiesa apostolica – Capitolo I ideologie e dove, con giusti e ingiustificati motivi, tenendo conto del trascorso, tutto è relativizzato. Il Dio della Creazione è bandito dal mondo e dopo Auschwitz non è più creduto Signore delle storia. I cieli sono considerati vuoti di Dio anche se si cerca di captare segnali di vita da parte di esseri razionali. Le chiese hanno in lui dei punti fermi, degli ideali, di fronte alla fragilità dell’uomo che sebbene abbia acquisito il mito per il quale tutto è possibile, ha difficoltà nell’esprimere coerenza alla Parola di Dio e a credere alla realizzazione che il Signore, che farà nuovamente irruzione nella storia, costituirà su questa terra il suo Regno di giustizia e di pace. Già l’apostolo Pietro aveva annunciato questa situazione all’inizio della storia della Chiesa (2 Pietro 3:1-13). Per la Scrittura non ci sono cristiani alla Robinson Crusuè. «La Bibbia non sa nulla d’una religione solitaria» diceva Wesley. Se i membri sono isolati geograficamente sono comunque in comunione di spirito e costituiscono una unità con i credenti lontani. Si diventa cristiani perché si ascolta la testimonianza di chi ha fatto l’esperienza con il Signore, di chi prima di lui lo ha conosciuto. Accettare questa testimonianza di fede significa inserirsi nel nuvolo di testimoni che si è costituito attraverso i secoli (Ebrei 12:1). Il Signore ha parlato ai profeti, agli apostoli e a Giovanni, in esilio sull’isola di Patmos, ha rivelato le cose che avrebbero dovuto compiersi e, pur parlando al discepolo, si rivolge alla Chiesa (Apocalisse 2:7,11,17,29; 3:6, 13, 22). «Non c’è cristianesimo individuale. Nel secolo apostolico, non vediamo un uomo che vive della vita cristiana, isolato dai suoi simili. Nascere alla vita cristiana, nascere alla vita della fede, è nascere nello stesso tempo alla vita della Chiesa… E se in apparenza, ci sono altre strade oltre a quella della Chiesa per condurre a Cristo, dobbiamo almeno dire che il Cristo conduce alla chiesa».1 M. Boegner prosegue riportando un pensiero di E. Brunner: «La Chiesa vera fa necessariamente parte della vera fede cristiana; la fede cristiana e una impossibilità senza la Chiesa, la fede cristiana non può uscire che 1 20 BOEGNER Marc, Qu’est-ce que l’Eglise, Je Sers, Paris 1931, pp. 24,25. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Importanza della Chiesa dalla Chiesa, non può che sfociare nella Chiesa».2 A seguito dell’importanza che il N.T. dà alla Chiesa, nei primi secoli del cristianesimo, questa si è attribuita una tale importanza da pensare che fuori di lei, come istituzione, non ci fosse nessuna salvezza. Questo pensare che ha attraversato i secoli è, ancora oggi, dichiarato e creduto. A questa sovrastima che ha caratterizzato il cattolicesimo, il protestantesimo ha contrapposto la salvezza individuale, l’esperienza personale. A. Kuen riporta che nel 1878 nell’Encyclopedie des Sceinces religiouses – Enciclopedia delle scienze religiose, F. Lichtenberg scriveva: «Non esiste a nostra conoscenza opere specifiche sulla teoria della Chiesa in lingua francese». 1926 Otto Dibelius profetizzava che «il XX secolo sarà il secolo della Chiesa». Nel 1935 W. Drobonitzky affermava che «il tempo dell’individualismo del cristianesimo è passato… oggi siamo davanti alla grande ricerca della Chiesa», si parla di «riscoprire la Chiesa». Nel 1939 i cattolici stessi constatano che «nel mezzo della cristianità protestante si assiste a una riscoperta totale della Chiesa». Nel 1943 il prof. Ehrenström scriveva: «Non è necessario essere un grande profeta per predire che, nelle decadi che verranno, il problema della Chiesa sarà il problema dominante di tutta la cristianità». Nel 1962 si è pubblica un’opera di bibliografia, Votum ecclesiae che consacra centinaia di pagine alla menzione e all’analisi di opere esclusivamente consacrate ai problemi ecclesiastici. 3 2 BRUNNER Emile, Église et Révélation, in Revue de Théologie et Philosophie, gennaio-marzo 1930, p.7. 3 KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 13. La presente opera la consideriamo ricca di riflessioni e di documentazione e viene da noi citata e a essa si ispira nei capitoli che seguono. Il presente lavoro è fortemente influenzato e debitore dello scritto di A. Kuen. Esprimiamo al teologo e professore A. Kuen ammirazione e gratitudine per l’impegno profuso. Ci rammarica che l’evangelismo italiano non abbia approfittato di tale contributo. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 21 I parte: la Chiesa apostolica – Capitolo I K. Barth nel 1964, dopo aver citato lo scritto del sopraintendente Otto Dibelius, Le Siècle de l’Église, pubblicato nel 1929, che in quel tempo era vescovo di Berlino, commentava: «Si è parlato della Chiesa nei trenta anni che sono seguiti la prima guerra mondiale, più che durante il XVIII e XIX secoli riuniti. Nel 1910… nessuno avrebbe immaginato una simile cosa. Non è forse giunto il tempo di dare alla Chiesa di salvare una volta per tutte questa vecchia Europa e di resuscitarla sotto una forma rinnovata, lei che già aveva così profondamente contribuito a darle vita?».4 Se sul piano teologico, accademico, sulla Chiesa si dicono cose interessanti e anche contrastanti e si sente un bisogno e la volontà di nuovo, il quotidiano sembra operi per snaturare un rapporto con Dio vissuto e sostenuto dalla comunità dei credenti che è la Chiesa. Sebbene i tempi di don Camillo e Peppone abbiano caratterizzato diversi decenni della nostra storia recente, sebbene oggi la società sia irreligiosa e il laico può vantare la propria identità, ci si rende conto però che la religione svolge ancora una sua funzione di identità nazionale e la chiesa tradizionale continua a essere una autorità costituita e sembra che senza il suo appoggio non sia possibile governare né il nostro bel Paese, né in altre Nazioni e continenti. 4 22 BARTH Karl, L’Église, Labor et Fides, Genève 1964, p. 57. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo II LA CHIESA Gli autori del Nuovo Testamento (N.T.) utilizzano la parola chiesa oltre cento volte. Significato etimologico L’etimologia ekklesia viene dal verbo kaleo, chiamare, invitare (Matteo 2:7; 20:8; 22:3; 22:8,9). Nella radice indoeuropea, kel significa gridare, chiamare. In sancrito kalah è il gallo, cioè colui che chiama l’aurora. L’ekklesia indica colui che è stato chiamato fuori. Coloro che vi fanno parte sono usciti da un altro ambiente, costituiscono un gruppo distinto. Significato storico In Grecia questa espressione aveva un senso politico e non religioso. Ad Atene l’ekklesia era l’assemblea regolare costituita da tutti i cittadini. Tutti gli abitanti della città non avevano però il diritto di essere ekklesia. Solo i veri cittadini ne facevano parte ed erano una minoranza. C’era un araldo che chiamava e convocava le persone in un posto convenuto e là discutevano gli affari della città (Atti 19:39). Nominavano i magistrati, gli officianti, i governatori, valutavano e ordinavano le operazioni militari e tutto quanto il loro status attribuiva. Ogni incontro, pur non avendo un significato religioso, incominciava con una preghiera e un sacrificio. L’espressione ekklesia si contrapponeva a syllogos che indicava la riunione occasionale. Significato giudaico Al significato greco si aggiunge quello religioso ebraico. La LXX usa questa espressione circa cento volte a traduzione dell’espressione ebraica qahal che indica l’insieme, l’assemblea d’Israele (Numeri 19:20; Deuteronomio 23:2,3), la grande convocazione del popolo (Numeri 27:17,22; 28:18,25). L’espressione ebraica conserva il significato greco di assemblea, I parte – II Capitolo ma quello della connotazione religiosa. È l’Eterno che costituisce e riunisce la sua assemblea, la costituisce e convoca l’ekklesia di Dio. Alla base del popolo di Dio c’è la vocazione, la chiamata che Dio gli ha rivolto, c’è la Sua azione liberatrice. Sia per i greci, sia per gli ebrei, l’ekklesia indica l’assemblea di coloro che sono stati chiamati fuori da una realtà più numerosa. L’ekklesia costituisce l’insieme di tutti i chiamati. Significato cristiano Nel N.T. la parola ekklesia la si trova 114 volte. Solo 6 nel senso greco (Atti 19:39) o giudeo (Atti 7:38; Ebrei 2:12). In tutti gli altri casi gli si dà un senso specifico particolare che ingloba e supera quanto detto. Il senso etimologico indica i credenti che hanno risposta alla chiamati (Romano 8:30; 2 Tessalonicesi 2:14); si sono separati dagli altri (Atti 2:40; 2 Corinzi 6:17; Galati 1:4; 1 Poetro 2:9; Atti 26:18) e costituiscono una assemblea (1 Corinzi 14:26; Atti 12:12; Efesi 1:10). Come i cittadini greci si separavano dal resto degli abitanti della città rispondendo all’araldo che li chiamava, così i cristiani alla chiamata del loro Signore costituiscono nella società nella quale vivono una assemblea a parte, per parlare delle cose che riguardavano il Regno di Dio e per occuparsi della loro cittadinanza che è nei cieli (Filippesi 3:20). Il significato giudaico è integrato da quello cristiano. Secondo Isaia e Geremia Israele avrebbe avuto un resto fedele. Per gli autori del N.T. i credenti costituiscono questo rimanente dell’Israele di Dio (Romani 9:8; 11:1-5; Galati 3:29; 6:16). Del resto il profeta Daniele (7:27) aveva già chiamato «popolo dei santi dell’Altissimo» i credenti che si sarebbero confrontati con l’azione del potere che ha caratterizzato la storia dalla caduta di Roma. La Chiesa è quindi considerata erede e compimento dell’antica alleanza. Quindi la Chiesa è l’assemblea degli eletti, dei chiamati, e l’espressione della comunione dei santi. K. Barth scrive: «La Chiesa è là – e là solamente – dove due o tre sono riuniti nel mio nome 24 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa (Matteo 18:20), cioè nella comunità visibile – per loro e per gli altri. Essa vive là o non vive per nulla».1 «La Chiesa è la comunità, non solamente dei perdonati, ma ancora dei rigenerati in Gesù Cristo». Ancora E. Brunner scrive: «Nel N.T. la Chiesa non è mai compresa come una istituzione ma come una comunione di persone… essa è la comunità dei riconciliati e di coloro che vivono della riconciliazione… essa non è nient’altro che comunione di uomini con Dio e comunione gli uni con gli altri… essa è la vera fraternità visibile dei riconciliati, pure se ha in essa quelli che gli appartengono apparentemente». «Essa non è mai altra cosa che l’insieme di uomini che mediante la comunione con Cristo, il Signore vivente, sono uniti gli uni agli altri in una comunione vivente».2 È la nuova famiglia dei credenti. Gesù aveva detto che chi avrebbe lasciato padre, madre, fratello e sorella a causa di lui, ne avrebbe trovati cento sulla terra… (…) I Vangeli solo due volte riportano nell’insegnamento di Gesù la parola Chiesa. In Matteo 16:18, dopo la testimonianza di Pietro, Gesù usa il termine Chiesa per riferirsi all’insieme dei credenti di tutti i tempi e di tutti i luoghi, che si costituisce dopo la Pentecoste. Per Gesù è costruita dai battezzati. Pietro riprendendo l’immagine della costruzione presenta i credenti come le pietre viventi di questo edificio spirituale (1 Pietro 2:4,5). In Matteo 18:17 Gesù presenta la Chiesa legata al tempo e allo spazio i cui membri sono nominabili. È la Chiesa che si convoca, i cui membri si parlano, si ascoltano e agiscono. Anche negli altri scritti apostolici la parola Chiesa è presentata con questo duplice significato. Universale; non legata al tempo e allo spazio (Efesi 1:22; 5:23,25; Atti 9:31; ecc.); locale: la parola Chiesa su 108 volte, 90 ha questo significato (Atti 8:1; 13:1;15:41; 14:23; Romani 16:5; Colossesi 4:16; 1 Pietro 5:13). A. Kuen osserva: «La 1 K. Barth, cit. da KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, p.48. 2 E. Brunner, cit. da A. Kuen, o.c., p.48. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 25 I parte – II Capitolo chiesa locale non è che una riduzione, una frazione della Chiesa universale. Nel mondo antico ogni gruppo di cittadini romani riunendosi in qualsiasi luogo costituiscono una Convocazione Civica Romana - Conventus Civium Romanorum, cioè una espressione di Roma. Questo gruppo non aveva senso che per Roma e in funzione di essa. Ogni cittadino romano che arrivava in una città dove esisteva un tale gruppo diventava automaticamente e senza formalità membro di questa assemblea. Geograficamente questi gruppi potevano essere distanti diversi chilometri da Roma, nello spirito essi erano una parte di Roma».3 Come ogni persona è l’espressione della sua famiglia, così ogni chiesa locale è una parte, una riduzione della grande e generale Chiesa. Sovente la parola Chiesa è messa in relazione al suo capo e quindi è chiamata: - Chiesa del Dio vivente (1 Timoteo 3:15); - Chiesa del Signore (Atti 20:28); - le Chiese di Cristo (Romani 16:16); - la Chiesa di Dio (2 Corinzi 1:1). Mai le chiese sono collegate o attribuite al nome di apostoli o altre persone. Malgrado che le Chiese avessero dei problemi, esprimessero delle infedeltà, delle divisioni, l’insieme della comunità è chiamata: «chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo» 1Tessalonicesi 1:1; «chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi», 1 Corinzi 1:2-4; «chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l’Acaia» 2 Corinzi 1:1; «santi che sono in Efeso e ai fratelli in Cristo Gesù» Efesi 1:1; «tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, coi vescovi e con i diaconi» Filippesi 1:1; «santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse» Colossesi 1:1; «a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati ad essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo» Romani 1:7. 3 26 A. Kuen, o.c., p. 51. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa A commento del magnifico testo di Paolo di Efesi 1:15-23, A. Kuen scrive: «A coloro che, oggi vengono a Dio per domandargli “Signore vorremmo vedere Gesù”, risponde mostrando la Chiesa. Non è essa l’emblema di coloro che ha “predestinato a essere simile all’immagine di suo Figlio” Romami 8:29? Colui che Dio chiama profeticamente il Germoglio (Isaia 4:2; Geremia 23:5; 33:15; Zaccaria 3:8; 6:12) è morto. Il mondo crede in un essere spazzato via. Meno di due mesi dopo, ecco la raccolta: dei grani, numerosi, serrati, organicamente uniti, riproducenti l’immagine del Cristo in tre mila esemplari (Atti 4:13,32). Quei grani sono sparsi nel mondo antico, accettano a loro volta di “morire con Cristo” sotto le diverse forme indicate dal loro Maestro (Atti 4; 5:41; 7; 8:1-4; 16:22; 18:17; 23:14; Romani 6; Galati 2:20; 1 Pietro 4:4; …). Nascono delle nuove piante e delle nuove spighe: la morte ha segnato il passaggio alla vita. Alla fine di qualche decina d’anni il mondo greco-romano è caratterizzato dal germogliare delle spighe – cioè da chiese locali – di cui ogni grano è contemporaneamente immagine del grano originale e nuova spiga in potenza».4 Paolo presenterà i fedeli come le membra del corpo di Cristo (Efesi 1:22,23). S. de Diétrich parlando del corpo di Gesù scrive: «Cosa è un corpo? In primo luogo, è un tutto organico le cui parti sono vitalmente legate tra loro, essendo ognuna indispensabile all’insieme, cosicchè se un membro è amputato infermo, ne risulta turbato il funzionamento dell’intero organismo. Ma il corpo è anche qualcosa d’altro: per mezzo dei sensi, esso ci dà modo di comunicare con il mondo esterno. Se vengono offesi i sensi, perdiamo il contatto con il mondo esterno, e diventiamo muti, paralizzati, ciechi e sordi. Dire che la chiesa è il corpo del Cristo equivale, dunque, a dire, in primo luogo, che essa non può vivere senza un’unità di fede, di obbedienza e di amore con il suo Signore; che non può funzionare in modo normale se non è sana e vitale in ogni sua parte e se tutte le parti non riconoscono la loro reciproca interdipendenza. Un corpo indipendente dal suo capo è un corpo paralizzato, ossia già 4 A. Kuen, o.c., pp. 83,84. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 27 I parte – II Capitolo parzialmente morto. Dire che la Chiesa è il corpo di Cristo significa, in secondo luogo, che Gesù Cristo si manifesta al mondo attraverso la presenza della Chiesa. Perché sia conosciuto su questa terra, occorre che vi siano bocche che annuncino il Verbo (Romani 10:1417), occhi che vedano, orecchie che ascoltino, piedi che camminino per il mondo, mani che ne curino le piaghe. La Chiesa, sulla terra, è il testimone visibile del Signore invisibile che la guida dai cieli; è la sua bocca e la sua mano. Se la Chiesa tace, il mondo muore nell’igno-ranza della salvezza che gli è offerta. Se la Chiesa permette che qualche suo membro si atrofizzi, ne risente tutta l’efficacia della sua testimonianza».5 Gesù aveva detto: «Il servo non è più grande del suo signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…» Giovanni 15:20. Alle difficoltà che vengono dall’esterno della Chiesa, dal mondo, si deve aggiungere quelle che si generano dal proprio interno: «Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano» (Luca 22:31). «Il cristiano che sa di essere membro del corpo del Cristo non proverà sorpresa allorché dovrà subire, nello spirito e nella carne, taluni assalti tra quelli sostenuti dal suo Signore. Vi è di più: in questa comunione con le sofferenze del Cristo, vedrà una grazia (Filippesi 3:10) perché l’essere partecipe alle sue lotte è, insieme, segno e condizione di una stretta unione con lui: “Dio vi ha fatto la grazia di credere in Cristo, non solo, ma anche di patire con lui, sperimentando in voi lo stesso combattimento che mi avete visto sostenere” Filippesi 1:29».6 5 6 28 DIÉTRICH Suzane de, Il Piano di Dio, Borla, Torino 1963, pp. 199,200. Idem, p. 200. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo III APPELLO ALLA SALVEZZA Il Vangelo è la buona notizia della salvezza. L’uomo, anche quello di oggi, pur non rendendosene conto, ha bisogno di essere liberato dal suo modo sbagliato di vivere, di pensare e di credere, di guardare al domani e all’eternità, qualora la sua immaginazione lo proietta in questa dimensione. Il messaggio di Gesù è straordinario, non perché è stato migliore di quello di tanti altri uomini eccellenti che lo hanno preceduto, ma per la sua peculiarità. Lui ha preteso di essere il Messia profetizzato, il figlio dell’uomo che avrebbe redento l’umanità, come aspettavano le religioni tradizionali, il redentore come lo descrive Daniele (7:9), il giusto (Isaia 53:11), il santo d’Israele (Isaia 17:7; 30:15). Arriva a dire che chi ha visto lui ha visto il Padre (Giovanni 14:5) e con lui si identifica (Giovanni 5:17-47; 8:58) suscitando più volte una reazione omicida (…), giustificata, secondo l’agire del tempo, se Gesù avesse bestemmiato. Gesù è venuto non per dire belle parole, ma per ridare all’uomo e all’umanità ciò che ha perduto. È venuto a cercare l’uomo nel suo smarrimento. Il Vangelo è la risposta di Dio al dramma umano. Se si snatura questa portata, la Parola di Dio ha perso la propria natura. L’appello della salvezza nella bocca di Gesù è dei suoi discepoli, gli apostoli, e ha un carattere individuale, condizionale e selettivo. 1. Appello individuale Gesù diceva: «seguimi …», «Se credi, vedrai la gloria di Dio…» Questa caratteristica individuale è espressa dalle parole: «Colui che…», «coloro che…». Le si incontrano 130 volte nei Vangeli (70 Matteo, 30 Marco e Luca, 30 in Giovanni). «Chiunque…», 30 volte nei vangeli, 20 nei sinottici, 10 in Giovanni. «Se qualcuno…» 13 volte. Circa 200 volte troviamo espressioni come: «Se un uomo… ogni uomo che… qualcuno…, diversi…, ecc.» I parte – Capitolo III Queste parole fanno capire che all’uomo viene rivolto un invito personale. Anche gli apostoli hanno questo insegnamento: «Colui che…», «Chiunque…», si trovano 40 volte negli Atti e 160 volte nelle lettere di Paolo, nella lettera agli Ebrei, nelle altre lettere e in Apocalisse. «Se qualcuno…», 60 volte al di fuori dei vangeli. «Ognuno…», «qualcuno…», «diversi…» 80 volte. Per circa cinquecento volte gli apostoli usano espressioni per indicare una salvezza individuale e per settecento volte questo insegnamento è riportato in tutto il N.T.1 con il quale l’individuo è posto di fronte a Dio e deve prendere una personale decisione. «Questo individualismo è qualcosa di abbastanza nuovo sul piano religioso».2 Si è fatto notare che «per la prima volta nel mondo ellenico, la religione diviene individualista. Si è preoccupati della salvezza individuale. Nelle religioni classiche l’individuo era completamente dimentica-to».3 Osserva correttamente il teologo E. Brunner: «Solo una comunità di uomini basati su una decisione personale della vita per Cristo può essere chiamata cristiana – qualunque sia la sua forma».4 «La Chiesa non è là dove il Vangelo è predicato nella sua purezza, ma è là dove c’è la fede; dove la fede non è pura ortodossia – conforme con l’insegnamento della Chiesa – ma nuova creazione, nuova nascita».5 2. Carattere condizionale della salvezza Le espressioni che abbiamo presentato sopra sono seguenti all’annuncio di una condizione da realizzare: «Colui che ha fame e sete di giustizia», «colui che cerca, …che bussa…», «che è affaticato 1 I dati presentati in questo capitolo sono attinti da KUEN Alfred, Je bâtarai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, 57-62. 2 Idem, p. 58. 3 FAYE Eugène de, Esquisse de la Pensée d’Origène, Leroux, Paris 1925, p.110. 4 BRUNNER E., Dogmatik, v. III, p. 14. p. 58 5 BRUNNER E., Le Renouveau de l’Église, Labor, Genève, Je Sers, Paris, s.d., p. 16. p. 58 30 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Appello alla salvezza e caricato,…», «se qualcuno vuole fare la volontà di Dio…», «se qualcuno vuole venire dietro me…», «chiunque ascolta la Parola e la mette in pratica…», «coloro che obbediscono a Dio…», «coloro che si pentono e che credono…». Almeno 50 volte abbiamo l’annuncio di questa condizione: «Chiunque crede in lui non perirà…», «Colui che crede nel Figlio ha la vita eterna…». Il carattere condizionale è sottolineato dalla piccola espressione «se» che troviamo 42 volte seguita dalla condizione: «Se non vi pentite, perirete…», «Se non diventate come piccoli fanciulli… non potrete entrare nel regno di Dio», «Se voi non credete…», «Se tu credi con tutto il tuo cuore…», «Se voi osservate i miei comandamenti…», «Se dimorate nella mia parola…». Un significato analogo lo si realizza anche con degli imperativi: «Bisogna che nasciate di nuovo…», «Credi al Signore Gesù e sarai salvato tu e …». Sebbene sulla croce Gesù abbia gridato: «Tutto è compiuto», l’uomo è salvato se crede. «La fede è la decisione dell’individuo nella sua solitudine. Il credente è colui che osa mettersi da solo di fronte a Dio e che può restare solo con il suo Dio nella sua camera. La Chiesa non può che comporsi da tali individualità, di cui ciascuno porta davanti a Dio la piena responsabilità della sua fede».6 La fede è una risposta personale all’ascolto del messaggio (Romani 10:14; 1 Corinzi 15: 11). Giustamente A. Kuen osserva: «Notiamo che la salvezza sia nell’Antica come nella Nuova Alleanza era acquisita mediante la fede».7 Infatti Paolo nella sua lettera ai Romani nel difendere il suo insegnamento sulla giustificazione per fede prende degli esempi dalla storia del suo popolo: «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia. Così pure Davide proclama la beatitudine dell’uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere, dicendo: “Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati 6 7 Idem, p. 18. p. 60. A. Kuen, o.c., p. 60 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 31 I parte – Capitolo III sono coperti. Beato l’uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato» 4:3,6-8. Questo dono della grazia ad Abramo gli fu elargito «non quand’era circonciso, ma quando era incirconciso; poi ricevette il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per fede che aveva quando era incirconciso» vv. 10,11. Ai Galiti scrive: «Riconoscete dunque che quanti hanno la fede sono figli di Abraamo» 3:7. Le azioni del credenti sono l’espressione del loro rapporto con il Signore. «Fate dunque dei frutti degni di ravvedimenti» Matteo 3:8. «Gesù rispose: “Se foste figli di Abraamo fareste le opere di Abraamo» Giovanni 8:39. 3. Carattere selettivo L’appello è rivolto all’individuo. A chi ascolta è richiesto l’adempimento di certe condizioni. La chiamata, a seguito della risposta mette in risalta una selezione che si è venuta a creare tra gli ascoltatori. «Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita Giovanni 3:36; «Se uno non è nato di acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio» v. 5. «Chi mette in pratica la verità viene alla luce…» v. 21. «Chiunque fa cose malvagie … non viene alla luce» v. 20. L’ascolto della Parola crea un confine, una linea di demarcazione tra chi crede e chi non crede. «Molti credettero nel suo nome…» 2:23; cfr. 7:31; 8:30; 10:42; 11:45; «Molti di più … credettero» 4:41; «Quell’uomo credette…» 4:50; «Voi non credere… voi non volete venire a me per avere la vita» 5:38,40, cfr. 43; 8:45; 10:25. Gesù non è venuto a sfasciare le famiglie, a separare i coniugi tra di loro o i figli dai genitori, ma la sua Parola mette in risalto la separazione che c’è di fatto tra le persone (Luca 12:51-53). L’appello che l’apostolo Pietro rivolge alla pentecoste ai testimoni della manifestazione dello Spirito di Dio crea due gruppi tra gli ascoltatori: separa coloro che rispondono all’invito da coloro che avendo ascoltato le sue parole, se non le rifiutano, non rispondono positivamente. In quel giorno, dalla folla che ascoltava la predicazio32 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Appello alla salvezza ne di Pietro, tremila persone si staccarono perché avevano deciso di essere battezzate (Atti 2: 38-41). Per 23 volte abbiamo le seguenti espressioni: «Diversi credettero», «molti», «pochi», «un certo numero», «un grande numero di persone», «una grande moltitudine», «qualcuno credette», «una folla abbastanza numerosa si aggiunge al Signore». La linea di separazione tra chi annuncia la Parola e chi ascolta è superata da coloro che l’accettano e non dagli altri che rimangono con il cuore dove si trovano e resistono all’invito. Due gruppi divisi e opposti si costituiscono a seguito dell’ascolto: gli uni si persuadono, gli altri non credono (Atti 28:24). A. Vinet, nel XIX secolo, il sostenitore svizzero della separazione stato-chiesa diceva: «Che il cristianesimo ritorni ad essere ciò che fu sempre stato: una setta… Con questa condizione potrà misurarsi con i secoli». La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 33 I parte – Capitolo III 34 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo IV I DUE CAMPI Il N.T. usa diverse espressioni e immagini per indicare i due campi opposti: da una parte i credenti, la Chiesa e dall’altra chi non ha conosciuto il vangelo e non ha ancora deciso di seguirlo. Il testo biblico può assomigliare a una separazione manichea, ma è ancora il Vangelo a ricordarci che ciò che non è Chiesa, è stato, e continua a essere, oggetto dell’amore di Dio (Giovanni 3:16). Questa differenza di campi è data dal fatto di aver accettato il Signore della gloria. È quanto di meglio l’uomo possa fare perché al di fuori di Dio non c’è vita né salvezza. Il testo non condanna i non convertiti, ma mette in risalto il privilegio di chi ha ascoltato e ha scelto. A. Kuen presenta i seguenti accostamenti. Nei Vangeli Gesù pone in contrapposizione Luce Tenebre (Giovanni 1:4,54) Grano Paglia (Matteo 3:12) Figli del regno Figli del maligno (Matteo 13:38) Figli della luce Figli del secolo (Luca 16:8) Figli del Padre Figli del diavolo (Giovanni 8:32-44) Uomo nato dallo spirito Uomo nato dalla carne (Giovanni 3:6-8) Colui che crede in me Colui che non crede (Giovanni 3:18) Colui che è con me e Colui che è contro di me e disperde raccoglie con me (Matteo 12:30) Vergini sagge Vergini stolte (Matteo 25:1-13) Pecore Capri (Matteo 25:31-33) Stesso confronto nelle lettere apostoliche Coloro che sono di dentro Di fuori (1 Corinzi 5:12) Voi che credete Gli increduli (1 Pietro 2:7) I santi Gli ingiusti (1 Corinzi 6:1) I fedeli Gli infedeli (1 Corinzi 6:6;2 Cor.6:15) I nostri Non erano nostri (1 Giovanni 2:19) Noi salvati Coloro che periscono (1 Corinzi 1:18; 2 Cor. 2:15) L’uomo spirituale L’uomo psichico (1 Corinzi 2:14,15) I parte – Capitolo IV Nato dallo Spirito Nato dalla carne (Galati 4:29) Figli della luce, del Figli della notte, delle tenebre (1 giorno Tessalonicesi 5:5 Coloro che hanno fede Coloro che si ritirano per perdersi per salvarsi l’anima (Ebrei 10:39) Il giusto L’empio (1 Pietro 4:18) Colui che è nato da Dio, Colui che non è nato da Dio, crede in Dio, non conosce Dio, ama Dio, non l’ama, crede nel Figlio, non crede nel Figlio, ha il Figlio, non ha il Figlio, ha la vita non ha la vita (1 Giovanni 5:12) C’è contrapposizione tra i destinatari delle lettere: «voi» e gli altri: i «pagani» (1 Pietro 2:12; 1 Corinzi 5:1; 1 Tessalonicesi 4:5; Efesi 4:17-20). 36 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo V PASSAGGIO DA UN CAMPO ALL’ALTRO La Scrittura presenta il superamento della linea di demarcazione dall’essere ascoltatore della Parola, a credente nel Signore cioè il passare da un campo all’altro, con il termine “conversione”, che ha come conseguenza la presa d’atto della propria situazione di relazione con Dio, con se stesso e con il prossimo. La conversione implica il pentimento, il credere, l’accettazione. In tutte le religioni è l’uomo che va alla ricerca degli dèi, sale sull’Olimpo per incontrarli, realizza la propria salvezza con il suo fare e con il ben operare. La Scrittura ribadisce continuamente che l’uomo si è separato da Dio, è in una situazione di rottura della sua relazione con il Creatore, e malato, è peccatore, è fuori, lontano della casa del Padre, non è nelle condizioni di meritare la salvezza o fare qualcosa per essere perdonato, neppure l’obbedienza, la realizzazione di quello che il Signore dice, anche con le stesse «opere (richieste) della legge nessuno sarà giustificato» Romani 3:20, ma la salvezza è possibile «soltanto per mezzo della fede…» Galati 2:16. L’opera dello Spirito nell’uomo 1. Convinzione di peccato e pentimento Ancora prima che l’uomo si converta lo Spirito santo agisce nella sua persona. È lui che lo «convince di peccato» Giovanni 16:18. Il pentimento è la presa di distanza dal proprio vissuto, esprime la volontà di cambiamento. Pentimento e conversione sono le due facce della stessa medaglia. L’Antico Testamento (A.T.) ha il termine schub per indicare la conversione. La parola significa abbandono del cammino seguito fino a quel momento. Il N.T. presenta due espressioni: I parte – Capitolo V - epistraphein, citata 40 volte, ha il significato di: girarsi verso, cambiare orientamento;1 - metanoia pentimento, conversione, corrisponde allo schub dell’A.T. La metanoia è il cambio di veduta, di mentalità, d’atteggiamento. Chi considera il proprio passato non può non avere un atteggiamento critico: si rammarica per gli sbagli, per i fallimenti, per le sconfitte avute… e desidera, decide un cambiamento. Il convertito è un morto al peccato, cioè alla sua ribellione, alla sua autonomia nei confronti di Dio.2 Come il decesso di un colpevole interrompe il processo che lo riguarda, così è del credente, cioè di colui che è morto alla propria separazione da Dio, a seguito della conversione non può più essere condannato. Dio perdona il peccatore che accetta di non essere più ciò che era prima. Con il battesimo testimonia la propria volontà di iniziare la nuova esperienza con il Signore, la Scrittura definisce questa scelta di vita: morire con Gesù (Romani 6:3) e con lui resuscitare a nuova vita (v. 4; Colossesi 3:13). Nella conclusione del Vangelo si legge: «Nel suo nome (di Gesù) si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti» Luca 24:47. È ciò che dice Pietro alle Pentecoste: «Ravvedetevi» Atti 2:38 e al Sinedrio (5:31). Prima della conversione l’io era il centro della vita, poi Gesù diventa il Signore. Ma «la conversione non è lo scopo essenziale della vita del cristiano; non è che una tappa; è il momento in cui la persona realizza l’unità della sua volontà con quella di Dio».3 La parabola del figlio prodigo esprime l’esperienza che ogni credente deve fare: rientrare in se steso e ricordare l’abbandono della casa del Padre, prendere atto della sofferenza del Padre e della propria, decidere di ritornare e ritornare (Luca 15). 1 Atti 9:35; 11:21,15,19; 1 Tessalonicesi 1:9 Giovanni 15:26; 6:44; 2 Corinzi 3:15; 4:3; Romani 6:3-5; 1 Corinti 11:31; Giovanni 5:24; Colossesi 2:11; 1 Pietro 3:20. 3 BERGUER G., Traité de Psycologie de la Religion. Payot, Lausanne 1946, p. 247; cit. KUEN Alfred, Je bâtiarai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, p.70. 38 2 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Passaggio da un campo all’altro La conversione può essere lenta, come quella di Nicodemo (Giovanni 3:1 e seg.; 19:39) o apparentemente repentina, come quella di Paolo (Atti 9:1 e seg.), ma occorre che ci sia, perché come diceva Tertuliano: «Non si nasce cristiani, si diventa». 2. Nuova nascita, resurrezione e credere La nuova nascita è un chiaro insegnamento di Gesù e degli apostoli. La nuova nascita è l’argomento che pone Gesù alla visita notturna di Nicodemo che aveva tante domande da fargli (Giovanni 3:3,5,6,7). L’accettazione del Signore nella propria vita dà un nuovo orientamento.4 Il N.T. ha una dozzina di espressioni diverse per esprimere questo cambiamento di vita: - rigenerazione (palingenesia), generare (gennao, apokueo), rinascere (anagennao), nuova creazione (aggettivo: nuovo nato, artigemnetos), vita nuova. Le conseguenze della rigenerazione sono quindi: riconciliazione con Dio, riavvicinamento a lui, adottati come suoi figli, suggellati dallo Spirito santo, abitazione dello Spirito santo. «Tutte queste espressioni sono delle immagini, delle parabole che vogliono cogliere la realtà spirituale da diverse prospettive».5 Questa esperienza di vita, questa rigenerazione comporta per il credente un cambiamento del suo essere. L’apostolo Pietro arriva a dire che quest’opera compiuta da Dio rende gli uomini «partecipi della natura divina» (2 Pietro 1:4). Il nuovo figlio di Dio essendo un resuscitato, è un essere che vive sì sulla terra, ma non solo ha la sua cittadinanza nei cieli da dove attende il ritorno del suo Signore (Filippesi 3:20), ma vive nella consapevolezza di essere in Cristo Gesù e in Dio già sul trono della gloria (Colossesi 3:1-3). Da qui il nuovo rapporto di fiducia di chi crede con il proprio Dio. Il termine ebraico credere significa: riposarsi sopra; appoggiarsi a, fidarsi e confidarsi. La parola greca, pistis, la si incontra 235 4 5 Matteo 10:38; 16:26; 18:3; Marco 8:34; Giovanni 5:24; 12:24. A. Kuen, o.c., p. 73. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 39 I parte – Capitolo V volte nel N.T., e indica la “fiducia” dell’uomo in Dio. «La fede produce una rivoluzione, un ribaltamento di potere. L’io è detronizzato, Gesù diventa Signore. Dio regna con il suo Spirito. La fede è una comunione personale con il Dio vivente e presente. Lontano da essere un semplice atto intellettuale, è un mezzo giro che coinvolge tutta la vita. La parola pistis dice la stessa cosa che le parole metanoia o/e epistrephein, evoca questo stesso cambiamento completo di atteggiamento nei confronti di Dio, nei confronti di se stesso e la vita che fa nascere in noi l’incontro di Gesù Cristo. Dal secondo secolo, si chiama fede l’adesione al credo proposto dalla Chiesa. La prospettiva biblica, come quella dei Riformatori, ne fa un atteggiamento nuovo, personale e cosciente nei confronti di Dio; credere è riposarsi, per la salvezza, sull’espiazione compiuta da Cristo sulla croce. Pentimento, conversione e fede sono dunque tre termini con significati molto vicini; esprimono una sola e identica realtà; ognuno ne sottolinea un aspetto: il pentimento mette l’accento sulla rinuncia al passato e il cambiamento di direzione, la fede definisce la relazione nuova con Dio, la conversione abbraccia il cambiamento, il mutamento repentino, totale, visibile e nascosto. Colui che nei primi secoli si pentiva, si convertiva e credeva, si faceva battezzare, volendo dire, così facendo, che si considerava come morto alla propria antica vita e resuscitato a una vita nuova».6 Non soltanto l’uomo che accetta di morire con Cristo è ritenuto dal Padre come giusto, ma più nulla impedisce che lo Spirito prenda possesso di lui (Giovanni 14:17,20,23). Le conseguenze di quest’opera di guarigione di rigenerazione di Dio sono: 1. certezza della salvezza;7 2. un progresso nella santificazione, cioè nella crescita ed esperienza con Dio;8 6 7 40 Idem, pp. 70,71. 1 Giovanni 5:10-13; 3:14; Romani 8:10. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Passaggio da un campo all’altro 3. uno spirito di preghiera, cioè di relazione, di incontro con Dio (Romani 8:26); 4. una permanente fame e sete della Parola e della giustizia di Dio;9 5. di amore nei confronti di Dio e di Cristo;10 6. desiderio, interesse, volontà di servire Cristo;11 7. una relazione di amore con i fratelli nella fede.12 Per questo motivo lo storico evangelico tedesco A. Harnack scriveva che «la nuova nascita è per gli autori nel N.T. l’avvenimento centrale del cristianesimo».13 Perché come scrive A. Kuen «è l’avvenimento centrale della vita umana, il passaggio della morte spirituale alla vita eterna»,14 ancora oggi è «il più grande scandalo, la pietra d’inciampo che fa traballare il grande numero» della chiesa moltitudinista. Si può parlare di tutto, si può dire alle persone che dovrebbero essere più religiose, che devono pregare di più, assistere con maggiore frequenza al culto, contribuire più efficacemente all’opera di Dio in missione, ecc… «Ma se diciamo a loro che dovrebbero nascere di nuovo, si comportano come Nicodemo 1900 anni fa. S’irritano, si mettono pure in collera… Si ha della stima per un pastore che predica con tanta passione che le lacrime scaturiscono nell’ascoltarlo. Ma, notate bene: lo si stima per tutto il tempo del suo ministero fino a quando non parla di conversione e di nuova nascita, fino a quando non traccia la linea di separazione tra coloro che sono nati di nuovo e coloro che non lo sono».15 8 1 Giovanni 5:18; 3:6; 2:9; 1:8. Giovanni 10:3; 1 Giovanni 4:6; 1 Pietro 2:2. 10 Luca 7:36-50; Romani 5:5; 1 Giovanni 4:18,19; Giovanni 21:17; 1 Pietro 1:8; Efesi 6:24. 11 Giovanni 1:40-45; 1 Giovanni 4:2,15; Romani 10:9,10. 12 Giovanni 13:35; 1 Giovanni 3:14; 4:7; 5:1; 2:11. 13 HARNACH Carl Gustav Adolph von., Terminologie der Wiedergebur, Leipzig 1918, p. 113; cit. A. Kuhen, o.c., p. 74. 14 A. Kuen, o.c., p. 72. 15 HALLESBY O., Wie ich Christ wurde, Brockhaus, Wuppertal, pp. 79,80; cit. A. Kuen, o.c., p. 74. 9 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 41 I parte – Capitolo V Battesimo dello Spirito santo «Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo» 1 Corinti 12:13. A Kuen spiega questo testo dicendo che il battesimo dello Spirito santo ci fa morire a noi stessi e nascere alla nuova vita che viene dall’alto. Ci incorpora nel corpo di Gesù Cristo che è la Chiesa. Con «Noi» Paolo si riferisce a se stesso e al fratello Sostene presente e che l’apostolo accomuna nella stesura della lettera e indica anche gli stessi Corinti che la ricevono, che «invocano Gesù Cristo come il Signore» 1:2, che considera «salvati» 1:18, «riscattati» 7:23, «nati di nuovo» 4:15, «lavati, giustificati» 6:11, e li definisce «santificati in Gesù Cristo, chiamati a essere santi». La loro nuova nascita e conversione ha diviso la loro vita in due momenti: prima e ora16, ieri e oggi, passato e presente, morte e eternità (6:9,10). Con «tutti» Paolo indica coloro che sono passati attraverso la nuova nascita che il battesimo confessa e testimonia. Questa esperienza di vita che porta il credente a fare parte del corpo di Cristo è la conseguenza del battezzato dallo Spirito santo. Purtroppo i carismatici, nel giustificare le proprie manifestazioni, sostengono che il battezzato dello Spirito si riconosce dal parlare in lingue, dal far risplendere la propria spiritualità, dall’essere ardito, intraprendente nel parlare del Signore, dell’amore per le anime, dal proprio amore, dalla propria migliore comprensione della Parola di Dio. La Scrittura ci dice proprio il contrario perché quei cristiani di Corinto che pensavano di beneficiare, come manifestazione dello Spirito santo, del dono delle lingue, erano mancanti di tutti questi aspetti della vita cristiana. «Siamo stati battezzati in un solo Spirito». In contrasto con i carismatici si deve rilevare che «in nessuna delle lettere inviate ad altri cristiani, Paolo esorta i nuovi convertiti a ricercare il battesimo 16 Romani 6:19, 20-22; 7:5,6; 11:30; 1 Corinti 6:10,11; 12:2; Galati 4:8,9; Efesi 2:1-6; 2:11-13; 19; 5:8,); Colossesi 1:21,22; 2:134; 3:7,8; Tito 3:3-5; 1 Pietro 2:9,10; 2:25; 4:3. 42 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Passaggio da un campo all’altro dello Spirito. Pertanto, a giudicare dalle apparenze, cristiani che avrebbero avuto bisogno di questo battesimo dello Spirito, come lo si conosce oggi in certi ambienti, erano proprio i Corinti».17 Per Paolo i Corinzi erano già stati battezzati dallo Spirito santo perché altrimenti non si sarebbero convertiti non avrebbero potuto far parte della Chiesa locale, del corpo di Cristo (1 Corinzi 12:12), di testimoniare di aver sperimentato la nuova nascita e di partecipare alla Cena del Signore. «Battezzati in un solo Spirito-da un solo Spirito». In 2 Corinti 4:10 viene detto che il credente è un testimone della morte di Cristo nella sua vita, ma anche della vita di Gesù nel suo vivere. Oltre al solo Spirito che è di Dio o viene da lui, ci sono gli spiriti che dicono: Gesù è anatema (v. 3), non confessano che Gesù sia venuto in carne (1 Giovanni 4:1-3), seducono i credenti. Anche questi spiriti concedono i loro battesimi per asservirsi le anime delle persone. È ciò che la storia conferma. A Corinto c’erano molti dèi e religioni occulte che esprimevano i loro oracoli. Paolo invita i credenti a non essere in relazione con questi spiriti, i demoni (10:20), devono rimanere in relazione con l’unico Spirito che fa di Gesù morto e resuscitato il solo Signore. L’espressione di Paolo: «Solo Spirito» a causa delle situazione della chiesa di Corinto, vuole anche mettere in risalto l’unità o unicità della fede in contrapposizione a ogni vento di dottrina, all’unicità del corpo di Cristo in contrapposizione ai gruppi che si erano costituiti nella comunità di Corinto: io sono di Paolo, di Cefa, di Apollo…, all’unità della Chiesa nella molteplicità dei doni in contrapposizione alla frammentazione dei credenti tra di loro divisi e opposti nel nome dei doni che si manifestano. In pochi versetti troviamo l’espressione «un», «solo», «stesso». La preoccupazione dell’apostolo è di trasmettere l’unità dei credenti nella loro diversità dei doni, dei ministeri e della vocazione.18 «Per formare un solo corpo» letteralmente: “in vista di un solo corpo”. Lo scopo dello Spirito è quello di formare il corpo di Cristo 17 18 A. Kuen, o.c., p. 75. Vedere, Idem, p. 76. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 43 I parte – Capitolo V sulla terra. Come un figlio che nasce fa parte della famiglia, così è del credente che testimonia della sua nascita mediante il battesimo che lo inserisce a far parte della Chiesa che è il corpo di Cristo (Efesi 1:23) cessando di essere una pecora errante senza pastore. «Solo il battesimo dello Spirito santo può fare di un uomo un membro del corpo di Cristo: né il battesimo d’acqua, né la libera decisione, né la confessione di fede possono rimpiazzarlo. La Scrittura non conosceva un corpo di battezzati dello Spirito separati da quelli che sono semplicemente salvati, né dei credenti isolati che vivono al di fuori di Cristo. – il piano di Dio per i suoi figli passa dalla Chiesa e giunge alla Chiesa».19 19 44 Idem, p. 77. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo VI I MEMBRI DI CHIESA La domanda: “Bisogna essere convertiti per far parte della Chiesa?” «è certamente la più importante e la più controversa di tutte quelle che si pongono a tale proposito. Divide il mondo cristiano in due blocchi irriducibilmente opposti».1 I due gruppi opposti sono: le chiese di moltitudini o moltitudiniste, cioè le grandi chiese, le chiese di masse, le chiese nazionali, le chiese istituzionali; l’altro gruppo è dato dalle chiese di professanti i cui membri hanno scelto e deciso di farne parte. C’è una differenza tra la chiesa-istituzione e la chiesa dei credenti. Le prime battezzano i bambini e generalmente la santa Cena viene data in età più adulta, a seguito di una istruzione o una prova più seria, sancita dal rito della confermazione o la cresima.2 I membri di queste chiese vi fanno parte per diritto di nascita in quanto presenti nella società. Possono avere un interesse materiale o intellettuale. Queste chiese multitudiniste sono la chiesa cattolica romane, le chiese ortodosse e le chiese protestanti storiche. Tutte, in prevalenza sono chiese nazionali, regionali e provinciali. Alcuni esempi3: - «L’appartenenza alla Chiesa dipende dal domicilio nella circoscrizione della comunità» riporta la Costituzione della Chiesa Evangelica luterana di Baviera del 1920, art. 7. - «Il bambino deve essere incorporato dalla sua nascita alla Chiesa, corpo di Cristo» Sinodo riformato evangelico di Pau. - «La Chiesa nazionale di Ginevra si compone di tutti i ginevrini che accettano le forme organiche della Chiesa, come sono stabiliti di seguito» art. 114. «Queste forme organiche sono delle pure forme amministrative, che non riguardano né da vicino, né da lontano la fede e la vita cristiana». 1 KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, p. 123. 2 Gli ortodossi, riteniamo più coerenti, danno la comunione ai neonati battezzati. 3 Riportati da A. Kuen, o.c., pp. 124,125. I parte – Capitolo VI - La Chiesa di Zurigo dice di sé: «La nostra chiesa è una chiesa moltotudinista. Si diventa membri mediante la nascita e non mediante la nuova nascita e si è considerati come facendone parte fino a quando non si dà la propria dimissione». - L’art. 4 della Chiesa riformata di Neuchâtel «considera come suoi membri tutti coloro che non dichiarano di escludersi». - Nel Canton Vaud «sono considerati membri di chiesa nazionale tutti coloro che non dichiarano espressamente di non farne parte» diceva il pastore André Bovon, presidente del consiglio sinodale. - Nell’Europa Occidentale e dell’Est la chiesa cattolica e quelle nazionali ortodosse esprimono la loro egemonia con il battesimo dei bambini. Le chiese confessanti sono costituite da persone giovani, mature e anziane che in un momento della loro vita hanno accettato ciò che hanno compreso come verità e battezzandosi hanno confessato pubblicamente la loro esperienza di fede e hanno deciso di far parte della Chiesa. Tutte queste chiese, sia come realtà unica o facente parte di più chiese collegate tra di loro a livello di città, provincia, regione, nazione e anche mondiale, come è della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riflettono la Confession de foi de l’Association des églises évangeliques baptistes che dice: «Noi crediamo che conformemente alla pratica degli apostoli, è indispensabile che tutti coloro che compongono una chiesa locale abbiano accettato il messaggio evangelico, che abbiamo manifestato la loro rigenerazione mediante una fedele condotta cristiana, e che abbiamo reso testimonianza della loro fede essendo simbolicamente seppelliti». Chiesa società chiusa e aperta Le chiese moltitudiniste sono chiese “aperte” per il fatto che si è incorporati, tranne coloro che fanno una scelta in età adulta e non sempre viene manifestata con un battesimo per immersione, automaticamente con il rito battesimale da neonati. Le Chiese confessanti sono per contro chiuse “chiuse”, cioè costituite da chi ha chiesto di entrare. Queste chiese mediante la 46 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? I membri di Chiesa testimonianza individuale e una azione evangelistica sono aperte nell’accogliere chi risponde all’invito della grazia da loro insegnate. Come l’ekklesia – l’assemblea dell’antica Grecia era costituita da una parte dei cittadini della città, così le chiese confessanti sono costituire da una parte, generalmente minoritaria degli abitanti di una località e come l’antico Israele costituiscono la nuova qahal che come l’antica assemblea dei giudei circoncisi, liberati dall’Egitto, costituivano il popolo dei credenti che riconoscevano l’Eterno. Prima di far parte della chiesa i credenti erano, usando le espressioni che troviamo nel N.T.: stranieri (…), pellegrini.4 Nelle riunioni della chiesa apostolica potevano partecipare anche persone non ancora convertite5 e ascoltavano quanto veniva detto. Come tutte le società chiuse si entra in esse per scelta volontaria dopo aver soddisfatto alcune condizioni, così pure è per la Chiesa. Si entra in essa a seguito della testimonianza, della propria vocazione, della chiamata alla salvezza sempre a seguito dell’annuncio della Parola fatta da altri, dell’ascolto della Parola e dell’azione dello Spirito che produce il ravvedimento,6 la conversione, il credere (Atti 8:12; cfr Marco 1:15), la nuova nascita (Giovanni 3). L’ammissione nella Chiesa di persone come membri non ancora convertiti non corrisponde all’insegnamento di Gesù (Giovanni 3:6,7), ed è in contraddizione all’appello alla conversione e alla nuova nascita che è il centro attorno al quale gravita la predicazione del N.T. Non si può far parte della Chiesa se non si è stati purificati mediante il battesimo (Efesi 5:27). La nuova nascita è l’avvenimento capitale della vita di ogni persona all’inizio della propria esperienza di fede. «Per tutti la vita cristiana comincia con la stessa confessione: riconoscere “il Signore e il Cristo” in Gesù di Nazareth. La vita cristiana esiste a partire da questo atto di fede. È per questo che il libro degli Atti indica sovente i discepoli dicendo al passato: “coloro 4 5 6 Efesi 2:19; Ebrei 11:13; 1 Pietro 1:17; 2:11. 1 Corinzi 14:23; Giacomo 2:2-4. Atti 2:38-47; 20:21; cfr Marco 1:15. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 47 I parte – Capitolo VI che hanno creduto”, coloro che, un giorno, hanno fatto questo passo decisivo che è la fede in Cristo Gesù».7 Inserire nella chiesa persone che non hanno dichiarato di credere in Cristo Gesù come salvatore significherebbe confondere la «gente di dentro» con la «gente di fuori», gli «estranei» con i familiari della casa di Dio. La presenza di inconvertiti come membri di chiesa è inconciliabile con le espressioni che il N.T. dà ai membri che vengono definiti: a) credenti (Atti 2:44); b) «discepoli»8 c) «santi».9 Questa espressione è usata 62 volte nel N.T. È un concetto presente in tutte le religioni. Indica coloro che si sono appartati, separati, consacrati alla divinità. Non dice che queste persone sono migliori, più buone delle altre, vuole indicare che hanno un rapporto con la divinità che le altre non hanno; d) «fratelli».10 La si riscontra circa 200 volte nelle lettere, 50 negli Atti, 130 volte è utilizzata da Paolo e 35 volte solo nella 1 Corinzi. La parola indica coloro che fanno parte della nuova famiglia di Dio diventando i fratelli di Gesù11 e per conseguenza si considerano fratelli tra di loro. e) «benamati».12 f) «eletti di Dio» Colossesi 3:12. Tali espressioni sono difficilmente applicabili alle persone non credenti, che vengono definiti i «figli della collera» Efesi 2:3; «uomini ribelli» Efesi 5:6; 2:2;«stranieri» e «nemici» Colossesi 1:21. g) cristianoi «cristiani».13 7 prof. MENOUD, La Vie de l’Eglise naissante, Delachaux 1952, p.8. (p. 131) Atti 6:2; 9:1,26; 11:26; 14:21,22; 18:27; 19:9; 24:4. 9 Atti 9:13,32,41; 2 Corinti 1:1; 13:12; Efesi 4:12; Colosse-si 3:12; Romani 15:26; 1 Corinzi 14:33; Ebrei 14:24; Apocalisse 22:2. 10 Atti 9:30; 10:23; 15:35. 11 Matteo 28:10; Romani 8:29; Ebrei 2:11,12,17. 12 2 Tessalonicesi 2:13; Romani 1:7; 2 Pietro 3:1,8. 8 48 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? I membri di Chiesa h) «i nostri» Tito 3:14; 1 Giovanni 2:9; i) «discepoli», «confessori», «credenti», «testimoni», «ambasciatori», «pellegrini», «economi», «fedeli», «chiamati», «noi», non facciamo parte «di quelli di fuori», «voi», ecc. Per tutte queste persone la conversione è una esperienza del passato,14 come pure è anche l’esperienza della salvezza.15 «Mai gli apostoli, scrivendo a una chiesa, esitano a considerare tutti i suoi membri con il titolo di credenti, di riscattati, di figli di Dio».16 Nella Chiesa apostolica però non tutti i membri confessanti erano nati di nuovo, o, se nati di nuovo, vivevano con coerenza la loro rigenerazione: a) Atti 8:5-17: Simone il mago ha indotto gli apostoli a peccare; b) 1 Giovanni 2:19: per Giovanni alcune persone che erano nella chiesa non erano dei credenti; c) Tra i discepoli di Gesù c’era il figlio della perdizione. d) Atti 20:30: tra gli anziani della regione di Efeso, riuniti da Paolo per il discorso di addio, c’erano alcuni che avrebbero strumentalizzato la chiesa; e) Matteo 13:25: riporta l’insegnamento di Gesù che la zizzania per un certo tempo assomiglia al buon grano e sussisterà in al tempo della fine nel campo di Dio che è la chiesa. f) 1 Corinti 15:34 fa anche capire che nella chiesa di Corinto c’erano degli infiltrati non convertiti. g) 2 Corinti 13:5: Paolo invita a esaminarsi per sapere se si è ancora nella fede; 13 Atti 11:26; 26:28; 1 Pietro 4:16. Romani 6:17,18; 1 Corinzi 4:15; 12:13; Efesi 1:13; Colos-sesi 1:13; 2:13; 1 Tessalonicesi 1:9; Tito 3:5; Giacomo 1:18; Ebrei 10:32,33; 1 Pietro 1:22,23. 15 Romani 6:22; 11:30; 1 Corinti 1:26,30; 3:16; 7:23;15:1,2; Galati 3:26; Efesi 1:15; Colossesi 1:4; 1 Tessalonicesi 1:3; Efesi 2:5,8; Filippesi 2:12; Colossesi 2:6; 3:3; 1 Tessalonicesi 1:6,8; 2 Tessalonicesi 1:10; 2:13; Ebrei 12:22-24; 1 Pietro 1:5, 8; 2:9; 1 Giovanni 2:12,13; 2:20,21,27: 4:4; 5:13. 16 GASPARIN Agenor de, Les Ecoles du Doute et l’Ecole de la Foi, p. 385. (p. 141) 14 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 49 I parte – Capitolo VI h) 1 Corinti 5:13: Paolo invita a espellere l’inconvertito che è nella chiesa; i) ecc. Nelle lettere di Paolo non c’è nessun appello alla conversione rivolto ai membri di Chiesa. Ci sono delle esortazioni alla fedeltà,17 ad essere proficui nella testimonianza (1 Corinti 15:58), a progredire nella fede,18 a crescere nella grazia e nella conoscenza (2 Pietro 3:18), a crescere nel Signore (Efesi 4:15), a vivere e quindi a esprimere i frutti dello Spirito (Galati 5:22), a conservare il patrimonio che è stato insegnato (Apocalisse 2:25; 3:11), a vivere con coerenza la Parola di verità, a ricercare la perfezione (2 Corinti 13:11), a essere incrollabili (1 Corinti 15:58; 1 Pietro 5:10), a non essere sviati (Galati 5:1). «Se analizziamo le esortazioni contenute nelle lettere, non contengono nessun appello al pentimento, alla conversione o alla fede per la salvezza. Nei Vangeli e negli Atti, incontriamo una ventina d’impera-tivi, come: “Pentitevi, venite a me, convertitevi”; una quindicina di appelli alla fede: “Credete alla buona novella, credete a colui che il Padre ha inviato”; nelle lettere: nulla! Come spiegare questo, se non per il fatto che le chiese erano composte da uomini e da donne che avevano già sperimentato il ravvedimento e la fede19».20 17 Ebrei 4:14; 10:35,36; 1 Corinti 15:58; 16:13. 1 Tessalonicesi 4:1-9,10; 2 Tessalonicesi 1:3,4; Ebrei 6:11,12. 19 «Il solo verso che sembra contraddire ciò che stiamo dicendo si trova in 2 Corinzi 5:20: “Noi facciamo dunque da ambasciatori per Cristo come se Dio esortasse tramite noi; vi supplichiamo nel nome di Cristo, siate riconciliati con Dio”. Bisogna … mettere questo testo nel suo contesto e verificare la traduzione. “Questo appello non si rivolge alla Chiesa di Corinto, né ai cristiani in generale,… ma a tutti gli inconvertiti. È la missione di Paolo di supplicare gli uomini, tutti gli uomini dicendo: “Siate riconciliati” F. Godet. Il testo originale non dice: “Noi vi supplichiamo”, ma: “Noi supplichiamo per Cristo: siate riconciliati con Dio!” come traducono: Darby, Versione concordata, Allo, Lutero, H. Bruns, Mülheimer, Uebersetzung, Thimme, H. Wise, Albrecht, Pfäffling, Menge, Schachter, Moffat, Weymouth, ecc.» A. Kuen, o.c., p. 144. 18 50 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? I membri di Chiesa L’appello di Paolo non è quindi rivolto a quelli della Chiesa, ma a chi non conosce ancora la Parola di Dio. 20 A. Kuen, o.c., p. 143. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 51 Capitolo VII I RITI NELLA CHIESA APOSTOLICA I riti della Chiesa apostolica erano il battesimo e la Cena del Signore che Gesù ha fatto precedere dalla lavande dei piedi BATTESIMO nella chiesa primitiva Per essere membri di chiesa bisogna essere convertiti e il battesimo ne è la testimonianza. «Il battesimo è il segno, comune a tutte le chiese, dell’appartenenza alla Chiesa».1 Il testo biblico rileva che generale gli apostoli battezzano immediatamente dopo la conversione e la professione di fede.2 I battezzati si possono allontanare dal Signore, dalla Chiesa, ritornano nel mondo (2 Timoteo 2:18; 4:10; 1 Giovanni 2:19) e cessano di far parte del corpo di Cristo. Il battesimo ha occupato una parte importante nella storia della Chiesa. Il N.T. lo menziona un centinaio di volte e spesso in relazione con la formazione della Chiesa. È a seguito del battesimo che si costituisce la Chiesa confessante, ma anche quella moltitudinista. È ancora la forma del battesimo che divide i formalisti e gli spiritualisti. Il Battesimo nel libro degli Atti Le parole di Gesù: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandato» Maatteo 28:19,20 sono realizzate nel libro degli Atti che riporta quanto avvenne nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme. Coloro che avevano ascoltato la spiegazione di Pietro riguardo a quanto era successo qualche settimana prima, questi dopo essere stati battezzati, continuarono a essere assidui nell’ascoltare gli insegnamenti degli apostoli (2:42-46). Poi il libro degli Atti riporta che la 1 2 BRUNNER Emil. Dokmatik, v. III, p. 72. (p.149). Atti 8:12-16, 24-39; 9:18; 10:44-48; 11:16,17; 16:14,15, 33,34; 18:8. I parte – Capitolo VII predicazione del Vangelo si sposa in Samaria, poi è rivolta a una persona che sta ritornando in Etiopia (8:12,13). Racconta che Saulo il persecutore, fermato sulla via di Damasco accetterà il battesimo e col nome di Paolo sarà il testimone dell’Eterno in numerose località, davanti ad autorità e re e giungendo fino a Roma. Il Centurione romano Cornelio accetterà la testimonianza di Pietro (10:4,43,44; 47,48), Lidia, il carceriere di Filippi e i Corinti ascolteranno la predicazione di Paolo. Ad Efeso dodici discepoli di Giovanni Battista accettano la realizzazione di quanto avevano sperato (19:2-7). «Questi dodici discepoli che avevano ricevuto un insegnamento incompleto da Apollo, il quale, a sua volta, non conosceva che il battesimo di Giovanni (Atti 18:24,25), furono gli oggetti di una compassione speciale da parte del Signore che vegliava su loro. Iddio, infatti, inviò loro il suo servitore Paolo affinché da lui fossero correttamente e completamente istruiti su questo soggetto… Questi credenti sono dunque stati battezzati due volte. Se fossero stati correttamente istruiti sin dal principio, questo non sarebbe stato necessario».3 Come si è passati dal battesimo ai soli credenti al battesimo dei bambini, tradizione conservata anche nelle Chiese protestanti fin dalla Riforma, rinviamo il lettore al secondo capitolo della seconda parte di questo lavoro, l’Apostasia dottrinale della Chiesa, nelle sezioni: La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri elementi, e Battesimo ai bambini e neonati. La CENA del Signore La Cena del Signore è riservata ai soli battezzati. È quanto ci viene testimoniato, tra gli altri da Giustino martire e dalla Didaché. Giustino Martire: «Questa cena si chiama tra noi “azione di grazia”. Nessuno vi può partecipare tranne colui che crede che ciò 3 COULERU Jean Raymond., Il battesimo cristiano come è insegnato nella sacra Scrittura, tradotto e adattato da ANTONIETTA Giorgio, 1956, p. 18. 54 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno I riti nella Chiesa apostolica che è insegnato da noi sia vero, che ha ricevuto il bagno che serve al perdono dei peccati e alla nuova nascita e che vive come Cristo ha insegnato».4 Nella Didaché, scritto del II secolo, è ugualmente precisato «Nessuno mangi, né beva della vostra eucaristia tranne coloro che siano stati battezzati nel nome del Signore».5 R. Mehl scrive: «Non è la Chiesa che determina in forma autonoma le condizioni di ammissione dei suoi membri. Ciò che avviene nei primi giorni della Chiesa avviene ancora oggi o deve ancora realizzarsi oggi: “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati” Atti 2:47. Il segno normativo di questo aggiungere al corpo della Chiesa è il battesimo».6 È evidente che nella chiesa apostolica i partecipanti alla Cena erano credenti e come tali erano stati battezzati.7 Se pur essendo stati battezzati si poteva essere nella condizione di indegnità a causa del quale ci si doveva esamina-re (1 Corinzi 11:28) per non accostarsi alle Cena superficial-mente8, con motivazioni ancora più esplicite chi non si era battezzato non aveva motivo di partecipare. «Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo? » 1 Corinzi 10:16. Alla cena del Signore partecipano coloro che fanno parte del corpo di Cristo, cioè che sono stati battezzati dallo Spirito per essere membra di questo corpo che è la Chiesa. Paolo scrive: «Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua» 1 Corinzi12:27. «Come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra… formano un solo corpo, così è di 4 Giustino Martire, 1 Apologia, I, 65-67. (p. 150) Didaché, 9,5. Il testo prosegue con l’espressione «Per questo il Signore ha detto: “Non dovete dare le cose sante ai cani”» che riteniamo offensiva nel nostro contesto. 6 MEHL R., Membre d’Eglise, in Verbum Caro, 1958, p. 171; cit. A. Kuen, o.c., p. 150 nota 42. 7 Atti 2:42,46; 1 Corinzi 10:15; 11:23. 8 La motivazione che Paolo presenta ai Corinti per non partecipare alla Cena è la lucidità della mente dopo un pranzo fraterno dove anche il buon vino è stato bevuto in abbondanza (1 Corinzi 11:21). 5 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 55 I parte – Capitolo VII Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo». 1 Corinzi 12:12,13. Per questo motivo D. Simon scrive: «Partecipavano alla Cena, celebrata in occasione di un pasto comunitario, i membri regolari della Chiesa, cioè all’esclusione dei catecumeni, coloro che hanno ricevuto il battesimo».9 Ortodossi, protestanti, evangelici e cattolici hanno tendenze diverse nei confronti della Cena del Signore. C’è chi ritiene opportuno la comunione ecumenica e c’è chi prende le distanze. Tutti esprimono le proprie radici diverse e importanti da conoscere. Ci sono forti resistenze e inaccettabilità da parte di alcuni, mentre per molti, pur nella divisione, la considerano comunione dei credenti di diverse espressioni religione. È cibo e bevanda, quale “viatico” per il cammino, da mangiare in fretta come la Pasqua ebraica il cui gesto, come per i discepoli che percorsero la via di Emmaus con il Maestro che hanno poi ospitato a casa, ha permesso che i loro occhi si aprissero e capissero. Sulla strada per Emmaus i discepoli non avevano capito le Scritture, il Signore gliele spiegava e qualcosa si rianimava nel loro animo. Nella camera alta c’era divisione tra i discepoli, non tutto avevano capito di ciò che il Signore da tempo aveva insegnato e quanto stava insegnando. Gli elementi della cena, il pane che viene spezzato e viene dato, va oltre alla loro unione e comprensione. La Cena attesta che il Signore è presente. La comunione è stata anche paragonata al pane di presentazione che Davide e i suoi compagni hanno mangiato con l’approvazione del Signore, anche se a loro non era lecito consumarli, perché riservati ai sacerdoti (Marco 2:20). Condividere l’eucarestia quando si è divisi nel credere, nell’espletamento dei riti e nella tradizione può essere visto come segno visibile dell’unità ricercata, non ancora raggiunta, ma espressa dalla fede. 9 SIMON D., Les Premiers Chrétiens, PUF, Paris 1952, p. 90. p. 153. La partecipazioni alla Cena da parte dei catecumeni, coloro che si preparavano per il battesimo, avveniva in un tempo non apostolico. 56 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno I riti nella Chiesa apostolica Crediamo che si possa rispettare la fede di ogni credente che vive con coerenza il proprio insegnamento denominazionale. Riteniamo però che, nel rispetto della Parola del Signore, quale riferimento per ogni credente, la conversione, la nuova nascita, esperienza indispensabile nella vita del credente, manifestata mediante il battesimo per immersione quale risposta all’appello della grazia, non debba essere inficiata dalle tradizioni storiche delle varie chiese. La Cena del Signore, negli scritti apostolici, è riservata alla Chiesa confessante. Gesù, riporta il testo biblico, aveva «vivamente desiderato di mangiare la Pasqua» con i suoi discepoli (Luca 22:15). Li aveva invitati. Discutevano tra di loro chi doveva essere il maggiore, c’era chi lo avrebbe rinnegato qualche ora dopo, chi avrebbe pensato che sarebbe stato prudente stargli un po’ lontano, chi aveva già deciso di vendere il Maestro, durante la cena, prima di condividere il pane e il vino, Gesù ritiene opportuno lavare solamente i piedi a quegli uomini che spiritualmente erano già stati lavati completamente. È quanto dice a Pietro: «Chi è lavato tutto, non ha bisogno che d’aver lavato i piedi; è netto tutto quanto» Giovanni 13:10. In queste parole troviamo due verbi diversi: «Colui che è lavato – louein – tutto non ha bisogno che di lavare – niptein – i piedi». Questi due verbi, che hanno un significato diverso, purtrop-po, nelle versioni: italiana, francese, spagnola e altre, sono tradotti con il solo verbo lavare. Oepke A. in Il Grande Lessico del N.T., vol. VI, scrive che lousestai è sinonimo di baptizestai (battezzare) verbo che «diventerà poi (nella sua traslitterazione, n.d.a.) il termine tecnico (per indicare il battesimo, n.d.a.). Nella maggioranza dei casi i nostri vocaboli designano il bagno fatto per ottenere la purezza rituale…». «Ovunque» il verbo lousestai è utilizzato «si ha di mira il pentimento della colpa e un energico agire meglio; leggiamo così in Isaia 1:16: «lavatevi, purificatevi, togliete le malvagità dei vostri animi dai miei occhi». In Atti 16:33 è utilizzato per indicare il lavare le ferite di Paolo e Sila (che devono essere state presenti su tutta la superficie del corpo). In Atti 9:37 è utilizzato per indicare il lavare il corpo di Tabita morta. È anche utilizzato in senso figurato in 2 Pietro 2:22. «In tutti gli altri (testi) c’è un riferimento alla liberazione dal peccato, La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 57 I parte – Capitolo VII in particolare al battesimo; lousestai è usato soltanto per indicare il battesimo (Efesi 5:26; Tito 3:5)… Un esame di tutti i passi pertinenti mostra in verità che, quando si tratta del loro uso teologico, louein e loutron fanno parte della terminologia battesimale». Apoca-lisse 1:5: «A colui che ci ha amati e lavati (lousanti) dai nostri peccati con il suo sangue». «Nella maggior parte degli altri casi il riferimento al battesimo … è quanto mai visibile». Atti 22:16 recita che Anania disse a Saulo: «Alzati, fatti battezzare (baptisai) e sii lavato (apolousai) dei tuoi peccati». «1 Corinzi 6:11: ma siete stati lavati (apelousasthe), ma siete stati santificati, ma siete stati giustizi-cati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito santo del nostro Dio. Il legame con il passato peccaminoso è troncato mediante il lavacro».10 Hauck F., nel volume VII, a proposito del verbo nipto scrive: «Lavare parzialmente persone viventi e louein o lousestai = lavare completamente, fare il bagno… Nel N.T. si riscontra ancora il senso greco di niptein (abluzione parziale)». «Anche in questo passo (di Giovanni 13) è mantenuta la distinzione solita tra niptestai come abluzione parziale (lavare i piedi, n.d.a.) e louestai come bagno completo (lavato tutto quanto, n.d.a.)».11 «Impiegando due vocaboli (niptein e louein) Gesù fa la distanzione tra il lavare una parte del corpo e il lavare l’intero corpo e contrappone così un lavare parziale al bagno completo. Pietro aveva fatto il bagno e aveva ricevuto, in questo lavaggio completo, il segno del perdono completo. Aveva pur tuttavia bisogno d’un perdono quotidiano che è simbolizzato nel lavare i piedi, poiché pur essendo stato giustificato, il cristiano si sporca ogni giorni i piedi camminando nel mondo».12 Per questo motivo La Bibbia di Gerusalemme traduce: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo…» Giovanni 13:10. 10 11 12 58 OEPKE A., Il Grande Lessico del N.T., vol. VI, col. 810,811,816,819,820. HAUCK F., Il grande lessico del N.T., vol. VII, col. 1022-1025. BESSON P., in Clef de quelques passages du N.T., p. 24. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno I riti nella Chiesa apostolica Tenendo conto del significato delle due espressioni riportate nel vangelo, arricchite anche del valore teologico, crediamo che si possa concludere che la santa Cena, nell’insegnamento di Gesù, è per le persone che hanno fatto un patto con il Signore, sono state battezzate per immersione, sono state lavate dal loro peccato e lo hanno confessato pubblicamente davanti a Dio, agli angeli e al mondo e hanno testimoniato di aver accettato la grazia di Dio e di fare parte della Sua famiglia, la Chiesa di Gesù Cristo. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 59 I parte – Capitolo VII 60 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo VIII APOSTOLICITÀ della CHIESA Per la prima volta si parla della apostolicità della Chiesa nel 381, al Concilio di Costantinopoli, nella lotta all’arianesimo. Qualche secolo dopo si parlerà dell’apostolicità della Chiesa anche in occidente. Con apostolicità si vuole attribuire alla chiesa il suo legame ininterrotto con quella del primo secolo. Sono due le forme di apostolicità della Chiesa per giustificare il proprio legame con la Chiesa originaria. La concezione sacramentale vede la continuità apostolica nella trasmissione ininterrotta e visibile delle principali cariche ecclesiastiche dagli apostoli in poi. È quanto sostiene la Chiesa cattolica di Roma, la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Anglicana. La concezione spirituale fa risiedere l’apostolicità della Chiesa alla fedeltà agli insegnamenti apostolici. La Chiesa è apostolica non perché si riesce a dimostrare un processo di legame storico con quella degli apostoli, è tale nella sua continuità di coerenza all’insegnamento degli apostoli. La Chiesa è apostolica perché i credenti sono stati «edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero (della Chiesa), ben collegato assiema, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire di dimora a Dio per mezzo dello Spirito» Efesi 2:20-22. Lutero giustificava l’apostolicità del suo essere Chiesa spiegando: «Noi apparteniamo alla chiesa antica e siamo con lei poiché chi crede come l’antica chiesa e conserva le stesse verità di lei, è della chiesa antica… Voi (papisti) siete sì venuti dalle antiche chiese, ma voi non siete di quelle, né membri di queste chiese».1 1 LUTERO Martin, W.A. 51,482,5-6; 51,501,7-8; cit. KUEN Alfred, Je bâterai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 30. I parte – Capitolo VIII J. Senarclens riportando il pensiero di Calvino scrive: «Che vale una successione apostolica che sfocia nell’errore? La vera successione apostolica deve manifestarsi in un insegnamento conforme a quello degli apostoli. Altrimenti non è che una continuità storica, una successione di persone che non è sufficiente per proteggere dall’errore».2 E ancora: «La Chiesa è apostolica perché predica e insegna ciò che gli apostoli hanno predicato e insegnato. La pretesa romana è ben troppo “frivola”. Come possono privilegiarsi di una successione di vescovi da s. Pietro, allorquando hanno deformato la sua testimonianza per insegnare delle novità».3 2 SENARCLENS Jean de, De la Vraie Elise selon Calvin, in Cahiers de Renouveau, n. 27, Labor et Fides, Genève 1965, pp. 29,30. 3 Idem, p. 34. 62 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo IX IL FONDAMENTO DELLA CHIESA È un argomento che ha appassionato e diviso gli studiosi attraverso i secoli. Il testo sul quale sono sorti i contrasti e che ancora oggi viene citato a proposito e a sproposito, è stato quello che riporta la dichiarazione di Gesù a Pietro dopo la sua magnifica confessione: «“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù, rispondendo disse: “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non è la carne e il sangue che ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch’io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere1» Matteo 16:15-18. Fino a quel momento le azioni di Gesù potevano avere lo scopo di manifestare i segni della sua messianicità, una volta che questa è stata riconosciuta, come ha fatto Pietro, Gesù parlerà della sua opera futura, la sua morte redentrice, la sua resurrezione (vv. 21-23) e la costituzione di una comunità messianica: la Chiesa (vv. 18,19). Il cielo si è mosso affinché Pietro facesse la sua confessione e Gesù si confronta con il primo frutto del suo ministero. Questa dichiarazione di Gesù è molto importante perché permette di affermare: a. la Chiesa non è una invenzione e una istituzione umana con la quale gli apostoli o altri cercarono di rispondere a un bisogno dei credenti; b. la confessione della messianicità di Gesù sarà intimamente legata all’entrata nella Chiesa e ciò viene attestata chiaramente nel libro degli Atti; c. «la mia Chiesa» significa che l’insieme dei credenti appartengono a Cristo e a nessun altro, perché Gesù l’ha acquistata con il proprio sangue (Atti 20:28; 1 Pietro 1:18,19), diventando la 1 Queste parole sono riprodotte in lettere nere su sfondo d’oro attorno alla cupola di S. Pietro in Vaticano. I parte – Capitolo IX Chiesa di Cristo (Romani 16:16; Atti 20:28) e non di qualsiasi altro nome, pour anche di apostolo; d. Gesù è contemporaneamente l’architetto e il costruttore; e. l’avversario cercherà di abbatterla ma non ci riuscirà perché sarà fondata «su questa pietra». Chi è la pietra? I teologi sono riusciti a dare diverse spiegazioni, La cristianità si divide nel sostenere tre posizione che poi di fatto, al di là dei distinguo, sono due: a) Pietro b) Gesù Cristo c) confessione di Pietro a) Pietro Scrive il canonico Boulenger: «Gesù Cristo ha fondato una chiesa monarchica conferendo a s. Pietro un primato di giurisdizione su tutta la Chiesa… il fondamento deve durare per tutto il tempo dell’edificio... bisogna dedurre che il primato, principio e fondamento dell’edificio, dovrà durare tanto quanto l’edificio stesso e che Pietro dovrà trasmettere la sua autorità ai suoi successori… i successori di Pietro nel primato sono i vescovi di Roma».2 A. Kuen ricorda che per sostenere la tesi cattolica occorre dimostrare che: 1. la pietra sia Pietro; 2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale; 3. questo primato fu trasmissibile; 4. Pietro sia stato a Roma; 5. Pietro sia stato vescovo a Roma e che abbia trasmesso questo primato ai suoi successori; 6. i vescovi di Roma si siano trasmessi questo primato. 2 BOULENGER: Apologétique, pp. 335-339 ; cit. KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, èd. Emmaüs, Saint Légier sur Vevey 1967, p. 106. 64 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa Scrive il canonico Christiani: «Un solo abbandono (di quanto elencato sopra) e tutto crolla, ecco il nostro prezzo. Giochiamo tutta la nostra fortuna spirituale su un solo passo falso».3 1. la pietra è Pietro La versione Interconfessionale, La Parola del Signore riporta la seguente traduzione: «Io ti assicuro che tu sei Pietro e su di te, come su una pietra, io costruirò la mia Chiesa…» Matteo 16:18. Questa versione così chiara è una dichiarazione di ignoranza per tutti coloro che nel corso della storia hanno cercato di tradurre il testo biblico dando una lettura diversa, ma sempre simile in tutte le versione e mai così esplicita nella comprensione fino al 1985. Fin dai primi secoli molti hanno cercato di spiegare questa dichiarazione dando la propria interpretazione, ma nessuno è arrivato a tale chiarezza nella traduzione. Se non c’è stato un atto di prepotenza del potere di Roma o/e un asservimento della Società Biblica Italiana per l’edizione di questo testo, ci è difficile comprendere come sia potuto succedere una cosa del genere. Dopo secoli di traduzioni e commenti contrastanti finalmente qualcuno è riuscito a comprendere un testo che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro per spiegarlo. Questa traduzione elimina qualsiasi incertezza e discussione. 2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale Sebbene Pietro sia stato il primo ad aprire le porte della Chiesa ai giudei e ai gentili: a) nella Chiesa di Gerusalemme non risulta che sia stato il capo; b) che abbia avuto privilegi particolari: c) si considera un uomo davanti al quale nessuno si deve inginocchiare (Atti 10:26); d) si definisce apostolo e anziano tra gli altri (1 Pietro 1:1; 5:1); e) non è lui a nominare il successore di Giuda, ma la sorte (Atti 1:21,22); 3 CHRISTIANI, in Catholiques, Protestante, Frères quand-même; cit. A. Kuen, o.c., p. 108. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 65 I parte – Capitolo IX f) gli apostoli chiedono alla Chiesa di designare i diaconi (Atti 6:5); g) in Samaria Pietro non ci va, ma viene inviato con Giacomo (Atti 8:14); h) si deve difendere e giustificare il proprio operato davanti alla Chiesa (Atti 11:1); i) non dirige i lavori del primo Concilio della Chiesa, ma lo fa Giacomo (Atti 15); l) Paolo, dopo la sua conversione, non ha ritenuto opportuno salire a Gerusalemme per ricevere disposizioni dagli apostoli e in particolare da Pietro (Galati 1:17); n) Paolo riprende pubblicamente Pietro (Galati 2:11-14); o) nelle sue lettere Paolo non dice nulla della carica di sommo pontefice, di vicario di Cristo che è stata attribuita a Pietro e ai presunti suoi successori; p) per il N.T. la Chiesa è costituita sugli apostoli e non su Pietro (Efesi 2:20; Apocalisse 21:14); q) si può dedurre da una lettura del N.T. che Paolo occupi un posto di preminenza rispetto a Pietro; r) quando il nome di Pietro è associato a altri nomi, non ha il posto di preminenza (1 Corinzi 3:22; Galati 2:9); s) Pietro considera Gesù come supremo, sommo pastore (1 Pietro 5:4); t) sarebbe oggi impossibile scrivere una biografia di Napoleone e non scrivere mai che è stato imperatore. 3. trasmesso un bel primato Il teologo cattolico Karl Adam si chiede e poi risponde: «Stando ai testi… si può applicare il passo di Matteo ai successori di Pietro, cioè al vescovo di Roma? La risposta potrebbe essere risolta con la negazione».4 Se il conferimento del primato a Pietro fosse stato vero e importante, come mai Marco, che riporta il rimprovero e Luca non 4 ADAM Karl, Le vrai visage du catholicisme, la Vie Chrétienne, 28a ed., Bernard Grasset, Paris 1934, p. 133. 66 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa dicono nulla? «La vera ragione di questo silenzio è senza dubbio il fatto che per la Chiesa primitiva la confessione dell’apostolo aveva più importanza della promessa. Le prerogative di Pietro si limiteranno a: a. essere la prima pietra dell’edificio; b. aprire la porta del regno ai giudei, c. aprirla ai pagani. L’omissione delle promesse da parte di tre evangelisti su quattro è la prova che queste prerogative temporali avevano poca importanza nella tradizione apostolica».5 4. Pietro è stato a Roma Riteniamo che non ci siano elementi biblici per sostenere l’andata di Pietro a Roma, anche se è universalmente accettata. L’affermazione di Eusebio (IV sec.) secondo la quale Pietro avrebbe fondato la Chiesa di Roma, e avrebbe esercitato la carica di vescovo per 25 anni (dal 42 al 676). «Oggi nessun studioso cattolico ammette che Pietro sia rimasto a Roma per 25 anni, poiché ciò contrasterebbe sia con la presenza di Pietro a Gerusalemme durante il convegno apostolico (circa 50 d.C.)».7 Il suo soggiorno romano così lungo urta contro diverse constatazioni8 anche se è ammesso da tutti che s. Pietro morì verso l’anno 67. È una data sicura?: 5 BONNET L Louis, Le Nouveau Testament, t. I, Évangeles de Matthieu, Marc et Luc, Lausanne 1880, p. 131. 6 Dall’Elenco Ufficiale dei Papi. Riportato da Meyer E. o.c., pp.189-190; RENDINA Claudio, I Papi – storia e segreti, Newton & Compton, Roma, 1983, 1999, pp. 858.. 7 SALVONI Fausto, Da Pietro al papato, Lanterna, Genova1970, p. 208. 8 «Eusebio non soddisfatto di far arrivare l’apostolo Pietro a Roma nel 42, l’aveva già fatto vescovo di Antiochia, senza però fissarne la durata (Histoiriae Ecclesiasticae, L,III, cap. 35). Giovanni Crisostomo si oppone, in un certo qual modo, a Eusebio perché dice che l’episcopato di Pietro ad Antiochia fu assai lungo ed ebbe come successore Ignazio, mentre in realtà ad Antiochia prima di Ignazio fu vescovo Policarpo: il che dimostra quanto poco fosse informato (Elogio d’Ignazio)». MEYER Enrico, Storia dei papi, vol. I, eun, Marchisio 1968, p. 24. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 67 I parte – Capitolo IX a) il libro degli Atti nel 42 lo presenta ancora a Gerusalemme per andare poi a Cesarea e a Antiochia; b) nel 49 è a Gerusalemme per la prima conferenza a causa della circoncisione dei gentili. Pietro non testimonia della sua attività tra i gentili, cosa che fanno Paolo e Barnaba (Atti 15:7-11); c) nel 57 quando Paolo scrive la sua lettera ai Romani, Pietro non è in città. Un capitolo intero è consacrato ai saluti e Pietro non è menzionato. Ventisette sono i nomi ricordati; d) si può anche supporre che Pietro non ci sia stato neppure prima. Un richiamo alla sua presenza, o opera sarebbe stato doveroso (Romani 1:11,15; 15:20); e) nel 60 quando Paolo giunge a Roma, non c’è traccia della presenza di Pietro o del suo passaggio; f) a Roma Paolo convoca i Giudei (Atti 28:17-23) e questi indirettamente, dicendo di non conoscere la Chiesa, fanno capire di non aver mai avuto relazione con Pietro che avrebbe avuto il ministero di annunciare il Vangelo ai circoncisi, cioè ai propri connazionali (Galati 2:7); g) «è noto a tutti che l’apostolo Pietro esercitò il suo ministero in Oriente, e specialmente in seno alle colonie giudaiche che nelle regioni orientali si erano stabiliti, essendo a lui stata affidata in modo particolare l’evangelizzazione dei circoncisi (Galati 2:8). Babilonia di Caldea era un centro importantissimo della dispersione giudaica orientale. Giuseppe Flavio attesta che abitavano in quelle regioni miriadi di Giudei, i quali solevano, anche dopo il regno di Caligola, contribuire largamente per il tempio di Gerusalemme».9 Che la Babilonia della lettera di Pietro corrispondesse alla città dell’Oriente sul fiume Eufrate è data dal fatto che in nessun «momento e per nessuna parola del suo contenuto, l’idea di uno scritto mistico. Questa conclusione allegorica sareb- 9 68 Idem, p-23. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa be pure bizzarra, in una lettera riempita di esortazioni e di consigli d’ordine pratico».10 h) Dalla prigionia di Roma Paolo scrive, tra il 61 e il 6311, alle Chiese di Colosse, Filippi e a Filemone, mai menziona Pietro e neppure lo associa ai saluti che invia; i) 62 d.C. (data incerta) liberazione di Paolo dalla prigionia romana;12 l) luglio 64 incendio di Roma, persecuzione di Nerone. Se Pietro era a Roma o vi è stato portato potrebbe essere morto in quell’occasione. F. Falvoni, il sacerdote diventato evangelico, dopo aver riportato lo scritto di Tacito su quanto Nerone fece ai cristiani non menziona Pietro. Scriveva: «Si può quindi concludere che Pietro non fu affatto il fondatore della Chiesa di Roma e che, se vi venne come oggi appare quasi certo, vi giunse solo per subirvi il martirio. È il pensiero del pagano Porfirio (scrive nel III secolo, n.d.t.), un filosofo neoplatonico, che di Pietro dice: “Fu crocifisso dopo aver guidato al pascolo il suo gregge per soli pochi mesi”.13».14 Il sacerdote G. Falvo dopo aver affermato che la Babilonia della lettera di Pietro è «la prima testimonianza letteraria» in questo caso, dello stesso apostolo, che indica che era a Roma e a seguito del riferimento alla lettera del vescovo Clemente romano, all’incirca del 96 d.C., dopo aver citato i modelli dell’A.T. menziona, per la propria generazione, l’esempio di Pietro e Paolo conclude, in contrasto con la cronologia ufficiale della Chiesa sulla morte di Pietro: «Ciò significa che il 10 ANTOMARCHI, Rome face à l’Evangile, 1957, p. 84. ROSA Peter de, Vicari di Cristo, Aemenia, Milano 1989, p. 462, indica la data incerta del 63 d.C. quale presenza di Pietro a Roma. 12 A cura di LEBRUN François, Le grandi Date – Cristianesimo, Paoline, Cinisello Balsamo 1993, p. 18. 13 Frammento 22, tratto dal III libro dell’Apocriticus di Macario Magnete (Texte und Untersuchungen XXXVII/4, Lipsia 1911, p. 56). Cfr HARNACK A., Porphyrius gegen die Christen. 14 F. Salvoni, o.c., p. 210. 11 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 69 I parte – Capitolo IX martirio dei due apostoli è avvenuto a Roma nella persecuzione di Nerone».15 m) Si sa però che da Roma, Paolo tra il 66, 67, scrive la sua secondo lettera al suo discepolo Timoteo. In 2 Timoteo 4:21 menziona Linus, colui che la tradizione nomina come successore di Pietro; n) cinque versi prima Paolo diceva che nessuno l’ha assistito a Roma nella sua prigionia, quindi neppure Pietro che lo conosceva e che già doveva essere, secondo la tradizione, papa nella capitale dell’impero o già martirizzato. o) Nella letteratura post-apostolica i riferimenti a Pietro diventano più numerosi e più precisi nella misura in cui ci si allontana dal I secolo. La discrezione di Clemente,16 di Papias17 o di Ireneo18 contrastano con l’abbondanza dei dettagli che troviamo negli scritti di Girolamo19 († 420) e dello stesso Eusebio; p) «Fino alla seconda metà del II secolo, nessun documento afferma in forma esplicita che Pietro abbia soggiornato a Roma e vi abbia subito il martirio».20 E ancora: «Per quanto riguarda il soggiorno di Pietro a Roma, non è quella nella quale Paolo scrive la sua lettera ai Romani. Non si potrebbe provare che Pietro abbia fondato la Chiesa di Roma; non si potrebbe neppure considerare la cosa come probabile». q) La spiegazione di questa situazione è data dal fiorire degli scritti apocrifici.21 Questi scritti romani raccontano le avventure di Pietro che ha seguito il mago Simone fino a Roma. Sono state 15 FALVO Giovanni, Il Primato della Chiesa di Roma alla luce dei primi quattro secoli, Coletti, 1989, p. 68. 16 1 Corinti 5. 17 citato da Eusebio, II.5. 18 Ireneo, Adv. Haer. III.1.3. 19 Girolamo, De viris Illustr. III.1.5. 20 CULLMANN Oscar, Saint-Pierre – Disciple - Apôtre – Martyr, Delaschaux et Niestlé, Neuchâtel, Paris 1952, p.100. 21 Homelies Clementines e Actes de Pierre. 70 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa prese sul serio da Giustino, Ireneo, Tertulliano, Ippolito.22 A tale proposito lo storico cattolico Monsignor Duchesne scrive: «Tutto questo è classificato nel dominio della leggenda… tutto ciò che si è insegnato su S. Pietro, primo Papa di Roma e i suoi successosi, è stabilito su dei calcoli troppo poco fondati per coinvolgere il suffragio della Storia».23 L’espressioni di Luca con la quale Pietro lascia la casa di Gerusalemme dove i membri si erano riuniti per pregare per lui che era in prigione: «Quindi uscì e se ne andò in un altro luogo» Atti 12:17, cioè a Roma: «Non è con tale espressione che sarebbe designata la Metropoli imperiale, sede fastosa della potenza dei Cesari?... Non cadiamo nel ridicolo». Con queste parole Antomarchi conclude il suo capitolo.24 5. Pietro vescovo a Roma ha trasmesso questo primato ai suoi successori Pur ammettendo che Pietro sia stato vescovo di Roma, troppe sono le ragioni per le quali dobbiamo riconoscere che l’episcopato monarchico si viene a istituire a metà del II secolo. La I Corinti di Clemente Alessandrino conferma per contro una pluralità di autorità episcopali. «L’episcopato unitario appare verso la metà del II secolo nelle cristianità occidentali».25 «L’episcopato monarchico si è sviluppato a Roma più tardi che nelle altre parti».26 Per questi motivi «non è possibile definire … in quale misura il cristianesimo ha coscienza di possedere una autorità superiore, incaricata di dirimere tutte le controversie, di assicurare l’unità della disciplina, di mantenere l’integrità della dottrina tradizionale».27 «Durante i primi secoli tutti i vescovi sono stati apostolicamente e canonicamente uguali tra di loro; tutti erano a stesso titolo successori degli apostoli. I Padri 22 vedere MORENTON, Rome et l’Eglise primitive, pp. 93,97-136. DUCHESNE, Histoire ancienne de l’Eglise, t. II, 1910. 24 Antomarchi o.c., p. 92. 25 Duchesne, o.c., t. I, Albert Fontemoing, Paris 1906, p. 91. 26 Moreton, o.c., p. 167. 27 BARDY G., Théologie de l’Eglise de Saint Clément à Saint Irenée, Paris 1945, p. 122. 23 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 71 I parte – Capitolo IX della Chiesa sono stati unanimi su questo punto»,28 e «Cipriano ha difeso con vigore particolare questa uguaglianza di tutti i vescovi davanti le pretese del papa Stefano»29 e gli scrive: «A mio fratello Stefano, vescovo di Roma… Noi non pretendiamo costringere, né assoggettare nessuno, ogni vescovo è libero di comportarsi come lo ritiene opportuno a proposito del governo della sua chiesa, e deve rendere conto solo a Dio».30 «Si vedono gli imperatori organizzare delle inchieste religiose, assemblee dei Concili, interessarsi das molto vicino ai loro lavori, stabilire il programma, ingerirsi fino nelle redazione delle formule e nella scelta dei vescovi… Non c’era un potere direttivo, una espressione ufficiale dell’unità cristiana. Il papato, come l’Occidente lo ha conosciuto più tardi, era ancora da nascere all’inizio del V secolo. Il posto che non occupava ancora, lo Stato lo occupò senza esitazione. La religione cristiana divenne la religione dell’imperatore, non soltanto nel senso che era professato da lui, ma nel senso che era diretta da lui. Tale non è il diritto, tale non è la teoria, ma tale è il fatto».31 «Fu soltanto a partire dell’anno 455 che l’imperatore Valentiniano III, approvando le rivendicazioni dei vescovi di Roma, Innocenzo I e Leone il Grande, pubblicò un editto che sottometteva al vescovo di Roma tutti quelli dell’impero. Se l’autorità del vescovo di Roma su tutti gli altri era stato dalle origini, di istituzione divina, perché lo vediamo proclamato che nel 607, da Bonifacio III, dopo un lungo dibattito con i vescovi dell’Asia? E perché bisogna arrivare fino al 1049, al concilio di Reims, presieduto da Leone X, perché il vescovo di Roma sia dichiarato “primato apostolico della Chiesa universale?”».32 Il VII Concilio di Cartagine insorge contro chi vuole «costituirsi vescovo dei vescovi e pretendere che i suoi colleghi gli obbediscano 28 29 30 31 32 72 DOLLINGES Ignace, Les origines de la Papauté, p. 14. A. Kuen, o.c., p. 108. Cipriano, lettera 72. (p. 108). Duchesne, o.c., t. II, p. 661. Antomarchi, o.c., p. 71. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa in virtù di un privilegio tirannico».33 «È vero che si citano sovente degli estratti di citazioni di De Unitate Ecclesia in favore della tesi romana, ma è stato riconosciuto, pure da studiosi cattolici (Mgr Battifol) che questi testi sono stati alterati da interpolazioni ulteriori».34 «Per questi primi secoli, è dunque preferibile attenersi alle conclusioni enunciate dagli stessi studiosi cattolici: “Non si trova in questa primitiva epoca, nulla che possa servire di fondamento alle pretese papali” cardinale Newman».35 «Non esiste alcun documento, che data dei primi tre secoli, che implica il diritto di una comunità di scomunicare un’altra Chiesa locale e indipendente».36 6. I vescovi di Roma si siano trasmessi questo primato In seguito questo potere verrà trasmesso, ma siamo molto lontani dal tempo dell’apostolo Pietro. b) Gesù la Pietra «Nell’A.T., a diverse riprese, è parlato della roccia, rifugio e appoggio del popolo d’Israele. Questa roccia non è altra cosa che il Dio d’Israele in persona. “L’Eterno è la mia roccia” è la grande confessione dei Salmi. Ed è il centro del prodigioso cantico di Mosè nel capitolo 32 di Deuteronomio: “Magnificate il nostro Dio! Egli è la roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia… Ha disprezzato la rocca della sua salvezza… La Rocca degli altri popoli non è come la nostra Rocca” vv.3,4,15,31. Poi, in Isaia, la profezia: “Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non vacillerà” 28:16. E ancora: “Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’inciampo, una roccia di scandalo” 8:14. Dunque l’A.T. designa chiaramente 33 34 35 36 A. Kuen, o.c., p. 108. Idem; Vedere Moreton, o.c., p. 173-175. Idem. Dr. ZENOV, cit. Moreton, o.c., p. 167. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 73 I parte – Capitolo IX l’Eterno stesso come fondamenta della vita del popolo d’Israele, precisando tuttavia che questo fondamento è nascosto, cioè perfettamente negletto e disprezzabile all’occhio dell’uomo nella sua incredulità. Questa Roccia è disprezzata, abbiamo letto in Deuteronomio. È una pietra d’inciampo, dice Isaia, profetizzando così gli avvenimenti della settimana santa e aprendo la via alla Parola: “Bisogna che il figlio dell’uomo sia rigettato”… Colui che crede in lei “non sarà confuso”, ma colui che non crede sarà confuso da lei. Tale è l’alternativa davanti alla quale ci pone la roccia del popolo d’Israele. Nel N.T., questa roccia d’Israele non porta più il nome misterioso di Yaveh, ma quello di Gesù: “Filippo trovò Natanaele e gli disse: ‘Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge (nel suo canto) e i profeti (Isaia): Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe’.” Giovanni 1:45.Pietro dirà: “Accostandovi a lui, pietra vivente,… voi, come pietre viventi… formate una casa spirituale” 1 Pietro 2:4,5. E Paolo l’affermerà senza dubbio: “Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” 1 Corinzi 3:11. Così Yaveh la rocca d’Israele non è altro che Gesù Cristo, il fondamento della Chiesa».37 Del resto Pietro, come qualsiasi altra persona, per la sua natura non poteva dare stabilità all’edificio (Giovanni 18:15-27; Galati 2:11-14). Corrisponde anche all’insegnamento di diversi autori dei primi secoli identificare la pietra che Gesù menziona con se stesso. c) la confessione di Pietro «Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio» 1 Giovanni 4:15. «Perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato» Romani 10:9. È il tema centrale della predicazione apostolica (Atti 9:23) e «i Padri 37 PURY Roland de, La Maison de Dieu, in Cahiers Théologiques de l’actualité protestante, n. 14, Delachaux & Niestlé S.A., Neuchâtel, Paris 1946, pp. 7,8. 74 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa della Chiesa avevano una preferenza per questa spiegazione. Quando la Chiesa romana afferma che i Padri della Chiesa erano unanimi nel dire che “questa pietra” di Matteo 16 era l’apostolo Pietro, forza un po’ i fatti perché su 61 dei principali Padri 17 solamente difendono questo opinione, 44 per contro – tra cui: Giustino, Agostino, Atanasio, Gerolamo, Girillo di Gerusalemme, Origene, il papa Gregorio il Grande, ecc. – affermano che la pietra di fondamento della Chiesa era la confessione che Pietro aveva fatto, che Gesù era il Cristo, il figlio del Dio vivente».38 Pietro nell’edificio della Chiesa può essere considerato il primo a porsi con la sua stessa confessione. Ciò però non corrisponde a nessun primato di autorità, ma semplicemente di una priorità in ordine di tempo. Essendo la prima pietra che si è stabilita sulla roccia di fondamenta, è stato il primo a aprire le porte della Chiesa agli ebrei alla Pentecoste (Atti 2) e ai gentili, in casa di Cornelio (Atti 10). La Scrittura fondamento della fede nei primi secoli della Chiesa d’Oriente e d’Occidente A. Kuen riporta39: Ireneo (125-202): «Noi abbiamo conosciuto l’economia della nostra salvezza da coloro che ci hanno portato il Vangelo che l’hanno prima predicato, poi, mediante la volontà di Dio, ce lo hanno trasmesso nelle Scritture».40 Atanasio (298-373): «Le sante Scritture e divinamente ispirate sono più che sufficienti per fare conoscere la verità».41 «Ciò che è scritto credilo, ciò che non è scritto, non cercarlo».42 Cirillo di Gerusalemme (315-386): «Quando si tratta dei divini e santi misteri della fede, non bisogna nulla avanzare senza l’autorità delle Scritture divine… Non bisogna neppure credermi sulla parole 38 A. Kuen, o.c., p. 112. Per un’ampia documentazione vedere SALVONI Fausto, Da Pietro al Papato, Lanterna, Genova….. 39 A. Kuen, o.c., pp. 33-35, per i Riformatori pp. 22-24. 40 Ireneo, Advers, Haer III,1. 41 Atanasio, Orat. Contra gent., in Coll. Sources chretiennes, ed. Cerf, Paris 1946, p. 107. 42 MIGNE, Homil. De Trin. 29, t. XXVIII, pp. 1603-1609. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 75 I parte – Capitolo IX di ciò che vi dico, senza aver visto i miei insegnamenti dimostrati dalle Scritture divine. Poiché la sicurezza della nostra fede dipende, non dall’artefice del linguaggio, ma dalla testimonianza delle Scritture divine».43 Sembra di sentire qui un’eco di quanto facevano i giudei di Tessalonica quando dopo aver ascoltato l’insegnamento del predicatore Paolo andavano a controllare le Scritture (Atti 17:11). Crisostomo (347-407) insegnava: «Coloro che vogliono conoscere quello che è la vera Chiesa lo possono fare con le sacre Scritture».44 Agostino (354-430) oppone l’autorità infallibile della Scrittura a quella fallibile del ragionamento umano, dei vescovi e dei concili. «Se c’è un punto sul quale la Tradizione dei Padri è d’accordo, è il riconoscere l’autorità suprema della santa Scrittura».45 La Scrittura fondamento della Riforma L’azione primaria della Riforma fu quella di avere rimesso la Scrittura al centro della Chiesa e di fare in modo che i fedeli la potessero avere. Lutero artefice di questo pensiero e di questo dono al popolo germanico diceva: «Tutti gli articoli di fede sono sufficientemente stabiliti nella santa Scrittura al fine che non se ne stabilisca un altro di aggiunta».46 «Non si può costringere nessuno a credere a qualcosa se non lo si fa mediante la sacra Scrittura che è propriamente di diritto divino».47 «La Parola di Dio è incomparabilmente al di sopra della Chiesa».48 «Solo il cristianesimo primitivo esprime la vera 43 MIGNE, Homil 13 in 2 Cor, t. LXI, pp. 490-496. Crisostomo, Homélie sur Mt 24. 45 A. Kuen, o.c., p. 35. 46 LUTERO Martin, Articles contre l’Ecole de Satana, Ed. Weimar Ausgabe, (W.A.) 30,II, 424. 47 Disputat. Acta (con il dr. Eck), 5 luglio 1519. 48 LUTERO Martin, De la Captivité babylonienne de l’Eglise, 1520, W.A., 6, 560,33 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 44 76 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa Chiesa».49 «La Vera Chiesa deve essere quella che si attiene alla Parola di Dio…».50 Per Calvino: «La Parola di Dio dimora la regola alla quale sono assoggettate non solamente gli uomini, ma anche gli angeli».51 «Ogni accordo che si fa al di fuori della Parola di Dio è una espressione di infedeltà».52 La Confessione di fede della Chiesa Riformata Francese recita: «Crediamo che la Parola che è contenuta in questi libri ha Dio per origine, e che essa detiene la sua autorità da Dio solo e non dagli uomini. Questa parola è la regola di ogni verità e contiene tutto ciò che è necessario al servizio di Dio e alla nostra salvezza; non è quindi permesso agli uomini, neppure agli angeli, di nulla aggiungervi, togliervi o cambiare. Ne consegue che né l’antichità, né i giudizi, né le leggi, né i decreti, né i concili, né le visioni, né i miracoli non possono essere contrapposti a questa Scrittura santa, ma al contrario, ogni cosa deve essere esaminata, regolata e riformata secondo lei».53 Nell’articolo VII della Confessione di Fede dei Paesi Bassi si legge: «Noi rigettiamo con tutto il nostro cuore tutto ciò che non si accorda a questa regola infallibile». Il N.T. fondamento per l’organizzazione della Chiesa La Scrittura, quale punto di riferimento, permette alla Chiesa di poter avere una dottrina, un insegnamento corrispondente alla verità di Dio. L’apostolo Paolo scrivendo ai corinti diceva: «Vi raccomando, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, 49 Vom Papsttum zu Roma, 1520. cit da LORTZ J., Die Reformation in Deutschland, in Herder Verlag, Freiburg, 4^ ed., p. 394; cit. A. Kuen, o.c., p. 23. 51 CALVIN Jean, Ecrit sur les Conciles; cit. A. Kuen, o.c., p. 24. 52 NICOLÉ J.M., Calvin, homme de la Bible, in Revue de Théologie et d’Action évangelique, ottobre 1943, pp. 310-327. 53 Confession de Foi des Eglises Réformées de France, 1559, art. V; cit. A. Kuen, o.c., p. 24. 50 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 77 I parte – Capitolo IX purché lo riteniate quale ve l’ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano» 1 Corinti 15:1,2. L’insegnamento apostolico è da considerarsi una salvaguardia nei confronti di altri insegnamenti e insegnati perché «anche se noi (apostoli) o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema» Galati 1:8. Il pericolo che la Chiesa ha sempre corso e ha anche subito dei danni incalcolabili è stato quello di aver avuto degli uomini, anche con la responsabilità di anziani, vescovi, sorveglianti che sono stati «dei lupi rapaci che non hanno risparmiato il gregge;… che hanno insegnato cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli» Atti 20:29,30. La Scrittura presenta anche i principi organizzativi dell’ekklesia affinché al suo interno non ci siano azioni prevaricatrici e la dignità di ogni credente sia rispettata. Il Signore ha dato anche dei doni affinché questi possano essere messi al servizio della comunità per il bene di tutti, sia per quanto riguarda l’insegnamento al suo interno, l’aiuto che può essere dato, sia nella sua testimonianza all’esterno. Affinché l’ekklesia possa agire armoniosamente è paragonata a un corpo con la ricchezza delle sue membra. In considerazione del fatto che Mosè abbia fatto costruire la tenda di convegno, che esprimeva la presenza dell’Eterno in mezzo al popolo, «secondo il modello che gli è stato mostrato sul monte» Esodo 25:9,40; 26:30; 27:8; Ebrei 8:5, si è ritenuto doveroso erigere la struttura organizzativa della Chiesa secondo quanto riporta il N.T. Quanto si è pensato di realizzare poteva essere corretto se la lettura che veniva fatta metteva in risalto i principi del testo biblico e non una fossilizzazione della Chiesa a una esperienza parziale, incompleta della sua storia. Con gli apostoli la Chiesa ha iniziato a essere edificata da Gesù, quale costruttore, ma non ha completato in quel tempo il suo progetto che comunque ha risposto alle necessità del primo secolo. Il divenire della Chiesa è ancora in essere. Il modello apostolico crediamo serva di guida e di ispirazione, ma non per fissarlo come schema definitivo. 78 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Il fondamento della Chiesa L’organizzazione della Chiesa apostolica rispondeva ai bisogni del momento. Nella sua crescita locale e nel suo espandersi la Chiesa ha incontrato altre necessità alle quali il libro degli Atti ci dice come ha risposto ai bisogni del momento. Se possiamo pensare che la Chiesa apostolica si è costituita secondo il piano di Dio, dobbiamo anche riconoscere che l’opera da svolgere è ancora in divenire e la rivelazione ci offre delle linee guida per rispondere alle necessità che si presentano e non degli schemi entro i quali doversi muovere. La Chiesa di oggi è ancora secondo il piano di Dio? Sì, se da questo abbozzo di modello si traggono i principi per riconoscere che i ministri della parola di una località siano tali anche in un’altra, se i membri di una chiesa siano accolti come fratelli da un’altra consorella lontana, che all’interno della Chiesa ci sia il servizio dei diaconi e la sorveglianza degli anziani nominati dalla comunità;54 che la Chiesa locale abbia i propri rappresentanti quando ci sia una assemblea che unisca le Chiese di una regione per affrontare argomenti di fede e di comportamento. È ancora nello spirito della Chiesa apostolica se le Chiese si organizzano tra di loro a livello di regione, nazione, continente e mondiale. È ancora secondo la visione del N.T. se nell’interesse della Chiesa si organizzano programmi, attività che un tempo non erano pensati e neppure immaginati, ma che oggi possono avere una funzione per la crescita e anche per la propria missione. È anche secondo il modello apostolico se nel lodare comunitariamente il Signore si usano strumenti musicali e tecniche di canto che ieri non c’erano. 54 Atti 14:23 Luca riporta che si erano «“ordinati per voti comuni degli anziani”. L’espressione greca cheirotonésantes vuol dire “do il mio voto distendendo o alzando la mano”. Non si tratta di una ordinazione nel senso ecclesiastico (cioè a seguito delle imposizioni delle mani da parte di chi è in autorità, per esprimere una consacrazione n.d.t.); ma di una elezione, fatta per sufragio popolare». LUZZI Giovanni, Atti degli apostoli, Claudiana, Firenze 1899, Torino 1988, p.183. Che la nomina dei vescovi è fatta dalla comunità, abbiamo la conferma, quando per la secondo volta si ritrova nel N.T. la stessa espressione greca in 2 Corinzi 8:19 dove leggiamo che Tito «è stato scelto – letter. votato – dalle chiese come nostro compagno di viaggio». La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 79 I parte – Capitolo IX La cristianità ha espresso anche nel suo divenire, pur pensando alla Chiesa apostolica, delle forme amministrative che se si sono credute valide in un tempo anche se non lo sono state nel principio. Il modello episcopale ha espresso tre tipi di ministero: diaconale, sacerdotale e vescovile. Il sistema papale ha stabilito un governo ecclesiastico centralizzato nella carica suprema del papa, eletto solo da cardinali e vescovi. Sotto la sua direzione la chiesa è governata dai cardinali, arcivescovi, vescovi, sacerdoti. Il fedele non ha alcuna autorità, ne voce, nell’amministrazione della chiesa se non fa parte del consiglio di Chiesa quando è costituito. La forma congregazionalista o indipendente fa della comunità locale anche l’autorità suprema. È il sistema più diffuso che ha parcellizzato la Chiesa in troppi Paesi facendo di ogni congregazione un’isola se stante e sovente gestite da personalità che s’impongono sull’assemblea. La struttura rappresentativa riconosce la chiesa locale appartenente all’insieme delle chiese. L’autorità della Chiesa appartiene all’insieme dei membri, con la responsabilità esecutiva delegata a organismi rappresentativi e ad amministratori per la gestione della Chiesa. 80 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo X FIGURE E PARABOLE SULLA CHIESA Diverse sono le immagini, le parabole che il N.T. utilizza per simboleggiare la Chiesa. È la continuazione dell’insegnamento dell’A.T. con il quale i profeti hanno presentato il rapporto tra l’Eterno e il popolo e la sua fedeltà a Dio. Possiamo elencare un brevissimo elenco: il gregge, la vigna, il corpo, l’edificio, la sposa. Gregge È la collettività raggruppata attorno al pastore. Davide cantava che l’Eterno era il suo pastore (Salmo 23), esprimeva l’attenzione e le cure che il Signore aveva nei confronti di coloro che riconoscevano Dio quale Signore della propria vita. Il profeta Isaia presenta il popolo allo sbando, come tante pecore, ognuna delle quali «seguiva la sua propria via» Isaia 53:6. Il profeta Ezechiele ha un lungo brano con il quale riporta l’opera dell’Eterno: «Così dice il Signore: “Eccomi! Io stesso mi prenderò cura di loro. Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse. Così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; le farò uscire dai popoli, le radunerò sul loro suolo; le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti i luoghi abitati del paese…» 34:11 e seg. Per concludere con le parole: «Il mio servo Davide1 sarà re sopra di loro ed essi avranno tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi, le metteranno in pratica… Io farò con loro un patto di pace: sarà un patto perenne con loro; li stabilirò fermamente, li moltiplicherò, e metterò il mio santuario in mezzo a loro per sempre; la mia dimora sarà presso di loro: io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo» 37:24-27. 1 Il nome Davide, che rievocava il re d’Israele di qualche secolo prima, è il simbolo del futuro e vero condottiero del popolo messianico di Dio. I parte – Capitolo X Ezechiele annuncerà anche che la spada che si leverà contro il pastore dell’Eterno, l’uomo che gli è compagno. Colpisce il pastore e le pecore saranno disperse! (13:7). Gesù si presenta come il «buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore», quale «buon pastore conosce le sue pecore», «depone la sua vita per le pecore», e dice che ci sono «altre pecore che non sono di questo ovile, anche quelle devo raccogliere, ascolteranno la mia voce e vi sarà un solo gregge, un solo pastore» Giovanni 10:11,14,17,16. A causa delle morte violenta subita, la lettera agli Ebrei riporta: «Ora il Dio della pace… ha fatto risalire dai morte il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù» Ebrei 13:20. L’apostolo Pietro scriveva, riprendendo l’immagine di Isaia: «Eravate erranti come pecore, ma ora siete ritornati al pastore e guardiano delle vostre anime» 1 Pietro 2:25 e guardando al futuro: «Quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce» 5:4. In tutti i tempi i pastori hanno tratto vantaggi dai loro greggi, il buon pastore vive per le sue pecore e per il loro bene. Vigna «La vigna del vin vermiglio!» Isaia 27:2 indicare in Isaia la «casa d’Israele» 5:7, della quale il Signore era anche guardiano (27:3). L’aveva lavorata e tutto aveva fatto affinché producesse del buon frutto e in abbondanza, ma i risultati furono quelli inattesi (5:17). L’immagine della vigna era già stata utilizzata nel Samo 80:9,14, dai profeti Osea (10), Gioele (1:7), verrà poi ripresa da Geremia (2:21; 10:12) e da Ezechiele (15:2). Gesù, nelle sue parabole, manda in questa vigna, sin dal mattino e nelle diverse ore della giornata diversi operai ai quali alla fine della giornata, darà uno stesso salario (Matteo 20:1-16). Prenderà ancora la parabola della vigna per descrive i malvagi vignaioli che sopprimeranno il figlio del padrone nel tentativo di diventarne proprietari, e a causa della loro ribellione si sfracelleranno contro la pietra che hanno rigettata perché considerata inutile, non di valore (Matteo 21:33-45). 82 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa Il Signore utilizzerà questa illustrazione nell’ultima sera, prima dell’arresto, per presentare la dipendenza che i suoi discepoli avrebbero dovuto avere da lui, «la vera vite», suo padre il «vignaiolo» che la lavora e «ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più». Ai suoi discepoli rivolge l’invito: «Dimorate in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla» Giovanni 15:1-5. Il rapporto della vite e dei tralci, l’immagine della vite è il testamento spirituale di Gesù. Corpo «L’immagine della Chiesa che è più frequente e più sviluppata nel N.T. è senza dubbio quella del corpo, a tal punto che si designa sovente la Chiesa con l’espressione corpo di Cristo».2 È un insegnamento di Paolo, che troviamo in diverse sue lettere, nel quale si rifà anche alle parole che Gesù ha pronunciate nell’ultima Cena. - Sono battezzati in un solo corpo 1 Corinzi 12:13; - formano un solo corpo 1 Corinzi 10:17; - sono un solo corpo in Cristo Romani 12:5; - sono i membri gli uni degli altri Romani 12:5; Efesi 4:25; - sono chiamati a formare un solo corpo Colossesi 3:15; - sono membri di uno stesso corpo con i giudei Efesi 2:16; 3:6; - Cristo è la testa del corpo Colossesi 1:18; Efesi 1:22,23; 5:22,23; Colossesi 2:19; Efesi 4:15,16. Il corpo è la parabola che esprime l’unità nella diversità. La diversità dovrebbe dare al credente il senso della propria identità, della propria funzione senza invidia né complesso. Il corpo esprime l’unità di relazione di ogni organo e membra. Il buono stato del sistema nervoso e dell’apparato circolatorio è una 2 KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 90. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 83 I parte – Capitolo X condizione principale per il benessere. Un membro che non è regolarmente irrigato si cancrenizza, un organo che è tagliato dal centro dei nervi si paralizza. L’idea del corpo esprime anche l’unità organizzata. Nel corpo i diversi membri sono comandati da un solo organo: il cervello. Il corpo è una unità in crescita. In un corpo normale tutti i membri crescono assieme. Ognuno dà un contributo alla crescita di tutti come alla propria. Se un membro o un organo cessa di crescere o di funzionare, il corpo resta infermo, sproporzionato o malato e altri membri sono obbligati a supplire alle sue carenze. Il corpo è il simbolo dell’unità di vita. Crediamo però che Paolo con la figura del corpo voglia andare oltre. La Cena del Signore «il pane che noi rompiamo non è forse la comunione con il corpo di Cristo? Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti all’unico pane» 1 Corinzi 10:16,17. Nel pane i diversi chicchi spariscono, trasformati in farina, si amalgamo tra di loro mediante l’acqua, l’olio e il calore della cottura senza il lievito della corruzione. Come alla Pentecoste si presentavano le primizie all’Eterno (Levitico 23:17), così la Chiesa sorge a Pentecoste dalle primizie della predicazione del Vangelo da parte di Pietro. Le primizie della terra e della predicazione sono il risultato della mano creatrice di Dio, l’espressione della sua volontà, e dopo aver creato l’uomo a sua immagine, a causa del peccato e mediante la Chiesa, realizzare in noi l’assomiglianza perfetta a immagine di suo Figlio.3 Le dichiarazioni di Paolo ci propongono una illustrazione più coinvolgente, potente: «Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua» 1 Corinzi 12:27; 6:15. «Siamo membra del suo corpo» Efeso 5:30. L’apostolo scrive: «Sono lieto di soffrire per voi, e le tribolazioni che Cristo ha ancora da soffrire, io le completo 3 84 Vedere, idem, p. 98. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa» Colossesi 1:24. Gesù è il «capo supremo della chiesa, che è il corpo di lui» Efesi1:22,23. Che verità teologiche si vogliono esprimere con queste parole, immagini, parabole? «Il re senza i suoi sudditi è impotente e non può realizzare nessun programma; senza pecore non si può parlare del gregge; senza tralci il ceppo non può portare del frutto; senza membra valide la testa non può fare nulla».4 Edificio «Voi siete l’edificio di Dio» 1 Corinzi 3:9. «Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito» Efesi 2:20-22. «La casa di Dio, è la Chiesa dell’Iddio vivente» 1 Timoteo 3:15; cfr 1 Pietro 4:17. «Voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo…» 1 Pietro 2:5. Questo “edificio” la cui espressione la troviamo solo nel N.T. non è altro che il Tempio di Gerusalemme, la dimora di Dio. Il «santuario» è il luogo che esprime l’abitare di Dio «in mezzo» al suo popolo (Esodo 25:8), pur insufficiente per ospitare, detenere l’Eterno (2 Cronache 6:18) è la «casa di Dio» 1 Cronache 22:1; Salmo 42:4; 52:8; 55:14; Matteo 12:4, «del Padre» Luca 2:49; Giovanni 2:16, «del Signore (Eterno)» 2 Cronache 23:14; 29:3; Salmo 23:6; 27:4; Aggeo 1:2; Zaccaria 11:13, è il luogo «di preghiera» Marco 11:7. Per questo motivo i credenti, sia come realtà individuale, personale, ma anche collettiva, sono il «tempio dello Spirito santo» (1 Corinti 3:16; 2 Corinzi 6:16). La Chiesa non è una cava dalla quale si traggono le pietre, non è neppure un deposito di pietre, è la realizzazione del progetto nel 4 Idem, p. 100. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 85 I parte – Capitolo X quale le pietre sono messe assieme. Il credente è un «collaboratore», un operaio nella costruzione (1 Corinzi 3:9) e compie quest’opera perché in lui ha preso dimora il Signore e lui è nel Signore. Sposa La “donna” nel testo sacro, nel linguaggio figurato è il simbolo costante del popolo di Dio. Si trova questa rappresentazione dalla Genesi all’Apocalisse. La relazione tra il popolo e Dio è espressa con il linguaggio sentimentale. Nel Pentateuco l’infedeltà d’Israele nei confronti dell’Eterno, perché segue gli altri dèi, è chiamata fornicazione (Esodo 34:15; Levitico 17:7; 20:5,6; Deuteronomio 31:16) e Dio viene presentato con sentimenti di gelosia (Esodo 20:4). Nei profeti questo linguaggio è utilizzato con frequenza. Le diverse relazioni dell’Eterno con il suo popolo sono descritte con l’immagine del fidanzamento, del matrimonio, dell’adulterio, del divorzio e della vedovanza (Isaia 50:1; 54:1,5; 62:4,5; Geremia 2:2, 20,23-25; 3:1; Ezechiele 16 e 23). Il profeta Osea innamorato di una donna non fedele la sposa e la sua esperienza di vita coniugale è a figura dell’amore e delle sollecitudini di Yhwh nei confronti del suo popolo che infedele si prostituisce alle altre divinità. Come la moglie del profeta si ravvede agli stessi suoi figli viene cambiato nome per esprimere le benedizioni dell’Eterno. Nel N.T. si ha lo stesso linguaggio: Giovanni Battista indica in Gesù lo sposo (Giovanni 3:29) e Gesù si attribuisce lo stesso titolo (Matteo 9:15). Paolo fidanza i credenti a Cristo (2 Corinzi 11:2; Efesi 5:23-32). Il pastore A. Reymond giustamente faceva notare: «Nel linguaggio della profezia i credenti, considerati come individui, sono chiamati figli e figlie di Sion; il N.T. li chiama figli di Dio; e se si tratta dell’insieme di questi, si usa l’espressione: la donna o la 86 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa posterità della donna».5 Questo linguaggio ha la sua origine nell’Eden, a seguito del peccato (Genesi 3:15).6 Giovanni in Apocalisse 12 illustra la storia della Chiesa attraverso i secoli sino alla fase finale, raffigurandola con una donna nel pieno del suo splendore quale espressione della grazia di Dio.7 Questa donna non rappresenta Maria, la mamma di Gesù. La Bibbia di Gerusalemme, dopo aver detto: «La donna rappresenta il popolo santo dei tempi messianici, quindi la Chiesa in lotta», aggiunge: «Forse Giovanni pensa anche a Maria nuova Eva, la figlia di Sion che ha dato vita al Messia». La stessa Bibbia, versione francese, precisa: «Questo sembra dubbioso». Del resto «i teologi che oggi si occupano della Vergine Maria hanno qualche volta tentato di dire più di quanto sia scritto e sollecitato in favore di questa spiegazione dei testi della Sacra Scrittura... Una volta per tutte, bisognerebbe riconoscere... che la sola esegesi incontestabile è quella che vi tratteggia la Chiesa» così sostiene il cattolico André 5 REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. I, Lausanne 1904, p. 258. Genesi 3:15. Il Targum di Gerusalemme riconosceva che la tradizione giudaica vedeva nel figlio della donna, descritto nella Genesi, la grande figura del liberatore (vedere abate FABRE d’ENVIEU Jules, Le livre du prophète Daniel, t. Il, Paris 1891, p. 1200). Nei punti di fede tracciati dal celebre rabbino Maimonide, la venuta del Messia era essenziale per la futura redenzione (Yad-hazaqan, Trattato Melachim cap. Xll; cit. idem, p. 1201). Il rabbino Wogue, professore al seminario israelitico di Parigi, nell’articolo XII del suo trattato scriveva: «Al tempo fissato da Dio, che lui solo può prevedere, sorgerà il Messia, oggetto della nostra speranza». A commento di questo articolo di fede scriveva: «La credenza messianica è vecchia come il giudaismo stesso, poiché essa risale a Mosè (Levitico 26:44,45; Deuteronomio 30:1-10; cfr Numeri 24:17) e forse alle prime pagine del Pentateuco (Genesi 3:15; 49:10-12)... Daniele annuncia questa grande èra con la precisione delle cifre ma queste cifre sono un enigma. Il Salmista (Salmo 126 ecc.) saluta con allegrezza la misteriosa epoca della liberazione, e Isaia (capitolo 10 e seg., cfr. capitolo 11 e 26 ecc.) vede di volta in volta in questo eletto della Provvidenza l’uomo dei dolori e l’uomo del trionfo, il martire dei popoli e il dominatore dell’avvenire» WOGUE, Le Guide du croyant israélite, n. 78, Metz 1857, pp. 105,106. 7 Per una ampia esposizione di questo capitolo dell’Apocalisse nei suoi particolari, rinviamo il lettore al nostro lavoro: Quando la profezia diventa storia. 6 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 87 I parte – Capitolo X Feuillet,8 o come dice Alfred Läpple: «Quand’anche a causa della nascita del Messia, si sia potuto dapprima pensare a Maria, Madre di Gesù, la presente frase “la donna fugge nel deserto” - allo stato attuale dell’ermeneutica - non permette più una interpretazione mariologica»9 tanto è vero che nei documenti editi dal Concilio Vaticano II, i testi mariologici, in particolare il capitolo VIII del De Ecclesia, non si riferiscono all’Apocalisse. Del resto l’abate A. Crampon scriveva: «Così i Padri e gli interpreti cattolici sono quasi unanimi nel riconoscere in questa donna un simbolo della Chiesa».10 «Già nel 1957 uno studioso italiano11 esaminando 89 commentatori post-tridentini dell’Apocalisse, tutti cattolici, ne trovò soltanto due che identificavano direttamente la donna con Maria».12 Il capitolo 12 dell’Apocalisse è un vero gioiello profetico e ha impressionato in tutti i tempi le menti indagatrici della Parola di Dio per sapere in quale momento della storia si trovavano, in rapporto alla realizzazione del Regno di Dio. Questo capitolo di Giovanni è la storia della Chiesa, sposa mistica di Dio, madre e progenie di Gesù Cristo e dei fedeli, vista e rivelata in anticipo in quattro quadri successivi. Più risaliamo nel tempo più troviamo un accordo unanime tra i commentatori d’Occidente e d’Oriente nel vedere in questa donna il 8 FEUILLET André, L’Apocalypse - état de la question, Paris 1963, p. 96. LÄPPLE Alfred, L’Apocalisse, ed. Paoline, 1962, p. 151. Il soggiorno prolungato nel deserto è fra l’altro in opposizione col dogma dell’assunzione corporale della vergine. «La donna che fugge nel deserto. È facile scorgere sotto questa immagine l’allegoria della Chiesa militante in mezzo alle persecuzioni che Satana le ha suscitato contro» Manuel Biblique ad uso dei seminaristi ad opera di VIGOUROUX, BACUZ e BRASSAC, vol. IV, L’Apocalypse, p. 741. 10 CRAMPON Auguste-Joseph-Théodore, La Sainte Bible, t. VII, l’Apocalypse, rivista dal gesuita PIFFARD P.A., Paris 1904, p. 471. 11 TRABUCCO A., La donna ravvolta nel sole - Apocalisse 12 - nell’esegesi cattolica post-tridentina, Roma 1957. 12 CORSANI Bruno, L’Apocalisse, guida alla lettura, ed. Claudiana, Torino 1987, p. 108. 9 88 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa popolo di Dio, la Chiesa dei santi, la sposa di Gesù Cristo, pura e senza macchia, come per esempio insegnava Metodio e tanti altri. Vittorino di Pattau, tra i primi interpreti latini dell’Apocalisse, scriveva a tale proposito: «È l’antica Chiesa dei padri e dei profeti, dei santi e degli apostoli... è la Chiesa che comprende tutta l’economia della salvezza, economia unica, che comincia dai patriarchi e termina con la Parusia».13 «Questa donna quindi non rappresenta né Israele senza la Chiesa, né la Chiesa senza Israele, ma l’assemblea dei credenti tanto della nuova quanto dell’antica alleanza, che ha vinto il paganesimo e che è il divino candelabro del mondo»14 la luce dell’umanità. Il segno «grande» che Giovanni vede nel cielo è tale perché la Chiesa militante, che descrive, è di già circonfusa della gloria e perfezione futura. Lo vede «nel cielo» quale luogo spirituale dei figli di Dio, è il luogo da dove discendono le benedizioni divine; è il luogo della vita spirituale, la residenza dei figli di Dio (Efesi 2:6; Filippesi 3:20; Colossesi 3:1-3) e non un luogo geografico. La Chiesa militante è di già in cielo nella sua prospettiva finale. La donna è presenta nello splendore del sole della giustizia (Malachia 4:2), nel pieno della rivelazione, ha la luna sotto i piedi, cioè la rivelazione dell’A.T. che con le sue ombre, figure, insegnamenti rifletteva la luce piena che l’avrebbe illuminata. Era incoronata con dodici stelle simbolo del patto eterno che Dio ha fatto con il suo popolo. Al gran segno nel cielo raffigurante il popolo di Dio, si contrappone un altro segno: quello del dragone rosso, la potenza dell’avversario, «il serpente antico che è chiamato diavolo e Satana il seduttore di tutto il mondo» di cui è «principe», «omicida fin dal principio», «dio di questo secolo» Apocalisse 12 9; Giovanni 12:31; 14:30; 16:11; 8:44; Luca 4:6,7; 2 Corinzi 4:4. 13 Vittorino di Pattau, citato da BONSIRVEN Giuseppe, L’Apocalisse di S. Giovanni, Roma 1958, p. 204. 14 K. Auberlen o.c., p. 241. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 89 I parte – Capitolo X Nella Donna vediamo lo strumento di Dio che è la Chiesa, il sale della terra, nel Dragone abbiamo lo strumento dell’Avversario che è il potere sia religioso sia politico nella sua opposizione a Dio. Siamo confrontati con il conflitto millenario fra Dio, che agisce tramite la sua Chiesa, e Satana, che agisce tramite il potere non rigenerato. È lo sviluppo del conflitto primitivo dell’Eden tra la donna e il serpente, presentato nella sua maturità. La donna, nella Genesi, era innocente e ignara delle insidie del tentatore, anche se era stata avvertita, qui non è più un personaggio ingenuo, ma è diventata consapevole alla scuola dell’amore di Dio, non cammina più tra gli alberi e i fiori, ma fra gli astri del cielo. In lei s’incarna la causa della verità e della giustizia, riflette la gloria di Dio, è circondata da luce e da esperienza, garante della sua vittoria nella lotta finale. Analogamente, al posto del serpente viene presentato un drago e ciò significa che Satana pure ha esteso i suoi poteri a quasi tutta la terra e si presenta nella sua perfezione malefica. Questo drago rappresenta il paganesimo ostile al popolo di Dio. È rosso. Lo scrittore protestante scozzese A. Hislop scriveva: «La parola tradotta con rosso significa propriamente colore di fuoco.15 Dragone rosso significa dunque dragone di fuoco o serpente di fuoco. Esattamente lo stesso che, nella prima forma di idolatria, sotto il patronato di Nimrod,16 apparve nell’antichità. Il serpente di fuoco nella pianura di Scinear sembra essere stato il grande oggetto di culto... L’apostasia iniziò presso i figli di Noè col culto del fuoco, e ciò, sotto il simbolo di un serpente... Tutta l’antichità indica Nimrod 15 Vedere la traduzione interconfessionale in lingua corrente, La Parola del Signore - il Nuovo Testamento, ed. LDC-ABU. 16 Nimrod, nipote di Noè, discendente di Cam (Genesi 10:8,10-12; 1 Cronache 1:10), primo sovrano potente sulla terra. Il suo dominio si stabilì nella pianura di Scinear (Babilonia) Babel, Erec, Accad... poi conquistò il paese di Assur e vi costruì Ninive e altre città. È all’origine della civiltà assiro-babilonese. Secondo Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche I,4, quando Dio diede ordine ai figli di Noè di disperdersi sulla terra, Nimrod fu il promotore della costruzione della torre di Babel per mettersi al riparo da un nuovo diluvio e acquistare fama e potenza. Vedere Dictionnaire Encyclopédique de la Bible, A. WESTPHAL, t. II, p. 213. 90 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa come colui che iniziò il culto del fuoco... Il sole, grande sorgente di luce e di calore, era adorato sotto il nome di Baal... Come il sole nel cielo era il grande oggetto di culto, così il fuoco veniva adorato quale suo rappresentante sulla terra... Così come per il sole, il grande dio del fuoco, il serpente ebbe anche il suo culto e si identificò con lui... In Egitto uno dei simboli più comuni del sole o del dio sole è un disco circondato dal serpente».17 Dai segni geroglifici egiziani si nota che, dai tempi più antichi, il potere sovrano presso i pagani era rappresentato dal doppio segno del sole e del dragone, e spesso, nei geroglifici, il segno del sole che raffigurava il faraone era attraversato dal segno del dragone.18 «Come il sole era il grande luminare del mondo fisico, così il serpente era considerato come il grande luminare del mondo spirituale, che dava all’umanità la conoscenza del bene e del male».19 Il serpente, che si presenta come un dragone nella sua perfezione, cioè con sette teste, rappresenta una mistificazione della potenza di Dio. Infatti nell’antichità gli si attribuiva qualcosa della natura divina: «Sembra il più spirituale di tutti i rettili: è della natura del fuoco; poiché ostenta una agilità incredibile, e si muove per il semplice effetto della sua volontà senza il soccorso delle mani e dei piedi. Inoltre vive molto tempo e ha la virtù di rinnovare la sua giovinezza».20 Per questa sua ultima caratteristica il serpente era simbolo dell’immortalità. Il dragone nell’Apocalisse riassume in sé i culti al sole e al fuoco divoratore, a lui venivano «sacrificate vittime umane, e principalmente bambini, ... quale padre di tutti gli dèi babilonesi».21 Era la divinità adorata dai Druidi in Gran Bretagna ed era chiamato altrove Baal, o Moloc. 17 HISLOP Alexander, Les Deux Babylones, 1a ed. francese, 1886, Paris 1972, pp. 342,343,344. 18 L. Gaussen, o.c., t. III, p. 408, nota d. 19 A. Hislop, o.c., pp. 343,344. 20 Idem, p. 345. 21 Idem, p. 351. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 91 I parte – Capitolo X La vera sede di questa forma di culto era a Babilonia, ma dopo la morte di Beltsatsar e l’espulsione da questa città del clero caldeo a opera dei Medo Persiani, si spostò a Pergamo, che per diversi secoli fu considerata «il trono di Satana» Apocalisse2:13 e il culto a Esculapio, nella forma del serpente, ebbe degli eccessi incredibili. Più tardi, da Pergamo la sede si spostò a Roma, nuovo «trono» di Satana (Apocalisse 13:2). L’espressione dragone la troviamo solamente nell’Apocalisse, nella versione greca dei LXX traduce il termine ebraico tannim, plurale di tan. In alcuni passi questo termine si attribuisce a «Faraone re d’Egitto, gran coccodrillo...» Ezechiele 29:3; 32:2; Salmo 74:14. La parola stessa Faraone significa “sole”. «Il dragone figurava fra le insegne militari degli Assiri. Ciro lo fa adottare dai Medi e dai Persiani... Non c’è dubbio che lo stendardo del dragone o serpente presso gli Assiri e i Persiani si riferisca al culto del fuoco, poiché il culto del fuoco e del serpente erano mescolati insieme in questi paesi».22 Verso la fine del III secolo, inizio del IV dell’èra cristiana, il dragone rappresentava il potere assoluto degli imperatori romani e, sotto gli imperatori di Bisanzio, ogni centuria aveva per insegna il dragone, diventato celebre quanto lo stemma delle aquile. Ammiano Marcellino, contemporaneo dell’imperatore Giuliano, diceva: «Il dragone era ricoperto da un manto di porpora; lo si portava sulla cima di una picca arricchita d’oro e di pietre preziose; apriva al vento una larga gola, per riceverne il soffio e poiché era cava fischiava allora come se fosse stato vivente e irritato, mentre la sua coda flottava in aria, ondulando a diverse riprese».23 Questo dragone rosso alla testa dell’esercito romano era un oggetto di culto e veniva adorato, così come era avvenuto nell’Assiria e nella Medo-Persia. L’emblema del dragone degli stendardi romani passò sulle monete papali, coniate sotto il pontificato di Gregorio XIII (1572-1585). 22 Idem, p. 481. Ammiano Marcellino, Storia degli imperatori romani, Libro XVI, 10; cit. da L. Gaussen, o.c., t. III, p. 253. 23 92 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa Quel dragone, diceva l’abate Joseph Maître, ricorda quello delle favole dove vegliava a guardia del vello d’oro o dei pomi del giardino dell’Esperidi. Due di quelle medaglie, in particolare, portano al margine la parola Vigilata. Un’altra Gregorei, dal greco gregoreo che significa vegliare.24 In un’altra medaglia il dragone alato viene posto alla porta della vigna del Signore. Su un’altra il dragone alato domina al di sopra del mondo e simboleggia la sollecitudine universale del pontefice con la scritta Pro cunctis (per tutti).25 Per rappresentare meglio il nuovo Vicario di Cristo, che esercita dappertutto la sua azione, la medaglia porta la scritta Desertis semina terris - semina le terre deserte - e presenta un carro, trainato nel cielo da due draghi, che spande sulla terra la buona semenza. Siccome il nuovo dragone porporato faceva il bello e brutto tempo, sua “santità” Gregorio XIII, come guida, direttore illuminato della Chiesa e del mondo, viene raffigurato da un drago in forma di timone e la medaglia porta le parole: Optime regitur - è governata ottimamente.26 Giovanni vede il grande dragone nel momento storico dell’Impero Romano in antagonismo con la Chiesa di Dio.27 Con questo dragone a sette teste e dieci corna l’apostolo ci presenta qui «una incarnazione dello spirito delle tenebre per la guerra che voleva fare alla Chiesa di Dio nell’impero dei Latini»28. Questo potere è già installato, non sorge dal mare, o dall’abisso (Apocalisse 13:1; 11:7; 17:8), è di già insediato nel secolo apostolico quando la Chiesa prende vita e prima che fugga nel deserto. «È il principe di questo mondo che si è impadronito di tutta la potenza 24 Daniele aveva detto che questo potere «aveva degli occhi simili ad occhi d’uomo» Daniele 7:8. 25 Daniele aveva scritto che questo regno, sebbene «piccolo», «appariva maggiore degli altri» Daniele 7:8,20. 26 J. Maître, o.c., pp. 492, 493. 27 Vedere BURNIER Pierre Louis Étienne, Études élémentaires et progressives de la parole de Dieu, vol. VII, Lausanne 1852, p. 475. 28 L. Gaussen, o.c., t. III, p. 252. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 93 I parte – Capitolo X dell’impero pagano di Roma»29, attraverso il quale Satana, per interposta persona, compie la sua opera distruttrice. Questo dragone è la contraffazione di Cristo e F. de Rougemont spiegava: «Le teste sono in numero di sette come l’Agnello ha sette corna sulla sua testa unica (Apocalisse 5:6),30 ed esse sono tanti imperi31. L’Agnello non ha che un solo e unico regno, che è eterno; quelli di Satana periscono e si susseguono gli uni agli altri... I sette imperi (le sette teste) di Satana sono le monarchie universali che egli ha fondato e affermato sulla terra dal giorno in cui lo scettro profetico del mondo è stato rotto da Nebucadnetsar tra le mani del discendente di Davide, Sedechia. Sono gli imperi dei Caldei (I testa), dei Persiani (II testa), dei Macedoni (III testa) e dei Romani (IV testa); il II Impero Romano (che va dallo smembramento di Roma, a seguito delle invasioni barbariche, fino alla Rivoluzione Francese, V testa), lo Stato dell’era rivoluzionaria (VI testa, che va dal periodo della Rivoluzione Francese al nostro tempo) e un settimo (VII testa) che l’avvenire farà conoscere (futura confederazione degli Stati europei dell’Impero Romano che si metteranno sotto le direttive di Roma). Le dieci corna senza diadema sono i dieci regni secondari che costituiscono i tre ultimi imperi (teste), e che sono i vassalli dell’uomo del peccato».32 Il Rosselet, nell’aiutarci a comprendere meglio il momento storico a cui si riferisce questo secondo quadro, fa notare: «Abbiamo qui prospettata Roma imperiale e pagana... Questo impero doveva venire diviso, più tardi, in dieci regni (le 10 corna), ma al tempo dell’apparizione del dragone i dieci regni erano ancora futuri, e 29 J.N. Darby, o.c., p. 121. Le sette corna sono l’immagine della forza perfetta, i sette occhi quelli della vigilanza e dell’onniscienza. 31 Nel nostro Capitolo XIX spieghiamo come le sette teste rappresentano sette imperi universali a partire da Babilonia. 32 ROUGEMONT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, pp. 257,258. Siamo noi che abbiamo aggiunto quanto scritto tra parentesi. 30 94 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa perciò le corna non sono (come al capitolo seguente) coronate da diademi».33 In conclusione, questo dragone rappresenta religiosamente e politicamente la rivolta dell’umanità nei confronti di Dio elevando a culto la propria speculazione filosofica, il proprio sentimento religioso e la propria politica. Rifiuta la Rivelazione di Dio e di conseguenza non può che agire animata dall’Avversario. Il dragone si fermò davanti alla donna al fine di divorarle il «figlio maschio» che, una volta nato, ha da reggere la terra con verga di ferro. La Chiesa, popolo di Dio, è costantemente la dimostrazione del miracolo di Dio. Essa non può contare su se stessa per vivere; essa può vivere solamente del dono dello Spirito Santo perché la Chiesa non ha altra ragione e altro scopo che di essere disponibile all’azione di Dio. Finché la Chiesa dei primi secoli non si compromise col paganesimo essa viene perseguitata dal dragone, nella veste del potere dei cesari. Quando, compromettendosi, ricercò l’onore e la potenza in Costantino, il suo protettore, le leggi dello stato divennero le sue leggi, e le sue leggi divennero difese dallo stato; quando i suoi interessi si identificano con quelli dello stato, il mondo entrò nella Chiesa, il paganesimo vinne battezzato cristianesimo e la Roma cristiana prese il posto della Roma imperiale. I papi salirono sul trono dei cesari e i calici di legno, come diceva Savonarola, diventano d’oro. «Dopo i primi secoli di fede eroica e di pura dottrina, la vittoria del cristianesimo introduceva il mondo nella Chiesa e cominciava la decadenza della fede. La crescente potenza del papato, gli sviluppi del dogma e della disciplina capovolgevano rapidamente la Chiesa nel suo contrario: la Chiesa di Cristo diventava la Chiesa dell’Anticristo; e la storia del “vero” cristianesimo si ridusse al filo d’oro dei 33 ROSSELET D’IVERNOIS Gustave Adolphe, L’Apocalypse et l’histoire, t. II, Paris 1878, p. 180. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 95 I parte – Capitolo X testimoni del Vangelo, che nelle “tenebre” della Chiesa papale non erano mai completamente mancati».34 «Il dragone pagano, o l’imperatore romano, non cessa minimamente di perseguitare la donna o la Chiesa di Gesù dopo la vittoria del cristianesimo; diventa capo della Chiesa cattolica e continua le sue persecuzioni contro i discepoli di Gesù, queste persecuzioni giungono fino alla morte... La personalità del dragone sulla terra è l’imperatore romano, che è nello stesso tempo sacerdote o sommo pontefice... Nessuno può ignorare che gli imperatori romani, dopo la loro conversione al cristianesimo, continuarono nel nome del vero Dio a perseguitare i santi del Sovrano e incatenare la libertà di pensare e soprattutto la libertà di parlare; fino a che il papato prese il loro posto e perseguitò nel suo proprio nome»35. In contrapposizione alla chiesa opulenta che domina, quale rappresentante visibile del dragone, Dio dà alla sua Chiesa «le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto». Questa immagine è presa dall’Esodo (19:4) e dal Deuteronomio (32:11), dove Yhwh, dopo aver liberato Israele dall’Egitto, è descritto nell’azione di portare il suo popolo attraverso il deserto verso la terra promessa come l’aquila porta i suoi piccini. La Chiesa è così debole che non ha neppure la forza di fuggire con i propri mezzi. In un momento come quello, al limite della proprie possibilità, Dio intervenne, come nel passato sulle rive del Mar Rosso, e la Chiesa, protetta dal braccio potente dell’Eterno, è portata sulle ali della fede e della speranza, trova un rifugio nel deserto dove vive in marcia verso la terra promessa: la Canaan celeste. La donna nel deserto Il «deserto» è il rifugio tradizionale dei perseguitati dell’A.T., è l’eremo, è il luogo isolato, è ogni luogo incolto e inabitato dove la 34 MIEGGE Giovanni, Protestantesimo e spiritualismo, ed. Claudiana, Torino, p. 9. 35 BRISSET J. Pierre, Les prophéties accomplies (Daniel et Apocalypse), Paris 1906, pp. 193,194,195,197. 96 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa vita è difficile, ma dove ugualmente si può condurre il proprio bestiame e farvi delle colonie. Israele ha pellegrinato nel deserto per quarant’anni con i propri armenti, Giovanni Battista risiedeva nel deserto, cioè in luoghi inabitati. Il Mezzogiorno della Francia, le lande, gli altipiani sterili delle Cevenne, la Crau della Provenza, le lande della regione di lingua d’oc possono essere considerati dei deserti36 e possiamo aggiungere le Valli Valdesi del Piemonte, le località isolate del Nord, Centro e del Sud Italia, della Spagna, di altri Paesi che costituivano il territorio dell’impero dei latini sul quale domina da Roma il sostituto dei Cesari. Il deserto non è altro che il complesso dei luoghi resi sacri dalla sofferenza dei rifugiati datisi alla macchia per sfuggire alle persecuzioni. È il luogo in cui la Chiesa, malgrado creda a degli errori, è resa santa dalla grazia di Dio perché ama questa grazia, ricerca la fedeltà, fa dell’Eterno il suo Signore, non perché l’ha fatta grande, importante, affermata e potente, ma semplicemente perché ha accettato di essere da lui visitata, crede alla sua Parola e ha fatto del Regno della promessa la sua speranza, la sua forza. Desidera la giustizia, la fraternità. Il deserto è il luogo in cui malgrado i silenzi di Dio e le difficoltà, la Chiesa scorge la mano protettrice del Signore, coglie il mistero di Dio, comprende il senso della storia, della vita. Il Dictionnaire Larousse illustrato all’articolo «deserto» dice: «Nome dato dai protestanti del XVII secolo all’altopiano incolto e pietroso che si estende al Nord-Ovest di Nîmes... Dopo la revoca dell’editto di Nantes del 1685, un certo numero di protestanti continuò a celebrare il proprio culto in segreto nei boschi, nelle caverne, nelle montagne, nei luoghi inabitati e di difficile accesso. Queste riunioni ricevevano il nome di chiese o di assemblee del deserto. Esse durarono, attraverso mille vicissitudini, dal 1685 al 1792». I pastori di quelle Chiese, scrive A. Borrel, avevano il titolo di: «pastori del deserto»; i loro sinodi: «i sinodi del deserto»; gli atti di questi sinodi, gli atti di battesimo e di matrimonio erano intestati: 36 Vedere Dictionnaire Encyclopédique de la Bible, A. Westphal, t. I, p. 282. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 97 I parte – Capitolo X «Dal Deserto», e rivestiti di un sigillo che rappresentava una donna con gli occhi al cielo, con la scritta: «Il trionfo dei fedeli sotto la croce». Questa Chiesa aveva ancora un secondo sigillo raffigurante una barca con un albero che stava per essere inghiottita dalle onde; la sua vela era piegata e i marinai in preghiera gridavano: «Salvaci Signore noi periamo!». Si legge negli atti di un processo verbale di un interrogatorio di un pastore ugonotto davanti a un consigliere del re: - In quale luogo avete battezzato e amministrato la cena? - In piena campagna o nel deserto. - Cosa intendete voi per Deserto? - Dei luoghi appartati o inabitati nei quali si riuniscono i fedeli. Antoine Court, pastore della Chiesa del deserto, scriveva in quel tempo: «Eccoci ridotti a un piccolo numero di eletti, amati dal cielo, che non vogliono abbandonare la loro patria, né rinunciare alla loro religione, e che perseguitati, se ne fuggono nel deserto. Si manda dietro a loro un fiume di truppe per farli perire; ma la guerra che sorge subito dopo, obbliga l’intruso a richiamare i suoi soldati, per opporli ai suoi nemici; la terra si aprì per molti. È così i fedeli che percorrevano i boschi e i deserti gustavano un po’ di rilassamento».37 Nei secoli del Medio Evo i valdesi d’Italia e di Francia venivano chiamati: l’“Israele delle Alpi” e la Bibbia stampata a loro spese a Serrière presso Neuchâtel, “La Bibbia d’Olivetani”, porta queste parole significative: “Le Alpi 1530”. Calvino, scrivendo al re francese nella speranza di salvare dalle fiamme qualche fedele del Signore diceva: «La causa di Cristo è oggi talmente lacerata e calpestata nel vostro regno, che sembra senza speranza... La verità... è nascosta, seppellita... La povera Chiesa è scalzata da bandi, consumata da morti crudeli, e talmente spaventata da minacce e terrori che non osa pronunciare parola... Ah! Quante volte la Chiesa è stata eclissata, senza forma! ...Le montagne, i 37 BORREL A., Biografie de Antoine Court, Toulouse 1863, p. 52, vedere pp. 161-165. 98 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa boschi, i laghi, le prigioni, i deserti, le caverne,... sparsi e nascosti... è là che i profeti, essendosi ritirati, hanno profetizzato».38 Philippe de Mornay, consigliere di Stato di Enrico IV e governatore di Saumur, nella prefazione della sua opera dice al lettore: «Tu chiedi dunque in tutti questi secoli dove pascolava la nostra Chiesa... Ascolta ti prego, san Giovanni l’evangelista disse che questa donna, la Chiesa, perseguitata dal Dragone, si salvò nel deserto, in una solitudine, dove Dio le aveva preparato il suo luogo, dove essa fu nutrita, custodita, per 1260 giorni, giorni profetici; un tempo certo, ma abbastanza lungo. Non c’è dunque possibilità di cercarla, di pensarla nel Papato, in questa luce mondana, in mezzo a questo fasto e al lusso».39 È meraviglioso constatare come la Chiesa nel corso dei secoli, alla luce della profezia, abbia preso coscienza della realtà del suo tempo, e questo libro, l’Apocalisse, le è servito da guida e da incoraggiamento. Infatti «l’Apocalisse è... il libro della Chiesa nella prova, è in mezzo all’afflizione che essa lo comprende meglio e lo sa meglio apprezzare».40 Questa espressione «deserto» ritorna nell’introduzione dell’opera monumentale di Jean Michelet quando scrive: «So bene che la migliore parte di queste grandi distruzioni non possono più essere raccontate. Essi (gli inquisitori) hanno bruciato i libri, bruciato gli uomini, ribruciato le ossa calcificate, gettato la cenere... Perlomeno il deserto racconta, e il deserto di lingua d’oc, e le solitudini delle alpi, e le montagne disabitate della Boemia, tanti altri luoghi dove gli uomini sono spariti, dove la terra è diventata per sempre sterile, dove la natura dopo l’uomo sembra essa stessa sterminata».41 Questa Chiesa apparentemente abbandonata a se stessa, sebbene abbia subìto in parte l’apostasia dei primi secoli, ha saputo ugual38 Cit. da J. Vuilleumier o.c., p. 1931, p. 202. MORNAY Philippe de, Le Mystère d’iniquité, c’est-à-dire l’Histoire de la Papauté, Saumur 1611, p.5. 40 A. Reymond, o.c., t. I, p. 34. 41 MICHELET J., Histoire de la Révolution française, t. I, prefazione, p. LII. 39 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 99 I parte – Capitolo X mente riscoprire e vivere numerose verità del Vangelo, «ha vinto a cagione del sangue dell’Agnello e cagione della parola della sua testimonianza; e non ha amato la sua vita, ma l’ha esposta alla morte». La sua opposizione a Roma le ha permesso di mantenere e tramandare la fiaccola della verità. Lutero, a una delegazione di Fratelli Uniti che gli aveva ridato ardore nella sua opera, scriveva nel 1523: «Ho ben voluto rendervi la testimonianza che voi siete più vicini alla purezza dell’Evangelo di tutti coloro che io ho potuto conoscere. Noi non concepiamo ancora bene come voi siate pervenuti a stabilire e a mantenere la professione d’una dottrina così santa e una vita così cristiana, come vi dipingono i vostri. Presso di noi non è la stessa cosa; le cose sono ancora lontane dalla loro maturazione e non avanzano che molto lentamente; ma pregate per noi... ».42 La donna fuggita nel deserto viene «nutrita per milleduecentosessanta giorni», per «un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo» o quarantadue mesi. In questo periodo, come dice Daniele e lo stesso Giovanni, non solo si perseguiterà la Chiesa, ma si penserà a cambiare la Legge di Dio. È il periodo in cui il dragone svolge la sua azione diabolica tramite la supremazia papale, è il periodo della V testa sia del serpente antico sia della bestia che va dal VI secolo, (538 d.C.) alla fine del XVIII secolo (1798). Difficoltà a riconoscere l’evidenza Innumerevoli autori ebrei, cattolici e protestanti hanno riconosciuto in questi termini criptografici dei 1260 giorni altrettanti anni solari. Alcuni autori cattolici, come per Daniele così per l’Apocalisse, hanno saputo molto bene spiegare alcune parti del testo, ma il voto di ubbidienza e la piena sottomissione a Roma hanno impedito loro di dire tutta la verità e di spiegare con la stessa acutezza le altri parti. 42 LUTERO Martino, cit. da GUERS Émile, Histoire abregée de l’Eglise, Toulouse 1850, pp. 593,594. 100 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa Nel 1867 l’abate M. J. Michel, a conclusione dell’avvertimento che introduce la sua opera, scriveva: «Del resto, pieno di una filiale e rispettosa sottomissione all’autorità dalla quale deriva ogni coscienza cattolica, noi teniamo a dichiarare che condanniamo e riproviamo ogni proposizione e ogni interpretazione che riproverebbero e condannerebbero in questa opera la santa chiesa cattolica, apostolica romana, e il suo capo venerato, giudice infallibile della fede». Commentando poi il periodo che la donna, la Chiesa, passa nel deserto scrive: «Questo numero 1260 giorni si deve intendere naturalmente per il periodo nel quale la verità cattolica trionfa ed è ricevuta dalle coscienze dei principi e dei popoli; essa è compresa tra lo stabilimento cristiano fondato da Costantino nel IV secolo e la guerra infelice che ha definitivamente dato il libero esame inteso nel senso della Riforma e della filosofia del diritto che sono la negazione formale della legislazione e delle istituzioni cattoliche».43 L’avvocato cattolico Amédée Nicolas a questa spiegazione pone la seguente domanda: «Come può (J. Michel) conciliare questa alta supremazia con lo stato della persecuzione o dell’abbandono durante i 1260 anni, che vede nei 1260 giorni del capitolo 12 versetto 6?».44 O, in altre parole, se accettiamo questa spiegazione come possiamo continuare a rimanere cattolici? Anche il magistrato Anatole Chauffard critica l’abete J. Michel scrivendo: «È questo un punto di vista sovranamente illogico» perché, «cosa incredibile, il periodo con il quale san Giovanni ha voluto rappresentare l’estrema potenza dell’Anticristo sarebbe quello nel quale regna incontestato il cristianesimo, i 1260 anni portano alla Riforma o piuttosto al periodo della filosofia, la quale sarebbe l’estrema conseguenza del protestantesimo».45 Considera quindi il 43 MICHEL M. J., Histoire du bien et du mal dépuis Jésus Christ jusqu’à la fin des temps d’après la Révélation de S. Jean, Lyon 1867, pp. XVI,262,263, siamo noi che abbiamo precisato il testo mettendolo in corsivo. 44 NICOLAS Amédée, Conjectures sur les âges de l’Eglise et les derniers temps, 2ª ed., Paris 1881, p. 54. 45 CHAUFFARD Anatole, L’Apocalypse et son interprétation historique, t. I, 2ª ed., Paris 1899, pp. 458,459. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 101 I parte – Capitolo X lavoro dell’abate Michel, che vede nella donna la Chiesa romana, un lavoro di alta speculazione perché: «Quando si passa dalle sue alte speculazioni all’interpretazione di dettaglio nei testi del capitolo 12, si riconoscono una serie di anomalie tali che scaturisce chiaramente che questo capitolo è stato compreso solo nel suo insieme anziché nei suoi dettagli». Questa critica all’abate J. Michel che vede nei 1260 giorni degli anni, e l’impossibilità di spiegare in un modo soddisfacente tutto il testo di Giovanni, in favore della chiesa romana, è data dal fatto che i commentatori cattolici partono da un presupposto che impedisce la piena obiettività e lucidità nel comprendere la Parola di Dio. A. Chauffard così introduce il suo lavoro sull’Apocalisse: «Mettiamo la nostra unica felicità e la nostra felicità suprema nella professione più intera della fede cattolica, noi consideriamo come un dovere, terminando questo sommario generale sull’oggetto e lo scopo del presente studio, di proclamare qui pubblicamente che noi intendiamo restare nella più umile e nella più assoluta sottomissione all’autorità della Chiesa e agli insegnamenti emanati dalla chiara infallibilità di Pietro. Se dunque potesse esservi in questo scritto la minima parola che fosse giudicata non essere in perfetto accordo con questi insegnamenti, noi la ritrattiamo fin da questo momento».46 Con queste premesse le conclusioni non possono essere obiettive. Gli esegeti cattolici nel capitolo 12 di Apocalisse non possono che trovare delle naturali difficoltà, perché vogliono attribuire alla chiesa che ha perseguitato e ucciso le sofferenze che ha fatto subire. Malgrado queste critiche, anche l’abate Joseph Maître è costretto dal testo biblico a vedere nella donna la Chiesa e scrive: «Roma pagana è stata distrutta dai barbari, ma al suo posto si eleva una Roma cristiana, da dove la vita divina si spande attraverso il mondo. La Chiesa vi sarà mantenuta, conservata e rispettata durante 1260 giorni, durata simbolica che deve forse essere interpretata con un 46 Idem, pp. 456,XXIV,XXV, siamo noi che abbiamo precisato il testo mettendolo in corsivo. 102 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa numero uguale d’anni a partire dal trionfo della società cristiana e dal suo stabilimento nella santa città».47 L’abate Th. Mémain, dal canto suo, dà questa spiegazione: «Questa donna è la Chiesa già esistente prima di Gesù Cristo, nel popolo ebraico, e che, dopo la venuta di Gesù Cristo continuerà la sua missione redentrice fra gli uomini... Dio dà alla sua Chiesa le due ali della grande aquila. Queste grandi ali, ben determinate dalla ripetizione dell’articolo greco, ton, è l’aquila romana... Dio dà in seguito alla Chiesa, dopo la conversione di Costantino, un luogo preparato per lei, dove essa resterà protetta dal serpente, durante i 1260 giorni (profetici). Questo luogo è la Roma cristiana, che doveva elevarsi sulle rovine della Roma pagana... Il serpente, vedendo la Chiesa protetta dalla potenza imperiale, scatena contro essa il flutto delle grandi invasioni, ma la terra assorbe queste invasioni, cioè il flutto degli invasori passa senza sommergere la Chiesa e che, mediante la loro fusione con i popoli invasi, gli invasori diventano essi stessi dei popoli cristiani».48 Con queste spiegazioni, questi abili abati trasformano l’umiliazione della Chiesa, che deve fuggire nel deserto, nel suo trionfo e fanno dire alla Bibbia l’opposto di quello che essa afferma. Il dragone getta dell’acqua dalla sua bocca Verso questa donna che si rifugia nel deserto il dragone: «Gettò dalla sua bocca... dell’acqua a guisa di fiume, per farla portare via dalla fiumana» Apocalisse 12:15. Quest’acqua presenta una doppia illustrazione: a) le dispute (Proverbi 18:4; 15:28) con le quali Roma ha cercato di aggirare la mente dei perseguitati e le dottrine con cui ha cambiato quelle apostoliche e i comandamenti di Dio; b) gli eserciti (Isaia 8:6,7; Geremia 46:7; Ezechiele 26:3; Nahum 1:8) con i quali ha cercato di sopprimere questi fedeli del deserto. 47 J. Maître, o.c., pp. 382,383. MÉMAIN Théophile, L’Apocalypse de saint Jean et le septième chapitre de Daniel avec leur interprétation, Paris 1898, pp. 34,36,37,45. 48 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 103 I parte – Capitolo X La violenza delle persecuzioni diceva Ticonio; l’inquisizione, scriveva Croly nel XVII secolo, le armate cattoliche spiegava nel secolo scorso il de Rougemont. La terra soccorre la donna «Ma la terra soccorse la donna; e la terra aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla sua bocca» Apocalisse 12:16. Questa terra che permette alla donna di credere nella libertà della sua coscienza e fa sì che il dragone non la possa più colpire sono quei territori delle Riforma, al di là dei confini dell’Impero Romano latino,49 dei cesari che non furono sottomessi alla giurisdizione ecclesiastica della corte romana, anche se nel corso dei secoli ne furono spesso influenzati e a volte al suo servizio. Si tratta quindi degli Stati protestanti che nel XVI e XVII secolo servirono di rifugio ai figli di Dio perseguitati: Svizzera, Paesi Bassi a Est del Reno, Germania, Inghilterra. «I popoli e gli Stati protestanti», diceva il de Rougemont. I Paesi della vecchia Europa, anche se non sottomessi alla corte papale, dopo la Riforma diventarono a loro volta clericali e fecero subire l’intolleranza a chi non accettava la religione di stato. Ma in quel tempo un nuovo mondo diventò il rifugio di quegli uomini: l’America. Malgrado tutte le sue contraddizioni, questo immenso Paese al di là dell’Oceano Atlantico fu la terra verso la quale andarono molti di coloro che in Europa non potevano più vivere ascoltando la propria coscienza illuminata dalla Parola di Dio. Si sottraevano così alla guerra, alla fame e all’oppressione dei persecutori. A migliaia si stabilirono nella Nuova Inghilterra. Nella dichiarazione di indipendenza i fondatori della Repubblica del Nuovo Mondo affermarono: «Tutti gli uomini sono stati creati uguali e tutti sono stati dotati dal loro Creatore di determinati diritti inalienabili fra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità». 49 104 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa «Nessuna formalità o credenza di carattere religioso potrà essere richiesta come qualifica per un qualsiasi ufficio di pubblica responsabilità negli Stati Uniti». «Il congresso non voterà nessuna legge relativa allo stabilimento di una religione o al divieto del libero esercizio di essa». Sarà su questa «terra», continente, che sorgerà la seconda bestia di Apocalisse13, il falso profeta. Il rimanente della donna, sue caratteristiche, sua identificazione «E il dragone si adirò contro la donna e andò a far guerra col rimanente della progenie d’essa, che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù» Apocalisse 12:17. Quando Giovanni presenta il rimanente della progenie della donna che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù «sembra accennare a una distinzione da fare tra figli genuini e pii della Chiesa di Dio e figli spurii che porteranno bensì il nome di Cristiani e faranno parte della Chiesa visibile, ma non avranno né fede del cuore in Cristo, né condotta cristiana. Non a questi figli degeneri, suoi alleati segreti, muoverà guerra il serpente, bensì alle comunità e agli individui che si manterranno fedeli al Vangelo».50 In quel tempo difficile «il rimanente» della progenie manifesterà chiaramente la sua alleanza con Dio nella lotta finale contro il male. La progenie della donna è la parte terminale, la parte finale della storia della Chiesa, è il popolo di Dio degli ultimi tempi che si prepara a incontrare il suo Signore, è la Chiesa alla quale è affidato il messaggio dell’ultimo invito rivolto all’umanità (Apocalisse 14:612; 18:1 e seg.). La donna genera la sua progenie dopo il tempo del deserto, e dopo che essa ha trovato il suo rifugio nel nuovo continente. Questo rimanente è la parte finale del nuvolo di testimoni che hanno attraversato i secoli bui del Medio Evo, fedeli alle verità da loro comprese, hanno saputo mantenere alto il loro candelabro e si 50 E. Bosio, o.c. , p. 90. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 105 I parte – Capitolo X presenta al mondo con due caratteristiche, affinché possa essere identificato: a) «serba i comandamenti di Dio»; li accetta come si trovano scritti nel decalogo, crede che con Gesù essi non sono stati modificati e facevano parte della predicazione apostolica e la loro osservanza è la testimonianza del loro essere persone libere in una società condizionata da uno stile di vita che non rispecchia il Vangelo (Matteo 5:17,18; 1 Corinzi 7:19; Romani 3:31; Giacomo 2:20); b) «ritiene la testimonianza di Gesù», che «è lo spirito di profezia» Apocalisse 19:10. Cioè accetta l’insegnamento dei profeti e da essi si fa condurre, accetta la testimonianza che gli apostoli danno di Cristo e, a sua volta, ripropone con franchezza, senza lasciarsi coinvolgere dalle vane ideologie del presente secolo, l’unica salvezza e liberazione per il mondo, che è giunto alla sua fine, il ritorno del grande Iddio e Salvatore Cristo Gesù e la gratuità della sua salvezza mediante la fede, affinché nessuno si glori. È con l’azione di testimonianza di questo rimanente che la storia della Chiesa giungerà al suo termine. Nell’Eden Dio disse a Satana: «Io metterò inimicizia fra te e la donna, fra la tua progenie e la progenie di lei, questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno» Genesi 3:15. Apocalisse 12 presenta come queste parole ci sono compiute nella storia. Nella progenie della donna la Chiesa ha trovato il suo campione, la sua progenie in Cristo Gesù. Il serpente è stato vinto, ma a sua volta la Chiesa stessa, nella persona del «rimanente», deve manifestare il suo trionfo perché: «l’Iddio della pace triterà tosto Satana sotto i loro piedi» Romani 16:20. Anche per questa progenie ci sarà il Getsemani e la strada del Golgota prima della gloria di Pasqua, sarà il tempo di distretta della crisi finale. Riteniamo che la realtà storica di questa dichiarazione dell’Apocalisse s’incarni nella Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, generata nel XIX secolo dalle varie denominazioni sulla terra che ha soccorso la donna. Questa progenie ha preso forma allo scadere del più lungo periodo profetico della Bibbia (Daniele 8:14), ereditando dalla cristianità tutte quelle verità bibliche rimaste vive attraverso i 106 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Figure e parabole sulla Chiesa secoli. In questa progenie si è manifestato e ha preso forma il vero ecumenismo: uomini e donne uniti tra di loro, perché uniti prima di tutto a Cristo e costantemente disposti a lasciarsi guidare dalla sua Parola, nel loro credere nel Signore hanno lasciato quegli insegnamenti frutto della tradizione e non della rivelazione. Il dragone non ha ancora iniziato a fare pienamente guerra al rimanente di questa progenie, ma questo periodo di relativa calma è la bonaccia che precede la tempesta perché Satana sta preparando un piano grandioso e universale, non tollerando che la grazia di Dio possa manifestare la sua pienezza nella Chiesa che abita ancora in questo mondo sul quale rivendica la signoria. Nelle visioni finali dell’Apocalisse la figura della donna, la sposa di Cristo Gesù è presentata più volte. Giovanni scriveva: «Poi udii come la voce di una grande folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: “Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi”. “Beati quelli che sono invitati alle nozze dell’Agnello”» Apocalisse 19:6-9. Dopo il millennio è ancora detto dei credenti: «Vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo da presso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo» Apocalisse 21:2. «“Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello”. Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, con la gloria di Dio. Il suo splendore era simile a …» Apocalisse 21:9 e seg. Giovanni conclude il suo scritto riproponendo ancora la figura della donna. «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”» Apocalisse 22:17. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 107 I parte – Capitolo X 108 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Seconda parte L’apostasia della Chiesa Capitolo I APOSTASIA DELLA CHIESA EVOLUZIONE STORICA Nei primi secoli il cristianesimo si espandeva come risultato della testimonianza, ma già con il secondo secolo qualcosa cominciò a cambiare, in seguito divenne una chiesa di maggioranza, moltitudinista e si divenne cristiani per diritto di nascita. Alcune motivazioni etico sociali hanno portato il cristianesimo lontano dagli insegnamenti degli apostoli. 1. Moralizzazione La conversione e la salvezza per grazia venivano sostituiti con una moralizzazione dei costumi e la salvezza veniva acquisita mediante le opere. Il cristiano non è più colui che dispera di se stesso e accetta il dono che viene da Dio, ma è la persona che si adegua ai precetti della Chiesa. «Da molto tempo si è constatato che a parte le lettere di Ignazio, gli scritti dei Padri detti apostolici… si allontanano considerevolmente dal pensiero del N.T. e ricadono in grande misura nella morale che ignora la nozione della grazia, della morte redentrice del Cristo, così centrale nella teologia apostolica».1 Col tempo, generalizzandosi la fede cristiana, il credente era caratterizzato dalla sua etica. La frontiera tra cristiano e non cristiano è stata meno definita. Tutto viene relativizzato e una persona che vive una corretta vita morale, onesta, era vista non meno bene di un buon cristiano. A una simile persona perché gli veniva negato il battesimo quando anche sapeva recitare correttamente il credo? 2. Intellettualizzazione del cristianesimo La lotta alle eresie nascenti ha spinto i Padri della Chiesa a meglio precisare il pensiero cristiano. Il cristianesimo si spandeva, si 1 CULLMANN Oscar, La Tradizione, in Chaièr del Theologia, Delaschiaux et Nestlée, 1953, p. 50. II Parte – Capitolo I conosceva la professione di fede pronunciata al momento del battesimo, i pagani riconoscevano che la nuova religione aveva una gnosi-conoscenza superiore alle religioni popolari tradizionali che erano discreditate. Inoltre le speculazioni filosofiche pagane erano anche superate dall’elaborazione di un sistema intellettuale che tendevano a conciliare la filosofia con la rivelazione di Dio. La nascita della teologia cristiana (principalmente la scuola di Alessandria con Clemente e Origene) soppianterà lo studio della Parola di Dio. Il battesimo assomigliava più al superamento di un esame di un corso di iniziazione misterica la cui morale era superiore alla visione tradizionale piuttosto che l’occasione di una testimonianza di fede in Cristo Gesù. Il sapere intellettuale soppiantava la fede nell’affidare la propria vita nelle mani del Signore. Con la seconda metà del II secolo il buon cristiano è visto in colui che, alla morale, aggiungeva la conoscenza intellettuale della dottrina. In questo clima le porte della chiesa si allargano e la condivisione intellettuale prende il posto della conversione-metanoia spirituale. Si ha così che nel II e III secolo più che conversione dello spirito si assiste a una conversione intellettuale. Si assiste al passare da una religione semplice a una più complessa, come avviene nei Paesi del Sud, ad esempio in Africa, dove gli animisti che frequentano scuole cristiane o mussulmane diventano tali per la superiorità della religione che frequentano che per una esperienza di fede. 3. La disgregazione della chiesa apostolica Il Battesimo, la Cena e col tempo anche l’unzione dei malati, acquisivano sempre più un significato sacramentale. Dal II sec. nel battesimo si accentua il significato di lavamento quale elemento di illuminazione che purifica tutti i peccati. Ai riti si attribuisce la realizzazione di un’opera di rigenerazione. Il battesimo ai bambini sostituisce l’esperienza della conversione portando il neonato a beneficiare i misteri della grazia. 112 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia – evoluzione storica della Chiesa Le persone rimangono nella chiesa più per un legame di pietà filiale che religiosità personale. Nell’ekklesia apostolica non c’era differenza tra chi amministrava la parola e i riti e coloro che partecipavano al culto e alle funzioni. Con la sacralizzazione dei riti si è venuta a creare una differenziazione tra la figura dell’ufficiante, il clero e i beneficiari, i fedeli, i laici. I sacerdoti diventano mediatori della grazia, dispensatori del patrimonio della salvezza, e così considerati elargivano i favori del cielo mentre i fedeli sono sempre più considerati come i ricevitori, i beneficiari di quest’opera. Gli ecclesiastici gestiscono il sacro e dispensano le cose sante al popolo profano dei fedeli. Nella Chiesa si istaura nuovamente nello spazio la frontiera tra il luogo santo e santissimo. Il ruolo del prete2 diventa primario, ha una funzione attiva, mentre il ruolo del fedele è secondario, passivo. La chiesa diventa clericale, di maggioranza e quindi moltitudinista. I confessanti costituiscono gruppi minoritari, considerati anche dissidenti. Dal IV secolo subiscono l’intolleranza e la persecuzione. 4. La grande svolta Quanto avvenuto nel IV secolo non è stato il risultato di un progetto concepito e partorito a tavolino come conseguenza di una riflessione per giungere a una méta. È stato il risultato di una evoluzione storica che ha avuto senz’altro delle motivazione politicosociali, delle quali la Chiesa ha approfittato nell’interesse del vangelo, ma anche alterato a causa dell’opportunismo che ha sempre caratterizzato la miseria umana. 2 Il N.T. non parla mai di preti o sacerdoti, come ministri nella chiesa, ma di vescovi, anziani, sorveglianti, diaconi. Tutti coloro che costituiscono la chiesa sono considerati sacerdoti per la loro relazione con Dio, realizzando il progetto originario di Dio con Israele. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 113 II Parte – Capitolo I All’inizio del IV secolo ci fu la svolta operata da Costantino. L’imperatore vincitore su Massenzio, - non solo libera il cristianesimo dalle catacombe, ma - lo nomina come religione dell’Impero e poi - religione privilegiata. A questo si deve aggiungere che alla fine del secolo l’imperatore Teodosio stabilì che: - l’appartenenza alla chiesa è obbligatoria e - si perseguitano i non cristiani. Questi due imperatori diedero «un colpo mortale alla professione individuale della fede cristiana. L’appartenenza alla Chiesa diventa un obbligo di Stato per decreto dell’imperatore Teodosio. Masse pagane, superficialmente cristianizzate affluiscono nella chiesa».3 Si diventa cristiani per interesse. «La politica degli imperatori dal regno di Costantino, tranne la breve interruzione del regno di Giuliano il filosofo, tendeva evidentemente a dare alla Chiesa cattolica il monopolio della religione. La Chiesa, nel pensiero dei sovrani, doveva avere tanti fedeli che l’Imperatore possedeva come soggetti. Ben presto ognuno apparteneva alla Chiesa mediante un vescovato, come apparteneva all’Impero mediante la città».4 Si viene così a costituire l’èra del cristianesimo, del sistema ecclesiastico moltitudinista, fortemente organizzato e gerarchizzato dominando l’insieme dei paesi cristiani. Si viene a perdere: - la conversione e la nuova nascita; - la rigenerazione è acquisita mediante i sacramenti; - la sottomissione dei membri fin dall’infanzia viene esercitata mediante la dipendenza dal clero, ubbidendo ai comandamenti della Chiesa. Si rimpiazza l’unità e la potenza della chiesa apostolica: - si conserva sì la Bibbia, - ma di fatto la si sostituisce con 3 SAMOUÉLAN S., Aperçu historique des Elise de Professants, Dépôt des publication méthodistes, Nîmes 1958 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 203. 4 BABUT E. Charles, Priscillien et le Priscillianisme, Paris 1909, p. 57. 114 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia – evoluzione storica della Chiesa la teologia e i dogmi; - si conserva la comunione fra- - ma di fatto la si sostituisce con terna, l’istituzione; - si conserva la fede che agisce - ma di fatto la si sostituisce memediante l’amore, diante la regola di fede e di morale. Diviene più facile discutere e analizzare intellettualmente i dati della Parola di Dio che lasciarsi trasformare dallo Spirito santo. «Sono arrivato alla conclusione che il grande cambiamento che ha cominciato nelle relazioni tra la Chiesa e il mondo con la conversione di Costantino non è solamente il tornante decisivo della storia della Chiesa, ma è anche ciò che ci dà la chiave di molte difficoltà pratiche del nostro tempo. Io sono anche convinto che la Chiesa di domani è destinata ancor di più a ritornare a una situazione simile a quella che era presente nella Chiesa prima di Nicea (325 Concilio indetto da Costantino ancora non battezzato, ma quale imperatore gestiva le cose della Chiesa). Ciò significa che invece di cercare di inglobare il mondo si considererà come una chiesa di minoranza e adotterà un’abitudine d’opposizione cosciente al mondo. In compenso troverà fino a un certo punto la sua unità interiore di una volta».5 Dante scriveva: « Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre!» Inferno 19:116-118. Agostino nel constatare la Chiesa visibile – ecclesia visibilis del suo tempo che identificava con la Chiesa cattolica, a seguito dello studio sugli scritti di Paolo formulò il concetto della chiesa invisibile – ecclesia invisibilis. Siccome però era assolutamente impossibile distinguere tra Ekklesia visibile e Ekklesia invisibile perché nella chiesa visibile c’erano dei credenti autentici che appartenevano pianamente a Cristo 5 HOBHOUSE Walter, The church and the World in Idea and Hystori, Mc. Milan and C., London 1910, p. 124: cit. A. Kuen, o.c., p. 204. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 115 II Parte – Capitolo I mediante la fede. «Ciò che ha contribuito in modo molto significativo a fare dell’Ekklesia una santa istituzione di Chiesa fu il passare dalla Chiesa confessante perseguitata a Chiesa moltitudinista di Costantino. Da quel momento, era sufficiente, per appartenere alla Chiesa, che il bambino fosse battezzato e che in seguito fosse sottoposto all’insegnamento catechistico. Dopo qualche decennio la cristianità da Chiesa nazionale divenne Chiesa obbligatoria o Chiesa di costrizione della quale ognuno doveva far parte. Non solamente bisogna dire extra ecclesiam nulla salus – al di fuori della chiesa non c’è salvezza, ma ancora: all’interno dell’impero romano, nessuna esistenza è possibile al di fuori della Chiesa. Questa situazione si è prolungata fino alla Rivoluzione francese, pure per la Chiesa della Riforma che si era posta sul terreno della Chiesa nazionale costantiniana e della Chiesa della costrizione teodosiana. Questi due fattori non hanno esercitato la loro azione soltanto sulla Chiesa cattolica come tale, ma anche sulle altre, perché la Riforma non ha fatto nulla per modificare questo stato di cose, hanno in generale potentemente contribuito ha fortificare la Chiesa nel senso istituzionale. Per ognuno, una verità era chiara e certa: la Chiesa è questa sacra istituzione alla quale è per così dire impossibile non farvi parte. Colui che cerca di andare contromano a questo movimento passa per scismatico o eretico».6 «Da Teodosio, non c’è stata più missione in Europa ‘cristiana’, poiché dopo questa epoca, a seguito dell’obligatorium di Stato, ogni abitante dell’impero romano si trovava essere un cristiano battezzato».7 «L’Ekklesia era diventata istituzione sacramentale. Quella Chiesa che dall’editto di tolleranza di Costantino da perseguitata era diventata protetta e che dal tempo di Teodosio, aveva ricevuto dallo Stato il 6 7 116 E. Brunner, Dogmatique, vol III, p. 94. Idem, p. 123. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia – evoluzione storica della Chiesa sigillo di obbligatorium».8 Medio Evo Priscilla con sei seguaci veniva ucciso nel 385 a Trèves. Paoliniani, Bogomili, Culdi, Petrobussiani, Patarini, Valdesi, Begardi, Lollardi e molti altri furono perseguitati e uccisi perché si organizzavano per condividere la conoscenza del Vangelo, fare dei credenti confessanti sottraendoli alla chiesa e alla sua autorità. Le abbazie e i monasteri erano anche centri della chiesa professante. Sebbene Francesco d’Assisi creasse un movimento di risveglio, divenne poi uno strumento terribile della Chiesa per la sua sottomissione completa, incondizionata all’autorità ecclesiastica e papale. Nel M.E. e ancor oggi si utilizza la parola “conversione” in relazione alla vocazione, alla vita monastica e all’entrata in convento. Libri come Imitazione di Cristo erano scritti esclusivamente per le monache e i frati. Gli ordini religiosi sorti quale espressione di un risveglio religioso dei fondatori e per creare un risveglio della fede nella popolazione (questa vitalità ha avuto una breve durata), si sono atrofizzati e sono morti perché hanno avuto come presupposto l’obbedienza all’autorità ecclesiastica. La Riforma Per i Riformatori la loro Chiesa «la Chiesa riformata, non era una fondazione nuova, ma al contrario la Chiesa cattolica “riformata” dalla parola di Dio, la Chiesa papale romana era una setta. Rifiutarono agli anabattisti il diritto di mettersi a beneficio di questa idea. Ciò che da parte loro, gli anabattisti rimproveravano alla Chiesa zwingliniana o luterana, era in primo luogo di appropriarsi il principio costantino-teodosiano della Chiesa moltitudinista e obbligatoria, in virtù del quale ogni essere vivente in un territorio determi8 Idem, p. 168. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 117 II Parte – Capitolo I nato doveva appartenere a questa Chiesa unica e – dal battesimo dei bambini – poteva in effetti appartenervi – Gli anabattisti sottolineavano con ragione che l’Ekklesia neo-testamentaria ignora questa appartenenza di ufficio – come si esprime mediante il battesimo dei bambini – e ugualmente con la costrizione. Essi sono stati i primi difensori del principio della Chiesa indipendente».9 A. Kuen si chiede: «Perché i Riformatori hanno costituito le loro comunità in chiese moltitudiniste, invece di ritornare, come su tanti punti, al modello apostolico delle chiese professanti? È senza dubbio il grande dramma della Riforma del XVI secolo, è la sorgente del “malinteso della Chiesa” E. Brunner, di cui soffre il protestantesimo attuale, l’origine di numerosi scismi nei corso dei quattro secoli trascorsi, di confusioni che sono motivo di dispiacere nel presente e di rimprovero che, in avvenire, rischiano molto di condurre verso nuove difficoltà».10 Esprime il suo lamento: «È deprimente constatare che i Riformatori hanno visto – o intravisto – la vera natura della Chiesa nella Parola di Dio ma, per delle circostanze diverse, sono stati impediti d’imprimere su questo punto la loro convinzione nel momento in cui hanno dato l’impulso».11 9 10 11 118 Idem, p. 103. Idem, p. 207. Idem. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo II APOSTASIA DOTTRINALE DELLA CHIESA In questa sezione considereremo l’apostasia della Chiesa sotto tre aspetti: - battesimo - natura dell’uomo - la legge di Dio con l’annullamento del II e IV Comandamento. In questo allontanamento dagli insegnamenti del vangelo tutta la cristianità è coinvolta. Principalmente nella forma cattolica e ortodossa e si conserva in quella protestante ed evangelica. Il cristianesimo è sorto nell’ambiente ebraico ed ha ereditato dal popolo di Dio le rivelazioni, la legge e le varie dottrine che hanno caratterizzato Israele come un popolo distinto dagli altri. L’apostasia è l’abbandono da parte del cristianesimo della sana dottrina,1 cioè dell’insegnamento degli apostoli originando un sincretismo e ufficializzare questo errore come verità di fede. L’apostasia annunciata Durante il suo secondo viaggio missionario Paolo raggiunge Tessalonica (49, 50 d.C.). La predicazione dell’apostolo ha suscitato un grande interesse e anche un’aspra reazione, tanto è vero che deve lasciare in fretta questa città, dove però aveva preso vita una comunità di credenti. Nel suo bisogno di comunicare con questa chiesa abbandonata a se stessa, Paolo le invia un suo collaboratore, il giovane discepolo Timoteo e, a seguito delle notizie ricevute, manda una lettera con la quale esprime i suoi sentimenti di sollecitudine per i fratelli. Nella sua epistola affronta vari problemi di quella comunità e alcune sue frasi relative al ritorno di Cristo vengono mal comprese. Alla domanda cosa ne sarà dei credenti morti prima del ritorno del Cristo, Paolo insegna la risurrezione, ma la sua frase: «Noi viventi, i 1 1 Timoteo 1:10; 2 Timoteo 4:3; Tito 1:9; 2:1. II parte – Capitolo II quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore... » 1 Tessalonicesi 4:15 viene fraintesa, si crede che il ritorno di Gesù sia imminente, qualcuno cessa di lavorare e una vampata di fanatismo crea dei disordini. Qualche mese dopo l’apostolo fa pervenire alla comunità una seconda lettera nella quale scrive: «Ora, o fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore fosse imminente», aggiunge: «Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia» 2 Tessalonicesi 2:1-3.2 L’apostasia è l’allontanamento della Chiesa dal corretto insegnamento. Non sarebbe esplosa improvvisamente, bensì si sarebbe manifestata a seguito di una lenta metamorfosi i cui sintomi erano però presenti già nella Chiesa fondata dagli stessi apostoli, perché quando lo spirito di Dio agisce, contemporaneamente anche lo spirito dell’Avversario rinnova i suoi sforzi che sono gli errori di sempre: non accettare la sola grazia, ma acquistare il dono di Dio con del denaro (Atti 8:20); adulterare la Parola di Dio (2 Corinzi 2:17; 4:2); alterare volontariamente gli insegnamenti dell’apostolo Paolo (2 Pietro 3:16); speculare sulla fede mediante la filosofia e prospettare la funzione mediatrice di altri esseri come gli angeli (Colossesi 2:18); discutere se mangiare o non mangiare la carne in alcuni giorni 2 Il fatto che l’apostolo Paolo nella precedente lettera si sia identificato con coloro che sarebbero stati vivi quando Gesù sarebbe tornato, non voleva con questo dire che Gesù si sarebbe manifestato nel suo tempo. Nella sua seconda lettera smentisce chiaramente questa credenza. Paolo si era semplicemente identificato con i vivi che attendevano il ritorno di Gesù per meglio mettere in risalto che i morti risuscitati non avrebbero perso nulla rispetto a loro. Del resto, nella sua prima lettera ai Corinzi, scritta nel 55, si identifica sia con coloro che saranno vivi (15:51,52) sia con coloro che saranno morti quando Gesù ritornerà (6:14), come pure fa nella seconda lettera (4:14) scritta nel 57 o nel 58. Paolo nel suo scritto usa quella forma letteraria che noi stessi adoperiamo quando parlando ci identifichiamo ora con un gruppo, ora con un altro, per aiutare a meglio capire il nostro pensiero. 120 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa della settimana (Romani 14:2-15; Colossesi 2:21); accettare l’insegnamento di un evangelo diverso da quello insegnato (Galati 1:17); osservanze di giorni, di stagioni, di mesi e di anni (Galati 4:10); si cerca di strumentalizzare l’evangelo, che è liberazione, si fa della pietà un mezzo di lucro (1 Timoteo 6:5; Tito 1:11; 1 Pietro 5:2); si vuole «dominare sull’eredità del Signore» che è la Chiesa (1 Pietro 5:5); si tenta di primeggiare sui fratelli (3 Giovanni 9,10); si introducono prescrizioni e insegnamenti secondo la tradizione degli uomini (Colossesi 2:8); si perde di vista il compito e la funzione del credente in seno alla comunità e non si è più assidui alle riunioni abbandonando lo studio e l’ascolto delle sacre Scritture (Ebrei 10:25); le false dottrine cercano di sgretolare il perno dell’evangelo: la divinità del Cristo (1 Giovanni 4:2); si parla di fede mentre si trascurano le opere che la dimostrano (Giacomo 2:14-17); l’osservanza e la validità della legge vengono poste in discussione (Giacomo 2:10-12; Romani 3:31), la linea di demarcazione tra paganesimo e cristianesimo viene confusa (Romani 12:1; 2 Corinzi 8:14-18). Paolo, sapendo che l’apostasia sarebbe stata guidata dagli stessi responsabili spirituali, nel 58 d.C. ammonisce gli anziani di Efeso e di tutta quella regione, radunati per salutarlo, dopo il suo lungo soggiorno in quella località, con queste parole: «Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la Chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé» Atti 20:28-30. Nelle due lettere a Timoteo scrisse: «Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni... Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina, ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» 1 Timoteo 4:1; 2 Timoteo 4:3,4. Mentre Pietro ricorda che come in Israele ci furono i falsi profeti, così tra i cristiani, ci saranno i falsi dottori (1 Pietro 2:1). La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 121 II parte – Capitolo II In questa cristianità apostata il Signore ha riconosciuto attraverso i secoli dei leali servitori i quali sono rimasti fedeli e coerenti alla luce dell’evangelo che è giunta fino a loro. Il Signore ha riconosciuto anche la sincerità del loro cuore perché, pur praticando insegnamenti errati, li hanno vissuti convinti che corrispondessero alla rivelazione di Dio. Ancora oggi vi sono leali e sinceri credenti che vivono nell’errore. L’annuncio dell’evangelo nella sua verità è un invito ad accettare ciò che manca alla loro conoscenza per un’esperienza più completa con il loro Creatore. L’apostasia si è concretizzata perché la Chiesa attraverso i secoli, e fin dall’inizio, ha avuto degli uomini, anche in buona fede, che nel comprendere i tempi e il popolo hanno soddisfatto il bisogno di religiosità senza ancorarsi alla Parola del Signore, come hanno fatto per altri valori. Spesso involontariamente, per la non conoscenza della Parola, quelli che vengono chiamati i grandi della Chiesa, per rendere la Chiesa più accettabile, si sono messi in sintonia con i tempi. Uomini con buone intenzioni hanno asservito la Chiesa di Dio alla mentalità del tempo e alla religione dell’epoca. È questo un atteggiamento che tenta tutti quanti e non fa della Parola rivelata l’unito riferimento di fede. L’errore che Israele ha commesso 3400 anni fa con Aaronne, quando Mosè era sul monte Sinai per ricevere la legge da Dio, dopo l’uscita dall’Egitto, si è perpetuato nella Chiesa. Nel deserto del Sinai il popolo domandò ad Aaronne un dio che andasse davanti a lui e Aaronne, dopo aver invitato il popolo a spogliarsi dei suoi ornamenti, perché il popolo è sempre disposto a offrire i suoi tesori al proprio dio, sia esso vero o falso, cerca di salvare il culto all’Eterno facendo il vitello d’oro. Davanti a questo simulacro Aaronne dice: «O Israele questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto» Esodo 32:4. Da quel giorno molti conduttori della Chiesa, come Aaronne, hanno marchiato come “fede cristiana” i desideri della carne sacralizzandoli con l’altare prima, il pulpito poi, a seconda del tempo, annunciando pubblicamente che si tratta di una «festa in onore all’Eterno» Esodo 32:5. Il peccato commesso da Aaronne, come quello commesso dai successori degli apostoli, era più grave di un culto fatto alle divinità 122 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa pagane dell’epoca come Baal, Astarte, Mitra, Diana, Giove, Marte, ecc., a causa dell’illusione data. I fedeli si sono allontanato dalla Parola di Dio nel nome dell’Eterno. Non hanno condotto la cristianità agli idoli, ma hanno camuffato l’Eterno, coprendo l’idolatria umana col manto della Rivelazione con dei buoni propositi. Quando Mosè discese dalla montagna, richiamò il popolo alla confessione di fede e di fronte alla legge della grazia di Dio infranta, la Chiesa di allora vide in tutta la sua cruda realtà il proprio peccato (Esodo 32:1-24). Attraverso i secoli numerosi credenti, diversi gruppi di fedeli hanno compiuto la stessa opera, ma la cristianità nella sua maggioranza ha seguito la propria via. I. BATTESIMO - SIGNIFICATO BIBLICO Il battesimo non è un’istituzione religiosa dovuta all’autorità ecclesiastica o apostolica, ma un rito voluto e prescritto da Gesù stesso. Affinché gli apostoli non lo dimenticassero, Gesù lo ha ricordato loro, quasi come espressione della sua ultima volontà, nei momenti trascorsi assieme prima della sua ascensione definitiva (Matteo 28:19; Marco 16:15,16). Il Dictionnaire de Théologie Catholique dice: «Durante i primi secoli, il battesimo si conferiva abitualmente per immersione; è, del resto, il senso etimologico del verbo baptizo, che significa immergere, affondare»3 e questo ci aiuta a capire perché Giovanni Battista battezzava, cioè immergeva le persone nel Giordano a Enon presso Salim dove c’era molta acqua (Giovanni 3:25). Paolo nella sua lettera ai Romani spiega il significato dell’immersione e della sua conseguente uscita dall’acqua quando scrive: «Ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è resuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché, se siamo diventati una 3 BAREILLE G., Dictionnaire de Théologie Catholique, vol. II, col. 185. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 123 II parte – Capitolo II stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo anche per una risurrezione simile alla sua...» Romani 6:3-5; cfr Colossesi 2:12,13. Crisostomo diceva a tale proposito: «Quello che per Cristo fu la croce e il sepolcro, lo fu per noi il battesimo...; egli è infatti morto fisicamente e venne sepolto, noi (abbiamo fatto) entrambe le cose rispetto al peccato... Quella di Cristo fu morte fisica (letteralmente della carne), la nostra fu morte al peccato».4 «Il battesimo (diviene così n.d.a.) è il segno della nuova nascita. Segna l’entrata nell’alleanza di Gesù Cristo. Indica l’atto di Dio che ci ha salvati: la morte e la risurrezione del Cristo.... L’uomo che si fa battezzare, dimostra di riconoscersi incapace di purificarsi con i propri mezzi, di salvarsi con i suoi meriti; testimonia che deve la sua purificazione, la sua salvezza da questo mondo al solo Signore e che lo accetta con gratitudine. L’essenziale di ciò che Dio dice all’uomo e fa per lui è dunque concentrato in questo segno così semplice del battesimo».5 Nel battesimo è concentrato tutto il Vangelo: l’incarnazione del Cristo, la sua predicazione, la sua morte, la sua risurrezione e la risposta dell’uomo a Dio, la sua morte e il suo ritorno a vivere in lui, nella sua grazia. La formula: «Battezzate nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito santo» Matteo 28:19 racchiude tutta la restaurazione dell’uomo. Ogni volta che Paolo parla esplicitamente del battesimo è l’idea dell’unione col Cristo che viene messa in primo piano».6 Le condizioni per il battesimo sono: pentimento e fede (Atti 2:38; Marco 16:15,16). Credere e pentirsi implicano una maturità da parte di chi recepisce la Buona Novella ed essendo la risposta a Dio 4 Crisostomo, Epistola ai Romani 6:3; Omelia 10,4; cit. da DACQUINO Pietro, Battesimo e cresima, Torino 1973, p. 41. 5 BRÜTSCH Charles, La Foi Réformée, Neuchâtel 1947, pp. 59,60. 6 LEENHARDT Franz Johan, Le Baptême chrétien, 2a ed., Neuchâtel 1946, p. 49. 124 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa talmente personale, non può essere fatta per procura o da un essere che, sebbene presente fisicamente, non è però cosciente. L’apostolo Pietro dice che il battesimo è «la richiesta di buona coscienza fatta a Dio» 1 Pietro 3:21. Cioè con il battesimo il credente chiede il perdono dei propri peccati nel nome di Cristo e il soccorso dello Spirito Santo che gli permette di conservare una coscienza irreprensibile (costantemente illuminata dalla Parola di Dio che stabilisce ciò che è bene e ciò che è male) in vista della testimonianza che deve fare davanti a coloro che gli «domandano ragione della sua speranza (1 Pietro 3:15)».7 Insegnare, fare discepoli, battezzare, significa sottomettere le persone a tutte le istruzioni del Gesù storico per introdurre coloro che lo accettano nell’eternità. Pietro che è cosciente di questa realtà «scongiura» i suoi ascoltatori, nel giorno della Pentecoste, a salvarsi da quella perversa generazione. E «quelli dunque i quali accettarono la sua parola furono battezzati» Atti 2:40,41. La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri elementi Ben presto si manifestarono le prime deviazioni. Fu con il II secolo che «più d’una idea proveniente dai riti dei misteri pagani s’infiltrò nell’insegnamento dei teologi».8 Nella Didaché, o insegnamento dei dodici Apostoli, della metà del II secolo è detto come concessione: «... Battezzate... nell’acqua corrente. Se non vi è acqua viva, che si battezzi in un’altra acqua e, in mancanza di acqua fredda, in quella calda. Se non hai (abbastanza) né dell’una né dell’altra, versa tre volte dell’acqua sulla testa (del catecumeno) nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo».9 7 Vedere BONNET Louis, Le Nouveau Testament: t. IV: Épîtres aux Ebreux, Épîtres Catholiques, Apocalypse, 2a ed., 1876; rivista e aumentata da SCHRŒDER Alfred, 3a ed., G. Bridel, Lausanne 1905, L Épître de Pierre, p. 206. 8 AA.VV., Baptism, in The New Schaff-Herzog Encyclopy of Religion Knowledge, vol. I, p. 437. 9 Les Pères Apostoliques, I, Doctrine des Apôtres, ed. Hippolyte Hemmer, G. Ogier et A. Laurent, Paris 1907, p. 15 (capitolo VII); cit. A.F. Vaucher, idem, p. 14. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 125 II parte – Capitolo II Giustino Martire nella sua Apologetica dice che il catecumeno deve digiunare assieme a coloro che celebreranno il rito di abluzione che «si chiama illuminazione, perché coloro che ricevono questa dottrina hanno lo spirito illuminato».10 Nel IV secolo Basilio riconosceva che la tradizione aveva aggiunto qualcosa di diverso e diceva: «Noi non ci accontentiamo delle parole riportate dagli apostoli o dall’Evangelo: prima e dopo, noi ne pronunciamo delle altre, ricevute dall’insegnamento non scritto, perché esse hanno una grande importanza per il mistero».11 Queste aggiunte consistono tra l’altro nell’attribuire al rito un valore sacramentale, magico.12 L’acqua doveva essere corrente, benedetta e l’effetto della sua purificazione e santificazione operata dal vescovo, secondo Cipriano, era quello di cancellare i peccati al suo contatto.13 La benedizione dell’acqua opera un cambiamento magico, sia secondo Tertulliano,14 sia secondo Cirillo di Alessandria che scrisse: «L’acqua subì un cambiamento di natura, grazie allo Spirito santo, ed acquistò un potere divino e ineffabile».15 Al battesimo veniva attribuito un carattere così sacramentale che quando Atanasio da ragazzo battezzò per gioco dei suoi compagni, il 10 Giustino Martire, Prem. Apologie, Paris 1904, p. 127 (capitolo LXI); cit. A.F. Vaucher, idem, pp. 14,15. 11 Basile le Grand, Traité du Saint-Esprit, 27,66, Paris 1947, p. 234, MIGNE, P.G., 32, col. 187; cit. A.F. Vaucher, idem. 12 Anche il mondo evangelico che applica il battesimo per immersione e alla persona convertita è influenzato da questo pensiero quando crede che con il rito della nuova nascita il credente riceva da Dio i doni dello Spirito come qualcosa che gli vengano infusi miracolosamente. Ci sono motivi per credere che i doni dello Spirito non siano qualcosa che il Signore aggiunga alla personalità del neocredente, ma che l’azione dello Spirito nella vita del convertito fa che le qualità naturale riconosciute e nascoste, nel nuovo rapporto di vita con il proprio Dio, sono messe al servizio della comunità, in favore del Vangelo, della testimonianza e se prima erano chiamati talenti, qualità, capacità, ora nel rapporto di grazia sono considerati doni. 13 Cipriano, Epistole 70, I, 3, Paris 1925, II, p. 252. 14 Tertulliano, Du Baptisme, capitolo 4; MIGNE, P.L., I, col. 1203,1204. 15 Cirillo, su Giovanni 3:5; MIGNE, P.G., 73, 1864, libro II, col. 245,246; cit. A.F. Vaucher, idem. 126 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa vescovo di Alessandria che lo vide considerò valido a tutti gli effetti quel battesimo e ammise quei giovani alla scuola per formarli al sacerdozio.16 «Così si arrivò a predicare la salvezza tramite il battesimo e non più in Cristo, tramite il pentimento».17 Presso Paolo: «È la fede che chiede il battesimo, mai il battesimo precede la fede».18 «È evidente che la fede è una condizione inequivocabile del battesimo. Solo coloro che credevano si facevano battezzare».19 Si iniziò a dare ai catecumeni battezzati il latte e il miele per aiutarli a capire che erano nati di nuovo.20 Anche il rito viene modificato, dall’immersione unica presentata nel Vangelo si passò a compiere tre immersioni secondo il manuale della Didaché della metà del II secolo. Questa usanza viene confermata da Tertulliano all’inizio del III secolo21 e da Ippolito che scriveva: «Egli entra in seguito nell’acqua, e il sacerdote, ponendo la sua mano sulla testa del candidato, lo immerge per tre volte, domandandogli ad ogni immersione se egli crede alle tre Persone della beata Trinità, il sacerdote ripete la formula del battesimo a ogni immersione».22 Il vescovo Munnulus di Girba raccomanda la triplice immersione al Concilio di Cartagine del 256 e la Costituzione Apostolica, forse del IV secolo, raccomanda che «se qualche vescovo e prete non compie le tre immersioni, ma si accontenta di una, data nella morte di Cristo, che egli sia deposto».23 16 CLIFFORD Cornelius, Athanasius, in The Catholic Encyclopedia, vol. 2, p. 36. 17 A.F. Vaucher, idem. F.J. Leenhardt, o.c., p. 62. p. 173. 19 HEITMüLLER, Taufe und Abendmmahl bei Paulus, 1903, p. 14. p. 173. 20 MOSHEIM Johann-Lorenz von, Histoire Ecclésiastique ancienne et moderne, vol. I, Yverdon 1776. p. 213. 21 Tertulliano, Adversus Praxeas, capitolo 26; MIGNE, P.L., 11, c. 190. 22 Ippolito, Canon XIX, ]23-132. 23 Constitutions Apostoliques Lib. 8, can. 50; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 24. 18 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 127 II parte – Capitolo II L’origine di questa pratica secondo Martino di Braga (520-580) è antica, come risulterebbe da un’epistola da lui inviata a Bonifacio24 e confermato anche da Gerolamo. A supporto della triplice immersione c’erano i riti pagani che si cristianizzavano. Battesimo ai bambini e neonati Già nel II secolo si incominciò a praticare il battesimo ai bambini.25 Sebbene ancora oggi tutti riconoscano che nella Chiesa primitiva il battesimo era fatto solamente a persone adulte, nel III secolo si trova ben stabilito il battesimo ai neonati, anche se gli adulti continuavano ad essere battezzati. Molti uomini illustri vengono battezzati in età adulta: Ambrogio, Agostino, Gregorio di Nazianze, Basilio, Crisostomo, Gerolamo. Origene è probabilmente il primo a propugnare il battesimo dei bambini e alla base di questa sua dottrina, secondo Harnack, c’era la 24 OTT Michael, Martin of Braga, in The Catholic Encyclopedy, vol. IX, p. 732; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 25. 25 A. Kuen, o.c., pp. 169-171 riporta le seguenti riflessioni: «Tutte le tracce del battesimo dei bambini che si è voluto trovare nel N.T. devono ancora essere introdotte» scrive il prof. Fr. Schleiermacher. «Che non ci sia alcuna traccia del battesimo dei bambini nel N.T. può essere considerato dall’esegesi scientifica come un risultato acquisito» Herzogs Realenzyklopädie. «Non possediamo alcuna testimonianza sicura concernente il battesimo dei bambini durante il periodo apostolico e post-apostolico. Ogni volta che si è cercato di apportare una prova scritturale in favore del battesimo dei bambini si è perso tempo» prof. D. Drews. «È una confessione molto generale consentita dai difensori del pedobattesimo che il N.T. non offra degli insegnamenti espliciti capaci di tranciare il problema del battesimo dei bambini, … solo i fanatici contesteranno questa constatazione. La cosa è pure così chiara che gli avvocati del battesimo dei bambini sono portati a concludere che le argomentazioni scritturali dei Riformatori sono senza valore… Si comprenderà che non possiamo pretendere fare meglio di loro… Ci auguriamo che queste confessioni, espresse da menti eclettiche siano un serio invito e anche un avvertimento nei confronti di coloro che si ostinano a raccogliere dei frammenti di testi per farsene delle armi. Perché voler sempre riprendere degli argomenti di cui si ha per cento volte di già mostrato che erano insostenibili?» F.J. Leenhardt, o.c.,. 66,67. «La controversia ha dimostrato che non è possibile apportare un prova indubitabile del battesimo dei bambini appoggiandosi unicamente sulla Bibbia e senza fare appello alla Tradizione» O. Heggelbacher O. 128 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa sua concezione filosofica che gli uomini avevano peccato nella loro vita anteriore, concezione che sarà poi sostituita da quella del peccato originale. Cipriano in Africa è un difensore del battesimo dei bambini ed è sostenuto da una sessantina di vescovi. Il concilio di Cartagine del 418 fu il primo a prescrivere: «Chiunque dice che non è necessario battezzare i neonati, sia un anatema».26 Ma fino al VI secolo il battesimo degli adulti rimane sempre la pratica più seguita. Il battesimo, precedendo l’istruzione, dà origine a delle innovazioni e la Catholic Encyclopedie riconosce che «quando si stabilì il battesimo dei bambini la cresima (confermazione) non fu amministrata che al momento in cui il bambino aveva raggiunto l’età della ragione».27 In questa fase di assorbimento del paganesimo, il limbo fa la prima apparizione. Gregorio di Nazianze (329-390) diceva dei bambini non battezzati: «Non saranno né ammessi alla gloria celeste dal giusto Giudice, né votati alle pene, perché non malvagi e nemmeno sigillati (dal battesimo)»28 e per evitare che i neonati morti subissero la sorte dei dannati, come credeva Agostino29, il battesimo dei bambini si generalizzò sempre di più. I neonati non potevano rispondere «sì, credo in Gesù», allora sorse la necessità dei procuratori: padrini e madrine. Per battezzare i bambini si sviluppò la forma dell’aspersione che fu solamente accettata dalla Chiesa occidentale. Del resto «l’aspersione dei bambini faceva parte della mitologia pagana, e la si constata su numerosi monumenti romani o etruschi, 26 HEFELE Charles Joseph, Histoire des Conciles, II, I, Paris 1908, p. 192 (canone 2); Cit. A.F. Vaucher, idem, p. 34. 27 SCANNELL T.B., Confirmation, in The Catholic Encyclopedie, vol. IV, p. 216; cit. A.F. Vaucher, idem, p 37. Una cerimonia analoga viene fatta nelle Chiese protestanti che battezzano i neonati. 28 Gregorio de Nazianze, Orat. 40,23; MIGNE, P.G., 36, 1858, col. 390; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 38. 29 The Catholic Encyclopedie, vol. IX, p. 257; cit. A.F. Vaucher, idem. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 129 II parte – Capitolo II sebbene la sua origine si perda nella notte dei secoli. Presso i pagani, era una lustrazione; fece la sua prima apparizione nella Chiesa sotto la forma di esorcismo; quando i monaci unirono l’esorcismo al battesimo, si confuse col battesimo; per finire, lo soppiantò».30 Nel 340 Gregorio il teologo suggerì l’età di tre anni per il battesimo, mentre Agostino quella di quattordici. Questo cambiamento della pratica battesimale è uno dei più significativi che abbiano segnato la storia della Chiesa. «Negli ultimi anni del II secolo, Tertulliano si mostrava un avversario acerrimo del battesimo dei bambini, prova che non era generalmente considerato come un’ordinazione apostolica»31 ma un ulteriore passo verso una religione che si conforma al suo tempo. Basile il Grande († 379) diceva: «Bisogna prima di tutto essere discepoli di Cristo e in seguito essere giudicati capaci di ricevere il santo battesimo».32 «L’editto di Giustiniano (527-565) fece del battesimo dei bambini una legge dello Stato che bisognava osservare a rischio della persecuzione».33 «Dal V all’VIII secolo si battezzeranno i bambini di due o tre anni (salvo in caso di pericolo di morte), dall’VIII secolo al X secolo quelli di un anno. Bisogna attendere l’XI secolo perché prevalga definitivamente il battesimo dei lattanti».34 L’immersione è stata abbandonata, perché non si praticava più il battesimo degli adulti credenti. «Quando nell’VIII secolo, il battesi30 ROBINSON Robert, The History of Baptism, London 1790, p. 132; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41. Tertulliano diceva a proposito delle lustrazioni pagane: «Il prete, passeggiando l’acqua sacra qua e là, annaffia case, borgate, templi, ecc.» o.c., capitolo 5, III, p. 243. MIGNE, P.L., I, col. 1204,1205; cit. A.F. Vaucher, idem, pp. 41,42. 31 NEANDER Augustus, The History of the Christian Religion and the Church, New York 1848, p. 199; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 31. Vedere Tertulliano, Del Battesimo, capitolo 18; MIGNE, P.L., I, 1844, col. 1221. 32 De Baptismo, lib. II, cap.1. (p.178) 33 L. Secrétan, p. 42. (p.178) 34 LOVSKY, Foi e Vie, 1950, p. 126 ; cit. A. Kuen, o.c., p.178. 130 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa mo dei bambini si generalizza, si rinunciò poco a poco a una istallazione impraticabile e, alla piscina, si sostituì la conca con poca profondità».35 Il prof. K. Aland evoca due ragioni per giustificare il battesimo dei bambini: «1. la crescita numerica considerevole dei bambini dei cristiani all’inizio del III secolo. 2. Una evoluzione teologica. Nel I secolo i cristiani pensavano che i bambini che nascevano a loro erano innocenti, “santi” 1 Corinti 7:14, senza peccato. Numerose citazioni provano che i Padri apostolici pensassero la stessa cosa. Le iscrizioni funerearie dei bambini dei cristiani portano sempre gli attributi: “innocente, innocentissimo…”. Non si battezzavano i lattanti perché li si consideravano come “santi”. La Chiesa antica è restata su questa posizione fino alla fine del II secolo. L’ha abbandonata per ragioni di ordine teologico: fino a quando che la Chiesa presupponeva la santità dei bambini dei cristiani non li ha battezzati. A partire dal momento in cui questo presupposto era errato, cominciò a praticare e a introdurre il battesimo dei lattanti».36 Il battesimo dei bambini lo si considera indispensabile alla salvezza perché morti senza battesimo sono votati all’inferno.37 Nel Medio Evo il battesimo degli adulti lo si riscontra in qualche gruppo rimasto fedele alla Scrittura, come i Paolini o i Valdesi. Nel libro armeno La Chiave della verità, scritto tra il VII e IX secolo, descrive gli usi dei Paolini si legge: «Il nostro Signore domanda prima di tutto il pentimento e la fede, in seguito viene il battesimo. Noi gli dobbiamo quindi obbedire e non cedere agli argomenti seduttori di coloro che battezzano gli inconvertiti, gli incoscienti e gli 35 Dom Cabrol, Dictionnaire d’Archeologie chrétienne, t. I, col. 391. p. 165. ALAND Kurt, Die Säuglingstaufe im Nruen Testament und in der alten Kircke, Eine Autwort an Joachim Jeremias, Chr. Kaiser Verlag, München, 1961, p. 84; cit. A. Kuen, o.c., pp. 178,179. 37 WESTPHAL Elexndre, L’Église libre; cit. A. Kuen, o.c., p.180. 36 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 131 II parte – Capitolo II impenitenti. Alla nascita di un bambino, gli anziani di Chiesa devono esortare i genitori a crescerli nella pietà e nella fede. Il Signore ci ha appreso di non conferire il battesimo che nell’età della maturità. Di conseguenza, seguendo le parole del Signore noi dobbiamo prima di tutto portarli alla fede e al pentimento prima di battezzarli. Nessuno dovrebbe essere battezzato senza aver espresso il sincero desiderio. Il battesimo verrà fatto in un fiume, all’aria aperta. Il candidato al battesimo s’inginocchia in mezzo all’acqua e confesserà la sua fede con fervore davanti alla congregazione riunita. La preghiera e la lettura della Scrittura accompagneranno questo atto».38 In questa stessa epoca Carlomagno fece un editto ai suoi Capitoli: «Ogni Sassone non battezzato che rifiuterà di farsi amministrare il battesimo, volendo rimanere pagano, sarà messo a morte. Tutti i bambini dovranno essere battezzati nell’anno. Chiunque negligerà di presentare il bambino al battesimo nel corso dell’anno, senza il consiglio o la dispensa di un prete, pagherà al fisco una multa di 120 monete d’oro, se è di natali nobili; di 60 monete se è indigente».39 «È un grave errore supporre che il battesimo abbia cessato di essere amministrato per immersione quando l’uso di battezzare i bambini divenne generale. L’immersione fu praticata fino al XIII e anche fino al XIV secolo. Di fatto, non è mai stata formalmente abbandonata; persiste nella Chiesa greca e in diverse altre Chiese orientali... Questa nuova forma di battesimo (aspersione) non ha preso il posto dell’immersione che dopo diversi secoli, senza che una regola ecclesiastica sia stata stabilita e che si sia rinunciato ufficialmente al rito dell’immersione».40 Martin Lutero, che alla Riforma aveva riscoperto il significato del battesimo, ha avuto poi una posizione pragmatica della quale il 38 BROADBENT cit. da A. Kuen, o.c., p.180. Capitulaire promulgato nel 785, cit. da HALPHEN, Etude critiques sur l’Histoire de Charlemagne, ed. Alcan ; A. Ken, o.c., p.181. 40 LYMAN Coleman, Ancient Christianity Exemplified, Philadelphia 1875, pp. 396,397; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 50. 39 132 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa protestantesimo ne subisce ancora le conseguenze. A. Kuen presenta una sintesi dell’evoluzione del suo pensiero. Nel 1518 insegnava: «Colui che crede, possiede; colui che non crede, pure il sacramento non serve a nulla». Nel 1520 nella Captivité de Babylone – Esilio di Babilonia scriveva: «Dio ha detto: “Colui che avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato”… da questa promessa, se la riceviamo con fede, dipende tutta la nostra salvezza. Se crediamo, il nostro cuore è fortificato dalla promessa divina… Se questa fede fa difetto o non è per nulla acquisita, il battesimo non serve a nulla, al contrario, è nociva al momento di riceverlo e per tutto il corso della vita… L’efficacità del battesimo non risiede in ciò che pensa e fa colui che lo conferisce, ma nella fede di colui che lo riceve… L’efficacità del sacramenti dipende dalla fede e non dal loro compimento esteriore. Così il battesimo non giustifica nessuno e non serve a nessuno, ma la fede nella promessa alla quale si aggiunge il battesimo, giustifica e compie ciò che il battesimo significa». Nel suo Grande Catechismo, dice ancora: «Il battesimo senza la fede non è che un segno spogliato di efficacia. Coloro che ricevono il battesimo senza una fede intera ricevono non lo Spirito, ma unicamente dell’acqua». Il battesimo deve rimanere legato al pentimento e alla fede.41 Nel 1525, nel suo sermone della terza domenica dopo l’epifania insegnava: «In Romani 10 la fede viene da ciò che si ascolta, ma ciò che si ascolta viene dalla predicazione della Parola di Dio. I bambini non ascoltano, né comprendono la Parola di Dio; non possono dunque avere della fede personale. A questa obiezione i sofisti delle alte scuole e la banda del papa hanno inventato questa risposta: i bambini sono battezzati senza fede personale, sulla fede della chiesa confessata dai padrini al momento dei battesimo. A seguito di questo i peccati sono perdonati al bambino nel battesimo dalle virtù e dai poteri del battesimo stesso e una fede personale viene infusa al bambino per grazia, in modo da trasformarlo in bambino nuovamente 41 W.A. 6.529, W. Setter: Die Taufe beim jungen Luther, Tubingen 1965. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 133 II parte – Capitolo II nato d’acqua e di Spirito santo. Tuttavia se si chiede su cosa fondano i loro argomenti e dove ciò si trova nella Scrittura, si è nel buio più profondo; presentano i loro insigni accademici e dicono: “Noi siamo i dottori eruditi e siamo noi che lo diciamo, ecco perché è esatto, e non dovete chiederci altro”. Quasi tutte le loro dottrine non hanno fondamento che nei loro propri sogni e immaginazioni… Quando si tratta di perdere o di salvare la mia anima per l’eternità, io non posso fidarmi a degli angeli o a dei santi, ancor meno a uno o due santi, se non mi presentano la Parola di Dio. Partendo da queste menzogne, hanno continuato (a ragionare) e sono andati fino a insegnare ciò che mantengono fino ai nostri giorni, che i sacramenti hanno una tale virtù che, anche se, al momento di riceverli, tu non hai la fede, tu ottieni ugualmente la grazia e il perdono dei peccati. Hanno dedotto questo dall’opinione precedente, pretendendo che i loro piccoli bambini ricevono la grazia, senza credere, unicamente per la virtù e l’efficacia del battesimo; tutto questo per effetto della loro immaginazione… Preservati da un tale veleno e da un tale errore, anche se fosse il pensiero esplicito e unanime di tutti i Padri e di tutti i Concili, poiché una tale opinione non regge, non ha alcun fondamento nella Scrittura e non riposa che sui sogni e arguzie umane. Tutto questo è in contraddizione assoluta con la citazione biblica essenziale dove Cristo disse: “Colui che crede e sarà battezzato sarà salvato”. In breve, il battesimo non serve a nulla, non bisogna neppure amministrarlo a qualcuno almeno che non creda personalmente; senza fede personale non bisogna battezzare nessuno. È ciò che dice sant Agostino: non è il sacramento che giustifica, ma la fede del sacramento… Battezzare i piccoli bambini che non hanno una fede personale è scherzare con il santo battesimo e peccare contro il comandamento che c’impone di non utilizzare coscientemente e volutamente il nome di Dio invano. Il loro pretesto di battezzare i piccoli bambini in virtù della loro fede futura, quando crederanno personalmente, non vale a nulla perché la fede deve essere presente prima del battesimo e in ogni caso al momento dell’atto. Altrimenti il bambino non è liberato dal diavolo e dai peccati. … tutto ciò che si 134 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa pratica nel battesimo dei bambini non è che menzogna e bestemmia: chi battezza chiede: “Il bambino crede?”. Si risponde: “Sì” al suo posto. Tuttavia nessuno è battezzato al suo posto, è il bambino stesso che viene battezzato… Il mio fedele consiglio e giudizio è che ci si astenga, più presto possibile e che non si battezzi più per sempre nessun bambino allo scopo di non più ridicolizzare e bestemmiare la santa Maestà divina con tali scherzi e buffonerie senza fondamenta».42 Nel 1526, in Deutsche Messe und Gottesdienstordnung Lutero intravede la pratica del battesimo in «riunioni particolari», che aveva intenzione di organizzare quando sarebbero venuti «giorni migliori». Allora «coloro che vogliono essere seriamente cristiani e professare il Vangelo in atti e parole scriveranno il loro nome su una lista apposita a tale scopo e, lontano dalla confusione della folla, si riuniranno in una casa per fare in comune preghiere e letture, per celebrarvi il battesimo, per ricevervi la santa Cena e praticare altre opere cristiane… Se si avessero le persone che vogliono essere seriamente cristiane, il resto si farebbe da sè. Ma non posso e non voglio stabilire una tale chiesa o riunione perché non ho ancora le persone per questo».43 La confessione d’Augsbourg dirà: «I sacramenti richiedono la nostra fede, se ne fa un uso salutare quando li si riceve con fede». Ma più tardi, nella lotta contro gli anabattisti illuminati, Lutero difenderà il battesimo dei bambini mediante la tradizione della Chiesa. Scrive a Melantone: «Del resto, che confessa la Chiesa? C’è qui una questione di fatto e non di diritto, non possiamo discutere se la Chiesa deve credere che la fede è infusa nel bambino battezzato, perché non c’è un testo che lo contrasti. Cosa fare? Ma noi abbiamo la professione. Che professa la Chiesa?». Lutero aveva riconosciuto che la fede doveva necessariamente precedere il battesimo; ora ecco mantiene il battesimo dei bambini. 42 W.A. XVII,II-79 a 81. Martin Luthers Werke, ed. dr. Julius Boehmer, Deutsche Verlags Anstalt, p. 246. W.A. 19,72-113. (p.184) 43 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 135 II parte – Capitolo II Lo può giustificare supponendo la fede infusa nel neonato attribuendo alla Chiesa l’opus operatum (cioè la rigenerazione operata dal sacramento). Accanto alla Scrittura il Riformatore riconosce qui un’altra sorgente della rivelazione: la professione della Chiesa, cioè la tradizione. Nel 1528 marcando la propria esitazione dice: «Il bambino è battezzato non perché ha la fede; ma perché il Signore l’ha ordinato. Il battesimo senza fede è inutile, ma non nocivo».44 A vantaggio del battesimo dei bambini Lutero, senza rendersene conto rovescia: - la giustificazione per fede - l’autorità sovrana della Scrittura che aveva edificato come principio stesso della Riforma. Ricade nel sacramentalismo romano affermando che l’acqua del battesimo «sopprime il peccato, la morte e ogni male, ci aiuta a salire in cielo e accedere alla vita eterna. È diventa un prezioso sciroppo, un aromaticum e un medicamento… perché Dio è in questa acqua e questa deve essere necessariamente la vera aqua vitae, che annienta la morte, l’inferno e rende vivente per l’eternità».45 Non ci dobbiamo stupire, scrive A. Kuen, se dall’ora troviamo nelle dogmatiche luterane delle formule che richiamano singolarmente la dottrina romana dei sacramenti: «È con ragione che i nostri Dogmatici hanno chiamato il Battesimo “un mezzo di giustificazione”… il Battesimo opera la remissione dei peccati, cancella il peccato, santifica e purifica, rigenera e salva… In effetti il Battesimo conferisce tutte le benedizioni spirituali. “Mediante la Parola, il potere di rigenerare è accordato al Battesimo” Lutero. L’effetto della Parola e del rito è lo stesso».46 Gli altri Riformatori hanno più o meno percorso la stessa strada paralizzando la Riforma. Scrive K. Barth a tale proposito: «Osiamo 44 LEMAITRE Aug., Voi et Verité, p. 470; cit. A. Kuen, o.c., p. 184 nota 85. W.A. t. 52, p. 102; cit. K. Barth, p. 13; cit. A. Kuen, o.c., pp. 181-184. 46 MUELLER J. Th., La doctrine chrétienne, ed. des Mission Luthériennes, 1956, pp. 550,551 ; cit. idem, p. 185. 45 136 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa affermarlo, la confusione nella quale Lutero, Calvino e i loro rispettivi successori si sono impegnati è senza speranza… bisogna riconoscerlo che la loro argomentazione su questo punto decisivo è così poco degno di fede quanto i loro fondamenti esegetici sono poco saddisfacenti».47 P. Lobstein esprime un giudizio altrettanto oggettivo e severo: «I loro argomenti teologici sono qualche volta di una incontestabile debolezza: sovente fanno ricorso a delle ipotesi che assomigliano piuttosto a degli espedienti che a delle soluzioni o a delle prove».48 Perché questa contraddizione dei Riformatori tra la comprensione teologica della Scrittura e la prassi che l’annulla? Scrive Karl Barth: «Il motivo vero e deciso in favore del pedobattesimo è stato presso i Riformatori e ancora prima, semplicemente questo: al XVI secolo non si voleva in alcun modo e per nessun motivo rinunciare all’esistenza della Chiesa evangelica nel corpus chriatianum constantinien. Oggi, non si vuole, in nessun caso e per nessun motivo rinunciare alla forma attuale della Chiesa “popolare”. La Chiesa non potrebbe più essere una chiesa popolare, cioè una Chiesa nazionale, o una Chiesa moltitudinista, se rinunciasse al battesimo dei bambini. Perché piangere allora! Questa 47 BARTH Karl, La Doctrine ecclésiastique du Baptéme, Extrait des cahiers Bibliques de Foi et Vie, Paris, s.d., p. 36. 48 LOBSTEIN Paul, Essai d’une Apologie du Batême des Enfatnts, cit. da F.J. Leenhardt, o.c., p. 66. Zwingli e Calvino giustificavano il battesimo dei bambini con le seguenti motivazioni: - l’alleanza andava oltre alla nozione dell’individuo. Il bambino viene battezzato in qualità di una famiglia credente che aveva la fede. - Dio esprime la sua grazia anche prima del battesimo, quindi si può godere della grazia di Dio prima di credere. - Come la circoncisione introduceva il neonato nel popolo di Dio, così è del battesimo. - Gesù aveva promesso il Regno dei cieli ai piccoli bambini. «La base del battesimo dei bambini è lo stesso della chiesa moltitudinista, parte dal principio che il mondo intero deve essere requisito per Cristo» GÜNTEHER Harder, Evangeliche Teologie, 1960, p. 80. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 137 II parte – Capitolo II preoccupazione non è la forma primitiva che Lutero confessava apertamente: non ci sarebbero stati più battezzati se, al posto di essere portati al battesimo, sarebbe dovuto andare? Non neghiamo questa difficoltà storica e attuale… Vorremmo tuttavia porre qualche domanda. Sono queste delle preoccupazioni legittime? Non varrebbe meglio in ogni caso e specificatamente qui, studiare da molto vicino il problema di cui si pensa che non si potrà, in alcun caso e in alcuna maniera, superare? Siamo talmente sicuri del valore intrinseco del sistema costantiniano, della forma attuale delle nostre chiese multitudiniste, che possiamo e dobbiamo conservarlo in ogni caso… – a prezzo di questa ferita che causiamo continuamente alla Chiesa mediante un battesimo scorretto?… Dove, dunque è scritto che i cristiani non devono costituire una minoranza – e pure una demoliisima minoranza? Non sarebbe più utile all’ambiente e al mondo, se minoranza, costituirebbero per contro una Chiesa sana? Quale vantaggio, a dire il vero, avrebbe la Chiesa dal fatto che rimane una Chiesa “moltitudinista”, nel senso pieno di questa parola: una Chiesa del popolo invece di essere una Chiesa per il popolo? Qualunque cosa sia, dal punto di vista teologico, bisogna affermare che il problema per gestire meglio la nostra pratica battesimale si pone con urgenza. Ecco cosa bisogna dire a riguardo dell’ordine del battesimo in ciò che concerne il battezzato: necessità di una restaurazione. Molto semplicemente, al posto del battesimo dei bambini come è praticato attualmente, esige un battesimo dove il battezzato sia responsabile. Affinché le cose si svolgano in questa forma corretta, questo battezzato, anziché essere un oggetto passivo, deve diventare il libero partnaire di Gesù Cristo, cioè un partnaire che si decide e che confessa la sua fede liberamente, che attesta, da parte sua, che desidera essere battezzato e che è pronto ad esserlo».49 Il prof. Jalaguier dice: «Se la Chiesa per sua natura e per il suo scopo, può essere moltitudinista, il pedobattesimo è giustificato».50 49 50 138 K. Barth, o.c., pp. 40,41. JALAGUIER, De l’Eglise, p. 74. p. 152. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa L’autonomia, la ribellione nei confronti della Parola di Dio, il peccato continua. II. LA DOTTRINA DELL’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA Schizzo dell’insegnamento biblico sulla natura dell’uomo «Dio solo è immortale» scrive l’apostolo Paolo al suo collaboratore Timoteo (1 Timoteo 6:16; 3:17), e ha creato un uomo libero il quale, accettando l’offerta della sua grazia, avrebbe potuto vivere della sua vita. Affinché l’uomo potesse comprendere, nella sua innocenza, che l’immortalità non era qualcosa che faceva parte della sua natura, Dio lo invitò a cibarsi dell’albero della vita. Sebbene l’uomo fosse stato avvertito da Dio del pericolo di perdere la sua libertà, la sua signoria sugli animali, sul creato e di alterare il «tutto era molto buono» della creazione, divenendo un condizionato e schiavo della sua azione, davanti alle parole di Satana «Non morrete affatto... (ma) sarete come Dio» Genesi 3:5,6; cfr 2:17,18, l’uomo si sottrasse al Creatore. Ogni visione diversa della morte è la voce dell’Avversario che trionfa. Ogni insegnamento che non corrisponde a quello della rivelazione è la voce del nemico che viene accettata come benefattrice dell’umanità offrendo la vita nella disobbedienza. L’Avversario non negò l’esistenza di Dio, ma predicò il primo sermone sull’immortalità dell’anima e sulla reincarnazione che purtroppo molte fedi sostengono. La seduzione dell’Eden: «Non morrete affatto» continua ancora dall’Oriente all’Occidente e viceversa. Dal Nord al Sud. Per la Scrittura la morte è in contrapposizione alla vita, è cessazione dell’essere cosciente e non il passare a vivere in un altro modo, luogo e dimensione. Da quel giorno nell’Eden la morte è entrata nel mondo e, sebbene l’uomo abbia in sé «il pensiero dell’eternità» Ecclesiaste 3:11, perché è stato creato da un Essere eterno, per vivere in quella dimensione, con la morte cessa di vivere. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 139 II parte – Capitolo II «Difatti, i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non v’è più per essi alcun salario; poiché la loro memoria è dimenticata. E il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole... Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non v’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza... Nella morte non c’è memoria di te (Eterno) chi ti celebrerà nel soggiorno de’ morti?» Ecclesiaste 9:5,6,10; Salmo 6:5. Neppure i credenti defunti glorificano il Signore, perché: «Non sono i morti che lodano l’Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio; ma noi (i viventi) benediremo l’Eterno da ora in perpetuo.... Poiché quei che scendono nella fossa non possono più sperare nella tua fedeltà (perché) gli uccisi che giacciono nella tomba... sono fuori della portata della tua mano» Salmo 115:17; Isaia 38:18; Salmo 88:5.51 La morte che colpisce l’uomo fin dall’uscita dell’Eden, sebbene continui a essere la madre degli spaventi, il risultato d’uno squilibrio, una maledizione, è ancora per l’uomo una liberazione, interrompe la sua sofferenza, la sua malattia e grazie a essa il nostro mondo non è un grande lazzaretto nel quale s’invochi una fine che non viene. Ancora una volta nella disgrazia il Signore ci è venuto incontro liberandoci da una sofferenza eterna. Chi muore scende nel «luogo del silenzio... riposa nell’assemblea dei trapassati» dove regnano le tenebre (Salmo 94:17; 115:17; Proverbi 21:16; Giobbe 10:21,22). Lo Sceol è il nome ebraico del luogo immaginario dove i morti dormono e si riposano dalle loro fatiche (Daniele 12:13). Se l’indipendenza da Dio, se «il salario del peccato è la morte, (per contro) il dono di Dio è la vita eterna» Romani 6:23. Alla morte la sacra Scrittura contrappone la risurrezione. Il patriarca Giobbe sul suo letto di sofferenza diceva agli amici: «... Il mortale spira e... dove è egli? Le acque del lago se ne vanno, il 51 140 Siamo noi che abbiamo scritto quanto messo tra parentesi. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa fiume viene meno e si prosciuga; così l’uomo giace, e non risorge più; finché non vi siano più cieli, egli non si risveglierà né sarà destato dal suo sonno.... Io so che il mio Redentore vive, e che nell’ultimo giorno egli si leverà sopra la polvere; e quantunque, dopo la mia pelle questo corpo sia roso, pur vedrò con la carne mia Iddio; il quale io vedrò, gli occhi miei lo vedranno, e non un altro» (Giobbe 14:10-12; 19:25,26; versione Diodati).52 Il Nuovo Testamento ha lo stesso insegnamento. Di Lazzaro che era morto Gesù disse che dormiva e la sorella di lui rispose a Gesù: «Io so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno» (Giovanni 11:11-13,24). L’apostolo Paolo consola i Tessalonicesi che erano nel lutto annunciando il ritorno di Cristo e la risurrezione in quel giorno (1 Tessalonicesi 4:15-18). I grandi uomini di Dio (Abele, Noè, Abraamo, Isacco, Giacobbe, Samuele, ecc.) che sono stati dei luminari attraverso i secoli «pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch’era stato promesso» perché non era ancora giunto il tempo di giudicarli e dare ai servitori, ai profeti, ai santi, e a quelli che temono il nome di Dio, piccoli e grandi il premio, così scrive Giovanni. È al ritorno di Cristo che i morti risorgeranno e solamente in quel giorno, con l’apostolo Paolo, riceveranno la corona di giustizia assieme a tutti coloro che hanno amato il ritorno di Gesù.53 «Se i morti non risuscitano... quelli che dormono (che sono morti) in Cristo, sono dunque periti» per loro non c’è salvezza e quindi «se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo» 1 Corinzi 15:16,18,32. Questo insegnamento della risurrezione, che si contrappone all’immortalità dell’anima e alla negazione della salvezza, subito 52 «Nella mia carne vedrò Iddio» Nuova Diodati; «Senza la mia carne vedrò Dio» Luzzi, Nuova Luzzi, ed. Paolina 1983, CEI, Gerusalemme; «distrutto il mio corpo, io stesso vedrò Dio» La Parola del Signore. 53 Ebrei 11:39; Apocalisse 11:18; 2 Timoteo 4:8. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 141 II parte – Capitolo II dopo la morte era uno dei pilastri della predicazione di Gesù e degli apostoli.54 Origene (III secolo), riprendendo questo insegnamento, in una omelia disse: «Gli apostoli stessi non hanno ancora ricevuto la gloria: ma aspettano anch’essi affinché ancor io sia partecipe del loro gaudio».55 Questa verità risulta palese ogni qualvolta si torni alla sorgente. Il domenicano Thomas Camelot scrive: «Quando si parla dell’immortalità dell’anima, non si tratta che dell’immortalità felice dopo la risurrezione gloriosa, conseguenza della risurrezione di Cristo. L’immortalità naturale è al di fuori della prospettiva del pensiero cristiano».56 All’insegnamento degli apostoli e dei profeti si è contrapposto quello del seduttore, del principe di questo mondo. Errore universale «Domandate a un cristiano, protestante o cattolico, intellettuale o no, che cosa insegna il N.T. sulla sorte individuale dell’uomo dopo la morte, e, salvo pochissime eccezioni, avrete sempre la stessa risposta: l’immortalità dell’anima. Eppure questa opinione, per diffusa che sia, è uno dei più gravi fraintendimenti che riguardano il cristianesimo».57 «Dall’origine dell’umanità, due dottrine si sono affrontate, riguardo all’uomo: quella di Dio: “Tu morrai certamente” Genesi 2:17; quella di Satana: “No, voi non morrete punto” Genesi 3:4. Mentre i profeti israeliti hanno mantenuto fedelmente il pensiero divino, che scorre come un fiume di acque pure attraverso tutto l’A.T., il fiume del paganesimo ha trasportato, con alcune vestigia della rivelazione primitiva, una massa crescente di errori. I due fiumi, 54 Atti 24:14,15; 26:6-8; 23:6; Luca 14:14. Origene, Omelia VII sul Levitico. 56 CAMELOT Thomas, Introduction au traité contre les païens d’Athanase d’Alexandrie, Paris 1946, p. 47. 57 CULLMANN Oscar, Immortalità dell’anima o risurrezione dei morti?, Paideia, Brescia 1970, p. 15. 55 142 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa che hanno cominciato a scorrere in direzioni opposte, hanno finito per convergere; essi si sono incontrati e hanno mischiato le loro acque». Queste acque si mescolarono nel giudaismo tardivo, e nel cristianesimo post-apostolico. «Le acque chiare del Rodano e le acque fangose dell’Arve si incontrano a Ginevra: esse lottano per mantenere la loro indipendenza e la loro omogeneità, e fino a una certa distanza dopo il loro congiungimento si possono vedere (ancora) le due correnti distinte, di colori differenti, come separate da una linea ideale; poi, a poco a poco la fusione si opera; ben presto le due correnti si confondono e danno origine a un nuovo fiume ad acqua torbida: è il Rodano, ma modificato nella sua apparenza dall’apporto del suo affluente».58 E la storia ci dice che «per imporsi ai pagani, il cristianesimo si tinse di paganesimo, divenne pagano».59 «Mentre il paganesimo si cristianizzava, il cristianesimo si paganizzava. Un giorno venne in cui le due potenze furono abbastanza ravvicinate per confondersi. Da questa fusione è nato il cattolicesimo»60 che vive anche nella Chiesa ortodossa, nel protestantesimo e nell’evangelismo che non hanno saputo saltare i secoli dell’apostasia per ritornare all’insegnamento dei profeti e degli apostoli. PhilèmonVincent riassume così gli usi e i costumi dell’antichità nei confronti dei defunti: «Gli abitanti della Gallia facevano dei prestiti in denaro rimborsabili nell’altro mondo. Gli antichi Greci mettevano nella bocca del morto una moneta, per pagare il suo trasporto fino al soggiorno delle anime. 58 VAUCHER Alfred Félix, Le problème de l’immortalité, ed. Fides, Collonges sous Salève, p. 19. 59 RENEL Charles, Les Religions de la Gaule avant le Christianisme, Paris 1906, p. 2; cit. da VAUCHER Alfred Félix, L’homme son origine sa destinée, Dammarie-Les-Lys 1974, p. 55. 60 REVILLE Jean, La Religion à Rome sous les Sévères, Paris 1886, p. 294. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 143 II parte – Capitolo II Gli Egiziani mettevano vicino al cadavere, nella sua tomba, “il Libro dei Morti”, che conteneva le preghiere tramite le quali si doveva conciliare il favore divino nell’altra vita. I Pellirosse si fanno seppellire con le loro frecce, al fine di potere ancora vivere, nell’oltretomba, della loro caccia. Il Lappone, nelle distese glaciali del Nord, fa mettere nella sua tomba una pietra di silice ed un’esca da fuoco per fare del fuoco al suo risveglio. L’Esquimese della Groenlandia sotterra con il suo bambino un cane, che gli deve servire da guida».61 L’etnologo Jean Servier constata: «Tutti i riti funerari sono tecniche la cui efficacia è condizionata dalla credenza nella sopravvivenza dell’anima e da una conoscenza approfondita delle modalità di questa sopravvivenza, la cui concezione è analoga nelle diverse civiltà».62 Ma «la tesi filosofica dell’immortalità e dell’indistruttibilità dell’anima umana... è assolutamente estranea alla religione biblica».63 «In virtù d’una immunità straordinaria, i libri canonici dell’A.T. non tradiscono da nessuna parte, in un modo innegabile, l’influenza delle dottrine platoniche che sono però evidenti in molti libri deuterocanonici».64 «La dottrina pagana dell’immortalità dell’anima è la negazione su tutte le linee dei dogmi fondamentali della Chiesa cristiana. Non solamente della Risurrezione, ma soprattutto della Creazione. Poiché un’anima immortale non è creata. Secondo le diverse dottrine platoniche o induiste, secondo tutte le grandi mitologie pagane, d’altronde in ciò perfettamente conseguenti, l’anima non è mai creata, essa è una emanazione della divinità, una particella, una scintilla divina, caduta ed imprigionata in un corpo e che, liberata da 61 VINCENT Philémon, Manuel de religione chrétienne, Paris, p. 257. SERVIER Jean, L’uomo e l’invisibile, ed. Rusconi, Milano 1973, p. 144. 63 REUSS Edouard, Histoire de la théologie chrétienne au siècle apostolique, vol. II, 3a ed., Strasburg 1864, p. 554. 64 Petavel Olliff, o.c., t. I, p. 120. 62 144 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa questo corpo con la morte, ritorna a fondersi nella divinità. Così la morte non è più una maledizione, non è più il salario del peccato, al contrario. È una liberazione».65 L’uomo secondo la Bibbia A questa concezione pagana la Scrittura contrappone che «l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente» Genesi 2:7. Scrive J. Zurcher: «Questo breve racconto ha non solamente il vantaggio di stabilire i legami che esistono realmente tra Dio e l’uomo, ma ancora di dirci tutto ciò che è possibile affermare quanto alla natura intima dell’uomo, cioè: 1. che l’uomo è formato da due principi correlativi; 2. che la sintesi di questi principi costitutivi dell’essere umano formano un tutto: l’uomo; 3. che la caratteristica dell’uomo è di essere un’anima vivente». Di conseguenza l’anima - non è divina; - non è preesistente alla creazione dell’uomo; - non è una sostanza immateriale, separata e separabile dall’uomo, che è stata un bel giorno imprigionata nel corpo e che un giorno lo lascerà. Nel pensiero biblico l’uomo forma un tutto indivisibile. «Il testo afferma... chiaramente che il nephesh (anima, in greco psiche) non è dato all’uomo come un’anima che sarebbe depositata in un corpo, ma il risultato finale dell’azione divina è una realtà contemporaneamente fisica e spirituale; così la traduzione più adeguata di nephesh chayah è quella di essere vivente... Il nephesh è il risultato del basar (carne) animato dal ruach (spirito)».66 Con l’espressione anima, la Bibbia presenta l’uomo, l’io, l’essere intero nelle sue varie manifestazioni: l’anima si sazia (Salmo 107:9); prova delle emozioni (Salmo 35:9; 2Re 4:27); ha una attività morale 65 66 PURY Roland de, Des antipodes, ed. D. & N., 1967, p. 128. ZURCHER Jean, L’Homme, sa nature et sa destinée, Neuchâtel 1953, p. 156. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 145 II parte – Capitolo II (Michea 6:7; 2Re 9:15) e può morire (Ezechiele 18:4, 20), Gesù con il suo sacrificio offre la sua anima cioè se stesso (Giovanni 10:11,15,17). L’anima è la persona (Atti 2:41; 27:10). Il maestro Vaucher riassume così l’antropologia biblica: materia + forma = corpo; corpo + spirito = anima o persona vivente che si manifesta sotto il triplice aspetto fisico, psichico e spirituale.67 L’uomo quindi non ha un corpo, ma è un corpo; non ha un’anima, ma è un’anima; non ha uno spirito, ma è uno spirito. Corpo anima e spirito (2 Tessalonicesi 5:23) sono i diversi organi, modi di esprimere la propria personalità con i quali l’uomo entra in relazione con l’ambiente che lo circonda, con i suoi simili e con Dio. Corpo anima e spirito sono tre gradi della manifestazione dell’essere umano. Che l’uomo sia un tutt’uno e non un composto viene confermato dalla medicina psicosomatica. «Non si può curare il corpo senza curare l’anima e lo spirito. Non vi è riforma fisica di una vita senza riforma morale, e non c’è riforma morale senza rinnovamento spirituale».68 «L’antropologia biblica si avvera oggi, alla luce dei lavori contemporanei di biologia, di psicologia e di psicopatologia, d’una verità e d’una giustezza che fanno della Bibbia una miniera ancora inesplorata di insegnamenti per l’antropologia e la psicologia, come anche la psichiatria. Il problema psicofisiologico, quello delle emozioni, della vita psicopatica, sia a livello intellettuale che emotivo... sono stati trattati nei testi ebraici con una precisione e con una padronanza che deve servire da modello alla moderna ricerca. È infatti verso il punto di vista biblico che si orienta senza saperlo l’antropologia positiva, di mano in mano che si libera dagli schemi platonici e cartesiani».69 67 A.F. Vaucher, L’homme,..., p. 15. TOURNIER Paul, Medicina Individuale, 2a ed., AVE, Roma, p. 86. 69 TRESMONTANT Claude, Metafisica del cristianesimo e la nascita della filosofia cristiana, p 33. 68 146 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa L’apostolo Paolo annuncia che nella Chiesa si sarebbero invocati i demoni, cioè i morti Paolo profetizzava che sarebbe venuto il tempo in cui la cristianità avrebbe accettato le dottrine pagane dello stato dei morti facendo di conseguenza un culto ai defunti, che venivano chiamati demoni. Questa forma di culto sarebbe stata esercitata nella chiesa di Gesù Cristo. Al suo collaboratore Timoteo scrive: «Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni» 1 Timoteo 4:1. Con queste parole Paolo dice semplicemente che la dottrina greca dei «demoni» che i latini chiamano «geni» o «semidei» (divi), cioè il culto ai trapassati che si credevano elevati in cielo, ai quali s’innalzavano altari, si accendevano delle candele, si bruciava l’incenso o si indirizzavano delle preghiere come a dei protettori, intermediari tra l’uomo e le divinità, sarebbe entrato nella cristianità apostata. Che con demoni si intendessero i trapassati è ciò che lo stesso apostolo Paolo dice nel suo discorso all’aeropago di Atene: «Ateniesi io vedo che siete in ogni cosa quasi troppo religiosi» Atti 17:22. O, secondo l’espressione greca “deisidaimonestérous”, «come troppo dedicati al culto dei demoni». Luca, nel redigere l’esperienza di quel giorno, dice che gli Ateniesi, parlando tra di loro, dicevano di Paolo «pare essere un predicatore di divinità straniere», traduzione letterale, «sembra che annunci dei “demoni stranieri”» Atti 17:18. Chi erano questi demoni stranieri che Paolo annunziava? «Annunziava Gesù e la risurrezione», cioè annunciava il “demone" Gesù, che dalla morte è ritornato alla vita. Giovanni nell’Apocalisse usa ancora questa espressione «demone» quando predice che la cristianità corrotta, malgrado sia stata colpita dalle conseguenze dell’infedeltà a Dio, continua a adorare «i demoni» Apocalisse 9:20. Nessuna Chiesa cristiana ha presentato un culto a degli spiriti maligni, ma troppo numerosi sono stati i cristiani che hanno La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 147 II parte – Capitolo II presentato un culto a «degli spiriti di morti deificati» o a «dei demoni» secondo l’espressione greca di Paolo. Nel N.T. la parola demone indica i trapassati, le divinità, i semidei dei popoli pagani.70 Designa anche gli spiriti impuri o cattivi che Satana impiega al suo servizio. Generalmente nei Vangeli l’espressione demone ha questo secondo significato,71 ma nelle epistole dell’apostolo Paolo ha generalmente il primo significato.72 Nell’A.T., versione greca dei LXX, il significato primo e principale di questa parola si applica agli idoli dei pagani.73 È per abuso che Satana nel linguaggio corrente viene chiamato demone o demonio. Questo nome però non gli è mai dato nella Scrittura. I demoni sono sotto il suo potere; perché è lui l’artefice di questo imbroglio e perché è lui che domina sugli spiriti decaduti. Nella Bibbia nessun essere è chiamato demonio per eccellenza. Il significato della parola demone: semidei e trapassati, è confermato dai Padri della Chiesa sia latina che greca. Ignazio martire (II secolo) ricorda nella sua epistola di Smirne l’apparizione di Gesù agli apostoli dopo la crocifissione e gli fa dire: «Prendetemi, palpatemi, e vedete che io non sono per nulla un demone incorporale».74 Agostino nella sua Città di Dio scrive: «Apuleio e quanti la pensano come lui hanno attribuito ai demoni la dignità di risiedere nell’aria, cioè tra il cielo e la terra, così che essi rechino agli dèi le preghiere degli uomini e riportino a questi i doni ottenuti “non 70 Atti 17:18-22; 1 Corinti 10:20,21; Apocalisse 9:20; 18:2. Anche nell’A.T. si ha lo stesso significato: Levitico 17:7; Deuteronomio 32:17; 2 Cronache 11:15; Salmo 106:37. 71 Matteo 9:33; Luca 11:14; Matteo 11:18; Luca 7:33; Matteo 15:22; Marco 7:26; Matteo 17:18; Luca 4:35; 8:29; 11:14. 72 Il significato della parola demone è stato sapientemente stabilito da diversi autori. Vedere ad esempio: FOERSTER W., daimon, in Grande Lessico del Nuovo Testamento, t. II, voce, Paideia 1966, p. 744 e seg.. 73 Deuteronomio 32:17; Salmo 96:5; 106:37,38 (gr. 105) 2 Cronache 10:20,21. 74 Cit. da E.B. Elliott, o.c., p. 507; cit. da Mède, o.c., p. 642. 148 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa essendovi nessun Dio che si abbassi fino all’uomo”».75 Così, coloro che credettero queste cose stimarono cosa sconveniente che gli dèi comunicassero con gli uomini e gli uomini con gli dèi. Ritennero invece cosa degna che i demoni comunicassero con gli dèi e con gli uomini per trasmettere agli uni le petizioni e agli altri i favori».76 Sotto l’influenza della filosofia greca e delle concezioni pagane, che già avevano influenzato il giudaismo, il concetto dell’immortalità dell’anima si insediò nella cristianità perché i padri della Chiesa non si preoccuparono di verificare le proprie radici pagane con la rivelazione. Forti personalità pagane accettarono il Cristo degli evangeli, ma a causa di una mancanza di conoscenza dell’insegna-mento biblico, portarono nella Chiesa le loro concezioni filosofiche quale loro patrimonio culturale arricchito dai valori della nuova fede. Col tempo fu normale sostituire il culto pagano alla divinità e ai trapassati con quello dei martiri prima e dei santi dopo. Gli eroi pagani vengono sostituiti dai martiri e dai santi cristiani È così che Eusebio, vescovo di Cesarea, all’inizio del IV secolo dopo aver citato Platone «il quale vorrebbe che gli uomini morti per la patria fossero considerati demoni, e che i loro sepolcri fossero adorati come quelli dei demoni», fa di questa dottrina del filosofo un argomento a favore delle feste che i cristiani celebravano già nel suo tempo sulle tombe dei martiri, perché secondo lui non è sbagliato che questi morti «siano accettati come campioni della vera religione... Da qui la nostra abitudine di andare presso i loro sepolcri e di rivolgere loro una preghiera e dare onore alle loro anime benedette».77 Teodoreto, vescovo di Tiro, all’inizio del V secolo, dopo aver citato il poeta Esiodo che considerava i trapassati, tra i quali i 75 Platone, Convito, 203. «Platone nel Simposio dice che “chi è demone è intermediario tra Dio e i mortali... I demoni interpretano agli dèi le cose degli uomini, e agli uomini le cose degli dèi”», cit. da GODET Frédéric, Commentaire sur la I épître aux Corinthiens, t. II, Neuchâtel 1887, p. 106. Plutarco ha scritto un libro sul buon «demone» di Socrate. 76 Agostino, Città di Dio, libro VIII, cap. 8. 77 Cit. da L. Gaussen, o.c., t. III, p. 107. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 149 II parte – Capitolo II migliori filosofi, come i guardiani e i preservati dal male diceva: «Perché trovate voi sbagliato se lo facciamo anche noi nei confronti di coloro che sulla terra sono stati eminenti nella pietà e soffrirono il martirio? Noi cristiani non li chiamiamo demoni, che Dio ce ne guardi, ma amici e servitori di Dio, i quali essendo ora morti e quindi fuori dal loro corpo, hanno la capacità di guardare gli affari degli uomini. Ed è per questo che vengono invocati. I loro templi sono celebri per la loro grandezza e bellezza. Coloro che sono in salute li pregano affinché vi siano conservati, coloro che sono da molto tempo ammalati li pregano per essere guariti, coloro che non hanno figli li pregano affinché li possano avere, quelli che partono per un viaggio li invocano affinché siano nei loro confronti compagni e guida. La dimostrazione del fatto che i nostri martiri sono come i vostri protettori è data dal fatto che coloro che fanno delle petizioni vengono esauditi e la prova la si ha nelle offerte fatte dai fedeli in riconoscenza per la guarigione ottenuta. I doni votivi che voi potete vedere sono: effigi di occhi, di mani, oro, argento. In verità i nostri martiri hanno abolito e cancellato la memoria di coloro che si chiamano dèi dalla mente degli uomini. Il Signore ha introdotto i nostri morti al posto dei vostri dèi destituendoli e dando il loro onore ai nostri martiri. Al posto della festa di Giove e di Bacco e di altri simili, adesso si celebrano le feste di Pietro e Paolo, Tommaso e Serpio e di altri martiri».78 Questo assorbimento del mondo pagano ha suscitato però delle reazioni anche se il loro effetto è stato nullo. Chi ha contestato queste pratiche pagane nella Chiesa di Dio è stato come una voce nel deserto. Il culto ai morti non solo non è stato abbandonato ma rivalutato. Un esempio chiaro lo troviamo nel culto, ambiguamente chiamato devozione alla Vergine, Regina del cielo79, che il vescovo 78 Eusebio, Prepararazione evangelica, XIII, 11; cit. da L. Gaussen, o.c., t. III, pp. 394, 295; E.B. Elliott, o.c., t. II, 5a ed., London 1862, p. 505. 79 Espressione questa che il profeta Geremia attribuiva al culto pagano di Astarte. Geremia 7:18. 150 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa sant’Epifanio, nel IV secolo, rimproverava ai colliridiani dicendo: «Non bisogna onorare i santi al di là di ciò che è loro dovuto, poiché è il Signore che noi dobbiamo servire. La Vergine non è stata per nulla proposta alla nostra adorazione, poiché ella ha adorato Colui che, secondo la carne, è nato da lei. Che nessuno dunque adori Maria. È a Dio solo, il Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, che appartiene questo mistero, ma a nessun uomo, né a nessuna donna, e gli angeli stessi non sono affatto degni di una simile gloria. Così dunque certe donnette non disturbino più la Chiesa e non dicano più: “Noi onoriamo la Regina del Cielo”, poiché dicendolo e offrendo le loro focacce, compiono ciò che è stato predetto, che alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni (cfr 1 Timoteo 4:1). No questo errore del popolo antico (cfr Salmo 106:37) non prevarrà su noi al punto da allontanarci dal Dio vivente per adorare le creature, poiché se un angelo rifiuta di essere adorato da San Giovanni (Apocalisse 19:10; 22:8,9), come lo rifiuterebbe ancor più colei che non fu che la figlia di Anna».80 Parafrasando quanto riportato del Maestro Vaucher: quando i due fiumi, quello della rivelazione e quello della seduzione si incontrarono, dopo un po’ di tempo le acque si mescolarono e non dettero più segni di distinzione. Il cristianesimo apostata non aveva nulla che si differenziava dal paganesimo vinto e tuttavia vincitore. Agostino riconosceva che «a proposito dei beni che godono i beati (i morti, cioè i demoni) dopo questa vita non c’è dissenso tra i più illustri filosofi e noi; essi combattono solamente la risurrezione della carne, e la negano con tutte le loro forze».81 80 S. Epifanio, Libro III, Commentario, 2a ed., t. II - haeres 79; cit. da GROSS Charles, L’Œcuménisme, Metz, p. 14 nota; cit. L. Gaussen, o.c., t. III, p. 107; cit. E. Elliott, o.c., p. 508. 81 Agostino, o.c., libro XXII, cap. XXVI. Agostino ha inoltre esposto i suoi argomenti filosofici in favore dell’immortalità dell’anima nel II libro dei Soliloqui e nel trattato dell’Immortalità dell’anima. Con Agostino molte concezioni dualistiche manichee entrarono nella Chiesa. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 151 II parte – Capitolo II La teoria dell’immortalità dell’anima è stata affermata da Tertulliano, esposta da Agostino e ha trovato la sua formula definitiva in Tommaso d’Aquino. Il cristianesimo diventa così una religione di pratiche pagane o, se vogliamo, un paganesimo di credenze cristiane. Sebbene l’apostolo Paolo insegni chiaramente che Gesù è il «solo mediatore tra Dio e gli uomini» 1 Timoteo 2:4, la Chiesa ha sostituito l’opera del Cristo con quella dei santi e delle vergini, sostitutivi di tutte quelle divinità pagane che fungevano da intermediari tra le divinità superiori e gli uomini, avendo anche il compito di proteggere le città, le arti e i mestieri. Ruolo di Roma nella soppressione del II comandamento Nell’Antico Testamento, come abbiamo visto, la parola demone è attribuita anche agli idoli, alle statue dei pagani. Il secondo comandamento dice: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro... » Esodo 20:4,5; cfr. Levitico 26:1. Fu perché la Chiesa praticava il culto ai demoni che con il tempo, per una questione di coerenza, si trovò nell’obbligo di togliere dal decalogo il secondo comandamento, che in una forma chiara la condannava nel suo allontanamento dalla legge di Dio, anche se questo comandamento va oltre questa pratica pagana. Uno dei tentativi per mantenere la coerenza nella Chiesa riguardo a questo soggetto fu il concilio di Costantinopoli nel 754 con 338 vescovi, i quali decisero «che ogni immagine di qualunque materia fosse fatta e formata, sarebbe gettata fuori dalla Chiesa, come una cosa abominevole e pronunciarono queste stesse parole: “Gesù Cristo ci ha liberato dall’idolatria e ci ha insegnato ad adorare in spirito e verità; ma il Diavolo, non potendo soffrire la bellezza della Chiesa, a poco a poco ha riportato l’idolatria sotto l’apparenza del cristianesimo, persuadendo gli uomini a servire la creatura, e ad adorare un’opera alla quale essi hanno messo il nome di Gesù Cristo”». 152 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa Però nel 787 si tenne il secondo concilio di Nicea, VII concilio ecumenico, con 350 vescovi, riunito sotto l’influenza del pontefice romano. Decretò: «Che sarebbero erette delle immagini del Signore Dio, nostro Salvatore Gesù Cristo, della nostra felice Signora la madre di Dio, dei venerabili angeli e di tutti i santi, e che chiunque avesse rigettato le immagini, le pitture o le reliquie dei martiri, sarebbe deposto, se è ecclesiastico, e scomunicato, se monaco o laico»; aggiungendo, secondo il costume: «Dannazione a tutti gli eretici! Dannazione al concilio che ha ruggito contro le venerabili immagini! La santa Trinità li ha deposti».82 La formazione del dogma dell’immortalità dell’anima I secoli trascorsero e quando «verso il 1500, l’immortalità era il problema attorno al quale si agitavano tutte le questioni filosofiche»83 il papa Leone X, nella VIII sessione del V Concilio del Laterano, 19 dicembre 1513 proclamò il dogma dell’immortalità dell’anima. «La bolla pubblicata in quell’occasione dice che “non solamente l’anima è la forma del corpo, ma che essa è inoltre immortale... Coloro che insegneranno il contrario saranno puniti come eretici”».84 Lutero elevò la sua protesta contro questo dogma nella sua XXVII tesi, pubblicata nel gennaio 1551, tre mesi prima di comparire a Worms e «nella sua “Difesa di tutte le proposizioni condannate dalla nuova bolla”,... metteva il dogma dell’immortalità dell’anima nel novero delle “favole mostruose che fanno parte del letame romano”...».85 Sebbene «l’immortalità dell’anima sia la dottrina ufficiale della Chiesa romana; i teologi della Riforma non sono riusciti a svincolar- 82 83 84 85 Cit. da GUERS Émile, Histoire abregée de l’Eglise, 1850, pp. 100,101. Petavel Olliff, o.c., t. II, Paris 1892, p. 76. Idem, p. 291. Idem, p. 77. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 153 II parte – Capitolo II sene totalmente».86 Lo stesso grande riformatore non è sempre stato coerente alla dottrina biblica dell’incoscienza dei morti.87 La Riforma, non avendo sottomesso a un esame le dottrine che uscivano dal quadro della giustificazione per fede, rimase incompleta e la confessione di fede di Westminster delle Chiese riformate ne è una chiara testimonianza. Essa può essere così riassunta: «l) Adamo è stato creato immortale come Dio stesso quanto alla sua anima, benché il suo corpo fosse mortale; 2) La morte di cui fu minacciato in caso di disubbidienza aveva un triplice carattere: essa doveva mettere un termine alla vita fisica, separare l’anima da Dio e votarla a delle pene eterne».88 Il pastore riformato R. de Pury scriveva: «È davanti alla bara, che l’illusione di ogni tempo si è data libero corso, e che l’uomo ha lasciato vedere il suo bisogno di essere imbrogliato» e, dopo aver detto che la soluzione pagana della morte è diventato il dogma cristiano, aggiungeva: «Le devastazioni che questo dogma ha fatto nella predicazione cristiana sono incalcolabili e sbalorditive, poiché finisce per essere il fondamento della maggior parte dei nostri discorsi funebri. Quale ironia nel fatto che il popolo che fu più di tutti attaccato a questa credenza, e che ci ha lasciato le testimonianze più commoventi, sia il popolo d’Egitto, colui sul quale la Bibbia fece pesare la maledizione di Dio! Allorquando la Bibbia stessa, sulla quale deve basarsi la nostra predicazione, non contiene da nessuna parte la minima traccia d’una credenza all’immortalità dell’anima».89 Per il momento una completa riforma non si è ancora realizzata nel mondo evangelico; noi vorremmo che le parole di speranza di Petavel-Olliff: «È compito della nostra generazione - scriveva alla fine del XIX secolo - riprendere l’opera incompiuta dei riformatori»,90 diventino oggi realtà. 86 BAUDRAZ Françis, Les epître aux Corinthiens, 1965, p. 117. Vedere DANIEL Walther, The ministry, luglio 1955, pp. 41,42. 88 Petavel-Olliff, o.c., t. II, p. 81. Questa confessione di fede ha ancora autorità presso le Chiese Presbiteriane della Scozia, Inghilterra e America. 89 PURY Roland de, La présence de l’Eternité, Neuchâtel 1946, pp. 124,125. 90 Petavel Olliff, o.c., t. Il, p. 80. 87 154 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa Purtroppo sin dall’inizio del terzo millennio l’insegnamento dell’Avversario dilaga senza argini di contenimento. Il Vescovo di Roma ha proposto alla venerazioni dei fedeli più trapassati di quanto l’abbiano fatto nel passato tutti i suoi predecessori e le librerie sono invase dalla letteratura New Age dove immortalità, reincarnazione, entità del paranormale sono l’asse portante di questa nuova filosofia che unisce Oriente e l’Occidente, Nord e Sud. La dottrina dell’immortalità dell’anima: porta aperta allo spiritismo «Spiritismo, termine derivato dal latino spiritus, sostanza incorporea capace di percezione, e con il quale si vuole designare una dottrina che afferma la possibilità di comunicare con lo spirito di un defunto attraverso un soggetto psichicamente predisposto».91 Lo spiritismo si presenta, fra l’altro, come una religione che afferma che l’anima di colui che muore ritorna nel mondo degli spiriti, dei disincarnati, e può essere accanto agli esseri incarnati che vedono e ascoltano. Nell’Enciclopedia Cattolica si legge: «Chi volesse ammettere per veri alcuni fatti assolutamente preternaturali, che si asserisce essersi svolti nel corso delle manifestazioni medianiche, e volesse accettarli come dimostrazione dell’origine ultraterrena della rivelazione spiritica, ...sarebbe costretto ad ammettere nello svolgimento di tali fatti l’intervento di spiriti di natura diabolica. Sotto l’aspetto morale... l’interpretazione spiritica delle manifestazioni metapsichiche e la loro pratica, allo scopo di porsi in comunicazione con spiriti disincarnati, rappresenta colpa grave d’idolatria e superstizione. Per tale ragione sin dal Vecchio Testamento simile pratica è stata condannata, dichiarata degna della pena di morte (Deuteronomio 18:9-12; Levitico 20:6,27) e a volte direttamente punita da Dio con la più grande severità... Un decreto del S. Uffizio del 4 agosto 1856 dichiara illecita, ereticale e scandalosa la pratica di evocare le anime dei morti, riceverne responsi, ecc.; la dichiarazione della S. Penitenzieria, 1 febbraio 1882, dichiara illecito l’assistere, 91 Spiritismo, in Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. XI, p. 1181. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 155 II parte – Capitolo II anche passivamente, alle consultazioni o ai giochi spiritici... la risposta del S. Uffizio, 1° aprile 1898, dichiara illecita l’evocazione dei trapassati».92 Se questo è ciò che dice la Chiesa, essa stessa però sostiene l’insegnamento dello spiritismo affermando la sua dottrina dell’immortalità naturale dell’anima. Come le persone vanno dal medium per potere intrattenersi con il defunto e avere consigli, così la Chiesa afferma che il congiunto morto vede e segue tutti gli eventi quotidiani dei viventi e di conseguenza può influire sulla loro vita. Le manifestazioni più appariscenti dello spiritismo cristiano sono le apparizioni tanto osannate delle varie vergini93 e le profezie che fanno i beati morti. La forza per combattere la piaga dello spiritismo,che conquista sempre più seguaci nel mondo sta solamente nel ritorno all’insegnamento biblico. Lasciato questo, l’umanità non può che mettersi nelle mani dell’Avversario e subirne le seduzioni. La dottrina pseudo-cristiana dell’immortalità dell’anima è la porta che immette la cristianità in diretto contatto con gli angeli decaduti E con i demoni dei quali si parla molto nei Vangeli. L’inferno e le pene eterne Come abbiamo visto nella confessione di fede di Westminster un errore non va mai solo. Le anime dei defunti vengono distribuite tra paradiso, purgatorio e inferno. Ma «gli inferi biblici non sono un luogo di tormento, ma di riposo. Che pensare allora dell’inferno cattolico, dove le anime dei malvagi ardono per tutta l’eternità? Qualcuno ha detto che se un tale luogo esistesse, dovrebbe essere riservato a chi ha inventato il dogma 92 Spiritismo, in Enciclopedia Cattolica, vol. XI, col. 1138,1139. «Esponenti del cattolicesimo (dicono che) molte manifestazioni che gli spiritisti considerano come dovute a “disincarnati”, sarebbero invece dovuti a interventi diabolici»; Spiritismo, in Enciclopedia Italiana Treccani, vol. XXXII, p. 394. 93 Vedere Appendice n. 18 della nostra opera, Quando la profezia diventa storia.. 156 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa delle pene eterne e lo ha attribuito a Dio. Chi continua a insegnare sì empia dottrina è responsabile dei sarcasmi degli increduli».94 Con questa dottrina dell’inferno che per Tertulliano era un odioso campo di carname, uno «sgozzamento continuo», si completa l’edificio dell’apostasia presente ancora nella cristianità. La credenza dell’inferno è così radicata nel pensiero degli evangelicali che nel pieghevole di iscrizione ai corsi di monitrici per bambini della scuola domenicale nelle chiese evangeliche è una delle condizioni inderogabili per potere partecipare ed è presentata come VII e ultima condizione per far parte dell’Alleanza Evangelica Italiana. Nel rispetto della fede di ognuno e che ognuno possa credere quello che vuole, dobbiamo però rilevare che questa dottrina è quanto di più infame e iniquo un credente possa attribuire all’Eterno. III. SOSTITUZIONE DEL GIORNO DEL RIPOSO Importanza della legge di Dio Se l’opera dei profeti può essere riassunta nelle parole di Isaia: «Alla legge alla testimonianza, se il popolo non parla così non ci sarà per lui nessuna aurora» Isaia 8:20, la predicazione apostolica è identica, come pure quella della Chiesa al tempo della fine. Gesù non venne per abolire la legge, anzi per confermarla in tutta la sua completezza, realizzandola e aiutando i credenti a viverla (Matteo 5:17,18). L’insegnamento apostolico è unanime: «La legge è santa ed il comandamento è santo, giusto e buono» Romani 7:12. Paolo non contrappone mai la fede alla legge, ma la legge della fede alla legge delle opere ribadendo l’osservanza della legge con le parole: «Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia, anzi, stabiliamo la legge» Romani 3:31,27. 94 VAUCHER Alfred Félix, Il mondo dell’incoscienza, in Segni dei Tempi, 1974, p. 53. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 157 II parte – Capitolo II L’osservanza del Decalogo, scritto da Dio stesso su tavole di pietra sul Sinai, quale manifestazione della sua volontà e della sua eterna permanenza, è confermata anche da Paolo nella prima lettera ai Corinzi, dove si legge: «La circoncisione è nulla e la incirconcisione è nulla; ma l’osservanza de’ comandamenti di Dio è tutto» 1 Corinzi 7:19. L’apostolo Pietro conferma questo insegnamento scrivendo: «Avendo purificate le anime vostre coll’obbedienza alla verità» 1 Pietro 1:22.95 Quale è questa verità? Per un ebreo la verità non era qualcosa di speculativo, filosofico; la verità era una norma, era un principio: «La tua legge è verità, e tutti i tuoi comandamenti sono verità» Salmo 119:142,151. Per l’apostolo Giacomo la legge di Dio è perfetta ed «è la legge della libertà» e «chiunque avrà osservato tutta la legge e avrà fallito in un sol punto, si rende colpevole su tutti i punti» Giacomo 1:25; 2:12; 2:10, perché violare la legge significa manifestare per principio il sentimento di indipendenza da Colui che l’ha dato e che la introduce con: «Io sono l’Eterno, il tuo Dio» Esodo 20:2. Significa essere animati dallo stesso sentimento dell’Avversario, cioè sottrarsi per poco o per molto a ciò che Dio ha detto, non vivere più della Sua Parola, cioè dalla sua grazia. È per la fede in Gesù Cristo che la legge di Dio prende vita nel cuore del credente. «Da questo conosciamo che amiamo i figlioli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti» 1 Giovanni 5:2,3. Non sono forse la mancanza di amore nei confronti di Dio e la scarsa fiducia in quello che ha detto per noi, alla base della rivolta dell’uomo contro l’Eterno e dell’oppressione dell’uomo sull’uomo? Il profeta Isaia ci ricorda: «Così parla l’Eterno, il tuo redentore... Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che t’insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire. Oh fossi tu pur attento ai miei comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume, e la tua giustizia, come le onde del mare» Isaia 48:17,18. 95 158 Esodo 24:12; 31:18; 32:16; 34:1,28; Deuteronomio 10:2. 1 Corinzi 7:19. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa «Il N.T. tutto intero suppone o proclama il valore permanente della legge, come espressione della santa volontà di Dio».96 Predicare la salvezza per grazia significa predicare la liberazione dal giogo del peccato. «La grazia quale essa è manifestata nel Vangelo, è l’omaggio più chiaro, la consacrazione più solenne che possa ricevere la legge... La croce, il trionfo della grazia, è il trionfo della legge».97 «La grazia non è il permesso d’infrangere qualche regolamento arbitrario, ma piuttosto la possibilità di obbedire alla volontà “buona, accettevole e perfetta” di Dio - essa è “la grazia di poterlo servire”98 e non di ridercene di Lui... Il Vangelo senza la legge non è che un pio sogno... Tutta la grazia è obbedienza, e tutta l’obbedienza è grazia».99 «Stabilire la legge, ecco l’opera per eccellenza, ecco il miracolo del Vangelo. Che cosa è un cristiano? Un uomo nel quale la legge è stabilita, è un uomo che ama fare da oggi in poi tutta la volontà di Dio; in altri termini è un uomo che è nato di nuovo... Il cristiano non è più sotto la legge; ma egli è più che mai con la legge. Mai essa gli era apparsa così santa, così preziosa, così obbligatoria...».100 Sia i cattolici, sia protestanti esaltano il Decalogo quale manifestazione della volontà di Dio. La legge di Dio esaltata dai cattolici Nel Dictionnaire Encyclopédique de Théologie Catholique – Dizionario Enciclodepico di Teologia Cattolica leggiamo: «La legge, espressione della santa volontà di Dio, è eterna, come Dio è eterno; 96 BONNET Louis, Le Nouveau Testament, t. IV, 3a ed. rivista e ampliata da SCHRŒDER Alfred, Lausanne 1905, p. 266. 97 VINET Alexander, Discours sur quelques sujets religieux, 5a ed., 1853, p. 113. 98 Luca 1:4. 99 PURY Roland de, prefazione di AA.VV., L’Ordre de Dieu, Neuchâtel 1946, pp. 7,8. 100 GASPARIN Agénor conte de, Paraboles de vérité, 1876, pp. 7,8. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 159 II parte – Capitolo II essa è assolutamente obbligatoria per il cristiano. Ha tutto il suo valore nel Vangelo».101 «Le leggi del decalogo sono in fondo più antiche di Mosè; esse sono fondate sulla natura umana e sul suo destino e non su delle relazioni variabili, delle circostanze passeggere, e i diversi gradi di cultura ai quali l’uomo può pervenire. È appena necessario far notare che il decalogo ha conservato tutta la sua forza nel cristianesimo, e il concilio di Trento (sessione VI can. 19) pronuncia espressamente l’anatema contro coloro che pretendono che il decalogo non concerni il cristiano».102 Si legge nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica: «Fedele alla Scrittura in conformità all’esempio di Gesù, la Tradizione della Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un’importanza ed un significato fondamentali. Il decalogo costituisce un’unità organica in cui ogni “parola” o “comandamento” rimanda a tutto l’insieme. Trasgredire un comandamento è infrangere tutta la legge. Quanto Dio comanda lo rende possibile con la sua grazia».103 La legge di Dio esaltata dai Riformatori I grandi Riformatori hanno scritto nei confronti del decalogo: «La legge non è nient’altro che la rivelazione della volontà di Dio. Poiché la volontà di Dio è eterna, la legge lo è anche», così diceva Zwingli.104 Lutero, preoccupato di salvaguardare la libertà cristiana, a volte ha fatto delle affermazioni avventate e imprudenti che i suoi avversari hanno preso per accusarlo, ma parlando di Johann Agricola (Schneider) ha detto: «Togliendo la legge, egli toglie anche il 101 RIESS Florian, Antinomisme, in Dictionnaire Encyclopédique de la Théologie Catholique, t. I, 3a ed., Paris 1886, p. 360; cit. da VAUCHER Félix Alfred, Décalogue, p. 40. 102 WELTE Benedickt, Décalogue, in idem, t. VI, Paris 1869, p. 105; cit. A.F. Vaucher, idem, pp. 40,41. 103 AA.VV., Catechismo della Chiesa Cattolica - testo integrale e commento, ed. Piemme, Casale Monferrato 1993, art. 2078,2079,2082, pp. 390. 104 ZWINGLI Huldrych, Brève instruction chrétienne, 1523, Genève 1953, p. 14; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41. 160 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa vangelo; egli trae la nostra credenza dal fermo appoggio della coscienza, per sottometterla ai capricci della carne».105 Nel 1530 dichiarava: «Eccomi diventato discepolo del decalogo. Io comincio a comprendere che il decalogo è la dialettica del Vangelo, e i Vangelo la retorica del decalogo».106 Calvino, che ha trattato la legge nei capitoli VII, VIII e IX del suo secondo libro dell’Istituzione Cristiana, la esaltava e scriveva tra l’altro: «Quando il Signore Gesù dice che non è affatto venuto per abolire la legge, ma per compierla, e che non passerà una sola lettera fino a che cielo e terra non passeranno, che tutto ciò che è scritto si compia: in ciò dimostra che con la sua venuta la riverenza e l’obbedienza della legge non è in nulla diminuita».107 Il Decalogo preesistente al Sinai Il Decalogo, sebbene Dio l’avesse dato dopo l’esodo dall’Egitto, preesisteva a quel periodo. Al Sinai Dio non fa altro che codificare la sua legge e tutte quelle prescrizioni che Mosè mette per iscritto sono ciò che i patriarchi dal tempo di Adamo si trasmettevano oralmente. Di Abrahamo Dio dice: «Ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi».108 Davide invita il figlio Salomone a mettere in pratica le stesse cose: «Comandamenti, statuti e leggi» che Mosè ha scritto nella legge e per questo motivo prega il Signore affinché dia a suo figlio un cuore ben disposto.109 105 LUTHER Martin, Mémoires, ed. Michelet, t. II, p. 159; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41. 106 Idem, p. 285; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41. 107 CALVIN Jean, Institution chrétienne, t. II, Genève 1955, p. 120; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 43. 108 Genesi 26:5. 109 1 Cronache 29:19; 1 Re 2:3. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 161 II parte – Capitolo II Prima che la legge venisse promulgata al Sinai il testo sacro riportava già il principio di ognuno dei dieci comandamenti.110 Importanza del IV comandamento111 Circa i comandamenti: «Non uccidere», «non commettere adulterio», «non rubare», «non dire falsa testimonianza», non ci sono problemi perché tutti, sia cattolici che protestanti, li accettano, fanno parte dei principi morali universali. Il dissenso è sul IV comandamento. «Ricordati di santificare il giorno del sabato. Per sei giorni lavorerai, ed attenderai a tutte le tue opere. Ma il settimo giorno è il sabato del Signore Dio tuo; in esso non farai alcun lavoro, né tu, né il tuo figliolo, né la tua figliola, né il tuo servo, né la tua ancella, né il tuo giumento, ed il forestiero che si trova fra le tue porte. In sei giorni infatti il Signore fece il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e nel settimo giorno si riposò; per questo, benedisse il giorno del sabato e lo dichiarò santo» Esodo 20:8-11. «Il fatto che il sabato occupi un posto così considerevole nel decalogo, che il linguaggio di questo quarto comandamento sia così solenne, e che questo comandamento sia ripetuto molte volte nell’A.T., mostra che si tratta di un’istituzione assolutamente centrale nella vita del popolo di Dio».112 Gesù in polemica con i farisei, non sulla validità della santificazione del sabato, ma sul come santificarlo, affermava: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato» Marco 2:27,28; Matteo 12:8. Dio fin dall’Eden (e quindi molto prima del Sinai e della formazione del popolo d’Israele) ha offerto all’uomo un dono che gli ricordi la sua origine e il fatto che la sua esistenza è legata al 110 I: Genesi 3:1-6; II: Genesi 35:1-4; III: Esodo 32:4-6,21; IV: Genesi 2:2,3; Esodo 16; V: Genesi 9:22,23; VI: Genesi 4:6-9; VII: Genesi 39:7-9; VIII: Genesi 30:33; IX: Genesi 4:9; 12:18; X: Genesi 3:6. 111 Per una più ampia esposizione del significato del IV comandamento vedere il nostro Capitolo XVI. 112 W.A. Visser’t Hooft in AA.VV., o.c., p. 50. 162 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa Creatore. Iddio ha fatto questo dono all’uomo e «per l’uomo vuol dire: non per un tempo, un paese, un popolo, ma per l’uomo di tutti i tempi, di tutti i popoli, di tutti i paesi»113 e «il sabato è fatto per l’uomo, per il suo bene, per il suo riposo, per lo sviluppo della sua vita interiore e per gli interessi supremi della sua anima».114 «Come il mondo nel riposo sabbatico di Dio ha raggiunto il suo ultimo perfezionamento, così l’uomo deve, mettendosi a disposizione di Dio al sabato, testimoniare che la sua esistenza è legata a lui».115 È per questo motivo che il comandamento inizia con l’ordine: «Ricordati». Gesù dice che in questo giorno ha posto il segno della sua signoria. Rivendicando il suo titolo di Signore e padrone del sabato, non vuole attribuirsi il diritto di distruggerlo o modificarlo, bensì quello di difenderlo, sia contro le trasgressioni sia nei confronti delle deformazioni. Gesù è il Signore del sabato perché è lui che lo ha originato essendo l’artefice della creazione. Presentandosi come Signore del sabato ci ricorda che è il Signore delle nostre persone e del nostro tempo. Era con l’osservanza del sabato che Israele prima e la cristianità poi avrebbero dimostrato al mondo di appartenere a un Dio che è il Creatore dell’Universo. «Il sabato è menzionato 58 volte nel N.T., sempre con il suo carattere specifico di giorno sacro consacrato al riposo, al culto e a degli atti di misericordia».116 «Il Signore e gli apostoli hanno... distinto, onorato, solennizzato il giorno di riposo».117 A coloro che traggono un argomento per la non osservanza di questo comandamento dall’assenza, nel Nuovo Testamento, di ordini 113 GODET George, Le bon droit du dimanche, Neuchâtel 1893, p. 44. L. Bonnet, o.c., t. I, Les Evangiles, p. 262. 115 SCHEDL Claus, Storia del Vecchio Testamento, vol. I, Roma 1963, p. 22. 116 LEWIS Abram Herbert, A Critical History of the Sabbath and the Sunday, 2a ed., Plainfield, New Jersey, 1903, p. 4; cit. da A.F. Vaucher, Le jour du repos, ed. 1963, p. 23. 117 GUERS Émile; cit. da VUILLEUMIER Jean, Le jour de repos à travers les âges, p. 5. 114 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 163 II parte – Capitolo II positivi riguardo al sabato, si può rispondere con Galley: «Noi non possiamo domandare al Vangelo una nuova promulgazione del quarto comandamento, poiché sarebbe una negazione implicita della sua autorità anteriore. Nessun comandamento è nuovamente promulgato dal Vangelo se non con questa parola del Maestro: “Io non sono venuto per abolire la legge e i profeti, ma adempierli”. Ma mentre il N.T. contiene delle raccomandazioni formali di osservare diversi altri comandamenti, il sabato non è sanzionato che dall’esempio di Gesù e degli apostoli, e dalle testimonianze indirette che essi gli rendono nel loro linguaggio».118 Possiamo anche aggiungere che il N.T., non 118 GALLEY Émile, Le Dimanche est d’institution divine, Lausanne 1872, p. 58; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 28. Vedremo qui di precisare il significato di due testi di Paolo che, non capiti, sono all’origine di malintesi. Romani 14:5,6. Nel capitolo 14 di questa epistola l’apostolo parla di un problema che divideva la Chiesa in due fazioni. C’era chi voleva digiunare, astenendosi dalla carne in alcuni giorni della settimana per realizzare e manifestare una maggiore spiritualità, e altri che contrariavano questo atteggiamento, considerandolo non importante per lo sviluppo morale del credente. La pratica del digiuno era comune presso tutti i popoli ed era praticata anche in Israele: «Io digiuno due volte la settimana» Luca 18:12. Ora questo digiuno veniva fatto in giorni particolari della settimana. Nella Didachè, uno scritto del 150 d.C., si legge al capitolo 8: «Che i vostri digiuni non siano nello stesso tempo di quelli degli ipocriti: essi digiunano il II e il V giorno (cioè il nostro lunedì e giovedì) della settimana, mentre voi digiunate il IV giorno (nostro mercoledì) e il giorno della preparazione (preparazione al sabato, cioè il nostro venerdì) Luca 23:23-24». La Didachè citata a sostegno della non più validità dell’osservanza del sabato, IV comandamento, trova in questo passo una indiretta testimonianza. La citazione riportata presenta dei giorni considerati più atti al digiuno che all’osservanza di un giorno particolare di riposo, come espresso dal IV comandamento. Ciò è stato riconosciuto fin dai primi secoli e anche da esegeti moderni. Quindi «tutti i giorni sono uguali», hanno lo stesso valore per il digiuno, che consiste nel mangiare solamente verdure. «Colui che stima un giorno più d’un altro, vede certi giorni come impropri a certe azioni o altri come esigenti certe prestazioni o certe astinenze... È abbastanza chiaro dal contesto che si tratta di astinenze. È ciò che hanno compreso quasi tutti gli antichi, pure coloro che vedevano nei deboli i giudeo cristiani: Origene, Crisostomo, Teodoreto, Ambrosiaste, Pelagio, lo pseudo Primasio, Tommaso... Se 164 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa si esclude S. Gerolamo, che difendeva il digiuno contro Gioviniano,... gli antichi hanno riconosciuto a proposito dell’osservanza dei giorni, che Paolo indicava, delle pratiche ascetiche» LAGRANGE Albert M.H., Épître aux Romains, 3a ed., Paris 1922. «Certi fanno distinzione fra i giorni. Niente indica qui che si tratta di giudaizzanti, non si troverà qui un’allusione al sabato, ma a delle pratiche d’astinenza o di digiuni fissati in date regolari» LEENHARDT Franz J., Épître de S. Paul aux Romains, Neuchâtel-Paris 1957, p. 196. La Bible de Jérusalem, ed. fascicoli, in nota scrive: «In base al contesto si tratta di cristiani ai quali una fede insufficientemente illuminata non dà delle convinzioni così ferme per agire con una coscienza sicura (versetti 2,5,22). Essi si sentono obbligati in certi giorni (versetto. 5), forse in forma permanente (versetto 21) ad astenersi dalla carne o dal vino (versetto 2,21); pratiche ascetiche conosciute nel mondo pagano (Pitagorici) e nel mondo giudaico (Esseni)». Colossesi 2:16. Due spiegazioni. La prima. La morte di Gesù ha inchiodato alla croce la nostra dichiarazione di condanna. La salvezza ha unito il credente a Cristo e quindi per l’uomo convertito non c’è più nessuna condanna (Romani 8:31). Ciò che viene inchiodato alla croce non è la legge ma l’atto di accusa. Nel brano che viene citato, il sabato è indicato come l’ombra di cose che dovevano venire. Allora, si sostiene, il IV comandamento, essendo un’ombra di cose che devono venire, per quale motivo lo si deve ancora osservare? Prima di concludere nel dire che il sabato, IV comandamento, faceva parte della legge morale e quindi non viene abolito, questo passo, se riguarda il sabato IV comandamento, è in relazione al suo aspetto cerimoniale, come hanno sostenuto numerosi teologi. «Feste, noviluni e sabati» indicano, come nei passi dell’Antico Testamento (1 Cronache 23:31; 2 Cronache 2:4; 31:3; Osea 2:11), le grandi feste annuali, mensili e settimanali. «L’apostolo indica tre aspetti delle feste giudaiche: prima di tutto, le grandi solennità di Pasqua, di Pentecoste, e dei Tabernacoli; poi le feste mensili, e infine i sabati settimanali» L. Bonnet, o.c., vol. III, 3a ed., 1892, p. 458. Sebbene esegeti cattolici e protestanti abbiano visto nel sabato menzionato l’indicazione di una festa religiosa settimanale distinta dal IV comandamento, (il nome sabato significa riposo, cessazione e viene attribuito a ogni festa), crediamo più corretto dire che questa espressione di S. Paolo sia inerente al IV comandamento, 7o giorno della settimana. Questo non vuole dire che l’apostolo invalidi l’osservanza del sabato IV comandamento, ma considera come superato ciò che nell’osservanza di questo comandamento è un’ombra di ciò che doveva venire. «Nel sabato della dispensazione mosaica c’era, accanto all’aspetto morale, un aspetto cerimoniale e un aspetto giudiziario» SCOTT Thomas, The Holy Bible, vol. VI, Boston 1853, p. 372. È questo aspetto che il sacrificio di Cristo ha realizzato e compiuto (vedere Numeri 28:9,10). Quindi Paolo voleva dire: «Che La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 165 II parte – Capitolo II nessuno vi faccia osservare delle feste, dei noviluni o anche il sabato. In se stesse, queste cose, quali esse sono presentate dai falsi dottori, separati da Cristo, non sono che delle ombre di ciò che doveva avvenire; e ciò che doveva seguire non era un’ombra vana ma la sostanza, cioè Cristo. - Paolo vuole semplicemente mostrare che non c’è nessun vantaggio a osservare dei riti e delle cerimonie, perfino anche il sabato settimanale, se nello stesso tempo si rigetta il Cristo» RICHARDSON William Edwin, A study of the historical Background and the Interpretation of Colossien 2:14-17, tesi dell’Università Andrews, Berrien Springs, Michigan, 1960, pp. 79, 81. Del resto tutta l’epistola è una esaltazione del Cristo «nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità» (Colossesi 2: 3, 9). Paolo ripete le parole di rimprovero del profeta Isaia (1:13,14) e di Osea (2:11) di fronte ad una manifestazione religiosa con l’osservanza di feste, noviluni e sabati ma disgiunta dall’accettazione completa dell’Eterno. Nella lunga lettera d’Ignazio ai Magnesiani si legge: «Noi non dobbiamo osservare il sabato giudaizzando e rallegrandoci di essere oziosi... Ma che ognuno di voi osservi il sabato spiritualmente, godendo della meditazione della legge, non del riposo corporale». Il «non più sabatizzare» significa osservare il sabato non alla maniera giudaica, contro la quale Gesù stesso ha polemizzato a varie riprese con i farisei, ma secondo l’esempio del come santificarlo. Del resto il IV comandamento, come è formulato nel Decalogo, non è un’ombra di qualcuno che deve venire, bensì un ricordo di qualcosa che si è compiuto nel passato: la creazione. A quanto spiegato crediamo sia opportuno aggiungerne una seconda che, sebbene forse più difficile, riteniamo risponda meglio al testo biblico. Traiamo queste considerazioni dall’aggiunta che Bacchiocchi Samuele ha fatto alla sua tesi di laurea alla Gregoriana di Roma, Un esame dei testi biblici e patristici dei primi quattro secoli allo scopo d’accertare il tempo e le cause del sorgere della domenica come giorno del Signore, aprile 1974, dopo essere rientrato negli Stati Uniti. Stabilire il background storico-religioso dell’eresia colossese non è facile, poiché le allusioni ermetiche e concetti quali: «tradizione» 2:8, «pienezza» 2:9,10, «filosofia» 2:8, «mangiare e bere» 2:16, «principati e potestà» 2:15, «elementi del mondo» 2:8,20, corrispondono a concetti sia del «giudaismo antico», sia del «sincretismo ellenistico», vedere DUPONT Jacques, Gnosis: La Connaissance Religieuse dans les Épîtres de S. Paul, 1949, pp. 256,489-493. L’insegnamento che Paolo contesta nella lettera ai Colossesi è caratterizzato da un errore teologico e pratico. Teologicamente, la «filosofia» colossese si trova in contrasto con Cristo per diversi aspetti. La sua fonte di autorità, secondo Paolo, era una «tradizione» e il suo scopo era di insegnare la vera «saggezza» 2:3,32, 166 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa «conoscenza» 2:2,3; 3:10 e «comprensione» 1:9; 2:2. Per raggiungere tale conoscenza i cristiani erano spinti a rendere omaggio ai principati cosmici 2:10,15 e agli «elementi del cosmo» 2:8,18,20. Che cosa Paolo intenda con questa ultima frase è ancora molto dibattuto. La maggior parte degli esegeti moderni comunque ha adottato un’interpretazione personificata degli stoicheia (specialmente in base al testo parallelo di Galati 4:3,9; cfr. 3:19) identificandoli con i mediatori angelici della legge (Atti 7:53; Galati 3:19; Ebrei 2:2) e con gli dèi astrali pagani ai quali si attribuiva il controllo del destino dell’umanità. Vedere BULTMANN R.K., Theology of the New Testament, 1961; WHITELY D.E.H., The Teology of S. Paul, 1964, p. 25. Per ottenere la protezione di questi poteri e principati cosmici, i «filosofi» colossesi sollecitavano i cristiani a offrire un’adorazione cultuale ai poteri angelici (2:15,18,19,23) e a seguire pratiche ritualistiche e ascetiche (2:11,14,16,17,21,22). Comportandosi in questo modo si credeva di accedere meglio e di partecipare alla divina «pienezza» 2:9,10; cfr. 1:19. L’errore teologico quindi consisteva fondamentalmente nel frapporre dei mediatori inferiori come gli angelici al posto del Capo stesso (2:9,10,18,19). Risultato pratico di queste speculazioni teologiche era l’insistenza su uno stretto ascetismo e ritualismo. Questo consisteva nello «spogliare il corpo della carne» 2:11 (che significava evidentemente una separazione dal mondo) - la frase suggerisce la pratica dei culti mistici quando, nel rito di iniziazione, il devoto si toglie gli abiti e fa un bagno di purificazione. Vedere LOHSE Edward, A Commentary on the Epistles to the Colossian and to Philemon, 1972, p. 102, nota 3 - un trattamento severo del corpo (2:23), la proibizione di assaggiare o toccare certi cibi o certe bevande (2:16,21) e l’accurata osservanza di giorni sacri, di feste stagionali, di noviluni, di sabati (2:16). I cristiani presumibilmente erano portati a credere che, sottomettendosi a queste pratiche ascetiche, non abbandonassero la loro fede in Cristo, ma piuttosto ricevevano una ulteriore protezione ed erano così assicurati al pieno accesso della pienezza divina. Questo può essere dedotto sia dalla distinzione fatta da Paolo tra il vivere «secondo gli elementi del cosmo» e «secondo Cristo» 2:8, sia dall’insistenza dell’apostolo sulla supremazia del Cristo incarnato nel quale «abita corporalmente tutta la pienezza della deità» 2:9, e perciò i cristiani ottengono «la pienezza» della vita, non attraverso gli elementi del cosmo, ma attraverso Cristo, «che è il capo di ogni potestà e autorità» 2:10; confr. 1:15-20; 3:3. Sulla base di queste semplici linee possiamo stabilire che il sabato è menzionato nella lettera, non nel contesto di una discussione diretta sull’obbligo della legge, ma piuttosto nel contesto di credenze e pratiche sincretistiche, che incorporano elementi del Vecchio Testamento, senza dubbio per avere una giustificazione dei loro principi ascetici (Vedere CAIRD A.B., Paul’s Letters from Prison, 1976, p. 198). La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 167 II parte – Capitolo II Cosa viene inchiodato alla croce? I falsi maestri stavano «ingannando» 2:4 i cristiani spingendoli a credere che l’osservanza di «regole» era necessaria per cercare la protezione di quegli esseri cosmici che erano reputati capaci di aiutarli a essere partecipi della completezza e della perfezione della divinità. Opponendosi a questo insegnamento, Paolo enfatizza due verità vitali. In primo luogo egli ricorda ai Colossesi che in Cristo, e in lui solo, «abita corporalmente la pienezza della deità» 2:9 e che perciò ogni altra forma di autorità esistente è subordinata a lui, «che è il capo di ogni potestà e autorità» 2:10. In secondo luogo l’apostolo riafferma che è solo “in” e “attraverso” Cristo che il credente può «pervenire alla pienezza di vita» 2:10, perché Cristo non solo possiede la «pienezza della deità», ma provvede pure alla pienezza «della redenzione» e al «perdono dei peccati» 1:14; 2:10-15; 3:1-5. Per spiegare come Cristo elargisca la «perfezione» 1:28; 4:12 e «la pienezza» 1:19; 2:9 al credente, Paolo, come WEISS Harold ha convincentemente mostrato, «non ricorre alla legge ma al battesimo» (The Law in the Epistle to the Colossians, in The Catholic Biblical Quarterly, p. 305). Questo fatto rappresenta una variazione significativa, visto che la spiegazione del significato della legge è spesso parte integrante della presentazione del Vangelo fatta da Paolo, anche se in tutto il capitolo 2 di Colossesi il «termine “legge” nomos sia assente... dalla controversia» E. Lohse, o.c., p. 116. Weiss (o.c., p. 307) sottolinea similmente: «Desidero... ripetere quello che fu detto all’inizio: in tutta l’epistola la parola legge non è mai usata. Non solo, ma tutto il rilievo della legge, che appare inevitabile per Paolo quando presenta il suo vangelo, è completamente assente». Ciò conferma quanto abbiamo detto precedentemente, e cioè che l’eresia colossese non era basata sul legalismo giudaico abituale, ma piuttosto su un certo tipo di regole (dogmata) ascetiche e cultuali inusitate (sincretistiche), che minano la onnisufficienza della redenzione operata da Cristo. I benefici del battesimo sono presentati concretamente come il perdono di «tutte le nostre trasgressioni» 2:13; 1:14; 3:14, che ha come conseguenza l’essere «fatti vivere» in Cristo (2:13). Che cosa intendeva Paolo per cheirografon (termine usato nell’antichità nel senso di «accordo scritto» o di «certificato di debito»? MOULTON-MILLIGA, The Vocabulary of the Greek Testament, 1929, p. 687. Oltre alle difficoltà grammaticali, «sembra difficilmente paolino», scrive HUBY J., Saint Paul: Les Épîtres de la captivité, 1974, p. 73, «rappresentare Dio come crocifiggente quella “sacra” cosa (Romani 7:6) che era la legge mosaica». Ma cancellare la legge morale significa lasciare l’umanità senza principi morali. La colpa non è eliminata distruggendo il codice legale. «Nel giudaismo la relazione tra l’uomo e Dio era spesso descritta tra un debitore e il suo creditore» E. Lohse, o.c., p. 108. Per esempio un rabbi diceva: 168 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa «Quando un uomo pecca, Dio registra il debito di morte. Se l’uomo si pente, il debito è cancellato (cioè dichiarato nullo). Se egli non si pente, quello è annotato come rimanente autentico (valido)» Tanhuma Midrash, 140b. Nell’Apocalisse di Elia si trova la descrizione di un angelo che tiene un libro, chiamato esplicitamente cheirografon, in cui sono ricordati i peccati del veggente. Sulla base di questi e di altri esempi, è abbastanza ovvio che cheirografon è o un «certificato di indebitamento dovuto al peccato» o il «libro in cui si ricordano i peccati» ma non la Legge di Mosè, poiché quest’ultima, come è saggiamente sottolineato da Weiss, «Non è un libro di ricordi» Idem, p. 302. Distruggendo il ricordo dei peccati, Dio toglie la possibilità dell’accusa che sempre è rivolta contro quelli che hanno peccato. Vedere la promessa simile in Isaia 43:25. Sulla croce Dio ha cancellato i nostri peccati e ci ha garantito un pieno perdono. Non si discute qui, quanto riguarda «il mangiare, il bere» come dice LENSKI R.C.H. (The Interpretation of St. Paul’s Epistles to the Thessalonians, to Timothy, to Titus and to Philemon, 1946, p. 123), di «cibi e bevande adatti o inadatti, essendo alcuni puri e altri impuri, ma di regole su quando mangiare e bere e digiunare». «Non è questione di distinguere tra puro e impuro come raccomandato in Levitico 11, ma della pratica del digiuno secondo il costume degli asceti pagani» HUGEDÈ Norbert, Commentaire de l’Épître aux Colossiens, Labor et Fides, Genève 1968, p. 143. «La questione non è affatto quella della distinzione tra cibo legale e illegale, ma tra mangiare e bere o l’astinenza. Nella sua mente c’è il problema dell’ascetismo piuttosto che quello della purezza rituale» PEAKE A.S., The Epistle to the Colossians - Expositor’s Greek Testament, 1942, p. 530. «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare», restrizioni ascetiche tese a promuovere «un rigore devozionale e umiltà e severità verso il corpo» 2:23, sono estranei agli insegnamenti legali giudaici. Normalmente tali insegnamenti sorgono da una concezione dualistica della vita che nega alla parte materiale del mondo e del corpo umano di giungere ad un grado di santità più alto. «Nessuno continui a giudicarvi» non significa condannare, ma esprimere un’opinione. «Quello che egli dice è che l’osservanza (o, implicitamente, la non osservanza) non costituisce la base su cui qualcuno possa sedere per giudicare i Colossesi» LUKYN Williams A., The Epistles of Paul the Apostle to the Colossians and to Philemon, 1928, p. 103. Concludiamo quindi che nel versetto 16 l’ammonizione non è contro il sabato, feste e leggi alimentari, ma invece contro coloro che pretendono che queste pratiche siano un aiuto indispensabile per raggiungere la perfezione cristiana e una protezione necessaria dagli «elementi del cosmo», negando così la onnisufficienza di Cristo. MARTIN Ralph P. (Colossians and Philemon, New Century Bible, 1974, p. 19), scrive: «La regola principale deve essere sottolineata. Paolo non sta condannando l’uso di giorni o di stagioni sacre... Quello che lo spinge qui è il La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 169 II parte – Capitolo II motivo errato dell’osservanza di feste sacre è fatta diventare parte del culto promosso a Colosse all’indirizzo degli elementi del cosmo, i poteri astrali che dirigono la corsa delle stelle e regolano il calendario. E così essi devono essere placati». Perché queste pratiche possono essere considerate un’«ombra»? Quindi accettati da Dio in un certo tempo e rigettati poi? La spiegazione più plausibile è che Paolo non sta discutendo intorno all’origine, alla forma e alla legittimità di queste osservanze, ma che egli invece ammette un loro valore, evidentemente perché riconosceva in esse l’espressione di nobili e sincere - sebbene traviate aspirazioni spirituali. Quello che l’apostolo fa, comunque, è porre queste osservanze nella prospettiva di Cristo, attraverso il contrasto «ombra-corpo». È possibile che il contrasto ombra-corpo che deriva da Platone (Repubblica 7, 514a517a; 10; 596; Timeo, 46c; 71b), fosse usato dai filosofi colossesi per insegnare che «la realtà piena» (pleroma) poteva essere raggiunta solo venerando «le ombre», soprattutto gli angeli e gli elementi del cosmo, per mezzo di un regime ascetico. Se così fosse, Paolo risponderebbe al loro insegnamento dando, al contrasto proposto da loro, un orientamento cristologico. Come nella lettera ai Romani 14 Paolo non condanna gli scrupoli dietetici di alcuni fratelli, ma esorta piuttosto ad averli «in onore del Signore» 14:16 e riconosce in questo loro atteggiamento una funzione positiva, così, in questa lettera ai Colossesi, Paolo dice che non solo l’osservanza dei giorni sacri, ma anche gli scrupoli alimentari possono fungere da ombra, preparando i cristiani per la realtà del mondo a venire. Paolo in Colossesi 2:16 non sta condannando l’astinenza dai cibi e dalle bevande, o la pratica dell’osservanza di giorni sacri, come il sabato, ma le motivazioni sbagliate di queste osservanze. Ciò che Paolo combatte è la promozione di queste pratiche come aiuti ausiliari per la salvezza e mezzi per ottenere la protezione degli «elementi cosmici». Il sabato che Paolo presenta può essere l’osservanza del VII giorno della settimana, IV comandamento, ma non nello spirito dell’evangelo. Nel contesto dell’eresia di Colosse sembra che il sabato sia stato osservato non come un segno della creazione, dell’elezione o della redenzione, ma come afferma E. Lohse, «a causa degli elementi del cosmo, che dirigono il corso delle stelle e che così stabiliscono pure minuziosamente l’ordine del calendario» o.c., p. 115. Bisogna notare che questa superstizione astrologica non era solo presente nei circoli ellenistici, ma anche nel giudaismo. La comunità di Qumran faceva speculazioni su relazioni tra angeli, le potestà delle stelle e la stretta osservanza di tempi sacri (vedere libro dei Giubilei, 5:15 e seg.; 6:32-38; 23:19). La setta giudeo-cristiana degli Elcasiti, circa 100 d.C., ci fornisce un esempio di come la venerazione dei poteri astrali influenzasse la loro osservanza del sabato. Ippolito riporta: «Elcasai 170 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa riportando espliciti insegnamenti sull’osservanza del IV comandamento, dimostra che esso era osservato in tutta la cristianità di origine ebraica e di origine gentile. Se così non fosse stato, avremmo avuto nel testo biblico delle testimonianze di conflitto nella comunità, come ci sono state per altre osservanze. L’osservanza del Sabato nei primi cinque secoli dopo Cristo parla così: “Là esistono stelle cattive di empietà... guardatevi dal potere dei giorni, dalla sovranità di queste stelle e non intraprendete imprese incerte durante i giorni in cui queste dominano. E non battezzate uomini o donne durante i giorni del potere di queste stelle, quando la luna (emergendo) di fra esse, percorre il cielo e viaggia insieme con esse... Ma, soprattutto, onora il giorno del sabato, poiché quel giorno è uno di quelli durante il quale prevale (il potere) di queste stelle”» Ippolito, La Refutazione di tutte le eresie, 9,11; confr. Epifanio, Adversus Haereses, 29,8,5. Simili superstizioni astrologiche sottostanno all’osservanza del sabato di Cerinto (vedere Filastrius, Haereses, 36), di Desiteo di Samatra (vedere Origene, De Principiis, 4,3,2), dei Simoniani (vedere pseudo Clemente, Omelia, 2,35,3) e degli Hipsistariani (vedere Gregorio Nazianzeno, Oratio, 18,5; MIGNE, P.G., 35,991). Nel mondo pagano il sabato era visto come un giorno nefasto per la sua associazione con il pianeta Saturno. Considerate le radicate superstizioni astrologiche che influenzavano l’osservanza dei giorni, sembra plausibile pensare che l’osservanza del sabato promossa dai maestri ascetici di Colosse - noti per il loro incoraggiamento all’adorazione degli elementi del cosmo - possa essere stato solo di tipo rigoristico e superstizioso. Una messa in guardia contro tale tipo di osservanza del sabato fatta dall’apostolo sarebbe stata non solo opportuna ma anche desiderabile. Ma in questo caso Paolo non starebbe attaccando il principio del sabato ma il suo pervertimento. Bisogna osservare che l’apostolo non sta ammonendo contro la forma di questa osservanza, ma contro la sua funzione pervertita. Riteniamo che ci sia una ricca documentazione che attesti l’osservanza del IV comandamento sia nei primi secoli della Chiesa che attraverso i secoli successivi. Se la Chiesa apostolica per il problema della circoncisione ha indetto il primo concilio di Gerusalemme (Atti 15), quale e quanti concili avrebbe dovuto fare se avesse avuto il bisogno, la volontà di cambiare un comandamento del Decalogo? La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 171 II parte – Capitolo II È pensiero unanime, cattolico e protestante, che «la Chiesa primitiva di Gerusalemme e in generale i giudeo-cristiani osservassero scrupolosamente il sabato».119 «I primi cristiani, al tempo in cui erano ancora quasi tutti raccolti nella capitale giudaica, prendevano parte al culto del tempio, ma senza pregiudizio delle loro riunioni speciali, quelle della nuova sinagoga che essi avevano costituito fin dai primi giorni. Al di fuori di Gerusalemme, la più grande espressione della vita religiosa collettiva era, come per gli ebrei, la riunione settimanale. Queste riunioni avevano luogo di sabato».120 «Mentre gli Ebrei cristiani di Palestina ritenevano tutta la legge mosaica, e per conseguenza le feste giudaiche, i cristiani di origine pagana osservarono sia il sabato che la Pasqua, ma senza superstizione giudaica».121 «L’idea di trasferire alla domenica la solennità del sabato, con tutte le sue conseguenze, è un’idea estranea al cristianesimo primitivo».122 Socrate, lo scolastico di Costantinopoli, il continuatore della Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, affermava, nella prima metà del V secolo: «Quasi tutte le chiese del mondo intero celebrano i santi misteri il sabato di ogni settimana; tranne i cristiani di Alessandria e di Roma che, in ragione d’una certa vecchia tradizione, hanno cessato di fare la stessa cosa. Gli Egiziani in vicinanza di Alessandria e gli abitanti di Tebe tengono le loro assemblee regolari il sabato».123 119 TOMAS Louis, Le jour du Seigneur, vol. II, pp. 108, 109; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 29. 120 DUCHESNE Louis, Origines du culte chrétien, 5a ed., pp. 47,48. 121 GIESELER Johann-Karl-Ludwig, Lehrbuch der Kirchengeschichte, 3a ed., Bonn 1931, p 1O9; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 29. 122 L. Duchesne, o.c., p. 48. 123 Socrate lo Scolastico, Storia ecclesiastica, vol. V, 22; MIGNE, P.G., LXVII, 1864, col. 635, (traduzione latina), 636 (testo greco); cit. A.F. Vaucher, o.c., pp. 32,33. 172 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa Hermias Sozomène (380-443), governatore di Costantinopoli, contemporaneo di Socrate, autore lui stesso d’una storia della Chiesa, scriveva che «a Costantinopoli e in altre città, contrariamente all’uso di Roma e di Alessandria, ci si riunisce il sabato e anche il giorno seguente».124 «Nel IV e V secolo, la maggior parte dei cristiani hanno continuato ad osservare contemporaneamente il sabato e la domenica».125 «Nella maggior parte delle Chiese di Oriente e ad imitazione di quella di Milano, si continuò a festeggiare il sabato come la domenica, con delle assemblee religiose dove si predicava e dove si celebrava la comunione, evitando soprattutto di digiunare in quel giorno».126 Dall’osservanza del sabato all’osservanza della domenica Il sabato, IV comandamento, sebbene ancora nel V secolo fosse santificato in quasi tutta la cristianità, specialmente nelle Chiese d’Oriente dove lavorarono gli apostoli, continuerà a essere osservato da un numero sempre più ridotto attraverso tutti i secoli e,ben presto, dopo l’epoca apostolica, anche la celebrazione della domenica incominciò a essere osservata nella cristianità. «La festa della domenica, come tutte le altre feste, non è mai stata che un’ordinanza umana, e gli apostoli non hanno mai pensato di stabilire un comandamento divino a questo riguardo, né la Chiesa apostolica primitiva, di trasferire alla domenica le leggi del sabato».127 124 Hermias Sozomène, Storia ecclesiastica, vol. III, 19; MIGNE, P.G., LXVII, col. 1477 (testo greco), col. 1478, (traduzione Latina); cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 33. 125 KRAFT Robert A., Some notes on Sabbath Observance in early Christianity, Andrews University Seminary Studies, III, gennaio 1965, p. 53; cit. A.F. Vaucher, Le jour Seigneurial, Collonges sous Salève 1970, p. 21. 126 CHASTEL Etienne, Histoire du christianisme, vol. II, p. 207; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 21. 127 NEANDER S.A. Wilhelm, Histoire Générale de la Religion et de l’Eglise Chrétienne; cit. da FAYARD Marcel Isaac, Au seuil des Temps Nouveaux, Dammarie-les-Lys 1936, p. 296. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 173 II parte – Capitolo II La celebrazione della domenica «benché la si trovi strettamente associata alla storia del cristianesimo, non è così antica come questo».128 «La sostituzione della domenica al sabato non si è fatta d’un colpo, essa è il risultato d’una lenta evoluzione storica»129 che portò il primo giorno della settimana a essere generalmente celebrato come festivo. Perché questa defezione verso ciò che non è più in armonia con il comandamento di Dio? «La Chiesa primitiva ha dovuto tracciarsi un cammino tra due correnti opposte: quella del giudaismo, per il quale il cristianesimo non era altra cosa che la continuazione del mosaismo, sotto una nuova forma, e quella degli gnostici, che reagivano violentemente contro la religione dell’A.T.».130 Gli ebrei si fecero sempre più intolleranti verso la Chiesa, nei confronti della quale compirono le prime persecuzioni e procurarono i primi martiri. Quando i cristiani lasciarono Gerusalemme che stava per essere assediata dai Romani nel 70 d.C., furono considerati dei traditori della Patria e la persecuzione nei loro confronti si intensificò dopo la distruzione della città santa. I cristiani se partecipavano al culto nella sinagoga, specialmente al tempo di Bar Kokeba (132-135), e se non rinnegavano e bestemmiavano il nome di Gesù correvano il rischio di subire terribili supplizi. L’imperatore Adriano, dopo lo sterminio degli ebrei, costruì sulle rovine di Gerusalemme la nuova Elia Capitolina proibendo la continuazione delle pratiche ebraiche, in particolare la circoncisione e l’osservanza del sabato. Successivamente Antonio il Pio revocò queste misure. Ma ugualmente in molte regioni: Libia, Cirenaica, Cipro, Alessandria, Mesopotamia e Palestina, si sentì il bisogno di 128 ZAHN, Skizzen aus dem Leben der Alten Kirche, 3a ed., p. 613; cit. A.F. Vaucher, Le jour du repos, p. 46. 129 LUZZI Giovanni, I Fatti degli Apostoli, Firenze 1898, p. 220. 130 A.F. Vaucher, Le jour Seigneurial, p. 23. 174 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa evitare di creare dei sospetti di appartenenza al giudaismo per il fatto che il mondo pagano non distingueva la differenza tra i cristiani e gli ebrei. Per distinguersi dai disprezzati ebrei, la cristianità incominciò ad abbandonare il sabato.131 Non bisogna dimenticare che il giorno di riposo rende manifesta la differenza tra una religione e un’altra (il venerdì per i musulmani; il sabato per gli ebrei e la domenica per i cristiani). L’altra corrente opposta alla cristianità, come abbiamo già detto, era quella «degli gnostici, che reagivano violentemente contro la religione dell’A.T.,132 alla quale essi sostituivano un sincretismo che comprendeva molti elementi presi dalle religioni pagane. Quindi per distinguersi dal giudaismo, la Chiesa prese le distanze dal sabato; mentre, per avvicinarsi al mondo pagano che sperava conquistare, essa ha adottato il giorno del sole come giorno di culto.133 L’egittologo Arthur Weigall, che fu una delle otto persone, di particolare importanza, che vennero incaricate di presenziare all’apertura della tomba del faraone Tut-ankh-amon, così si espresse a proposito del cambiamento del giorno di riposo: «La Chiesa santificò la domenica, in parte perché era il giorno della risurrezione, ma soprattutto perché era la festa settimanale del sole. La politica cristiana amava adottare le feste pagane care alla tradizione popolare per dare loro un nuovo significato. La domenica, giorno del sole, era anche il giorno di Mitra. È interessante notare che Mitra era chiamato dominus o signore, la domenica dovette essere chiamata il giorno del signore ancora prima dell’epoca cristiana. La domenica, dedicata al 131 «È in opposizione al giudaismo che ben presto, al posto del sabato, fu introdotta la festa di domenica» W. Neander, o.c., p. 186; cit. A.F. Vaucher, Le jour de repos, p. 50 132 Marcione (137-139) digiunava il sabato volendo così manifestare il suo disprezzo nei confronti del Dio dell’Antico Testamento che considerava cattivo. 133 «Nello stesso tempo l’idea dell’immortalità naturale dell’anima, il culto delle immagini e dei santi» A.F. Vaucher, Le jour Seigneurial. Questa dottrina la considereremo nelle pagine seguenti. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 175 II parte – Capitolo II sole, era sacra da molto tempo per molte religioni pagane, era in particolare il giorno santificato dagli adoratori di Mitra, che lo designavano senza dubbio anche sotto il nome di giorno del Signore. Il fatto che Gesù sia risuscitato di domenica non sembra essere stata la vera ragione per la quale i cristiani riverirono particolarmente quel giorno. Avrebbero avuto altrettante ragioni di scegliere il venerdì, commemorazione della morte del Signore. Sembra che essi furono influenzati - in questa faccenda come in altre - dal costume pagano, e che la domenica fu adottata perché gli adoratori di Mitra e di altre divinità solari consideravano che questo giorno era sacro, e che era impossibile sopprimere questa abitudine ancestrale».134 Il dr. T.H. Morer, pio rettore anglicano di Londra, scriveva: «Con una discesa insensibile, i cristiani del II e III secolo furono portati ad aprire le loro chiese al primo giorno della settimana. Uno dei loro motivi era di attirare le folle al loro culto dove si cercava di imitare per quanto possibile i riti pagani... È innegabile che noi dobbiamo il nome di questo giorno (sunday = giorno del sole) ai Greci e ai Romani; riconosciamo inoltre che gli antichi Egiziani adoravano il sole e che gli avevano consacrato questo giorno come memoriale permanente della loro venerazione. E noi scopriamo che, per l’influenza del loro esempio, altri popoli, e tra essi gli Ebrei pure, gli resero degli onori.135 Questi abusi non impedirono ai Padri della 134 WEIGALL Arthur, Survivances païennes dans le monde chrétien, Paris 1934, pp. 126,196,197 Che non si santificò la domenica a ricordo della risurrezione è confermato anche dallo storico protestante W. Neander che scrisse: «Essi celebravano la domenica di ogni settimana, non in ragione della risurrezione del Cristo, la qual cosa non si sarebbe accordata con la loro dottrina, ma perché questo giorno era consacrato al sole, che era in realtà il loro Cristo» o.c., vol. II, 1851; cit. da A.F. Vaucher, o.c., p. 53. 135 Baal (Giudici 2:11,13 ecc.), Tammuz (Ezechiele 8 :14), Moloc (Levitico 18:21 ecc.) erano divinità solari. Sebbene nella Scrittura l’adorazione di queste divinità non viene messa in relazione con l’osservanza del primo giorno della settimana, il Sabato però a più riprese viene considerato come il giorno di YHWH e la cui osservanza è indicata come segno di appartenenza e strumento di trasformazione da parte di Dio (Esodo 31:16; Ezechiele 20:12,20) 176 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa Chiesa cristiana - che avrebbero dovuto ripudiare o abolire sia questo giorno sia il nome che lo designava - di utilizzare e di santificare l’uno e l’altro. É d’altronde ciò che essi fecero per dei templi pagani profanati da culti idolatri... Così per la domenica (sunday), giorno in cui i gentili adoravano solennemente questo astro e che essi chiamavano giorno del sole; ... i cristiani stimarono opportuno di osservare lo stesso giorno e di conservarne il nome, alfine di non apparire rigidi senza motivo, di non mettere ostacoli alla conversione dei gentili e di non sollevare ancora più grandi prevenzioni contro l’Evangelo».136 Anche per quanto riguarda le altre «feste cristiane, esse si sono fissate con naturalezza nei giorni già scelti dalle feste pagane, affinché i cristiani non si distinguessero troppo dai pagani, da una parte, e il popolo vedesse meno differenza tra le due religioni che festeggiano lo stesso giorno».137 Tertulliano verso il 200 presentava l’apostasia della Chiesa in Africa scrivendo: «Noi abbiamo abbandonato i sabati, i noviluni e le feste che precedentemente erano predilette dal Signore, osserviamo ora i Saturnalia, i Capodanni, le Matronali e il solstizio d’inverno. Doni sono dati e ricevuti, i giochi rimbombano di chiasso, i banchetti strepitano. O come è da preferirsi la fedeltà dei pagani alla loro setta, in quanto essi non rivendicano per sé alcuna solennità dei cristiani».138 «Nel III e IV secolo il mitraismo era diventato a poco a poco il culto solare più importante dell’Impero Romano. Si chiamava Mitra “il Sole Invitto”. Nel calendario di Filocolo, datante l’anno 336, il 25 dicembre è indicato: “Natalis Invicti”, e vuole dire “Dies natalis 136 MORER Dr. T.H., Six dialogues on the Lord’s Day, London 1701, pp. 22,23. CAUZONS Thomas de Cauzons (pseudonimo), Histoire de l’lnquisition en France, vol. I, Paris 1909, pp. 114,115; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 51; Le Jour Seigneurial, pp. 25,26. 138 Tertulliano, De idolatria, 14,5, CCL,2,1114; cit. da S. Bacchiocchi, o.c., pp. 392,393. 137 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 177 II parte – Capitolo II solis invicti” nascita del sole invincibile, una allusione certa a Mitra».139 Fu a Roma che per la prima volta, forse nello stesso anno, si celebrò questa festa dedicandola al Cristo e da Roma essa si sparse per tutto l’impero. «Il dio sole degli ultimi Cesari pagani - Sol invictus - cedette il suo posto nel calendario al Salvatore cristiano, suo successore riconosciuto. Il giorno del sole, Solis dies, della settimana astrologica divenne la domenica cristiana, la festa settimanale della risurrezione. E l’anniversario della nascita del sole, Natalis solis invicti, l’alba del 25 dicembre, fu adottata come giorno della nascita del Salvatore - Natalis Domini, o Natale».140 Massimo di Torino, morto nel 470, diceva: «La domenica è per noi un giorno venerabile perché è il giorno in cui il Salvatore, come il sole levante, dissipa le tenebre degli inferi, brilla della luce della risurrezione. Ed è per questo che gli uomini di questo secolo lo chiamano giorno del sole, perché il Sole di giustizia l’ha illuminato levandosi».141 Il ruolo di Roma nel cambiamento dal sabato alla domenica La Chiesa di Roma in questa apostasia sul giorno di riposo ebbe un ruolo guida. Seguendo l’esempio dell’eretico Marcione (II secolo) che digiunava di sabato a disprezzo del Dio dell’Antico Testamento, Roma si differenziò dalla maggior parte delle comunità occidentali nel digiunare in quel giorno. Vittorino di Pattau scriveva: «Il settimo giorno Egli si riposò da tutte le sue opere; lo benedisse e lo santificò. In quel giorno noi abbiamo l’abitudine di digiunare142 per potere andare la domenica 139 A. Weigall, o.c., p. 212; vedere CULLMANN Oscar, Noël dans l’Eglise ancienne, in Cahiers Théologiques, n. 25, Neuchâtel 1949, p. 23. 140 ZIELINSKI Tadeusez, La Bubyle, Paris 1924, p. 95; cit. da A.F. Vaucher, o.c., p. 29. 141 Massimo di Torino, Omelie LXI sul Pentateuco, I; MIGNE, P.L., LVII, 1847, col. 371; cit. A.F. Vaucher, idem. 142 La Didaché, scritta nel secondo secolo, riconosce come giorno di digiuno il mercoledì ed il venerdì, con quest’ultimo i cristiani si preparavano alla santificazione del sabato. 178 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa con azioni di grazia verso il pane. Bisogna digiunare anche il venerdì per non dare l’impressione di osservare il sabato con gli ebrei, di cui il Signore del sabato stesso, il Cristo, ha detto per mezzo dei suoi profeti che l’anima sua lo detesta».143 Va da sé che il sabato, a causa del digiuno settimanale, non poteva essere visto come un giorno di letizia, di gioia con il quale il credente avrebbe goduto la delizia del Signore. Il digiuno lo rendeva triste, in esso si prolungava il digiuno del venerdì ed era naturale che si desiderasse che questo giorno passasse in fretta. Il sabato in Roma era quindi un giorno scomodo. Sebbene in Roma si digiunasse di sabato per celebrare l’eucarestia di domenica, nelle altre Chiese dell’Impero l’eucarestia veniva celebrata di sabato. Roma col tempo acquistò sempre più la funzione di leadership. Inoltre vinse il braccio di ferro con le Chiese d’Oriente nel celebrare la festa di Pasqua non il 14 di Nisan, secondo la tradizione ebraica, ma la prima domenica successiva. «Nel II secolo dell’èra cristiana due correnti si contrastavano tra di loro: una, rifacentesi a Giovanni (l’apostolo), che celebrava (la Pasqua) assieme ai Giudei il 14 di nisan, qualunque fosse il giorno della settimana in cui cadeva; l’altra, attestata a Roma e ad Alessandria, se già non cadeva di domenica la trasferiva a quella successiva».144 Il primo tentativo di unificare la cristianità su questo punto fu fatto dal vescovo romano Aniceto (157-168) ma Policarpo, vescovo di Smirne, persistette per il 14 di Nisan. Il vescovo di Roma, Vittore (189-198), dopo aver interrogato i vari vescovi, tentò di imporre a tutte le chiese, sotto minaccia di scomunica, l’usanza di Roma e di Alessandria. Col tempo l’uso 143 Vittorino di Pattau, De fabrica mundi, 5, CSEL 49, p. 5; cit. da S. Bacchiocchi, o.c., p. 337. Crediamo utile far notare che: «È il sabato dei farisei che Gesù condanna, e non quello delle due tavole (della legge)» BURNIER Pierre Louis Étienne, Études élémentaires et progressives de la Parole de Dieu, vol. IV, Lausanne 1850, p. 229; nuova ed. rivista da J.A. Parrot, vol. III, Lyon 1900, p. 140. 144 SALVONI Fausto, Da Pietro al Papato, Genova 1970, pp. 265,266, in nota l’autore precisa che in Oriente la Cena verteva più sulla commemorazione della morte, mentre in Occidente sulla risurrezione. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 179 II parte – Capitolo II romano-alessandrino crebbe sempre d’influenza e al concilio di Nicea (325 d.C.) fu imposto con decreto imperiale. Gaudenzio di Brescia, contemporaneo di Ambrogio, per spiegare il significato della Pasqua, utilizzò non solamente il simbolo del Sole, ma attribuì alla stagione un significato simbolico. «Il Signor Gesù ha voluto che la festa benedetta della Pasqua fosse celebrata in un tempo opportuno dopo la nebbia dell’autunno, dopo la tristezza dell’inverno, e prima del caldo dell’estate. Perché in realtà Cristo, il Sole della Giustizia, doveva dissipare le tenebre del giudaesimo e il ghiaccio del paganesimo prima del fuoco del giudizio futuro, tramite la luce pacifica della sua risurrezione e riportare nel loro stato primordiale tutte le cose che erano state coperte da una tetra caligine dal principe delle tenebre».145 Il cardinale parigino J. Daniélou così commenta il significato di questa evoluzione: «Si compie così da parte del cristianesimo il processo di astrazione dei simboli cosmici dei miti pagani in cui si erano pervertiti, nonché l’assimilazione di essi in quanto simboli del mistero della verità. Siamo giunti con ciò al quarto secolo, al tramonto del paganesimo, allorché il cristianesimo ne rivestiva le spoglie».146 La domenica che non era «all’inizio che un complemento cristiano del sabato, senza che nessuno pensasse a fargli soppiantare il giorno sacro tradizionale degli Ebrei»,147 finì per prendere il posto del sabato. A seguito poi dell’opera apostata di alcuni Padri della Chiesa, i decreti conciliari e le leggi imperiali lo resero obbligatorio. La Chiesa cattolica attribuisce a sé l’autorità di avere cambiato il giorno di riposo L’arcivescovo Gaspare del Fosso quando il 18 gennaio 1562, all’apertura della sessione del Concilio di Trento, dopo otto mesi 145 Gaudenzio di Brescia, Sermone 1 di Esodo, in MIGNE, P.L., 20,843; cit. da S. Bacchiocchi, o.c., p. 398. 146 DANIELOU Jean, Bibbia e Liturgia, p. 403; cit. S. Bacchiocchi, idem. 147 GAILLARD Jean, Le Dimanche, jour sacré, in Cahiers de la Vie Spirituelle, n. 11, Paris 1/4/1940, p. 524; cit. A.F. Vaucher, Le jour du repos, p. 54. 180 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa d’interruzione, davanti a vescovi e prelati, un terzo in più delle precedenti sessioni, fece la sua orazione che verteva sull’autorità della Chiesa, sul primato del Papa e la potestà dei concili, disse: «L’autorità della Chiesa non è minore di quella della Parola di Dio; perché la Chiesa ha mutato il sabato da Dio già ordinato nella domenica,... (e) questi precetti, non per la predicazione di Cristo, ma per l’autorità della Chiesa sono mutati».148 L’arcivescovo di Reims, mons. Gousset diceva: «La Chiesa sostituì il primo all’ultimo giorno della settimana... Mentre l’obbligo di consacrare qualche tempo al culto esteriore e pubblico è di diritto naturale e divino, l’obbligo di santificare la domenica... non è che di diritto ecclesiastico».149 La fiaccola della verità non si è mai spenta su questo comandamento Sebbene durante i secoli bui del Medio Evo la fedeltà al IV comandamento non sia venuta meno anche se ha suscitato l’ira dei Concili e diverse persone furono uccise a causa della loro fedeltà, nel nostro tempo, dice la Bibbia Concordata: «Solo pochi seguaci di Cristo continuano pur ora a celebrare il sabato (Avventisti)».150 «Gli Avventisti del VII giorno, scrive Adolphe Alfred Tanqueray nel Dictionnaire de Théologie Catholique, pretendono che non si possa giustificare con la Scrittura il trasferimento del sabato alla domenica; e bisogna confessare che, se non si ammette altra regola di fede che la Bibbia, è difficile dimostrare loro il contrario».151 «L’osservanza della domenica da parte dei protestanti è un omaggio reso, malgrado loro, all’autorità della Chiesa» di Roma, dice Mons. Ségur.152 148 SARPI Fra’ Paolo, Storia del Concilio Tridentino, t. IV, 1790, p. 13. GOUSSET M.T., Théologie morale à l’usage des curés et des confesseurs, t. I, Paris 1845, p. 238. 150 Bibbia Concordata, nota Genesi 2:1,2. 151 TAMQUERAY Adolphe Alfred, Adventistes, in Dictionnaire de Théologie Catholique, t. I, Paris 1903, col. 514. 152 Mgr SEGUR, Causerie sur le protestantisme d’aujourd’hui, 3a ed., p. 207. 149 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 181 II parte – Capitolo II «Essi (gli avventisti) hanno il merito di questa logica, unica fra i protestanti, a motivo della quale, poiché rifiutano l’autorità della Chiesa, rifiutano ugualmente di seguirla in ciò che concerne il trasferimento del giorno del Signore dal sabato alla domenica».153 Riteniamo opportuno riflettere sulle parole del pastore delle Valli Valdesi, Carlo Gay: «Il decalogo non è mai stato abrogato; esso contiene e segna la linea di condotta dei credenti, che devono seguire giornalmente. Il rigore di Dio non è diminuito: la legge dimora santa e pura, e non passerà uno iota fino alla venuta del Regno di Dio».154 «La legge morale del decalogo ha un valore eterno. Essa resta per sempre l’espressione della volontà divina... Essa è ancora la legge del cristiano, poiché, ... il cristiano non è senza legge. Egli è sotto la legge di Cristo, e la legge del Cristo è la legge del Sinai ben compresa nel suo spirito... Malgrado le nostre luci evangeliche, ribelli che siamo, pronti a dare libero corso alle passioni della carne sotto ombra di spiritualità raffinata, ci fa bene ritornare spesso alla lettera stessa della legge, a questi comandamenti precisi che non si lasciano eludere, che prescrivono il bene e proibiscono il male sotto delle forme concrete».155 «Cristo è risuscitato per dare uno scopo eterno alla nostra ubbidienza ed è morto perché noi potessimo ubbidire, affinché la legge ci dia la vita e non la morte. Ciò che la Risurrezione dell’Agnello ci promette, il suo sangue ce lo comanda».156 Come abbiamo già detto, il Cristo, quale nostro Creatore, è il Signore del sabato, ha posto in questo comandamento il suo sigillo e la sua osservanza, è segno dell’avvenuta rigenerazione. Del resto: «Il Decalogo (come tutte le altre espressioni della legge dell’A.T.) è similmente uscite dalla bocca del Salvatore. “Io 153 The National catholic Monthly, E.U. v. 33, n. 10, Chicago, Illinois, 10 marzo 1939, p. 24. 154 GAY Carlo, La Bibbia e il suo messaggio, Roma 1948, p. 36. 155 VALLOTTON Paul, La Bible, son autorité, son contenu et sa valeur, Lausanne 1882, pp. 128,129; cit. da A.F. Vaucher, Le Décalogue, p. 5 156 PURY Roland de, Pierres Vivantes, 2a ed., p. 31. 182 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa sono l’Eterno, l’Iddio tuo, che ti ho tratto dalla casa di servitù”. “Così parla l’Eterno il tuo Redentore, il Santo d’Israele”. È il Redentore che comanda, colui che ha dato la sua vita per riscattarci, colui che ha giudicato che nessun sacrificio era troppo grande per venirci in aiuto e liberarci dalla schiavitù del Maligno, colui che ha fatto tutto ciò che era possibile fare per strapparci dalla potenza delle tenebre. È il Redentore, il Crocifisso, è Gesù Cristo, che pronuncia ognuna delle parole del Decalogo... Dio non ci comanda nulla senza avercelo offerto nella sua grazia».157 Conclusione Cirillo di Gerusalemme scriveva: «Attualmente vi è l’apostasia, perché gli uomini si allontanano dalla retta fede».158 La conversione nominale di Costantino, all’inizio del IV secolo, causò grande allegrezza. Il mondo pagano coperto da un mantello pseudocristiano entrò nella Chiesa. «Per molto tempo la Chiesa di Roma si è gloriata della sua immutabilità. Bossuet opponeva ancora alle variazioni del protestantesimo l’invariabilità del dogma cattolico. Ma la storia dei dogmi ha diroccato la tesi degli antichi controversisti romani. Attraverso i secoli Roma ha cambiato; si possono seguire le sue dottrine dal loro primo fiorire fino al loro completo sviluppo. Essa si è allontanata a un grado tale dal cristianesimo apostolico, che su molti punti essa gli ha fatto esattamente il contropiede. Per spiegare questi cambiamenti, i più abili tra i controversisti cattolici moderni hanno adottato la teoria dello sviluppo, immaginata da Joseph de Maistre, perfezionata dai cardinali Newman e Wiseman, e ridotta in assiomi da Moehler. Secondo questa nuova teoria, i dogmi della Chiesa sarebbero esistiti in germe nell’insegnamento apostolico; questi germi si sarebbero sviluppati a poco a poco, conformemente a delle leggi provvidenziali, in modo da progredire da un secolo all’altro. La dottrina della Chiesa si sarebbe così arricchita senza 157 158 PURY Roland de, Prefazione, in AA.VV., o.c., pp. 6,7. Cirillo di Gerusalemme, La Catechesi, XV: IX. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 183 II parte – Capitolo II alterarsi».159 Oggi si cerca di trarre dalla sacra Scrittura delle argomentazioni per spiegare quello che la tradizione ha realizzato attraverso i secoli. La dialettica sta compiendo un’opera straordinaria e sgomenta coloro che se ne accorgono. Il teologo Karl Adam candidamente confessa: «Noi cattolici riconosciamo facilmente, senza alcuna vergogna, e anche con fierezza, che il cattolicesimo non potrebbe essere identificato semplicemente e completamente con il cristianesimo primitivo, neppure con l’Evangelo del Cristo, proprio come una grande quercia non può essere identificata con una piccola ghianda. Non c’è identità meccanica ma identità organica».160 Ma se veramente «si paragona il cristianesimo a una pianta di cui l’Evangelo sarebbe il germe, mentre la Chiesa Cattolica ne offrirebbe lo sviluppo... la similitudine è esatta? La rassomiglianza è certa?... Quando pianto un albero so in anticipo ciò che produrrà la semenza affidata alla terra. La sua forma, il suo fogliame, il suo frutto, la sua specie, in una parola, sono determinati da regole precise. Non è la stessa cosa di una religione come il cristianesimo, d’una istituzione come la Chiesa. Una quercia non può, crescendo, diventare un olmo, un giglio diventare un rosaio, ma accade spesso, avviene tutti i giorni che un’istituzione cambi a poco a poco spirito, tendenza, carattere. Il nome resta, ma chi ci garantisce che, sotto questo nome, noi abbiamo sempre la stessa cosa?... Il cattolicesimo è il prodotto del cristianesimo; un prodotto, sono d’accordo, ma un prodotto alterato, una degenerazione, una corruzione... Il cattolicesimo è meno un prodotto autentico del cristianesimo che una pianta parassita che vi si è attaccata. E diventato grande con lui, si è nutrito della sua sostanza, ha confuso i suoi rami con i suoi, ma non ha mai fatto corpo unico con lui. La quercia differisce, è vero, dalla ghianda dalla quale è 159 VAUCHER Alfred Felix, Histoire du Salut, 3a ed., Dammarie-Les-Lys 1951, p. 351. 160 ADAM Karl, The spirit of Catholicism, New York 1954, p. 2; cit. VAUCHER Alfred Félix, Supplement Histoire du Salut, 3a ed., Collonges-sous-Salève 1969, p. 90. 184 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Apostasia dottrinale della Chiesa uscita, ma almeno esistono tra loro delle affinità intime. L’albero in germe e l’albero diventato grande non possono essere di natura opposta. Ora, la Chiesa romana e l’Evangelo di Gesù Cristo non sono l’una nei confronti dell’altra nello stesso rapporto dell’inizio e dello sviluppo, sono su molti punti due religioni diverse...».161 Scrive H. Küng: «Si trova molto sovente le parole riformatoe e riforma nelle liturgie antiche, come presso i Padri e i teologi del medio evo. Con la penetrazione dello spirito del mondo nella Chiesa post-costantiniana, esse furono sempre di più applicate alla Chiesa stessa per significare una riforma propria della Chiesa. La parola riforma ha dunque una base solida nella terminologia della tradizione cattolica. Anche, la necessità di una riforma della Chiesa cattolica non è, di fatto, mai stata contestata, né nell’alto medio evo, né al tempo del Rinascimento e della Riforma, né evidentemente al tempo della Riforma tridentina (controriforma – ndt) e post- tridentina. Si può dunque, parlare di rinnovo della Chiesa o di riforma della Chiesa».162 Paolo VI, all’apertura della III sessione del Concilio, il 14 settembre 1964, nel suo discorso ripeté sin dall’inizio solennemente e a ben quattro volte: «Hic revera est Ecclesia. Nos ipsi hic Ecclesiam efficimus» - La Chiesa è realmente qui, siamo noi che abbiamo fatto la Chiesa. La visione che oggi offre il cristianesimo moderno dimentica alcuni insegnamenti biblici e allora viene naturale pensare «che il cristianesimo fu un movimento religioso di lunga mano preparato dalle condizioni di civiltà che si erano venute creando nella società mediterranea fin dall’epoca della fondazione delle grandi monarchie per opera dei successori di Alessandro… Il cristianesimo fu una 161 SCHERER Edmond, Lettres à mon curé, 3’ ed., Paris, pp. 142-144; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 90. 162 KŰNG Hans, Concile et Retour à l’unité – Se Réformer pour susciter l’unité, ed. Cerf, Paris 1961, pp. 7,8. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 185 II parte – Capitolo II formazione composita, un prodotto ibrido, un incontro di affluenze diverse se non addirittura eterogenee».163 Se questo è quanto si può affermare della Chiesa di maggioranza, dobbiamo anche riconoscere onestamente che i tre aspetti, indicarti come esempio, con i quali abbiamo cercato di presentare gli insegnamenti dimenticati, coinvolgono ancora oggi tutte le Chiese cristiane. Venga presto il tempo in cui: «Avendo aperto il cuore all’amore della verità per essere salvate» lascino l’errore, la «tradizione» e la menzogna per servire veramente il Signore Gesù Cristo. «Poiché la Scrittura è la regola di ogni verità, ... non è lecito agli uomini e neppure agli angeli aggiungere, diminuire o cambiare alcunché. Ne segue che né antichità, né costumi, né la moltitudine, né la sapienza umana, né i giudizi, né le dichiarazioni, né gli editti, né i decreti, né i concili, né le visioni, né i miracoli devono essere in opposizione a questa Scrittura; ma al contrario ogni cosa deve essere esaminata, regolata e riformata in accordo con essa». È ora ormai che questa dichiarazione di fede di la Rochelle trovi la sua realizzazione. La tenda di convegno, attorno alla quale il popolo d’Israele si accampava durante il girovagare nel deserto, al tempo di Salomone divenne il santuario, espressione della presenza dell’Eterno in mezzo al popolo (Esodo 25:8), nel quale si esprimeva il vero culto al Dio dell’Eternità, divenne il simbolo della verità di Dio. Il santuario era profanato dal peccato del popolo di Dio e per questo motivo ogni anno veniva purificato. La Chiesa è definita da Paolo «la casa di Dio, colonna e base della verità» 1 Timoteo 3:15; viene profanata dall’apostasia (2 Tessalonicesi 2:3 e seg.) e la verità sarebbe stata «gettata a terra» Daniele 8:12. Il tempo sarebbe venuto che a sua volta la Chiesa sarebbe stata purificata, le verità degli insegnamenti biblici riportate nella giusta considerazione e la «sana dottrina» 2 Timoteo 4:3 rivalutata. 163 186 GENTILE Panfilo, Storia del Cristianesimo, Milano 1975, pp. 9,10. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo III LA CHIESA DEL TENTATORE1 Respingendo la terza offerta del Tentatore,2 Gesù non respinge affatto i regni della terra che gli vengono offerti. Non li rifiuta e non ne disprezza la gloria; respinge solo il modo di prenderli, quanto potrebbe asservire gli uomini alla verità e, in conseguenza, distruggere tale verità. A mio parere, non è il rispetto della dignità umana a motivare in primo luogo questa decisione, ma il rispetto della verità stessa che si disonorerebbe, si corromperebbe se costringesse chiunque a credere. È il rispetto di se stesso che impedisce a Gesù di prendere in considerazione il ricorso alle varie forme di costrizione, di pressione, di condizionamento che gli proponiamo, cioè di trattarci da minorenni o da schiavi, poiché il dio degli schiavi è un falso dio. Se Gesù appoggiasse anche solo il dito mignolo sulla ruota dell’oppressione, non rimarrebbe se stesso, sarebbe diventato il contrario di se stesso, l’Anticristo. Si sarebbe confuso con l’Avversario. Restando fedele a se stesso in quel rifiuto, Gesù rimane fedele a noi; conquista al tempo stesso la sua e la nostra libertà. Nulla di quanto l’Avversario poteva offrirgli come mezzo di conquista degli uomini entrerà nei suoi calcoli e nel suo atteggiamento. Prima di ritrovare Gesù alle prese con i rappresentanti del Tentatore durante la Settimana santa, rifletteremo oggi sugli sviluppi storici della Tentazione. È infatti di capitale importanza che impariamo a leggere l’intera storia della Chiesa ed a prendere le nostre attuali decisioni alla luce di quel rifiuto che ci introduce nel cuore stesso del problema della libertà religiosa. Appare così chiaramente come tale rifiuto sia profondamente radicato, non in ciò che noi siamo con la nostra dignità e i nostri 1 In questa sezione proponiamo ai nostri lettori il Capitolo III dell’opera del pastore riformato Roland de PURY, Alle origini della Libertà, Claudiana, Torino 1967, pp. 41-59. 2 È la tentazione con la quale l’Avversario, dopo aver fatto vedere a Gesù i regni della terra con la loro gloria, glieli offre alla condizioni che l’adori (Matteo 4:810). II parte – Capitolo IV meriti, ma in ciò che la verità stessa è, nell’atteggiamento del Signore stesso, nella sua resistenza al Tentatore fino alla morte. Nelle interminabili violenze dei cristiani e delle chiese nel corso della storia, più ancora del disprezzo della creatura che esse lasciavano trasparire, ci lascia sbalorditi e quasi disperati il disprezzo della verità stessa, il disprezzo assoluto di Cristo stesso. No, non è marginale o secondario il problema della libertà; è centrale e primario. Non si può parlare della rivelazione cristiana e poi, in via accessoria, del diritto degli uomini di accoglierla o respingerla; non si può parlare del Cristo e della libertà come se fossero due cose diverse che potrebbero esistere l’una senza l’altra, come se fosse ancora predicato lo stesso Cristo là dove la libertà non è rispettata. Gesù avrebbe dunque resistito alla tentazione solo per consentire alla sua Chiesa di soccombere ad essa e di proferire per secoli la bestemmia secondo cui solo la verità ha il diritto di esistere, fabbricando così milioni di martiri dell’errore, nel nome d’una verità che altro non è che negazione di se stessa nel nome d’un Cristo che ha ceduto al Tentatore? Com’è possibile anche solo immaginare che la predicazione dell’Evangelo possa essere accompagnata da pressioni e costrizioni, quando l’Evangelo altro non è se non la buona novella del rifiuto opposto da Gesù a tutti questi mezzi? Quando sotto Costantino il cristianesimo è diventato religione dell’impero, la chiesa è uscita dall lunga prova delle persecuzioni e s’è data a perseguitare i pagani, come se non avesse altra alternativa: perseguitata – persecutrice, tanti colpi ricevuti – tanti restituiti, proibita o obbligatoria.- Come se, il Signore ch’era incaricata d’annunziare e del quale era il corpo, avesse ceduto alla tentazione e ricevuto dal Principe di questo mondo i mezzi per cristianizzare il mondo. Pur riconoscendo l’eminente funzione civilizzatrice ed umanizzatrice della Chiesa nel Medioevo, nulla potrà mai giustificare i sistemi clericali in cui essa s’invischiò sempre più 188 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore profondamente e che si prolungarono anche nei rami riformati del cristianesimo. Occorre ricordare che nel 1610, in Virginia, due anni dopo l’arrivo del «May Flower» con i pellegrini puritani che fuggivano la persecuzione in Inghilterra per insediarsi nel Nuovo Mondo, la legge puniva con la morte chiunque, senza valide giustificazioni, si assentasse per tre volte di seguito dal servizio religioso? E che in quella stessa Virginia, nel 1818, la legge condannava a 34 colpi di frusta l’uomo che avesse insegnato a leggere ad un negro? Occorre ricordare che a Berna e a Zurigo coloro che rifiutavano di far battezzare i loro figli venivano annegati nell’Aar o nel Limmat? Occorre ricordare, d’altra parte, che Madame de Sévigné scriveva senz’ironia che i Dragoni del Re erano stati eccellenti missionari e che nessun monarca aveva fatto cosa più grande della revoca dell’Editto di Nantes? Quell’editto che fu il primo tentativo nella storia cristiana, sia pure ancora timido ed insufficiente, di ritorno ad una situazione in cui la Chiesa non fosse più Chiesa del Tentatore, ma di Colui che ha resistito al Tentatore. Enrico IV, con gran fatica, era riuscito a imporre ai fanatici questo piccolo inizio di tolleranza e di pluralismo, cioè di ubbidienza ad un Cristo che non ha ceduto; ma la Chiesa gridò al martirio: « quell’Editto mi crocifigge », disse il Papa. Eppure si trattava della sola costrizione legittima, direi dell’unica costrizione cristiana, quella che impone la tolleranza ai fanatici. È infatti cristiano solo quello stato che vieti alla Chiesa di opprimere gli infedeli e gli eretici. Qualche anno prima era stato elaborato un progetto ancor più notevole che Émile Léonard mette in evidenza nella sua Histoire générale du Protestantisme e che ormai non possiamo più ignorare, progetto denominato «pace di religione», elaborato da Guglielmo il Taciturno, che proponeva una grande Olanda indipendente e tollerante, dove i cattolici riconoscessero il culto protestante ed i protestanti il culto cattolico. Purtroppo, alcuni signorotti calvinisti, anch’essi indubbiamente crocifissi dal progetto, sostenuti dai pastori Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 189 II parte – Capitolo IV di Gand che ne avevano fatto la Ginevra fiamminga, vi s’opposero riuscendo a far fallire ogni cosa. La guerra continuò, il protestantesimo fu spazzato via dal Belgio, e s’ebbe un Belgio cattolico ed un’Olanda protestante, dove ciascuno a casa sua serviva il suo Cristo obbligatorio. Così, nonostante gli sforzi congiunti di tre laici ammirevoli, Guglielmo il Taciturno, Marnix de Sainte-Aldegonde e Duplessis-Mornay, nel 1578 fallì il primo progetto di costituzione che, dall’Editto di Milano del 313, tenesse conto della resistenza di Gesù alla terza tentazione. Bisogna dire, a onor del vero, che fin dal secolo seguente lo spirito del Taciturno prevalse in Olanda, donde Pietro Bayle, rifugiato, scriveva: «Tutti, perfino i cattolici romani che, di tutte le sette, sono la più pericolosa da tollerare, se ne stanno tranquilli in Olanda, tanto hanno argomento di lode per la moderazione dei loro sovrani»3. Purtroppo, proprio negli stessi anni, il fratello di Pietro, il pastore Giacobbe Bayle, noto per la sua esemplare mitezza e la sua completa sottomissione alla legge del Regno, poco prima della revoca dell’Editto di Nantes, venne gettato in una segreta del castello Trompette a Bordeaux, «infetta e fetida», a detta di testimoni dell’epoca. Non ne dubitiamo affatto, poiché sappiamo che quell’uomo di 40 anni, in piena salute, vi fu liquidato in quattro mesi. Molto meglio della tortura, perché nessuno si sporca le mani; si lascia marcire vivo l’uomo, totalmente tagliato fuori dal mondo, ma non certo dai “conforti della religione”. Infatti il carceriere, raccontando che era morto da vero cristiano, aggiunge: «È stato visitato molto spesso dai signori gesuiti; tuttavia non hanno potuto guadagnare nulla sul suo spirito». «Visitato molto spesso!». Ci colgono le vertigini quando cerchiamo d’immaginare quegl’incontri, quei dialoghi, quei rapporti. Conosciamo lo scopo delle visite: la conversione del prigioniero, una conversione che senza dubbio aprirebbe le porte del cielo, ma anche la porta del carcere. Una semplice firma gli 3 190 E. LABROUSSE Pierre Bayle, Seghers, Parigi, p. 139 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore ridarebbe la libertà, la famiglia, una pensione a vita del re cristianissimo, facilitazioni per diventare avvocato, una moratoria per i creditori della famiglia Bayle, già completamente rovinata... Bisogna aver conosciuto la prigione per sapere cosa significano la libertà, una giovane moglie e due figli, nonché l’assenza di ogni preoccupazione materiale. «Visitato molto spesso!». Forse ogni giorno veniva rinnovata l’esortazione e la promessa; i martirii da gran spettacolo sono uno scherzo in confronto a quei mesi di solitudine e di tentazione, ove si rimane del continuo padroni della propria decisione di fronte all’alternativa fra l’orrore e la felicità! Si è colpiti dall’atteggiamento quasi simbolico di quei due uomini, da quei colloqui ecumenici. Si cerca di entrare nella psicologia di quei “padri” che erano senza dubbio buoni teologi e forse dei santi (quale dedizione nell’occuparsi per mesi d’un prigioniero in simili condizioni!). Cosa speravano? Se «guadagnavano», cosa guadagnavano? Cosa rimane d’una testimonianza cristiana alla quale si possa aggiungere l’offerta d’un qualsiasi vantaggio umano, fosse pure un solo pezzo di pane? Dov’è il Cristo in questo dialogo? Dalle due parti, se si vuole; ma con questa differenza, che il Gesù dei “padri” ha ceduto alla tentazione e perso la libertà. Chi è lo schiavo in questo dialogo se non colui che dispone della libertà come argomento? E chi è libero se non colui che rifiuta la libertà offerta dal Tentatore? Chi è cristiano se non chi respinge per sempre una Chiesa che dispone di prigioni, di prebende, di impieghi e perfino di scuole? La situazione potrebbe capovolgersi e il “padre” essere al posto del pastore in una società clericale protestante. Ma nel dialogo storico di cui ci occupiamo, e che ci è stato rivelato dagli studi di El. Labrousse sulla famiglia Bayle, abbiamo un confronto quasi simbolico fra i due Cristi: il Cristo libero e il Cristo alienato e quasi un’illustrazione della visita del Grande Inquisitore a Gesù, immaginata da Dostojevskij. (Il Cristo libero è rappresentato dal prigioniero; il Cristo alienato, il Tentatore, dall’uomo libero). Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 191 II parte – Capitolo IV Come mai centinaia di migliaia di casi simili a questo furono possibili durante un millennio di cristianità e quasi senza protesta alcuna? Come questo veleno satanico ha potuto diffondersi nelle chiese tanto a lungo da far accettare senza discussione l’idea che “la Verità che fa liberi” possa essere imposta e che una verità imposta possa ancora “far liberi?”. Come s’è potuto disprezzare la Verità fino a tal punto? E penso pure, in tempi ancora a noi vicini, a Simone Kimbangu, l’apostolo del Congo, il testimone straordinario e irreprensibile dell’Evangelo, morto quindici anni fa nelle carceri di Elizabethville, dopo trent’anni di prigionia, un uomo che ha tenuto duro, rifiutando sino alla fine i “conforti della religione”. Sì, come ha potuto il Tentatore prendere sulla sua Chiesa una rivincita tale da costringere il Signore a rimetterla al passo con l’aiuto di voci esterne, con gli enciclopedisti, con Voltaire e Rousseau, con la Rivoluzione, con tutto il movimento anticlericale? In un caso analogo, Davide si batté per un tempo con i Filistei contro Israele! Il Signore s’è battuto contro la sua Chiesa a fianco di coloro che non dicevano: «Signore, Signore», ma che, su questo punto fondamentale, facevano la sua volontà. E l’ha condotta oggi, con 1600 anni di ritardo, a riconoscere finalmente che la verità imposta perde ogni potere di liberazione. Amara ironia! Nell’Evangelo il Signore ha conquistato la libertà religiosa con aspra lotta contro il Tentatore, perché la Chiesa ne fosse portatrice nel mondo e nella storia; ma la Chiesa l’ha lasciata interamente cadere finché miscredenti, eretici, non cristiani ed atei l’hanno raccolta e restituita al mondo e alla Chiesa. Ah, non c’è davvero di che essere orgogliosi per questa rinnovata consapevolezza, che giunge con tanto ritardo, della vittoria di Gesù sulla terza tentazione; possiamo esserne solo molto umilmente grati. Non dimentichiamo che nella nostra cara Confessione della Rochelle è pure contenuta la proposizione aberrante secondo cui il magistrato porta la spada non solo per reprimere i peccati della 192 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore seconda tavola del Decalogo: furto, diffamazione, omicidio, ma anche quelli della prima tavola. In altre parole: le chiese riformate di Francia che hanno appena assistito al supplizio dei loro 600 martiri inceneriti dalla camera ardente di Enrico II, negli anni ‘50’60; le chiese eroi-che, vittime di tutti gli orrori d’una repressione clericale, non esitano un istante a dichiarare freddamente, tramite il loro Sinodo del 1559, ed entrando così nel giuoco dei loro persecutori, che il braccio secolare deve costringere i cittadini a non avere altro Dio che Gesù Cristo, a non farsi di lui altra immagine che quella della testimonianza biblica, a non pronunciare il suo nome invano e a partecipare ogni domenica alla gioia e al riposo di Dio, sì, anche questo imposto dal braccio secolare! E così il Gesù riformato avrebbe ceduto alla tentazione non meno del Gesù romano. In pratica, e senza dubbio grazie all’assenza del monolitismo cattolico, la differenza fu notevole e le dimensioni dell’apostasia clericale furono un po’ minori nei paesi riformati, ancorché la situazione dell’Irlanda sotto la sferza anglicana fosse appena preferibile a quella degli acattolici in Spagna. C’è veramente poco da vantarsi! Nel 1801, Giorgio III rifiutava ancora la libertà di coscienza ai cattolici inglesi. E l’enciclica Quanta cura, che ha giusto un secolo, si scagliava contro coloro che avevano «l’insigne impudenza d’affermare... che la Chiesa non abbia il diritto di reprimere con pene temporali i violatori delle sue leggi». È facile mostrare con quale violenza e fino all’ultimo istante le chiese abbiano difeso, ed alcune ancora difendano, il loro Cristo obbligatorio, cioè il loro diavolo cristiano, contro chi abbia l’impudenza di credere alla vittoria di Gesù sul Demonio! Ma questi impudenti si sono oggi meravigliosamente moltiplicati. Hanno invaso il Concilio. Quale straordinario refrigerio, e finalmente quale ritorno al Signore vittorioso, è stato poter ascoltare mons. De Smets a Roma nel momento di presentare lo schema sulla libertà religiosa: «Cosa può esservi di più degno per la Chiesa che poter esercitare la sua funzione in maniera del tutto indipendente? La libertà religiosa è il più grande dei benefici; Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 193 II parte – Capitolo IV scaturisce da una fede sincera e verace. La fiducia nella Chiesa non deve mai fondarsi su di un potere secolare. La migliore testimonianza che la Chiesa possa rendere alla verità dell’Evangelo è di mostrarsi così fiduciosa nella forza della verità da non aver bisogno di appoggiarsi ai pubblici poteri». Sono quasi alla lettera le espressioni di Lutero che fu in questo senso un mirabile precursore quando, nel suo trattato Dell’autorità civile (1523), affermava: «È la Parola di Dio che deve condurre la battaglia; se non ottiene nulla, il potere temporale otterrà meno ancora, quand’anche bagnasse il mondo nel sangue... Se i sudditi errassero sarebbe meglio che le autorità civili li lasciassero nell’errore... ». «Se il tuo principe ti ordina di credere in una data maniera, rispondigli: datemi degli ordini nei limiti della vostra competenza ed io vi ubbidirò; ma se volete impormi di credere in un dato modo, non ubbidirò»4. Nei limiti della vostra competenza: con quale chiarezza Lutero indica la separazione dei poteri! Come ha ben capito la resistenza del suo Signore all’Avversario! E altrove, nello stesso scritto, chiama «abuso criminale del potere» ogni violazione di questo limite da parte del Principe. Ma che dire allora d’una Chiesa che, invece di denunziare questo abuso, lo provoca e ne trae profitto? Peccato che Lutero non sia stato seguito da tutti i luterani, i calvinisti e gli anglicani! E perché dunque, invece di attingere la libertà religiosa sempre e soltanto dalla Parola stessa di Dio, è stato necessario ritrovarla attraverso la via tortuosa dell’umanesimo libero pensatore? Perché Gesù ha dovuto rifugiarsi per due secoli presso i deisti e 4 Cfr. M. LUTERO, Scritti politici, U.T.E.T. - Torino, 1959 2, pp. 422, 425 ss. Numerose, quanto poco note sono le prese di posizione di Lutero a favore della libertà di coscienza e di fede. Ricordiamo ancora la seguente frase: «Se la Chiesa volesse governare le coscienze con la costrizione si avrebbero soltanto degli ipocriti, perché senza lo Spirito Santo nel cuore nessuno diviene pio » (W. A. XI, 251 s.), cit. da: V. Vinai, I due regni nella teologia di Lutero, C.E.C. Roma 1950, p. 36 (N.d.t.). 194 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore gli atei per lottare contro il Tentatore che infieriva nella sua Chiesa? Si può pertanto tradurre così la terza tentazione: “Se tu sei la verità, lasciami difendere e far valere i tuoi diritti, i tuoi diritti esclusivi”. Respingendo l’offerta del falso dio, la verità conquista il suo diritto esclusivo ed assoluto, il suo diritto di liberare ogni uomo rinunziando ad ogni possibilità d’imporsi a lui. La libertà religiosa non relativizza né minimizza affatto il carattere assoluto ed unico della verità cristiana; testimonia semplicemente del modo da essa liberamente scelto per far valere i propri diritti. La libertà è intrinseca e non estrinseca alla verità. Da ciò si può senza dubbio dedurre il rispetto della persona umana, i diritti della coscienza individuale, ma questo rispetto e questi diritti sono stati conferiti alla persona umana da Gesù, mediante la sua resistenza al Tentatore; non sono quindi dei diritti che l’uomo potrebbe esercitare come se fosse un piccolo dio, diritti di cui troverebbe la fonte in se stesso. La libertà di coscienza e tutti i diritti dell’uomo hanno la loro unica fonte nella resistenza di Gesù alla terza tentazione e non in qualche diritto naturale. Ogni opposizione fra verità e libertà è un tragico malinteso dovuto all’ignoranza della natura stessa della verità. La vittoria di Gesù su Satana ha distrutto l’alternativa: verità-libertà e giustifica il grido: libertà o morte! Satana non è mai lontano dalla verità. È la verità nel momento in cui essa rinunzia alla libertà e diventa uno strumento d’alienazione; talché numerosi papi e capi di varie chiese furono, sì, i successori di Pietro, ma di quel Pietro al quale Gesù disse: «Vattene via da me, Satana!», quando gli rifiutava il diritto di lasciare agli uomini la libertà di metterlo a morte. Intendiamoci bene: non vorrei che il rifiuto di ogni ricorso ai mezzi temporali li ponesse sotto una cattiva luce. Il braccio secolare non è per nulla diabolico quando rimane, come dice Lutero, nei «limiti della sua competenza». Ma lo diviene appena si lascia manovrare dalla Chiesa. Ognuno dei due poteri, temporale e Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 195 II parte – Capitolo IV spirituale, è divino; solo la loro confusione o la loro collusione è diabolica. Il Diavolo della terza tentazione è colui che si attiene strettamente alla confusione dei poteri; è un Cristo che si serve del potere politico o è un potere politico che si serve del Cristo. In ambedue i casi, teocrazia clericale e cesaropapismo, non ci troviamo semplicemente dinanzi ad un errore, un’imperfezione, una crisi di crescenza, uno zelo intempestivo, un male necessario, un periodo transitorio e che altro ancora? No, ci troviamo dinanzi alla fondamentale perversione della rivelazione stessa. Il Cristo obbligatorio non è più il Cristo del Nuovo Testamento, non è più il Crocifisso, quand’anche si brandisca la sua croce. È un cristo alienato e prostituito, un cristo utilizzabile, manipolabile di cui l’Avversario s’è impadronito. Dove non v’è libertà non vi può essere lo Spirito del Signore, anche se regnasse la più perfetta ortodossia e la più rigida morale. Ovunque il Cristo sia predicato senza il pieno rispetto della libertà di chi ascolta, cioè senza una assoluta parità di diritti per l’incredulità come per la fede, non è più il Cristo che è predicato, ma colui che egli ha rifiutato di essere. Quando la verità è imposta, non ne rimane più nulla. Tutte le violenze, gli abusi di potere, le pressioni, i delitti commessi nella storia in nome di Cristo, sono stati perpetrati dal Tentatore. Ahimé, le vittime non l’hanno sempre saputo e quante sono morte odiando quel cristo che le perseguitava e che essi scambiavano per il Cristo autentico! Certamente Giovanna d’Arco sapeva che Gesù era con lei e Bayle e decine di migliaia di martiri evangelici lo sapevano, ma fa fremere fino in fondo all’anima il pensiero delle innumerevoli vittime non cristiane, degli ebrei in particolare, che potevano, che dovevano pensare che Gesù era il loro carnefice. La storia mostruosa dell’antisemitismo cristiano è la testimonianza più schiacciante contro una Chiesa che ha rinnegato se stessa ed ha offerto a coloro che aveva la missione di salvare il volto di 196 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore colui che era venuto a perderli e a perderla, il volto del cristo-tentatore. No, la libertà non è un progresso, come se, senza di essa, ci fosse già qualcosa, un Gesù incompleto o incompreso, una Chiesa imperfetta o inferma; come se, in Egitto, Israele avesse già potuto servire Dio. La libertà non si aggiunge ad altri beni, non è un supplemento, ma la condizione di tutto. La libertà è all’inizio dell’intera storia cristiana e l’accompagna; non può accodarsi durante la marcia. Non si può dire che, riconoscendo la libertà religiosa, la Chiesa abbia fatto dei progressi; si può soltanto dire che è tornata alla condizione preliminare della sua fedeltà. D’altro canto la Chiesa non ha mai avvertito questo suo soffocare la libertà con le proprie mani come una infermità o una necessità provvisoria, ma anzi come un trionfo. Più s’è sentita adulta e forte, più ha avuto potere a sua di sposizione, più ha ceduto alla tentazione d’imporsi fino a giustificare questa imposizione con i diritti della verità, diventando così schiava dell’Avversario. Si parlerà di progresso per il braccio secolare? Direi più volentieri, anche qui, che ha trovato se stesso ed è diventato il braccio del Signore, rinunziando a mettersi al servizio della Chiesa o a metterla al suo servizio. Scoprendo la laicità, il potere ha trovato la sua situazione cristiana, perché il Tentatore governa gli stati clericali, il Cristo crocifisso e risorto, il vero Signore del mondo non può evidentemente governare che stati laici. Solo sfuggendo alla tutela della Chiesa, il potere politico, come il potere giudiziario e il potere culturale sono passati sotto la sovranità del Cristo vincitore del Demonio ed hanno trovato la loro ragion d’essere e la loro libertà. Respingendo la terza tentazione, Gesù ha conquistato, non solo la nostra libertà personale e quella della Chiesa, ma la libertà politica, la libertà scientifica e la libertà culturale; ha fondato il carattere laico del potere dello stato. Che cosa vuole da quei «ministri di Dio per il bene comune» che, secondo Paolo, sono gli uomini di stato? E che vuole dagli uomini di scienza, di cultura, dagli artisti e dai filosofi se non la Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 197 II parte – Capitolo IV loro piena libertà, ognuno «nei limiti della sua competenza»? Osservava Jean Lacroix: «Come lo stato autenticamente cristiano non è lo stato clericale, ma quello che meglio attua la sua essenza propria di stato, così una filosofia cristiana non può essere che laica nel senso in cui laicità significa norma di razionalità». Tuttavia, se la resistenza di Gesù ci obbliga anzitutto ad un ripudio definitivo e conseguente di tutte le forme di clericalismo cristiano, ci costringe anche a denunziare tutti gli altri clericalismi che soffocano il mondo. I cristiani, infatti, non sono i soli ad aver confuso i poteri; l’hanno fatto tutte le religioni e perfino l’ateismo. Si pensi alla condizione dei copti in Egitto, all’identificazione della cittadinanza marocchina con l’appartenenza all’Isiam – e simili tendenze non esistono forse anche nello stato d’Israele? Si pensi a quella forma di identificazione, che è realmente clericale, fra i pubblici impieghi e la professione d’ateismo nei paesi comunisti. Sì, questi clericalismi stranieri non sono evidente-mente meno diabolici e oggi devastano il mondo a tal punto da dover rilevare che la piena libertà religiosa e la vera laicità politica crescono quasi esclusivamente in terreni arati da profonde influenze cristiane. Di fronte alla constatazione che il Diavolo è all’opera in tutte le religioni per falsare le regole del giuoco politico e sociale, e l’ateismo di stato non si comporta meglio della religione di stato, bisogna affermare che l’influenza politica decisiva dell’Evangelo andrà sempre nel senso della laicità. E coloro che tengono al titolo di cristianità, la dovranno conferire solo ad una laicità rigorosa ed onesta. Un mondo secolarizzato dove cristiani e non cristiani collaborano al bene comune nella più completa uguaglianza e vanno a scuola insieme, tale è la cristianità che scaturisce dal racconto della tentazione. Non esiste in ogni caso cristianità che non sia laica, come non esiste laicità che non sia cristiana5. È tempo che la nostra fede ne prenda chiara coscienza. 5 Non dobbiamo tuttavia diventare fanatici sostenitori d’una separazione radicale. Né la libertà della Chiesa né la laicità dello stato sono necessariamente compromesse da sovvenzioni o perfino da un concordato, non più di quanto 198 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Chiesa del tentatore Tutto il processo di secolarizzazione e di laicizzazione che comincia col Rinascimento, s’afferma nel secolo XVIII, fiorisce nel mondo moderno e di cui testimoniano, fra l’altro, la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo” e la “Carta delle Nazioni Unite”, trova la sua origine nella resistenza di Gesù al Tentatore e nella sua ubbidienza al primo comandamento. Tutte le libertà fondamentali dell’uomo sono state conquistate da Gesù sull’Avversario; non è colpa sua se i suoi servitori l’hano tradito rendendolo obbligatorio. Nonostante la sua Chiesa, e per le vie traverse della storia, il Signore ha trovato il mezzo di ridiventare colui che nessuno è obbligato a seguire, nel quale nessuno è costretto a credere e ha reso così alla sua Chiesa la piena libertà di credere in lui e di seguirlo, dando al tempo stesso al mondo tutte le libertà scaturite dall’esercizio del suo potere divino attraverso i poteri umani separati. Riflettendo attentamente e chiediamoci se la sovranità assoluta d’un uomo che ha resistito alla terza tentazione (quella di lo sia la libertà universitaria per il fatto che le università non sono fondazioni private. Finché il principio della separazione dei poteri è rispettato in maniera rigorosa, il denaro dello stato non è il denaro del diavolo e chi lo riceve non è un venduto. La chiesa d’Inghilterra è una delle più libere del mondo, tanto vivo è presso gli anglosassoni il senso della separazione dei poteri. Ricordiamo d’altra parte che nella Germania nazista le “chiese libere” si sono fatte notare per la loro sottomissione e la loro servilità nei confronti del regime, mentre il grande movimento di resistenza, la chiesa confessante, ebbe a formarsi in seno alle chiese nazionali. È accaduto che le cosiddette “chiese libere” cercassero di farsi perdonare in qualche maniera la loro libertà con un eccessivo zelo filogovernativo e nazionalista, il che dimostra come l’assenza di stretti rapporti organici e finanziari con lo stato non garantisca affatto una vera separazione dei poteri e la vera libertà della Chiesa, che è in realtà il segreto del potere di Gesù Cristo. Si potrebbe anche osservare, en passant, che uno degli uomini certamente più liberi di questo secolo, Karl Barth, è sempre stato stipendiato dallo stato, il che ci impedisce di confondere laicità con assenza obbligatoria di ogni rapporto finanziario; assenza che, tuttavia, ci pare più normale nella misura in cui lo stato è incaricato del bene comune. Ora, per definizione, la fede cristiana non è un bene comune, nel senso che la comunità cristiana non può identificarsi con la comunità civile senza ricadere nelle mistificazioni dell’antica cristianità. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 199 II parte – Capitolo IV conquistare il potere di questo mondo – n.d.r.), può oggi esercitare sul mondo in altro modo che passando attraverso poteri rigorosamente separati, operanti, ciascuno nel proprio ambito, per il bene comune dell’intera società. In ogni caso, se riteniamo sicura l’affermazione dell’Apocalisse: «L’impero del mondo appartiene all’Agnello immolato», cioè a Gesù appeso al legno; se è lui che regna, non vi è libertà di alcuno, in alcun campo che abbia qualcosa da temere. Proclamando oggi la libertà religiosa, la Chiesa non scende a patti con il mondo, come ritengono alcuni, ma si sottomette alla verità e ritrova la fedeltà al suo Signore: resiste al Tantatore.6 6 Ahimè! Che dire della Grecia dove l’irruzione dell’arbitrio, la liquidazione di tutte le libertà e di tutti i diritti dell’uomo, in una parola, il Tentatore, si sono fatti garantire dall’Arcivescovo di Atene e sono accompagnati dall’obbligo per le ragazze di comunicarsi ogni domenica dell’anno scolastico? Una ragazza greca ha forse attualmente un altro mezzo per confessare la propria fede, che non sia il rifiuto assoluto di prendere parte alla comunione? E continuiamo a chiederci: ma a che serve la gerarchia? 200 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Terza parte La Riforma incompiuta Capitolo I BISOGNO DI UNA RIFORMA Il Medio Evo è stato caratterizzato da figure carismatiche, sostenute da numerosi discepoli che hanno voluto riproporre una vita più in conformità con la Scrittura. Questi movimenti sono stati contrastati dalla Chiesa, i fedeli rinchiusi nelle segrete del braccio secolare e soppressi sui roghi.1 Roma, fra l’altro in preda alla simonia, vendeva per profitto tutto quanto era commerciabile, le stesse funzioni ecclesiali, delle quali trarre lucrosi profitti e, ubriaca di potere, rifiutava di riformarsi al richiamo dei pre-Riformatori quali Valdo, Gioacchino da Fiore, Dante, Wycliffe, Huss, Girolamo da Praga e altri ancora e dallo spirito umanista del tempo. Gli Stati nazionali che si venivano a costituire, si contrapponevano sempre con maggiore resistenza alla sovranità universale del papa. Le nascenti classi borghesi non gradivano dover omaggiare un clero al servizio d’una curia che nel nome di Dio approfittava sempre del proprio status per goderne di immensi benefici economici e politici nel nome della religione. Una nuova società, alla fine del Medio Evo, si proponeva nascente alla vecchia Europa. L’orizzonte geografico si espandeva a Ovest, con la scoperta dell’America si proponevano nuovi confini tracciando negli oceani le nuove strade di comunicazione. La politica cambiava, nuove risorse economiche si prospettavano. La terra non era più il solo bene fonte di ricchezza. Le materie prime venivano da lontano. Il mercante borghese accresceva d’influenza e sostituiva il nobile feudale. Un risveglio intellettuale influenzava il pensiero e prendeva le distanze nei confronti di una religiosità stanca, obsoleta, corrotta, strumentalizzata e strumentaliz-zante. Quando 1522 Lutero2 donava ai popoli germanici il Nuovo Testamento in tedesco, Magellano completava il giro del mondo. 1 Riteniamo utile riportare la nota del prof. Paolo Ricca «Lutero non è il solo rappresentante della Riforma, egli deve essere visto assieme a tutta una serie di riformatori: Erasmo, Carlostadio, Melantone, Zuiglio, Bucero… Comunque è e resta Lutero la figura che come nessun’altra impersona 2 III Parte – Capitolo I L’Europa si considerava al centro tra le vie dell’Ovest e dell’Est passando dal Sud dell’Africa. In quel tempo i Paesi latini d’Europa, Spagna e Portogallo, si spartivano con i Paesi nordici, Olanda e Inghilterra, i nuovi confini. L’America del Sud veniva divisa tra le due potenze iberiche e si portavano in Europa ricchezze enormi mal gestite dalle due corone. Queste ingenti ricchezze furono causa d’inflazione nel vecchio continente. Il Nord America, diventerà la terra di rifugiati per chi in Europa non poteva vivere in libertà la propria fede, contesa da Francia e Inghilterra, divenne una nuova patria per gli Anglosassoni e si aprì al colonialismo dopo la Riforma protestante. In Europa il logoro impero medioevale si spartiva nella nuova creazione di stati nazionali sempre più autonomi nel proprio nazionalismo. La religione, che ha sempre dominato con autoritarismo strumentalizzando tutto e tutti, era l’unico e vero elemento che accomunava tutti i popoli asservendoseli, perché nel nome di Dio s’impossessava della coscienza di ogni persona. Questo condizionamento, sia nel privato che nel pubblico, era sopportato con stanchezza da tutti. La Riforma protestante fu la scintilla che permise a diverse nazioni di fin dall’inizio il programma riformatore… Lutero è il profeta del Vangelo originario inviato da Dio: così l’hanno visto, in maniera del tutto esistenziale e insieme idealizzante, i suoi contemporanei evangelici… Lutero, il restauratore della “dottrina pura”: così lo ha visto, in maniera più intellettualistica, l’ortodossia luterana. Lutero, oppositore dell’ortodossia irrigidita, l’uomo orante e l’erose della fede, il modello, invitante alla conversione, della religiosità del cuore e della fiducia nel dono della misericordia di Dio: così egli è diventato importante per il pietismo… Per l’illuminismo: Lutero come liberatore dall’oppressione della coscienza, campione della ragione e avversario della superstizione… Lutero un genio linguistico. Del tutto diversamente per il classicismo, l’idealismo e il romanticismo tedesco: Lutero come precursore dell’età moderna e, più tardi nel capovolgimento della restaurazione, come il conservatore… Lutero viene compreso di nuovo più teologicamente come l’uomo di Dio: come testimone della parola, della grazia e libertà di Dio, come il rappresentante di una “theologia crucis”, anzi teologicamente come un “evento linguistico”».KÜNG Hans, Cristianesimo, Bur saggi, Bergamo 1999, pp. 521,522. 204 Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Bisogno di una Riforma avere una propria chiesa automa, nazionale, limitata al proprio territorio, che poteva essere controllata e se anche era lei a controllare, il suo potere e la sua autorità finivano dove finiva l’autorità politica. Tutto avveniva tra i propri confini, nessuno dipendeva dallo straniero. Il Rinascimento ha riportato in Europa il ritorno alle fonti della conoscenza del passato, alle origini che caratterizzavano le radici della cultura Occidentale. L’umanesimo ha posto l’uomo al centro dell’universo che gli gravitava attorno. C’è anche un ritorno allo studio delle Scritture nelle lingue originali, studio che portava a un confronto e distacco dal potere papale. La salvezza è sempre più compresa come una questione personale, non di famiglia o casato, paese o popolo. Dio cerca l’uomo ed è l’uomo che deve rispondere al proprio Dio senza la mediazione del sacerdote o altri intermediari. Lo spirito critico e l’analisi rinascimentale si ripercuotono nella religiosità e sottopongono a nuovi giudizi le forme di pietà, la fede, le cerimonie, la gerarchia ecclesiastica e l’autorità religiosa. La tendenza individualistica sia a livello personale che nazionale suscitava scetticismo, manifestando più interesse per le cose profane che per quelle religiose e mal si conciliava con gli interessi di una Chiesa lontana e parassitaria dove la religiosità era nello sfarzo delle cerimonie e aveva come prospettiva il profano. La Bibbia è considerata al centro dell’autorità della Chiesa. Essa deve stabilire ciò che si deve credere o abbandonare, ma la Scrittura non era il punto di riferimento per le autorità ecclesiastiche. La Riforma non è una rivolta contro Roma, Lutero non ha mai pensato di costituire un’altra Chiesa fino a quando è stato comunicato e la scomunica colpisce le persone non per le loro idee religiose, ma quando queste contestano il Vescovo di Roma. I Riformatori hanno desiderato riformare la Chiesa, come tutti quelli che sono sorti prima di loro, una riforma all’interno dell’ovile affinché tornasse a rispecchiare quella del tempo apostolico e quindi, non sostituirla. Per realizzare quest’opera l’autorità doveva provenire dalla Bibbia e non dalla istituzione ecclesiastica e da chi deteneva il potere. La salvezza Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 205 III Parte – Capitolo I eterna era un dono di Dio già manifestato in Cristo Gesù. Nessun acquisto, nessuna azione poteva acquisirla. Scrive il professore di storia della Chiesa E.E. Cairns: «Non si è data sufficiente importanza alla Riforma come movimento religioso avvenuto in gran parte tra popoli di razza germanica nell’Europa settentrionale e occidentale. La maggioranza delle nazioni che adottarono i principi della Riforma non aveva mai fatto parte del Vecchio Impero Romano e dei territori al suo confine, Le nazioni latine dell’Europa meridionale non accettarono la Riforma ed anzi rimasero fedeli al sistema cattolico romano. – In quei paesi dominavano ancora gli ideali medioevali di unità e uniformità, ma nell’Europa settentrionale e occidentale i popoli germanici passarono dall’unità e uniformità religiosa alla diversità del protestantesimo. – Si noterà che le nazioni che accettarono il protestantesimo al momento della Riforma, erano poste al di fuori dell’orbita del vecchio impero romano e che la loro potente borghesia aveva una formazione culturale completamente diversa da quella delle nazioni latine. Alcuni sono giunti persino a considerare la Riforma una rivolta delle nazioni germaniche nordiche contro le nazioni latine con la loro cultura mediterranea e il loro concetto di organizzazione internazionale, eredità del vecchio impero romano. I capi di questi stati mal tolleravano nei loro territori l’ingerenza papale, la quale era spirituale ma spesso anche temporale perché la Chiesa Romana possedeva vaste estensioni di terra in tutta Europa. Questo fatto creava una divisione di poteri nello stato che non era tollerata da monarchi assoluti come i Tudor d’Inghilterra. – Solo i popoli dell’Europa settentrionale e occidentale, d’origine germanica, accettarono la Riforma; quelli d’origine latina rimasero generalmente fedeli al papa».3 3 CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i secoli, Centro Biblico, Napoli 1970, pp. 291,281,284,290. Sebbene i primi fermenti della Riforma fossero sorti secoli prima proprio in Italia, dove il potere papale era considerato il coagulo dell’unità d’Europa, la profezia biblica ci permette di comprendere perché questo evento storico sia 206 Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Bisogno di una Riforma La Riforma non è stata uno scisma ereticale contro la teologia di Roma che ha caratterizzato tutto il Medio Evo, ma la rottura di un tentativo di ritornare agli ideali manifestati all’origine del cristianesimo che da secoli erano stati abbandonati. All’interno stesso della Chiesa, la Curia romana, già dal V secolo si sono elevati voci, gruppi di fedeli, ecclesiastici che la identificavano con la prostituta di Apocalisse 17,4 successivamente anche con la prima bestia di Apocalisse 13 e con Satana stesso. Il papa era considerato uno straniero dai popoli germanici. Non era accettabile l’esenzione ecclesiastica dalle tasse, i vescovi si sottraessero ai tribunali civili per rendere conto solo a quelli ecclesiastici. I beni della Chiesa erano concupiti dalla giovane borghesia, dai nobili e dai governatori. Troppo denaro veniva convogliato verso il tesoro di Roma. Il commercio infame delle indulgenze era quanto di peggio poteva essere fatto nel nome di Dio. I meriti di Gesù, dei martiri, dei santi e di quant’altro poteva essere aggiunto per accrescere il sur plus di questo patrimonio acquisito durante la vita terrena. I meriti accumulati in un tesoro celeste che il papa poteva attingere per distribuirli, nella sua grazia, ai fedeli o infedeli, che li acquistavano per sottrarsi al giudizio severo di un Dio castigatore.5 Che Lutero non volesse costituire un’altra Chiesa da contrapporre a quella di Roma, è dato dal fatto che molte liturgie e credenze conservate da Lutero sono errori romani. Gli umanisti tedeschi, lo spirito de L’elogio alla follia, di Erasmo da Rotterdam, un cristianesimo con valori forti, come scaturiva dal avvenuto al di fuori dei confini dell’Impero Romano latino. Rinviamo il lettore alla nostra opera: Quando la Profezia diventa Storia. 4 Per un excursus vedere il nostro lavoro Quando la Profezia diventa storia, pp. 748-751. 5 Questo iniquo concetto medioevale è rimasto nella teologia della salvezza. Il credente rivendica nei confronti di un Dio mal disposto riguardo all’uomo i meriti di Gesù per l’esaudimento della propria preghiera. Questo insegnamento che contrasta con quanto il Vangelo insegna della grazia è tutt’ora presente in tutte le Chiese cristiane. Una Riforma s’impone. Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 207 III Parte – Capitolo I N.T. letto in greco, coinvolgeva una considerevole classe di lettori colti in Europa settentrionale, sempre più scontenti del sistema papale. I paesi, come la Germania e l’Olanda, vantavano anche una tradizione mistica più radicata dei Paesi latini come la Spagna e l’Italia. Se l’Imitazione di Cristo al sud del vallo di Adriano era generalmente letto nei conventi, al nord trovava molti lettori nei pii borghesi, molti dei quali cercavano di dare spessore e praticità al loro essere cristiani. L’opera di E.E. Cairns, Cristianesimo attraverso i secoli, che è una buona sintesi della Storia del cristianesimo, è stata arricchita da una appendice del prof. D. Maselli, Tendenze ereticali ed evangeliche nell’Italia Medioevale e Moderna, con la quale dimostra come nel nostro Paese, dominato da Roma, i fermenti della Riforma erano intensi, forti e coinvolgevano autorità politiche e religione in numerose località. Fu l’umanista Lorenzo Valla a dimostrare la falsità delle Decretali con la quale la Chiesa vantava la sua autorità mediante la donazione dell’imperatore Costantino, donazione che Dante, che dovrebbe essere considerato padre della Riforma,6 credeva vere, la malediva considerandola madre di tutte le donazioni ricevute dal primo papa7 e che i re, i principi e tutti avrebbero dovuto continuare dare a una Curia avida di ricchezze. Fu il Valla, ancora prima di Erasmo a occuparsi del fondamentale problema dell’uomo: il libero arbitrio e editare il N.T. «L’Italia era stato il paese che più di ogni altro aveva visto il fiorire dell’Umanesimo… Non vi è, d’altra parte, da meravigliarsi che gli uomini che cercavano con metodo filologico nei classici antichi le origini del bello, usassero poi lo stesso metodo per rintracciare nei testi sacri l’origine del vero. Si può onestamente dire che un filone dell’Umanesimo preparava nel seno della Chiesa cattolica un rinnovamento in senso spirituale… Volumi di grandi preriformatori stranieri circolassero in Italia e per esempio vi sia 6 Vedere il nostro lavoro Dante il padre della Riforma, in www….. «Ahi Costantin di quanto mal fu matre / non la tua conversion, ma quella dote / che da te prese il primo ricco padre» Inferno XX:15-118. 7 208 Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Bisogno di una Riforma nella biblioteca Ricciardiana di Firenze una copia di scritti del grande inglese Giovanni Wycleffe. Questi umanisti cristiani avevano speranza nella riforma della Chiesa da effettuarsi attraverso un Concilio. Possiamo citare uomini come Egidio da Viterbo, Giovan Francesco Pico della Mirandola, Jacoponi Sadoleto, ecc. Questi dotti furono ben presto delusi. La chiesa corrotta «in capite et in membris» - nel capo e nei membri – come si diceva allora, non poteva avere in se stessa la forza per una restaurazione… Vi erano stati in tutto il secolo XV e anche prima, a opera di umanisti, di agostiniani e di altre personalità, degli sforzi di riscoprire la Bibbia e di ritrovare il segreto di un rapporto autonomo personale con Dio. Nel 1505-1508 gli umanisti cristiani avevano sperimentato il fallimento delle loro idee conciliari attraverso il Concilio Lateranense V, che non solo non aveva saputo riportare serietà morale nella chiesa, ma non aveva neanche potuto dibattere seriamente le nuove idee nate dallo studio della Scrittura… è importante il tentativo di traduzione della Bibbia del Brucioli. Ben presto nascevano in Italia dei centri di idee nuove, che possiamo identificare in un primo momento nell’Oratorio romano del Divino Amore, ed in un secondo momento, nel Circolo di Giovanni Valdes a Napoli e del vescovo Giberti a Verona. Siamo negli anni 1520 e 1540, cioè proprio nel tempo in cui nasceva e si sviluppava la dottrina di Lutero. Possiamo trovare molti spunti in comune tra le teorie di questi uomini e quelle luterane. Si può sostenere … che tutti questi riformatori italiani partissero dalla profonda convinzione della salvezza mediante la fede e non per opere. Basterebbe leggere le due opere principali del Valdés, L’Alfabeto Cristiano e le 110 Divine considerazioni, per rendersi conto della base dottrinale di questi circoli italiani. Vi presero parte uomini e donne di altissima cultura tra cui potremmo ricordare Michelangelo, Vittoria Colonna, Olimpia Morata e anche personaggi fondamentali della chiesa di allora, come il Cardinal Morone, il Generale degli Agostiniani Cardinal Seripando, Bernardino Ochino, Generale dei Cappuccini, l’umanista Marcantonio Flaminio, e tanti altri. Un libro divenne molto noto in Italia in quegli anni, Il trattato utilissimo del beneficio di Jesu Cristo crocifisso opera di un frate, Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 209 III Parte – Capitolo I Benedetto da Mantova, discepolo del Valdés e che contiene molte analogie con la dottrina luterana. Ben presto però, non bastò più diffondere in modo quasi anonimo la dottrina della salvezza per fede, anche perché la chiesa si era trovata di fronte al grande scisma di Lutero e di Calvino, ed entravano in Italia diffusi da vari librai come il libraio Calvi di Pavia, i libri di Lutero e poi, più tardi, scritti e pensieri dei riformatori svizzeri. Gli uomini dell’Evangelismo italiano dovettero allora operare una scelta. Alcuni decisero di uscire dalla Chiesa cattolica e di unirsi al Movimento riformato. Tra questi possiamo ricordare Bernardino Ochino, il Vescovo di Capo d’Istria Pier Paolo Vergerio, Francesco Negri di Bassano, Celio Secondo Crione, e, soprattutto Pietro Martire Vermigli che doveva avere una grande eco fuori dalle frontiere d’Italia, e sul quale abbiamo oggi importanti studi. La riorganizzazione su nuove basi del Santo Uffizio romano della Inquisizione, portò questi uomini alla morte o all’esilio. Erano tanti gli esuli italiani di Ginevra e poi a Londra, da creare delle vere e proprie chiese italiane all’estero. Le regioni in cui il movimento riformatore si diffuse maggiormente, furono la città di Lucca, dove abitavano molti mercanti con contatti con l’estero, Venezia, città dove il traffico con la Germania e con i Grigioni era particolarmente intenso, Ferrara, soprattutto per merito della Duchessa Renata di Francia che ospitò alla sua corte Giovanni Calvino, e, naturalmente la Calabria e il Piemonte, dove si trovavano forti nuclei di Valdesi».8 Già i valdesi, scriveva lo storico A. Vulliet, «Se ne andavano a due a due a visitare i loro fratelli dispersi in tutta Europa, e si assicura che ci fu un tempo in cui essi potevano andare da Cologna a 8 MASELLI Domenico, Tendenze ereticali ed evangeliche nell’Italia Medioevale e Moderna, Appendice CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i secoli, Centro Biblico, Napoli 1970, pp. 495-498. 210 Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Bisogno di una Riforma Firenze dormendo ogni notte in una casa di fratelli. Riconoscevano queste case da certi segni particolari».9 La Calabria pullulava di eretici, in un solo giorno del 1561 ne furono uccisi 180 e il Cavaliere di Napoli, Salvatore Spinello, buon cattolico, “preferiva spopolare il suo paese che tollerare questa peste”. In una lettera inviata da un papista di Calabro al duca Urbino si racconta come questi albigesi venissero prelevati da una casa, sgozzati dal boia, messi su un carro e trasportati ai confini della provincia.10 «Al Nord vi era tutta una catena di città in parte passate alla Riforma, persino nelle loro classi dirigenti: partendo dalle vallate valdesi e dal Piemonte, passando per Pavia, Padova, Modena, Ferrara, Vicenza, Bologna, essa toccava Venezia11 ove l’eresia si radicò a tal punto da resistere fino al XVII secolo. La Dalmazia era già intaccata. Tremila professori, si diceva, erano passati al luteranesimo e anche qualche inquisitore locale. Se in Italia fosse scoppiato un grande movimento riformatore il papato non poteva contare sul sentimento popolare che gli era sempre stato fedele soltanto a Roma. La causa del cattolicesimo... sarebbe stata perduta».12 In Italia bastò stabilire l’inquisizione per causare la fuga di molti protestanti13, e con l’avvento al potere di Pio IV la situazione si aggravò. 9 VULLIET Adam, Histoire du Moyen-Âge, pp. 124; cit. VUILLEUMIER Jean, Les Prophéties de Daniel et leur Accomplissement Historique, Genève 1906, pp. 340,341. 10 CRESPIN Jean, Histoire des Martirs, t. I, Toulouse, p. 854, la lettera pp. 852,853. 11 Altre città erano: Milano, Voghera, Mantova, Bergamo, Brescia, in Valtellina. Nel centro:Lucca, Siena. 12 LÉONARD Emile G., Storia del Protestantesimo, vol. I, La Riforma, ed. Molino, Milano 1971, pp. 358,359. 13 Un riformatore italiano scriveva a Henri Bullinger nel 1549: «La persecuzione contro i nostri fratelli diventa ogni giorno più violenta. Gli uni sono trascinati alle galere, gli altri condannati al carcere perpetuo. Alcuni, ahimè! hanno abiurato per paura di morire, tanto è difficile confessare coraggiosamente Cristo in mezzo alle Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? 211 III Parte – Capitolo I «Soprattutto sotto i papi Paolo III (1534-1549), Giulio III (15501555), Paolo IV (1555-1559), Pio IV (1560-1565) e Pio V (15661572) la persecuzione fu terribile; Pio IV sorpassò Paolo IV stesso per le crudeltà del suo regno; Pio V li sorpassò tutti e due. “A Roma, sotto Pio V, tutti i giorni c’è qualche infelice che viene bruciato, o impiccato o decapitato, - scriveva nel 1568 Tobie Eglino, - tutte le prigioni sono affollate; si è obbligati a costruirne delle nuove; e questa città immensa non ha abbastanza segrete per la folla di persone pie che vengono arrestate continuamente”».14 «Lo stabilirsi dell’Inquisizione a Roma, dice Pallavicini, salvò il cattolicesimo in Italia».15 «Finora gli storici avevano parlato di “riformatori italiani del secolo XVI” e non di riforma, volendo intendere che vi erano bensì stati dei grandi pensatori che si potevano ritenere evangelici e che molto spesso furono anabattisti e antitrinitari, ma era mancato in Italia un moto di popolo pari a quello che vi fu in Germania, in Svizzera, in Francia».16 L’Italia è il cuore del potere di Roma e non ha potuto essere conquistata alla Riforma. torture! Molti sono esiliati assieme alle mogli e ai figli. La maggior parte cerca scampo nella fuga» cit. idem, p. 373,374. 14 Mac’CRIE, Histoire de la Réforme en Italie, p. 304, lettera a Henri Bullinger; cit, da GAUSSEN François Samuel Robert Louis, Daniel le Prophète ,exposé dans une suite de leçons pour une école du dimanche, t. II, M. Duchoux, Paris 1848; p. 223. 15 PALLAVICINI, Histoire du Concile de Trente, liv. XIV, ch. 9; cit. L. Gaussen, o.c., t. II, p. 222. 16 D. Maselli, o.c., p. 499. 212 Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo II LA TRADIZIONE NELLA CHIESA CATTOLICA E NELLA CHIESA PROTESTANTE La Tradizione nella Cattolico Per la chiesa cattolica la tradizione è costituita dalla trasmissione orale dell’insegnamento apostolico che non si trova nella Scrittura. «La Tradizione è la Parola di Dio non consegnata nei libri santi, ma predicata dagli apostoli e trasmessa dalla Chiesa di generazione in generazione. La tradizione cattolica è dunque altrettanto Parola di Dio quanto la sacra Scrittura. Gesù Cristo non ha data agli apostoli la missione di scrivere, ma di predicare».1 Nelle religioni misteriche gli insegnamenti venivano trasmessi oralmente agli iniziati, nel gnosticismo cristiano del II e III secoli si pretendeva la stessa cosa: l’insegnamento risaliva a quello apostolico. «Con il fissare il Canone (del testo biblico) significa che la Chiesa stessa ha tracciato una linea di demarcazione chiara e netta tra il tempo apostolico e il tempo della Chiesa».2 Stabilendo il Canone, come per una Costituzione, significa stabilire un controllo sulla tradizione della Chiesa, come sulle leggi che vengono emanate. Con il Canone «la Chiesa rinunciava a essere norma a se stessa».3 A. Kuen scrive che la tradizione orale ha una sua origine nella tradizione scritta negli autori che sono venuti dopo gli apostoli. L’insegnamento dei Padri apostolici e dei primi secoli è troppo multiforme e contraddittorio per costituire la base sicura di una dottrina. Colui che conosce anche molto poco la letteratura patristica, sa che si può tutto giustificare con le citazioni dei Padri, ma «se c’è 1 HAAS: Grand Catéchisme (p.31nota 6). CULLMANN Oscar, La Tradition, in Cahiers Théologiques, n. 33, Delachaux et Niestlé, Neuchâtel-Paris 1953, p. 43. 3 KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 32. 2 III Parte – Capitolo II un punto sul quale la “Tradizione” dei Padri è d’accordo è il riconoscere l’autorità suprema della Scrittura santa».4 Ma «ciò che i cattolici chiamano Tradizione, è un insieme di riti e costumi ecclesiastici di origini diverse che hanno costituito nel corso dei secoli la religione cattolico romana. Questa Tradizione è stata fissata per iscritto nei Codici del Diritto Canonico romano che hanno completamente respinto l’autorità della Bibbia nella Chiesa».5 Lutero ha bruciato i libri del Diritto Canonico e la sua tradizione. Diceva: «Sì, dite, noi papisti siamo restati nella Chiesa antica, quella dei tempi apostolici, è per questo siamo la vera Chiesa, ma voi, vi siete separati da noi e voi avete eretto una nuova Chiesa contro noi. Risposta: Ma che succederà se dimostro che siamo restati nella vera Chiesa antica, sì, noi siamo la vera Chiesa antica, ma siete voi che vi siete separati da noi, cioè dall’antica Chiesa, e avete eretto una nuova Chiesa in opposizione all’antica Chiesa?».6 «Il lettore cattolico di oggi non potrà apprendere senza vergogna il modo il quale la Chiesa apostolica fu tradita da tutti coloro che presero parte ai traffici politici e finanziari sulle indulgenze, sulla nomina al soglio episcopale di Magonza e sulla chiesa di San Pietro, perché, già da molto tempo, si aveva, nella Chiesa, tradito lo Spirito degli apostoli… Neppure oggi la chiesa cattolica è pronta a riconoscersi colpevole».7 E. Brunner in Le Malentendu de l’Eglise8i – Il Malinteso della Chiesa ha tracciato in tre momenti più importanti ciò che in sei secoli ha segnato l’indipen-denza della Chiesa dalle Scritture: 1. «Concilio di Trento (1545-1563) le sine scripto traditiones – le tradizioni senza base scritturale – sono messe sullo stesso piano delle Scritture. Così facendo la testimonianza degli apostoli è 4 Idem, p. 35. Idem. 6 LUTERO, W.A., 51, 476, 13- 479,3; cit. A. Kuen, o.c., p. 199. 7 KÜNG Hans, Structures de l’Eglise, Desclée de Brouwer, Paris 1963, p. 136. 8 BRUNNER Emil, Le Malentendu de l’Eglise, H. Messeiller, Neuchâtel 1956, pp. 53-55. 5 214 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti completata da un’altra fonte di conoscenza che è anche più accettata come definitivo insegnamento. 2. Concilio Vaticano I (1870) nel corso del quale la Tradizione stessa come la Scrittura è soppiantata dal potere dottrinale del stesso Papa essendo a loro superiori. “È la Tradizione che mostra ciò che la Scrittura insegna, decreta il concilio di Trento; è la Chiesa che insegna ciò che è la Tradizione, tale fu la decisione del Vativanio I” scrive Loofs. 3. Codex juris Canonici - Diritto canonico completato nel 1918 segna l’ultima tappa di questo cammino: tutto nella Chiesa, dottrina e vita, è sottomesso al papa e il dogma rileva integralmente dalla potestas juridicionis papale. Il papa non è più legato a ciò che valeva nella Chiesa fin dai tempi più lontani: può creare il nuovo. Può creare dei dogmi “ex sese”, mediante la sua propria autorità “non autem ex consensu ecclesiae – senza neppure consultare la Chiesa”, senza tener conto del parere di un Concilio o di quello dell’insieme dei vescovi; lo può in virtù della sua “potestas iuridictionis” assoluta e illimitata che si estende a tutti i domini della dottrina e della vita.9 Pio IX diceva: “La tradizione sono io”. Ciò che il papa dichiara come tradizione è tradizione. Ogni cristiano cattolico lo deve riconoscere e crederlo come essendo la tradizione, anche se non c’è nessuna traccia nella Tradizione. Questa non esistenza della tradizione non deve suscitare nessuna perplessità. Poiché il papa solo è competente per sapere ciò che è tradizione. Ciò che ha dichiarato tale, deve essere ricevuto come tale mediante la fede, pena di perdere la salvezza». Si ha così che con il: 1a. «Dal concilio di Trento, ogni ricorso alla Scrittura è reso vano poiché la tradizione completa ed eventualmente soppianta artificialmente la Scrittura. 9 Pio IX promulgò da solo il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria come articolo di fede senza il sostegno dell’episcopato. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 215 III Parte – Capitolo II 2a. Dal concilio Vaticano I il ricorso alla tradizione reale è resa inutile dal pensiero che il papa solo è competente per conoscere la tradizione. 3a. Mediante il Codex juris Canonici il papa non ha solamente il diritto, ma il dovere in virtù del diritto canonico, di ridurre a silenzio ogni obiezione che si fonda sulla Scrittura o sulla tradizione e di scomunicare chiunque persevera in questa strada». A. Kuen ricorda che questo principio evolutivo aveva le sue radici al tempo della Riforma, era già germogliato, già evolveva. Lutero infatti diceva: «Il papa pretende che tutti i diritti sono nel cofano del suo cuore… e tutto ciò che ordina e decide nella sua Chiesa deve essere tenuto per giusto, pure se questo è contrario alla Scrittura o alla Parola orale».10 Nel 1866 Pio IX diceva: «Solo, io sono il successore degli apostoli, il Vicario di Gesù Cristo, solo io ho la missione di condurre e di dirigere la barca di Pietro, io sono la via, la verità e la vita. Coloro che sono con me sono con la Chiesa, coloro che non sono con me sono fuori della Chiesa, sono fuori della via, dalla verità e dalla vita».11 La Tradizione nelle Chiese protestanti Anche nel protestantesimo ci sono delle tradizioni, forti, tenaci come nel cattolicesimo. Le tante chiese ne sono una dimostrazione. È questa tradizione che costituisce lo scandalo della cristianità, perché la parole di una grande figura: Lutero, Calvino, Zwingli, Wesley, Darby, William Booth,… i Sinodi o conferenze mettono in discussione la Scrittura. Tre dichiarazioni come esempio per tutte. 10 LUTERO Martin, Livres Simboliques, Paris 1946, p. 274 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 37 nota 33. 11 Cit. da FRIEDRICH J., Geschichte des Varikanischen Konzils, t. I, Bonn 1877, p. 498; cit. A. Kuen, o.c., p.37, nota 33. 216 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti Nel 1690, nel discorso di addio del pastore John Robinson non potendo partire con i Padri pellegrini nel lasciare l’Olanda per il nuovo mondo disse: «Fratelli, noi stiamo per separarci, e Dio solo sa se vivrò abbastanza per vedervi ancora. Nondimeno, o che il Signore permetta un nuovo incontro o che non lo permetta, io vi scongiuro, davanti all’Onnipotente e davanti ai suoi santi angeli, di seguirmi nella misura in cui io ho seguito e seguirò Gesù Cristo. Se Dio dovesse rivelarvi altre verità tramite strumenti di sua scelta, siate pronti ad accettarle con la stessa prontezza con la quale voi accettereste ogni nuova luce che vi giungesse per mezzo del mio ministero, perché io sono persuaso che Egli farà scaturire dalla sua parola altre verità e altre luci. Da parte mia, non potrò mai deplorare abbastanza lo stato delle chiese riformate: esse sono giunte ad un punto statico in materia di religione e ricusano di compiere fosse pure un solo passo oltre a quelli fatti dalle loro guide spirituali. Infatti, non è possibile indurre i luterani a fare un passo in più rispetto a Lutero... I calvinisti, lo sapete benissimo, rimangono ancorati dove li lasciò Calvino, il grande uomo di Dio. Egli non poteva vedere e conoscere tutto. È una realtà che addolora, perché sebbene quegli uomini (i riformatori) fossero per il loro tempo delle lampade ardenti e risplendenti, non furono, né del resto lo potevano essere, in condizione di sviscerare l’intero consiglio di Dio. Se essi vivessero oggi, accetterebbero le nuove luci con lo stesso slancio col quale accettarono la luce allora».12 Lo scrittore protestante francese del XIX secolo, il conte Agènor de Gasparin, diceva, parlando della Riforma: «Il suo grande torto è stato quello di restare incompleta. Essa ha indicato il cammino, più che l’abbia percorso; o piuttosto essa lo ha segnato, ma non è arrivata... arrivare al punto di partenza o avanzare abbastanza per 12 NEAL D., History of the Puritans, vol. I, p. 269; cit. WHITE Ellen, Il Grand Conflitto, AdV, Firenze 1977, p. 214; cit. da A. Kuen, o.c., p. 326. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 217 III Parte – Capitolo II raggiungere il cristianesimo apostolico questo è il compito che ci è riservato».13 A causa dell’autorità della tradizione protestante, dei Sinodi, incontri, commissioni, comitati e delibere e degli uomini, siano essi Riformatori, fondatori di chiese, teologi, studiosi, professori, leaders, ecc., che hanno caratterizzano le numerose denominazioni A. Kuen, come altri, arriva a dire come constatazione: «Al posto di un papa infallibile, ce ne è una infinità che sono semi-infallibili, ma la cui autorità non è meno inferiore sugli adepti sui quali regnano. Diversi teologi, pastori, evangelisti, hanno il loro cenacolo di discepoli che non vedono che loro e considerano ogni loro affermazione come parola del Vangelo. Riconoscere una norma superiore a quella della Parola scritta, è aprire la parta all’illuminismo, al misticismo e a tutte le deviazioni alle quali queste tendenze hanno dato nascita nel corso dei secoli. È raggiungere percorrendo un’altra strada, la posizione cattolica».14 Tutti i gruppi religiosi nella specificità del loro credere diverso dagli altri si giustificano perché si considerano fedeli all’azione dello Spirito santo. Il paracelo però, nell’insegnamento di Gesù, è lo Spirito di verità (Giovanni 14:17) e avrebbe condotto i discepoli nella conoscenza di tutta la verità (Giovanni 16:13). Questa realtà, pur nel rispetto della fede di ognuno, testimonia piuttosto una rottura con la Parola di Dio. O. Cullmann scrive a tale proposito: «La Chiesa cattolica, lo gnosticismo, gli illuminati, sette antiche e moderne, non si incontrano, malgrado l’abisso profondo che le separa in diversi aspetti, nel loro comune rifiuto di considerare la Scrittura come una norma superiore destinata a controllare l’azione presente dello Spirito santo nel dominio della verità?». 15 Due necessità 13 GASPAREN Agénor de, Les écoles du doute et l’école de la foi, Genève 1853, p. CII. 14 A. Kuen, o.c., p. 38. 15 O. Cullmann, La tradiction, p. 37. 218 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti Come Lutero il 10 dicembre 1520 ha bruciato il Corpus iuris Canonici per rompere con la Tradizione di Roma, così si dovrebbero bruciare le proprie tradizioni teologiche, pur conservandole nella storia affinché non si ripetano gli errori fatti, ristabilendo la sola autorità della Scrittura. Sebbene nella Bibbia ci siano delle «cose difficili da comprendere» 2 Pietro 3:16, «Tutte le cose necessarie sono chiare» diceva Crisostomo16 e «tra le cose che vi sono chiaramente insegnate si trovano tutte quelle che concernono la fede e i costumi» scriveva Agostino.17 16 17 Crisostomo, Homil. 3 in II Thess. Cit. A. Kuen, o.c., pp.39,40. Cit. A. Kuen, o.c., p. 40. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 219 III Parte – Capitolo II 220 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Capitolo III LA RIFORMA INCOMPIUTA «Perché i Riformatori hanno costituito le loro comunità in chiese moltitudiniste, invece di ritornare, come su tanti punti, al modello apostolico delle chiese professanti? È senza dubbio il grande dramma della Riforma del XVI secolo, la sorgente del “malinteso della Chiesa” E. Brunner, di cui soffre il protestantesimo attuale. È all’origine di numerosi scismi nel corso dei quattro secoli trascorsi, di confusioni che sono motivo di dispiacere nel presente e di rimprovero che, in avvenire, rischiano molto di condurre verso nuove difficoltà».1 Lutero ha riscoperto e riproposto alla cristianità il sacerdozio universale, progetto che l’Eterno aveva presentato alla costituzione del popolo d’Israele dall’uscita dell’Egitto (Esodo 19:6) e che crediamo risalga, ancor prima, alla creazione quando l’Eterno si incontrava sul far della sera (Genesi 3:8), e perché no anche all’alba di ogni giorno, con l’uomo (erano questi i momenti della giornata in cui Israele offriva all’Eterno il servizio quotidiano di adorazione). Questo insegnamento di grande responsabilità, come ogni dono prezioso gestito male, può essere diventato l’espressione dell’arroganza religiosa che troppo spesso l’uomo ha esercitato nelle Chiesa fin dal tempo degli apostoli, nascondendo col manto della fede e nel nome della fedeltà le proprie ambizioni e desiderio di potere (Atti 20:29,30), parcellizzando e frammentando la Chiesa nel suo divenire, portando nel nostro tempo le etichette cristiane a contarsi a centinaia e anche a migliaia, senza realizzare la vera Riforma, ma dando sempre origine a espressioni religiose assoggettanti, usando una espressione violenta, irritata e sofferta di Paolo, dove i credenti sono «sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina» dichiarando come causa – richiamando alla nostra memoria parole dure, forti, altrettanto sofferte di Gesù, 1 KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs,Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 207. III Parte – Capitolo III che rivolse ai religiosi del suo tempo (Matteo 7:21-23; 23): «la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» Efesi 4:14. Siccome troppo spesso il buon grano è stato confuso con la zizzania e, strappandola, si è sradicato il buon prodotto della terra, lasciamo che nel campo del Signore tutto continui a crescere fino al giorno in cui si realizzerà il grande e finale invito (Apocalisse 18:4) e gli angeli verranno per compiere quella separazione che allora potranno fare (Matteo 13:24-30). La Riforma si è costituita attorno alla Sola fide, sola grace, sola scriptura. Lutero ha rivendicato la salvezza come esperienza individuale del rapporto con il Signore, conseguenza della giustificazione per fede, ha quindi insegnato il sacerdozio universale2. L’insieme dei salvati individualmente avrebbero costituito la Chiesa, ma le circostanze gli hanno impedito di realizzarlo nella Chiesa. Per Lutero, nel 1513, «si è della Chiesa, corpo mistico di Cristo, quando la fede è stata creata nell’anima mediante la Parola di Dio».3 Nel 1520 scriveva che «la Chiesa è, secondo le Scritture … la riunione di tutti i credenti in Cristo e si compone di tutti coloro che vivono nella vera fede, l’esperienza e l’amore, in modo che l’essenza, la vita e la natura della cristianità non è di essere una assemblea dei corpi, ma la riunione dei cuori in una stessa fede. Questa 2 L’intero Israele sarebbe dovuto essere un popolo di sacerdoti (Esodo 19:5,6; Deuteronomio 7:6). Pietro lo vede realizzato nella Chiesa apostolica (1 Pietro 2:9) Giovanni lo conferma in Apocalisse 1:6. La Chiesa clericale lo ha abolito. I Riformatori lo hanno riscoperto e riaffermato. «Tutti i cristiani appartengono allo stato ecclesiastico. Noi siamo tutti consacrati sacerdoti mediante il battesimo». LUTERO Martin, And en christilichen Adel. «Il pastore non è un sacerdote, ma solamente una delle funzioni della Chiesa della quale tutti i membri sono sacerdoti e re… I laici, preti, duchi, vescovi e, come dicono, gli ecclesiastici e i secolari non differiscono in fondo che per la funzione, ma non per il rango. Poiché sono tutti allo stato spirituale, dei veri preti, vescovi e papi». LUTERO Martino, W.A. 6.407,13 ss. Cit. A. Kuen, o.c., p. 272. Le Chiese che si sono costituite dalla Riforma non hanno messo in pratica questo principio. Il loro clericalismo lo hanno espresso con il corpo pastorale. 3 Lutero, cit. idem, p. 208. 222 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma incompiuta comunione spirituale è interamente sufficiente a creare una cristianità».4 Nella Dispute avec Alveld scriveva: «La Chiesa è una assemblea di tutti coloro che credono in Cristo». E. Brunner così sintetizza il pensiero del Riformatore: «Come la sua nozione delle fede, la sua nozione della Chiesa è assolutamente personalista: la Chiesa è la comunità dei credenti, la communio dei sancti, dei “santi chiamati” da Cristo. Perché la comunione dei santi è spirituale in tutti i suoi membri, è abolita nella Chiesa la distinzione tra ecclesiastici e non ecclesiastici. Sono tutti, come l’attesta di già la prima lettera di Pietro, “un popolo di sacerdoti” e la Chiesa autentica non è altro che questo popolo di credenti, questo popolo sacerdotale».5 29.9.1521 con l’accordo di Lutero, Melantone, il teologo della Riforma, e i suoi allievi per la prima volta prendono la cena con i simboli delle due specie. Raggruppata attorno alla Cena, Lutero pensava che la Chiesa intera, si sarebbe rinnovata e nata dalla fede. Poi Lutero ristabilirà nuovamente la messa nelle grandi assemblee togliendo ai fedeli il calice, ma costituì anche per i “degni”, i veri credenti, una cerimonia particolare con il calice. «Se praticassimo veramente questa dottrina, non sarà come ora, un migliaio di persone che prendono i sacramenti, ma appena un centinaio. Allora ci saranno meno di questi orribili peccati… noi saremmo in fine una assemblea cristiana, invece di essere ora quasi dei pagani che portano il nome di cristiani».6 Nel 1523 sviluppa un piano a seguito del quale un gruppo di persone, toccate dalla Parola di Dio, si possano costituire all’interno della «parrocchia», quale embrione della comunità ed esercitare il sacerdozio universale. Commenta A. Kuen: «Queste chiese Lutero ha voluto costituirle, ma le circostanze l’hanno impedito. In fatti, è a partire dal momento in cui il papa e l’imperatore si opposero ufficialmente a lui e al Vangelo che il Riformatore ha dovuto pensare 4 5 6 Von dem Papsttum zu Rom, W.A. 6. 292, p. 35; cit. Idem, pp.208,209. BRUNNER Emil, Dogmatique, v. III, p. 99. W.A. 10b, 39, 10 ss; Cit. A. Kuen, o.c., p. 210 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 223 III Parte – Capitolo III di riorganizzare la Chiesa. La sua concezione della Chiesa si elaborerà a Wartburg».7 «Gli avvenimenti andavano una volta di più a scombussolare il suo piano. Verso la Pasqua del 1523 le folle pressavano i predicatori a dare a loro i sacramenti, non per “fame spirituale”, ma per seguire la tradizione. Lutero, sentendo che non si poteva opporre a questa spinta, cercò il mezzo di evitare una partecipazione indegna alla Cena… In dicembre sviluppa l’idea di un esame prima della Cena, simile a quello che si faceva nella Chiesa antica prima del battesimo. … Al momento della Cena chi vi partecipava doveva avanzare attorniare l’altare, così l’assemblea intera poteva giudicarli e opporsi eventualmente alla comunione di peccatori noti. “Legando la partecipazione della Cena al compimento di condizioni particolari e separando la comunità eucaristica dalla massa, Lutero introdusse effettivamente una separazione all’interno della Chiesa popolare e prepara una ‘selezione’ che andrà più lontano” G. Hilbrt».8 Tra il 1522-1527 ha espresso il desiderio di costituire una vera chiesa con coloro che «volevano seriamente essere cristiani» e sviluppò questo soggetto nel prologo alla Deutsche Messe nel 1526 dove presentò che ci sono tre modi per celebrare il culto o la messa: a) in latino (per quei giovani che imparano questa lingua) b) in tedesco (davanti a tutto il popolo credente e non credente, che non corrisponde ancora alla Chiesa) c) non nella pubblica piazza, ma in piccoli gruppi, in case private, per pregare, leggere, celebrare i battesimi, ricevere la santa Cena, praticare la altre opere cristiane, esercitando Matteo 18:17 per coloro che non vivono secondo i principi cristiani. «Là dove non ci sono le chiavi (la disciplina ecclesiastica), là non c’è il popolo di Dio».9 Solo questo terza forma è valida. Lutero, diceva lo specialista dei suoi scritti, H. Boehmer, aveva trovato la 7 8 9 224 A. Kuen, o.c., p. 209. Idem, p. 210. Von Konzilii und Kirchen, 1539, W.A. 25,363; cit. Idem, p.216. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma incompiuta soluzione del problema, cioè una organizzazione che corrisponde al suo ideale religioso. Perché Lutero non ha messo in pratica questo suo piano, si chiede A. Kuen? Lutero stesso scriveva: «Se ci sono le persone che desiderano seriamente essere cristiani, le ordinanze e le modalità sarebbero presto trovate. Ma io non posso e non voglio ancora organizzare e istituire una simile chiesa o riunione, perché io non ho ancora le persone per questo, e io non vedo che ce ne siano molti che lo desiderano». Lutero era consapevole che si sarebbe dovuto superare l’eredità di Costantino e di Teodosio per ritornare a quella degli apostoli. È arrivato vicino, ma come scrive il pastore H. Venske: «È l’errore tragico di Lutero, un errore di una tragedia indescrivibile. È questo che avrebbe dovuto mettere un termine finale a questo sistema moltitudinista sacramentale che si era sviluppato e manifestato costantemente nella Chiesa romana. Ciò non si è fatto. In una inconseguenza totale in rapporto alla sua comprensione della chiesa apostolica, Lutero è di nuovo sfociato nella chiesa popolare sacramentale. Non si può dare lo sbaglio della sua malformazione a nessun altro che a Lutero stesso».10 E. Brunner, con diversi altri studiosi, riconosce che «di tutti i grandi dottori della cristianità, Lutero è colui che ha meglio compreso la differenza tra l’Ekklesia del N.T. e la chiesa istituzione».11 «Il piano di Lutero s’ispira non solamente al modello apostolico, ma ancora alla pratica della chiesa antica che distingueva la missa catechumenorum aperta a tutti, dalla missa fidelium alla quale solo i battezzati avevano accesso».12 Le cause del fallimento della sua comprensione sono state l’appoggio e l’ingerenza del braccio secolare. Scrive E. Brunner: «Praticamente, nel momento di costruire la sua comunità cristiana, Lutero fu obbligato a ricorrere da una parte 10 11 Venske H., Vollendete Reformation, p. 80; cit. A. Kuen, o.c., p. 212. BRUNNER Emile, Le malentendu de l’Eglise, ed. H. Messeiller, Nechâte, p. 19. 12 A. Kuen, o.c., p. 216; vedere W.A. 80, 28 ss. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 225 III Parte – Capitolo III alla cooperazione dello Stato, dall’altra a delle forme giuridiche. Lasciò i principi a organizzare la Chiesa e lui darle un regime giuridico».13 Karl Müller scriveva: «La potenza aggressiva e conquistatrice del luteranesimo nel suo periodo dell’inizio si perse dappertutto nel momento in cui le autorità hanno preso tutto in mano e hanno prodotto la confessione luterana».14 Le diverse cause che hanno impedito a Lutero di realizzare quanto compreso sarebbero: a) la situazione morale e spirituale della Sassonia; b) il mantenere la concezione del corpus christianum costantiniano; c) la mancanza di rottura con l’istituzione ecclesiastica, che ha voluto “riformare”. Anche nelle sue 95 tesi Lutero ha attaccato i cattivi usi che il papato ha fatto del suo potere, delle indulgenze e di tante altre cose, ma non pensò mai allora a costituire una nuova Chiesa, ma invoca un Concilio per riformarla. Lutero era un uomo del suo tempo, della cultura del Medio Evo e un monaco agostiniano. E. Brunner scrive che benché abbia visto la vera natura della Ekklesia, «essendo anche sotto l’uinfluenza di Agostino, ha parlato della Chiesa in un doppio senso, della Chiesa autentica che la si conosce mediante la fede e dell’istituzione ecclesiastica costituita dalla legge».15 Per questo motivo già K. Ecke aveva scritto che «il sacramentalismo è veramente la ragione mediante la quale la Chiesa di Lutero non è diventata un nocciolo di comunità apostolica come il Riformatore l’aveva previsto,… ma ha preso la forma di una Chiesa nella quale la rigenerazione è posta nel 13 E. Brunner, o.c., p. 121. Prosegue: «Nel suo pensiero, questo regime giuridico ha un valore puramente temporale e non sacro ; non ha nulla a che vedere con la salvezza… Il ministero legalmente costituito – fosse pure quello del vescovo – non è un sacerdozio e non ha valore sacramentale. È per la comunità una istituzione necessaria, ma che non ha nulla a che fare con la fede dell’individuo e che ha un carattere temporale e giuridico». 14 MÜLLER Karl, Kirchengeschichte, II, 1, p. 476; cit. A. Kuen, o.c., p. 217. 15 E. Brunner, Dogmatique, v. III, p. 48. 226 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma incompiuta battesimo e nella Cena, ed è abbassata a livello di un costume popolare superficiale».16 Dal 1526 il Riformatore cambia orientamento e ritorna alla concezione simile a quella di Roma giustificandosi dell’appoggio al potere secolare. Lutero diventa così responsabile della morte di migliaia di credenti che non hanno accettato il suo compromesso. Nel 1530 approva la messa a morte di tutti coloro che contraddicono la sua dottrina. Nella spiegazione del Salmo 8217 diceva che tutti i cristiani che predicano e insegnano pubblicamente la Parola di Dio senza essere pastori devono essere giustiziati, «anche se insegnano correttamente».18 Anche l’autorità ecclesiastica cattolica si è comportata nello stesso modo alcuni secoli prima con i Valdesi. A sua volta Melantone domandò la pena capitale per i conduttori degli anabattisti.19 I due Riformatori risponderanno all’elettore di Sassonia scrivendogli di condannare a morte conduttori e fedeli anabattisti. I contemporanei se ne erano resi conto della sua contraddizione. Il riformatore Schwenckfeld scriverà: «All’inizio la dottrina di Lutero era nettamente migliore e più pura, più sana che non sia al presente, come dimostrano i suoi primi libri; con il tempo, gli studiosi si sono grandemente allontanati dalla verità. Io gli auguravo di rimanere fedele alla sua vocazione primaria e di non permettersi d’apportare la sua propria saggezza senza lo Spirito e contrariamente alla volontà del Signore… Dalla rivolta dei contadini è diventato molto esteriore e da quando ha lottato contro la verità nella questione del sacramento, ha legato le cose interiori alle cose esteriori e non vuole, senza esse, lasciare che nessuno sia salvato… 16 17 18 19 ECKE K., Schwenckfeld, p. 42; cit. A. Kuen, o.c., pp.217,218. LUTERO Martin, E.A. 39, 250 – W.A. 31, 1, 189 ss. Esplication su Matthieu, (fine 1531); cit. A. Kuen, o.-c., p.218. Corpus Reformatorum, t. II, 549; cit . idem, p.218. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 227 III Parte – Capitolo III Anche se mediante una rivelazione della grazia di Dio ha scoperto molti errori del papato non gli è stato dato di riformare i sacramenti: i papisti lo lodano ancora oggi, anche se lo condannano per tutto il resto, e perché essi possono nel presente conservare questa causa essenziale di ogni errore, Lutero l’aveva confermato, il papismo sussisterà».20 Alla fine della vita Lutero è pentito per dove le sue scelte l’hanno portato, per aver optato per il sistema territoriale delle chiese moltitudiniste. Alcuni pensieri riportati da A. Kuen21: «Tra mille (parrocchiani) si trova appena un vero cristiano».22 «Siamo quasi dei pagani che portano il nome di Cristiani».23 «Se incontri un contadino cristiano, ne incontri mille che non lo sono».24 «Se si dovessero ora battezzare gli adulti e i vecchi, scommetterei che non ci sia un decimo che si farebbe battezzare».25 «Preferirei che i contadini, i borghesi e la nobiltà che, al presente, abusano del Vangelo, fossero ancora sotto il papato, sono per il Vangelo un ostacolo, vergogna e dispiacere».26 Confessa: «Se dovessi ricominciare a predicare il Vangelo, lo farei in un modo diverso. Lascerei la grande massa sotto il governo del papa, non si migliorerebbe con il Vangelo, al contrario abuserebbero della libertà».27 Zwingli e Calvino, accettando il pensiero di Agostino sulla chiese visibile e invisibile non poterono riformare la chiese visibile. 20 21 22 23 24 25 26 27 228 ECKE K., Schwenkfeld, pp.63,64; cit. idem, p. 219. A. Kuen, o.c., pp. 219,220. M. Lutero, E.A. 2.65-W.A.52,764 ss. M. Lutero, E.A. 28.315-W.A.10,11,11 ss. M. Lutero, E.A. 23.326-W.A.51,331 ss. M. Lutero, E.A. 22.165-W.A.30,11,595 ss M. Lutero, E.A. 5.254-W.A.52. M. Lutero, E.A. 5.254-Hauspostille, W.A.52. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? Quarta parte Il bisogno di una nuova Riforma Capitolo I QUALCHE OPINIONE SULLA RIFORMA «All’origine - la Riforma del XVI secolo - fu un movimento di pentimento, di ritorno al Signore della Chiesa mediante un abbandono totale alla sua misericordia e alla sua grazia… La Parola agirà, la Parola creerà la sua propria forma… la Chiesa sorta dalla nuova proclamazione del Vangelo fu in principio una Chiesa aperta, una Chiesa in marcia, preoccupata di realizzare la sua esistenza mediante l’obbedienza alla Parola di Dio in ogni circostanza».1 «La Riforma è stata una purificazione della Chiesa; non un ricominciamento».2 L’opera di questa purificazione non è completata e quindi «chiunque vuole ascoltare le testimonianze della comunità cristiana del N.T. dovrà riconoscere che la pretesa di Calvino di aver ricostituito l’Ekklesia del N.T. non è fondata».3 H.S. Bender scriveva che uno dei paradossi incredibili della storia è dato dai Riformatori stessi, che pur avendo rimesso in auge con forza, coraggio e determinazione il Vangelo della Grazia, liberandolo dalle deformazioni medioevali, restaurando il messaggio centrale della giustificazione per fede, avendo però conservato la chiesa di massa, cristiana nella tradizione, perché fedele al compromesso di Costantino, non hanno ottenuto una Chiesa reale di convertiti. Pochi hanno chiesto di esserne membri. Praticamente come riconosce E. Brunner, si è conservato nella Riforma ciò che aveva caratterizzato il Medio Evo, cioè la concezione costantiniana e teodosiana che identifica il popolo dello Stato con il popolo della Chiesa. Il conte de Gasparin scriveva: «Perché il XVI secolo, così magnifico al suo inizio, è stato così improvvisamente colpito di sterilità e d’impotenza? Perché ha compiuto per metà lo sforzo immenso che bisognava fare per sfuggire alle tradizioni del 1 VISSER’T HOOFT W.A., Le Renouveau de l’Eglise, p. 51. BRUNNER Emil, Le Melentendu de l’Eglise, ed. H. Messeiller, Neuchâtel 1956, p. 126. 3 BRUNNER Emil, Le renouveau de l’Église, Labor, Genève; Je Sers, Paris, s.d., p. 128. 2 IV Parte – Capitolo I paganesimo cattolico, alla religione collettiva… In questo come in altre cose, il protestantesimo è rimasto cattolico; e questa è la sua debolezza».4 Anche i piccoli principi violati comportano delle conseguenze. I principi violati finiscono sempre per vendicarsi Una volta che il fiume ha tracciato il suo letto è molto difficile, se non impossibile, almeno ché non avvenga un fenomeno esterno, come un cataclisma, cambiarne il corso. «Tutte le grandi chiese sorte dalla Riforma resteranno nella linea adottata dai Riformatori»5 e a essere in molte espressione ecclesiali come la chiesa cattolica mascherata. Le giovani chiese riformate furono perseguitate e in prevalenza erano chiese professanti. Con il ritorno della pace religiosa si ebbe il colpo fatale: si vide applicato il principio del multitudinismo. Ben presto si videro i suoi frutti amari. Anche prima della revoca dell’editto di Nantes dei pastori fedeli deplorarono lo stato spirituale di numerose parrocchie e dei conduttori. L’abiura di centinaia e migliaia fu la conseguenza. Calvino diceva: «La storia della Chiesa e la storia di molte resurrezioni».6 «Ogni volta che soffia il Risveglio, delle comunità del tipo “chiesa professante” sorgono: che siano i “collegia pietatis” di Spener (1635-1703) o le comunità morave in Germania, o le classi metodiste di Wesley in Inghilterra, o le chiese nate dal Risveglio di Ginevra nel XIX secolo o del risveglio in Francia: ogni ritorno alle sorgenti della vita spirituale individuale era seguito da un ritorno alla sorgente della vita spirituale collettiva, al modello biblico della vita di chiesa. La maggioranza delle chiese viventi devono la loro nascita a un risveglio spirituale. Il pietismo è stato in Germania una resurrezione del principio della chiesa professante. I teologi del pietismo hanno fatto la differenza tra “Chiesa vera e pura dei Vangeli e del tempo degli apostoli che è una vergine e la fidanzata di Cristo” 4 5 6 232 GASPARIN Agenor. de, Paganisme et Christianisme, t. I, p. 4. KUEN Alfred, Je bâtirai mon Eglise, p. 247, CALVIN Jean, Commentaire e sur Michée 4:6 ; cit. A. Kuen, o.c.,p..248. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Qualche opinione sulla Riforma mentre “la falsa chiesa caduta divenuta secondo il N.T. una prostituta perché dal tempo di Costantino ha ammesso tutti gli ipocriti e i cattivi nel suo seno».7 Con i vari movimenti di risveglio si constata che il centro della vita religiosa si sposta dalla Chiesa alla casa, dal sacramento alla Scrittura, dal sacerdote al fedele. Ma, constata E. de Pressanse: «Dappertutto dove troverete una religione di Stato voi troverete una Chiesa che ha rinnegato il suo principio fondamentale e che dalla Nuova Alleanza è ricaduta nell’Antica».8 E. Brunner giustamente osserva che l’eredità costantiniana-teodosiana nelle chiese della Riforma in Europa, viste dalla prospettiva delle chiese libere, è una vera maledizione. Dal punto di vista del N.T., la chiesa dei professanti è certamente un tentativo più felice di ricostituire la ekklesia cristiana primitiva che non lo sono le istituzioni ecclesiastiche europee. «Le comunità o le “sette” come le si chiamano, nate più tardi nella scia della Riforma, sono nate dal desiderio di avvicinarsi all’Ekklesia del N.T. più di quanto lo avessero fatto le grandi Chiese della Riforma, alle quali rimproveravano, non senza legittime ragioni, di non aver estirpato abbastanza radicalmente il lievito del romanesimo. Prima di tutto, facevano a queste Chiese il rimprovero di non essersi liberate del patto nefasto che la Chiesa romana aveva contratto con lo Stato, e di avere così accettato da essa l’eredità di Costantino e di Teodosio… È incontestabile che si trova in esse, più accentuate e più pure che nelle Chiese della Riforma, numerose caratteristiche dell’Ekklesia del N.T. È il caso in particolare dell’elemento comunitario, della fraternità e della stretta relazione che ne deriva tra la fede in Cristo e la realtà pratica della vita».9 7 GOTTFRIED Arnold, Unparteiische Kirchen – und Keitzerhistorie von Anfang des N.T. bis auf das Jahr 1688, Vorrede, p. 30; cit. A. Kuen, o.c., pp. 248,249. 8 PRESSANSE Edmond de, Discours Religieux, Paris 1859, p. 32. 9 E. Brunner, Melentendu…, pp. 129,130. 233 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo I A causa dell’incompiutezza della Riforma e del suo essersi ingessata nelle chiese moltitudiniste, Visser’t Hooft coglie i frutti della Riforma nei secoli successivi e quindi scrive: «Alla luce delle esperienze fatte nel secolo posteriore alla Riforma, si vede più chiaramente che la Riforma non è un atto storico unico, ma una missione permanente della Chiesa».10 Il pastore riformato J. Ellul esprime una analoga considerazione scrivendo: «La riforma permanente della Chiesa è dunque l’obbedienza della chiesa allo Spirito, è accettare che Dio faccia avanzare, cambiare, la sua Chiesa, che questa non sia installata in una rivelazione di cui si appropri».11 Karl Barth consapevole delle verità della storia non poteva non dire: «La Riforma della nostra Chiesa è sempre davanti e non indietro». Nel tempo della post-Riforma la Riforma si compie sì, ma non nelle Chiese riformate, ma mediante la creazione di nuovi gruppi, nuove Chiese che si vengono a costituire in contrapposizione alla Chiesa costituita moltitudinista. Come la Rivoluzione francese ha ridato al cristianesimo quei valori che il cesaropapismo, sia cattolico che protestante, aveva tolto in Europa, così «la filosofia del XVIII secolo e l’apparizione dell’umanesimo moderno si caricarono di segnare interiormente la separazione tra la comunità cristiana e il mondo. Di fatto la Chiesa si ritrovava in una situazione simile a quella che esisteva prima di Costantino. Disgraziatamente la Chiesa non ha compreso questo cambiamento e conserva la sua organizzazione interiore e il suo modo di lavorare come la vuole la tradizione costantiniana».12 Crediamo che ci siano motivi per affermare che le chiese storiche moltitudiniste della post-Riforma possano essere realmente riformate e avere un nuovo giorno con il quale testimoniare della individuale volontà di camminare con il Signore secondo il suo insegnamento, e realizzare la vera Riforma, se ogni membro potesse decidere nel presente di esprimere la propria scelta di campo di essere con il 10 11 12 234 Visser’t Hooft, Renouveau…, p. 55. ELLUL Jacques, Protestantisme français, Paris 1945, p. 151; cit. idem, p.329. E. Brunner, La situation…, p. 9 ; cit. Idem, p.251. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Qualche opinione sulla Riforma Signore mediante il battesimo da adulto, come Gesù lo ha insegnato e come le chiese evangeliche, ereditando la testimonianza degli anabattisti lo applicano. Senza essere profeti di sventura crediamo che si debba riconoscere che fino a quando il mondo cattolico e protestante continuerà la tradizione del battesimo ai bambini, la confermazione ai giovinetti e non si realizzerà una riforma radicale come era stata proposta dagli anabattisti, la cristianità continuerà ad assistere a una religiosità di facciata. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 235 IV Parte – Capitolo I 236 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo II LA RIFORMA E LA PROFEZIA «La Chiesa, nella visione inaugurale dell’Apocalisse, è rappresentata da sette candelabri d’oro, rievocazione del candelabro simbolico che illuminava il santuario israelitico, descritto nel libro dell’Esodo 25 e 37. Il Cristo sta in mezzo ai candelabri (1:13), nell’atteggiamento di chi cammina (2:1). Gesù Cristo è la luce del mondo; la sua Chiesa è il candelabro che gli offre un punto di appoggio per la sua azione benefica e salvifica. I capi della Chiesa sono rappresentati da stelle, le quali stanno in mano al Cristo, Capo supremo di essa (1:20 e 2:1)».1 Le sette lettere vengono inviate a sette chiese dell’estremità occidentale dell’Asia Minore, nella provincia che i romani avevano chiamato Asia. Queste chiese, possiamo dire, facevano parte della diocesi di Giovanni, poiché l’Apostolo, prima di essere deportato a Patmos, aveva la sua sede a Efeso. La teologia liberale e numerosi altri studiosi credono che queste sette lettere abbiano valore solo per quelle sette chiese contemporanee dell’apostolo e da quanto dice il testo biblico, come per tutto la Scrittura, tutti possono trarre per il proprio presente degli insegnamenti. «Se così fosse i sette messaggi apocalittici avrebbero per noi un interesse semplicemente retrospettivo. La maggioranza degli interpreti, però, è d’accordo nell’estendere a tutta la cristianità il contenuto delle lettere apocalittiche. Difatti il libro intero e non soltanto i brevi messaggi epistolari dei capitoli 2 e 3 è dedicato alle sette chiese (1:4,11). Ora è evidente che il libro dell’Apocalisse non ha un interesse puramente regionale, giacché fra tutti i libri del N.T. è probabilmente il più cattolico, ossia universale. Un’altra ragione, che avvalora la nostra tesi, la desumiamo dal simbolismo della cifra sette, che così spesso ricorre nell’Apocalisse e che suggerisce l’idea di pienezza, di perfezione, idea inseparabile dall’altra di cattolicità o di cristianità universale. Se Gesù vive e cammina sino alla fine dei 1 VAUCHER Alfred-Félix, Le sette Chiese dell’Apocalisse, in L’Araldo della Verità, gennaio-febbraio 1931. III Parte – Capitolo IV secoli fra le sette chiese, dobbiamo ammettere che sotto questo simbolo, o si nasconde la Chiesa universale di tutti i secoli, o bisogna pensare che Gesù s’interessasse soltanto a sette piccole comunità cristiane dell’Asia Minore, trascurando tutte le altre».2 «Bisogna che le sette chiese siano successive e non coesistenti, perché il nostro Signore passeggia in mezzo a esse. Se fossero esistite tutte insieme al tempo di S. Giovanni, il Salvatore sarebbe posto tra esse, nel punto centrale d’un cerchio, invece di camminare tra loro, e di passare così dall’una all’altra».3 Riteniamo che sia meglio dire che «la nostra visione presenta un primo senso letterale; poi, a causa del carattere simbolico della cifra sette, essa ha inoltre un significato tipologico, e di conseguenza pure profetico».4 La simbologia profetica, vede nelle sette chiese letterali la rappresentazione di sette periodi successivi della storia della Chiesa cristiana, dall’origine fino al ritorno di Cristo. Questo modo di comprendere il testo di Giovanni non risale a Cocceius all’inizio XVII secolo, ma già Dante nello Commedia, Purgatorio XXXII:112156, presenta la storia della Chiesa in sette quadri. Già «alcuni antichi commentatori (Vittorino, Ticonio, Areta, Primaso) avevano presentato il significato profetico dei messaggi indirizzati alle sette chiese. Questo sistema di interpretazione è stato sviluppato presso i cattolici moderni (Holzhauser, Michel, Chauffard, Amédée Nicolas, Verschraege) e presso i protestanti (Vitringa, Mede, Ebrard, Gaussen, de Rougemont, Seiss, Tochedieu, ecc.)».5 «C’è anche in queste lettere un elemento profetico e, esaminando l’ordine con il quale esse sono state dettate, numerosi commentatori cattolici e protestanti, inglesi, francesi e tedeschi hanno riconosciuto che esse sono un riassunto della storia della Chiesa dalla santa e pura 2 Idem. NICOLA Amédée, Conjectures sur les âges de l’Église et les derniers temps, 2ª ed., Paris 1881, p. 69. 4 REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. I, Lausanne 1904, p. 41. 5 VAUCHER Alfred-Félix, Un livre difficile mais nécessaire, in Signes des Temps, ottobre, 1961, p. 12. 3 238 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma e la Profezia infanzia fino al giorno in cui Gesù Cristo chiamerà i suoi servitori fedeli a regnare con lui».6 Questa spiegazione si poggia sulle seguenti riflessioni: - La limitazione del numero delle chiese considerate. In quella regione c’erano altre chiese anche più importanti: Colosse, Ierapoli, Troas (Colossesi 1:2; 4:13; Atti 20:6). Ciò confermerebbe il significato simbolico del numero sette, che ha valore di pienezza, universalità, perfezione. - Il significato etimologico che racchiude il nome di ogni chiesa e l’ordine nel quale sono nominate indicano una progressione e anche una evoluzione dello stato morale della cristianità. - L’idea di una successione cronologica è chiaramente espressa dal Cristo che cammina tra i candelabri. Questo camminare di Gesù non significa solamente la sua presenza continua tra il suo popolo fino alla fine dei tempi, come ha promesso (Matteo 28:20). Il suo spostamento nello spazio indica una progressione, una marcia nel tempo, un seguire la Chiesa attraverso la storia. - Il Cristo che cammina da una chiesa all’altra, passando da un periodo all’altro, annuncia con termini che pongono più prossimo il suo ritorno: 2:16,25; 3:3,11,20. - Dal momento che tutto il libro dell’Apocalisse è indirizzato alle sette chiese dell’Asia, la spiegazione letterale presenterebbe troppi problemi. - Il carattere ciclico della profezia apocalittica è rinforzato dal circuito geografico delle sette chiese. «Le epoche alle quali questi nomi corrispondono non possono essere limitate in una maniera rigorosa e matematica; c’è, al punto d’unione dell’uno e dell’altro, una certa mescolanza di fatti che caratterizzano il periodo che finisce e quello che incomincia».7 «Un periodo non finisce necessariamente quando l’altro comincia, e 6 7 ROUGEMENT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, p. 162. Idem, p. 70. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 239 III Parte – Capitolo IV l’ultima parte dell’uno può molto bene coesistere con la prima parte l’inizio - dell’altro».8 Efeso – Apocalisse 2:1-7 «La prima lettera è indirizzata alla chiesa, all’inizio così fervente, del secolo apostolico, la Chiesa del desiderio, come è il senso greco della parola Efeso».9 È la Chiesa del I secolo. Smirne – Apocalisse 2:8-11 «La seconda lettera è indirizzata alla chiesa perseguitata nei due secoli successivi, Chiesa di mirra e di amarezza».10 Dal II all’inizio del IV secolo. Pergamo – Apocalisse 2:12-17 «La terza lettera è indirizzata alla chiesa innalzata nei giorni di Costantino il Grande e nei secoli che seguiranno. Alla chiesa dell’elevazione (è il senso in greco, della parola Pergamo)».11Questa lettera presenta la Chiesa che giunge fino verso il 533, 538. Inizio IV secolo metà VI secolo. Tiatiri – Apocalisse 2:18-29 L’origine e il significato del nome sono un po’ incerti. È composto da un sostantivo che significa «sacrificio» e da un verbo che significa «tritare». Si è suggerito quindi il significato di «fedele servizio», costanza, consumazione delle vittime. «La quarta epistola è indirizzata alla Chiesa perseguitata, durante i secoli del Medioevo, sotto la crudele tirannia dei papi, periodo 8 F. de ROUGEMONT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, p. 168. 9 10 11 240 GAUSSEN Louis, Daniel le prophète, t. III, Paris 1849, p. 210. Idem, p. 210. Idem, p. 211. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma e la Profezia lamentevole d’idolatria e di sterminio; abbiamo qui la Chiesa della consumazione delle vittime (in greco Tiatiri)».12 Iezebel era profetessa e sacerdotessa di Baal, il dio solare dei Fenici. Divenuta regina d’Israele, introduce il culto dei falsi dèi i cui sacerdoti mangiano alla sua tavola (1 Re 18:19). Non esita a utilizzare il potere temporale (1 Re 21) per mantenere il suo culto. Durante il suo regno Israele conosce la carestia per tre anni e mezzo (Giacomo 5: 7). Alcuni commentatori hanno pensato che il periodo di questa Chiesa vada dal VI secolo fino alla Rivoluzione francese, al tempo della ferita mortale papale, con il declino politico del suo potere. È il tempo della supremazia papale di 1260 anni. Sardi – Apocalisse 3:1-6 Canto di gioia, residuo, qualche cosa di nuovo, pietra preziosa per associazione al nome sardonico. Il “resto” viene suggerito dal testo (3:2). «La quinta lettera è indirizzata alla Chiesa del residuo (è il senso ebraico della parola Sardi)».13 Viene posta tra il XIV e XV secolo. Il de Rougenmont precisa: «Sardi è la Chiesa protestante prima dei tempi di Spener e di Wesley».14 Le parole rivolte a questa chiesa sono abbastanza severe. I cattolici, non vedendo di buon occhio la Riforma, che considerano come un tradimento, una rivolta alla chiesa madre, indirizzano ai protestanti le stesse critiche. I protestanti sono ugualmente stupiti del messaggio severo a loro rivolto, sebbene considerino la Riforma come qualcosa di divino. Giovanni da Patmos aveva riferito: «All’angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: «Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto. 12 13 14 Idem. Idem. F. de Rougemont, o.c., p. 180. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 241 III Parte – Capitolo IV Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni. Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”» Apocalisse 3:1-6. In questo periodo sono poche le conversioni personali, sono conversioni in massa, sebbene i princìpi della Riforma fossero giusti. Si è ripetuto in quel tempo quello che è avvenuto quando gli imperatori romani prima e i re pagani poi si sono “convertiti”, per così dire, al cristianesimo. Molti principi e re, per interessi politici o di varia natura, abbracciarono la Riforma e per il popolo divenne quasi obbligatorio diventare protestante perché il capo dello Stato lo era. In diverse città svizzere la popolazione rimaneva cattolica, diventava protestante o tornava cattolica seguendo la scelta di chi governava. La Chiesa della Riforma pur avendo riscoperto i valori portanti del vangelo: “Sola Scrittura, sola grazia, sola fede”, l’importanza della conversione, battesimo, della natura della Chiesa, del sacerdozio personale, quindi universale dei credenti ha avuto la «fama di vivere», ma di fatto riportando un’espressione utilizzata nelle pagine precedenti, la Chiesa Riformata è stata una Chiesa moltitudinista che ha conservato la tradizione Costantino-Teodosiana e quindi il Signore le dice: «Sei morto». Come la Chiesa di Roma anche le nuove Chiese nazionali che si appoggiano sul braccio secolare manifestano intolleranza , inquisiscono e fanno processi. Calvino manda al rogo Michel Servet perché la pensava 242 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma e la Profezia diversamente.15 Lutero esprime la sua violenza contro i cattolici e gli ebrei e consente allo sterminio di chi la pensava diversamente da lui. In Europa anche i protestanti nel nome di Dio hanno fatto guerre e commesso crimini. Per questo motivo Giovanni aggiunge: «Perché non ho trovato le tue opere perfette davanti a Dio», cioè pur avendo colto, capito delle verità vitali per il bene dei fedeli, non sono state concretizzate nelle «opere». Malgrado questa contraddizione tra l’avere scoperto, capito, conosciuto e la messa in pratica, il Signore dice: «Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti». Sono coloro, pochi, alcuni rispetto la massa, che hanno contrastato i Riformatori, e le chiese nazionali che si sono costituite, richiamando alla coerenza, conformandosi loro stessi nel loro vivere quanto la Scrittura insegnava e purtroppo non solo sono stati derisi, ma hanno anche subito violenza per la loro fede. Di questi il Signore dice: «Camminano con me in bianche vesti, perché ne sono degni». Per la massa di fedeli di questa Chiesa il Signore rivolge un esortazione: «Ricordati dunque come hai ricevuto la parola, continua a serbarla» chi mantiene vivo il legame con le radici che hanno dato origine alla Riforma possono rivivere. Sardi è nella storia millenaria del cristianesimo la Chiesa che con forza e determinazione manifesta il bisogno di un ritorno alle origini, alla fede dei Padri alla Chiesa apostolica. Si riscoprono gli originali insegnamenti, le verità che hanno vinto l’errore delle errate religioni del tempo. C’è un ritorno alla Scrittura per attingere all’acqua della vita. È forse per questo motivo che chi si rivolge alla Chiesa di Sardi e alla prima Chiesa di Efeso si presenta come «Colui che tiene le sette stelle» 2:1; 3:1. A entrambi il Signore promette la vita: «L’albero di vita» per Efeso (2:7), «libro della vita» per Sardi (3:5); l’invita al banchetto dell’eternità: cibandosi dell’albero della vita, per Efeso, avendo alcuni le vesti bianche (evocano la festa e il banchetto in Ecclesiaste 9:8), perché non si sono contaminate, per Sardi, che richiamano 15 È stato il primo e l’ultimo. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 243 III Parte – Capitolo IV quelle nuziali, che sono pure e splendenti, come è precisate in Apocalisse 19:8 che annuncia le nozze dell’Agnello. A Sardi il Signore rivolge un invito: «Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti» vv. 2,3, cioè pentiti. Il pentimento non è per coloro che non conoscono la verità, ma per quelli che la conoscono e credono di conoscerla, ma non la vivono. «Pochi - confessa il de Rougemont - sono stati i protestanti i quali abbiano, anziché abusato della dottrina della salvezza gratuita per fede e senza opere, condotto una vita degna della giustizia divina imputata ai credenti. Perciò la gran massa dei riformati potrà vedere un giorno con terrore il proprio nome tolto dal libro della vita, e le chiese luterane e calviniste, che non si saranno pentite alla voce del Signore, possono essere certe di perire tosto o tardi di subita rovina».16 E ancora: «se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti» v. 3. Filadelfia – Apocalisse 3:7-13 Amore fraterno. È la Chiesa dei risvegli, di Spener in Germania, di Zinsendorf, di Wesley in Inghilterra, e, più recentemente, al potente risveglio religioso che scosse tutto il protestantesimo prima della metà del XIX secolo. È la Chiesa delle missioni, delle società bibliche, che apre la porta (3:8) della grazia in terra pagana. È la Chiesa del XVII e XIX secolo. Laodicea – Apocalisse 3:14-22 Giudizio del popolo, giudizio dei popoli, condanna del popolo, separazione dei popoli, rigetto dei popoli. Quindi, «la settima epistola è indirizzata alla Chiesa degli ultimi tempi, in cui Gesù Cristo verrà a giudicare le nazioni e il suo popolo; 16 244 F. de Rougemont, o.c., p. 180. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? La Riforma e la Profezia la Chiesa del giudizio dei popoli (in greco, Laodicea)».17 È la Chiesa del tempo della fine che inizia con lo scadere dei periodi profetici indicati dalla Scrittura la cui storia si conclude con quella dell’umanità perché Gesù ritorna. Concludiamo con le parole del maestro A.F. Vaucher: «Possiamo rimpiangere le divergenze di opinione che si sono manifestate tra i commentatori sulla questione che ci occupa come su tante altre. Per me, ciò che mi meraviglia, non è tanto il disaccordo nel dettaglio piuttosto quanto l’accordo nell’insieme, fra tanti autori, gli uni cattolici, gli altri protestanti, appartenenti a epoche diverse. Non abbiamo motivo di abbandonare il sistema di interpretazione al quale Gaussen ha legato il suo nome e che ha riassunto in questi termini: “Gesù Cristo detta personalmente a Giovanni queste sette epistole, indirizzate letteralmente alle sette chiese dell’Asia, ma simbolicamente ai sette periodi successivi della Chiesa cristiana, dai giorni di Giovanni fino al glorioso millennio. Poiché bisogna bene ricordare che, in tutte queste divisioni profetiche dei secoli, il numero sette, simbolo della perfezione, esaurisce sempre la storia dei tempi futuri, di modo che la settima e ultima cifra ci conduce necessariamente al termine di tutte le cose”18».19 17 18 19 L. Gaussen, o.c., p. 212. Idem, p. 209. F.A. Vaucher, o.c. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ? 245 Capitolo III NECESSITÀ DI RIFORMA LA RIFORMA Come abbiamo già riportato H. Küng scrive della chiesa romana: «Il lettore cattolico di oggi non potrà apprendere senza vergogna il modo in cui la Chiesa apostolica fu tradita da tutti coloro che presero parte ai traffici politici e finanziari sulle indulgenze, sulla nomina al soglio episcopale di Magonza e sulla chiesa di San Pietro perché, da molto tempo già, si aveva, nella Chiesa, tradito lo Spirito degli apostoli… Pure oggi la chiesa cattolica non è pronta a riconoscersi colpevole».1 E ancora: «Ri-formare: è ridare una forma primitiva migliore, formare qualche cosa di nuovo trasformando ciò che è de“formato”».2 Anche Paolo VI nel discorso di apertura della seconda sessione del Concilio Vaticano II, ha detto: «La Chiesa si ammira in Cristo come in uno specchio; e se questo guardarsi rileva qualche ombra, qualche deficienza sul viso della Chiesa o sulla sua veste nuziale, che deve fare istintivamente e coraggiosamente? È chiaro, dovrebbe riformarsi, ciò che costituisce un dovere fondamentale». Sempre H. Küng scrive: «Se riassumiamo tutto quello che abbiamo detto sulla Chiesa in tanto che chiesa di uomini peccatori, se riassumiamo tutto ciò che si è passato in questa storia profana e peccatrice della Chiesa: ciò che c’è in essa di umano è di troppo umano… non c’è più che a ricorrere alla metanoia, a una conversione del pensiero e della ‘azione… Nella misura in cui la chiesa è deformata. Deve riformarsi: Ecclesia reformanda!».3 Con l’impegno di Giovanni XXIII di far stampare un milione di Bibbe dalle edizioni Paoline, da vendersi a mille lire la copia affinché la Scrittura fosse in tutte le case e il Concilio Vaticano II, molte cose sono cambiate. Il dialogo, il confronto il rispetto per i fratelli separati è sensibilmente cresciuto. Il Concilio ha anche 1 KÜNG Hans, Structures de l’Eglise, Desclée de Brouwer, Paris, p. 136. KÜNG Hans, Concile et Retour à l’Unité – Se Rènouver pour susciter l’unité, Cerf, Paris 1961, p. 7. 3 Idem, p. 31. 2 IV Parte – Capitolo III proiettato la Chiesa nel mondo e bisogna riconoscerlo si è assistito a una proliferazioni di pubblicazioni sul testo biblico. Gli errori portanti di Roma sono tutti quanti conservati. C’è stato un vento di rinnovamento, i muri delle facciate sono stati dipinti a nuovo, ma non c’è stato una Riforma. Usando una espressione del gattopardo si cambia tutto perché tutto rimanga come prima. Le Chiese storiche riformate continuano a esprime il principio che una chiesa è sempre da riformare, ma tutto quello che è stato fatto per cambiarle non ha sortito nessun effetto. «Roland de Pury ci parla di un certo protestantesimo sempre più contaminato dalla religione naturale. Nel momento in cui la Chiesa romana tenta un raddrizzamento, che pensare di un protestantesimo sotto molti aspetti più “romano” che il cattolicesimo stesso? Certo, il cattolicesimo ha integrato il paganesimo nel suo sistema, ma controllandolo, mentre il protestantesimo, dopo averlo rigettato con chiarezza, l’ha manifestamente ripreso, quasi senza dubitarne, per lasciarsi corrodere da questa influenza estranea. Come giustificare l’esistenza di un simile protestantesimo?».4 La Riforma ha tentato di rinnovare la Chiesa. Del resto «che la Chiesa del XVI secolo avesse avuto bisogno di essere riformata, nessuno lo contesta più, neppure i cattolici, almeno i più coraggiosi tra di loro. Che questa opera di riforma non si sia potuto completare in qualche anno, nessuno lo nega, neppure i Riformatori».5 J. Calvino stesso scriveva: «Io confesso, quando non si può dal primo giorno ottenere un riforma intera, è già qualcosa ottenere i punti principali, senza cessare di perseguire ciò che manca».6 Lutero nel 1524 annunciava una svolta epocale nella sua opera di riforma: - evitava prima di tutto di rompere con il potere civile 4 SENARCLENS Jacques De, La Réforme Hier et Aujourd’hui, Les Chaiers du Renouveau, XXV, ed. Labor et Fides, Genève, 1964, p. 10. 5 A. Kuen, o.c., p.324. 6 CALVIN Jean, La Vraie Façon de réformer l’Eglise, Labor et Fides, Genève 1957, p. 10. 246 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma dell’Impero. Da quel momento getterà l’anatema sui promotori della “Riforma radicale”. Si è fatto notare che la confessione di Augsbourg definiva la Chiesa senza nessun riferimento alla Bibbia.7 D’altronde Lutero pretendeva che la Scrittura non parlasse della Chiesa “esteriore”8 e che lasciasse gli uomini a organizzarla secondo il buon senso9 “rinunciando così espressamente ad ogni appoggio scritturale per la sua chiesa popolare”10».11 Il riformatore dell’Alsazia Caspar Schwenckfeld diceva di Lutero: «Dottor Martino ci hai condotto fuori d’Egitto attraverso il Mar Rosso nel deserto; ci lasci dimorare ed errare là sulla strada accidentata convincendo ciascuno che noi siamo già nella terra promessa… Malgrado dei progressi reali, malgrado la sincerità degli sforzi, la Riforma del XVI secolo è restata una “cristianità”, racchiudendo in sé il mondo degli inconvertiti, associata al mondo, apposta alle nuove riforme e troppo spesso favorevole agli abbandoni del pensiero di Cristo. Bisognava dunque riformarla».12 «La Riforma non ha saputo sciogliere la Chiesa di Gesù Cristo dalle strutture fondamentali della “cristianità”».13 «L’opera di rinnovamento così promessa da Lutero si è fermata a metà strada».14 «La Riforma ha restaurato il centro del Vangelo, ma ha mancato di restituire alla chiesa il suo carattere di chiesa dei credenti».15 «Mentre certi teologi riformati (J. Courvoiser) o luterani (Vilmos Vatja) si sforzano di mostrare che i Riformatori non volevano purificare che la Chiesa romana dagli abusi continuando a restare 7 Mc Gregor, Corpus Christi, p. 8. (p….) W.A.6,296 9 W.A.6,407 ss 10 ECKE K., Schwenckfeld, p. 45 ; cit. KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, pp.324,325. 11 A.Kuen, o.c., pp.324,325. 12 Schwenckfeld, cit. da K. Ecke, o.c., p. 34 ; cit. A. Kuen, o.c., p.325. 13 MILLION G., Combats pour l’Eglise, pp. 10,24 ; cit. idem, p. 325. 14 BIBRA O.S. von, Preface, a ECKE K., Schwenckfeld, p. 10; cit. idem, p. 325. 15 BENDER H.S., These are my People, p. 75; cit. A. Kuen, o.c., p. 325. 247 8 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III nella Unam Sanctam catholicam – Una Santa Cattolica, dei teologi cattolici come H. Küng gli rimproverano di non essere andata fino all’inizio della strada incominciata».16 «Pure dei teologi evangelici oggi ammettano che Lutero e gli altri Riformatori non si appoggiarono, in tutti i loro propositi e tesi, su Paolo e la Scrittura, e che hanno errato,… su dei punti particolari della conoscenza della fede… Certo, non si può neppure negare che la Riforma non ci ha portato la restaurazione della Chiesa nel senso del cristianesimo primitivo, che sperava Lutero…».17 «Zwingli da parte sua, posto davanti all’alternativa: anabattisti o Consiglio comunale della città di Zurigo, scelse di sacrificare i primi nella speranza di guadagnare la massa. Calvino lasciò cadere diversi aspetti della Chiesa apostolica per mantenere “la pace della Chiesa”. Davanti la scelta che hanno fatto i principali promotori della Riforma, si capisce il sopranome di “uomini di metà strada” che fu dato a loro dai fondatori delle Chiese libere. Si comprende anche che l’idea, della necessità di una “seconda riforma” o di una continuazione dell’opera dei Riformatori abbia preso piede molto presto nelle Chiese della Riforma».18 E. Brunner: «Ciò che Lutero ha voluto, ma non ha potuto farlo, è ciò che noi dobbiamo, oggi, sforzarci di realizzarlo».19 La formula Ecclesia reformanda quia reformata – la chiese che è riformata deve essere riformata –, è stata «data probabilmente da Voetius e che diverse chiese hanno preso come motto (accentuandola ancora: semper reformanda – deve sempre essere riformata) risiede probabilmente il segreto della guarigione della Chiesa».20 «Nel XIX secolo gli uomini del Risveglio e i fondatori delle chiese libere parlavano con forza della necessità di continuare l’opera dei Riformatori. I partigiani del Risveglio di Ginevra nel XIX secolo 16 A. Kuen, o.c., p. 325 H. Küng, Concile et Retour à l’Unité, p. 67 ; cit. A. Kuen, o.c., p.325 nota 19. 18 A. Kuen, o.c., pp. 325,326. 19 BRUNNER Emil, Le Renouveau de l’Eglise, ed. Labor, Genève; Je Sers, Paris s.d.; p. 31. 20 A. Kuen, o.c., p. 326. 248 17 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma “erano persuasi che i Riformatori non avessero mai avuto il disegno di dare alla Chiesa una forma esteriore invariabile e valida per tutti i tempi, né d’imporre alla cristianità un organismo irriprovevole e immutabile, ma piuttosto che essi avevano voluto ottenere per la Chiesa la libertà prima di tutto, al posto della servitù romana”21».22 Alexandre Vinet proclamava: «Oggi stesso, qualunque sia l’importanza dell’avvenimento del XVI secolo, la Riforma è ancora una cosa da fare, una cosa alla quale Lutero e Calvino non hanno fatto che preparare un campo più unito e una porta più larga. Non hanno, una volta per tutte, riformato la Chiesa, ma affermato il principio e posto le condizioni di tutte le riforme future… La Riforma fu un’opera santa e benedetta, perché non volle rialzare che il Vangelo eterno e fare in modo che non ci sia argomento che risalga non meno in alto. Per fare come lei, non fermatevi a lei; ma ritornate con slancio e senza transizione alla sorgente larga e pura di ogni verità… Bisogna scegliere, il cattolicesimo ce lo impone; noi dobbiamo essere francamente protestanti. Abbiamo conservato molto delle fiaccole cattoliche; ora bisogna decidere di vestirci di nuovo… Il semicattolicesimo di cui segniamo una tappa è ormai esaurito: non c’è che da rivivacizzare il cattolicesimo intero e il protestantesimo intero; di vivente non c’è che il Vangelo… L’imperfezione dell’opera riformatrice del XVI secolo è data dal fatto che la dottrina della Chiesa non fu per nulla approfondita o la questione ecclesiastica nettamente risolta, mentre tutte le altre lo erano. Ciò che i Riformatori, che non potevano fare tutto né tutto vedere, hanno lasciato alle nostre cure, è precisamente questo». 23 Il conte Agénor de Gasparin affermava: «Ciò che il XVI secolo a compiuto nel nome del dogma, il XIX l’ha compiuto nel nome della 21 ISCHBECK G., John Nelson Darby, p. 54. A. Kuen, o.c., p. 326,327. 23 VINET Alexander, Liberté religieuse et Questions ecclésiastiques, pp. 594, 636; Etude sur la Littérature française du XIX siècle, t. II, p. 392 ; cit. A. Kuen, o.c., p.327. 249 22 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III Chiesa. Bisogna completare la Riforma. Che cosa è la Riforma? Una invenzione umana? No, un ritorno puro e semplice al cristianesimo primitivo, al modello apostolico. Si tratta ora di disfare l’opera del IV secolo. Di ripudiare Costantino. Ma come ripudiare Costantino, se non ripudiamo prima di tutto ciò che lo prepara e lo necessità? Di buon grado o di malavoglia, dobbiamo risalire fino agli apostoli. La riforma del dogma è risalita fino a loro; la riforma della Chiesa risalirà fino a loro. Là è lo scopo; non fermiamoci per strada. CI sono due cristianesimi: quello che Dio ha dato, quello che gli uomini hanno fatto. Ci sono due Chiese: quella che gli apostoli hanno fondato, quella che la storia ha costruito. Quando io vedo questo sviluppo mostruoso, questa marcia fatale, questa deviazione senza un punto di arresto, e quando poso gli occhi su questo Salvatore che ci ama, su questo Dio che ci chiama a entrare in rapporto diretto con lui… prova il bisogno di dendere la mano a tutti… e di gridare: “Distacchiamoci dal cristianesimo della storia! Impariamo dal cristianesimo della Bibbia!”».24 I principi violati nel XVI secolo si vendicano nel XIX. «È necessario che noi completiamo di diventare protestanti, al fine di diventare veramente cristiani».25 Pure coloro che restavano nella Chiesa stabilita richiedevano una riforma. Il pastore Adolphe Monod, nel suo sermone La vocation de l’Église – la vocazione della Chiesa – critica coloro che «sognano un Lutero più luterano che quello del XVI secolo, e vogliono per sempre fissare la Chiesa nei pensieri e nelle istituzioni di un uomo fallibile che ha santamente protestato contro un simile cieco omaggio... C’è una società sulla terra che ha una comunione con Gesù Cristo, che possiede Gesù Cristo, che realizza Gesù Cristo, che vive di Gesù Cristo, che dimora in Gesù Cristo e nella quale Gesù Cristo 24 25 382. 250 GASPARIN Agenor de, Innocent III, pp. 192,193. GASPARIN Agenor de, Les Ecoles du Doute et l’Ecole de la Foi, 1853; p. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma dimora… Questa società è la Chiesa. La Chiesa, ma quale Chiesa? La Chiesa contemporanea? Io non so, ma la Chiesa primitiva26; la Chiesa tale quale è? Io non so, ma la Chiesa tale che deve essere; la Chiesa infine che è la Chiesa e che, se non esiste fra noi, deve essere ricercata da una riforma».27 Ernest Fontanès: «Bisogna che la riforma non sia rinviata al XVI secolo, come una insurrezione una volta compiuta, ma che si rinnovi e si continui senza debolezza, ricordandoci che non c’è vita sana, gioiosa, se gli elementi vecchi, esauriti, non sono eliminati».28 J. Izoulet, professore di filosofia sociale al Collegio di Francia: «La Riforma del XVI secolo era assolutamente necessaria, ma la Riforma del XVI secolo è stata assolutamente insufficiente, non è stata che una mezza Riforma. È stata una Riforma quanto alle conseguenze, ma non quanto ai principi. È stata una Riforma in superficie, ma non in profondità».29 Anche recentemente gli eredi della Riforma nel considerare la realtà delle loro Chiese hanno fatto sentire lo stesso bisogno. Visser’t Hooft scrive: «La riforma della Chiesa, che cessa di renderla conforme a questo mondo ma a trasformarla e a rinnovarla, non deve mai essere considerata come un atto unico, definitivo, ma come una azione permanente senza posa in stato di compimento».30 E. Brunner che abbiamo citato numerose volte, forse il più prolifero, scrive: «È senza dubbio nel ramo riformato, cioè il ramo della Chiesa protestante sorta dalla riforma di Zwingli e di Calvino che la coscienza del semper reformanda era viva. Forse le Chiese riformate del continente europeo sono anche conservatrici, così gelose di mantenere il loro quadro tradizionale, che le chiese 26 Anche la Chiesa apostolica aveva i suoi limiti e contraddizioni; vedere le lettere ai Corinzi, Tessalonicesi, Galati, ecc. 27 MONOD Adolphe, Sermons choisis, Fischbacher, edizione del centenario, Paris 1902, pp. 100,83. 28 FONTANÈS Ernest; cit. A. Kuen, o.c., p. 328. 29 IZOULET Jean, La Métamorphose de l’Eglise, Albin Michel, Paris p. 30.; cit. da Francus, p. 277. (328) 30 VISSER’T HOOFT William Adolf, Renouveau de l’Eglise, p. 48. 251 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III luterane. Tuttavia questo principio ha fatto sentire il suo effetto prima di tutto nelle chiese indipendenti (libere) del Nuovo Mondo».31 Ai tempi di Gesù chi deteneva il potere religiosi diceva: «Abbiamo Abrahamo per padre» Giovanni …., troppi riformati dicono la stessa cosa: «Abbiamo i Riformatori per padri».32 «La nozione di Chiesa nei paesi protestanti non deriva solamente dal N.T., ma anche dall’influenza della Chiesa sotto Costantino».33 «Noi ci avviciniamo al punto in cui le circostanze saranno mature per una seconda riforma».34 A. Kuen riporta: «Il nostro dovere, decretava la terza assemblea ecumenica a New Dehli (1961), è di esaminare le strutture delle nostre Chiesa e di giudicare se esse aiutano o intralciano i lavori di evangelizzazione. Lo scandalo che toglie al Vangelo ogni significato agli occhi delle persone del mondo non credente e distogliere da una conversione eventuale seri ricercatori, non è più il vero scandalo della fede: Gesù Cristo crocefisso. È piuttosto questo falso scandalo delle nostre proprie attitudini e strutture ecclesiastiche. Ecco ciò che impedisce al Vangelo di sfidare il mondo». Riprendeva una affermazione enunciata dalla Commissione di Studio del Consiglio ecumenico qualche anno prima: «La situazione della Chiesa nel mondo attuale è così grave che molti di coloro che portano la preoccupazione del suo avvenire sul cuore, sono convinti che solo una rivoluzione potrà riportarla in una posizione che le permetterà di compiere la volontà di Dio».35 «La nostra fedeltà è quella di essere pronti a delle nuove riforme».36 31 E. Brunner, Dogmatique, v. III, p. 118. Vedere COURVOISIER J., De la réforme comme principe critique du protestantisme, in Verbum Caro, 1953, III, p. 23 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 329. 33 BRUNNER Emil, Les Églises, les Groupes et l’Église de Jèsus-Christ, ed.Labor, Genéve (tradotto 1937), p. 39. 34 NINCK W., Christliche Gemeinde heute, p. 231; cit. A. Kuen, o.c., p.329. 35 A. Kuen, o.c., p. 329. 36 PARKER Daniel, Devenir Témoin de l’unité, ed. de l’Epi, 1964 ; cit. A. Kuen, o.c., p.329. 252 32 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma «“Purificare la Chiesa” tale sarebbe l’obiettivo della Riforma, sia nel XX che nel XVI secolo. Purificarla da ogni influenza estranee al Vangelo, che viene direttamente dal di fuori, o dalle sue proprie tradizioni. Per questo necessita una revisione sistematica delle sue dottrine e delle sue pratiche. Lo scopo di questa messa in discussione non è per attaccare questa Chiesa, ma al contrario, servirla mediante uno sforzo di lucidità e di pentimento, per renderla al suo Signore e alla sua propria missione ».37 «Il ritorno al cristianesimo non potrà farsi che mediante una rottura totale con l’evoluzione della Chiesa fino a questo giorno».38 Il principio per riportare la Chiesa alle sue origini è quello di restituire alla Chiesa la sacra Scrittura, al cui centro c’è Cristo Gesù, la Parola e fare di essa il punto di riferimento per la propria teologia, etica, vita. A. Monod diceva: «La riforma che voglio per la nostra Chiesa, la voglio per la Chiesa luterana, per la Chiesa anglicana, per le Chiese indipendenti, e pure loro la vogliono per loro stesse. Il lavoro che si opera fra noi nelle menti si opera ugualmente altrove. La Chiesa, una Chiesa nuova, è dappertutto attesa, dappertutto chiamata, nel nome della religione, ma potrei aggiungere nel nome della politica, di cui può solo calmare le differenze; nel nome della società, della quale può solo risolvere il problema; nel nome dell’umanità, della quale può guarire le piaghe! Lo si sente confusamente: è per la Chiesa che il mondo agitato e sconvolto deve arrivare a Gesù Cristo, ed è mediante Gesù Cristo che deve arrivare all’ordine, alla pace, alla prosperità, per le quali sospira tutta la razza umana».39 La fedeltà alla Scrittura permetterà la Riforma della Chiesa Per riformare la Chiesa non c’è altro principio che «quello della Riforma del XVI secolo: sola scriptura – la sola Scrittura, ma questo 37 38 39 J. de Senarclens, o.c., p. 18. RENDTORFF, Die Taufe im Urchristentum, p. 55; cit. A. Kuen, o.c., p. 332. A. Monod, o.c., pp. 99,100. 253 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III principio dovrà essere applicato alla Chiesa come i Riformatori del XVI secolo l’hanno applicato alla fede individuale».40 «Il vero principio della riforma è il ritorno puro e semplice all’autorità delle Scritture, che è la scuola della fede».41 Scrive W.A. Visser’t Hooft «Numerosi sono coloro che hanno cercato un rinnovamento rompendo con la Bibbia o al contrario completandola e correggen-dola. Bisogna pertanto ammettere questa semplice verità che al di fuori della parola di Dio, non esiste in questo mondo alcuna altra sorgente di rinnovamento, perché la Bibbia è il racconto autentico dell’unico avvenimento radicalmente nuovo che si sia prodotto nel mondo. Ogni altra novità ne è derivata, o è nuova solo in apparen-za».42 Scrive P. Jalaquier: «La dottrina ecclesiastica del protestatesimo, come la sua dottrina dogmatica, deve riprodurre integralmente la dottrina biblica; là è la condizione della sua potenza e della sua durata, poiché là è la ragione della sua esistenza. Il protestantesimo è biblico o non è nulla; se perde questa base, perde terreno, e va alla deriva verso il cattolicesimo, o verso il razionalismo, o verso l’illuminismo».43 Le figure del Risveglio nel XIX secolo hanno applicato questo principio del ritorno alle Scritture. Il conte A. de Gasparin scriveva: «Il nostro programma è dunque semplice. – Niente inventare, ritornare all’antico, al più antico; non reagire contro la Riforma, al contrario continuarla; continuare la restaurazione dell’autorità spogliando ciò che abbiamo ancora di cattolico e modellandoci umilmente su ciò che la Scrittura ha dichiarato, su ciò che gli apostoli hanno fatto».44 «Completare ciò che è stato cominciato, operare una ultima riforma nella Riforma, ritornando al modello apostolico».45 40 41 42 43 44 45 254 A. Kuen, o.c., p. 332. A. de Gasparin, o.c., p. 383. W.A. Visser’t Hooft, o.c., p. 62. JALAGUIER Paul, De l’Eglise,Librairie Fischbacher, Paris 1899, p. 359. A. de Gasparin, o.c., pp. 394,395. Idem, p. 384. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma «Ciò che la Riforma ha intrappreso, la Riforma non l’ha completato… Si è fermata prima di aver ritrovato le tracce della chiesa di Gesù Cristo... Bisogna completare la Riforma. Che cosa è la Riforma? Un ritorno puro e semplice al cristianesimo primitivo, al modello apostolico. La riforma del dogma è risalito fino agli apostoli; la riforma della Chiesa risale fino a loro».46 L’evangelista Ruben Saillens, fondatore della chiesa evangelica del Tabernacolo di Parigi: «La Riforma fu incompleta. Restituì la Bibbia al mondo, ma non gli restituì la Chiesa primitiva… Il protestantesimo fu dunque viziato dalle sue origini dal lievito del papato che conservava: confusione della Chiesa e della nazione; cristianesimo di nascita e non di libera scelta. La religione dell’avvenire non sarà né il cattolicesimo, né il protestantesimo, poiché, separati su tanti punti, questi due sistemi religiosi si assomigliano in ciò che hanno entrambi mutilato l’istituzione divina per eccellenza, la Chiesa di Gesù Cristo. La religione dell’avvenire nascerà da un ritorno puro e semplice al N.T., sorgente della vita individuale e della vita collettiva, codice unico e sempre attuale dei rigenerati e della società dei rigenerati».47 Eric Fuchs, nella prefazione di La vrai façon de réformer l’Eglise, di J. Calvino del 1957, scriveva: «Il vero modo di riformare la Chiesa cristiana, è di prendere sul serio la Parola di Dio, costi quello che costi».48 Sebbene sia la Chiesa che annuncia la Parola, la Scrittura, è però la Scrittura che deve condurre alla Chiesa. È la Parola rivelata il punto di riferimento per la Chiesa e non la comprensione della Parola da parte della chiesa. «Il cattolicesimo pone prima di tutto la chiesa, e arriva alla Bibbia mediante la chiesa; il protestantesimo pone prima di tutto la Bibbia e arriva alla Chiesa mediante la Bibbia, 46 GASPARIN Agenor de, Luther et la Réforme au XVI siecle, p. 365 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 333. 47 SAILLENS R., Echo de la Vérité, gennaio 1896, cit. da Francus, pp. 279-280 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 333. 48 FUCHS Eric, La vrai façon de réforme l’église, Genève 1957, p. 7 ; cit. A. Kuen, o.c., pp.333,334. 255 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III perché per lui, solamente la Bibbia è il deposito della Parola divina e la regola sovrana della fede».49 Per K. Barth: «Non ci potrebbe essere un’altra autorità ecclesiastica che non sia la Parola di Dio nella sua testimonianza biblica. La congregazione intera è dunque, nei suoi diversi servizi, la servitrice della Parola divina».50 «La chiesa di ogni tempo sussiste o cade nella misura in cui si fonda sulla testimonianza biblica della rivelazione, che resta normativa oggi come lo era al tempo del padri». «La sorgente ultima e la norma finale è solo Colui che ha detto una volta per tutte: “Colui che vi ascolta, ascolta me”».51 Se la chiesa toglie la propria autorità che è la Bibbia cosa gli rimane? «Un pio fumo e ogni specie di odore religioso e morale».52 «L’obiezione fondamentale che si deve fare alle costituzioni papali, ma anche episcopali e presbiteriane-sinodali, è che non favoriscono la disponibilità, l’apertura della mente e la libertà della congregazione di fronte alla Parola di Dio, né la riforma della Chiesa, ma gli fanno ostacolo… Tutte le strade sono arrivate oggi al loro punto finale. Le discussioni tra i rappresentanti di queste forme ecclesiastiche sono limitate e già colpiti di sterilità».53 Nelle Chiese protestanti la Bibbia è aperta davanti ai fedeli. Con coraggio e audacia i Riformatori proclamavano che la Parola di Dio, espressa nella Scrittura santa, è il fondamento e lo scopo della Chiesa. Così facendo i Riformatori hanno proibito ogni altro riferimento. In altre parole, come dice K. Barth: «La Riforma ci ha tolto tutto e crudelmente non ci ha lasciato che la Bibbia».54 E. Brunner: «Oggi i segni della vera Chiesa non li possiamo conoscere alla luce delle confessioni di fede dei Riformatori 49 P. Jalaguier, o.c., p. 265. BARTH Karl, L’Eglise,Labor et Fides, Genève 1964, p. 122. 51 BARTH Karl, Die Schrift und die Kirche, Zollikon 1947, p. 17; cit. A. Kuen, o.c., p. 334, nota 61. 52 Idem. 53 K. Barth, l’Eglise, pp. 123,124. 54 BARTH Karl, Parole de Dieu e parole humaine, Les Bergers et les Mages, s.d., 140. 256 50 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma (corrisponde a una situazione storica determinata), ma unicamente alla luce della Bibbia».55 Visser’t Hooft scrive: «È precisamente adattandosi costantemente al piano e alla parola di Dio che la Chiesa acquista la vera stabilità e la vera continuità. C’è una verità e una sfida lanciata a tutte le Chiese del mondo in questa frase tirata dai documenti costituzionali della Chiesa dell’India: “Le Chiese unite riconoscono che la Chiesa deve sempre essere pronta a correggersi e a riformarsi secondo l’insegnamento delle Scritture nel modo che lo Spirito santo rivelerà a loro… Una Chiesa che pone la Bibbia al primo posto avrà sempre coscienza della sua vera ragione di essere come primizia dei tempi nuovi; sfugge al pericolo di allinearsi al mondo. Una Chiesa in cui la Bibbia ha il primo posto non dimenticherà mai che non è lei a essere il Regno di Dio… Sarà dunque preservata dalla solitudine, dall’egocentrismo conseguente a un monologo sterile, e continuamente a criticare se stessa. La tragedia di una Chiesa che non dà alla Bibbia il primo posto nella sua vita, non distingue più la prospettiva escatologica. Inoltre, è tentata di considerare la sua propria esistenza come un fine in sé. Perde così la facoltà di sottomettersi a una critica di se stessa e di rinnovarsi».56 G. Casalis dichiarava nel suo rapporto all’Assemblea plenaria del protestantesimo francese a Montbéliard nel 1960: «Bisogna ritornare senza posa: predicare è essere legati alla Verità e, tramite essa, è impegnarsi in una ascesi che conduce a ricercare sempre una fedeltà più grande alla Parola, un accordo più intimo con la Scrittura. Non esito a dire che il primo dei compiti nell’avvenir delle nostre chiese è il loro compito permanente di vegliare con una cura gelosa alla purezza del loro messaggio. E qui, come altrove, nessun privilegio, i laici sono con i pastori, in ogni parrocchia come in ogni consiglio, responsabili di questo compito essenziale».57 55 E. Brunner, Les Eglises…, p. 10. W.A. Visser’t Hooft, o.c., pp. 57,63. 57 CASALIS G., Rapport de la X Assemblée du Protestantisme, p. 73 ; cit. A. Kuen, o.c., p.336. 257 56 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno IV Parte – Capitolo III Per P. Courthial l’originalità dell’uomo e della Chiesa è quella di essere fedeli nel riflettere la sola verità rivelata, di fatto: «Il desiderio permanente degli uomini, dall’errore fatale dell’incredulità di Adamo, è di mettere in dubbio la Parola di Dio, di erigersi a giudici e di allontanarsene».58 A. Lecerf sostiene che bisogna «mantenere integralmente l’identificazione della Scrittura con la Parola di Dio» malgrado che «dei teologi hanno ricevuto la vocazione di restauratori della fede riformatrice» pensano che sia «impossibile» a seguito degli attacchi che la critica tedesca ha sollevato. 59 H. Küng scrive: «Né i cattolici, né i protestanti possono considerarsi dispensati dall’allinearsi costantemente alla Chiesa apostolica. Né l’appello alla tradizione cattolica, né l’appello alla Riforma evangelica dispensano di rinnovarsi continuamente nella realizzazione di ciò che è essenziale quando si vuole essere apostolici: l’accordo reale con il messaggio apostolico».60 Per F. Refoulé, padre domenicano: «Il movimento ecumenico non progredirà, pensiamo, che nella misura in cui teologi cattolici e protestanti avranno il coraggio di confrontare le loro rispettive teologie alla Scrittura presa nella sua totalità senza esclusività».61 Il pastore P. Courthial ricorda che «il vero movimento della Riforma “smaschera” (mette in luce) la Parola di Dio, riconduce alla Parola di Dio, ci fa fuggire le mode teologiche come la peste».62 «Quando si misura la distanza che separa le attuali Chiese e i loro modelli, si è nel diritto di domandarsi se coloro che parlano di 58 COURTHIAL Pierre, Actualité et catholicité de la Réformation, in Revue Réformé, t. XIII, n. 51, 1962, III trimestre, p. 15. 59 LECERF A., Introduction à la Dogmatique réformée, t. II, ch. IV, Examen de la valeur du principe externe et formel de la foi réformée. Théorie de l’inspiration, Paris 1938, p. 159. 60 KÜNG Hans, Structures…, p. 139. 61 REFOULE F. O.P., Revue d’Histoire et de Philosophie religieuse, 1964, p. 470 ; cit. A. Kuen, o.c., p.338. 62 P. Courthial, o.c., p. 20. 258 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma sottomettere tutte le istituzioni e pratiche della Chiesa alla norma biblica, si rendono conto dell’ampiezza della sfida e lancia a loro la Parola di cui vogliono ristabilire l’autorità. Le attuali Chiese sono pronte a compiere la rivoluzione che la messa in pratica di questi consigli disinnescano?»63 L’essere piccoli non è una colpa Anche la Chiesa apostolica lo era, così la Chiesa del XXI secolo Le chiese confessanti, composte da persone che hanno deciso di farvi parte, manifestando la propria conversione mediante il battesimo, possono sembrare numerose, ma nella loro dimensione sono comunità di minoranza e il loro numero è esiguo e lo è ancora di più se si confrontano con le chiese di maggioranza e con la popolazione del Paese. Scrive W. Ninck: «Se i cristiani costituiscono oggi un piccolo gregge in un mondo estraneo a Cristo, allora la nostra situazione è analoga a quelle della chiesa primitiva».64 Ci si trova nella situazione della Chiesa apostolica a confessare la nostra fede in un universo culturale e filosofico che non è pronto e disponibile ad ascoltarlo. La Chiesa è tale quando essa risponde al progetto del Vangelo. Dr. Otto Riecker scrive: «La vita della Chiesa dipende da una cosa: della sua entrata nella linea biblica»65 e il prof. F.H. Littell dice: «Al posto di una riforma permanente, ci bisognerebbe una restaurazione permanente (dell’ordine primitivo)». Questa situazione di isolamento per la sua dimensione rievoca testi del vangelo e dell’A.T.. Gesù diceva: «Non temere piccolo gregge», Daniele con i suoi compagni si mantengono fedeli alle proprie convinzioni, al proprio, nella corte dell’imperatore sfidando ogni minaccia. Mosè per aver riscoperto la propria identità di membro di un popolo del quale Dio aveva fatto delle promesse nel 63 64 65 A. Kuen, o.c., p. 339. W. Ninck, o.c., p. 162; cit. A. Kuen, o.c., p. 339. RIECKER Otto; cit. da A. Kuen, o.c., p. 340. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 259 IV Parte – Capitolo III passato ai padri è diventato il liberatore fidando in quello che l’Eterno gli ha detto. I settemila israeliti, nascosti agli occhi del popolo, al tempo di Elia non si sono piegati davanti a Baal. In 1 Samuele 14:6 si legge che nulla impedisce all’Eterno di salvare con un piccolo numero. Ma attraverso i secoli, nella realtà, i fedeli adoratori dell’Eterno hanno costituito un piccolo numero di persone. Lo ricorda il principe dell’esegesi del XIX secolo F. Godet: «La Chiesa non costituisce nell’umanità che una impercettibile minoranza, e questa proporzione tra i veri credenti e i non credenti è rimasta la stessa in tutti i tempi e in tutti i luoghi... Gesù preferisce un piccolo gruppo d’uomini consolidati nella fede, e risoluti di accettare le rinunce che impone, a queste moltitudini dei quali il legame con Lui non era che apparente».66 Ci si domanda: «Verso quale chiesa stiamo andando?’ Delle menti illuminate come il prof. R. Mehl rispondono senza esitare: verso una ‘chiesa minoritaria’, ‘andiamo verso una umile chiesa’».67 Noi assistiamo, come scrive il prof. E.G. Léonard a un « scivolamento generale verso la chiesa di professanti». Del resto A. Vinet ricordava che «Tutte le grandi cose hanno avuto dei piccoli inizi».68 A. de Gasparin ricorda che «senza gli uomini che hanno osato essere soli contro tutti, nessuno si sarebbe mosso: il successo non assolve nulla; il successo non prova nulla. In ogni caso non prova la giustizia; il successo non è il dito di Dio».69 Albert Bessière: «Il mondo vive e agisce mediante un piccolo numero».70 A. Monod nel XIX secolo ricordava che «Wesley non domandava che dieci veri metodisti per rinnovare la faccia dell’Inghilterra… con dieci veri protestanti io non temo nulla e neppure la Chiesa riformata di Francia!». È quello che Gesù ha fatto con i suoi discepoli e ancora prima di Wesley, altri Riformatori 66 GODET Fréderic, Commentaire sur l’Evangile de Jean, t. II, pp. 58,469. (p.342) 67 MEHL R., Revue de l’Evangelisation, n. 98, p. 483. (p.287). 68 VINET Alexander, Liberté religieuse et Questions ecclésiastiques, (p.343) 69 GASPARIN Agènor de, Les Droits du Coeur (p.343) 70 BESSIÈRE Albert, L’Evangile du Christ, p. 44 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 343. 260 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma avevano usato la stessa espressione per incendiare con i libri dei nuovi teologi le montagne della Svizzera conquistate al protestantesimo. «La Chiesa, una Chiesa nuova, è attesa dappertutto. Dappertutto chiamata» è quanto diceva A. Monod nel suo sermone Sur la vocation de l’èglise – Sulla vocazione della Chiesa.71 Giustamente osserva A. Kuen: «Non è sufficiente essere una minoranza per essere nel piano di Dio, e ugualmente non è sufficiente essere disprezzati o perseguitati per avere la sua approvazione. Il piccolo gregge di Gesù Cristo è composto dalle pecore del Buon Pastore che obbediscono alla sua voce»,72 che osservano i suoi comandamenti, che annunciano la sua parola, che attendono la sua venuta… La fedeltà della Chiesa alla Verità di Dio Nelle chiese moltitudiniste si è sempre pensato che sarebbe stato utile alla Chiesa del Signore sacrificare la verità allo scopo di realizzare un bene maggiore che generalmente si è espresso nel conservare i propri vantaggi e la propria influenza. «Era sufficiente che il cristiano perseguitato da Roma sacrificasse qualche grano d’incenso all’imperatore perché conservasse la vita – che il protestante del XVI secolo assistessero alla messa per lasciarli in pace – che gli anabattisti e i loro eredi spirituali rinunciassero al battesimo dei credenti perché potessero cambiare la loro vita di bestie braccate in favore di un’esistenza borghese, forte influente nel mezzo di una organizzazione ecclesiastica. Perché non hanno fatto questi “piccoli” sacrifici? Lutero scriveva: “Maledette siano l’amore e l’unità a causa delle quali la parola di Dio deve essere messa in gioco”. La grande tentazione è di sacrificare una parte della verità all’unità. Questa tentazione, se è particolarmente forte all’ora attuale, 71 72 A. Monod, o.c., p. 100. A. Kuen, o.c., pp. 343,344. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 261 IV Parte – Capitolo III non è però nuova. Tutti coloro che hanno rimesso in luce una delle verità di cui noi viviamo oggi, hanno dovuto affrontarla. A. Vinet ci avvertiva: “In vano si invocherebbe, contro la sua convinzione e contro il suo dovere, l’interesse della pace e della comunione umana. Ciò che il nostro Maestro è venuto a portare tra gli uomini, è la pace o la spada? La vera pace non è, secondo la parola del profeta, un frutto della giustizia, e c’è giustizia che ritiene una verità prigioniera? Quale pace d’altronde e quale comunione di quella che si fonda sull’equivoco e la dimissione? E quanto la guerra santa della luce contro le tenebre è migliore e più caritatevole di una simile pace? Invano si cercherà di persuadere che si servirà meglio l’interesse della verità sacrificandone una parte, per restare uniti ai suoi fratelli. Ragionamento perverso… Prima di tutto chi vi assicura che avendo sacrificato la verità su un punto, non la sacrificherete su tutti gli altri? … Quando si fermerà per voi la necessità o la convenienza di cedere?... Volete, con un po’ di dissimulazione rendere un servizio ai vostri simili; ma di tutti i servizi che potere rendere a loro, il più grande è quello che gli rifiutate, il più grande è quello di fare apprendere che la coscienza è qualcosa, cioè che è tutto… Non usate frodi contro voi stessi; e non lasciatevi condizionare dalla grandezza della moltitudine: Dio è più grande della moltitudine. Non ditevi: “Io sono un granello di sabbia; come resisterei a questa tempesta dell’opinione che solleva e tormenta nell’aria questa polvere di cui faccio parte?” Impercettibile grano di sabbia, voi peserete come una roccia, cioè di tutto il peso della verità, su questo terreno che porta l’uragano. Avete un garante che risponde a tutto. Osate, sulla sua parola, essere saggi da soli».73 M. Antonimi esortava: «Non bisogna mai sacrificare la Verità all’Unità; poiché la Verità è Dio stesso. È nel nome dell’unità che si ha, in tutti i tempi, e soprattutto in Francia, perseguitato mediante il ferro e il fuoco, i testimoni della Verità, gli uomini dello Spirito. “Acquista la Verità e non la vendere” fosse anche per guadagnare 73 262 VINET Alexander, Nouveaux Discours, Lausanne 1938, pp. 24,25,28. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Necessità di riformare la Riforma questo bene così prezioso che è l’unità. È un calcolo dannoso che sfocia nella rovina del Vangelo e della Chiesa».74 L’attesa dell’Ekklesia futura Walter Nigg esprime il bisogno che si realizzi «una rivoluzione religiosa analoga a quella di Lutero… Solo un tale atteggiamento potrebbe arrestare il disastro e imprimere al fiume un nuovo corso».75 Alla conclusione della sua opera A. Kuen scrive: «Tuttavia, l’evoluzione ecumenica, l’avvicinarsi con Roma, la costituzione di grandi sistemi ecclesiastici e, forse, la venuta di tempi più difficili per i cristiani (vedere Apocalisse 13:7,15), porranno ogni credente e ogni chiesa davanti alla necessità di prendere più chiaramente posizione. Nella misura in cui ci avviciniamo “alla fine dei tempi”, l’identificazione della “pseudo Chiesa” (K. Barth), della “Chiesa Illusione” (E. Brunner) con il mondo si realizzerà. Allora la sua vera natura si manifesterà e le differenze tra lei e l’Ekklesia appariranno chiaramente. Poco a poco, diverse illusioni cadranno e gli occhi di molti cristiani saranno schiusi. La linea di demarcazione, fino a quel momento invisibile, tra i veri discepoli e i cristiani di nome apparirà nel grande giorno. Finito allora il quieto conforto delle posizioni comuni! Bisognerà decidersi e scegliere: seguire la corrente sincretista che porta a Babilonia o ritornare alle sorgenti, alla Croce e alla Gerusalemme dei primi tempi della Chiesa. “L’uno o l’altro”, come ripeteva instancabilmente Kierkegaard. È senza dubbio per quei tempi che lo Spirito di Dio fa ritenere l’appello presente: “Uscite di Babilonia, popolo mio, affinché non partecipiate ai suoi peccati (Apocalisse 18:4). “Abbiamo voluto guarire Babilonia, ma non è guarita, abbandonatela… fuggi da Babilonia, per paura che anche voi non periate nella sua rovina” (Geremia 51:9,6). 74 ANTONIN M., Union des èglises libres évangéliques de France, p. 46 ; cit. A. Kuen, o.c, p. 346. 75 NIGG Walter, cit. da DILSCHNEIDER, Gefesselte Kirche,ed. Vergswerk, Stuttgart 1953, p. 166; cit. A. Kuen, o.c., p. 355. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 263 IV Parte – Capitolo III In quel giorno certamente in tutte le Chiese e comunità i credenti “nati da Dio” comprenderanno che non potranno sussistere e vincere che unendo i loro sforzi per costruire la Chiesa secondo il piano di Dio… Oggi, come nei secoli trascorsi, Gesù Cristo vuole costruire la sua Chiesa. Ha bisogno, per questo, di pietre viventi pronte a lasciarsi sfaccettare e utilizzar da lui, dove e come gli sembrerà buono. Siamo pronti per questo?».76 Da più d’un secolo, A. Monod, nel suo sermone citato diceva: «Dappertutto vedo sorgere all’orizzonte un popolo di Dio piccolo per il numero, ma grande per la fede e per l’amore, che si distacca dalle posizioni antiche, e che si tiene pronto per la Chiesa spirituale, fraterna, missionaria, dei tempi a venire. Oh! Possa lo Spirito divino avvicinare delle anime dritte e fedeli, che si scuotano da ogni parte. Che si cercano come a tentoni nelle tenebre, che si combattono forse, perché non si conoscono! Si possa serrare la santa milizia dei figli di Dio, assomigliare, non nel nome dell’indifferenza che cancella le dottrine essenziali del Vangelo, ma nel nome della Fede comune che li fa predominare su tutto ciò che è secondario, umano e locale!».77 Post-premessa Quanto abbiamo riportano non sminuisce la fede, la coerenza di tutti quei fedeli delle chiese multitudiniste che hanno testimoniato con forza e convinzione la loro speranza e fedeltà alla parola di Dio, alle verità da loro comprese e accettate. Questa loro coerenza, che si riscontra in tutte le denominazioni è stata espressa fino al sacrificio della propria vita, sia nella chiesa cattolica, ortodossa, delle espressioni dei preriformati, protestanti ed evangeliche. Questi errori storici del passato che si rinnovano nel presente mettono in risalto che anche le chiese confessanti non sempre hanno fatto brillare la bellezza delle verità del vangelo e anche la coerenza a quanto di esso compreso. 76 77 264 A. Kuen, o.c., pp. 356,357. A. Monod, o.c., p. 102. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Quinta parte Il sorgere di un movimento di Riforma mondiale Capitolo I Il RISVEGLIO dal XVI al XIX secolo XVI Secolo Anabattisti Scrive il prof. E.E. Cairns: «La separazione più radicale, tra i gruppi della Riforma fu operata dagli anabattisti, i quali cercarono di creare una Chiesa secondo il modello delle chiese primitive presentate nel N.T.».1 Gli anabattisti espressero la propria visione di fede di chiesa confessante. Ebbero tra loro gruppi molto radicali, anche determinati nell’attesa e nella realizzazione del Regno di Dio, esprimendo con forza le posizioni che li distinguevano dalle chiese riformate. Subirono anche per questo forti persecuzioni. Può essere considerato un movimento radicale che si espresse nel XVI secolo in concomitanza alla Riforma protestante. Si chiamavano “fratelli in Cristo”, ma polemicamente venivano chiamati anabattisti.2 Le radici di questo fenomeno religioso risalivano ai movimenti pre-riformatori. Delle frange estreme si occupavano delle problema1 CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i secoli, Centro Biblico, Napoli 1970, p. 290. 2 Anabattisti era un nome attribuito da chi li avversava. L’espressione derivava dal fatto che avversavano e non consideravano valido il battesimo ai bambini in quanto doveva essere officiato alle sole persone adulte per immersione a testimonianza della propria conversione. Il nome anabattista veniva utilizzato per inglobare tutto ciò che esprimeva minoranza. Si riferiva a chi seguiva la verità e l’errore, riguardava battezzati con grande spessore spirituale ma anche fanatici e mistici. Sotto questo nome veniva annnoverati: a) continuatori dell’evangelismo medioevale, come i valdesi e gli ussiti; b) fanatici millenaristi come il gruppo di Münster e i profeti Zwickau, che mai furono degli anabattisti; c) mistici, speculativi, e lontani dagli insegnamenti della Parola; d) credenti legati al panteismo; f) antitrinitari e gruppi divergenti sulla natura della persona di Gesù. V Parte – Capitolo I tiche politiche, economiche sociali, con espressioni tali da gestire la polis con principi comunistici. L’ekklesia era costituita da membri confessanti ed erano tali a seguito del battesimo per immersione. Contrastava il battesimo sia cattolico romano, ortodosso e dei protestanti fatto ai bambini. La nuova esperienza di fede era segnata dal battesimo o dal ribattesimo, da qui l’espressione ana-battista. Non si accettava il cesaropapismo nell’ekklesia e si contestava e rifiutava l’intervento dell’autorità civile e conseguente braccio secolare, nelle questioni riguardanti la fede. «Le loro posizioni teologiche erano varie e talvolta persino contraddittorie: l’interesse fondamentale era, comunque, quello della salvezza, alla quale veniva spesso associato un vivo senso dell’attesa apocalittica della fine, dell’avvento del regno di Dio o di un rinnovamento assoluto del mondo. In tal modo spiritualismo e millenarismo attivo si incontravano: nel seno di masse popolari oppresse tale incontro assumeva talvolta caratteri di violenta aggressività mentre, quando la speranza del rinnovamento penetrava in circoli umanistici (come quello zurighese), si affermavano i metodi e le finalità del pacifismo. Il ripudio del papato, dell’organizzazione chiesastica e sociale del tempo e del diritto di proprietà erano altri motivi diffusi; ma una costante del movimento anabattista è la posizione critica nei confronti delle chiese stesse della riforma protestante. Pacifismo e rivoluzione, naturalmente, erano temi su cui cadeva l’accento alternativamente, secondo le diverse tendenze e le situazioni contingenti».3 Appena qualche anno dopo l’affissione delle 95 tesi di Lutero sul portone della Chiesa di Wittenberg, nel Sinodo tenuto nel febbraio 1527 a Schleithein gli anabattisti fissarono i principi dell’organizzazione delle chiese: 3 AA.VV., Anabattisti, In Enciclopedia Europea, vol. I, Garzanti, Milano 1979, p. 403. 250 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo 1. Il battesimo non dovrà essere accordato che a coloro che si sono pentiti e che credono che il loro peccato sia stato tolto da Cristo Gesù. 2. La disciplina ecclesiastica deve essere esercitata conformemente a Matteo 18. 3. Coloro che partecipano alla frazione del pane devono essere stati precedentemente uniti al corpo di Cristo mediante il battesimo. 4. I credenti devono separarsi dal mondo e dal male. Non devono far uso della spada del potere giuridico. 5. Le chiese locali eleggono i loro pastori che sono responsabili davanti a loro. 6. I cristiani non hanno il loro posto fra le autorità di questo mondo. 7. Non devono pronunciare giuramento. Questi articoli – refutati e contrastati da Zwingli e da Calvino – conobbero una rapida diffusione e furono rispettati dagli Anabattisti di tutta l’Europa. «Gli anabattisti sono stati i primi protestanti che, sul suolo di Francia abbiano stabilito e realizzato il principio dell’organizzazione ecclesiastica di una alleanza di congregazioni spiritualmente autonome, principio che fu adottato nel 1559 dal primo sinodo riformato di Parigi e nell’anno successivo in Scozia».4 Questo movimento ha realizzato ciò che lo spirito iniziale della Riforma avrebbe voluto compiere. «L’anabattismo ha dunque realizzato il piano primitivo dei Riformatori abbandonato poi da questi sotto la pressione degli avvenimenti e dalle autorità».5 Al di sopra di ogni sospetto di parte, E. Brunner, ha scritto: «Le fonti ci presentano una fede sobria, basata interamente sulla dottrina del N.T. presa come unica autorità, una fede che è in perfetto accordo con la dottrina dei Riformatori… Quando i Riformatori hanno tacciato gli anabattisti di “setta”, hanno ripreso una nozione della chiesa cattolica romana che, prima di tutto qualificava di setta ogni comunità cristiana al di fuori della Chiesa cattolica romana». 4 5 ROUSSEAU G., Le drame anabaptiste, p. 20. A. Kuen, o.c., p. 245. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 251 V Parte – Capitolo I «L’anabattismo si sparse con una tale rapidità, scriveva uno storico del XVI secolo, che si poteva credere che la maggioranza del popolo si sia unito a questa setta».6 La reazione alla loro fedeltà all’insegnamento degli apostoli fu tale che i protestanti e i cattolici si ricordarono di essere fratelli per poterli bruciare e annegare a migliaia. Tanto è vero che nessun movimento ha subito tanti morti per motivo spirituale come gli anabattisti. In Olanda tra il 1535 e 1546 ne furono uccisi 30.000. La riforma radicale degli anabattisti non solo è all’origine delle chiese mennonite, battiste, che ne sono seguite, ma di tutti quei tentativi di Riforma, che hanno caratterizzato la storia della chiesa, nel ritrovarla nella sua originalità. Questi opposti gruppi contrastavano con la Chiesa greca e romana e tra di loro c’erano chi negava i tormenti eterni dei malvagi nell’inferno. Michele Servito, fatto bruciare dal Riformatore Calvino a Ginevra nel 1553, era uno di questi. Presenti in Austria, Boemia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Polonia Svizzera e in altre località, per loro la vita eterna sarebbe iniziata dopo la resurrezione. Hendrik Terwoort e Jan Pietrers, anabattisti fiamminghi rifugiati in Inghilterra, in prigione a Londra redassero la loro professione di fede in tredici articoli. Il XII recitava: «Noi crediamolo nella resurrezione dalla morte, come è scritta in Isaia 26:19; Giovanni 11:25; Daniele 12:2; Giovanni 11:25, 1 Corinzi 15:22; 1 Tessalonicesi 4:16. Noi risorgeremo dalla morte con il nostro proprio corpo, Giobbe 19:25, Isaia 26:19; 1 Corinzi 15, quando il Signore verrà nelle nuvole con i suoi angeli, allora ognuno sarà giudicato secondo le sue opere; Matteo 25:34; Romani 2:6». Il giorno dopo, della redazione di questo documento, il 22 luglio 1575, venivano bruciati. Dopo trentasei anni, nel 1611, con la condanna firmata dal re Giacomo, che ha legato il proprio nome alla versione della Scrittura, quale difensore della fede, venivano bruciati Bartholomew Legatt e Thomas Withman, con l’accusa di blasfeme eresie e false opinioni. Nello stesso anno veniva bruciato anche Edward Wightmann per 6 252 Idem, p. 243. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo l’eresia dell’«anima che dorme» perché i santi non vanno immediatamente in cielo alla morte. Ma già il Riformatore inglese Tyndale aveva sostenuto queste posizioni. Gli Anabattisti dovettero emigrare forzatamente a causa delle persecuzioni che subivano in Germania a partire dal 1549. In molti elenchi, di cattolici e protestanti nei quali si denominavano le sette che nella seconda metà del XVI secolo osservavano il Sabato, si indicavano diversi gruppi di Anabattisti. Venivano menzionati anche negli scritti di autori che erano in polemica per l’osservanza del Sabato. Fra i primi leader di Anabattisti osservatori del Sabato si possono fare i nomi di Oswald Glait e Andreas Fischer. Accettarono questo insegnamento biblico verso 1527,1528 e viaggiarono molto per farlo conoscere. Uno dei centri principali fu a Nikolsburg in Moravia. Entrambi scrissero libri, non più trovabili, sull’osservanza del sabato. Si conoscono i loro insegnamenti da quanto riportano i loro oppositori. Per esempio, Casper Schwenkfeld, dice che l’argomento trincipale di Glait era: 1) il sabato faceva parte del decalogo, era uno dei 10 comandamenti. 2) Aveva la sua origine alla Creazione. Dio avrebbe ordinato ad Adamo in Eden di celebrarlo. 3) L’osservanza del Sabato precede la promulgazione della legge al Sinai come è attestato in Esodo 16:49. Gli anabattisti giustificavano l’osservanza del IV comandamento sul principio della Riforma: Sola Scriptura.7 Riforma I Riformatori: Lutero, Zwingli, Calvino mantennero la tradizione dell’osservanza della domenica quale giorno di riposo, di culto all’Eterno e nel nome della salvezza per grazia consideravano l’osservanza del Sabato come la rinuncia a quanto apportato dal Nuovo testamento. Nelle dispute che si tennero a Ginevra e a Losanna i rappresentanti cattolici fecero rilevare ai Riformatori la 7 Idem, p. 223. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 253 V Parte – Capitolo I loro contraddizione perché rifiutavano Roma con le sue cerimonie e credenze non conformi alla Scrittura ma poi accettavano la sua autorità osservando la domenica e non il Sabato come avevano insegnato Mosè e i profeti. Lutero pur osservando la domenica non la considerava prescritta da Dio.8 Già dei gruppi riformati presero in considerazione l’osservanza del Sabato come prescriveva la Scrittura. Spagna Nel XVI secolo tra gli osservatori del Sabato si può ricordare, al tempo di Ponce Fuente, Costantino frequentatore delle università di Alcala, di Siviglia e famoso predicatore dal 1536. Nel 1548 il Principe Filippo lo nominò cappellano nel suo viaggio in Europa. 8 Per Lutero «è utile, buono e necessario osservare un giorno. Sia esso sabato, domenica, o qualsiasi altro giorno, perché con esso Dio esprime il suo ordine e la sua pace». Cit. STRAND Kennet A., Sabbath and Sunday in the Reformation Era, capitolo 11 in AA.VV., The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A. Kenneth, Review and Herald Piblishing Association, Washington Dc 1982, p. 217. Nel 1534 ci fu una disputa tra il Riformatore Farel e il monaco domenicano, Guy Furbity, dottore della Sorbonne. Rispondendo ai protestante che asserivano che la Chiesa di Roma non poteva stabilire nuove leggi, Furbity disse che Dio ordinò agli ebrei l’osservanza sabato, «ma la chiesa attraverso il potere dato a lei ha cambiato il sabato nella domenica a causa della risurrezione di Dio». Aggiunse che «noi celebriamo la domenica a causa di un comandamento e di una legge della chiesa, non a causa del comandamento di Dio» e «se una persona che vorrebbe seguire letteralmente il comando di Dio dovrebbe osservare il sabato». AUGSBURGER Daniel, Sunday in the Pre-Reformation Disputations in French Switzerland, in AUSS, n. 14, 1976, p. 269; cit. K.A. Strand, o.c., p. 220. Per il Riformatore tutti i giorni erano ugualmente sacri. Il cristiano osserva la domenica per ascoltare la Parola di Dio e dare riposo al prossimo. Il domenicano replicò che se ogni cristiano osservasse un giorno che gli aggrada si creerebbe una confusione terribile ed enfatizzò che la Bibbia specificamente indica il sabato e che l’osservanza della domenica è basata solamente sull'autorità della Chiesa cattolica. La stessa tesi fu sostenuta dal domenicano Monbouson in disputa con Farel, assistito da Viret nell’ottobre 1536 a Losanna: «Se lei (rivolto a Viret) rifiuta l’autorità di fare alcun cambiamento rispetto alle sacre Scritture e fermarsi alle lettera, Lei dovrebbe osservare il sabato come gli ebrei!». D. Augsburger, o.c., p. 275; cit. K.A. Strand, o.c., pp. 219,220. 254 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Non era ancora finito che Costantino nel 1555 ritornò a Siviglia, dove accusato da forze inquisitorie, nel febbraio 1560, finì i suoi giorni in prigione. Costantino non ebbe relazioni con la Riforma. Transilvania Verso la fine del XVI secolo, Andreas Eossi, ricco, nobile, influenzato dagli insegnamenti giudaici, riportatigli da Francesco David, e da uno studio personale delle Scritture dopo la morte della moglie e di due figli. Mediante scritti e contatti nell’ultima decade del secolo un elevato numero di persone si convertirono all’osservanza del sabato. Malgrado che nel 1595 in Transilvania iniziassero severe persecuzioni nei confronti degli osservatori del Sabato il numero di tali fedeli aumentò. Norvegia, Finlandia, Svezia L’osservanza del Sabato in Norvegia, a seguito dello stabilirsi del luteranesimo in Scandinavia, è testimoniata dall’editto del 1544 di Christopher Huitfeldt, «lord di Bergen, Stavanger e di Vardoe», che fra le altre cose riferiva: «Alcuni di voi che sono ad Aardal e a Sogn, contrariamente all’avviso datovi lo scorso anno continuano a osservano il Sabato». Questo editto imponeva una multa di dieci marchi a chiunque osservasse il Sabato. Nello stesso anno, 1554, una lettera del Re svedese Gustavus I Vasa, che aveva accettato la Riforma luterana nelle sue terre della Finlandia e della Svezia invitava a lasciare immediatamente la Finlandia chiunque osservava il Sabato. Puritani In Inghilterra, il puritanesimo, a seguito della Riforma austera calvinista, volle riformare la chiesa anglicana nella liturgia che ancora conservava forme papali, considerate espressioni apostate della fede: come il fasto delle cerimonie, la maestà dell’organo, i cori, i paramenti sacerdotali, i giorni festivi, il segno di croce. Una Chiesa santa e pura doveva anche essere svincolata dalla sudditanza Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 255 V Parte – Capitolo I all’autorità dello Stato e quindi liberata dalla stessa gerarchia ecclesiastica, nel nome anche del sacerdozio universale dove ogni persona poteva liberamente e da sola accedere al trono della grazia. Il culto doveva avere al centro la riflessione sulla Parola, considerata espressione della vera volontà di Dio. Nel 1570 i puritani rifiutano l’organizzazione episcopale della chiesa inglese optando per una organizzazione nella quale il vescovo eserciti la propria autorità ecclesiastica con gli anziani costituendo il presbiterio come pensavano venisse espresso dalla Scrittura. Nella visione teocratica, di costituire la nuova Gerusalemme, il governo di Cristo, si consideravano investiti da Dio a creare una ekklesia indipendente dalla corona. Per il re Carlo I, la corona non esercitando la sua autorità sulla Chiesa, non l’esercitava neppure sul popolo che era governato più dal pulpito che dalla spada in tempo di pace. Per questa opposizione ai re i puritani furono perseguitati fino a quando l’emigrazione nella Nuova Inghilterra, iniziata con i “padri pellegrini”, che vi giunsero con il Mayflower, nel 1620, vi costituirono nuove colonie. Nel puritanesimo si viene a costituire, a metà del XVI secolo, il congregazionalismo o indipendente (termine che ha più una connotazione politica). È una forma di governo della Chiesa, nella quale, a seguito della dottrina del sacerdozio universale, metteva in valore l’individualità del credente e di conseguenza l’importanza della chiesa locale, non solo nei confronti dell’autorità dello Stato, ma anche di una gerarchia ecclesiale che nella storia della Chiesa ha condizionato e determinato la vita della comunità. Il congregazionalismo rende anche la chiesa locale autonoma da qualsiasi forma di fede. La prima comunità viene datata nel 1581 a Norwich ed è costituita da R. Brown. In Inghilterra ebbe una forte opposizione da parte di Elisabbeta I e dovette scegliere tra la clandestinità e l’esilio. Il problema dell’osservanza del Sabato in Inghilterra sorse quando la Chiesa inglese rigettò l’autorità della Chiesa romana e volle sviluppare una liturgia indipendente. Thomas Cranmer (14851556) arcivescovo di Canterbury (1533-1556) nella pubblicazione 256 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo della liturgia ufficiale (1549 e 1552) incluse la lettura dei 10 Comandamenti. Alle parole dell’ufficiante l’assemblea rispondeva: «Inclina i nostri cuori a osservare questa legge». L’osservanza del Sabato divenne quindi di cruciale importanza. Ci si chiedeva se la risposta del popolo significava che la Chiesa era obbligata a osservare il Sabato IV Comandamento? C’era chi sosteneva che la non fedeltà al Sabato (cioè domenica) si prendeva gioco della Parola di Dio; per altri l’osservanza di questo comandamento era un riconoscere l’autorità e la gloria del Signore. C’era chi, come lo storico della chiesa Peter Heylyn, che sosteneva che né l’arcivescovo, né nessun altro riformatore hanno mai avuto l’intenzione di introdurre nella Chiesa, mediante la lettura dei 10 Comandamenti, l’osservanza del Sabato giudaico o la domenica. Comunque molti fedeli si chiedevano se seguivano l’autorità della Scrittura o quella della Chiesa di Roma? XVII secolo Pietismo Sorto a metà del XVII secolo, superò i confini luterani nel XVIII. «Le chiese protestanti, in modo particolare quella luterana, a un secolo appena dalla loro fondazione minacciavano di inaridirsi, fissate com’erano in un’osservanza unilaterale dell’ortodossia. La carenza di amore e di serietà morale, la scissione in partiti e la dura pressione “cesaropapismo” statale creava una situazione di scontento molto diffuso. Uomini di provata serietà compresero la necessità di vivificare il protestantesimo ricorrendo a un maggiore apprezzamento della esperienza personale della fede. Tale compito si assunse in modo particolare il pietismo».910 A Philipp Jakob Spener (1635-1705), uomo pacifico e semplice, pastore luterano a Francoforte sul Meno dal 1666, «influenzato dal pastore Arndt, (morto cinquant’anni prima, 1621, a cui si attribuisce 9 10 BIHLMEYER Karl – HERMANN Tuechle, Storia della Chiesa, vol. IV, L’epoca moderna, 5a ed., Morocelliana, Brescia, 1972, p. 71. 257 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I il pietismo originale, o prima fase del pietismo), dai puritani inglesi, dai riformatori ginevrini e olandesi, sta a cuore una religiosità del tutto personale, vivificante e interiorizzata, il cui cardine è costituito dall’esperienza vissuta della rinascita spirituale. Per lui, con grande irritazione degli ortodossi luterani, al centro non sta il dono della giustizi-cazione, neppure la parola e il sacramento, ma la trasformazione dell’uomo: la personale rinascita dell’“uomo nuovo” voluta da Dio e operata dall’illuminazione dello Spirito santo. Spener non vede realizzato l’essere cristiano semplicemente nell’essere dichiarato giuridicamente giusto, ma nella rinascita, sperimentata spiritualmen-te, alla vita nuova e in una santificazione attuata mediante l’azione. La chiesa è perciò intesa non come un’istituzione della salvezza, ma come la comunità dei fratelli e delle sorelle rigenerati. A partire da qui l’“essere rigenerato” (“born again”) diventa, fino ai nostri giorni, la decisiva parola chiave cristiana per molti cristiani sia d’Europa che d’America. Spener non vuole propagare una dottrina nuova, piuttosto una vita nuova, una svolta esistenziale radicale, una “religiosità del cuore” vissuta in maniera pratica e un impegno nel campo sociale».11 «Mutamento della società mediante il cambiamen-to dell’individuo – questo era in fondo il principio di Spener».12 Mosso da un grande interesse pastorale per le anime nel 1670 organizzò il collegia pietatis, così da lui chiamate, erano luoghi di riunioni, inizialmente in casa sua alla domenica sera per approfondire la predicazione della mattina; permettevano lo studio pratico della Bibbia e la preghiera. Era una “ecclesiola in ecclesia”. I partecipanti alla riunione erano chiamati “pietisti”. Pubblicò nel 1675 Pia desideria, la sua critica alla situazione della Chiesa e il suo program-ma di riforma degli studi teologici, della predicazione, della catechesi e dell’intera vita ecclesiastica tratto dalla Scrittura. Come Lutero credeva che da quelle cellule si sarebbe edificata la chiesa. «Lo Spener in quel libro, per ridestare una vera e vivente pietà, proponeva sei mezzi principali: 11 KÜNG Hans, Cristianesimo, Bur Saggi, Milano 1999, pp. 619,620. 12 Idem, p. 620. 258 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo - prima di tutto, la lettura assidua della Bibbia nelle famiglie e la sua meditazione in particolare; - secondo, lo stabilimento di un sacerdozio universale, per il quale i laici dovrebbero assecondare i pastori nell’opera loro; - terzo, la proscrizione della scolastica nell’insegnamento teologico; - quarto, la dolcezza verso gli avversari nelle controversie; - quinto, un sentimento più vivo nei predicatori della necessità della conversione per gli altri e per se stessi; - infine, una predicazione che insistesse sul fatto che il cristianesimo vero consiste nel rinnovamento del cuore».13 Nel 1686 divenne primo predicatore di corte a Desdra in Sassonia. Nello stesso anno a Lipsia si organizzarono dei collegia Biblica, molto frequentati. Si ebbe una forte reazione dalla facoltà teologica e dal clero giunse alla proibizione nel 1690. Nel 1691 Spener veniva licenziato dall’elettore Giovanni Giorgio di Sassonia. Iniziò nello stesso anno il ministero a Berlino nella Chiesa di S. Nicola. «Spener mirava a una Riforma entro la Riforma. Né lui, né la maggioranza dei pietisti delle generazioni successive giunsero a costituire chiese separate nell’ambito delle chiese evangeliche (che in alcuni periodi li combattevano) essi diedero vita a ecclesiolae, piccole comunità di credenti che si riconoscevano legati non tanto da un orientamento teologico contrastante con quello ortodosso, quanto da una infinità di conoscenze religiose e di praxis pietatis, reali giocosità operante nella vita cristiana».14 Nel 1691 August Hermann Franche (1663-1727), gradito al re di Prussia, Federico Guglielmo I, ottenne, dall’università di Halle, mediante l’influenza di Spener, una cattedra e l’università divenne il 13 MEYNIER Enrico, Storia del Cristianesimo dalle origini ai giorni nostri, nuova edizione, Claudiana, Torre Pellice 1930, p. 312; vedere H. Küng, o.c., p. 620.. 14 JESI Furio, Pietismo, in Enciclopedia Europea, vol. VIII, Garzanti, Milano 1979, p. 935. 259 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I centro del pietismo. A.H. Franche15 quattro anni dopo organizzò una scuola per cittadini, per ragazzi poveri, un orfanotrofio e un collegio superiore per ragazzi nobili.16 Un po’ alla volta divenne un grande complesso di istituti. «Il pietismo portò nuovo vigore allo studio e alla discussione della Bibbia, alla sua applicazione, alla pratica quotidiana e a coltivare una vita pia. Venne data grande importanza alla funzione illuminatrice delle Scritture esercitata dallo Spirito santo e alle buone opere come espressione di vera religione. Questo infuse nuovo vigore spirituale nella Chiesa luterana. Halle divenne un centro di preparazione per attività missionarie e partirono i primi missionari germanici per compiere un’opera avanzata in Africa e nelle isole del Pacifico. Lo sforzo di pervenire al vero significato degli scrittori della Bibbia, per quanto riguardava la vita quotidiana, stimolò lo studio scientifico delle lingue e della storia della Chiesa. Va però detto che il disinteresse dottrinale da parte dei pietisti, condusse alcuni di essi ad adottare la filosofia idealistica».17 Oltre che in Sassonia e in Brandeburgo il pietismo si affermò in Assia-Darmstadt, Renania inferiore, Frisia orientale, nella Pomerania, Prussia orientale, Svizzera e specialmente nel Wurttemberg con un notevole influsso popolare. «Senza volerlo, il pietismo e la sua lotta contro la sola ortodossia dottrinale, contribuì a preparare il terreno all’illuminismo».18 15 «Chi non aveva sperimentato una “conversione” come quella di Franche, non era considerato dai pietisti di Halle come cristiano. Ciò che non serviva alla edificazione fu scartato; quindi furono disprezzate scienza e filosofia. Anche la pedagogia della scuola di Franche era dominata da questo unilaterale spirito religioso, alieno da ogni letizia e nemico di ogni trastullo». HEUSSI K. – MIEGGE G., Sommario di storia del cristianesimo, 5^ ed. Claudia, Torino 1984, p. 226. 16 Questo impianto, sostiene A. Ritschl, autore della monumentale Storia del Pietismo (1880-1886), ricorda l’attività pedagogica dei gesuiti con la sua disciplina rigidissima e il compito di inserirsi nel mondo per redimerlo. 17 E.E. Cairns, o.c., p. 398. 18 K. Bihlmeyer – H. Tuechle, o.c., p. 74. 260 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Anabattisti Nel XVII secolo continuò la persecuzione anabattista con la quale si chiudeva il XVI. Nel 1644 si contavano in Inghilterra 47 congregazioni, di cui 7 erano a Londra. Molte di loro credevano che l’immortalità dell’anima non facesse parte della natura dell’uomo, ma la si avesse alla resurrezio-ne. Nello stesso anno gli Anabattisti, chiamati anche Battisti, stabili-rono una confessione di fede intitolata Una Breve confessione o Dichiarazione di Fede, che fu pubblicata nel 1660. Nell’Articolo II si legge che l’uomo a causa del peccato si trova nella condizione di essere mortale e soggetto alla prima morte; l’articolo XX dice che a seguito della resurrezione i nostri corpi risorgono incorruttibili, il XXII dice che con lo stabilirsi del regno eterno di Cristo i malvagi «periranno per sempre». I Battisti dispersi in molte province dell’Inghilterra credevano come articolo di fede che «l’anima, tra la morte e la resurrezione nell’ultimo giorno, non gode nel bene, neppure soffre alcuna pena, ma è in uno stato di insensibilità». Di conseguenza l’immortalità dell’anima è considerata come una promessa che si realizzerà nel futuro e non qualcosa che corrisponde alla sua natura. Per questo modo di credere non pochi subirono forti persecuzioni. Il più grande poeta sacro, John Milton (†1674) sosteneva che «l’intero uomo muore nella morte». Pensiero condiviso anche dal poeta e satirico Gorge Wither (†1667). Richard Overton, o R.O. (1643-1659) battista condizionalista, credeva nell’anima immortale a condizione che il credente accettasse la grazia di Dio. Autore di numerosi opuscoli polemici dovette lasciare l’Inghilterra per rifugiarsi in Olanda. Peter Chamberlen (1601-1683), brillante fisico di corte durante il regno di tre re Stuart, Giacomo I, Carlo I, e II, oltre a essere un riformatore nella medicina (aveva studiato in Germania e a Padova in Italia), fu anche un teologo indipendente. Servì la chiesa come pastore Battista. Fu autore di trattati e al centro di controversie. Tra l’altro considerava il Papato responsabile di aver cambiato il quarto comandamento che osservò, dal 1651, per trentadue anni come pastore battista del settimo giorno. Chamberlen credeva che la Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 261 V Parte – Capitolo I morte fosse un incosciente sonno nel buio, nella pace, senza dolore e sofferenza. Non scrisse nulla a tale proposito, ma in occasione della morte di Francis Bompfield, ecclesiastico anglicano, osservatore del sabato, morto per la sua fede nella prigione di Newgate il 16 febbraio 1684, scrisse l’onoranza funebre nella quale si legge che la vita è ripresa con la resurrezione e la morte è un sonno. Si stima che più di ventimila battisti credessero nella non immortalità naturale dell’anima. Questa teoria era anche condivisa da Anglicani, Puritani, Indipendenti e Unitariani. Sembra però che non ci fossero giudei che la insegnavano. Questo modo di pensare era insegnato da predicatori, professori, fisici, poeti, scrittori, uomini di stato, editori, filosofi, avvocati e anche da un arcivescovo. Questo pensiero non caratterizzava un gruppo religioso in particolare, ma era una verità trasversale nelle diverse espressioni ecclesiali. C’era una condivisione su tre punti: a) l’uomo non è immortale; b. l’anima dorme un sonno incosciente tra la morte e la resurrezione; c) chi non sarà salvato a seguito del giudizio cesserà di esistere. Notevole è stata l’opera di Joachim Stegmann il cui pensiero si diffuse dalla Germania anche in Inghilterra. Isaac Barron (16301677), teologo e matematico di Cambridge, cappellano di Carlo II, fu uno dei più grandi studiosi e predicatore arminiano. Per lui l’immortalità condizionata era in armonia con la giustizia di Dio ed erano inconcepibili le pene eterne. Il filosofo John Locke (16321704) contestò la dottrina dell’innata immortalità dell’anima che ha avuto la sua origine in Platone ed è un retaggio delle «paganeggianti frottole». Tillotson John (1630-1694) arcivescovo di Canterbury, primate di tutta l’Inghilterra, nel suo sermone del 7 marzo 1690 su Matteo 25:46 produsse una grande commozione nel mondo teologico. Influenzato dal grande protestante William Chillingworth per il quale «Solo la Bibbia è la fede del Protestante», apertamente confessò che il dogma dell’innata immortalità non è basato sulla Scrittura, ma sulla tradizione. Non aperse una breccia, ma causò il crollo nell’ortodossia della indifendibile posizione sull’immortalità dell’anima e la punizione eterna. Coward William (1656-1725) 262 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo fisico, teologo, con i suoi scritti difese e innalzò la Scrittura contro i suoi detrattori e suscitò forti contrasti con i difensori delle tradizionali posizioni sulla natura dell’uomo. La vita era preclusa durante il sonno ed era inattiva nella morte. È alla resurrezione che l’anima viene rivestita dal corpo. L’immortalità dell’anima è un postulato pagano. I dannati non sono nei tormenti della punizione con la morte. Sarà a seguito del giudizio che i salvati saranno nella felicità eterna e non ora nel cielo a seguito della morte. Sono stati i cattolici a inventare il Purgatorio. Contestò la filosofia di Pitagora, di Socrate, di Eraclito, di Pindaro e altri ancora. Platone attinse il suo pensiero da Socrate che a sua volta lo ricevette dall’Egitto. I primi padri della Chiesa erano quasi tutti platonici, tra cui: Giustino, Clemente, Origine, Cirillo, Basile, ecc. Per questo motivo la Chiesa ha una posizione discordante dalla Scrittura. La vita viene interrotta dalla morte e riprende con la resurrezione. Un campione della posizione del Condizionalismo, cioè la vita eterna è condizionata dal ritorno dell’uomo a Dio, fu Layton Henri (1622-1705). Per molti anni scrisse in risposta a quanto veniva pubblicato sullo stato immortale dell’anima. Scrisse dodici volumi. Battisti I battisti sono espressioni della chiesa protestante libera. Sorgono in concomitanza alle chiese congregazionaliste e presbiteriane, con radici nell’anabattismo. Dei padri avevano abbandonato l’apocalittica e la lotta per stabilire il Regno sociale di Dio. Si costituirono nel XVII secolo in Olanda e in Inghilterra dove godettero dell’Atto di Tolleranza del 1678. Poi emigrarono nel Nord America esprimendo il protestantesimo professante nel quale ogni individuo, nel suo rapporto con lo Spirito santo, può comprendere la Scrittura ed esercitare il ministero sacerdotale. L’aspetto distintivo che li ha accomunati fu il rifiuto del battesimo ai bambini, la pratica del battesimo per immersione degli adulti quale testimonianza della propria conversione, accettazione della grazia e volontà di seguire il Signore. Sugli altri insegnamenti Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 263 V Parte – Capitolo I teologici c’è stato un ampio ventaglio di vedute dal fondamentalismo più letterale al liberalismo che si manifesterà nel tempo. Anch’essi espressero un considerevole impegno missionario per l’Asia, l’Africa, Australia.19 Nel XVII secolo i Battisti del 7° Giorno ebbero la loro origine a Londra nel 1617. Un’altra chiesa si organizzò il 5 marzo del 1676 ed ebbe per quattro generazioni i predicatori Stennett. In Inghilterra furono fortemente perseguitati dai protestanti. Quaccheri «Nel caotico periodo della guerra civile e dalla creazione del Commowealth fecero la loro comparsa sulla scena religiosa inglese i Quaccheri. Costoro accantonarono le dottrine di una chiesa organizzata e la Bibbia20 come unica e finale rivelazione del volere divino optando per la dottrina della luce interiore, intendendo per essa l’immediata e diretta conoscenza di Dio che lo Spirito santo può dare all’individuo indipendentemente dalla Scrittura. Assomiglia-vano ai montanisti, ma le loro tendenze mistiche furono fortunatamente equilibrate da un grande zelo morale e da una forte passione sociale. Giorge Fox (1624-1691) fu il fondatore del movimento.21 Il cristianesimo divenne per lui una maniera di vita, una esperienza mistica nella quale si poteva andare direttamente a Dio. 19 Il primo fondatore di una società missionaria fu William Carey nel 1792 e lui stesso partì per le missioni. Nel XIX secolo stabilirono nell’Europa cattolica dei centri missionari, come pure in Italia allo scopo di creare comunità battiste che si costituirono dal 1863. 20 «“Libro più prezioso del mondo”, ma non è per loro la parola di Dio in assoluto, né la Rivelazione. Non interessa il contenuto oggettivo della Bibbia, ma l’esperienza soggettiva che il lettore ne fa, più esattamente l’illuminazione dello Spirito santo, che deve essere presente in colui che deve comprendere la Bibbia come lo fa in coloro che l’hanno scritta. Lo Spirito santo dischiude a richiesta la Bibbia e rende la sua parola piena di vita per tutti i tempi. La rivelazione si compie in continuità». BARTZ Wilhelm, Le sette oggi - dottrina, organizzazione, diffusione, Queriniana, Brescia 1976, p. 19. 21 Prendendo le distanza dalla chiesa anglicana, presbiteriane e puritana. 264 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo … i seguaci si autodefinirono “amici”.22 Vennero anche chiamati “quaccheri” dal verbo to quake = tremare, venire scossi. Così chiamati per derisione a causa delle manifestazioni fisiche che si verificavano nei loro assembramenti».23 «Nel corso della sua attività missionaria Fox comparve 60 volte davanti al giudice. Otto volte viene condannato alla pena del carcere; e una volta ci resta otto anni. Soltanto l’intervento di personalità estere evita che venga eseguita la condanna a morte decretatagli nel 1653. I suoi seguaci muoiono a centinaia nello squallore delle carceri. E tuttavia, malgrado persecuzioni e angherie, Fox annuncia indomito il messaggio in città e nelle campagne. Fa un viaggio sul continente europeo, intraprende poi la predicazione nelle Indie occidentali e nell’America del Nord. Nel 1691 muore a Londra».24 «La nuova fede si diffuse rapidamente perché lo zelo missionario e la persecuzione delle autorità spinse i suoi aderenti a cercare nuove patrie fuori dall’Inghilterra. Durante il suo viaggio nelle colonie (1671-1673), Fox trovò molti gruppi di quaccheri. Nel 1666 vennero istituite adunanze mensili per permettere, ordinare e controllare la condotta degli aderenti. Unico rivelatore di Dio e fonte della luce interiore dell’uomo, che lo illumina spiritualmente, era lo Spirito. La Bibbia non era che una regola secondaria di fede e l’ispirazione dei suoi scrittori era posta su un medesimo piano di quella di Fox o di qualsiasi quacchero. Tuttavia la rivelazione che un “amico” riceveva non doveva contraddire le “Scritture o la giustizia e la sana ragione”. Il presupposto dell’esistenza della luce interiore rendeva inutile il ministero pastorale, ed essendo i due sacramenti interiori e spirituali, essi potevano prescindere da simboli materiali e da cerimonie. I quaccheri non dovevano partecipare a guerre e la schiavitù era proibita. Uno dei primi a levarsi con la parola e gli scritti contro la 22 Diedero alla loro associazione il nome di Società degli Amici, si nominavano anche “figli di luce”. 23 E.E. Cairns, o.c., pp. 399-400. 24 W. Bartz, o.c., pp. 16,17. 265 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I schiavitù fu un quacchero americano, Woolmann. Era proibito il giuramento davanti ai tribunali e non dovevano onorare i titoli umani. Quest’ultimo insegnamento causò ai quaccheri non pochi fastidi in Inghilterra dove lo spirito di classe era fortemente sentito e dove le classi elevate si aspettavano da quelle inferiori titoli e scappellature».25 Il culto non segue una liturgia prestabilita. Silenzio finché qualcuno sentendosi ispirato prende la parola. Non ci sono cerimonie né riti. I quaccheri cessarono di essere perseguitati perché il re Carlo II per saldare un debito di 16 mila sterline contratto con suo padre Guglielmo, assegnò nel 1681 delle terre in Pennsilvania e nello Jersey a William Penn (1644-1718), dal quale derivò il nome della colonia americana. «Lo Stato fondato da lui e dai suoi amici nella fede come “sacro esperimento” durò fino al 1756. Con una Costituzione rigorosamente democratica egli cercò di realizzare gli ideali dei Quaccheri: libertà di religione, libertà dal matrimonio canonico e dalla prestazione del giuramento, libertà in rapporto all’uso della violenza. Richiese uguaglianza di diritti per gli indiani, con i quali stipulò un trattato di amicizia. La dinamica storica di questi avvenimenti ai margini della storia ufficiale spalancò le porte del futuro. Infatti la costituzione della Pennsilvania costituì il modello delle successive costituzioni nordamericane, in cui la Rivoluzione Francese vide ancorati i diritti fondamentali dell’uomo per i quali essa combatteva, e che aldilà della Costituzione della Francia stessa passarono poi in quelle dei paesi europei».26 A seguito dell’editto di Tolleranza del 1689 ottennero libertà di azione in Patria, ma non contribuì allo sviluppo dei quaccheri perché con la cessazione della persecuzione cessò anche il favore dell’originalità. 25 Idem, pp. 399-401. 26 W. Bartz, o.c., p. 18. 266 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo I quaccheri espressero un forte movimento missionario verso Africa, Asia e Oceania che diffuse la propria fede sostenuta da un servizio umanitario con scuole, ospedali e attività di assistenza. Notevole successo ebbero i “collages” di Haverford e Swarthmore. Puritani In Inghilterra dalla fine del XVI e per tutto il XVII secolo i Puritani discussero se la domenica27 dovesse essere santificata secondo l’insegnamento che la Scrittura da del IV comandamento. 2727 Il clero e gli studiosi della Chiesa anglicana erano di parere opposto e consideravano i puritani fanatici. Nel 1580, al tempo della regina Elisabetta, il governo aveva emanato una raccomandazione che volentieri veniva letta durante l’omelia: «I giorni di Sabato (cioè domenica) e i giorni sacri stabiliti per l’ascolto della Parola di Dio al fine di riformare le nostre vite,… sono paganamente vissuti nelle taverne dove si beve, si fanno scommesse, si gioca e si frequentano i teatri …; nel completo disonore di Dio, contro ogni sacralità e con spreco delle risorse umane che sarebbero potute essere impiegate meglio. La mancanza di ordinaria disciplina e istruzione religiosa ha spinto molte persone, anziani e giovani, a ritornare al papismo o andare verso l’ateismo».2 cit. DOUGLAS Walter B., De Sabbath in Puritanisme, in AA.VV., The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A. Kenneth, Review and Herald Piblishing Association, Washington Dc 1982, p. 231. La controversia era causata dalla rigidità nell’osservanza della domenica da parte dei Puritani e dal lassismo di come era osservato dall’insieme della popolazione. I puritani divennero sempre più apprensivi su ciò che definivano «il benessere spirituale della nazione». Questo sentimento di apprensione e preoccupazione era certamente coerente con la loro credenza che l’Inghilterra sarebbe diventata la santa nazione di Dio e loro stessi il popolo scelto. Ma in quel tempo, fine del XVI secolo il «popolo del patto di Dio», mancava di influenza e autorità politica ed ecclesiastica per imporre la questione del Sabato (domenica) alla coscienza della nazione. Questo potere e autorità i Puritani l’ebbero qualche anno dopo. In considerazione di come la domenica veniva vissuta, nel 1585 il Parlamento tentò di far votare una legge «per promuovere una migliore e più riverente osservanza del Sabato (domenica)». La regina pose il suo veto per non coinvolgere il governo nelle questioni religiose ed ecclesiastiche. L’incalzare degli eventi rafforzò l’influenza dei Puritani a sostegno dell’osservanza del Sabato (domenica) presso la popolazione. Nicholas Bownd influenzò il suo tempo mediante la sua opera The Doctrine of the Sabbath, plainely layde forth and soundly proved…- La Dottrina del Sabato pienamente fondata e chiaramente 267 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I accertata…, stampata nel 1595. Il presupposto di Bownd era che l’Inghilterra era destina a diventare la santa nazione di Dio e gli inglesi il suo popolo eletto; ma fintanto che la società era senza morale principalmente a causa della violazione del giorno di riposo, l’osservanza del Sabato (domenica), in conformità a quanto era scritto a proposito del IV comandamento, doveva portare un radicale cambiamento nel paese. Questo scritto provocò una accesa reazione sia dei politici che degli ecclesiastici. Bownd affermava che il Sabato (domenica) non era una semplice ordinanza dell’uomo, ma un comandamento eterno di Dio che s’impone alla coscienza umana. Come l’osservanza del Sabato risale alla creazione e come è stato santificato all’origine così lo deve essere per sempre. Lo storico Thomas Fuller sottolineava che in Inghilterra in quel periodo iniziò la più solenne e stretta osservanza del giorno del Signore ed era quasi incredibile quanto questa dottrina fosse presa in considerazione sebbene la legge permettesse lo svolgimento di gare sportive. L’alta società era divisa su questo stile di vita. Gli ecclesiastici erano i più aperti oppositori allo scritto di Bownd, ritenendolo un «giogo giudaico» e «una restrizione alla libertà cristiana». Una simile forma di osservanza avrebbe avuto delle conseguenze negative nell’adorazione anglicana. Questo modo di pensare fu sostenuto anche da membri del Parlamento e dalla regina. Nel 1599, l’«Arcivescovo Whitgift fece pubblicare l’ordine che tutti coloro che avessero copia del libro (di Bownd) doveva essere consegnata e nel 1600, il presidente della Corta Suprema, Popham, ristampò questi ordini dalla Camera dei Lord». CAMPBELL Douglas Campbell, The Puritan in Holland, England, and America, 4th ed. (New York, 1892), 2:159; cit. W.B. Douglas, o.c., p. 233 Il libro però non fu soppresso e nel 1606, dopo la morte di Whitgift, una nuova edizione fu pubblicata e da allora i Puritani si distinsero per la loro rigida osservanza della domenica. Quando re Giacomo I successe a Elisabetta nel 1603, i Puritani gli presentarono quanto da trent’anni era motivo di discussione: l’osservanza del Sabato (domenica) e il rilassamento della vita religiosa. Il re non si schierò dalla loro parte sia perché non condivideva il loro settarismo e anche perché i Puritani condividevano la posizione politica dei Presbiteriani Scozzesi che avevano creato difficoltà alla madre e a lui. Con la salita al trono di Charles I nel 1625 i puritani espressero ancora con più forza la loro apprensione nell’interesse della chiesa e dello stato. La posizione dei Puritani nell’osservanza del Sabato (domenica) richiedeva la cessazione di ogni attività lavorativa e ricreativa. Divenne una questione politica e religiosa di un certo rilievo e per questo motivo molti Puritani furono perseguitati sotto l’arcivescovo Laud. La persecuzione fu così forte che suscitò lo sdegno di 268 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Alcuni piccoli gruppi osservavano questo comandamento santificando il Sabato. Questa minoranza riteneva che il Nuovo Testamento non avesse apportato nessuna modifica agli insegnamenti dell’Antico Testamento e quindi il Sabato doveva continuare a essere osservato. John Trask (c. 1583-c. 1636) non fu consacrato come ministro nella Chiesa anglicana per le sue convinzioni sul Sabato. Non rifiutando il proprio pensiero cominciò a predicare come pastore Puritano. Coinvolse Hamlet Jackson. Ebbe molto successo nel convincere i suoi ascoltatori nell’osservanza del Sabato. Piccoli gruppi si costituirono dalla sua testimonianza. Per il suo insegnamento fu imprigionato, ma gli osservatori del Sabato continuarono a crescere di numero. Theophilus Brabourne difese con forza la nuova verità. Quando nel 1628 i Puritani vennero allontanati dalle Chiese Anglicane e perseguitati sotto l’influenza dell’arcivescovo William Laud, Brabourne pubblicò la sua opera a difesa dell’osservanza del Sabato. Per Brabourne iniziò una vita di studio e di lavoro a difesa dell’osservanza del Sabato che durò trent’anni. La sua seconda opera Defence of that most Ancient, and Sacred Ordinance of Gods, the Sabbath Day – Difesa del più antico e sacro ordine di Dio, il Giorno del Sabato –, l’ha dedicata al re Charles I. Per lo storico Thomas Fuller, in Church History of Britain – Storia della Chiesa Britannica –, dice che il 1632 con questo scritto segna il risveglio dell’osservanza del Sabato e T. Brabourne è colui che ha «suonato la prima tromba in questa lotta».28 James Gilfillan dichiara che questa pubblicazione «soffiò un colpo di vento nell’orecchio della stessa corte reale, che la costrinse a essere attenta provocando una immediata e prolungata ostilità».29 T. Brabourne venne portato davanti alla Commissione dell’Alta Corte e gli venne chiesto di abiurare. Sebbene sembra, dai molti vescovi. Malgrado le persecuzioni i puritani crebbero di influenza e di numero. Sotto Charles I e il figlio Charles II i Puritani vennero cacciati dalle chiese anglicane. 28 FULLER Thomas, The Church History of Britain,London 1868, p. 419; cit. W.B. Douglas, o.c., p. 238. 29 GILFILLAN James, The Sabbath Viewed in the Light of Reason, Revelation, and History, New York 1862, p. 125; cit. W.B. Douglas, o.c., p. 238. 269 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I documenti ufficiali, sia ritornato alla posizione ortodossa della Chiesa anglicana, di fatto però continuò a insegnare e a predicare che il Sabato è un principio morale e permanente dalla sua origine fino alla fine. L’ultimo libro di T. Brabourne, pubblicato al tempo di Charles II, nel 1660, ne è una prova, Of the Sabbath day, which is now the highest controversy in the Church of England,for of this controversy dependeth the gaining or losing one of God’s Ten Commandments, by the name of the Fourth Command for the Sabbath day – Il giorno del Sabato , che è la più grande controversia nella Chiesa d’Inghilterra dalla quale dipende la conservazione o l’abbandono di uno dei Dieci Comandamenti, cioè il IV Comandamento, il giorno di Sabato. Un altro grande esponente del Sabato, 7° giorno, fu Thomas Bampfield. Dimostrò che il sabato fu osservato durante i primi secoli della Chiesa. Citava: Ambrogio, Crisostomo, Ischius (presbitero do Gerusalemme) e Licio, Ecclesiastical History. Sebbene la maggioranza dei Puritani fossero per una osservanza radicale della domenica, la minoranza difendendo il sabato fu tacciata di essere reazionaria e molti furono trattati come eretici, anche se diversi accusatori riconoscevano che «le parole della legge… sembrano favorire la loro opinione».30 Si può con ragione sostenere che in tutta Europa ci fossero credenti che esprimevano la loro fede nel Signore osservando il Sabato. Transilvania Dopo la morte di Andreas Eossi nel 1600, la sua opera fu continuata dal figlio adottivo Simon Pechi che per vent’anni crebbe politicamente fino a divenire cancelliere di stato. Caduto in disgrazia fu messo in prigione per nove anni a causa delle sua fede. Scrisse in quel periodo un commentario sulla Genesi e compose numerosi inni molti dei quali onoravano il Sabato. Dopo le pressioni subite nel 1638 e 1639, in apparenza ripudiò l’osservanza al IV comandamento. 30 WALKER George, The Doctrine of the Holy Weekly Sabbath, London 1651; cit. W.B. Douglas, o.c., p. 240. 270 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Nel 1618 un vescovo riformato, con 300 soldati, attaccò i sabatisti e arrestò i loro ministri e ventidue edifici di chiese furono confiscati. Tra il 1538 a 1540 furono promulgate misure punitive nei loro confronti, incluso il sequestro di beni e l’imprigionamento fino alla morte. Ciò distrusse virtualmente la loro esistenza in Transilvania. Se non si accetta che un rimanente di questi credenti continuasse a esistere si deve pensare a una resurrezione dell’osservanza del Sabato avvenuta prima del 1668, perché nel gennaio di quell’anno il principe Apafy al Besztercze Diet si lamentò per l’aumento degli osservatori del sabato tra i cristiani. Due anni dopo risultava che in sei città c’erano osservatori del Sabato. Ciò testimoniava anche di una riduzione considerevole di questi fedeli rispetto al passato. Le persecuzioni, specialmente quella del 1638-1640, avevano però sparso l’insegnamento dell’osservanza di questo comandamento in località lontane, anche a Costantinopoli. Il Commentario della Genesi di Pechi giunse anche a Maros-Vasarhely in Ungheria. Norveglia, Finlandia, Svezia Fine XVI secolo inizio XVII malgrado quanto avvenuto in Svezia c’era ancora chi osservava il IV comandamento. Per arginare questa pratica Gustavus II Adolphus († 1632) fu duro contro gli osservatori del Sabato. Nuovo Mondo Il Sabato nel Nuovo mondo31 ha le sue radici in Europa. Nell’agosto 1620 la comunità congregazionalista puritana di Scroobry per sfuggire alla persecuzione lasciò l’Inghilterra per Leida in Olanda e poi cento di loro, col nome di “Pellegrini” salparono per l’America a bordo del Mayflower. Anziché sbarcare in Virginia 31 Vedere COTTRELL F. Raymond, The Sabbath in the new World, in AA.VV., The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A. Kenneth, Review and Herald Piblishing Association, Washington Dc 1982, pp. 245-262. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 271 V Parte – Capitolo I approdarono sulle coste di Plymouth, nella Nuova Inghilterra. Il Massachusetts, che aveva inglobato la colonia di Plymouth, nel 1631 la Corte Generale stabilì che avevano diritto di voto i soli membri di chiesa e così il congregazionalismo divenne chiesa di stato e il governo divenne teocratico. Si respingeva l’episcopato. Con i pastori formati a Cambrige la teologia fu quella calvinista. Un gruppo di puritani, non condividendo il principio che i soli appartenenti alla chiesa avessero il diritto di voto, emigrarono nel 1633 nelle fertili pianure del Connecticut costituendo in cinque anni tre città e una nuova colonia nella quale solo il governatore doveva fare parte di una Chiesa e tutti avevano il diritto di votare i vari magistrati. Il pastore Roger Williams (1603-1683) che si era formato a Cambridge per il ministero anglicano, di idee separatiste, dopo essere emigrato a Boston, nel 1631 fu chiamato dalla chiesa di Salem a continuare il suo ministero. Nel 1634 la Corte Generale ordinò la sua espulsione dal territorio entro sei settimane perché: aveva sostenuto che la terra era degli indiani e si era opposto a una chiesa di stato, avendo insisto sul diritto di non ingerenza dei magistrati nella vita di chiesa. Nel 1638 a Providence si costituiva una chiesa adottando principi battisti e i 12 componenti del gruppo fondatore, tra i quali c’era Williams, venivano ribattezzati. Lasciata la chiesa di Providence, si trasferì nel 1643 a Rhode Island dove ebbe origine la grande comunione battista. Nel 1646 si tenne il sinodo delle quattro colonie puritane e adottarono la confessione di Westminster. Dopo la separazione dello Jersey in East e West nel 1647, lo Jersey occidentale divenne colonia quacchera, senza abbandonare il loro grande territorio nella Pennsilvenia, colonia che divenne il grande rifugio degli oppressi di qualunque fede religiosa a partire dal 1682, da quando Guglielmo Penn invitò i gruppi oppressi d’Europa, tra cui i quaccheri, a trovarvi rifugio. Nel 1683 si stabilirono a Germantown, vicino a Filadelfia i mennoniti tedeschi. 272 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Nelle colonie c’era una legislazione sull’osservanza della domenica e delle punizioni severe per i trasgressori.32 L’osservanza cristiana del sabato33 entrò al Mondo Nuovo con l’arrivo in Newport, Island Rhode, di Stefano Mumford del Campana 32 Una delle preoccupazioni dei Padri Pellegrini e dei dissenzienti Puritani che li seguirono dopo 1620 fu la stretta osservanza della domenica quale elemento vitale per il Nuovo Mondo. Per loro la santificazione del giorno di Dio e la sua osservanza corretta non era negoziabile. Con forte attesa guardavano a quando l’osservanza della domenica in forma radicale si sarebbe imposta nel nuovo ambiente. Infatti uno dei più antichi documenti dei coloni olandesi a New York, riporta severe istruzioni promosse dai Puritani «alla scopo di preservare la nascente comunità contro le tendenze immorali che profanavano il sabato (domenica)». Ovunque i Puritani si stabilivano portarono le loro regole sull’osservanza della domenica, ma trovarono sempre grande opposizione a causa della loro rigidità. La predicazione di John Eliot, presso gli indiani, presentava l’osservanza della domenica come espressione di fede da esprimere fino alla loro morte. Nel Massachusetts nel 1629 un decreto stabiliva che ogni lavoro doveva essere finito alle tre del pomeriggio del Sabato affinché le persone si potessero preparare per osservare la domenica. Nel 1650 nel Connecticut si stabilirono delle regole sull’osservanza della domenica e la proibizione di certe attività che erano considerate non in armonia con lo spirito della domenica e nel 1656 si stabilì la pena di morte per certe violazioni. Nel 1658 la legislazione di Plymouth prevedeva sanzioni di 30 scellini per ogni violazione al divieto di portare pesi di domenica. Nel 1665 la legge prevedeva un richiamo a chi dorme in chiesa e la prigione a chi persisteva. 33 I primi osservatori del Sabato nel Nuovo Mondo furono gli ebrei convertiti al cristianesimo sotto la minaccia dell’inquisizione e continuarono a osservare le loro tradizioni segretamente. Erano venuti con Colombo e con altri esploratori del Nuovo Mondo cento anni prima che giungessero i primi cristiani che osservassero il sabato. Nel 1502 un gruppo di Cripto giudei fuggiti dall’inquisizione del Portogallo si istallarono in Brasile e furono i primi nel nuovo emisfero occidentale. Nel 1521 altri accompagnarono Cortes nella sua conquista del Messico e nel 1550 sembra che ci fossero più Cripto ebrei spagnoli in Città di Messico che cattolici spagnoli. Gli emigrati ebrei entrarono in Argentina dopo 1580. La prima congregazione ebraica nel Mondo Nuovo, Mikveh Israele furono formati in Curaçao, nelle Antille Olandesi, nel 1651. In Messico, in Brasile e in altri paesi dell’America Latina, i Cripto ebrei ritornarono alle loro tradizioni e chi era sospettato di praticarle, anche in segreto, venivano messi al rogo. Quando i portoghesi sottrassero il Brasile agli olandesi, nel 1654, ventitre rifugiati ebrei lo abbandonarono e si rifugiarono nella nuova Amsterdam (che sarà 273 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I Lane proveniente dalla chiesa battista del settimo giorno di Londra, intorno al 1664. Non trovando nessuno della sua fede, si unì alla locale Chiesa Battista e presto altri membri della congregazione lo seguirono nell’osservanza del sabato. Responsabili di chiese predicarono contro tale pratica e denunciarono quelli che osservarono il sabato come «eretici e scismatici». Ci furono defezioni e quelli che persistettero nell’osservanza del IV comandamento dovettero comparire davanti alle proprie autorità ecclesiastiche. Non potendo osservare il Sabato e rimanere membri delle loro congregazioni, sette di loro la dovettero lasciare e il 23 dicembre 1671 si costituì la prima Chiesa Battista del 7° Giorno. William Hiscox, di Mumford, primo convertito divenne il loro primo pastore. Nel 1684 un altro immigrato dall’Inghilterra, Abel Nobel, si stabilì in Bucks County, Pennsylvania, venticinque miglia a nord di Philadelphia. In contatto con la Chiesa Battista del 7° Giorno del Connecticut, accettò il sabato e persuase diversi suoi vicini a seguirlo in questa espressione di fede. XVIII Secolo Nel XVIII secolo c’è una considerevole crescita degli studiosi a sostegno della posizione biblica della natura dell’uomo. Il centro della questione continua a essere ancora l’Inghilterra con un emigrazione negli Stati Uniti al tempo della Rivoluzione del 1776. Si discute ancora tra Anglicani, Battisti, non conformisti, presbiteriani. Si hanno scrittori che sostengono questa posizione in Francia, Olanda e in Irlanda. Tra chi si prende cura di proporre questo corretto pensiero, l’anima per sua natura non è immortale, si riscontrano: arcidiaconi, storici, teologi, ecclesiastici, compositori di inni, scientismi, poi New York) dove stabilirono la loro prima congregazione in nord America, Sherith Israel. A Newport, Island Rhode; Filadelfia, Pennsylvania; Charleston, Carolina Meridionale; e Savana, Georgia si costituirono nuove sinagoghe ebraiche. Al tempo della Rivoluzione americana circa 2.500 ebrei risiedevano in ventuno Colonie. Prima del 1850 settantasette congregazioni si erano formate in ventuno Stati. Prima del 1750 si stabilirono anche in Halifax e nel 1759 in Canada francese. 274 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo educatori, fisici, commentatori, maestri, insegnanti, due vescovi e un anonimo anglicano. Non si registrano persecuzioni e atti di violenza e il risorto originario insegnamento della Parola di Dio viene fortemente rispettata anche da coloro che si consideravano ortodossi. Fratelli Moravi Per derivazione diretta, il pietismo generò il movimento dei fratelli Moravi o fratelli dell’Unità, fondato dal conte Nikolaus Ludwing di Zinzerdorf (1700-1760) che aveva frequentato il Paedagogium, la scuola di A.H. Franche e a Wittemberg dove fece studi giuridici. Al primissimo posto poneva una personale devozione a Cristo, che H. Küng definisce «una teologia rigorosamente cristocentrica». Nel 1722 Zinzedorf accoglie, nella sua proprietà in Sassonia, i fratelli boemo-moravi, discendenti degli Hussiti, essendo continuamente perseguitati cercavano un posto dove poter vivere le loro convinzioni religiose, e in Lusarzia superiore costituendo la colonia Herrnhut. Altri Moravi provenienti da altre professioni di fede si unirono a loro. Intera libertà nella professione della propria religione e nell’esprimere il proprio culto. Veniva richiesto l’unione nell’amore di Cristo Gesù. Nel 1727 Zinzendorf divenne il loro capo realizzando il pensiero di Spener «ecclesiola in ecclesia». Nel 1742 questa colonia fu riconosciuta come Chiesa separata che si organizzò, tre anni dopo, a livello di diaconi, anziani, vescovi. Era prassi la lavanda dei piedi a Pasqua in occasione della commemorazione della Cena. Questo movimento ebbe una grande visione missionaria e in pochi anni furono inviati missionari nelle Indie Occidentali, in Groellandia, sulle coste della Guinea, a Capo di Buona Speranza e in altri paesi come Lapponia e Labrador dove fondarono delle missioni.. In America i fratelli moravi soggiornarono per poco in Georgia per poi trasferirsi in Pennsilvania. Zinzerdorf non riuscì nel suo progetto di unificare tutti i germanici sotto i Moravi. «Totalmente nuovo nel protestantesimo è l’intervento di Zinzendorf contro tutte le specie di proscrizioni della corporeità Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 275 V Parte – Capitolo I umana e in favore di una dottrina e di una condotta matrimoniale veramente evangelica, oltre che in favore del pieno diritto di parola per le donne in quanto membri di pari diritto nella vita della comunità. Un ruolo decisivo ha qui indubbiamente svolto la moglie Erdmuth Dorothea, nata contessa Reuss, che era una compagna e collaboratrice congeniale».34 Il conte Zinsendorf osservava il Sabato come giorno di riposo, come avevano vissuto già dei preriformatori hussiti, e per celebrare la Cena del Signore. Osservava la domenica a ricordo della resurrezione e per predicare il vangelo. In Pennsylvania, nel 1741, nella Chiesa di Bethlehem il sabato era osservato come giorno di riposo. «È interessante notare che il cerchio apertosi con l’influenza esercitata dagli insegnamenti di Wycliff su Huss, fondatore dei Fratelli Boemi, da cui sorse la Chiesa Morava, si chiuse con l’aiuto dato a Wesley dai Moravi nei giungere a una fede personale in Cristo».35 Metodismo «Il terzo risveglio religioso in Inghilterra, successivo alla Riforma del XVI secolo e al puritanesimo del XVII secolo, fu il metodismo, che è legato al nome di John Wesley (1703-1791), il quale dominò il secolo in campo religioso. Gli storici senza esitazione riconoscono al metodismo un ruolo importante tra i grandi fenomeni storici del secolo, quali la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Industriale; e alcuni accettano l’idea che la predicazione di Wesley salvò l’Inghilterra da una rivoluzione simile a quella di Francia».36 La situazione religiosa può essere così riassunta. «La religione razionalista del deismo era largamente accettata nelle classi elevate. I sermoni nelle chiese ufficiali erano spesso solo lunghe omelie piene 34 35 36 276 H. Küng, o.c., pp. 621,622. E.E. Cairns, o.c., p. 399. Idem, p. 401. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo di banalità sulla morale. L’alto clero veniva ben pagato, mentre quello basso con piccole entrate… poteva difficilmente svolgere un’opera efficace. Gli ecclesiastici divenivano spesso parassiti del signorotto locale, e si univano ai suoi rozzi divertimenti e alle sue gozzoviglie. Il livello morale era molto basso. Nella prima metà del secolo la mortalità si accrebbe con il gin a buon mercato che uccideva molti e avviava altri al manicomio. Il gioco d’azzardo imperversava senza freno… i combattimenti tra animali erano considerati un normale passatempo e una serie di impiccagioni a Tyburn Hill forniva un’occasione di gala per l’intera famiglia. Era veramente un “secolo ammalato”».37 J. Wesley nel 1720 entrò a Oxford con una borsa di studio; 1726 divenne professore aggregato del Lincoln College; 1728 venne ordinato nella Chiesa Anglicana; 1730 dopo aver aiutato il padre per due anni nella sua parrocchia di Epworth ritornò al suo incarico di aggregato, diventando il capo del “club dei santi” fondato dal fratello Charles. Erano anche chiamati “metodisti” per la loro sistematicità nello studio della Bibbia, per la preghiera, nell’impegno sociale nelle carceri e ospizi; 1735-1738 fu cappellano in Georgia. Predicò il Vangelo agli indiani senza successo. Ritorno in Inghilterra a causa delle sue idee sui riti, la sua rigida fedeltà alla Chiesa d’Inghilterra, semplicità e franchezza nel trattare con le donne; 1738, 24 maggio, con il fratello, nell’ascoltare la prefazione del Commentario alla lettera ai Romani di Lutero comprendono che la salvezza dipendeva dalla totale fiducia in Cristo. Nello stesso anno, avendo dell’opposizione dalla chiesa ufficiale, iniziò a predicare all’aperto a Bristol; 1739 costruì una cappella a Bristol e acquistò l’edificio della “Fonderia” a Londra diventando il quartier generale della sua opera. 37 Idem, pp. 401,402. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 277 V Parte – Capitolo I Organizzò i suoi convertiti in gruppi di dodici con a capo una guida spirituale come quelli di Spener; 1744 a Londra tenne la prima conferenza annuale dei suoi predicatori; 1746 divise l’Inghilterra in cinque circuiti. Costituì il primo dispensario medico gratuito; 1748 ordinò al ministero due candidati e Tommaso Coke fu costituito sovrintendente della Chiesa Metodista in America, che nello stesso anno divenne una organizzazione nazione indipendente. Insegnamenti principali: salvezza per fede attraverso l’esperienza della conversione, perfezione cristiana e amore perfetto nei motivi che animano il credente per mezzo dell’amore di Dio che riempie il cuore espellendo il peccato. Ha dimostrato che il Vangelo ha una conseguenza sulla società. Molti sindacalisti furono educati nelle riunioni di chiesa, l’alcolismo fu frenato dal risveglio religioso, fu amico dei primi abolizionisti, sostenne l’abolizione della schiavitù. Si calcola che J. Wesley abbia percorso 250 miglia a cavallo in Inghilterra Scozia e Irlanda. Abbia predicato 42 mila sermoni. Scritto cinquanta libri. È stato in America e in altri Paesi. «The world is my parish – il mondo è la mia parrocchia». Solo dopo la sua morte il metodismo divenne una chiesa separata da quella Anglicana, con settata mila fedeli e una numerosa comunità americana. Nuovo Mondo Nel 1740 molti fratelli moravi facero di Bethlehem il loro centro principale. Si aveva così nelle colonie del Sud predominava la Chiesa Anglicana, in quelle del Nord la Chiesa congregazionalista, in Pennsilvania e colonie centrali diversità di fedi. I presbiteriani scozzesi passando dalla Nuoa Inghilterra si stabilirono nel New Jersey e a Nuova York, nelle contee di Ulster e di Orange, nella Pennsilvaniua centrale e occidentale diventando influenti a Pittsburg facendone il loro punto centrale. Nel 1729 278 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo adottarono la confessione di fede di Westminster. Nel 1750 erano circa centomila. «Insieme ad Anglicani, Congregazionalisti e Battisti, i Presbiteriani formarono una delle maggiori chiese delle colonie».38 «Dopo la rivoluzione la separazione tra Chiesa e Stato rese le chiese d’America dipendenti dal sostegno economico volontario dei loro aderenti per tutte le proprie imprese, dall’evangelizzazione per conquistare alla comunione della chiesa coloro che non avevano alcuna affiliazione religiosa e i figli dei propri membri».39 «Secondo l’opuscolo New England’s First Fruits, una volta costruite le case, erette le chiese, istituita l’amministrazione civile e assicurati i mezzi di vita, una delle prime preoccupazioni dei colonizzatori era l’istruzione. Ciò era nelle tradizioni della Riforma perché Calvino e Lutero avevano insistito sulla necessità dell’istruzione per permettere all’individuo la lettura della Bibbia e la preparazione di conduttori della Chiesa e dello Stato. Una persona istruita sarebbe stato un cittadino migliore e un migliore cristiano. Nei loro programmi educativi e in quelli degli istituti della prima America il primo posto era dato alla Bibbia, seguita dalla istruzione classica, la quale doveva essere un ausilio per la piena comprensione della Bibbia. L’istruzione tecnica era assicurata dalla continuazione del sistema d’apprendimento pratico in Inghilterra, attraverso il quale si diveniva apprendista presso un maestro di un particolare mestiere, fino ad averlo imparato. L’istruzione elementare era per legge a cura dell’amministrazione pubblica nelle colonie del Nord, ma in quelle del Sud lo stesso fine veniva raggiunto nelle famiglie facoltose assicurandosi i servigi di un precettore. Vennero istituite scuole secondarie per preparare lo studente all’ingresso all’università. I “collages” dovevano preparare le persone colte e i capi civili e religiosi».40 38 39 40 Idem, p. 383. Idem, p. 383. Idem, pp. 383,384. Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 279 V Parte – Capitolo I Si ha così: - 1636 la creazione della puritana congregazionalista Harvard. - 1693 a Williamsburg il William and Mary College. - 1701 i puritani e congregazionalisti del Connecticut aprirono il “college” di Yale. - 1726 si fondò il “college” presso Filadelfia, continuata nel 1746 col nome di College del New Jersey, trasferita poi a Princeton dove divenne famosa come Priceton University. - 1754 si costituì il King’s College in Columbia. - 1764 i battisti costituirono il Rhode Island College, senza riguardi ai differenti credi, chiamandosi poi la Brown University. - 1770 la Dartmouth. - 1825 la Rutgers. - 1833 la scuola quacchera Haverfford. Ogni denominazione cercava di avere e fondare un istituto di istruzione superiore per formare i propri conduttori per la Chiesa e per lo stato. «The Great Awakenig – Grande Risceglio» (1734-1744). È stato provocato in Massachusetts dal predicatore puritano Jonatha Edwards specialmente tra la popolazione rurale e dal metodista Gorge Whitefield. Il revival in tutte le colonie contribuì a creare lo spirito di solidarietà americana. Le comunità e le denominazioni crescono, in particolare i Battisti. Tra il 1797-1805 un altro grande risveglio coinvolse la popolazione americana che si era assopita dopo quanto era avvenuto cinquanta anni prima. La predicazione di Tnothy Dwiught dello Yale College, e Charles G. Finney svolsero la loro predicazione principalmente nelle metropoli e nei confronti di chi abitava la “frontiera”. Si organizzarono “camp meetings”, riunioni sotto le tende con durate di diversi giorni, contro il crescente liberalismo e razionalismo. Preghiere, canti e predicazioni portarono alla conversione miglia di persone. 280 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo «Si ha a che fare con un ritorno al Vangelo. Qui in effetti sono posti al centro i principi classici della Riforma: la giustificazione mediante la fede e la rigenerazione dell’uomo nuovo nello Spirito di Cristo. Qui svolgono un ruolo fondamentale la prevalenza della grazia di Dio, da una parte, e la fiducia credente dell’uomo peccatore, dall’altra. “Risveglio” inteso come esperienza fondamentale della fede, che deve determinare l’intera vita». H. Küng dove aver detto: «spesso messi al centro della predicazione… i temi destinati a provocare “timore e tremore”: angoscia apocalittica per la salvezza dell’anima e perciò confessione drammatica della colpa di fronte al giudice del mondo che sta per venire. È comunque innegabile lo sforzo leale per un rinnovamento spirituale alla luce del Vangelo».41 Tra il ‘700 e l’’800 si viene a costituire la Chiesa di Cristo – i membri si chiamavano semplicemente “cristiani” (christians) – come risultato dell’attività evangelista di risveglio del pastore presbiteriano Barton W. Stone e di alcuni pastori metodisti e battisti nel Kentucky. Si rigettava la dottrina della predestinazione di Calvino e tutte le confessioni religiose vengono viste infedeli. Molti battisti vi fecero parte proprio per il significato che si dava al battesimo. Gruppi religiosi congregazionalisti «le “comunità di Cristo” non conoscono formule di confessione di fede. Per essi, fonte e norma esclusiva della fede è la Bibbia. Tutte le confessioni di fede sono note da divergenze in fatto di fede. “Dal groviglio delle tradizioni umane e dei dogmi dobbiamo tornare all’ordinamento divino, quale è stato dato una volta per tutte da Gesù e dai suoi Apostoli”42».43 Riconoscono comunque la Trinità, la divinità di Gesù, l’importanza della nuova nascita. 41 H. Küng, o.c., pp. 627,628. Ciclostilato: Neutestmentliche Christentum – Cristianesimo neotestamentario, ed. dalla “Comunità di Cristo”, Treviri, novembre 1962. 43 W. Barts, o.c., pp. 114,115. 281 42 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I Nel 1702 Edmund Dunham, un diacono e predicatore autorizzato battista di Piscataway, New Jersey scoprì il sabato e fu seguito da molte altre persone. Nel 1705 un gruppo di diciassette membri costituì la prima Chiesa Battista del 7° giorno a Piscataway, Middlesex. Nello stesso periodo altre Chiese Battiste del 7° Giorno si costituirono nelle vicinanze di Filadelfia, Pennsylvania.44 Nel 1708 un gruppo di osservatori del Sabato emigrò da Newport a Westerly (poi Hopkinton) dove costituirono una nuova congregazione. Altre località degli Stati Uniti videro l’organizzarsi di chiese che osservavano il IV Comandamento. Negli Stati Uniti si organizzarono anche una decina di altre Chiese che osservavano il IV Comandamento e tutte hanno avuto all’origine la testimonianza di credenti della Chiesa Battista. La prima Chiesa Battista del 7° Giorno nello Stato di New York fu organizzata nella contea di Renselaer, nel 1780, dalle persone provenienti dall’Island Rhode, e la prima comunità nel Connecticut nel 1784, a New London. In seguito da queste prime località s’irradiò l’osservanza del Sabato. Come in Inghilterra, i Battisti del 7° Giorno nel Nuovo Mondo soffrirono per l’opposizione di altri cristiani. Subirono multe e imprigionamenti per la loro fede. In breve tempo si sparsero nelle colonie del Massachausetts e Connecticut. Nel 1700 una mezza dozzina di chiese erano organizzate a Philadelphia e nelle vicinanze, nel 1705 a Piscataway, Middlesex. XIX secolo Chiesa Apostolica 44 In seguito si trapiantò l’osservanza del Sabato in Cina, India, Giava, Germania, Olanda, Africa, America del Sud, Giamaica e nel British West India. 282 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo La Chiesa neo apostolica ha le sue origini in Inghilterra e in Scozia quale reazione al razionalismo e immobilismo. Al centro della predicazione c’è l’insegnamento della fine del mondo. Nel 1826 al centro di questo revival c’è il banchiere Henry Drummond che costituisce la Comunità Cattolico Apostolica. Il pastore Edward Irving (1792-1834), pastore presbiteriano scozzese, trovò in queste comunità il terreno migliore per le sue predicazioni sul giudizio e il movimento fu anche chiamato “irvinghiano”, anche se lui non fu considerato apostolo. La Chiesa è stata anche chiamata darbista per il ruolo che vi ha svolto John Nelson B. Darby (1800-1882). Nel 1835 iniziò il primo viaggio missionario degli apostoli, ognuno in un territorio designato. Con la morte di alcuni di loro e dei sacerdoti da loro eletti (si è creato il magistero al quale si aggiunge i sette sacramenti e una devozione particolare per Maria, la madre di Gesù). Dopo la morte del sesto apostolo, nel 1860, il profeta e maestro di Berlino, Heinrich Geyer, a seguito dell’azione dello Spirito, nominò autonomamente due nuovi apostoli e a seguito della reazione che ne scaturì, nominò l’apostolo radice. In seguito lascerà la denominazione creando un altro gruppo religioso. Come nel passato ci furono grandi uomini a guida del popolo di Dio: Abrahamo, Mosè, Giosuè, i giudici, Pietro, così l’“apostolo radice” esprime l’autoritarismo supremo ed è colui che decide le questioni. Si considera la parola di questi eletti apostoli allo stesso modo della sacra Scrittura. I “sigillati” sono coloro che mediante la loro santificazione hanno raggiunto il gradi di perfezione che li porta a far parte dei 144.000 dell’Apocalisse. Il battesimo viene amministrato anche ai bambini. Si attende la manifestazione dell’Anticristo che prima di essere riconosciuto come tale compirà un’opera di seduzione, come uomo di pace prima e impedendo poi il nuovo culto nel tempio di Gerusalemme ricostruito. Gesù già ritornato invisibilmente, ha sottratto dalla terra i credenti che pur cercati non saranno trovati perché portati in cielo. Affiderà agli ebrei il compito di evangelizzare la terra, poi ritornerà con i suoi eletti per dare inizio a un millennio di Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno 283 V Parte – Capitolo I pace, durante il quale Satana sarà legato, e ancora l’umanità sarà nuovamente messa alla prova per dimostrare la propria fedeltà. Dopo la seconda resurrezione ci sarà il giudizio finale. Come per il mondo protestante la chiesa apostolica non crede nel purgatorio e come diverse denominazioni non crede nell’inferno. Nuovo Mondo Chiese e movimenti di risveglio, Anglicani, puritani, quaccheri, battisti trovarono negli Stati Uniti e nelle terre di frontiera la terra per istallarvisi e vivere la propria fede. I delegati dell’assemblea generale annuale dell’11 settembre 1801, a Hopkinton (Occidentale), Rhode Island, registrarono sette congregazioni in quattro Stati e 1.031 membri. Questa sessione adottò la designazione Conferenza Generale ed emise un invito urgente a tutte le chiese, rami e persone della stessa fede negli Stati dell’America per incontrarsi l’anno dopo. Il nome di Seventh Day Baptist – Chiesa Battista del 7° Giorno è stato adottato nel 1818. In quel tempo si contavano 2.173 membri e 14 chiese. Lo scopo della Conferenza Generale era anche quello di promuovere una testimonianza evangelica più incisiva e dinamica nel far conoscere la propria fede e l’osservanza del Sabato. Nel 1821 si costituì The Seventh-day Baptist Missionary Magazine was con l’obbiettivo di dare informazioni sul Sabato biblico. Nel 1830 iniziò la pubblicazione di Protestant Sentinel. Queste pubblicazioni nel 1844 venivano sostituiti da The Sabbath Recorder che continua ancora. Nel 1824 la Conferenza Generale votò la pubblicazione di una serie di trattati e nel 1828 si costituì The American Seventh Day Baptist Missionary Society. Come risultato alla fine degli anni venti si registrava un aumento di membri e di comunità: 3.400 fedeli e 27 chiese. Nel 1844 si cambiò nome: American Sabbath Tract Society. Nel 1850 si contavano settanta titoli di trattati stampati e sei libri sul sabato. I «movimenti di tipo avventista si sono sviluppati nel mondo protestante a partire, almeno, dalla Rivoluzione Francese, degli avvenimenti dalla portata così straordinaria da essere spesso messo in relazione con le profezie bibliche. 284 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Il risveglio dal XVII al XIX secolo Il maggior movimento avventista è tuttavia l’avventismo millerita, o millerismo, che prende il nome da un predicatore laico battista William Miller (1782-1849). Nel 1834 Miller abbandona la sua attività di agricoltore per dedicarsi alla predicazione a tempo pieno. Sulla base dei diversi calcoli convergenti, egli ritiene che i 2300 “giorni” (anni) di Daniele 8:14 termineranno nel 1843. L’annuncio profetico di avvenimenti apocalittici per questa data suscita uno dei più spettacolari movimenti di risveglio dell’intera storia religiosa americana, coinvolgendo centinaia di migliaia (forse milioni) di persone, e raggiungendo dagli Stati Uniti anche l’Inghilterra, l’Europa continentale e persino l’India e l’Africa. Quando l’anno 1843 trascorre senza che nulla sia accaduto, Miller corregge i calcoli, fissando la fine del presente ordine di cose dapprima alla primavera del 1844, quindi – sotto l’influenza di Samuel Snow (1806-1870) – alla data esatta del 22 ottobre 1844. L’attesa della fine per quella data è stata spesso esagerata da storici forse troppo attenti alle frange più estreme, ma è certamente contrassegnata da notevole fervore. La storiografie religiosa statunitense parla di una “Grande Delusione” con riferimento all’alba del 23 ottobre 1844, quando il sole si leva senza che nulla di visibile sia accaduto».45 W. Miller malgrado la delusione conserverà la convinzione del ritorno di Gesù fino alla sua morte. Da questa delusione si è costituita la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, della quale Miller non è mai stato membro. Con questa Chiesa il vero ecumenismo si è venuto a costituire. Credenti provenienti da diverse denominazioni religione, accomunati nella convinzione che Cristo Gesù sarebbe dovuto ritornare, delusi per quanto non si era compiuto, nella prospettiva di essere coerenti con la sua Parola e desiderando di essere trovati fedeli ai suoi insegnamenti hanno fatto cassa comune delle proprie teologie 45 CESNUR – Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle Religioni in Italia, a cura di INTROVIGNE Massimo, ZOCCATELLI Pierluigi, MACRINA Nelly Ippolito, ROLDÁN Veronica, ElleDiCi, Leumann 2001, pp. 347,348. 285 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno V Parte – Capitolo I verificandole alla luce della Scrittura. Conservando quanto corrispondeva a verità e abbandonando quanto veniva solo dalla tradizione, hanno dato corpo a un movimento religioso che è il fenomeno cattolico nel mondo protestante. La teologia della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno identifica la propria genesi nella lettura storico profetica di Apocalisse 10. 286 Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno Capitolo II L’ECCLESIA REFORMANDA QUIA REFORMATA la chiese che è riformata deve riformare SORGERE DI UN MOVIMENTO MONDIALE RIFORMATORE Il capitolo 10 dell’Apocalisse presenta un messaggero celeste che prende possesso del nostro pianeta appoggiano un piede sulla terra ferma e l’altro sul mare. In una mano ha un libretto e alza l’altra giurando per l’Altissimo. Dal cielo si annuncia che «non c’è più tempo» e l’apostolo viene invitato a mangiare quel piccolo rotolo che gli sarà molto dolce in bocca, ma altrettanto amaro per le viscere. Come conclusione gli viene detto che deve continuare a profetizzare a tutto il mondo. Il testo richiama espressioni dell’A.T. in relazioni al giudizio. Si ha motivo di sostenere che la parte conclusiva di questo capitolo dell’Apocalisse1 sia una rappresentazione figurata della proclamazione finale del vangelo a tutto il mondo, come viene specificato e ampiamente presentato nella seconda parte del capitolo 14 dell’Apocalisse, come trattiamo più vanti. Una decina sono le motivazioni che permettono di dire che questo quadro simbolico di Giovanni è qui a proporci il sorgere di un movimento mondiale per compiere un’opera specifica: far conoscere al mondo la Parola del Signore: 1. L’insieme della visione fa capire, come nel discorso di Gesù sul monte degli Ulivi, che la fine di tutte le cose è preceduta dall’universale predicazione dell’evangelo (Matteo 24:14; Marco 13:10). 2. La visione si colloca in un tempo particolare della storia. La predicazione dell’evangelo e l’annuncio del regno, se per secoli sono stati circoscritti a dei continenti, ora acquistano una dimensione planetaria. Ciò è raffigurato dall’angelo che prende possesso del mondo posando i suoi piedi sia sul mare sia sulla terra; allo stesso modo l’annuncio che verrà fatto coinvolgerà tutti i popoli, precisa la conclusione del versetto 11. 1 Per uno studio dettagliato del testo rinviamo al capitolo XIV del nostro lavoro Quando la Profezia diventa storia. V Parte – Capitolo II 3. Si giunge all’epoca in cui, a compimento dei periodi profetici, viene detto: «Non c’è più tempo». 4. Si annuncia che il mistero di Dio sta per finire. Questo mistero è il vangelo del regno, la liberazione della terra realizzata dal Cristo alla prima venuta e portato a compimento con il suo ritorno (Colossesi 1:25-28; Efesi 1:9,10.). 5. Il libro aperto sottintende che ciò che poteva essere stato non capito, perché chiuso, sigillato, come Dio aveva ordinato al profeta Daniele (Daniele 12:4) per le generazioni passate, ora, che si è giunti nel tempo che precede il ritorno di Gesù, può essere interamente compreso. 6. Il libro che l’angelo ha in mano è in relazione con la sua predicazione. Mentre nel capitolo 5 di Apocalisse solo il Cristo poteva prendere il libro dalla mano del Padre, ora è Giovanni, quale rappresentante della Chiesa, a prenderlo, per poi darne il nutrimento al mondo. 7. Le colonne di fuoco, l’arcobaleno, i tuoni, le voci, sono allusioni alla proclamazione del patto al Sinai, alla presenza di Dio in mezzo al suo popolo, alla testimonianza d’Israele, alla sua chiamata al sacerdozio. Tale funzione fa dei fedeli di Gesù degli ambasciatori dell’evangelo sulla terra (Matteo 28:19,20; 2 Corinzi 5:20). 8. Queste espressioni e immagini richiamano pure quella del giudizio (Isaia 21:8; 31:4; Osea 5:14; 11:10; 13:7; Amos 3:4,8). Per quattro volte l’apostolo presenta il tuono in relazione al santuario celeste nel quale «dal trono procedevano lampi e voci e tuoni» i quali introducono il suono delle trombe e sono messi in relazione con la settima ultima piaga (Apocalisse 4:5; 8:4,5; 11:19; 16:18). I tuoni sono accompagnati da lampi e dal terremoto. Presentano una teofania di Dio. Sono in relazione col suo trono del cielo, col suo tempio. Sono anche in relazione con la persona di Dio e sono sotto il suo controllo. I tuoni annunciano i giudizi di ravvedimento che si hanno con le trombe, il giudizio 290 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale dell’ultima piaga e dell’ultima tromba che inaugura il giudizio che precede il ritorno di Gesù (Apocalisse 8:4,5; 16:18; 11:19). Quest’ultimo tuono di Apocalisse 19:19 introduce le visioni della seconda parte dello scritto dell’apostolo che presentano il giudizio di Dio sul dragone, sulle due bestie, sulla donna del capitolo 17 che è stato annunciato nel capitolo 14, realizzato sia nell’ultima parte del capitolo 14, sia nel capitolo 16, sia nella seconda parte del capitolo 19 e nel capitolo 20.2 È conseguente pensare che la pienezza dei tuoni (7), del nostro capitolo, sia in relazione al giudizio che in questo nostro tempo, nel quale la visione colloca gli avvenimenti che presenta, si compie nel cielo. 9. Nell’invito rivolto a Giovanni a “profetizzare”, cioè ad annunciare la Parola di Dio, viene usata l’espressione che il Nuovo Testamento frequentemente utilizza per la predicazione del vangelo (1 Corinzi 14:1,3-5). 10. Quanto viene detto all’Apostolo: «Profetizza di nuovo sopra molti popoli» corrisponde a quanto Giovanni scrive nel capitolo 14:6,7. È l’evangelo escatologico annunciato dopo i secoli di persecuzione e di apostasia della Chiesa che prepara l’umanità alla venuta del Signore. Riepilogando, possiamo dire che il personaggio celeste esprime la promessa del Signore: «Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» Matteo 28:20, affinché la Chiesa del tempo della fine possa raggiungere tutte le nazioni con l’ultimo messaggio del cielo al mondo. Il quadro della visione rassicura la Chiesa nella sua opera di testimonianza espressa da Matteo 24:15 e Marco 13:10, e il parallelo di Apocalisse 14:6-12; 18:1-4. Il libretto aperto che il messaggero celeste ha in mano è stato identificato con il restante messaggio dell’Apocalisse, con una ripetizione del piano di Dio per la fine, con un riassunto della volontà di Dio, con la storia compiuta d’Israele, con il registro delle azioni 2 Sul dragone Apocalisse 12; sulle due bestie Apocalisse 13; sulla donna Apocalisse 17:1; annunciato Apocalisse 14:6; eseguito Apocalisse 14:14-20; 16; 19:11-21; 20:1-3. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 291 V Parte – Capitolo II umane, con Cristo Gesù stesso quale libro di Dio, con il N.T., che è ridotto rispetto alle numerose pagine dell’A.T,, con tutta la Bibbia, con il rotolo sigillato visto della seconda visione di Giovanni (Apocalisse 5:1), ma la parola greca usata per rotolo nel nostro capitolo è diversa da quella utilizzata nel capitolo 5 e in altre parti dell’Apocalisse. Questa differenza di termine ci permette però di dire ciò che il rotolo non è, ma non precisa ancora quello che è. Pensare che si tratti del libro del profeta Daniele crediamo corrisponda all’intenzionalità del testo, ogni altra spiegazione non regge alle osservazioni che gli vengono fatte. Daniele 12 e Apocalisse 10 sono gli unici capitoli della Bibbia che riferiscono di un essere celeste che giura.3 Questi testi sono tra loro antitetici: in Daniele l’angelo è tra il Tigri e l’Eufrate, in Apocalisse è tra il mare e la terra; entrambi giurano, in Daniele con entrambi le mani alzate al cielo, in Apocalisse ha solo la mano destra levata perché nell’altra tiene un rotolo.4 A Daniele è stato detto: «Sigillare il libro» 12:4, non nel senso di impedirne la lettura, o per 3 Soltanto in due occasioni troviamo nella Scrittura questa forma così solenne di impegno da parte di Dio: quando l’Eterno promette ad Abrahamo il Salvatore e in Daniele 12, quando indica il tempo della fine (Ebrei 6:17,18; Daniele 12: 7). Qui in Apocalisse, riprendendo quanto annunciato da Daniele, l’angelo giurando ricorda che il Dio creatore dell’universo non lascerà che la storia dell’umanità continui senza fine. Dice: «Non c’è più tempo». 4 Daniele «L’uomo vestito di lino, che stava sopra le acque del fiume, il quale, alzata la man destra e la man sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno, che ciò sarà per un tempo, per dei tempi e per la metà d’un tempo; e quando la forza del popolo santo sarà interamente infranta, allora tutte queste cose si compiranno. Alla domanda di Giovanni «Un angelo potente che scendeva dal cielo e aveva in mano un libretto aperto e l’angelo levò la sua man destra al cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo, la terra e il mare e le cose che sono in essi che non ci sarebbe stato più tempo». 292 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale autenticare quanto è scritto, ma per indicare, come specifica, che solo nel tempo della fine il suo messaggio profetico sarebbe stato compreso in diverse parti è solo «Al tempo della fine molti lo studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà». Per quanto abbia detto la visione di Giovanni non può non richiamare alla mente quella del capitolo 12 di Daniele. Il profeta dell’esilio in Babilonia ricorda un periodo profetico durante il quale e alla sua fine avverranno degli eventi e ne annuncia anche degli altri; l’apostolo, esiliato nell’isola di Patmos, dice che questo tempo profetico è compiuto, siamo alla sua fine.5 Daniele: “Signore mio, qual sarà la fine di queste cose?” Viene risposto: “Va’, Daniele; perché queste parole sono nasco-ste e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno purificati, imbiancati, affi-nati; ma gli empi agiranno empiamente, e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i savi. E dal tempo che sarà soppresso il sacrificio continuo e sarà rizzata l’abominazione, vi saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni”». 5 Il prof. W.H. Shea osserva che la relazione tra il testo di Daniele e quello di Giovanni è stata rilevata da numerosi commentatori. Tra questi, M. Habershon scrisse nel 1841: «Vorrei esprimere la mia convinzione che l’affermazione presentata si riferisce alle stesse cose. La sola differenza risiede nel fatto che il primo (Daniele) esprime il periodo riguardo i 1260 anni come futuro: “sarà per un tempo dei tempi e la metà di un tempo”, mentre il secondo (Giovanni) si esprime come se questo tempo fosse passato: “Non c’è più tempo”» HABERSHON H., An Historical Exposition of the Prophecies of the Revelation, London 1841, p. 208. Nel 1854 P.C.S. Desprez notò: «Entrambe le predizioni si riferiscono allo stesso tempo. L’una non è altro che l’eco dell’altra» DESPREZ Philippe Charles Soulbien, The Apocalypse Fulfilled, London 1854, p. 226. Nel 1884 P.W. Grant scrisse: «Il primo giuramento (quello presentato in Daniele) si riferisce all’intero tempo dell’oppressione dell’Anticristo, mentre l’altro (quello descritto da Giovanni) si riferisce alla fine del triste periodo» GRANT P.W., The Revelation of John, London 1889, p. 267. CLARKE A., The Holy Bible, A Commentary and Critical Notes, Revelation, Reprint, Nashville, Massachusset 1938, p. 618 scrive: Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 293 V Parte – Capitolo II Felice quindi chi sarà testimone della realizzazione storica di queste parole.6 La visione profetica di Apocalisse 10 e la dichiarazione «non c’è più tempo» colloca quindi il lettore nel tempo della fine, nel tempo in cui i lunghi periodi profetici, nei quali un giorno corrisponde a un anno, come sono indicati da Daniele: 7:25; 8:14; 12:7,11,12, cioè: tre anni e mezzo, 2300 sere e mattine, 1260, 1290 e 1335 giorni e come riportati in Apocalisse 11:2,3,9,11; 12:6,14; 13:5: 42 mesi, 1260 giorni, tre anni e mezzo giunti al loro compimento storico. È quindi corretto pensare che quanto Giovanni vede ponga il lettore al tempo dell’inaugurazione del giudizio preliminare che si svolge in cielo, prima del ritorno di Gesù, ben descritto in Daniele 7 e che il profeta colloca dopo la supremazia papale, prima della realizzazione del Regno di Dio, e delle ultime sette piaghe su una umanità che ha rifiutato la grazia di Dio. L’annuncio: «Non c’è più tempo» 10:6, versione Diodati, indica quindi l’importante data profetica del 1844.7 «Questo è molto simile alla descrizione dell’angelo. Apocalisse 10:5,6, e nel settimo versetto sembra che sia in riferimento a questa profezia, “un tempo e tempi, e metà”». Più recentemente, 1940, abbiamo il commento di M. Kiddle che dice: «In realtà l’angelo sta parlando esattamente dello stesso periodo menzionato in Daniele» KIDDLE M., The Revelation of St John, London 1940, pp. 172,173. W.H. Shea conclude le sue osservazioni dicendo: «I commentatori moderni continuano a rilevare la relazione tra queste due affermazioni» Shea W.H, o.c., p. 307. 6 Entrambi i giuramenti iniziano identificando Dio come l’Eterno, ma il giuramento dell’Apocalisse aggiunge il riconoscimento di Dio come creatore. Questa aggiunta ha fatto collegare questo testo con altri dell’Apocalisse e più esplicitamente col messaggio del primo angelo del capitolo 14:6 che è un inno al Creatore; il secondo messaggio è in relazione a un opera che viene compiuta nel nostro tempo. J.M. Ford sottolinea che in questo giuramento c’è un richiamo al IV comandamento di Esodo XX. FORD J. Massyngberde, Revelation, The Anchor Bible, 38, Garden City, New York 1975, p. 160; cit. W.H. Shea, o.c., p. 300. 7 Per un’ampia documentazione vedere il nostro lavoro Quando la profezia diventa storia, Capitolo XI, nota n. 36, p. 407,408; Capitolo XIII le note da n. 148 e seg., da p. 528 e seg. 294 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale La parola chronos in italiano e in altre lingue, anche in Bibbie e commentari recenti, viene tradotta con “tempo” e “indugio”, “ritardo”. Si è pensato che «non ci sarà più tempo prima della venuta della fine. La consumazione non è ancora per molto procrastinata… La consumazione non sarà più ritardata»8; D.G. Barnhouse aggiunge anche l’idea che non ci sarà ritardo per il suono della settima tromba.9 In Apocalisse chronos lo si trova in tre testi. - 2:21 dove si parla del tempo dato a Jezebel per pentirsi. - 6:11 si riferisce al poco tempo che i martiri devono ancora attendere prima che abbiano il premio. D.G. Barnhouse suggerisce che i martiri hanno qui la risposta temporale alla loro domanda: «Fino a quando…?». Lo stesso pensiero è espresso anche da G.E. Ladd che, analogamente, pensa che «la preghiera dei santi sta per essere esaudita».10 Va però osservato che l’era di persecuzione dei martiri si chiude alla fine del XVIII secolo. - 20:3 indica il breve tempo che Satana avrà ancora da operare, dopo di che sarà sciolto alla fine del millennio. In nessun testo c’è però il significato di indugio, ritardo. Elliott già nel XIX secolo faceva notare che il verbo chronizo può anche significare “ritardare”, “indugiare”, ma il sostantivo chronos non è mai usato con questo valore.11 Il libro dell’Apocalisse presenta quattro periodi di tempo nei quali si compiono degli avvenimenti. - Il primo è nel capitolo 9:15, in occasione della sesta tromba. - Il secondo ed il terzo lo abbiamo nel capitolo 11:2,3,9,11. Dove l’apostolo prende in considerazione la storia della Chiesa per un tempo di 42 mesi, 1260 giorni e, alla fine del periodo, si menzionano avvenimenti che si compiranno in tre giorni e mezzo profetici. 8 9 10 11 G.E. Ladd, o.c., p. 144. Barnhouse D.G., o.c., p. 185. Barnhouse D.G., o.c., p. 183; Ladd G.E., o.c., p. 144. E.B. Elliott, o.c., vol. 2, p. 121. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 295 V Parte – Capitolo II - Il quarto nel capitolo 12. È detto che la donna fuggì nel deserto per 1260 giorni e vi fu soccorsa per tre tempi e mezzo. - Il quinto nel capitolo 13 nel quale si presenta la supremazia del potere papale che ha dominato per 42 mesi. A questi tre periodi di tempo presentati dal glorioso angelo di Daniele 12, di cui storicamente due finiscono nel 1798 e uno nel 1844, riteniamo evidente che il riferimento al chronos del potente messaggero celeste debba essere in relazione con queste tre profezie. Come abbiamo detto sopra, il Signore viene identificato con questo angelo ed è anche la persona divina che si presenta a Daniele. Abbiamo così, come è stato fatto notare nel XIX secolo scorso da M. Habershon, il Signore che annuncia qualcosa che si deve compiere in Daniele e ancora il Signore stesso che si presenta, a Giovanni, per dire che quanto da lui annunciato si è compiuto. «Non c’è più tempo». «Questa parola è il perno del messaggio dell’angelo».12 Se con il 1798 è iniziato «il tempo della fine», perché sono scaduti i 1260 e 1290 giorni/anni profetici, la cronologia biblica profetica fa scadere nel 1844 i periodi profetici dei 1335 giorni e il più lungo, quello delle 2300 sere e mattine di Daniele 8:14, che annuncia la purificazione del santuario celeste, che comporta per la Chiesa il ritorno agli insegnamenti originali, cioè il risorgere della verità, espressa nel vero culto al Signore a causa dell’apostasia della Chiesa, che è la casa del Signore (2 Tessalonicesi 2:3,4; 1 Timoteo 3:15) e l’inizio del giudizio preliminare o che precede il ritorno di Gesù, come è descritto in Daniele 7:9-11. La morte di Gesù, che è stata insegnata per secoli nella Chiesa come la punizione da lui subita al posto dei peccatori, i quali, grazie a quel supplizio potevano essere salvati. «Il fatto che Adamo ed Eva (e in seguito tutti i loro figli. N.d.a.) reclamassero la loro autonomia da Dio, rappresentava qualcosa di molto più grave di una semplice infrazione delle regole: era la rottura di una relazione personale con il loro Padre e Creatore. 12 . J. Vuilleumier, o.c., p. 153. 296 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale Nell’espiazione, quindi, Gesù non adempie tanto a degli obblighi legali, ma cerca di ripristinare quel rapporto basato sulla fiducia e l’amore che il peccato aveva mandato in frantumo. Ricordiamoci che, come puntualizza la Bibbia, non esiste qualcosa che Dio debba cambiare in se stesso, siamo noi che abbiamo bisogno di essere trasformati! In Cristo, Dio riconcilia a sé il mondo. In nessuna parte la Scrittura avanza l’idea che Dio avesse bisogno di riconciliasi con noi… Il sacrificio di Cristo non è il mezzo grazie al quale Dio viene placato e persuaso ad amarci di nuovo. Al contrario, come dice Giovanni, fu per l’amore del Padre che Cristo è venuto in nostro soccorso: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio (leggere purificatorio. N.d.a.) per i nostri peccati” 1 Giovanni 4:10».13 Con questa dichiarazione: «Non c’è più tempo», l’angelo vuole dire che non c’è più tempo cronologico, non ci sono più periodi profetici, come i 1260, 1290, 1335, 2300 giorni, che si devono realizzare, cioè dopo il 1844 non ci sarà più nessuna data profeticostorica che si dovrà ancora compiere. Come abbiamo spiegato nella nostra Appendice n. 12, del nostro lavoro Quando la Profezia diventa Storia, i periodi profetici 1260, 1290 e 1335 giorni/anni sono inclusi nelle 2300 sere e mattine/anno e abbiamo così che: - i 1260 giorni (Apocalisse 11:13) Finiscono nel 1798 - i 1290 giorni (Daniele 12:11) Finiscono nel 1798 - i 1335 giorni (Daniele 12:12) Finiscono nel 1844 - le 2300 sere e mattine (Daniele 8:14) Finiscono nel 1844 Dall’’espressione greca chronos deriva cronologia, il tempo nella sua durata, periodo. Questo tempo è formato da più momenti, date, kairos.14 13 GALLAGHER Jonathan, Dio è amore, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Falciani 2004, pp. 99,100. 14 Romani 8:18; 11:5; Matteo 24:45; Giovanni 7:6; Matteo 8:29. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 297 V Parte – Capitolo II Daniele nel suo libro aveva indicato a più riprese che le sue profezie erano per un kairos - tempo, momento lontano (Daniele 8:17,19,26; 12:1,4,9). Quando il kairos indicato dai profeti trovò il suo compimento, allora il susseguirsi del tempo (crhonos) giunse alla sua pienezza, alla fine, Dio si fece uomo nascendo da Maria. Lo stesso Gesù, vedendo l’incalzare dei momenti (kairos), sentì vicino il compimento della sua opera e disse che lo scadere della durata del suo tempo (chronos) era vicino (Galati 4:4; Matteo 26:18). Nel 1844 si è compiuta la cronologia annunciata da Daniele ed è iniziato in cielo l’opera di giudizio prima del ritorno di Gesù il quale quando ritornerà darà la salvezza a chi ha creduto. Questo giudizio permette agli angeli di capire perché e quali persone vivranno l’eternità con Dio. La voce dal cielo invita a prendere nettamente posizione pro o contro la verità che viene riproposta, poiché Dio sta per agire. Dopo il 1844 non c’è più tempo cronologico che si debba realizzare. Realizzazione storica di Apocalisse 10 Il piccolo libro in mano all’angelo è quello, come abbiamo mostrato sopra, delle profezie di Daniele che riguarda secoli di storia e il tempo della fine. La comprensione di quelle profezie hanno suscitato un grande risveglio religioso che è sfociato in una predicazione fatta in tutto il mondo. Un fatto importante da rilevare è che i capitoli profetici di Daniele 2, 7, 9, 10 e 11 fino ai versetti 39 sono stati compresi fin dai primi momenti, menzionati dagli apostoli e dai Padri della Chiesa, spiegati attraverso i secoli del Medio Evo, dai Riformatori, ma i periodi profetici di 7:25; 8:14;12:11,12 e il testo di 11:40-45 sono rimasti adombrati nella loro comprensione. Il piccolo libro doveva rimanere sigillato sino al «tempo della fine». A partire dagli ultimi anni del XVIII secolo, con lo scadere dei 1260 anni di predominio papale si entra nel «tempo della fine» e un gran numero di persone, 298 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale ereditando quanto già era stato spiegato, studiarono e insegnarono le profezie di Daniele. Una gran luce, un grande risveglio, si irradia nel mondo. La forza di questa luce fu «quella del prossimo ritorno del Signore».15 Si constata in effetti, nei primi trenta anni del XIX secolo, sia in Europa che nelle Americhe, l’apparizione di un singolare e potente risveglio causato dallo studio delle questioni finali. Scritti che proclamano l’avvicinarsi del ritorno del Signore apparvero in Inghilterra sotto la penna di Thomas Newton, vescovo di Bristol, di Masso, d’Elliott, di Keith, George Muller16. In Inghilterra e in Scozia, Edouard Irving,17 pastore presbiteriano di rara eloquenza, predicava davanti a degli auditori che si elevavano da 6.000 a 12.000 persone, suscitando in decine di migliaia d’animi l’attesa gioiosa del ritorno e del regno di Gesù Cristo. Scrisse inoltre una dozzina di opere su questo importante insegnamento. In Irlanda un centinaio di predicatori e in Inghilterra diverse centinaia, seguivano il suo esempio. In Olanda il responsabile del Museo Reale di La Haye, Hentzepeter, attirò l’attenzione sugli eventi escatologici pubblicando anche un trattato nel 1830. In Svizzera e in Francia un’opera considerevole fu realizzata da Louis Gaussen, Émile Guers, 18 Henri Pyt, Frédérich de Rougemont. 15 MAURY Léon, Le Réveil Religieux à Genève et en France, Toulouse 1892, p 177. 16 Il fondatore degli orfanotrofi di Bristol nel 1829 diceva. «Io pensavo che il mondo fosse in via di progresso e che presto si sarebbe convertito. Ma da non molto mi sono convinto che non c’è nulla nella Bibbia che parli di questa conversione del mondo prima del ritorno di Gesù. Ciò che deve inaugurare un’èra di gloria per la Chiesa, di gioia ininterrotta per i santi è il ritorno del Signore Gesù. Ho visto che l’oggetto della Speranza dei primi cristiani non è la morte, ma il ritorno di Gesù e che io devo attendere la sua apparizione». 17 .Nel dicembre 1828 diceva: «La seconda venuta del Signore è il punto di vista, l’osservatorio unico dal quale il disegno di Dio tutto intero può essere contemplato e compreso». 18 Nell’aprile del 1831 scriveva a un pastore: «Il tempo preme; le promesse del Signore si compiono: ancora un po’ di tempo, e Colui che deve venire verrà. La Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 299 V Parte – Capitolo II Una influenza importante ebbe anche il pensiero del gesuita Manuel Lacunza.19 In Germania agli scritti si aggiunge la predicazione orale di numerosi ecclesiastici, animati da un grande fervore. Nel Sud della Germania, l’evangelista Gosznes, recandosi da Monaco a Düsseldorf, si rivolgeva a degli auditori di 15.000 anime. «Dappertutto, dice un autore, lo si interrogava sul soggetto del prossimo ritorno del Signore». Nei paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca), particolarmente in Svezia, fatto inaudito, ma perfettamente autentico, essendo state proibite queste predicazioni a coloro che non facevano parte del clero, si videro salire sui tavoli dei bambini e adolescenti, di dieci e quattordici anni, che predicavano le stesse cose! Dal 1821 al 1825, viaggiatore infaticabile, Joseph Wolff20 seminò la buona notizia del secondo avvento in un gran numero di paesi mia anima, caro fratello, è sotto l’influenza di questo sentimento; è una questione di fede, io vorrei gridarlo a tutti i miei fratelli. Ecco perché sono pressato di agire». In un’altra lettera allo stesso destinatario: «Io mi rallegro per voi perché attendete l’epifania del Signore che a voi sembra prossima. Questa fede si espande nella sua Chiesa, io amo sperarlo; è molto tempo che lo Spirito rende testimonianza della sua seconda venuta...» GUERS Émile, Vie de Henri Pyt, p. 272. 19 Manuel Lacunza entrò nella compagnia di Gesù del Cile nel 1747 ricevendo l’ordinazione nel 1755. Svolse il suo ministero a Santiago. Nel 1767 il governo spagnolo espulse i gesuiti dal proprio Paese e in tutti i propri possedimenti. Venne in Italia e si stabilì a Imola. Scrisse la sua opera che lo rese celebre: La Venuta del Messia in gloria e majestatis. Il manoscritto completato nel 1790 in spagnolo ebbe diverse edizioni in Spagna, Messico e Argentina. Fu tradotto in francese, latino, italiano e inglese influenzando moltissimo il pensiero protestante. La Chiesa cattolica lo mise all’indice impedendone la diffusione tra i fedeli. Lacunza moriva a Imola nel giugno del 1801. 20 Israelita, figlio di rabbini, nacque nel 1795 a Weilersbach in Baviera. Giovane, si fece cattolico e fu battezzato a Praga nel 1812. Nel 1815 andò a Roma. Fu un personaggio sospetto per le sue idee religiose e per la franchezza con la quale criticava il male. Lasciò la città nel 1818. L’anno successivo fu a Londra nella Chiesa anglicana dove studiò per due anni le lingue orientali a Cambridge. Nel 1821 fu inviato come missionario tra gli ebrei dispersi. Il suo primo viaggio 300 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale orientali, dalla Grecia all’Industan e dal Tibet all’Arabia; in Palestina, in Persia, in Bulgaria, in America. missionario durò cinque anni. Rientrato a Londra seguì le conferenze profetiche ad Albury Parck tenute da Irving, convincendosi del prossimo ritorno di Gesù. Di lui L. Gaussen diceva nel 1843: «Non possiamo non parlare ora di un uomo straordinario che potremmo nominare il giudeo errante, e che, durante diciotto anni, ha percorso le quattro parti del mondo per avvertire i figli d’Israele che il loro tempo segnato è compiuto e che la loro iniquità e stata espiata. Joseph Wolff (ebreo bavarese), convertito in seguito alle conversazioni avute con il famoso conte di Stolberg, si era recato a Roma per prepararsi alla carriera missionaria nel collegio della Propaganda; ma ben presto, indignato dalle cose che udiva sulla divinità del papa e su altre tradizioni umane, non temeva di esprimere il suo allontanamento e il suo dolore; e senza lasciarsi fermare dalle minacce degli uni o dalle promesse degli altri, si rifugiò in Svizzera, dove lo vedemmo arrivare all’età di 23 anni per andare poi in Inghilterra. Dal 1821, missionario della Società di Londra, percorse l’Egitto, la Palestina, la Mesopotamia, la Persia, la Georgia e le diverse parti dell’impero turco. Al suo ritorno in Inghilterra sposò lady Georgina Walpole e ripartì con lei, a sue spese, per predicare l’Evangelo nei paesi che costeggiano il Mediterraneo. Nel 1830 si sentì chiamato a percorrere l’Asia centrale e fece da solo questo pericoloso viaggio. Nel 1843 ritornò in Europa e pubblicò il resoconto dei suoi lavori. Dal 1835 al 1838 percorse l’Egitto, l’Arabia, l’Abissinia, ritornò in Inghilterra passando da Kabul, le Indie, Capo Sant’Elena e le Americhe. Fu venduto una volta come schivo, tre volte fu condannato a morte, avvelenato una volta, battuto con le verghe, messo in prigione, soffrì la fame, la sete, diverse malattie e pure colpito dal morbo del colera. Svigorito da tanto lavoro, si è ora stabilito in Inghilterra facendo il pastore in una località di campagna». Poi Gaussen faceva suo il quadro di Louis WAY: «Un uomo che, in Roma, chiamava il papa la polvere della terra; che diceva agli ebrei che la Ghemara è una menzogna; che passava i suoi giorni a discutere e le sue notti a esaminare il Talmud; un uomo per il quale una cassa faceva da cuscino, e un pavimento di mattoni un letto di piume; un uomo che si fece degli amici, dei persecutori anche nella sua antica e nuova fede, che si conciliava con un pascià, che confutava un patriarca, che parlava agli orientali senza interprete, che viveva senza cibo e che pagava senza soldi; un uomo che dimenticava gli insulti e le offese, che non conosceva le maniere del mondo e che pur tuttavia comunicava con gli uomini di ogni rango, senza mai scioccare qualcuno. Certo una simile persona non può che suscitare una attenzione straordinaria presso un popolo che da diversi secoli non ha cambiato i suoi costumi. È mediante questi strumenti che Dio prepara il cammino del deserto» GAUSSEN Louis, Les Juifs évangélisés enfin et bientôt rétablis, pp.100-104. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 301 V Parte – Capitolo II Questo risveglio si manifestava in un momento particolare della storia: si miglioravano le possibilità economiche e di sviluppo sociale e ai secoli di persecuzione e di lotte, succedeva un’èra di pace. Si costituivano numerose organizzazioni per la diffusione della Parola di Dio: una quindicina in quarantacinque anni in America e Europa: Francia, Inghilterra, Scozia, Svizzera.21 «Questo Risveglio – predicava Adolphe Monod – bisogna dirlo, ha tutte le nostre simpatie. Ai nostri occhi, è un Risveglio degno di essere messo accanto, e, sotto qualche aspetto, al di sopra di quello del sedicesimo secolo». E aggiungeva: «Il Risveglio, non è stato un risveglio perfetto, né un risveglio che abbia detto la sua ultima parola».22 In ogni caso ciò che noi possiamo affermare è che nel 1850 l’èra del Risveglio è ben chiusa. Se questo è valido per la vecchia Europa, il Risveglio prodottosi nell’America del nord ha avuto un seguito. «Negli Stati Uniti la predicazione dell’avvento ebbe un carattere accentuato che prese presto delle proporzioni considerevoli. Alla sua testa, dall’inizio del movimento, si trovava il vecchio fattore e capitano di fanteria, William Miller, portato alla fede cristiana dallo studio personale e solitario della Bibbia. Fu assecondato dal dottore Josiah Litch, di Filadelfia, dal capitano di vascello Joseph Bates e dai pastori Charles Litch e Josué V. Himes, di Boston. Quest’ultimo fu incaricato di dirigere la pubblicazione di un giornale settimanale: The Signs of the Times, come pure di numerosi opuscoli che furono sparsi dappertutto, fino nelle missioni. D.T. Taylor riporta: “Centinaia di pastori furono coinvolti nella fede dell’avvento premillenario 21 1816 La Società Biblica di Strasburgo; 1817 di Mulhouse, di Toulouse, di Monyau ban; 1819 La Società Biblica Protestante di Parigi; 1786 La Società delle Missioni Metodiste in Inghilterra; 1792 dei cristiani Battisti; 1795 delle Missioni di Londra; 1796 della Chiesa Stabilita di Scozia; 1797 delle missioni Olandesi; 1816 di Basilea; 1817 della Chiesa Presbiteriana d’America; 1819 della Chiesa Metodista d’America; 1823 La Società di Parigi raggruppò attorno a sé 12 associazioni ausiliarie; 1833 La Società Evangelica di Francia. 22 Cit., L. Maury, o.c., pp. 339,341. 302 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale imminente. Diversi giornali settimanali furono fondati e, nello spazio di qualche anno, si videro negli Stati Uniti e in Canada millecinquecento predicatori e conferenzieri prestare la loro penna e la loro voce alla predicazione di questa speranza. Alle loro predicazioni sobrie, calme, ma solenni, accorrevano delle folle che se ne ritornavano stupefatte per quanto udivano. L’immagine espressiva della visione (di Giovanni) – “E gridò con gran voce, nel modo che ruggisce il leone” – corrisponde perfettamente alla potenza del messaggio annunciato come alle sante emozioni e ai salutari timori di coloro che, sera dopo sera, ascoltavano le dimostrazioni e gli appelli vibranti dei predicatori».23 I seguaci di W. Miller, nella terra della bandiera a stelle e strisce, avevano due punti di riferimento certi, sicuri nella loro predicazione: - l’insegnamento del ritorno di Gesù; - 1844: fine dei 2300 anni profetici. La «purificazione del santuario», allo scadere delle 2300 sere e mattine, in considerazione che il tempio di Gerusalemme era stato distrutto nel 70 d.C. e che quindi non c’era un altro tabernacolo sulla terra, era compreso come l’evento del ritorno di Cristo Gesù che avrebbe realizzato il suo Regno dando origine a nuovi cieli e nuova terra da lui purificati. Questi credenti presi dalla convinzione del ritorno di Gesù non compresero la realtà del santuario celeste. Identificarono il santuario da purificare con la terra che veniva purificazione con il ritorno di Gesù. Era quindi naturale credere che allo scadere dei 2300 anni il Signore sarebbe ritornato a dividere i salvati da coloro che non lo sarebbero stati. L’attesa del ritorno di Gesù per il 1844 si fondava su una data storica alla quale erano pervenuti studiosi di varie chiese sia d’Europa sia d’America. Una sessantina sono stati gli autori che hanno prodotto opere sostenendo la biblicità dello scadere dei 2300 23 J. Vuilleumier, o.c., p. 151. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 303 V Parte – Capitolo II anni per la fine della prima metà del XIX secolo, creando un movimento di pensiero non indifferente, notevole.24 La predicazione di A William Miller aveva suscitato un grande risveglio religioso in tutto il Nord America tanto che lo storico John B. Mc Master stima che su diciassette milioni di persone che abitavano gli Stati Uniti quasi un milione accordarono il loro favore a questo movimento e poco meno di un migliaio di pastori.25 Il dr. G. Bush, professore di letteratura ebraica e orientale presso l’università di New York, scrisse a W. Miller una lettera facendogli alcune importanti considerazioni circa il calcolo dei tempi profetici. Diceva: «Non si può obiettare a lei e ai suoi collaboratori che non abbiate dedicato molto tempo e molta attenzione allo studio della cronologia profetica e non abbiate lavorato molto per stabilire le date iniziali e conclusive dei suoi grandi periodi. Se questi periodi sono stati effettivamente indicati dallo Spirito Santo nei libri profetici, è stato senza dubbio perché fossero studiati e probabilmente, poi, compresi pienamente. Nessuno può essere accusato di presuntuosa follia se cerca di farlo con uno spirito riverente... Prendendo un giorno come termine profetico per un anno, io credo che voi siate sorretti da una sana esegesi e sostenuti da nomi famosi come Meda, sir Isacco Newton, il vescovo Newton, Scott, Keith e moltissimi altri che sono giunti sostanzialmente alla vostra conclusione su questo argomento. Essi sono tutti concordi nell’ammettere che i periodi profetici indicati da Daniele e da Giovanni finiscono effettivamente in questa epoca del mondo. Sarebbe una logica strana quella che vorrebbe convincervi di eresia, perché condividete le stesse idee di questi insigni teologi... I vostri risultati in questo campo di indagine non mi sembrano tali da mettere in pericolo i grandi interessi della verità e del dovere cristiano... Il vostro sbaglio, come io temo, si 24 Per la bibliografia vedere il nostro lavoro Quando la profezia diventa Storia, capitolo 13. 25 LEHMANN Richard, Les Adventistes du septième Jour, ed. Brepols, 1987, p. 14. 304 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale trova piuttosto in un altro campo, non in quello della cronologia... Vi siete del tutto sbagliati sulla natura degli eventi che dovranno verificarsi alla fine di questi periodi. È questo il torto principale della vostra esposizione».26 Dal momento che Gesù non ritornò per quella data, coloro che lo avevano creduto ebbero una grande delusione. Il pastore battista americano Walter R. Martin, scriveva: «In tanto che movimento religioso, l’Avventismo è sorto dal grande “risveglio” relativo al secondo avvento (del Cristo) che è apparso nel mondo religioso verso la metà del XIX secolo. Durante questo periodo particolare di sviluppo teologico, delle speculazioni sulla seconda venuta di Gesù Cristo erano abbastanza sparse in Europa, e i loro schemi di interpretazione profetica non tardarono a superare l’Atlantico e a penetrare negli ambienti teologici americani».27 La delusione predetta «E la voce che io avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo e mi disse: “Vai a prendere il libro che è aperto in mano all’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra”. E io andai dall’angelo, dicendogli di darmi il libretto. Ed egli mi disse: “Prendilo e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come miele”. Presi il libretto di mano all’angelo e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma quando l’ebbi divorato, le mie viscere sentirono amarezza» Apocalisse 10:8-10. A. Barnes interpretava l’espressione «mangiare il rotolo» nel modo seguente: «Il significato qui è chiaro. Egli stava per impossessarsi del contenuto del libro e stava per riceverlo nella sua mente come noi facciamo per il cibo e per il nutrimento spirituale…».28 26 BUSH G., Lettera pubblicata in Advent Herald, Boston 6 marzo 1844; in Signs of the Times Reporter, Boston 13 marzo 1844; cit. WHITE Ellen, Gran Conflitto, ed. AdV, Firenze 1977, in appendice, note generali, p. 503. 27 MARTIN Walter R., Eternity, ottobre 1936. 28 BARNES Albert, Notes on the Book of Revelation, London 1852, p. 263. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 305 V Parte – Capitolo II Ci sono diversi passi biblici citati dai contemporanei come parallelismi dell’esperienza del profeta. La dolcezza della parola di Dio è espressa nei Salmi 19:10; 119:103. Nel mezzo della sua esperienza profetica Geremia esclama: «Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate e le tue parole sono state la gioia, l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, o Eterno, Dio degli eserciti». Naturalmente la sua esperienza si è trasformata in amarezza quando ha trovato il rifiuto del popolo e la sua persecuzione (Geremia 15:16-18). Il parallelismo più diretto e citato viene dall’esperienza di Ezechiele (2:8,10; 3:1-4), simile a quella di Giovanni. Il profeta udì una voce che lo invitava a mangiare quello che gli era stato dato e vide una mano che gli porgeva un rotolo che fu aperto davanti a lui e vi lesse parole di lamento, di rammarico e guai. Rappresentavano il destino che il popolo avrebbe subito. Fu detto ad Ezechiele di mangiare il rotolo e di parlare alla casa d’Israele. Egli lo mangiò ed esso era dolce nella bocca. Ma se questa esperienza di Ezechiele fornisce il modello biblico più diretto per Apocalisse 10, si deve tuttavia riconoscere una differenza in un particolare. Anche per Giovanni il rotolo è dolce in bocca, ma è amaro nelle viscere. J.M. Ford vede l’amarezza di Ezechiele nel fatto che «Israele non lo ascolterà».29 R.H. Mounce dice che l’immagine «il dolce rotolo diventa amaro nello stomaco è un messaggio per la Chiesa. Prima del trionfo finale dei credenti deve passare attraverso un terribile travaglio».30 Dovere ingerire un libro è una metafora che vorrebbe dire assimilare con delizia il contenuto.31 Ora l’Apostolo rappresenta gli araldi del messaggio di Dio che vivono un momento dolce e glorioso, per poi passare all’amarezza crudele della delusione. 29 J.M. Ford, o.c., p. 164. MOUNCE Robert Hayden, The Book of Revelation, The New International Commentary on the New Testament, Grand Rapids, N. Eerdmans, F. F. Bruce, 1977, p. 319. 31 Geremia 15:16; Ezechiele 3:1-3. 30 306 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale La differenza tra l’esperienza del mangiare la Parola dell’A.T. e quella dell’Apocalisse consiste nel fatto che nell’A.T. l’amarezza esprime il sentimento che hanno avuto coloro che hanno annunciato: «Così ha detto l’Eterno» e hanno avuto una reazione di indifferenza e di rigetto da parte di coloro che l’hanno ascoltata; mentre il bruciore che sente Giovanni è quello che i credenti hanno avuto nel loro animo quale delusione di non vedere la realizzazione della loro speranza, il ritorno del Signore e la constatazione che la storia continuava. In effetti, più la presenza e la potenza di Dio erano state sentite durante la predicazione del ritorno di Gesù e più i suoi risultati erano evidenti, più anche fu dolorosa e sconvolgente la prova che attendeva i fedeli, il giorno seguente, il martedì 22 ottobre 1844. Tristi, inconsolabili, dovettero riprendere le occupazioni e le abitudini quotidiane alle quali credevano avere detto un eterno addio.32 La 32 Alcune testimonianze: BATES Joseph ex capitano di vascello in pensione: «Tutti i nostri cuori erano uniti nell’opera e tutti apparivamo pieni di fervore nel cercare di prepararci nel modo più completo in vista della venuta di Gesù, che ritenevamo imminente. Migliaia erano coloro che si prodigavano dando l’annuncio e diffondendo libri, opuscoli e giornali contenenti il messaggio. Purtroppo, però, un’amara delusione aspettava coloro che vegliavano. Poco prima del giorno definito, i fratelli che si erano recati in diverse località fecero ritorno alle loro case, e tutti rimasero in attesa della venuta del loro Signore e Salvatore. Il giorno trascorse, seguito da altre 24 ore, ma la tanto attesa liberazione non giunse.L’effetto di questa delusione può essere capita solo da quanti la subirono. I credenti avventisti furono messi a dura prova con vari risultati. Alcuni si ritirarono delusi, mentre una larga maggioranza continuò ad insegnare ed a sollecitare le persone, sostenendo che i giorni non erano finiti. Altri ritenevano che i giorni erano finiti, sì, ma ci sarebbe stato un chiarimento prima o poi. Tutti, eccetto questa categoria, virtualmente rigettarono la precedente esperienza e rimasero immersi nelle tenebre riguardo all’opera che il popolo avventista sarebbe stato chiamato a svolgere» The Autobiography of Elder Joseph Bates, Steam Press of the Seventh day Adventist Publishing Association, Battle Creek, Michigan, 1868, p. 300. «Egli non aveva più nulla: né denaro, né arredamento domestico. Disponeva solo in giardino di un piccolo raccolto di patate. I suoi vicini si erano offerti di acquistarlo ma egli aveva rifiutato di venderlo perché – nella sua onestà – egli riteneva che non era giusto venderlo in quanto essi non avrebbero tratto beneficio alcuno (dato che il mondo, secondo la sua convinzione, sarebbe finito con la venuta di Gesù. NdT). Joseph Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 307 V Parte – Capitolo II Bates aveva detto: “Lasciatele nel terreno come testimonianza della mia fede nell’immediato ritorno in terra del Maestro”. In casa vi erano alcuni oggetti di rame ed egli li prese e uscì a venderli e acquistare un po’ di farina. I ragazzi della strada lo schernirono gridando: “Pensavo che ieri tu saresti salito in cielo”. Nel dirmi questo, aggiunse: “Non potete avere idea dei sentimenti da me provati. Ero stato un cittadino rispettato e avevo con sincera fiducia esortato le persone a prepararsi per l’atteso cambiamento (che sarebbe derivato dall’avvento di Cristo. NdT). Con questi sarcasmi scagliatimi contro, se la terra si fosse aperta per inghiottirmi, sarebbe stata una cosa più dolce dell’angoscia da me provata”». BOUTELLE Luther: «Il 22 ottobre passò lasciando indicibilmente tristi i fedeli in attesa, mentre gli increduli e gli empi esultavano. Tutto era fermo. Nessun giornale avventista pubblicato; nessuna riunione come in precedenza. Ognuno si sentiva come abbandonato a se stesso. Senza nessuna voglia di parlare con altri. Che tristezza trovarsi ancora in questo freddo mondo! Nessuna liberazione, perché il Signore non era venuto. Non ci sono parole atte a descrivere la delusione di un vero avventista di allora. Solo coloro che vissero tale esperienza possono essere in grado di affrontare l’argomento. Tutti tacevano. Solo due domande erano sulla bocca di tutti: “Perché siamo ancora quaggiù? Che cosa accadrà?” Tutti interrogavano la loro Bibbia per sapere che cosa fare. In alcuni posti essi cominciarono a riunirsi per cercare insieme un po’ di luce onde attenuare la delusione provata. Non contento di starmene a casa, dopo un tempo così agitato, mi recai a Boston… Trovai i fratelli del luogo in uno stato confusionale. Organizzammo delle riunioni. Cercai di confortare meglio che potevo quanti vi parteciparono, invitandoli a rimanere saldi nella fede…». EDSON Hiram: «Durante quello che è chiamato movimento del settimo mese nel 1844, io stesso con vari altri fratelli ero impegnato nella diffusione di pubblicazioni sulla venuta di Cristo e nelle riunioni serali, private, in casa mia… Essendo il vero grido: “Ecco, lo sposo viene!” fissato per il decimo giorno del settimo mese, ed essendo stati istruiti che la venuta dello Sposo per il matrimonio sarebbe stata realizzata con il secondo avvento di Cristo sulla terra (che era una idea errata), noi aspettavamo fiduciosi di vedere Gesù Cristo e tutti gli angeli con lui, e che la sua voce avrebbe risuscitato…. Le nostre aspettative erano andate intensificandosi e così noi aspettavamo la venuta del Signore fino a che l’orologio non segnò la mezzanotte. Il giorno era passato e la nostra delusione divenne una dolorosa certezza. Le nostre più ambite speranze e aspettative erano andate deluse e su noi si abbatté uno spirito di tristezza mai conosciuto prima. Era come se la perdita di cari amici terreni non potesse essere paragonata al dolore da noi provato. Piangemmo a lungo fino allo spuntare del giorno… Avevamo di che rattristarci e 308 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale delusione tra gli avventisti americani fece sparire la maggioranza di coloro che avevano creduto. Quelli che rimasero si divisero in tre gruppi. Il più numeroso rigettò tutto ciò che aveva sperato, creduto e professato; il secondo gruppo si mise a fare nuovi calcoli, costantemente smentiti dagli avvenimenti; il terzo, restando fedele sia all’attesa del Maestro sia alla data profetica, sottomise a uno studio approfondito la questione della “purificazione del santuario”. L’epistola agli Ebrei riservava a loro una luce inattesa. Il “santuario” che doveva essere purificato alla fine dei tempi non era la nostra terra, ma il “santuario celeste”, che era stata prefigurata dai riti e cerimonie del santuario levitico e corrispondeva a una fase del giorno del giudizio chiamata: l’ora del giudizio. Questa fase del giudizio doveva essere conosciuta e proclamata al mondo intero. Si ritiene che la prima comprensione storica di questo testo di Apocalisse 10, in questa prospettiva, sia avvenuta all’indomani delle grande delusione. H. Edson così scriveva: «Dopo colazione dissi ad uno dei miei fratelli: “Andiamo a vedere di incoraggiare qualcuno dei nostri fratelli”. Partimmo e, mentre attraversavamo un grande piangere su tutte le nostre più care speranze perdute» HIRAN Edsom, manoscritto autobiografico, senza data, conservato nella Biblioteca Andrews. MILLER William dal quale è venuto il movimento millerita dell’attesa del Signore: «Il nono giorno (21 ottobre 1844) fu particolarmente notevole: avemmo riunioni per l’intera giornata. Il nostro luogo di culto era gremito di persone ansiose. L’indomani fu un giorno particolarmente solenne. Persino gli schernitori tacevano e molti oppositori si limitavano ad osservare quanto stava accadendo. Il giorno trascorse e in quelli seguenti (23 ottobre) fu come se i demoni del “pozzo dell’abisso” si scatenassero su di noi. Quelle stesse persone che due giorni prima gridavano per ricevere misericordia si unirono agli altri per sbeffeggiarci, schernirci, minacciarci nel modo più blasfemo. Da allora più nessuno frequentò le nostre riunioni» Estratto da una lettera al dott. I. O. Orr di Toronto, del 3 dicembre 1844. L’originale si trova nella raccolta di materiale avventista nella Biblioteca dell’Università Aurora, nell’Illinois. MORSE Washington: «Io con migliaia di altre persone esperimentai la grande delusione del 22 ottobre 1844. Nessuno, se non coloro che l’hanno vissuta potrà mai rendersi conto della nostra angoscia. La nostra esperienza fu simile a quella dei discepoli di Cristo dopo la sua crocifissione» The Former Day, The Advent Review and Sabbath, 10 marzo 1903. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 309 V Parte – Capitolo II campo, mi fermai quasi a metà. Il cielo parve aprirsi davanti a me ed io vidi in modo chiaro e distinto che il nostro Sommo Sacerdote, anziché lasciare il luogo santissimo del santuario celeste per venire su questa terra il decimo giorno del settimo mese, alla fine dei 2300 giorni, entrò in quel giorno nella seconda stanza del santuario, dove aveva un’opera da compiere nel luogo santissimo di esso, prima di ritornare… La mia mente fu rivolta al capitolo 10 del libro dell’Apocalisse e potei vedere la visione che aveva parlato e che non mentiva. Il settimo angelo aveva cominciato a suonare la sua tromba. Noi avevamo mangiato il libretto che era stato dolce nella nostra bocca e amaro nelle nostre viscere, rendendo amaro l’intero nostro essere. Noi, pertanto, dovevamo profetizzare di nuovo».33 Il sorgere di un movimento mondiale «E mi fu detto: “Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re”» Apocalisse 10:11. Questa parola - che avrebbe potuto prevenire l’errore del 1844 annunciava che l’opera era solo cominciata. Così, spiegato l’errore, il nuovo compito fu coraggiosamente intrapreso e perseguito, al punto che esso abbraccia oggi i cinque continenti del nostro pianeta. Questo “ancora” (di nuovo), indica che in quel tempo malgrado che tale testimonianza fosse già stata largamente fatta, bisognava proseguire nel darla. Tu devi profetizzare di nuovo fino a quando il mistero di Dio sarà compiuto e l’ultimo suono della tromba del settimo angelo annuncerà la sua opera finita e la gloria completa. Quest’opera in favore dell’umanità è realizzata dalla Chiesa che agisce in conformità alla purificazione del Santuario celeste e che ha ereditato e rivalutato le verità calpestate, riproponendo la grazia dell’evangelo nella sua integrità. All’indomani della delusione quel gruppo di credenti aveva delle profonde convinzioni: la Bibbia quale Parola di Dio, il ritorno di 33 310 H. Edson, o.c.. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale Gesù e l’importanza del messaggio profetico. Si è ripetuto ciò che avvenne secoli prima. E. Brunner scriveva: «Il più grande esempio di scisma causato dall’impenitenza della Chiesa è quello della Riforma: Lutero non voleva opporre una nuova chiesa a quella di Roma; voleva rinnovare dal di dentro, e nello spirito del Vangelo, l’unica Chiesa del suo tempo. Non è lui che si è separato, è la chiesa che lo ha scartato. Fu la stessa cosa al tempo di Wesley (risveglio metodista) e di Zinzendorf (chiesa morava). Questi uomini erano lontani dal voler fondare una setta. Ma una chiesa che non li tollerava li ha costretti a formare una comunità indipendente».34 Questri credenti espulsi dalle numerose denominazioni del tempo conservavano le credenze e gli insegnamenti dottrinali delle diverse chiese di appartenenza. La delusione fu fermento di riflessione, di studio della Scrittura, di confronto, creando un ecumenismo dove ognuno non continuava a credere alla propria tradizione, ma dove i propri insegnamenti e convinzioni erano confrontati con quelli che Dio diceva nella sua Parola. Così la delusione, drammatica per la realtà del momento, divenne salutare, fermento di vita in cui la verità dottrinale riemerse e ognuno prendeva le distanze da ciò che aveva creduto, ma non corrispondeva alla Bibbia. La profezia divenne elemento di identità per la propria missione. La purificazione del santuario celeste, è un aspetto giuridico che ha caratterizzato lo studio teologico della Chiesa avventista e ora crediamo che sia giunto il tempo di riconoscere che questa realtà dei cieli ha la sua ripercussione sulla terra con la purificazione del Tempio di Dio, la sua casa, la Chiesa. Come il Tempio di Dio, il Santuario in cielo, è stato profanato dai peccati e dell’infedeltà dell’umanità, in terra la Chiesa ha manifesta la propria apostasia continuando ancora oggi a non seguire la «sana dottrina» (2 Timoteo 4:3; Tito 1:9; 2:1), invocando ogni domenica la vergine e elevando agli onori degli altari un nuovo beato o santo, dando credito alla voce 34 BRUNNER Emil, Les Églises, les groupes et l’Église de Jesus Christ, Labor, Genève, s.d., p. 41. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 311 V Parte – Capitolo II dell’avversario tinnovando l’affermazione: «Non morrete affatto» Genesi 3:4,5 sarete immorali come Dio (1 Timoteo 1:17). Il Santuario, il Tempio di Dio che è la Chiesa (2 Corinzi 6:16) allo scadere del tempo profetico, a seguito all’azione dello Spirito di Dio, del Dio che opera e si incunea nella storia degli uomini, sostiene i propri figli affinché, il «luogo del suo riposo», l’ekklesia, risorga dall’apostasia millenaria e ritorni a vivere ed esprimere l’insegnamento di Dio e la sua Verità. Questo gruppo di credenti delusi del XIX secolo, che si presentava con un patrimonio dottrinale che andava dall’arianesimo, all’inferno, dall’anima immortale, all’osservanza del primo giorno della settimana, che ancora oggi caratterizza, tranne l’arianesimo, il mondo cattolico, protestante ed evangelico, ha conformato le proprie dottrine ai soli insegnamenti della sacra Scrittura. La Bibbia è stata considerata da tutti loro veramente come sola Scrittura, sola fede, sola grazia. A differenza delle denominazioni sorte dal XVII al XX secolo, che si fonda sul pensiero e l’opera di uomini che sono stati grandi davanti al Signore, forti della propria individualità e capacità, o di singole congregazioni coagulate attorno al predicatore del momento la Chiesa Avventista del 7° Giorno non si è costituita sulla comprensione e l’azione di una persona che ha dominato, influenzato il gruppo. Non è stata la parola di un leader a emergere sulle voci dell’insieme dei fratelli, non è stata una dottrina della tradizione secolare che si è voluto e dovuto protrarre nell’ekklesia ed essere accettata per il lungo tempo che è stata creduta. Pur verificandosi in essa quei fenomeni di personalità che hanno caratterizzato la storia della Chiesa,35 e la società in genere non è stata però da loro 35 La Chiesa Avventista riconosce il ministero profetico di Ellen Harmon coniuga in White. La sua opera non è consistita nel rinnovare le dottrine del gruppo che si costituiva, ma di esortare alla fedeltà agli insegnamenti che il gruppo riscopriva come conformi alla Scrittura. L’opera di E. White può essere considerata determinante allo sviluppo e crescita della Chiesa, ma nessuna dottrina della Chiesa Avventista ha avuto alle sue origini, il pensiero o una qualsivoglia 312 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale determinata. La discussione, la difesa delle proprie convinzioni, la critica a delle credenze fu forte, impegnata, ferma e a volte con punte di asprezza, protraendosi anche nel tempo per diversi decenni, conseguenza dell’attaccamento e all’importanza che si dava alla Scrittura e al suo insegnamento accettato, ma di fronte all’evidenza del così sta scritto, i credenti della nuova ekklesia si sono conformati e hanno accettato e professato il «così ha detto l’Eterno». Crediamo che si possa dire che non c’è stato nella storia della Chiesa un fenomeno simile. Agli albori del cristianesimo l’ekklesia si veniva a costruire a seguito della testimonianza, predicazione degli apostoli e di altre persone. Successivamente si vengono a costituire altri gruppi di fedeli come testimonianza ed attività evangelistica di altri missionari. I movimenti di richiamo alla fedeltà degli antichi insegnamenti ha costituito attorno al nuovo apostolo dei fedeli. I movimenti della pre-Riforma mediante uomini di talento e di indubbia personalità e fedeli propagatori hanno compiuto un’azione straordinaria. I Riformatori sono stati un punto di riferimento che è durato secoli. Altri gruppi ecclesiastici si sono venuti a creare a seguito di personalità che si sono distinte. Con la Chiesa Avventista c’è stato un fenomeno differente. La beata speranza del ritorno di Gesù ha coagulato persone con differenti tradizioni ecclesiali, anche fedeli e impegnati nelle proprie chiese di origine. Persone che hanno cercato di mantenere e difendere la comprensione ricevuta e condivisa della Parola di Dio che nel nome dell’incontro con il Signore hanno saputo abbandonare se non in conformità alla sua Parola. Questo gruppo di credenti ha ereditato dalla Riforma la giustificazione per fede. Riconoscendo i vari doni e ministeri che Dio ha dato alla chiesa, ogni credente esprime il proprio sacerdozio nella sua relazione con il Padre. Dal pietismo di Spener ha ereditato la comprensione che il credente, mediante l’azione dello Spirito, rivelazione avuta dalla Sig.a E. White, ma tutte coso state riscoperte dal confronto con la Scrittura e riconosciute dai fedeli. Ogni dottrina che gli avventisti hanno fatto propria fin dal loro costituirsi è stata il risultato di confronti di fratelli nella fede, di forti personalità, a volte anche irruenti nei modi, con la Parola del Signore. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 313 V Parte – Capitolo II trasformi la dichiarazione di salvezza per grazia in una rinascita a nuova vita, e la comunione fraterna manifesti la santificazione dell’essere rigenerati mediante le proprie azioni. Dal metodismo ha ereditato lo studio sistematico della Scrittura e il rapporto che il credente dovrebbe avere con essa ogni giorno. Ha continuato la tradizione evangelica della separazione Stato Chiesa e, soprattutto dai battisti ha assunto l’impegno alla difesa della liberta di vivere la fede secondo la propria coscienza salvaguardando la libertà di credere o di non credere. Dai puritani ha ereditato la lode al Signore rispettando il proprio corpo, tempio dello Spirito santo e a non danneggiarlo con alimenti, bevande, sostante che non rispettano le leggi della salute. Dal fermento evangelico del risveglio ha continuato la tradizione della solidarietà, delle opere caritative, l’importanza del valore dell’istruzione, l’impegno personale nel sostenere i programmi della Chiesa sia mediante la propria collaborazione, sia con le proprie risorse economiche mediante la restituzione della decima e la generosità nelle offerte, come espressione di fedeltà quale amministratori dei beni del Signore. Dai battisti del 7° Giorno ha ereditato anche la tradizione storica di riconoscere come giorno di riposo sacro all’Eterno il Sabato quale settimo giorno della settimana, come prescritto dal IV comandamento di Dio e quale principio risalente alla creazione, per il bene dell’uomo, prima ancora del peccato. Dalla tradizione protestante ed evangelica ha saputo cogliere il corretto insegnamento sulla natura dell’uomo, la non immortalità naturale dell’anima, rifiutando le pene eterne quale castigo di Dio e sebbene il regno di Dio germogli nel cuore del credente a seguito della propria conversione, esso diverrà realtà alla venuta del Signore che richiamerà alla vita il credente mediante la resurrezione. Come gli evangelici hanno sempre espresso un’azione di evangelizzazione in patria e nei paesi lontani, nello stesso modo, rispondendo all’invito del testo biblico ad annunciare la Parola al mondo intero, la Chiesa Avventista ha coinvolto i fedeli in una missione planetaria diventando così l’unica Chiesa cattolica del 314 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale mondo protestante ed evangelo. Fa parte del proprio patrimonio teologico, ereditato, da quanto attraverso i secoli, è germogliato della corretta comprensione dei libri profetici di Daniele, dell’Apocalisse e quanto scritto da Paolo, apportandovi anche un proprio contributo specifico nella corretta comprensione di alcune sezioni della pagina profetica. La beata speranza del ritorno di Gesù, che ha caratterizzato la fede di un nuvolo di credenti attraverso i secoli continua ancora a essere l’elemento dinamico della Chiesa Avventista. Quando ciò avrà il suo compimento, allora il «venga il tuo regno», invocato da Gesù nel Padre nostro (Matteo 6:10), si realizzerà e sarà vissuto nei «nuovi cieli e nella nuova terra nei quali abiterà la giustizia» 2 Pietro 3:13. All’origine, questo gruppo di credenti non organizzato, ma unito nella certezza della «beata speranza» del ritorno di Gesù, per diciannove anni ha discusso sull’opportunità di darsi una struttura amministrativa, istituzionalizzarsi e avendolo deciso ha evitato il congregazionalismo e tutte quelle forme ecclesiali esistenti. Nel rapporto con le autorità civili realizza la separazione Stato Chiesa. Si è costituita in un modo tale, che pur sottraendosi anche a qualsiasi forma di potere assoluto, si è organizzata creando un organismo centrale divenendo l’unica chiesa cattolica evangelica nel mondo. Oggi, dopo oltre un secolo e mezzo, la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, pur continuando ad essere una Chiesa di minoranza, perché Chiesa confessante, esprime la sua cattolicità36 per condividere la propria comprensione della Parola di Dio. Con il suo impegno evangelistico, sociale, di solidarietà, educativo, sanitario è stimata e anche contrastata, e in suo favore si elevano voci del mondo cattolico e protestante che riconoscono che la sua teologia, pur non seguita, condivisa e a volte denigrata perché non conforme alla maggioranza e alla tradizione, è pur tuttavia riconosciuta in conforme alla Parola di Dio. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riassume nel proprio nome il ristabilimento delle verità dottrinali che l’apostasia della cristianità nel suo insieme aveva abbandonato, pur conservan36 La Chiesa Avventista è presente in 215 paesi riconosciuti dall’ONU. Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 315 V Parte – Capitolo II dole attraverso i secoli in pochi fedeli testimoni. Ha realizzato il salto, che per secoli è stato auspicato che la Chiesa facesse, ritornare alle proprie origini e lo ha fatto ereditando da quel tempo quanto era stato conservato e trasmesso, che i movimenti pre-riformatori avevano rimesso in luce, la Riforma ha riscoperto e il risveglio ha fatto rigermogliare. Nella Chiesa Avventista del 7° Giorno la Riforma teologica auspicata si è compiuta e la sua presenza nel mondo ne è una testimonianza. Questa Chiesa ha accettato il principio che avrebbero dovuto caratterizzare le Chiese sorte dalla Riforma del XVI secolo: Ecclesia reformanda quia reformata – la chiese che si è riformata si riforma, e la propria storia la testimonia. Neal C. Wilson, presidente della Conferenza Generale degli Avventiste del 7° Giorno dal 1979 al 1990, nella prefazione dell’opera di G.R. Knight, Alla ricerca di un’indentità, che sintetizza lo sviluppo delle dottrine avventiste fondamentali, scrive: «è stato un privilegio per me essere osservatore diretto, e anche parte in causa, del processo di ricerca di un’identità teologica avventista per quasi 55 anni dei 150 presi in considerazione in questo libro… All’inizio il dottor Knight ci pone di fronte a una situazione ipotetica, ma particolarmente delicata. Sottolinea il fatto che la maggior parte dei fondatori e dei pionieri della Chiesa Avventista del 7° Giorno se avessero dovuto sottoscrivere i 27 punti delle attuali dottrine fondamentali si sarebbero uniti alla chiesa con riluttanza… Questo libro dimostra con chiarezza che gli avventisti sono sempre stati pronti a modificare, cambiare, rivedere convinzioni e comportamenti ogni volta che scoprivano nelle Scritture delle buone motivazioni per farlo. Ecco perché nel prologo delle dottrine fondamentali si legge: “Una loro revisione (di queste dottrine) può essere fatta solo in occasione di un’assemblea della Conferenza Generale… verso una comprensione più completa della verità biblica o ha trovato un linguaggio migliore per esprimere gli insegnamenti 316 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Il sorgere di un movimento mondiale della Parola di Dio”37».38 Riteniamo che un ulteriore affinamento alla Parola di Dio continui nel presente e si compia nel futuro. Del resto ogni membro dell’ekklesia può argomentare una propria comprensivone della Parola del Signore che potrà essere motivo di riflessione, studio, discussione, accettazione nell’ekklesia, nella sua ecumene, qualora sia fondata pienamente sulla Scrittura. Come le chiese nelle quali gli apostoli hanno compiuto il loro ministero, avevano bisogno di essere richiamate alla perseveranza e alla fedeltà così anche la Chiesa Avventista del 7° Giorno, pur camminando verso il compimento della Parola del Signore, soffre delle contraddizioni, delle miserie e della pochezza della natura umana. Il Signore «conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere» Salmi 103,14. 37 Manuale di Chiesa, ed. ADV, Falciani 2001, p. 9. WILSON Neal C., prefazione, KNIGHT George R., Alla ricerca di un’identità – sviluppo delle dottrine avventiste fondamentali, ed. AdV, Falciani 2002, pp. 7,8. 38 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno 317 V Parte – Capitolo II 318 Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno Capitolo III IL VANGELO ETERNO Il mondo cristiano può essere sommariamente diviso in tre parti: - Chiesa cattolica romana - Chiesa Ortodossa e orientale - Chiese protestanti ed evangeliche. La Scrittura esprime sulla Chiesa cattolica romana un giudizio senza appello. È espresso nei confronti del sistema papale, non sugli uomini e sul suo esercito di religiosi, religiose e fedeli dei quali il Signore conosce i cuori. Non sta all’uomo di giudicare il fratello. Roma si considera la depositaria della tradizione apostolica, si pone al centro della cristianità e per lei chi è al di fuori della propria giurisdizione è invitata a ritornarvi. Con cerchi concentrici accoglie le religioni monoteiste e di altra natura. La Chiesa Cattolica partecipa fattivamente ai lavori del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma non è membro proprio per la sua visione di Chiesa considerandosi madre e detentrice della salvezza. Dopo secoli e millenni di storia non si è riformata, anche se la situazione, dopo il Concilio Vaticano II, si è modificata. Dottrinalmente, come abbiamo indicato nella sezione dell’apostasia non ha avuto nessun cambiamento e si hanno motivi per affermare che il futuro consoliderà la tradizione. La Chiesa ortodossa è stata ed è, essa stessa intollerante nelle nazioni dove è sostenuta del potere dello Stato. Pur essendo membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese non rinuncia al proprio autoritarismo e crediamo che le parole del patriarca Alessio II, della Chiesa Ortodossa russa esprima bene un pensiero condiviso dagli ortodossi. Il Corriere della Sera riporta, il 27.8.2004, una intervista nella quale si legge: «L’unità dei cristiani è un affare dello Spirito santo ed è raggiungibile … nella dottrina della Chiesa delle origini e indivisa; nella pienezza che viene conservata dalla Chiesa ortodossa». Dottrinalmente l’apostasia della cristianità è tutt’oggi patrimonio comune a tutte le chiese ortodosse. Abbandonare credenze e prassi che hanno secoli di storia, senza essere profeti di sventura, crediamo sia un orientamento inesistente. V Parte – Capitolo III Il mondo protestante nella sua divisione, per acquisire una maggiore efficacia e cessare lo scandalo dell’intolleranza reciproca ha dato origine all’ecumenismo. Tutte le chiese storiche vi fanno parte e anche delle chiese evangeliche. L’ecumenismo considera la divisione delle chiese protestanti come una ricchezza della grazia, perché ogni Chiesa condivide un patrimonio comune della fede ed è portatrice di aspetti peculiari che sono di ricchezza per tutta l’ecumene. Apparentemente è un pensiero di libertà e di grandezza, ma nella realtà conserva e radicalizza le chiese nelle proprie tradizioni ed errori storici. C’è da chiedersi se non si attribuisca allo Spirito questo scandalo non solo della divisione dell’ekklesia, ma che continui a proporre per verità dottrine e prassi non in conformità alla rivelazione. L’ecumenismo non è un incontro di Chiese attorno alla Parola di Dio per attingervi la «sana dottrina» e adeguarvisi, ma un incontro di Chiese attorno e con la Parola di Dio che conservano i propri steccati e tradizioni. Le Chiese si sono avvicinate tra loro e si rispettano, ma l’allontanamento dalle verità apostoliche non sono state annullate. La teologia liberale, nel mondo protestante, ha sradicato le radici del proprio patrimonio storico e disorientata vede un possibile connubio con la Chiesa madre. L’ostacolo al ritorno, all’integrazione con Roma è nel culto alla Vergine e nell’arroganza della supremazia del potere papale. Roma sa attendere, e il colonnato del Bernini esprime la larghezza e l’estensione delle sua braccia. La maggioranza delle Chiese evangeliche e comunità indipendenti non fanno parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma anche loro, pur essendo delle Chiese confessanti, ed esprimenti un atteggiamento anticlericale, conservano gli errori della chiesa post apostolica: errata comprensione della grazia nel rifiuto di un comandamento del decalogo, credenza dell’immortalità dell’anima, pene eterne dell’inferno e l’impegno a stabilire la santificazione dello pseudo giorno del Signore, cioè la domenica. Il carismatismo, che caratterizza il mondo evangelicale, in aggiunta agli errori appena indicati, saranno gli elementi, pur nella separazione da Roma, elementi per una santa alleanza. 320 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno Il filosofo anglosassone Bertrand Russel scriveva: «I1 mondo ha bisogno di un profeta il quale proclami, con la voce in cui si uniscono le potenze del tuono ed il più profondo senso di compassione, che la strada su cui sta andando l’umanità è una strada sbagliata, una strada che porta alla morte e all’estinzione di ogni speranza...».1 Il teologo valdese Vittorio Subilia scriveva: «Le Chiese devono mettersi alla ricerca di una via nuova. Questa via con ogni probabilità sarà diversa tanto dalla via seguita in questo cinquantennio di ecumenismo, quale ora ci appare nelle sue evoluzioni più recenti, quanto dalle prospettive proposte dal Concilio Vaticano. Questa via con ogni probabilità non seguirà neppure la pista che le viene offerta dai miti del dialogo, del servizio, del comunitarismo, che hanno conferito alla Cristianità della nostra generazione una vitalità fittizia, illudendola di inserirsi nel mondo col fermento del vangelo, mentre si tratta troppo spesso della consacrazione religiosa dell’etica corrente della società borghese e marxista per superare la crisi di trasformazione delle sue strutture. C’è dunque da presumere che la via non potrà essere né tradizionale-conservatrice, né ecumenica, né vaticana, né marxista. Allo stato attuale delle cose nessuno è in grado di indicare in anticipo quale sarà il tracciato di questa nuova via: a meno che nella nostra generazione sorga un «profeta», che pronunci una parola tale da liberarci dalla nostra disorientata e amara inquietudine di uomini alla ricerca di qualche cosa che non sanno né esprimere né individuare, ma che segretamente sanno essere l’essenziale e che non trovano in nessuno degli indirizzi noti. Si può soltanto dire - ma si deve dirlo - che l’udienza e l’autorità che il messaggio cristiano potrà ancora avere nel mondo di domani, dipenderà dalla capacità o meno di trovare questa via».2 Per il tempo della fine un messaggio particolare viene messo in evidenza nel testo biblico. 1 RUSSEL Bertrand, Ritratti a memoria, ed. Longanesi, Milano, p. 243. SUBILIA Vittorio, La nuova cattolicità del cattolicesimo, ed. Claudiana, Torre Pellice 1967, pp. 302,303. 2 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 321 V Parte – Capitolo III Con Apocalisse 14 si giunge al punto culminante dello scritto di Giovanni. All’inizio del capitolo viene dipinta la conseguenza dell’ultima battaglia tra l’opera di seduzione e la fedeltà alla Parola: i vincitori sono con l’Agnello sul Monte Sion. La conclusione del capitolo, dal versetto 14, presenta il Signore che ritornando li raccoglierà. Nella parte centrale, dal verso 6 al 13, l’apostolo tratteggia l’opera finale che i fedeli devono compiere per far conoscere il progetto di Dio fino al compimento della storia. Questo testo di Apocalisse 14, è la realizzazione di Marco 13:10, Matteo 24:14 che riportano le parole di Gesù quando afferma che il Vangelo sarà presentato al mondo intero, a tutti i suoi abitanti e allora si realizzerà lo scopo dell’evangelizzazione: il Regno eterno di Dio. Con questa sezione dell’Apocalisse l’umanità è posta davanti a un bivio le cui strade hanno delle conseguenze eterne o nella vita o nella morte. Presenta delle visioni premonitrici. Annuncia la crisi finale. Chiama l’umanità al pentimento, ma soprattutto sollecita l’ekklesia a restare salda nella lotta, poiché la vittoria è già stata acquisita e il riposo di Dio è promesso ai credenti fedeli. La visione dell’annuncio del vangelo eterno si situa in questa prospettiva. Dio, nel tempo che giudica il mondo, fa conoscere il suo Vangelo a tutti gli uomini e a tutti i popoli. E questo Vangelo, che viene definito «il Vangelo eterno», come la stessa espressione indica, non presenta nulla che non sia già stato proposto dal principio: è quanto creduto dai patriarchi, da Abrahamo, Isacco, Giacobbe, da Mosè, da Israele, dai profeti, insegnato da Gesù e predicato dagli apostoli. È eterno, cioè non è nuovo è l’annuncio della grazia già proposta nell’Eden, mediante la quale gli uomini trovano la vita e fuori dalla quale regna la morte. È eterno per le sue conseguenze. A conclusione del capitolo 10, l’angelo aveva detto a Giovanni, quale rappresentante della Chiesa dei tempi della fine: «Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re». Coloro che sono incaricati di annunciare «il Vangelo eterno» si caratterizzano dall’osservanza dei comandamenti di Dio e dall’avere la fede in Gesù (Apocalisse 14:12). Queste caratteristiche Giovanni le ha già indicate alla conclusione del capitolo 12, dove ha presentato 322 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno la progenie finale della cristianità fedele, generata dopo il dominio millenario papale, che vive nel mondo «serbando i comandamenti di Dio e ritenendo la testimonianza di Gesù» verso 17. L’apostolo, nel testo che prendiamo in esame vede tre messaggeri, che mettono in risalto un appello particolare. Dalla proclamazione del loro triplice messaggio, che è come un “ultimatum” rivolto all’umanità, con il quale si viene a creare la pienezza del rimanente del Popolo di Dio che, con perseveranza e fedeltà, aspetta la manifestazione della gloria di Cristo. È contemporaneamente profetico ed evangelico. Profetico nel senso che riassume l’insegnamento dei profeti parlando del tempo della fine; evangelico, perché è una buona novella che si estende al mondo intero, perché esprime la vittoria della verità sull’errore, della Parola di Dio sulla falsità. Questo annuncio al mondo fa eco alle parole del precursore del Messia: Giovanni Battista, il quale preparava la via al Signore. Gli angeli che annunciano i messaggi finali, rappresentano i porta parola della fine. Come il Battista era definito «angelo» Matteo 11:10; Marco 1:2; Luca 7:27 per la sua missione in Israele, così lo è il rimanente nel tempo della fine per il proprio mandato che deve compiere nel mondo intero. L’annuncio del vangelo, l’invito al ravvedimento e alla conversione, è sempre stata affidata a degli uomini e da loro compiu-ta. In questa nostra sezione prenderemo in considerazione solo il primo dei tre messaggi di Apocalisse 14.3 «Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante l’evangelo eterno per annunciarlo a quelli che abitavano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo: e diceva con gran voce: “Temete Iddio e dategli gloria poiché l’ora del suo giudizio è venuta; e adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque”» Apocalisse 14:6,7. 3 Per una esposizione di questi messaggi vedere il nostro lavoro Quando la Profezia diventa Storia, capitolo XVI. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 323 V Parte – Capitolo III Il primo angelo vola in mezzo al cielo «vola allo zenit, cioè, secondo le idee dell’epoca, nel punto del cielo in cui può essere visto e sentito dagli uomini sparsi su tutta la superficie della terra. Questa posizione dell’angelo indica di primo acchito l’universalità del suo messaggio, destinato a tutti gli uomini e portato alla conoscenza di tutta l’umanità».4 È un messaggio di speranza che annuncia che la tragedia umana è giunta alla sua fine.5 Questo primo quadro presenta quattro particolari: - annuncio dell’evangelo eterno in tutto il mondo; - invito a temere Iddio e dargli gloria; - l’ora del suo giudizio è venuta; - adorare il Creatore, ricordare la sua realtà perché è lui che ha fatto ogni cosa. È proprio ciò che la nostra società ha immensamente bisogno. Annuncio del vangelo eterno in tutto il mondo Il vangelo eterno è di una vastità immensa. Esso comprende: preesistenza di Gesù, il quale era con il Padre «avanti che il mondo fosse»; l’incarnazione, l’insondabile mistero per cui «la Parola è stata fatta carne»; la vita di Gesù con i suoi insegnamenti, con i suoi miracoli, il suo amore, manifestato nelle parole e negli atti; la croce con la redenzione dell’uomo; la tomba vuota, che attesta la resurrezione con potenza a seguito della quale Gesù è stato dichiarato il Figlio di Dio; l’ascensione di Gesù al cielo e il suo secondo avvento promesso alla sua ascensione e in altre dichiarazioni. Il vangelo eterno comprende ancora qualcos’altro di molto importante per voi e per me: il ministero di Gesù nel cielo a partire dalla sua ascensione fino al suo ritorno. Gesù è più che un personag4 MASSON Charles, L’Evangile éternel de l’Apocalypse XIV:6 à 7. Homage et reconnaissance à Karl Barth, Delachaux et Niestlé, Paris - Neuchâtel 1946, pp. 63, 64. 5 Vedere DOUKHAN Jacques, Le cri du ciel, Dammarie les Lys 1996, p. 172. 324 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno gio storico, è più che la speranza di eternità dei cristiani. In cielo è il garante della salvezza perché la vita del credente «è nascosta con Cristo in Dio». Vi è un altro aspetto del ministero di Cristo nel santuario celeste: non è soltanto il rappresentante dei credenti, ma anche come giudice in quanto «il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio».6 Quanto viene annunciato con forza non è diverso da quanto hanno insegnato gli apostoli. È lo stesso vangelo riportato alla luce negli ultimi tempi. È il vangelo che affonda le sue origini nella verità eterna di Dio, trasmessaci dalla sua Parola, e che ha una ripercussione eterna per tutti coloro che l’accettano. È il vangelo che permette di cogliere nel presente, tramite la fede, la presenza di Dio, quando non la si sente. Permette di gioire delle beatitudini che Gesù ha presentato nel suo sermone sul monte. Invita gli uomini a rispettare Dio e ad osservare le sue leggi. Questo vangelo è quello inalterabile, permanente che, pur contrastato dall’Avversario, rimane intatto. La precisazione che viene fatta fa pensare che ci sia stato nella storia un tempo nel quale sia stato anche insegnato e accettato in una forma alterata e per questo motivo, prima del ritorno del Signore, bisogna che sia fatto conoscere nell’integrità della verità. È l’annuncio che realizza quella Riforma, che a seguito dell’apostasia dei primi secoli la cristianità attende. Questo messaggio riguarda il tempo della fine, precede la venuta del Signore. Questo vangelo e la buona notizia, è quella parola che raggiungendo l’uomo gli offre quel bisogno di pace con se stesso, con gli altri e con Dio; gli fa sentire il perdono delle sue contraddizioni, errori e sconfitte. È la buona notizie che riempie di senso la propria esistenza e il cui orizzonte non è una speranza di augurio di un qualcosa, ma la consapevolezza di avere accolto, afferrato ciò che da sempre l’uomo cerca senza trovarlo. 6 Vedere PEASE Norval F., Con Cristo nel Santuario celeste, in Il Messaggero Avventista, numero speciale, novembre 1965, pp. 11,12; vedere Giovanni 17:5; 1:14; Romani 1:4; Atti 1:11; Colossesi 3:3; Giovanni 5:22. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 325 V Parte – Capitolo III Questo messaggio di salvezza è annunciato «con gran voce». È per coloro che, al contrario di Abrahamo, che si considerava pellegrino e forestiero in questo mondo, abitano sulla terra, cioè hanno fatto della terra la loro fissa dimora, il loro regno, si sono installati, seduti, fermati, abbarbicati, legati, inchiodati. È rivolto a coloro che non hanno altro orizzonte che i confini geografici della propria casa, nazione, mondo. J. Mager fa notare che l’espressione «risiedono sulla terra» è presentata con il verbo greco kathêsthai che in particolare rievoca la dignità del Signore «seduto» sul suo trono (Apocalisse 4:2,3,9,10; 5:1,7,13; 6:16; 7:10,15; 19:4; 20:11; 21:5). Si chiede quindi: «Gli uomini degli ultimi tempi considerano la terra come un seggio regale, dove potere “troneggiare”, come dei monarchi? Si comporterebbero come dei despoti dopo aver conquistato tutto il pianeta, troppo felici di aver sfruttato le sue risorse? O piuttosto questa espressione lascia intendere che essi non credono che ai valori materiali, immanenti, perché hanno rigettato ogni forma di trascendenza? Comunque sia, la formula profetica (“coloro che risiedono sulla terra”) svela lo stato dell’umanità proprio prima della parusia. Gli uomini dominano, ma nello stesso tempo sono asserviti dalle loro proprie passioni; idolatrano la materia pur sfruttando sconsideratamente le risorse naturali. Che atteggiamento contraddittorio! Pongono le loro speranze nel terrestre e nello stesso tempo distruggono il pianeta (Apocalisse 11:18c). Pur tuttavia, il Dio d’amore cerca un’ultima volta di raggiungere questi umani attaccati ai valori qui in basso, in rivolta contro il Creatore, occupati a sfuggirlo con ogni mezzo. Pieno di compassione li invita a ritornare a lui».7 Abbiamo qui presentato, per il tempo della fine, il compimento della Riforma: dare ai credenti, quale sacerdozio universale, la predicazione del vangelo depurato dalle incrostazioni sincretiste che hanno impoverito la Chiesa attraverso i secoli. La Riforma, sorta con il desiderio di proporre: “sola Scrittura, sola Grazia, sola Fede”, non 7 MAGER Johannes, Proclamer le Message Prophétique: Mission Permanente de l’Eglise, in AA.VV., Prophétie et Eschatologie, Conférences Bibliques Division Eurafricaine, vol. II, 1982, p. 142. 326 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno è riuscita nel suo intento perché essa stessa, pur in buona fede, nella sincerità di coloro che l’hanno proposta e accettata, ha conservato troppi errori ereditati dalla Chiesa di Roma; non ha annunciato un vangelo eterno, ma un vangelo che risentiva del pensiero corrotto dell’uomo, esprimendosi come chiesa multitudinista e non confessante. In un tempo in cui l’uomo si fa la propria religione da sé, frequenta i supermercati dello spirito, prende, lascia e scambia ciò che gli sembra meglio, fa la scoperta dell’incontro con il Dio che gli parla e gli si rivela. «Il vangelo eterno» è cogliere il progetto, la volontà di Dio di stare con l’uomo. Vedere realizzato nella storia e fare l’esperienza nella propria vita del Dio che viene a incontrarci, e rispondere al bisogno di eternità che c’è nel cuore dell’uomo e che cercato a tutti gli indirizzi non hanno soddisfatto appieno e rigenerato la propria identità. «Il vangelo eterno» è fare l’esperienza dei discepoli del Maestro che entrando nelle case degli altri possono dire, non per ripetere un ordine, ma per condividere un’esperienza: «Pace a questa casa!» e aggiungere: «Il regno di Dio si è avvicinato a voi», ed essere nell’allegrezza perché i propri «nomi sono scritti nei cieli» Luca 10:5,9,20. L’invito di «temere Iddio e dargli gloria», «si rivolge a una umanità idolatra e superstiziosa sedotta dalla bestia e dal falso profeta... Il primo passo richiesto da questa umanità è che essa riconosca l’autorità sovrana di Dio e l’onori come Dio vuole essere onorato».8 Invito a temere Iddio e dargli gloria «Temere Dio, non nel terrore ma nel rispetto,... non solamente con le labbra, ma con una conversione totale».9 Il verbo fobéo, 8 C. Masson, o.c., pp. 64, 65. C. Brütsch, o.c., p. 245. Se paura ci deve essere non è tanto nei confronti di Dio, ma di utilizzare in un modo sbagliato la nostra libertà per allontanarci da lui. 9 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 327 V Parte – Capitolo III temere, non significa avere paura, ma rispetto, riverenza, venerazione. Non è un sentimento, esprime un comportamento religioso. Il timore-rispetto per l’Eterno è la manifestazione della conversione. «Il timore dell’Eterno è il principio della sapienza», «è odiare il male», è trovare piacere nei comandamenti di Dio, perché «temere Dio ed osservare i suoi comandamenti è il tutto dell’uomo». Temere Dio è un atto di fede, ma anche un atto di obbedienza alla sua legge.10 «Temere Dio significa essere attenti al bene, al diritto, al giusto… Ogni passo, ogni decisione, ogni opera e ogni pensiero sono posti sotto il controllo dell’alto. È per questo che il temere Dio costituisce un leitmotiv importante nella letteratura di saggezza».11 Riconoscere Dio come Creatore, Giudice e Signore significa prendere Dio sul serio. «L’ora del suo giudizio è venuta» - tempo nel quale si colloca il primo appello L’urgenza di questo primo appello è motivata dal giudizio: «L’ora … è venuta». Oltre a mettere in risalto un particolare aspetto dell’insegnamento biblico, è un invito a prendere una decisione in un breve tempo, non motivata dalla paura, ma dal vangelo, dall’amore che Dio ha per l’uomo. Questa precisazione ci permette di collocare la predicazione in un’epoca ben determinata: nel tempo della fine, nel tempo che 10 Salmo 111:10; Proverbi 1:9; 9:10; 8:13; Ecclesiaste 12:15; Deuteronomio 4:10; Esodo 20:20; Ezechiele 12:13; Apocalisse 12:17. C’è da chiedersi se questo messaggio che invita ad avere rispetto nei confronti di Dio possa essere messo in contrapposizione al potere che Daniele ha descritto nel suo capitolo 7 che avrebbe «cambiato i tempi e la legge», che l’apostolo Paolo riprende nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi 2:3,4 presentandolo come «empio», «avversario», «che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino a porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio», che Giovanni presenta nel capitolo 13. Questa istituzione avrebbe proferito parole arroganti, bestemmie nei confronti di Coloro che erano nel santuario celeste. 11 J. Doukhan, o.c., p. 173. 328 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno precede il ritorno del Figlio dell’uomo, nel tempo in cui Cristo Gesù, come sommo Sacerdote, compie la sua opera di giudizio nel Santario celeste. Sebbene il vangelo predicato sia quello degli apostoli, questo messaggio del primo angelo verte sul giudizio che sia Gesù e i suoi discepoli hanno collocato in un tempo lontano. La predicazione apostolica consisteva nel testimoniare ai loro contemporanei che la grazia di Dio era apparsa, e non si proponeva altro che far conoscere Cristo e Cristo crocifisso. Per loro il tempo del giudizio è «a venire» diceva Paolo a Felice, e ad Atene ricordava che Dio giudicherà il mondo con giustizia.12 L’annuncio di questo messaggio non corrisponde a ciò che ha caratterizzato il risveglio della Riforma del XVI secolo e dei vari movimenti di Risveglio che si sono susseguiti fino al XIX secolo. La Riforma verteva essenzialmente sulla “giustificazione per fede”, non ebbe un carattere universale, e fu circoscritta alla sola Europa. Il tema della Riforma era: “sola grazia”.13 L’insegnamento della 12 Atti 17:31; 24:25; Daniele 7:13; Tito 2:11,12; 1 Corinzi 2:21. Nel XVI secolo, all’epoca della Riforma diversi teologi luterani hanno creduto di vedere in Lutero l’angelo dell’Apocalisse, altri hanno identificato l’angelo di Apocalisse 14:16 con il luteranesimo e altri ancora con la Riforma in generale (vedere VAUCHER Alfred Félix, Le Jugement, 1966, p. 13) ma queste aspettative sono state disattese. «Già nel 1530 (Lutero) era convinto che la fine fosse imminente e che essa arrivasse con una rapidità catastrofica. Decise allora di pubblicare immediatamente la sua traduzione di Daniele, al fine di potere compiere la sua opera prima del grande e terribile giorno del Signore. Espresse lo stesso timore che la venuta del Signore si sarebbe manifestata prima che avesse terminato la traduzione delle Scritture. Restò in questa ardente attesa escatologica fino alla sua morte, ma calcolò sempre di più il momento della fine. Nel 1541 pubblicò un libro intitolato Supputatio annorum mundi che fece ristampare nel 1545, in una edizione aumentata. In questo libro calcolò gli anni della storia secondo il vecchio stile patristico, e trovò che l’anno 1540 dopo Gesù Cristo doveva corrispondere all’anno 5500 dopo la creazione. Cinquecento anni dovevano ancora passare prima dell’eterno sabato ma il Signore aveva promesso di abbreviare il tempo per amore dei suoi eletti. Come il Signore stesso non era stato tre giorni e tre notti intere nella tomba, così pure il giorno della resurrezione della Chiesa sarebbe stato affrettato. 13 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 329 V Parte – Capitolo III Riforma voleva riportare la Chiesa all’origine apostolica, ma non è riuscita, come non sono riusciti i vari movimenti che si sono susseguiti. Questa predicazione è quella del tempo della fine. Il brano del testo biblico che segue il triplice messaggio, come abbiamo detto, descrive la mietitura e quindi ciò che viene annunciato all’umanità ha lo scopo di preparare e portare a compimento il popolo di Dio per il suo Regno. Ciò corrisponde alla predicazione iniziata nella metà del XIX secolo e che continua nel nostro in vista della «consumazione dell’opera missionaria sulla terra».14 È nel nostro tempo che il quadro profetico si sta compiendo nella storia e possiamo dire con A. Berthoud: «Se siamo attenti ai segni dei tempi, sembra proprio di essere nell’epoca descritta nei termini di Apocalisse 14:6».15 L’appello fa riferimento a quanto è iniziato alla scadenza dei 2300 anni profetici di Daniele, l’opera del giudizio con la sua conseguente purificazione del Santuario celeste e purificazione dell’Ekklesia. Si ha quindi in Apocalisse 14 la realizzazione di quanto viene ordinato nel capitolo 10 al popolo di Dio, rappresentato dall’apostolo Giovanni, che avendo divorato il «piccolo libro» del profeta Daniele gli viene detto: «Bisogna che tu profetizzi sopra molti popoli e lingue e re».16 La Chiesa di Dio annunciando «l’evangelo eterno», purificato da secoli di apostasia, insegna la verità e realizza questo mandato. Mentre sulla terra avviene questa proclamazione della salvezza, in cielo si compie il giudizio preliminare, che precede il ritorno di Gesù, presentato da Daniele 7, dove i libri che descrivono le opere Tutt’al più cento anni potrebbero ancora passare prima della fine» TORRANCE T.F., Les Réformateurs et la fin des temps, in Cahiers Théologiques, n. 35, Neuchâtel, p. 16. 14 GODET Frédéric, Études Bibliques - Nouveau Testament, 5a ed., Neuchâtel 1888, p. 321. 15 BERTHOUD Aloys, Le drame de la fin, Lausanne 1922, p. 25. 16 Apocalisse 10:11. Vedere il nostro precedente capitolo - Il Sorgere di un movimento mondiale. 330 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno degli uomini vengono aperti e il Re entra nella sala delle nozze per vedere se tutti gli invitati hanno l’abito di giustizia e allontanare coloro che, pur avendo risposto all’invito e avendo fatto parte della Chiesa, non hanno però accettato la sua grazia e quanto il Signore ha fatto e ha preparato per loro. Riguarda il tempo della chiesa di Laodicea, il cui nome indica la Chiesa del tempo del giudizio dei popoli alla quale Gesù si presenta come «il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio». L’appello che la Chiesa proclama nel tempo del giudizio preliminare riguarda la conoscenza, e l’adorazione del Creatore (Apocalisse 3:14; 14:7). Nel XIX secolo si assiste alla messa in discussione dell’esistenza di Dio e del suo Regno in nome del socialismo reale; dell’opera creativa di Dio nel nome dell’evoluzione; del valore della rivelazione biblica nel nome della ragione. Fino ai primi decenni del XIX secolo il vivere degli uomini nel corso dei secoli si è svolto su un piano alquanto lineare. Dal XIX secolo, la linea del “progresso”, se la possiamo tracciare su un grafico, ha avuto una curva verso l’alto presentandosi oggi in forma pressoché verticale. In campo militare, si passa da guerre campali a guerre totali. Non è più una nazione contro un’altra, è un blocco contro un altro. Nel campo tecnico si costruisce la macchina a vapore, si creano le prime automobili, si vola e le distanze si accorciano. L’èra industriale ha fatto sognare la trasformazione del pianeta Terra in un’Eden paradisiaco mediante la tecnologia. Oggi si è consapevoli di aver esagerato, di aver sognato a occhi aperti, c’è bisogno di meglio regolamentare lo sviluppo e la natura presenta il conto dei danni perpetrati. L’èra industriale e il progresso tecnico sono alla base del rinnovamento socio-politico del marxismo, movimento filosofico che in breve tempo, per la sua carica ideologica, conquista milioni di persone. Usando gli stessi mezzi dei potenti che lo hanno preceduto, La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 331 V Parte – Capitolo III cerca d’imporsi con la propaganda e la violenza. La sua filosofia di carattere universale è in favore della masse lavoratrici. Essa «oltrepassa tutte le filosofie sorte nell’Evo Moderno e che peraltro le avevano preparato la strada; dall’Illuminismo al Positivismo, dall’Idealismo all’Esistenzialismo, dallo Storicismo a tutte le filosofie laiche moderne e ogni forma di ateismo moderno filosofico. L’ateismo marxista non è teorico, ma è un ateismo pratico; si presenta come un messianismo destinato a trasformare il mondo mediante una palingenesi sociale, diretto a sostituire al paradiso dell’oltretomba il paradiso in terra».17 Il marxismo, prima della caduta del muro di Berlino, osservava J. Brun, era considerato il tutore di tutti coloro che cercano il pensiero confortevole della verità indiscutibile e del senso unidimensionale. Per questo numerosi sono stati i pastori e i preti che hanno camminato al passo dietro alla bandiera della demitizzazione il cui colore ha fatto capire che la stella rossa avrebbe sostituito quella di Betlemme. In effetti, se si demitizza l’escatologia, si trova la storia; se si demitizza il male, trova l’alienazione e lo sfruttamento degli uomini sugli uomini; se si demitizza la Chiesa, si trova l’umanità; se si demitizza il combattimento contro Satana, troviamo la lotta contro il capitale; se si demitizza il Regno e il Paradiso, troviamo la società senza classe; se si demitizza la crociata, troviamo la guerra rivoluzionaria; se si demitizza la lotta del bene contro il male, troveremo il buon combattimento della Sinistra contro la Destra; se si demitizza la grazia, troviamo la praxis; in breve, se si demitizza il Cristianesimo, troviamo la politica marxista che metterà la Rivoluzione sul trono della Redenzione.18 Malgrado il bisogno religioso che è sempre vivo, anche se assopito, si vuole costruire una società, un mondo paradisiaco senza Dio e senza bisogno del Salvatore! Il Settecento, l’epoca dei lumi, ha preparato l’uomo ai profondi sconvolgimenti del XIX secolo. L’uomo si è staccato da considerate 17 SABADIN Gavino, La storia come Passato presente e futuro, 1967, p. 55. Vedere BRUN Jean, Idéologie de la démythisation, in La Revue Reformée, n. 103, 1975/3, pp. 97,98. 18 332 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno “superate” concezioni del mondo per appoggiarsi su una sua nuova identità che sia rispettosa della sua libertà e della sua nuova volontà di erigersi a protagonista della sua storia. Lo sviluppo tecnico ha dilattoo i confini del sapere e le comunicazioni hanno annullato le distanze che separano i Paesi ma hanno anche allontanato gli uomini tra di loro. Ogni nuovo successo dell’uomo è considerato una sconfitta di Dio! Dal punto di vista scientifico esiste la volontà di trovare una forma atta a spiegare il mondo nel suo insieme e l’evoluzione interpreta tale ruolo. Questa teoria costituisce il coagulo di varie tendenze e s’impone per il suo fascino. Essa pensa di dare un significato al lavoro dei naturalisti, prima ridotti a semplici strumenti di classificazione del mondo vivente. È servita a giustificare l’imperialismo occidentale con la sua spinta coloniale e il modo di porsi di fronte alle razze di colore, facendo del bianco l’apogeo della scala evolutiva della specie.19 Questa teoria, dopo oltre un secolo, è ancora oggi a livello di ipotesi e sembra che non abbia delle valide fondamenta scientifiche. Ma questo pensiero ha talmente influenzato le menti degli insegnanti che lo si presenta nelle scuole come dogma, un dato di fatto. Oggi «per tentare di dissimulare il fallimento della nostra civiltà materialistica, i sostenitori della scienza ufficiale proclamano più forte il dogma che da tempo è la loro risorsa vitale, in mancanza di meglio».20 Ciononostante «l’evoluzione è una specie di dogma al quale i sacerdoti21 non credono più ma che mantengono per il 19 FANTONI Vittorio, Brevi note sul problema dell’evoluzione, Malcesine 1977, ciclostilato. SISMONDI Giuseppe e FONDI Roberto, Dopo Darwin, critica all’evoluzionismo, ed. Rusconi, Milano 1980. 20 SERVIER Jean, L’uomo e l’invisibile, ed. Borla, Torino 1967; Rusconi, Milano 1973, p. 26. 21 Termine religioso per indicare gli scienziati che sostengono come verità di fede l’evoluzione. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 333 V Parte – Capitolo III popolo. Bisogna avere il coraggio di dirlo perché gli uomini della generazione futura orientino le loro ricerche in altro modo».22 Con l’evoluzione «siamo qui in pieno mito, al centro di un colossale falso scientifico... Tutte queste teorie, tutti questi sistemi, tutte queste conclusioni che precedono l’osservazione dei fatti, hanno per unico scopo quello di calmare l’angoscia dell’uomo bianco isolato da così lungo tempo dal resto dell’umanità e di farlo sentire tranquillo nonostante i suoi crimini e le sue oppressioni... Questa certezza (dell’evoluzione) valida per i nostri nonni, non può soddisfare oggi uno spirito scientifico, come non può dare un senso al nostro cammino nella notte».23 Questa teoria insegnata oggi da teologi e riconosciuta anche dalla Santa Sede, smantella l’origine dell’uomo, la sua innocenza e la sua ribellione nei confronti di Dio, il senso dell’incarnazione dell’Eterno e la storia della salvezza. Ed è così che, nel nome dell’evoluzione, il Dio creatore, la cosiddetta scienza lo ha evacuato dalla creazione. Dalla metà del secolo scorso l’uomo fa dei giganteschi progressi per conoscersi. La psicanalisi, scienza meravigliosa e straordinaria, che studia i fatti dell’inconscio per guarire le manifestazioni morbose che hanno radici negli strati più profondi della psiche. Nel liberare la coscienza dal senso di colpa e soddisfare il bisogno che ogni persona ha di essere accolta e anche perdonata, a causa di una distorto insegnamento su Dio giudice, padre e padrone, presentato e vissuto come tiranno, si elimina il Signore della vita e il Salvatore che esprime grazie e perdono per ridare la vita eterna. In campo religioso non si accetta più la Rivelazione, la si discute, e la scuola detta razionalista del Graf-Wellhausen, che l’archeologia degli anni Venti ha demolito, continua oggi a intossicare gli studi biblici. Il risultato è che alla fine del XX secolo la teologia non crede 22 LEMOINE, Encyclopédie Française, 1938; cit. da CARLES Jules, Le Transformisme, Paris 1970, p. 86. 23 J. Servier, o.c., pp. 38,31,34. 334 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno più nell’escatologia, cioè nelle cose ultime24 e sembra che le Chiese non abbiamo più niente da dire al mondo se non ripetere quello che gli uomini sanno di già e ancor meglio delle Chiese. Il pensiero teologico protestante ha umanizzato e storicizzato la Parola di Dio, cioè ha posto al suo centro non il Dio trascendente che entra nella storia e si rivela, ma l’uomo che stabilisce la verità e il bene nel confrontarsi con la realtà di Dio. Le Chiese non più coerenti con la Parola di Dio, non riconoscendola sempre come la rivelazione del Signore, si presentano al mondo nello scandalo delle loro divisioni, cercando l’unità sul piano sociale, nel rispetto dei propri dogmi e tradizioni, visti come ricchezza del patrimonio del vangelo, che di fatto le impoverisce se non si crea l’unità della fede nella «sana dottrina» che è verità. La fede ha sempre di meno un riferimento nella rivelazione e la Bibbia non creduta come documento storico del Dio che ha parlato attraverso i secoli, ha sempre più un valore archeologico. Nel tempo in cui lo Spirito del Signore ha scosso la Chiesa e ha operato in favore dell’umanità, anche un altro spirito si è posto all’opera. Nasce, come è riconosciuto, con le sorelle Fox, lo spiritismo moderno che è però vecchio quanto il mondo. È ubriachezza per sentirsi come Dio! (Genesi 3:5). Per lo spiritismo Dio non è più necessario, anzi come nell’Eden è pericoloso, perché l’uomo, quando si riferisce e riconosce l’Essere supremo e sopranaturale, dimentica la propria origine divina, il far parte di un dio cosmico ed essere lui stesso un cristo, un salvatore reincarnato. Il New Age, panacea della fine del XX secolo, è un puré di tradizioni e culture religiose dei popoli, affascina ed è bevuta come 24 «La generazione che superava i 20 anni prima della prima guerra mondiale aveva ereditato dal XIX secolo una ferma fiducia nell’uomo. Coloro che allora si azzardavano a parlare di “escatologia” sollevavano in generale un grido di protesta indignata. Nietzsche predicava con risolutezza il superuomo e Gide invitava la gioventù ai festini terrestri. Ci si aspettava tutto dal futuro. Tutto, tranne due guerre mondiali in meno di 25 anni.. Da allora e fino alla nausea, Sartre canta il “nulla”, mentre Camus è assalito dall’assurdità dell’esistenza» DUC Daniel, Luci ed Ombre del nostro tempo, ed. AdV, Firenze 1960, p. 77. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 335 V Parte – Capitolo III un frappé e vaccina l’uomo nei confronti del Dio personale, creatore, che si è incarnato nella storia, artefice della Nuova Terra quale risultato del suo intervento nel tempo e dono per coloro che lo hanno accolto. Adorare il Creatore è riconoscere che ha fatto ogni cosa La Chiesa, annunciando il vangelo, invita le nazioni a dare gloria all’Eterno, cioè a porlo al di sopra di ogni valore, di ogni creatura, autorità, a esaltarlo, a lodarlo con parole e azioni. «Rendere gloria a Dio è lo scopo di ogni vita. È con questo scopo che Gesù Cristo ha vissuto sulla terra».25 «La glorificazione di Dio è identica alla vita di obbedienza della creatura che riconosce il suo Signore. La creatura non ha più che una sola possibilità: ringraziare Dio e servirlo».26 L’apostolo Paolo insegnava a «glorificare» Dio nel proprio corpo, essendo questo il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:20, 19). Il credente realizza questo anche mediante una vita temperata, dove il vizio e le abitudini dannose che minano la salute sono banditi. L’uomo riscattato da Dio, padrone di se stesso, si alimenta tenendo conto di quei principi sanitari ed igienici che Dio aveva espresso già nell’Antico Testamento per risalire, mediante la sua grazia, a un vivere secondo quanto stabilito nell’Eden. Purtroppo la cristianità nella sua apostasia ha dimenticato che il Dio della creazione è il Padre del cielo che si occupa della salute dell’umanità (Genesi 1:29; Levitico 11). A causa di questa trascuratezza il cristianesimo si presenta al mondo come una grande religione che ha tralasciato il vero stile di vita anche se poi è impegnato in una attività umanitaria con dispensari e ospedali. Questo stile di vita, nel rispetto delle leggi fondamentali della salute, deve essere riproposto nuovamente agli uomini. «Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio» 1 Corinzi 10:31. 25 26 336 C. Brütsch, o.c., p. 245; vedere Giovanni 17: 4. BARTH Karl, Dogmatique, t. II, I, 2, p. 431. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno In un contesto senza precedenti, come quello del XIX secolo, Iddio suscitava il suo portavoce il suo Riformatore per invitare gli uomini per il loro bene: «Temete Iddio e dategli gloria perché l’ora del suo giudizio è giunta. Adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e le fonti delle acque». Già nella Chiesa apostolica l’accettazione del vangelo implicava il timore dell’Eterno e la pratica del culto al Creatore. Leggiamo infatti nel libro degli Atti: «Vi predichiamo... (affinché) vi convertiate all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo, la terra e tutte le cose che sono in essi» Atti 14:15. Poiché l’uomo non si riconosce più come creatura di Dio, come essere voluto, risultato di un progetto, si dà al materialismo. Crede alla morte di Dio e si procura l’agonia nella sua esistenza. Non ha più tempo per pensare, segue l’andazzo del mondo. Distrugge la creazione e non ha tempo per sé e per il proprio Creatore. Proprio quando l’uomo cominciava ad affermare il suo ateismo moderno, seconda metà del XIX secolo, con le conseguenti sue deviazioni filosofiche, Dio previene la catastrofe ricordandogli la sua origine. Questo invito ad adorare il Creatore è anche una proposta di osservanza del IV comandamento, in quanto in esso Dio si presenta come il creatore del cielo e della terra. «È stato rilevato che il susseguirsi delle parole utilizzate in Apocalisse 14:7, per esortare ad adorare Dio quale Creatore, è un riferimento all’Esodo 20:11, il comandamento del sabato, nel decalogo: “Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare... Poiché l’Eterno ha fatto il cielo, la terra, il mare...”. Si può vedere in questo riferimento un segno che dimostra che adorare Dio nella qualità di Creatore significa anche osservare il giorno che egli stesso ha fissato come memoriale della sua creazione».27 «Il fatto che il sabato occupi un posto così considerevole nel decalogo come mostra il linguaggio di questo comandamento così solenne, e che questo comandamento sia ripetuto molte volte nel27 R. Badenas, o.c., p. 153. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 337 V Parte – Capitolo III l’A.T. mostra che si tratta di una istituzione centrale nella vita del popolo di Dio».28 «Alla sua entrata nell’esistenza terrena, l’anima umana, questa nobile fidanzata dello Spirito Santo, ha ricevuto il pegno della sua vocazione alla vita celeste. Questo pegno, questo anello di fidanzamento, se lo si può chiamare così, è il sabato. Il riposo sabbatico, come Dio lo ha istituito dal primo giorno dell’esistenza umana, racchiude virtualmente nel suo seno tutte le ricchezze future della vita superiore alla quale l’uomo è stato chiamato».29 Dio, lasciando all’uomo quell’anello, lo aiuta ad attendere il giorno delle nozze. Purtroppo su questo anello di fidanzamento si parla poco e si scrive ancor meno e ciò che sovente viene detto tende ad annullare il comandamento del Signore. K. Barth riconosce: «In generale, l’etica teologica ha trattato questo comandamento di Dio... con una leggerezza e una negligenza che non corrispondono né all’importanza che gli attribuisce la Scrittura, né al significato essenziale che possiede oggettivamente».30 L’osservanza del sabato non ha come base nessuna legge della natura. Il giorno è la durata di tempo che la terra impiega a ruotare su se stessa; il mese è il tempo che la luna impiega a ruotare attorno alla terra; l’anno è il tempo che la terra impiega a girare attorno al sole. La settimana non è collegata a nessun tempo cosmico, in tutte le culture e tradizioni, ha la sua giustificazione nel tempo con il quale la divinità ha scandito i giorni di lavoro con quello dell’adorazione, del riposo di Dio. «Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno», dice la Genesi. Perciò nel IV comandamento si legge: «Ricordati del giorno del sabato per santificarlo... poiché in sei giorni, l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato» Genesi 2:2; Esodo 20:8,10,11. 28 29 30 338 VISSER’T HOOFT W.A., in A.A.V.V., L’ordre de Dieu, Genève 1946, p. 50. GODET Frédéric, Le dimanche, Genève 1889, pp. 8, 9. BARTH Karl, o.c., III, 4, t. 15, p. 50. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno «La creazione non si spiega da sola, ma ha il suo senso nel riposo di Dio, che è lo scopo della creazione del Signore... Nei racconti della creazione il sabato ha lo scopo di indicare che il lavoro compiuto dal Creatore ha la sua ragion d’essere nel suo riposo. Il peccato dell’uomo è il rifiuto di accettare questo e un tentativo per trovare una interpretazione autonoma della creazione. Il significato del sabato di Dio non è abolito dal peccato dell’uomo, ma è intensificato da questa ribellione. Ora, più che mai, il sabato diventa segno della grazia di Dio verso un mondo che dipende da lui ma che rifiuta di riconoscerlo. Questo aspetto del riposo di Dio stabilisce una continuità tra la creazione e la redenzione. Il sabato ha ora un senso soteriologico. È un segno particolarmente concreto della grazia divina nei confronti dell’uomo. Il riposo di Dio non è distrutto dalle azioni degli uomini; esso sussiste, e resiste alla loro indifferenza e alla loro irrazionalità, come testimone della necessità dell’uomo. La caduta aggiunge anche una nuova dimensione al senso del sabato di Dio. Il sabato di Dio parla non solamente del suo riposo dopo la creazione, ma anche della redenzione futura della creazione. Nel suo riposo Dio guarda indietro, ma anche in avanti, al futuro escatologico e alla consumazione del riposo. Segno della creazione, il sabato lo è ugualmente della creazione rinnovata. Dio è Signore dell’una e dell’altra, ed esse dipendono tutte e due dalla sua opera. Quando Dio salva il suo popolo e fa alleanza con lui, ordina il sabato come segno della grazia redentrice».31 Questo insegnamento in forma sintetica è stato espresso già da Mosè, quando, dopo aver ricordato le parole del IV comandamento, aggiunge, a commento e spiegazione del perché dell’osservanza del sabato: «Ricordati che anche tu fosti schiavo in Egitto, e di lì ti cavò il Signore Dio tuo con mano forte e braccio potente. Per questo ti comandò di osservare il giorno di sabato» Deuteronomio 5:15; edizione Salani. Mosè sottolineò che Dio è contemporaneamente creatore e redentore, e quindi il sabato, questo giorno messo da parte 31 WELLS Paul, Le sabbat signe eschatologique, in Revue Réformée, 1976, p. 140. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 339 V Parte – Capitolo III nella vita israelitica, è segno della sua attività creatrice e redentrice. Nel suo aspetto sociale il sabato è il giorno di riposo del servo, dell’operaio e fa ricordare al padrone che colui che lavora per lui è suo fratello; e che lui stesso, se ora è libero, quale datore di lavoro, ieri era schiavo nel paese d’Egitto. «Il sabato segna l’atto di redenzione compiuto nel corso della storia della salvezza... Il senso del sabato nella storia dell’alleanza è quello di orientare l’uomo verso la salvezza futura. È contemporaneamente un segno del giudizio e della grazia: di giudizio, perché il tentativo umano di entrare nel suo proprio riposo d’ autogiustificazione è condannato; e della grazia, perché indica in anticipo la realizzazione del riposo escatologico di Dio. Per il popolo di Dio, osservare il sabato è cogliere il segno della salvezza escatologica offerta da Dio.32 Rifiutare il riposo, al contrario, è separarsi dal popolo di Dio e porsi sotto il giudizio escatologico.33 - Il sabato che appartiene alla creazione, ha un valore escatologico che lo supera. Il riposo escatologico è questa realtà di cui il sabato settimanale è un tipo. L’osservanza del tipo è il mezzo mediante il quale il principio del compimento si introduce negli atti divini di giudizio e di grazia».34 Coloro quindi che attendono di entrare nel riposo eterno di Dio, che è futuro, oggi sulla terra hanno «un riposo di sabato» Ebrei 4:935 che permette di godere per anticipazione ciò che ancora si deve compiere. La santificazione del sabato è nel presente il monumento che annuncia la creazione futura dei nuovi cieli e della nuova terra. 32 Isaia 58:13,14; 56:1-7; Geremia 17:19-27. Esodo 31:14; 35:2; Numeri 15:32-36; Ezechiele 20:13; Nehemia 13:17,18. 34 P. Wells, o.c., pp. 141, 142. 35 La parola che qui viene impiegata per indicare il riposo del giorno di sabato è sabbatismos cioè celebrazione del sabato. Questa espressione greca la si trova solamente in questo passo nel Nuovo Testamento. Deriva dal verbo sabbatizo ed è impiegato nella versione dei LXX in Esodo 16:30 che dice: «Così il popolo si riposò il settimo giorno» o «Il popolo osservò il riposo sabbatico, il giorno settimo». La Bibbia, ed. Marietti traduce Ebrei 4:9: «Un riposo sabbatico per il popolo di Dio». 33 340 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè? Il vangelo eterno Questo primo messaggio ci mostra, come dice K. Barth, che «L’evangelo e la Legge non devono essere disgiunti, essi costituiscono una sola entità».36 L’Eterno ha suscitato un popolo affinché compia la sua opera prima che ritorni. 36 BARTH Karl, Esquisse d’une dogmatique, Neuchâtel 1950, p. 15. La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché? 341 CONCLUSIONE In un tempo in cui le religioni pur differenziandosi cercano un linguaggio comune e chi esce dal coro è considerato fondamentalista, integralista, irrispettoso e irriverente nei confronti della fede degli altri, far suonare le proprie trombe, manifestare la propria identità, esprimendo il proprio pensiero, richiamare, come ci riporta il Vangelo, gli uomini alla conversione e conformarsi alla verità che la Scrittura da secoli propone, non può non suscitare una comprensibile reazione. Abbiamo corso il rischio. Immaginiamo che molti non applaudiranno e scuoteranno il capo in segno di commiserazione, è comprensibile. Quanto abbiamo scritto è ciò che crediamo. Troppi sono i segnali di smarrimento della fede, tanti sono gli appelli alla riflessione per considerare la realtà del religioso nel nostro tempo. Il bisogno di una Riforma della cristianità è una voce che risuona da secoli, anche se sono pochi che l’hanno udita, e oggi riteniamo che sia un coro forte e numeroso, ma rispondere presentando, come abbiamo compreso la Parola di Dio per il nostro tempo, e credendo che il Signore abbia previsto fin dall’epoca apostolica i nostri bisogni e risponde mediante la sua rivelazione che ha trovato nella storia e nel nostro tempo la sua realizzazione, non accettata anche perché non conosciuta, riteniamo che sia doveroso da parte nostra. L’umiltà non è nascondere la luce sotto la campana, diceva Gesù nel sermone sul monte, ma farla risplendere alla gloria di Dio affinché gli uomini vedendola glorifichino il Padre nostro, l’Eterno, che è nei cieli (Matteo 5:14-16). La Parola di Dio per l’uomo è la manifestazione della fiducia che Dio ha delle sue creature, annunciare la Parola di Dio ai propri confratelli è esprimere la fede che Dio ha ancora nel cuore e nella ragione umana, richiamare le persone ad ascoltare la risposta di Dio ai propri bisogni e far conoscere come questa sua Parola si è compiuta, non solo comporta a essere garanti di accettare che si reagisca con un no, ma è anche esprimere il proprio bisogno di testimoniare che la Parola di Dio sia giunta fino a noi. Conclusione Ogni gruppo religioso, comunità, chiesa ha in sé, pur presentando valori eterni, la miseria e contraddizione della natura umana. È questa nostra disgrazia che affievolisce e denatura le più grandi cose e porta anche ombra sulla realtà di Dio. Saulo consapevole della sua piccolezza, nell’accettare il Vangelo cambia il suo nome in Paolo, che significa piccoli e dice di sé di considerarsi «da meno del minimo di tutti i santi» Efesi 3:8, cioè degli altri apostoli, ma pur tuttavia è consapevole di essere depositario di un grande ricchezza, di una verità senza limiti, che non teme il confronto con i sapienti, le filosofie e le religioni del suo tempo e scrive: «Abbiamo questo tesoro (di verità) in vasi d’argilla» 2 Corinzi 4:7. Questa sua coscienza di avere qualcosa di grande, il tesoro e nello stesso tempo di essere consapevole della sua pochezza, essere un vaso di terra, non gli toglie la sua identità e di compiere la sua opera di «ambasciatore per Cristo» 2 Corinzi 5:20. La sua grandezza, porta parola del Signore, è tale anche se è in «catene» Efesi 6:20, cioè quando è considerato agli occhi di tutti come colui che è sconfitto, vinto dalla vita, abbandonato dal suo Dio di gloria che non fa nulla per lui, lasciandolo in prigione, debole nella sua malattia (2 Corinzi 10:10; 11:29), e ringrazia i galati che non si sono schifati di lui. Quando si comprende la rivelazione del Signore, si è toccati dalla sua grazia, non ci si può sottrarre al dovere della propria testimonianza se non si vuole rinnegare il Signore e se stessi. È quanto abbiamo ritenuto di fare con questo lavoro. 344 La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendice 1 LE DOTTRINE DELLA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA DEL 7° GIORNO Gli Avventisti del 7° Giorno accettano la Bibbia come loro unico «credo» e ritengono che determinate dottrine fondamentali rappresentino il vero insegnamento delle Sacre Scritture. Queste dottrine, così come verranno espresse, costituiscono il modo in cui la chiesa comprende l’insegnamento delle Scritture. Una loro revisione può essere fatta solo in occasione di un’assemblea della Conferenza Generale, quando la chiesa è guidata dallo Spirito Santo verso una comprensione più completa della verità biblica o trova un linguaggio migliore per esprimere gli insegnamenti della Parola di Dio. 1. Le Sacre Scritture Le Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento, sono la Parola di Dio redatta, trasmessa per ispirazione divina da santi uomini di Dio, che hanno parlato e scritto guidati dallo Spirito Santo. Tramite questa Parola, Dio ha comunicato all’uomo la conoscenza necessaria per la salvezza. Le Sacre Scritture sono la rivelazione infallibile della sua volontà. Esse rappresentano il modello per il carattere, il banco di prova per l’esperienza, l’autorevole rivelazione delle dottrine e l’attendibile racconto degli atti di Dio nella storia (cfr. 2 Pietro 1:20,21; 2 Timoteo 3:16,17; Salmo 119:105; Proverbi 30:5,6; Isaia 8:20; Giovanni 17:17; 1 Tessalonicesi 2:13; Ebrei 4:12). 2. La trinità C’è un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, un’unità di tre persone coeterne. Dio è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente ovunque e sempre. Egli è infinito e trascende l’umana comprensione, ma si fa conoscere tramite la sua rivelazione. Egli è degno per sempre dell’adorazione e del servizio di tutta la creazione (cfr. Deuteronomio 6:4; Matteo 28:19; 2 Corinzi 13:14; Efesi 4:4-6; 1 Pietro 1:2; 1 Timoteo 1:17; Apocalisse 14:7). 3. Il Padre Appendici Dio, l’Eterno Padre, è il Creatore, la Fonte, il Sostenitore, il Sovrano di tutta la creazione. Egli è giusto e santo, misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco di immutabile amore e di fedeltà. Le qualità e i poteri espressi nel Figlio e nello Spirito Santo sono anche rivelazione del Padre (cfr. Genesi 1:1; Apocalisse 4:11; 1 Corinzi 15:28; Giovanni 3:16; 1 Giovanni 4:8; 1 Timoteo 1:17; Esodo 34:6,7; Giovanni 14:9). 4. Il Figlio Dio, l’Eterno Figlio, si incarnò in Gesù Cristo. Grazie a lui furono create tutte le cose, è stato rivelato il carattere di Dio, si compie la salvezza dell’umanità e il mondo viene giudicato. Per sempre vero Dio, egli divenne anche vero uomo: Gesù il Cristo. Fu concepito dallo Spirito Santo e nacque dalla vergine Maria. Visse e sperimentò la tentazione come un essere umano, ma fu un esempio perfetto della giustizia e dell’amore di Dio. Tramite i suoi miracoli manifestò la potenza di Dio e fu dichiarato il Messia promesso da Dio. Soffrì e morì volontariamente sulla croce per i nostri peccati e al nostro posto. Risuscitato dai morti, ascese al cielo per esercitare nel santuario del cielo il suo ministero in nostro favore. Egli verrà di nuovo in gloria per la liberazione finale del suo popolo e per la restaurazione di tutte le cose (cfr. Giovanni 1:1-3,14; Colossesi 1:1519; Giovanni 10:30; 14:9; Romani 6:23; 2 Corinti 5:17-19; Giovanni 5:22; Luca 1:35; Filippesi 2:5-11; Ebrei 2:9-18; 1 Corinzi 15:3,4; Ebrei 8:1,2; Giovanni 14:1-3). 5. Lo Spirito Santo Dio, l’Eterno Spirito, partecipò con il Padre e con il Figlio alla creazione, all’incarnazione e alla redenzione. Egli ispirò gli autori delle Scritture. Manifestò la sua potenza nella vita del Cristo. Sensibilizza e convince gli esseri umani, rigenera e trasforma a immagine di Dio coloro che rispondono al suo invito. Inviato dal Padre e dal Figlio per essere per sempre con i suoi figli, egli concede i doni spirituali alla chiesa, le accorda potenza per testimoniare del Cristo e, in armonia con le Scritture, la guida in tutta la verità (cfr. 346 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Genesi 1:1,2; Luca 1:35; 4:18; Atti 10:38; 2 Pietro 1:21; 2 Corinzi 3:18; Efesi 4:11,12; Atti 1:8; Giovanni 14:16-18,26; 15:26,27; 16:713). 6. La creazione Dio è il Creatore di tutte le cose e ha rivelato nelle Scritture il resoconto autentico della sua attività creativa. In sei giorni il Signore fece «i cieli e la terra» e tutte le cose viventi che sono in essa e si riposò il settimo giorno di quella prima settimana. In questo modo egli stabilì il sabato come un memoriale perpetuo della sua opera creativa. Il primo uomo e la prima donna furono formati a immagine di Dio, come coronamento dell’opera della creazione; fu affidato loro il dominio sul mondo e la responsabilità di averne cura. Quando il mondo fu compiuto, era «molto buono» e manifestava la gloria di Dio (cfr. Genesi 1:2; Esodo 20:8-11; Salmo 19:1-6; 33:6,9; 104; Ebrei 11:3). 7. La natura dell’uomo L’uomo e la donna sono stati creati all’immagine di Dio, ognuno con la propria individualità, con il potere e la libertà di pensare e di agire. Sebbene creati come esseri liberi, ognuno è un’unità indivisibile di corpo, mente e spirito, dipendente da Dio per la vita, il respiro e ogni altra cosa. Quando i nostri progenitori disubbidirono al Signore, negarono la loro dipendenza dal Creatore e decaddero dall’elevata posizione che detenevano in lui. L’immagine di Dio in loro fu deturpata e divennero soggetti alla morte. I loro discendenti hanno ereditato questa natura decaduta e le sue conseguenze. Essi nascono con le debolezze e le tendenze al male. Dio però, in Cristo, riconciliò il mondo con sé e, tramite il suo Spirito, ripristina negli esseri umani pentiti l’immagine del loro Creatore. Creati per la gloria di Dio, essi sono chiamati ad amarlo, ad amarsi gli uni gli altri e ad aver cura dell’ambiente che li circonda (cfr. Genesi 1:26-28; 2:7; Salmo 8:4-8; Atit 17:24-28; Genesi 3; Salmo 51:5; Romani 5:12-17; 2 Corinzi 5:19,20; Salmo 51:10; 1 Giovanni 4:7,8,11,20; Genesi 2:15). La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 347 Appendici 8. Il gran conflitto Tutta l’umanità è coinvolta in un grande conflitto fra il Cristo e Satana riguardo al carattere di Dio, alla sua legge e alla sua sovranità sull’universo. Questo conflitto iniziò in cielo, quando un essere creato, dotato di libertà di scelta, esaltando se stesso, divenne Satana, l’avversario di Dio, inducendo alla rivolta una parte degli angeli. Egli introdusse uno spirito di ribellione in questo mondo quando convinse Adamo ed Eva a peccare. Il peccato dell’uomo portò alla deformazione dell’immagine di Dio nell’umanità, al disordine del mondo creato e alla sua devastazione all’epoca del diluvio universale. Osservato da tutto il creato, questo mondo è diventato l’arena del conflitto universale, alla fine del quale la giustizia di Dio sarà definitivamente riconosciuta. Per assistere il suo popolo in questo conflitto, il Cristo invia lo Spirito Santo e gli angeli fedeli a guidarlo, proteggerlo e sostenerlo nella via della salvezza (cfr. Apocalisse 12:4-9; Isaia 14:12-14; Ezecchiele 28:12-18; Genesi 3; Romani 1:19-32; 5:12-21; 8:19-22; Genesi 6-8; 2 Pietro 3:6; 1 Corinzi 4:9; Ebrei 1:14). 9. La vita, la morte e la risurrezione del Cristo Con la vita di perfetta ubbidienza del Cristo alla volontà di Dio, con le sue sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione Dio ha provveduto all’unico mezzo per espiare il peccato dell’uomo, affinché coloro che per fede accettano questa espiazione possano avere la vita eterna e l’intera creazione possa comprendere meglio l’infinito e santo amore del Creatore. Questa perfetta espiazione rivendica la giustizia della legge di Dio e la misericordia del suo carattere: essa infatti condanna il nostro peccato ma provvede anche al nostro perdono. La morte del Cristo è sostitutiva ed espiatoria, riconciliatrice e trasformatrice. La risurrezione del Cristo proclama il trionfo di Dio sulle forze del male e a coloro che accettano l’espiazione essa assicura la loro vittoria finale sul peccato e sulla morte. Essa dichiara che Gesù Cristo è il Signore, davanti al quale «si piegherà ogni ginocchio in cielo e sulla terra» (cfr. Giovanni 3:16; Isaia 53; 1 Pietro 2:21,22; 1 Corinzi 15:3,4,20-22; 2 Corinzi 348 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici 5:14,15,19-21; Romani 1:4; 3:25; 4:25; 8:3,4; 1 Giovanni 2:2; 4:10; Colossesi 2:15; Filippesi 2:6-11). 10. L’esperienza della salvezza Nel suo amore infinito e nella sua grande misericordia Dio considerò il Cristo, che non peccò, come peccatore al nostro posto affinché in lui potessimo diventare giustizia di Dio. Guidati dallo Spirito Santo ci rendiamo conto dei nostri limiti, riconosciamo la nostra colpevolezza, ci pentiamo dei nostri errori ed esercitiamo la nostra fede in Gesù accettandolo come Signore e Cristo, come Sostituto ed Esempio. Questa fede che riceve salvezza proviene dal divino potere della Parola ed è un dono della grazia di Dio. Tramite il Cristo siamo giustificati, adottati come figli e figlie di Dio e liberati dal dominio del peccato. Mediante lo Spirito nasciamo di nuovo e siamo santificati; lo Spirito rinnova le nostre menti, scrive la legge d’amore di Dio nei nostri cuori e ci dà la forza per vivere una vita santa. Rimanendo fedeli a lui diventiamo partecipi della natura divina e abbiamo la certezza della salvezza ora e nel giorno del giudizio (cfr. 2 Corinzi 5:17-21; Giovanni 3:16; Galati 1:4; 4:4-7; Tito 3:3-7; Giovanni 16:8; Galati 3:13,14; 1 Pietro 2:21,22; Romani 10:7; Luca 17:5; Marco 9:23,24; Efesi 2:5-10; Romani 3:21-26; Colossesi 1:13,14; Romani 8:14-17; Galati 3:26; Giovanni 3:3-8; 1 Pietro 1:23; Romani 12:2; Ebrei 8:7-12; Ezechiele 36:25-27; 2 Pietro 1:3,4; Romani 8:1-4; 5:6-10). 11. La chiesa La chiesa è la comunità dei credenti che confessano Gesù Cristo come Signore e Salvatore. Come il popolo di Dio dell’Antico Testamento, siamo chiamati a distaccarci dal mondo e unirci per il culto, per la comunione fraterna, per lo studio della Parola, per la celebrazione della Cena del Signore, per il servizio nei confronti di tutta l’umanità e per la proclamazione mondiale del Vangelo. La chiesa trae la sua autorità dal Cristo, che è la Parola incarnata, e dalle Scritture, che sono la Parola scritta. La chiesa è la famiglia di Dio: adottati da lui come figli, i suoi membri vivono secondo il nuovo La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 349 Appendici patto. La chiesa è il corpo del Cristo, una comunità di fede della quale il Cristo stesso è il capo. La chiesa è la sposa per la quale il Cristo è morto per santificarla e purificarla. Al suo ritorno in gloria, egli la presenterà come chiesa gloriosa, chiesa fedele di tutte le epoche, acquistata con il proprio sangue, senza né macchia né ruga, ma santa e irreprensibile (cfr. Genesi 12:3; Atti 7:38; Efesi 4:11-15; 3:8-11; Matteo 28:19,20; 16:13-20; 18:18; Efesi 2:19-22; 1:22,23; 5:23-27; Colossesi 1:17,18). 12. Il «rimanente» e la sua missione La chiesa universale è composta da tutti coloro che credono veramente in Cristo, ma negli ultimi giorni, in un periodo di totale apostasia, un rimanente è stato chiamato a osservare i comandamenti di Dio e preservare la fede di Gesù. Questo rimanente annuncia che è giunta l’ora del giudizio, proclama la salvezza tramite il Cristo e l’avvicinarsi del momento del suo ritorno. Questa proclamazione è simboleggiata dai tre angeli di Apocalisse 14; coincide con l’opera del giudizio in cielo e ha come risultato un’opera di ravvedimento e di riforma sulla terra. Ogni credente è chiamato a partecipare personalmente a questa testimonianza di portata mondiale (cfr. Apocalisse 12:17; 14:6-12; 18:1-4; 2 Corinzi 5:10; Giudici 3,14; 1 Pietro 1:16-19; 2 Pietro 3:10-14; Apocalisse 21:1-14). 13. L’unità del corpo di Cristo La chiesa è un corpo con molte membra chiamate da ogni nazione, tribù, lingua e popolo. In Cristo noi siamo una nuova creatura: distinzioni di razza, cultura, istruzione, nazionalità, differenze di classe, fra ricchi e poveri o fra maschi e femmine, non devono rappresentare motivi di divisione. Siamo tutti uguali in Cristo che, mediante un unico Spirito, ci ha uniti a lui e l’uno con l’altro. Dobbiamo servire ed essere serviti senza parzialità o riserve. Tramite la rivelazione di Gesù Cristo nelle Scritture noi siamo partecipi della stessa fede e della stessa speranza e ne rendiamo testimonianza a tutti. Questa unità trova la sua fonte nell’unità del Dio «trino» che ci ha adottati come suoi figli (cfr. Romani 12:4,5; 1 Corinzi 12:12-14; 350 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Matteo 28:19,20; Salmo 133:1; 2 Corinzi 5:16,17; Atti 17:26,27; Galati 3:27,29; Colossesi 3:10-15; Efesi 4:14-16; 4:1-6; Giovanni 17:20-23). 14. Il battesimo Con il battesimo confessiamo la nostra fede nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo e testimoniamo della nostra morte al peccato e della nostra decisione di iniziare una nuova vita. In questo modo riconosciamo il Cristo come Signore e Salvatore, diventiamo suo popolo e siamo accolti come membri dalla sua chiesa. Il battesimo è il simbolo della nostra unione con il Cristo, del perdono dei nostri peccati e del fatto che abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Si celebra per immersione nell’acqua ed è subordinato alla dichiarazione di fede in Gesù e alla manifestazione di un reale ravvedimento dal peccato. Esso segue allo studio delle Sacre Scritture e all’accettazione del loro insegnamento (cfr. Romani 6:1-6; Colossesi 2:12,13; Atti 16:30-33; 22:16; 2:38; Matteo 28:19,20). 15. La Santa Cena La Santa Cena è la partecipazione ai simboli del corpo e del sangue di Gesù come espressione di fede in lui, nostro Signore e Salvatore. In questa esperienza di comunione il Cristo è presente per incontrarsi con il suo popolo e per fortificarlo. Partecipandovi proclamiamo con gioia la morte del Signore fino al suo ritorno. La preparazione per la Santa Cena include un esame di coscienza, il pentimento e la confessione. Il Maestro ordinò di celebrare il servizio della lavanda dei piedi per sottolineare una rinnovata purificazione, per esprimere una volontà di servizio reciproco con la sua stessa umiltà e per unire i nostri cuori nell’amore. Il servizio di comunione è aperto a tutti i credenti cristiani (1 Corinzi 10:16,17; 11:23-30; Matteo 26:17-30; Apocalisse 3:20; Giovanni 6:48-63; 13:1-17). 16. I doni dello Spirito Dio concede a tutti i membri della sua chiesa, indipendentemente dall’epoca in cui vivono, i doni spirituali che ognuno deve utilizzare La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 351 Appendici in un servizio motivato dall’amore, per il bene comune della chiesa e dell’umanità. Donati dallo Spirito Santo, che li distribuisce «a ciascuno in particolare come Egli vuole», i doni assicurano quelle capacità e quella vocazione necessarie alla chiesa per l’esercizio delle funzioni stabilite da Dio. Secondo le Scritture, questi doni sono: la fede, la guarigione, la profezia, la predicazione, l’insegnamento, l’amministrazione, la comprensione, la riconciliazione, il servizio altruistico e la bontà per aiutare e incoraggiare le persone. Alcuni membri sono chiamati da Dio e ricevono i doni dello Spirito per esercitare le funzioni riconosciute dalla chiesa nel ministero pastorale, evangelistico, apostolico e nell’insegnamento. Queste funzioni sono particolarmente importanti per preparare i membri al servizio, per aiutare la chiesa a crescere verso il raggiungimento della maturità spirituale, per promuovere l’unità della fede e la conoscenza di Dio. Quando i membri usano questi doni spirituali «come buoni amministratori della svariata grazia di Dio», la chiesa è protetta dagli influssi distruttivi delle false dottrine, si sviluppa grazie all’intervento di Dio e si rafforza nella fede e nell’amore (cfr. Romani 12:4-8; 1 Corinzi 12:9-11,27,28; Efesi 4:8,11-16; Atti 6:1-7; 1 Timoteo 2:1-3; 1 Pietro 4:10,11). 17. Il dono di profezia Uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un segno che identifica la chiesa del rimanente e si è manifestato nel ministero di Ellen G. White. Quale messaggera del Signore, i suoi scritti sono una continua e autorevole fonte di verità e offrono alla chiesa incoraggiamento, guida, istruzione e correzione. Essi affermano anche, in modo chiaro, che la Bibbia è la norma in base alla quale ogni insegnamento e ogni esperienza devono essere provati (cfr. Galati 2:28,29; Atti 2:14-21; Ebrei 1:1-3; Apocalisse 12:17; 19:10). 18. La legge di Dio I grandi principi della legge di Dio sono contenuti nei dieci comandamenti e sono stati manifestati nella vita del Cristo. Essi sono l’espressione dell’amore di Dio, della sua volontà e dei suoi propositi 352 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici relativi alla condotta e alle relazioni umane e sono vincolanti per tutti gli uomini di ogni epoca. Questi principi costituiscono la base del patto di Dio con il suo popolo e rappresentano il criterio del giudizio. Grazie all’opera dello Spirito Santo, essi indicano il peccato e risvegliano il desiderio di un Salvatore. La salvezza viene attribuita per grazia e non per opere, ma i suoi frutti si manifestano nell’ubbidienza ai comandamenti. Questa ubbidienza sviluppa un carattere cristiano e produce effetti positivi. È una dimostrazione del nostro amore per il Signore e dell’interesse per i nostri simili. L’ubbidienza della fede dimostra la potenza del Cristo nel trasformare la vita e perciò rafforza la testimonianza cristiana (cfr. Esodo 20:1-17; Salmo 40:7,8; Matteo 22:36-40; Deuteronomio 28:1-14; Matteo 5:17-20; Ebrei 8:8-10, Giovanni 16:7-10; Efesi 2:8-10; 1 Giovanni 5:3; Romani 8:3,4; Salmo 19:7-14). 19. Il sabato Il Creatore, dopo i sei giorni della creazione, si riposò il settimo giorno e istituì il sabato per tutti come memoriale della creazione. Il quarto comandamento dell’immutabile legge di Dio richiede l’osservanza di questo settimo giorno, il sabato, come giorno di riposo, di culto e di servizio in armonia con l’insegnamento e l’esempio di Gesù, Signore del sabato. Il sabato è un giorno di comunione con Dio e con il prossimo. Esso è un simbolo della nostra redenzione in Cristo, un segno della nostra santificazione, un’espressione della nostra fedeltà, un’anticipazione del nostro futuro eterno nel regno di Dio. Il sabato è il segno perpetuo scelto da Dio per rappresentare il suo patto eterno con il suo popolo. La lieta osservanza di questo tempo sacro, da tramonto a tramonto, è una celebrazione dell’opera creatrice e redentrice di Dio (cfr. Genesi 2:1-3; Esodo 20:8-11; Luca 4:16; Isaia 56:5,6; 58:13,14; Matteo 12:1-12; Esodo 31:13-17; Ezechiele 20:12,20; Deuteronomio 5:12-15; Ebrei 4:1-11; Levitico 23:32; Marco 1:32). 20. La gestione cristiana della vita La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 353 Appendici Noi siamo gli amministratori di Dio che ci ha affidato tempo e opportunità, capacità e beni, ricchezze dalla natura e sue risorse. Noi siamo responsabili nei suoi confronti del loro giusto uso. Riconosciamo la sovranità di Dio mediante un leale servizio, offerto a lui e ai nostri simili, restituendo la decima e dando le offerte per la proclamazione del Vangelo e per il sostentamento e lo sviluppo della sua chiesa. L’amministrazione è un privilegio offertoci da Dio per coltivare l’amore e riportare la vittoria sull’egoismo e l’avarizia. L’amministratore cristiano si rallegra delle benedizioni che gli altri ricevono come risultato della sua fedeltà (cfr. Genesi 1:26-28; 2:15; 1 Cronache 29:14; Aggeo 1:3-11; Malachia 3:8-12; 1 Corinzi 9:914; Matteo 23:23; Romani 15:26,27). 21. Uno stile di vita cristiano Siamo invitati a essere un popolo santo che pensa, sente e agisce in armonia con i principi del cielo. Affinché lo Spirito possa ricreare in noi il carattere del nostro Signore, dobbiamo impegnarci soltanto in ciò che produrrà nella nostra vita purezza cristiana, salute e gioia. Questo significa che cercheremo di conformare i nostri divertimenti e i nostri svaghi ai più elevati principi di gusto e bellezza cristiani. Pur riconoscendo le differenze culturali, il nostro modo di vestire deve essere improntato alla semplicità, alla modestia e all’ordine, consono con il modo di vivere di coloro la cui vera bellezza non consiste nell’ornamento esteriore, ma in quello duraturo di uno spirito quieto e gentile. Ciò significa anche che, siccome i nostri corpi sono il tempio dello Spirito Santo, dobbiamo averne cura in modo intelligente. Oltre a un adeguato esercizio fisico e al riposo, dobbiamo adottare la dieta più sana possibile e astenerci dai cibi impuri indicati nelle Scritture. Poiché le bevande alcoliche, il tabacco e l’uso irresponsabile di droghe e narcotici sono dannosi al nostro corpo, dobbiamo astenercene. Al contrario dobbiamo impegnarci in ciò che aiuta i nostri pensieri e i nostri corpi ad essere in armonia con l’insegnamento del Cristo, che desidera la nostra salute, la nostra gioia e il nostro bene (cfr. Romani 12:1,2; 1 Giovanni 2:6; Efesi 5:1-21; 354 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Filippesi 4:8; 2 Corinzi 10:5; 6:14-7:1; 1 Pietro 3:1-4; 1 Corinzi 6:19,20; 10:31; Levitico 11:1-47; 3 Giovanni 2). 22. Il matrimonio e la famiglia Il matrimonio fu istituito da Dio in Eden e da Gesù fu definito un’unione d’amore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna. Per il cristiano il matrimonio è un impegno con Dio oltre che con il coniuge e perciò è bene che sia contratto solo fra due persone che condividono la stessa fede. L’amore, l’onore, il rispetto e la responsabilità reciproci sono gli elementi essenziali di questa relazione che deve riflettere l’amore, la santità, l’intimità e la perpetuità della relazione esistente fra il Cristo e la sua chiesa. Riguardo al divorzio, Gesù insegnò che la persona che lo attua - salvo che per fornicazione - e contrae un nuovo matrimonio, è colpevole di adulterio. Sebbene alcuni rapporti coniugali possano allontanarsi dall’ideale, quei coniugi che si sono impegnati reciprocamente in Cristo, potranno raggiungere una vera unione grazie alla guida dello Spirito Santo e all’aiuto della chiesa. Dio benedice la famiglia e vuole che i suoi membri si sostengano a vicenda per il raggiungimento di una completa maturità. I genitori devono educare i loro figli ad amare e a ubbidire a Dio. Con il loro esempio e con le loro parole devono insegnare loro che il Cristo è un Maestro affettuoso, tenero e pieno di attenzioni, che vuole aiutarli a diventare membra del suo corpo che è la famiglia di Dio. Una delle caratteristiche del messaggio evangelico finale è la maggiore unione familiare (cfr. Genesi 2:18-25; Matteo 19:3-9; Giovanni 2:1-11; 2 Corinzi 6:14; Efesi 5:21-33; Matteo 5:31,32; Marco 10:11,12; Luca 16:18; 1 Corinzi 7:10,11; Esodo 20:12; Efesi 6:1-4; Deuteronomio 6:5-9; Proverbi 22:6; Malachia 4:5,6). 23. Il ministero del Cristo nel santuario celeste In cielo c’è un santuario: il vero tabernacolo «che il Signore e non un uomo, ha eretto». Il Cristo vi officia in nostro favore, mettendo così a disposizione dei credenti i benefici del sacrificio espiatorio da lui offerto una volta per sempre sulla croce. Egli inaugurò il suo ministeLa Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 355 Appendici ro di Sommo Sacerdote e di nostro Intercessore alla sua ascensione. Nel 1844, alla fine del periodo profetico dei duemilatrecento giorni/anni, Gesù iniziò la seconda e ultima fase del suo ministero d’espiazione. Si tratta di un giudizio investigativo, che rappresenta una soluzione definitiva per il peccato, simboleggiata dalla purificazione dell’antico santuario ebraico nel giorno dell’espiazione. In quel servizio simbolico il santuario veniva purificato mediante il sangue di animali sacrificati, mentre quello del cielo è purificato dal perfetto sacrificio del Cristo. Il giudizio investigativo rivela agli esseri celesti chi, fra i morti, si è addormentato in Cristo e, grazie a lui, è considerato degno di partecipare alla prima risurrezione. Esso, inoltre, manifesta chi, fra i viventi, è fedele al Cristo, osserva i comandamenti di Dio e ha la fede di Gesù e quindi, in lui, è pronto per la traslazione nel suo regno eterno. Questo giudizio dimostra la giustizia di Dio nel salvare coloro che credono in Gesù. Esso dichiara che quanti sono rimasti fedeli a Dio riceveranno il regno. La conclusione di questo ministero del Cristo segnerà la fine del tempo di grazia prima del secondo avvento (cfr. Ebrei 8:1-5; 4:14-16; 9:1128; 10:19-22; 1:3; 2:16,17; Daniele 7:9-27; 8:13,14; 9:24-27; Numeri 14:34; Ezechiele 4:6; Levitico 16; Apocalisse 14:6,7; 20:12; 14:12; 22:12). 24. Il ritorno del Cristo Il ritorno del Cristo è la «beata speranza» della chiesa, il grande obiettivo del Vangelo. La venuta del Salvatore sarà letterale, personale, visibile e mondiale. Quando ritornerà i morti giusti risusciteranno e, insieme con i viventi giusti, saranno glorificati e traslati in cielo, mentre gli empi morranno. L’adempimento della maggior parte degli eventi profetizzati e l’attuale condizione del mondo indicano che il ritorno del Cristo è imminente. Il tempo di questo evento non è stato rivelato, perciò siamo esortati a essere pronti in ogni istante (cfr. Tito 2:13; Ebrei 9:28; Giovanni 14:1-3; Atti 1:9-11; Matteo 24:14; Apocalisse 1:7; Matteo 26:43,44; 1 Tessalonicesi 4:13-18; 1 Corinzi 15:51-54; 2 Tessalonicesi 1:7-10; 356 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici 2:8; Apocalisse 14:14-20; 19:11-21; Matteo 24; Marco 13; Luca 21; 2 Timoteo 3:1-5; 1 Tessalonicesi 5:1-6). 25. La morte e la risurrezione «Il salario del peccato è la morte». Dio, però, che è immortale, darà la vita eterna ai redenti. Fino a quel giorno la morte è uno stato di assoluta incoscienza per tutti. Quando il Cristo - che è la nostra vita apparirà, i giusti risuscitati e i giusti viventi saranno glorificati e portati a incontrare il Signore nell’aria. La seconda risurrezione, la risurrezione degli empi, avverrà mille anni più tardi (cfr. Romani 6:23; 1 Timoteo 6:15,16; Ecclesiaste 9:5,6; Salmo 146:3,4; Giovanni 11:11-14; Colossesi 3:4; 1 Corinzi 15:51-54; 1 Tessalonicesi 4:13-17; Giovanni 5:28,29; Apocalisse 20:1-10). 26. Il millennio e la fine di un’era di peccato Il millennio è il regno di mille anni del Cristo con i suoi santi fra la prima e la seconda risurrezione. In questo periodo di tempo saranno giudicati gli empi e la terra sarà in uno stato di totale desolazione, priva di esseri umani viventi e abitata soltanto da Satana e dai suoi angeli. Alla fine del millennio, il Cristo con i suoi santi e la santa città scenderanno dal cielo sulla terra. Allora gli empi risusciteranno e insieme a Satana e ai suoi angeli circonderanno la santa città, ma il fuoco inviato da Dio li consumerà e purificherà la terra. In questo modo l’universo sarà definitivamente liberato dal peccato e dai peccatori (cfr. Apocalisse 20; 1 Corinzi 6:2,3; Geremia 4:23-26; Apocalisse 21:1-5; Malachia 4:1; Ezechiele 28:18,19). 27. La nuova terra Nella nuova terra, in cui vivranno i giusti, Dio assicurerà una dimora eterna per i redenti e un ambiente perfetto per la vita eterna, l’amore, la gioia e la conoscenza in sua presenza. Dio stesso infatti abiterà con il suo popolo e la sofferenza e la morte non ci saranno più. Il gran conflitto è finito e il peccato è stato eliminato. Tutte le cose, quelle animate e quelle inanimate, dichiareranno che Dio è amore ed egli La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 357 Appendici regnerà per sempre (cfr. 2 Pietro 3:13; Isaia 35; 65:17-25; Matteo 5:5; Apocalisse 21:1-7; 22:1-5; 11:15). 358 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Appendice 2 EXCURSUS PRESENZA AVVENTISTA NEL MONDO La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è un movimento mondiale presente nella società da oltre un secolo e mezzo. Essa si sviluppa nel solco tracciato dal protestantesimo americano e accetta i grandi principi della Riforma: sola fides, sola gratia, sola Scriptura. Il suo credo scaturisce da uno studio attento della Bibbia, unica e autorevole regola di fede. Diversamente dalle altre Chiese protestanti, essa crede che la salvezza per grazia non escluda l’osservanza dei comandamenti, ma che ne valorizzi l’importanza. Nella sua comprensione delle cose, si considera strumento per annunciare il messaggio della grazia di Dio attraverso la testimonianza religiosa ed etica, la presenza sociale, l’azione educativa, la difesa delle libertà civili, la solidarietà fraterna, ecc. Le sue radici sono da ricercare negli Stati Uniti, intorno alla metà del diciannovesimo secolo, nell’ambito di un vasto movimento escatologico che aveva avuto in William Miller (1782-1849), di origine battista, il suo leader e animatore. Egli, in seguito a minuziosi studi degli scritti profetici di Daniele, arrivò alla conclusione che Cristo sarebbe ritornato nel 1844 per giudicare il mondo. In seguito alla delusione per il mancato ritorno e alla dispersione dei milleriti, un gruppo di fedeli, basandosi sulla Parola di Dio, diede vita all’avventismo. Tra questi primi esponenti ricordiamo Joseph Bates, Uriah Smith, John N. Andrews, James White e sua moglie Ellen Harmon. James White contribuì all’unità dei vari credenti di fede avventista pubblicando il periodico Present Truth (La Verità presente). La moglie Ellen, pur non avendo mai avuto cariche direttive ufficiali, ha svolto un ruolo di primissimo piano e gli avventisti le riconoscono un’autorità profetica. All’inizio, il movimento avventista non aveva una sua struttura amministrativa. Vi fu solo nel 1853 un primo tentativo di organizzazione, quando si decise di fornire una credenziale ai predicatori La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 359 Appendici itineranti. In quel periodo veniva contestata l’idea di organizzazione, perché si pensava che solo l’amore fraterno avrebbe dovuto unire i credenti avventisti. Ma la crescita numerica dei fedeli richiedeva un’identità specifica. Nel 1859, in un’assemblea generale, si adottò il principio biblico della restituzione della decima parte delle proprie entrate economiche per sostenere i bisogni dei predicatori. Nel 1860 l’assemblea generale si costituì ufficialmente e si denominò Chiesa Avventista del 7° Giorno. L’assemblea era formata da 3.500 avventisti guidati da 30 pastori e raggruppati in 125 chiese. Tre anni più tardi, il 21 maggio 1863, il movimento si diede anche un’adeguata struttura organizzativa. La denominazione Chiesa, insieme di fedeli di tutte le parti del mondo che hanno la stessa fede. Cristiana perché crede in Gesù Cristo come unico mezzo di salvezza per tutti gli uomini. Avventista perché aspetta il ritorno di Cristo (avvento), come da lui stesso promesso. del 7° Giorno perché rispetta il sabato, settimo giorno biblico, come giorno sacro e di riposo. Vivendo in una cultura essenzialmente cristiana, i primi avventisti non enfatizzarono molto quello che avevano in comune con le altre denominazioni, ma misero l’accento sugli aspetti che li differenziavano: l’osservanza del sabato, il ritorno di Cristo, l’interesse igienico-sanitario verso il proprio corpo considerato il tempio dello Spirito Santo, ecc. Questo causò presso gli altri protestanti diffidenze e malintesi, che furono in parte superati col tempo, man mano che si andava delineando il patrimonio dottrinale completo della Chiesa avventista, dove venivano ribadite dottrine fondamentali cristiane come la trinità, la piena divinità di Cristo, la personalità dello Spirito Santo, la salvezza per grazia. Un primo tentativo per l’identificazione del corpus dottrinale avventista fu fatto nel 1907, con la pubblicazione di un libro di 184 360 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici pagine del pioniere J.N. Loughborough intitolato: The Church, Its Organization, Order and Discipline (Organizzazione, ordine e disciplina della Chiesa), fu però solo nel 1931 che si decise di pubblicare un primo Manuale di chiesa per «salvaguardare la nostra prassi e le regole denominazionali». Le dottrine avventiste sono il risultato di una ricerca profonda e di studi scrupolosi del testo sacro; ogni eventuale aggiornamento alla comprensione della verità biblica deve avvenire in un contesto ampio il più possibile. Infatti, nel 1946, l’assemblea della Conferenza Generale, che comprende i delegati provenienti da ogni parte del mondo, deliberò: «Tutte le modifiche o revisioni di norme, da apportare al Manuale, dovranno essere autorizzate da un’assemblea della Conferenza Generale» (General Conference Report, 14 giugno 1946, n. 8, p. 197). Diffusione dell’avventismo nel mondo Negli Stati Uniti Gli inizi del movimento avventista furono modesti, ma esso andò sempre più sviluppandosi acquisendo una diffusione a livello mondiale. Intorno al 1850 esistevano gruppi avventisti a Portland, Paris, Boston, Oswego, Rochester. La strada che portava alle miniere d’oro spingerà poi alcuni, fra questi credenti, verso la costa del Pacifico. Nel 1873 si costituì una Federazione di chiese della California. Non c’era, dunque, una strategia espansionistica mondiale, all’inizio del movimento, ma solo il desiderio di predicare il messaggio. I pionieri avventisti non pensavano di dover diffondersi fuori dagli Stati Uniti, essi ritenevano che gli stranieri che avevano appreso e condiviso l’avventismo negli Usa, di ritorno nelle loro terre d’origine, avrebbero predicato la loro nuova fede. Fu così che dei gruppi avventisti sorsero, nel 1864, in Europa e nell’Africa del Sud, nel 1888 in Cina, l’anno successivo in Turchia, nel 1893 in India. Il segreto del successo mondiale della Chiesa avventista fu agevolato dalle sue numerose pubblicazioni. Il tipo di messaggio e l’uso della stampa determinarono anche il target di riferimento: la fede La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 361 Appendici avventista si diffuse principalmente in ambienti colti già cristianizzati dei vari continenti. In Europa Gli avventisti vi penetrarono nel 1864 grazie a un frate francescano polacco, Michael Belina Czechowski, convertitosi all’avventismo durante un viaggio negli Stati Uniti. Spinto dal desiderio di portare il messaggio del ritorno di Cristo in Europa, egli percorse le valli valdesi del Piemonte e organizzò un piccolo gruppo a Torre Pellice. Nel 1866 si stabilì in Svizzera, a Tremelan, dove fu fondata la prima chiesa avventista d’Europa. Questi credenti presero contatti con gli Stati Uniti, dove avevano scoperto che esisteva un Chiesa avventista ben organizzata e, nel 1874, ricevettero il sostegno di un missionario molto preparato culturalmente, J.N. Andrews. Fu quindi aperta una casa editrice a Basilea per diffondere le credenze avventiste in Europa. Nel 1877 fu fondata una chiesa a Napoli e, dieci anni dopo, in Olanda. Nel decennio successivo furono costituite chiese in Belgio, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia. All’inizio del secolo, la Chiesa si propagò anche nei Balcani, in Austria, in Spagna e in Portogallo. Alla fine del secolo XIX, si stima che in Europa vi fossero già diecimila avventisti. In Australia e nelle isole del Pacifico Nel 1885 fu inviata in Australia una famiglia e, in meno di un anno, a Melbourne fu costituita una comunità di 90 membri. Nel 1886 fu aperta la prima casa editrice; fra le pubblicazioni avventiste, grande successo ebbe la rivista Bible Echo. Nel 1891 E.G. White si trasferì per 10 anni in Australia e contribuì notevolmente allo sviluppo dell’avventismo nel paese. Nel 1894 fu costituita una Federazione di chiese che comprendeva l’Australia, la Nuova Zelanda e diverse isole. In maniera avventurosa furono raggiunte anche le altre isole del Pacifico dove, con entusiasmo, parecchi abitanti aderirono al credo avventista. In America del Sud 362 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Il messaggio avventista vi penetrò grazie a una corrispondenza fra avventisti delle valli valdesi e amici e parenti emigrati in Argentina. Nel 1891 vi arrivarono quattro colportori (rappresentanti di stampa religiosa), e nel 1895 fu organizzata la prima chiesa, a Diamante, con 32 membri. Nel 1899 si aprì il primo college avventista e nove anni dopo la prima clinica, El Sanatorio Adventista del Plata. In America latina, la diffusione dell’avventismo avvenne soprattutto grazie all’opera svolta dai colportori, che vendevano le Bibbie e studiavano le Scritture nelle famiglie disposte a riceverli. Sorsero così comunità in Cile, Paraguay, Bolivia, Venezuela, Ecuador e America centrale. In Perù gli avventisti ebbero un grande successo presso gli indiani della zona del lago Titicaca. In Asia e in Medio Oriente Non fu facile penetrare in questi territori. La nuova fede si diffuse intorno alla fine del diciannovesimo secolo attraverso la distribuzione di stampati presso coloni inglesi e tedeschi. La diffusione dell’avventismo fu favorita anche dal commercio di prodotti alimentari igienici, dall’apertura di scuole o di centri medici e dal lavoro dei colportori. I nuovi convertiti autoctoni diffondevano, poi, con entusiasmo ai loro connazionali la nuova fede. L’avventismo penetrò così in Cina, in India, in Pakistan, in Medio Oriente, nella penisola indocinese, in Malesia, nelle Filippine. In Giappone fu invece introdotto da alcuni che erano emigrati negli Stati Uniti d’America. Nel 1899 a Tokyo vi era già un gruppo di una sessantina di avventisti. Si convertì anche un giovane coreano che, ritornato in patria, nel giro di qualche settimana organizzò quattro gruppi. La Chiesa, nel tempo, ha fondato in Oriente diverse scuole professionali, dispensari e ospedali. In Africa L’Africa fu raggiunta intorno al 1885 attraverso alcuni stampati portati nel continente da un minatore che aveva assistito a incontri di avventisti in California. Le pubblicazioni furono lette da coloni olandesi che avevano scoperto autonomamente il sabato come giorno La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 363 Appendici sacro. Volendo sapere qualcosa di più, chiesero alla Conferenza Generale dei predicatori. Verso la fine del XIX secolo, furono aperte delle scuole in Malawi, Zambia e Lesotho; poi, nel 1920, una clinica fu aperta in Botswana. A poco a poco, alle sedi missionarie furono associate dei dispensari e delle scuole nella maggior parte dell’Africa. Oggi in questo continente vi sono tre Divisioni (Africa meridionale e Oceano indiano, Africa centro-orientale, Africa occidentale) e circa quattro milioni di membri. 364 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Appendice 3 EXCURSUS: PRESENZA AVVENTISTA IN ITALIA La storia della Chiesa avventista in Italia è stata spesso contrassegnata da pregiudizi e difficoltà, ma anche da successi, costanza e servizio. Essere avventisti in una nazione così profondamente marcata dalla presenza dilagante del cattolicesimo non è stato facile, soprattutto in passato. In Italia, essendo mancata una cultura protestante, la persona diversa era vista con diffidenza. L’osservanza del sabato, settimo giorno della settimana, peculiarità di questi credenti, li ha esposti a numerose difficoltà perché in quel giorno, per ubbidire al comandamento divino, essi non lavorano né vanno a scuola. L’avventismo in Italia, come abbiamo detto, ha avuto inizio grazie alla predicazione dell’ex frate francescano Michael Belina Czechowsky che, durante un viaggio negli Stati Uniti, aveva conosciuto e accettato la predicazione del ritorno di Cristo. Ritornato in Europa nel 1864, egli cominciò a predicare nelle valli valdesi dove, in seguito alla sua testimonianza, si convertì Caterina Revel, la prima avventista europea. Uno sviluppo più organico della fede avventista fu però registrato con la venuta nel nostro paese di John Andrews nel 1874. Egli era un uomo di studio e di azione, conosceva diverse lingue e aveva una memoria eccezionale: sembra che fosse in grado di recitare a memoria tutto il Nuovo Testamento e buona parte dell’Antico. Nel 1884 fu stampato il primo giornale avventista italiano, L’ultimo Messaggio, e l’anno successivo anche Ellen White venne in Italia, tenendo con notevole successo alcune riunioni pubbliche a Torre Pellice. Nonostante ciò, l’avventismo stentava a svilupparsi. Quelli erano anni di crisi politica, economica, religiosa e, nonostante fossero state accordate le libertà civili e politiche a valdesi ed ebrei, le discriminazioni religiose erano molto pesanti. Col passare degli anni si acquisiva, è vero, una certa libertà di testimonianza e di La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 365 Appendici espressione, ma importanti frange della Chiesa cattolica ribadivano che l’art. 1 dello Statuto albertino del 1848 stabiliva: «La Religione Cattolica Apostolica Romana è la sola religione dello Stato. Gli altri culti sono tollerati conformemente alle leggi». Essere «tollerati» significava essere controllati, sopportati ma non accettati, non liberi. Nel 1903 fu organizzata la «Missione Italiana» con a capo il past. Charles Everson, ma i membri avventisti erano solo 37 sparsi un po’ ovunque sul territorio nazionale. I 100 membri vengono raggiunti solo nel 1913. Il presidente Everson cercava in tutti i modi di fare inserire la Chiesa avventista nel tessuto sociale e perseguì anche l’idea di aprire delle scuole serali dove insegnare, tra l’altro, francese e inglese per attirare quei giovani che non sarebbero stati interessati dai sermoni. Grazie alla generosità di alcuni giovani avventisti californiani, fu aperta nel cuore di Roma una scuola che poi si trasformò in scuola tecnica. L’iniziativa ebbe successo, infatti si iscrissero un’ottantina di studenti seguiti da una decina di insegnanti. Lo scoppio della prima guerra mondiale farà segnare il passo, a causa del fatto che i dirigenti stranieri della Missione erano stati richiamati in patria. Durante tale conflitto, un giovane avventista, Alberto Long, si rifiutò di impugnare le armi perché non voleva commettere omicidi. Fu costretto, quindi, a essere al centro di diverse vicende giudiziarie: «Al primo processo a Torino viene condannato a cinque anni; al secondo a San Donà del Piave, a sette. Tra un processo e l’altro è sottoposto a maltrattamenti fisici e lo si impaurisce puntandogli contro una pistola carica. Tirato fuori dalla prigione è inviato al fronte, ma anche lì non spara e non vuole portare le armi. Si istruisce allora un terzo processo a suo carico. Portato di fronte al tribunale di guerra, il pubblico ministero chiede per lui la fucilazione. Viene però condannato a venticinque anni ed è tradotto alle carceri di Savona. Rimane per dieci mesi associato a queste carceri e poi è amnistiato a seguito di un’amnistia generale» (Giuseppe DE MEO, Granel di Sale, p. 126). Alberto Long è stato il primo obiettore di coscienza in Italia. 366 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici L’opera avventista in Italia rimase senza guida fino al 1921, quando fu nominato a dirigere la Missione il pastore austriaco Diolode G. Werner, sostituito, dal 1928 al 1934, dall’italiano Gianluigi Lippolis. All’inizio del ventennio fascista, in Italia si contavano solo 300 membri di chiesa ma, nonostante i vari ostacoli dovuti alla scarsa libertà di predicare il Vangelo, l’avventismo si diffuse a poco a poco in varie regioni italiane e nelle città più importanti e, proprio nel 1929, anno della stipula del Concordato con la Chiesa cattolica, si costituì l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno. Durante la seconda guerra mondiale furono vietati i rapporti con la Chiesa d’origine, quella americana, e il già piccolo numero di credenti rischiava di scomparire. Per loro fu aperto un fascicolo presso l’archivio dello Stato, sezione «Culti pericolosi». I ministri di culto avventisti, come altri delle denominazioni di minoranza, subirono processi, intimidazioni e condanne; furono chiusi dei luoghi di culto e diverse comunità subirono gli attacchi della popolazione che era istigata a commettere atti violenti verso locali di altre fedi religiose. Per rimanere fedeli all’osservanza del sabato, alcuni avventisti persero il lavoro e qualche militare fu internato e perse la vita. I 92 colportori erano i più esposti; in quanto rappresentanti di letteratura non tradizionale, essi erano accusati di diffondere libri rivoluzionari. Spesso furono fermati, denunciati e, talvolta, anche imprigionati o inviati in ospedali psichiatrici. Nel febbraio 1932, a Firenze fu celebrato un processo nei confronti del direttore del periodico avventista L’Araldo della verità, past. Gian Luigi Lippolis, che aveva pubblicato un articolo dal titolo: «Il Cristo e l’Anticristo». L’accusa era: vilipendio della religione di stato. Lippolis fu difeso dall’avv. Ulisse Contri, ma fu condannato a un mese e dieci giorni di prigione. Lo stesso papa Pio XI seguì il processo con interesse. Nel rapporto che Mussolini farà al re di questa vicenda e del suo incontro col papa, tra l’altro scrive: «…Io osservo che secondo i dati dell’ultimo censimento i protestanti sono appena 135 mila, dei quali trentasettemila stranieri, contro quarantadue milioni di cattolici. È vero, continua il S. Padre – l’Italia è La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 367 Appendici profondamente cattolica e questa è una condizione di privilegio anche dal punto di vista nazionale, ma appunto per ciò bisogna vigilare! Avendogli chiesto quali erano i punti più particolarmente violenti di questa situazione, il S. P. mi ha citato Firenze, La Spezia, Piazza Armerina (Riesi) e mi ha consegnato un apposito memoriale sulla questione» (idem, p. 144). Dal 1934 al 1958, il presidente della Chiesa italiana fu il past. Luigi Beer. Nel 1940 a Firenze fu aperta la scuola di teologia per preparare i futuri pastori ma, dal 1943 al 1946, fu sospesa la pubblicazione delle due riviste L’Araldo della Verità e Il Messaggero Avventista. Nonostante le tante difficoltà, in questo periodo i membri passeranno da 1.038 a 1.290 e, nel 1947, faranno la prima comparsa le trasmissioni radio e il Corso biblico per corrispondenza. Il 1948 fu un anno speciale per l’Italia tutta: entrava finalmente in vigore la nuova Costituzione che garantiva la piena libertà religiosa. Gli avventisti, come gli evangelici in genere, credevano che da quel momento in poi avrebbero potuto predicare con la massima libertà. Ma purtroppo le leggi fasciste, fra cui il famigerato Codice Rocco, erano ancora in vigore e bisognò aspettare quasi un decennio prima che si potessero vedere i frutti della Costituzione. Una svolta importante si ebbe con un processo al responsabile locale della comunità avventista di Monzone: Vinicio Luchicchia. Questi fu accusato di aver officiato un servizio di culto senza regolare autorizzazione il 18 ottobre 1952. Fu difeso da Piero Calamandrei, noto giurista e Padre costituente, e nel 1954 fu assolto. Nel 1959, un giovane di Piazza Armerina (EN), Cateno La Versa, a Torino, rifiutò di prestare servizio militare in giorno di sabato. Portato davanti al tribunale militare, fu accusato di «disubbidienza aggravata continuata… perché… con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso alla presenza di più di tre militari, rifiutava di obbedire agli ordini» (idem, p. 203), cioè di prestare servizio in giorno di sabato. Si interessò del caso la stampa e l’allora ministro della Difesa, on. Giulio Andreotti, il quale emanò una circolare che dava ai giovani militari avventisti il diritto di osservare il giorno di riposo prescritto dalla loro religione. 368 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Con l’entrata in funzione della Corte Costituzionale, nel 1956, molte leggi restrittive del periodo fascista furono dichiarate incostituzionali e fu garantita una maggiore libertà. La Chiesa avventista fu riconosciuta come ente di culto con D.P.R. del 13 aprile 1978, ai termini della legge sui culti ammessi del 1929. Intanto, nello Stato italiano va sempre più affermandosi il principio di democrazia politica e la Chiesa cattolica si adegua passando dall’ostilità, alla diffidenza, poi all’indifferenza, sino a un rapporto aperto e anche cordiale con le altre denominazioni cristiane. Matura quindi l’idea di una sana laicità dello Stato e di pluralismo anche religioso. È questo un dato di fatto irreversibile vissuto come un valore positivo da salvaguardare. Quest’apertura verso gli altri è ancora più accentuata dal Concilio Vaticano II del 1965 e dai documenti da esso prodotti. I protestanti non erano più gli eretici da combattere, ma i fratelli separati da ricuperare. La chiesa avventista italiana e romana ha alcuni suoi esponenti al Concilio, ma continua nella sua opera di testimonianza peculiare. In questo clima di maggiore apertura, nel 1972 si verifica un fatto che mette in evidenza la Chiesa avventista a livello nazionale. Per la prima volta, a Torino, essa organizza un Piano dei 5 giorni per smettere di fumare sotto un’aertenda. Il corso viene seguito da oltre mille persone e la Rai se ne occupa con uno speciale Gr1. Lo stesso successo di pubblico avrà il corso a Roma. Nel 1977 una manifestazione occuperà le strade di Roma per chiedere una legislazione affinché sia garantito il riposo sabbatico agli studenti e ai lavoratori avventisti. Si mobilitano anche alcuni deputati a sostegno, ma il tempo è maturo perché lo Stato inizi a pensare a un discorso più ampio di libertà religiosa, cioè ad attuare l’art. 8 della Costituzione che prevede la stipula di intese fra Stato e culti diversi dal cattolico. Già l’anno precedente l’allora presidente del Consiglio, on. Giulio Andreotti, aveva chiesto alla Chiesa avventista se era interessata ad avviare le trattative per l’intesa. La risposta era stata affermativa. Oggi, in Italia, la Chiesa avventista è perfettamente riconosciuta. Il 29.12.1986 ha firmato con il Governo italiano, in base all’art. 8 della La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 369 Appendici Costituzione, l’Intesa che è stata poi trasformata nella legge 22.11.1988 n. 516. Grazie a essa, è riconosciuta la sua piena libertà di agire su tutto il territorio nazionale, la Chiesa può nominare direttamente i suoi ministri di culto senza l’intervento delle prefetture, i suoi giovani possono godere del servizio civile sostitutivo, i responsabili di chiesa e i suoi pastori possono offrire liberamente assistenza negli ospedali e nelle carceri, il riposo sabbatico è riconosciuto e garantito, così come sono riconosciuti i matrimoni celebrati davanti a ministri di culto avventisti; sono altresì riconosciuti gli enti ecclesiastici della denominazione. Grazie sempre a questa legge, la Chiesa cristiana avventista italiana può concorrere alla ripartizione dell’otto per mille che ha accettato solo per scopi sociali, umanitari, culturali e assistenziali in Italia e all’estero. Pur essendo una piccola minoranza nel nostro Paese, la confessione avventista gode di buona reputazione e stima per la semplicità e l’efficacia con cui porta avanti le sue idee e per il contributo positivo in tutti gli ambienti in cui è presente. Organizzata in un centinaio di comuni, la Chiesa avventista al 31 dicembre 2002 comprendeva 6.477 membri battezzati. Essa ha in Italia una casa editrice e una facoltà teologica a Firenze, una casa di riposo a Forlì, due centri giovanili uno a Poppi (AR) e uno a Piazza Armerina (EN), 9 radio locali. 370 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Appendice 4 CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA CHIESA AVVENTISTA La vita spirituale La Chiesa avventista incoraggia i propri membri a curare la loro vita spirituale attraverso la lettura quotidiana della Parola di Dio e la preghiera personale. Il culto pubblico è celebrato il sabato, secondo il comandamento biblico (Esodo 20:8-11). In questo giorno sacro, che va dal tramonto del sole del venerdì al tramonto del giorno successivo, essi si astengono dal lavoro per dedicarsi particolarmente alla loro vita spirituale, al culto comunitario e al prossimo. La liturgia del sabato si divide in due tempi ben distinti: uno è dedicato alla riflessione della comunità, divisa in piccoli gruppi, su un argomento biblico studiato durante la settimana in tutto il mondo avventista e proposto attraverso il lezionario della Scuola del Sabato; l’altro è il momento dell’adorazione comunitaria e del culto. Il canto assembleare, le notizie dalla Chiesa mondiale, uno spazio per i bambini, momenti di preghiera in comune costituiscono anch’essi parte della liturgia. Il periodo dedicato alla Scuola del Sabato vede adulti, giovani e bambini divisi in gruppi per favorire il più possibile il dialogo e la partecipazione. Grande cura si ha per i più giovani, con programmi specifici per il giardino d’infanzia, i bambini della scuola elementare, gli adolescenti. Durante il sabato, periodicamente vengono celebrate la Santa Cena (servizio di comunione, con cadenza pressoché trimestrale), le cerimonie di battesimo e le presentazioni al tempio dei neonati. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 371 Appendici Il battesimo è impartito agli adulti dietro loro formale richiesta e dopo una serie di studi biblici. Esso è praticato per immersione, come ai tempi apostolici e secondo il significato del termine stesso baptizo (immergere). I Dipartimenti Le attività della Chiesa a tutti i livelli: dalla comunità locale alla Conferenza Generale, sono suddivise in settori detti Dipartimenti. Ogni anno l’assemblea di chiesa sceglie una Commissione che dovrà proporre i nomi dei vari responsabili dei Dipartimenti. L’incarico sarà conferito dopo uno specifico voto assembleare. A livello locale, una comunità, oltre a essere diretta da un ministro di culto, detto pastore, è gestita da uno o più anziani, cioè da responsabili laici locali; vi sono poi un segretario di chiesa, un tesoriere, i diaconi che si occupano dell’assistenza spirituale e materiale dei membri di chiesa, un responsabile della musica, i direttori dei seguenti Dipartimenti: Scuola del Sabato, Famiglie, Giovani, Libertà Religiosa, Comunicazioni, Salute, Pubblicazioni, Adra (iniziative sociali e umanitarie). I dirigenti di questi settori fanno parte del Comitato di chiesa che coordina le diverse attività, autorizza le spese e prende le decisioni necessarie. Lo sviluppo dei membri La suddivisione delle attività ecclesiali in dipartimenti permette a ognuno di svilupparsi secondo le caratteristiche personali e di collaborare nelle attività più congeniali alla propria indole. Inserirsi in attività costruttive permette alle persone più riservate di aprirsi e di collaborare con gli altri. Anche coloro che sono più semplici ma che accettano di vivere l'Evangelo, grazie all'impostazione della Chiesa cristiana avventista che sollecita continuamente i propri membri allo studio, all'attività, alla ricerca di qualcosa di più, sono portati a progredire culturalmente e anche socialmente. 372 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Nell'ambito della Chiesa collaborano attivamente sia uomini sia donne, in accordo con il testo paolino: «Non c'è qui né maschio né femmina». La Chiesa avventista stessa conta, fra i suoi più importanti pionieri, una donna: Ellen G. White. Non vi è alcuna distinzione e discriminazione fra le diverse razze: l'avventismo è predicato in tutti i paesi e da tutte le razze. Un profilo sociologico La Chiesa avventista è molto giovane: la sua età media non supera i 25 anni. L’80% dei membri ha accettato la fede grazie a incontri con amici e parenti avventisti. Il rapporto umano si è rivelato fondamentale per avviare una riflessione che poi è sfociata in un impegno personale. La possibilità di partecipare alla vita della chiesa, inserendosi nei vari dipartimenti a seconda dell’indole dell’individuo, permette lo sviluppo delle doti naturali della persona e costituisce un deterrente contro la solitudine, male del secolo. Il fatto di sentire di avere un compito da svolgere, e di essere chiamato a collaborare con Dio in un’opera di salvezza dell’umanità, dà al credente avventista la sensazione di avere una missione importante da compiere. Far parte di una Chiesa mondiale significa trovare dei fratelli e delle sorelle (appellativi usati comunemente per definire i membri di chiesa) in ogni parte del mondo si vada, e di conoscere molti altri membri della «famiglia» che lasciano la patria a causa dell’immigrazione. Questo rende l’avventista cittadino del mondo ancor più degli altri. In Italia oggi abbiamo una quindicina di chiese e gruppi etnici: romeni, ganesi, ucraini, latinoamericani, filippini. Nelle altre comunità avventiste a maggioranza italiana vi sono membri provenienti da diverse parti del mondo che condividono i servizi e i locali con gli italiani. Le riunioni, i programmi comuni, i pranzi consumati spesso insieme nei locali annessi a quello del culto, contribuiscono a creare una minisocietà multietnica e a favorire l’integrazione. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 373 Appendici I rapporti con le altre Chiese La Chiesa cristiana avventista mantiene buoni rapporti con le altre confessioni religiose, pur non essendo membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese, dove però è regolarmente rappresentata da osservatori e consiglieri. In Italia fa parte di organismi interdenominazionali, come la Società Biblica e la Commissione delle Chiese evangeliche per i Rapporti con lo Stato; o interconfessionali, come la Consulta delle Religioni. Gli avventisti riconoscono che la vera religione è basata sulla coscienza e sulla convinzione. Essi riconoscono a tutte le confessioni religiose il diritto di operare senza restrizioni geografiche e si augurano che la predicazione del Vangelo a ogni popolo avvenga in uno spirito di cortesia cristiana, di franchezza e di piena libertà. Dichiarazione sui rapporti con le altre Chiese e denominazioni religiose «Per evitare incomprensioni o attriti nelle relazioni con altre Chiese cristiane e organizzazioni religiose, sono stati fissati i seguenti principi: 1. Noi riconosciamo le organizzazioni che presentano Cristo agli uomini come parte del piano divino di evangelizzazione del mondo e teniamo in grande considerazione uomini e donne di altre confessioni che si impegnano a portare gli uomini a Cristo. 2. Ogni volta che nella nostra attività missionaria entriamo in contatto con altre denominazioni cristiane ed enti religiosi, deve sempre prevalere lo spirito cristiano di cortesia, franchezza e onestà. 3. Siamo consapevoli del fatto che la vera religione si fonda sulla coscienza e la convinzione. Ci proponiamo perciò di vegliare sistematicamente affinché nessun interesse egoistico o vantaggio materiale induca le persone a far parte della nostra comunità e nessuno sia trattenuto da vincoli di qualsiasi genere che non siano la convinzione e la persuasione di aver scoperto la vera relazione con il 374 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Cristo. Se per un membro di chiesa dovesse intervenire un mutamento di convinzione ed egli non si sentisse più in sintonia con la fede e la prassi della Chiesa Avventista del 7° Giorno, noi riconosciamo non solo il diritto ma anche la responsabilità di tale membro di aggregarsi a un'altra organizzazione religiosa, secondo la sua fede, senza per questo discreditarlo. Ci aspettiamo che le altre organizzazioni religiose manifestino lo stesso spirito di libertà religiosa. 4. Prima di ammettere in chiesa membri provenienti da altre organizzazioni religiose, occorre accertarsi con cura che i candidati, cambiando appartenenza religiosa, siano mossi da convincimento religioso e dal rapporto personale con Dio. 5. Una persona sottoposta a censura da altra organizzazione religiosa, per essere venuta meno in modo manifesto all'etica e alla morale cristiane, non sarà considerata idonea all'ammissione nella Chiesa avventista prima di aver dato prova di pentimento e ravvedimento. 6. La Chiesa avventista non è in grado di limitare la propria missione entro confini geografici ristretti, in virtù della sua comprensione del mandato evangelico. Per grazia di Dio e tramite il suo intervento nella storia dell'umanità, denominazioni e movimenti religiosi sono sorti di volta in volta per porre l'accento su diversi aspetti della verità del Vangelo. All'origine della sua storia il popolo avventista ha ricevuto il mandato di ricordare, secondo il Vangelo, l'imminenza della seconda venuta di Cristo. Questo mandato ci spinge a proclamare le verità bibliche dal punto di vista specifico dell'invito alla preparazione contenuto nelle profezie bibliche, in particolare in Apocalisse 14:6-14. Questo messaggio implica la predicazione «del Vangelo eterno a quelli che abitano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo» proponendolo all'attenzione del mondo intero. Ogni restrizione che vincoli la nostra testimonianza ad aree geografiche specifiche diventa quindi una limitazione del mandato evangelico. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riconosce anche alle altre fedi religiose il diritto di operare senza restrizioni geografiche». (Documento approvato dalla Conferenza Generale nel 1926). La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 375 Appendici L’opera di evangelizzazione Rispondendo all'invito di Gesù, «Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo a tutti i popoli», la Chiesa cristiana avventista si è rivolta a uomini e donne di ogni nazione portando loro la buona notizia del perdono divino e della salvezza per grazia. Questo compito non è affidato solo ai ministri di culto, i pastori, ma a tutti i membri di chiesa in un'azione di testimonianza personale. I pastori avventisti non svolgono nessun altro lavoro secolare e hanno la responsabilità di seguire le comunità a loro affidate, prendendosi cura dei membri e vegliando affinché siano sviluppate le diverse attività. Loro compito specifico è anche quello di istruire le persone che si avvicinano al Vangelo e di organizzare, tra l'altro, iniziative per una predicazione efficace nelle città di propria competenza. In questo sono affiancati dai responsabili dei vari settori della chiesa. Per raggiungere l'obiettivo prefissato da Cristo di predicare il Vangelo a ogni creatura, la Chiesa cristiana avventista invita i propri membri a dare una testimonianza nell'ambiente in cui si trovano e con i metodi più rispondenti alla propria indole. L'evangelizzazione non è vista dalla Chiesa avventista come propaganda per fare proseliti ma, prima di tutto, come un modo di vivere e testimoniare agli altri la propria fede. Per comunicare con l’esterno, gli avventisti si servono di diversi mezzi e metodi tradizionali che vanno dalla testimonianza personale diretta ai gruppi di studio presso le famiglie, alle conferenze pubbliche, alla diffusione di stampati e letteratura varia. Un metodo moderno di comunicazione con sistema digitale è costituito dalla 3Abn radio e televisione che trasmette 24 ore su 24. I programmi di queste emittenti possono essere seguiti in lingua inglese dagli utenti italiani che possiedono una parabola, attraverso Hotbird, il satellite europeo più potente. Da alcuni anni è possibile anche visitare il sito internet avventista a livello mondiale: www.adventist.org e a livello italiano: www.avventisti.it . Quest’ultimo offre notizie sempre aggiornate sul 376 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici mondo avventista, sulla libertà religiosa, sulle attività giovanili, e poi documenti, programmi radiofonici, storia, statistiche, località in cui si trovano le chiese, assistenza spirituale, riflessioni, corso biblico, forum, chat, ecc. Lo stile di vita Per gli avventisti, l’essere umano è un tutto indivisibile composto da spirito, anima e corpo. Creato a immagine di Dio, nonostante millenni di vita nel peccato, l’uomo resta sempre un capolavoro e il suo corpo è considerato il «tempio dello Spirito Santo» (1 Corinzi 6:19,20). Lo sviluppo dello spirito e dell’anima non deve trascurare il benessere del corpo, ma il benessere di quest’ultimo non deve portare a trascurare lo spirito e l’anima. Perciò gli avventisti, oltre ad avere un messaggio spirituale, predicano e praticano uno stile di vita il più possibile sano, rispettando le leggi della natura e astenendosi da sostanze nocive come alcol, tabacco, droghe e dai cibi definiti impuri dalla Parola di Dio (Levitico 11). Essi rivalutano l’effetto benefico di un’alimentazione sana e tendenzialmente vegetariana, i benefici effetti dell’aria, della luce del sole, dell’acqua, dell’esercizio, del riposo e di una vita priva di eccessi. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 377 Appendici Appendice 5 SERVIZI OFFERTI DALLA CHIESA AVVENTISTA La Chiesa cristiana avventista può essere definita la Chiesa del servizio. Per questo motivo è sorta e si è sviluppata. Il suo interessamento per gli uomini di ogni età, ceto sociale, colore, razza, sesso, etnia l’ha portata in tutto il mondo a rendersi conto delle varie necessità. Ha sviluppato perciò un impegno particolare dal campo socio-umanitario a quello della prevenzione, della salute, dell’educazione, dei diritti umani. L’Opera sociale avventista Migliorare la salute di mamme e bambini; ridurre l'altissimo tasso di mortalità infantile; distribuire generi alimentari alle popolazioni colpite da siccità, guerre o disastrosi eventi naturali; costruire case, strade, scuole, ospedali, orfanotrofi, laboratori, case di riposo; incentivare lo sviluppo con programmi per l'agricoltura, per l'utilizzo delle risorse idriche e per l'addestramento al lavoro; queste sono le principali attività dell’opera sociale avventista in oltre 120 paesi del mondo: un impegno pressante per migliorare le condizioni di vita dei popoli più sfortunati dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Da oltre un secolo, la Chiesa cristiana avventista pratica la solidarietà in maniera discreta, ma efficace. Ogni anno nel mondo i centri avventisti di beneficenza sostengono oltre 30 milioni di individui. La solidarietà interviene a livello sia internazionale sia locale. Crescita numerica della Chiesa avventista Da quando un numero sparuto di fedeli si era ritrovato per studiare le verità bibliche a oggi, il movimento avventista ha avuto un notevole sviluppo. Nel 1870 gli avventisti erano 5.400; nel 1920, 185.000. Cinquant’anni dopo saranno due milioni sparsi su tutta la superficie della terra. Oggi la Chiesa Avventista cresce al 378 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici ritmo di oltre un milione l’anno. Ogni giorno oltre 2.700 persone, decidono di far parte della comunità avventista. Un battesimo ogni 31 secondi e una nuova chiesa organizzata ogni 4 ore. Non sono considerati membri di Chiesa i simpatizzanti e i bambini. Il battesimo è impartito agli adulti. Quindi, se si volesse calcolare la popolazione avventista, bisognerebbe duplicare e talvolta triplicare il numero degli iscritti. Le aree geografiche in cui la Chiesa si sviluppa maggiormente sono: l’Africa, l’America Latina e l’Asia. La diffusione della Chiesa avventista non è omogenea a causa della diversa sensibilità religiosa delle popolazioni che occupano le varie aree del globo, ma anche delle diverse realtà religiose e politiche esistenti. Ogni struttura organizzata necessita di fondi per la gestione, ma soprattutto per lo sviluppo. I fini religiosi della Chiesa avventista sono sostenuti dalle contribuzioni volontàrie dei suoi fedeli che consistono, secondo il principio biblico, nelle decime e nelle offerte. Questa forma di autofinanziamento le permette di essere presente in tutto il mondo, anche nei Paesi a più basso reddito. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 379 Appendici LA CHIESA AVVENTISTA IN BREVE L’ufficio statistiche della Conferenza Generale della Chiesa Avventista del 7° Giorno ha pubblicato il rapporto dell’anno 2002 quando la presenza avventista nel mondo era ripartita nel modo seguente. Chiese Membri battezzati Chiese locali Gruppi (chiese future) Scuole del Sabato Membri iscritti alla Scuola del Sabato Impiegati salariati Pastori consacrati Pastori autorizzati Pastori in pensione Paesi in cui è presente la Chiesa Educazione Scuole primarie Scuole secondarie Scuole superiori e università 5.605 1.064 99 Medico sanitario Ospedali e sanatori Cliniche e dispensari Battelli e aerei dispensari Case di riposo e scuole per infermieri 380 13.166.801 54.582 56.067 112.541 16.811.519 192.164 14.804 5.220 9.059 203 166 395 7 131 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Adra L’Adventist Development and Relief Agency (Adra) è un organismo creato allo scopo specifico di fornire soccorso agli individui e alle comunità in casi di emergenza, e di promuovere lo sviluppo delle popolazioni più povere. In seguito a disastri naturali o a guerre, Adra aiuta le vittime fornendo cibo, indumenti, assistenza sanitaria e, dopo aver portato il primo soccorso, si occupa dei superstiti, particolarmente dei bambini e degli anziani. Aiuta le famiglie a impegnarsi in attività che le renderanno al più presto autonome finanziariamente e, a tal fine, scava pozzi per fornire acqua così preziosa per la vita umana e la vegetazione, provvede i semi per la coltivazione e gli animali per aiutare nel lavoro dei campi, insegna alle madri a prendersi cura dei loro figli attraverso un’alimentazione e un’igiene adeguate. Adra Italia è riconosciuta dal Ministero degli Esteri come organizzazione non governativa (ong) con Decreto Ministeriale n. 1991/128/3745/4 del 8.11.1991. Per sostenere l’opera sociale avventista, la Chiesa italiana ha accettato di concorrere alla ripartizione dell’otto per mille dell’Irpef, destinando i fondi ricevuti a scopi sociali, umanitari, culturali e assistenziali in Italia e all’estero. È offerto aiuto a chiunque abbia bisogno senza distinzione alcuna di razza o di religione, e senza chiedere nulla in cambio. La Fondazione Adventum Tra le varie iniziative promosse con l’otto per mille, segnaliamo la Fondazione Adventum – Fondo per la Solidarietà e l’Antiusura, Onlus con sede a Roma ma riconosciuta a livello nazionale, che opera dal 1995 per contrastare il fenomeno dell’usura, aiutando ogni anno centinaia di famiglie in difficoltà economiche e gestionali. La Fondazione Adventum è tra le fondazioni riconosciute dal Ministero del Tesoro che operano nel campo della prevenzione. Ha ottenuto anche dei fondi previsti dalla legge 108/96 sull’usura e collabora con le istituzioni e con altre realtà associative per venire in La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 381 Appendici aiuto di piccoli imprenditori, artigiani, famiglie, pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati. Al mese di giugno 2003, sono circa 1.200 le famiglie soccorse con aiuti finanziari e con prestiti già erogati, per la somma complessiva di circa otto milioni di euro. Ha firmato convenzioni con cinque banche: Banca dell’Umbria, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Milano, Unicredit, Banco di Sicilia. Grazie a queste convenzioni, la Fondazione aiuta le persone in difficoltà economiche a ottenere dalle banche un prestito al tasso prime rate da restituire in un periodo da uno a quattro anni. Un’iniziativa della Fondazione estremamente apprezzata è il progetto «Ritorno a casa». Esso consiste in un prestito concesso agli stranieri che lavorano in Italia per permettere loro di costruirsi la casa o avviare un’attività economica nelle loro terre d’origine. Centinaia di extracomunitari stanno usufruendo di questa opportunità che permette loro di ricongiungersi con le loro famiglie potendo contemporaneamente contare su un’attività produttiva. La casa di riposo «Casa Mia» La casa di riposo «Casa Mia» di Forlì è un’opera sociale voluta dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno. È nata con l’obiettivo di prendersi cura della persona dell’anziano in una fase dell’esistenza in cui è portatrice più di bisogni che di risorse, come riconoscimento del valore che la vita dell’anziano rappresenta per ognuno di noi. Dietro le scelte di «Casa Mia» vi è il desiderio di non lasciare che il decadimento fisico e psichico allontani le persone; anzi, al contrario, si intende favorire l’integrazione con la famiglia e la società con il fine di rendere la vita degna di essere vissuta anche quando non sembra più che lo sia. Alla fine degli anni Settanta «Casa Mia» fu concepita come residence composto da mini appartamenti completamente autonomi per ospiti anziani. Inaugurata nel 1983, la struttura iniziale è stata trasformata e ampliata, per rispondere alle esigenze dell’utenza, diventando una casa albergo per anziani autosufficienti (47 posti) e non (26 posti). La cura della persona è gestita da medici, infermieri professionali, addetti all’assistenza di base e fisioterapisti. Un 382 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici cappellano, un musicoterapista, un podologo e uno psicologo integrano il servizio assistenziale che consta di una cinquantina di operatori. Oltre alle camere per l’ospitalità, «Casa Mia» mette a disposizione dei suoi ospiti vari ambienti per la ricreazione, la vita in compagnia, due biblioteche e una sala per le attività motorie attrezzata per accogliere sia le persone più anziane sia i bambini, sia i giovani di altre associazioni di volontariato. Questa evoluzione è stata possibile grazie a una parte dei fondi che i contribuenti italiani hanno destinato all’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno con la scelta dell’otto per mille dell’Irpef. L’ubicazione di «Casa Mia» offre agli ospiti l’accesso privilegiato al centro commerciale, che si trova proprio di fronte alla Piazza Ad Cà Mì, e il godimento dell’ampio polmone verde del parco comunale sul retro, con i giochi per i bambini, al quale si accede direttamente dai saloni verandati della casa. Gli ospiti possono quindi accompagnare la famiglia a fare la spesa, oppure osservare i nipotini sull’altalena o sullo scivolo. «Casa Mia», con principi di eguaglianza, di servizio, di imparzialità, di rispetto della dignità, di tutela dell’ambiente e professionalità, per sue caratteristiche potrebbe sradicare la persona dal suo habitat trasferendola in una nuova collocazione che può apparire impersonale. L’impegno consiste nell’evitare un’esistenza anonima dei residenti tramite anche la pulizia dell’ambiente, il lavaggio degli effetti personali, la preparazione dei pasti, un’ottima assistenza sanitaria, un’assistenza psicologica, un’assistenza religiosa e soprattutto l’attenzione ai bisogni degli ospiti che hanno il diritto di vivere la propria esperienza in modo gradevole e dignitoso. Il dipartimento della Salute La Chiesa cristiana avventista, accettando il piano biblico per l'uomo, che consiste in uno sviluppo armonioso delle facoltà fisiche, mentali, sociali e spirituali, sente la responsabilità morale di aiutare le persone a raggiungere un miglior livello di salute totale. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 383 Appendici Essendo presente in quasi tutte le nazioni del mondo, si confronta con i problemi più svariati riguardanti la salute: da quelli derivanti da una vita povera e priva delle più elementari regole igieniche a quelli derivanti da una società opulenta e consumistica. Non ritenendo che la sofferenza sia mandata da Dio per metterci alla prova o per farci acquisire dei meriti particolari, la Chiesa cristiana avventista, oltre ad avere cura delle persone colpite dalla malattia, ritiene che sia estremamente utile adottare un'adeguata prevenzione attraverso un'efficace opera educativa. L’insegnamento di una salute totale impegna la Chiesa avventista nelle scuole (dalla materna all’università), nel mondo del lavoro, nelle famiglie. Essa ha, quindi, istituito centri medici a tutti i livelli: da quelli altamente specializzati, come la clinica universitaria di Loma Linda, in California, o altri grandi ospedali, a piccole cliniche nelle zone più sperdute della terra o a battelli e aerei medici che raggiungono le zone più impervie. In Occidente, soprattutto, la Chiesa avventista opera per migliorare la qualità della vita. In una società ricca e industrializzata, le malattie del benessere mietono ogni giorno migliaia di vittime a causa della superalimentazione e dello stress. Da indagini fatte in diverse parti del mondo, si rileva che i cristiani avventisti godono di una salute migliore grazie a un’alimentazione tendenzialmente vegetariana e alla completa indipendenza da droghe, alcool e tabacco. La Chiesa avventista propone uno stile di vita che tende a valorizzare ogni dimensione dell’essere umano: da quella fisica a quella mentale, spirituale, sentimentale, familiare, sociale. Essa promuove la sua visione olistica della vita con corsi denominati NewStart che portano gli utenti a riscoprire i benefici effetti di una vita naturale grazie a un corretto uso di aria pura, luce solare, riposo, esercizio fisico, alimentazione adeguata, acqua, il tutto coltivando una sana fiducia in Dio. Convinta del valore della prevenzione, la Chiesa avventista è sensibile al problema delle tossicodipendenze, è molto attiva in Italia nel proporre iniziative per un'alimentazione più sana e per il recupero di tabagisti e alcolisti attraverso campagne informative sui danni dell’alcool e del fumo. In tutto il mondo sono molto conosciuti i suoi 384 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Piani dei 5 Giorni, terapia di gruppo per smettere di fumare, con risultati positivi senza ricorrere a medicinali. Tutti in Italia conoscono le gravi malattie causate da un'alimentazione troppo ricca, soprattutto di grassi animali, dal consumo di alcool e dal fumo. Varie statistiche effettuate in centri specializzati in diverse parti del mondo, sulla popolazione avventista, hanno dato esiti estremamente interessanti: gli avventisti sono colpiti per il 50% in meno da tumori e da malattie cardiovascolari, grazie al loro stile di vita. Come mezzo di informazione nel settore della salute, la Chiesa avventista si avvale della pubblicazione di una rivista mensile Vita & Salute, presente sul territorio nazionale dal 1952, essa è la prima rivista di prevenzione sanitaria nel nostro paese. Il dipartimento della Libertà Religiosa La Chiesa cristiana avventista considera suo dovere impegnarsi perché sia salvaguardata ovunque la libertà di coscienza, di religione e di convinzione. La difesa dei diritti umani è una sua preoccupazione costante. Essa è sorta come Chiesa libera e si adopera perché tutti, credenti o no, possano godere della più ampia libertà di religione e di convinzione; perciò ha creato il dipartimento della Libertà Religiosa, l’International Religious Liberty Association (Irla) e l'Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa (Aidlr). La Chiesa ha una sua precisa identità ma non ritiene che i suoi membri siano gli unici ad avere accesso alla salvezza. Per questo motivo, pur senza scendere a compromessi con quello che crede profondamente, collabora con le altre confessioni religiose e organizzazioni laiche in programmi utili per la società. Lo fa cercando di creare un clima di maggiore comprensione e di rispetto reciproco fra gli uomini di ogni fede e convinzione, e invitando tutti coloro che sono animati da un ideale di libertà, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua, di religione o di convinzione, a partecipare a questa crociata contro l’intolleranza e il fanatismo. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 385 Appendici Per quanto attiene ai rapporti fra Chiesa e Stato, gli avventisti sono convinti sostenitori del principio di separazione con cooperazione: ognuna di queste realtà deve operare nei propri ambiti senza interferire in quello altrui. Questo non vuol dire che non vi debba essere collaborazione nei settori di comune interesse, ma tale collaborazione deve avvenire nel pieno rispetto delle reciproche competenze e mantenendo, da parte dello Stato, un rapporto di equidistanza fra tutte le confessioni presenti sul territorio. L’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa Nel 1946 il dottor Jean Nussbaum diede vita all’Association Internationale pour la Défense de la Liberté Religieuse (Aidlr). Ben presto furono organizzate varie sezioni nazionali; nel nostro Paese fu costituita nel 1973 la sezione italiana. L’Aidlr, che attualmente ha sede a Berna, pur essendo presente in diversi Paesi europei e africani, è ben organizzata in Italia, Francia, Belgio, Canada, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Romania. Essa è riconosciuta con statuto consultivo presso l’Onu e il Consiglio d’Europa. L’Associazione opera in più direzioni organizzando, da sola o in collaborazione con altre ong, in modo particolare con l’Irla, con gressi mondiali, internazionali, regionali, convegni, simposi, pubblicazioni sull’argomento. Organo dell’Associazione è la rivista Coscienza e Libertà, a carattere giuridico, che offre studi e documenti a livello internazionale per sensibilizzare le persone alla libertà, alla giustizia e alla pace. Questa rivista è pubblicata in diverse lingue: francese, inglese, tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, serbo e croato, ed è distribuita a livello internazionale, riscuotendo da varie personalità consensi e apprezzamenti. L’Associazione ha un comitato d’onore che vanta, fra i suoi presidenti, uomini e donne riconosciuti a livello mondiale: Eleanor Roosvelt, Albert Schweitzer, Paul Henri Spaak, René Cassin, Edgard Faure, Léopold Sedar Senghor e attualmente Mary Robinson. 386 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Il dipartimento dell’Educazione Il sistema scolastico promosso dalla Chiesa cristiana avventista tende ad assicurare ai giovani un'educazione equilibrata a livello fisico, mentale, spirituale, sociale, e questo dal giardino d'infanzia all'università. Le scuole dirette dalla Chiesa avventista tendono a trasmettere agli studenti non solo delle nozioni di cultura generale, ma anche dei principi di vita e dei valori atti a rendere il giovane in formazione un adulto ben equilibrato fisicamente e mentalmente. I luoghi scelti per far sorgere queste scuole si trovano per la maggior parte in zone tranquille, con molta vegetazione, per permettere agli studenti di prepararsi in un ambiente sereno. La Chiesa cristiana avventista istituisce scuole di ogni ordine e grado in tutte le parti del mondo. Fonda quindi università e scuole altamente specializzate, come anche scuole di fortuna nei paesi più poveri. Le sue scuole e i suoi internati sono frequentati da giovani di entrambi i sessi. Le scuole avventiste accolgono ragazzi provenienti da varie regioni e da paesi stranieri, questo permette uno scambio culturale e sociale che è difficile riscontrare normalmente. La facoltà teologica avventista I seminari avventisti garantiscono i corsi di teologia per la preparazione specifica dei pastori e, inoltre, spesso offrono dei corsi di cultura generale. La facoltà di teologia avventista in Italia si trova a Firenze, in una bellissima villa medicea chiamata Villa Aurora. Si accede al corso teologico dopo aver conseguito un diploma di scuola superiore. Il primo livello del corso è della durata di tre anni, dopo di che gli studenti conseguono un titolo intermedio assimilabile alla laurea breve. Per poter ottenere il titolo di pastore, debbono continuare gli studi per altri due anni all’estero o in Italia. È in corso l’iter parlamentare che riconosca le lauree in teologia rilasciate La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 387 Appendici dall’istituto. Il corso teologico è frequentato indistintamente da ragazzi e ragazze. La scuola di Villa Aurora offre anche corsi di lingua e cultura italiana. Attualmente nell’istituto si registra la presenza di studenti provenienti da diciotto Paesi del mondo. Esso quindi offre la possibilità di scambi culturali che favoriscono una preparazione importante per affrontare una società sempre più multietnica. La scuola è garantita da 50 anni di esperienza in Italia e da un sistema scolastico internazionale alle spalle. Il dipartimento della Gioventù Particolare attenzione la Chiesa avventista presta ai giovani di tutte le età. A ogni livello, dalla chiesa locale alla Conferenza Generale, ci sono persone specificamente incaricate di prendersi cura dello sviluppo armonioso dei giovani sul piano spirituale, intellettuale e fisico. Essi sono suddivisi per fasce d’età e seguono programmi specificamente creati per loro. A partire dai sette anni, si organizzano settimanalmente, a livello locale, dei club Aisa (Associazione italiana scout avventista) che permettono ai ragazzi di socializzare con i loro coetanei, di collaborare assieme e di rendersi autonomi. Non si tratta soltanto di programmi di intrattenimento, ma di preparare il giovane ad affrontare la vita nel rispetto dei valori e degli altri, come anche nel volontariato in favore di chi si trova nel bisogno. Infatti, spesso si organizzano visite a persone malate o a orfanotrofi e case di riposo. Oltre agli incontri locali, i ragazzi si ritrovano in congressi e campergi regionali e nazionali in cui, in un clima di sano agonismo, mettono in evidenza le capacità acquisite. I giovani universitari e laureati hanno un loro coordinamento denominato Auda (Associazione universitari e diplomati avventisti), che favorisce incontri periodici per affrontare tematiche culturali. 388 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Il dipartimento dei giovani realizza anche campagne di testimonianza evangelica nelle piazze, promuove incontri a livello mondiale e regionale, dà vita a iniziative sociali. Oltre alle loro attività ordinarie, i giovani hanno anche raccolto migliaia di firme per una legge di iniziativa popolare contro l’uso degli alcolici sulle autostrade e contro la pubblicità diretta e indiretta dei superalcolici. In estate, da qualche anno, gestiscono campi evangelistici itineranti e campi lavoro anche all’estero come l’organizzazione di un gruppo di volontari italiani che è andato in Albania per ricostruire un ambulatorio semi distrutto. I centri giovanili L’attenzione che la Chiesa avventista riserva ai giovani non si limita soltanto alla realizzazione di programmi locali, ma si concretizza anche in strutture che diventino dei centri di incontro a livello regionale, nazionale e internazionale. Ne segnaliamo due: uno a Poppi (AR), e uno in Sicilia a Piazza Armerina (EN). Questi centri sono situati in zone boschive che facilitano il contatto con la natura e riservano ampi spazi per le varie attività. Essi ospitano corsi di formazione per animatori e sono a disposizione per ritiri spirituali che si possano organizzare nel fine settimana. I programmi che vi si svolgono facilitano gli interscambi culturali e sociali dei ragazzi appartenenti alle varie fasce d’età; favoriscono, inoltre, l’integrazione di giovani stranieri o con problemi familiari e personali particolari. Durante l’estate ospitano i campeggi estivi degli scout, prima i bambini delle scuole elementari, poi, man mano, gli adolescenti, i teen-agers e i giovani oltre i vent’anni. Per loro gli animatori preparano programmi a carattere spirituale, sociale e scoutistico. I centri giovanili ospitano anche campi per le famiglie per passare insieme le vacanze riflettendo contemporaneamente su temi spirituali. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 389 Appendici Il dipartimento Radio Particolarmente efficace è la rete radiofonica Awr (Adventist World Radio) che trasmette programmi a carattere religioso e sociale 24 ore su 24 e può essere ascoltata, grazie ai suoi dieci trasmettitori situati in Africa, Asia, Europa e Americhe, dal 70% della popolazione mondiale. In Europa, le lingue utilizzate sono: armeno, arabo, inglese, francese, georgiano, tedesco, italiano, romeno, russo, ucraino. In Italia, la Chiesa avventista ha 9 stazioni radio in fm sul territorio nazionale, fra cui una a Catania con frequenza 97,5 e 90,8 Mhz. I programmi prodotti sono a carattere spirituale, educativo, sociale e tendono a coinvolgere anche realtà non avventiste come associazioni impegnate in attività utili ai cittadini. Quotidianamente vengono trasmessi programmi via satellite (Hotbird) in cui si affrontano argomenti di attualità religiosi e sociali. Particolare cura si ha nella scelta delle musiche prevalentemente di ispirazione cristiana. 390 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici Appendice 6 ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA AVVENTISTA Lo scopo della Parola di Dio fin dalla sua origine è l’espressione di ciò che Dio ha pronunciato, ha fatto e sta facendo per il bene dell’uomo. Tutta l’opera della creazione è in funzione dell’uomo. L’universo, da come emerge dalla prima pagina della Scrittura, ha come finalità l’uomo. Dio ha voluto tutto questo non perché possa avere l’uomo in ginocchio davanti a sé e dominarlo, ma per porre l’uomo al centro della creazione. L’adorazione dell’uomo del proprio Creatore può essere vista come una sottomissione della creatura a Dio, ma nella realtà è l’espressione con la quale l’uomo coglie la propria identità, esprime il proprio privilegio di essere uomo. Il Sabato stesso, suggello e completamento della creazione che Dio stesso ha santificato e benedetto fin dall’origine, è sì un tempo sacro che Dio offre all’uomo, ma questo tempo non è per la sudditanza dell’uomo nei confronti di Dio, bensì affinché l’uomo sia sempre cosciente di essere lo scopo della creazione. Gesù ricordava questa peculiarità del Sabato in polemica con i dottori della legge: «Il Sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato» Marco 2:27. L’uomo adorando l’Eterno quale Creatore non si umilia davanti a Dio, non si asserve al Signore, ma esalta se stesso quale creatura di Dio, rivendica e ribadisce la propria dignità di uomo, si pone nella propria giusta dimensione, si riconosce nella posizione di figli. Alexander Vinet nel XIX secolo scriveva: «Dio non ha completato la sua opera, Dio non è arrivato al termine delle sue creazioni se non quando ha creato la libertà, quando la libertà divina ha creato la libertà umana…, quando Dio si è dato un simile». L’uomo nel porsi di fronte a Dio comprende il senso profondo di essere creato a sua immagine e somiglianza. La grandezza dell’Eterno non sta nell’avere le sue creature prostrate davanti a sé, ma è nell’inginocchiarsi davanti a loro e lavare i piedi, La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 391 Appendici come ha fatto Gesù nella camera alta (Giovanni 13). La gloria del Signore è si nel risiedere nell’alto dei cieli, ma anche nell’essere «innalzato dalla terra» per «attirate tutti a sè» Giovanni 12:32 le sue creature. Finche l’uomo si considera al centro della creazione accettando il ruolo che Dio gli ha offerto, finché beneficia dell’Eden nell’ascolto della Parola, è il signore della creazione è il rappresentante di Dio, è colui che creato a immagine e somiglianza del proprio Creatore ne fa le veci. L’uomo è grande perché Dio lo ha fatto grande, lo ha fatto l’oggetto delle sue cure, lo ha posto al centro del proprio progetto. Quando l’uomo percepisce il senso del suo essere si pone la stessa domanda formulata da Davide: «Che cos’è l’uomo perché tu ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?» Salmo 8:4. Nel rapporto con la rivelazione di Dio può avere e dare una risposta alle domande esistenziali che si pone. Quando perde la propria dimensione, che può riscoprire tramite la rivelazione, allora la propria identità è un problema per se stesso e crea varie risposte e sistemi alle proprie domande. L’uomo è alla ricerca di sé e tutti gli indirizzi ai quali si rivolge, pur mettendo in risalto la propria complessità e specificità, non riescono a rispondere pienamente. È nel rapporto con il Signore è nel porsi davanti a lui, è nell’essere, nel sentirsi «re e sacerdote» Apocalisse 1:6 l’uomo è se stesso. Quando l’uomo si fa grande autonomamente, vuole essere Dio, fa la scoperta di ciò che Dio sa da sempre di lui, essere polvere (Salmo 103: ). Quando l’uomo prende coscienza della sua grandezza per ciò che Dio gli ha dato di essere, comprende, e sperimenta di essere suo figlio (Luca 3:38) e di essere «partecipi della natura divina» 2 Pietro 1:4. Nell’Eterno la grandezza dell’uomo è senza limiti, il suo valore non ha prezzo, la sua salvezza è stata espressa nell’incarnazione e morte del Signore. La creazione è presentata in funzione dell’uomo, l’Eterno stesso opera per servire l’uomo. All’uomo perduto perché non crede Dio gli propone la sua Parola. L’uomo privato della vera propria dimensio392 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici ne: essere a immagine e somiglianza di Dio, essendosi da lui allontanato, avendo di lui paura, concepisce la divinità lontana, irraggiungibile, alta nel cielo e crea una società piramidale dove colui che sta sopra è servito, ha privilegi e domina. Nella concezione tolemaica si pone la terra, di conseguenza l’uomo al centro dell’universo, tutto gli gravita attorno, l’uomo si considera divino e si crea il culto della persona parodiando la creazione. La Chiesa, i cui doni e talenti Dio avrebbe offerti ai fedeli allo scopo di servire la comunità, a causa dell’apostasia dalla Parola, si costituisce come organismo verticistico il cui capo, che ha preso il posto di Cristo, è colui verso il quale tutto tende e tutto viene asservito. Si è contestato questa forma organizzativa della Chiesa, si è tolta l’autorità del sommo pontefice sostituendola con quella dei patriarchi. All’inizio erano solo quelle delle sedi apostoliche, successivamente è stata estesa ad altri. Si sono tolte anche queste espressioni di autorità e la Chiesa si è trovata comandata dai vescovi, episcopi e dagli anziani. Anche questi sono stati rifiutati e la chiesa si è frammentata nelle comunità congregazionaliste e ognuna è autonoma e indipenden-te. Si è cercato di costituire il corpo di Cristo riunendo e confederan-do queste membra sparse, ma non solo non si è costituita l’unità, che quando è stata raggiunta è solo nazionale, ma non la si riscontra nell’accettazione della Parola, nella «sana dottrina» 2 Timoteo 4:3, che è la «verità» v. 4. Pur condividendo insegnamenti comuni, nella propria autonomia, si sostengono dottrine non conformi alla Parola. Così le chiese si presentano con sistemi organizzativi diversi. In Occidente la chiesa si esprime con il potere assoluto nell’autorità del vescovo di Roma. In Oriente le chiese si presentano separata dai confini geografici delle supremazie patriarcali e non si possono incontrare perché essendo scomparso il potere dell’imperatore e non c’è una autorità chi possa riunire i vari patriarchi ortodossi. In Occidente, la Chiesa Anglicana ha nella testa incoronata del re d’Inghilterra il proprio capo. Si presenta come chiesa assoggettata al braccio secolare. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 393 Appendici Le altre Chiese sono separate dall’autorità dello Stato, ma la propria giurisdizione generalmente è delimitata dai confini del proprio Paese e anche confederandosi con altre identiche identità di altre nazioni sono comunque confinate in aree geografiche specifiche. Le chiese congregazionaliste vivaci nell’esaltare la propria autonomia di comunità, pur federate e confederate sono lontane dal presentarsi come chiesa mondiale anche se degli insegnamenti sono condivisi dappertutto. Il Rinascimento, risveglio della società, ha avuto come culla e centro l’Italia. Sorto nel XIII secolo, si è sviluppato fino a tutto il XV rivalorizzando il passato. È stato un movimento all’origine della civiltà moderna con il ritorno all’arte, alle lettere e alla filosofia. Non solo si fu affascinati dall’arte e dalla letteratura classica, ma, pure nel campo della religione, la collezione di manoscritti e la ricerca dei testi biblici nelle loro lingue originali attrassero interesse intellettuale. Questo movimento culturale fu rinforzato e sostenuto anche dai Riformatori protestanti desiderosi di risalire alle fonti del pensiero cristiano. Questi ruppero con l’impressionante tradizione della Chiesa e cominciarono a cercare di recuperare il testo e il significato originario delle Scritture. L’umanesimo che esaltava nelle stesso periodo, dal XIV secolo, i valori specificatamente umani, viene visto come movimento culturale che si è contrapposto a quello religioso rivalutando la civiltà del passato greco romana. L’umanesimo ha esaltato il valore alle lingue volgari perfezionandole, in contrapposizione al latino che univa i popoli dell’Occidente. In questo processo di sviluppo il cristianesimo vi ha svolto un ruolo non indifferente, anche se non sempre riconosciuto. La comprensione della Parola richiedeva la conoscenza del passato nei suoi usi, costumi, mentalità. I movimenti medioevali preriformatori diffondevano porzioni della Scrittura nelle lingue volgari contribuendo alla formazione delle lingue locali, malgrado il forte contrasto dalla chiesa romana. A quest’opera missionaria si deve aggiungere le traduzioni di tutta la Bibbia nelle varie lingue volgari. Non è da dimenticare che la traduzione della Bibbia in 394 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici tedesco fatta da Lutero è stata determinante per la lingua nazionale del popolo germanico. Il Razionalismo del XVIII secolo, sorto nel periodo dell’Illuminismo in Francia e poi in Inghilterra, si contraddistinse per una fiducia assoluta nella possibilità di risolvere i problemi della vita, in particolare quelli sociali e politici, con i soli lumi della ragione escludendo la rivelazione, cioè la trascendenza e la tradizione (la Chiesa) e trovò nella dea Ragione la nuova espressione di culto che sostituì la religione della tradizione non è riuscito a dare un senso compiuto all’uomo. La Riforma, dal XVI secolo, nel porre al centro della fede la Bibbia, ha esaltato l’uomo e la sua razionalità, il valore della sua identità, mediante il sacerdozio universale, ponendo il credente a interlocutore e ascoltatore di Dio. Se l’illuminismo con il suo deismo e gli enciclopedisti tese a disgiungere l’uomo da Dio, creando una filosofia teologica senza Dio, in quanto la Scrittura non è considerata come rivelazione dell’Eterno, il valore che la Bibbia dava alla dignità dell’uomo è stato un fermento di liberazione delle masse. Il mondo di giustizia e di pace, che il Regno di Dio deve realizzare, nel XIX secolo dopo il positivismo di Augusto Conte (1798-1857), che poneva il valore della ragione umana a controllo del tutto, viene immaginato come conquista sociale della classe operaia da Engel e Marx, ponendo sulla terra il regno dei cieli, senza il suo Signore. La Chiesa Avventista si è venuta a costituire nella prospettiva in cui tutto è strumentale alla salvezza della persona e al servizio del fedele, dell’uomo. I vari ruoli del ministero sacerdotale espressi dai pastori, evangelisti, dottori, anziani, diaconi, responsabili dei vari aspetti e funzioni della Chiesa e dal fedele, sono tutti quanti espressioni dell’intera Comunità al proprio servizio e svolte mediante un’opera sociale all’esterno di essa. Affinché nessuno possa prevaricare la propria responsabilità, nunzione, imporsi all’altro, strumentalizzarlo, la Chiesa si è costituita con norme a seguito delle quali l’individualità, il valore della persona sia garantita nel principio. Non ci sono cariche a vita e funzioni acquisite. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 395 Appendici Ogni membro esprime la propria partecipazione alla vita di Chiesa, la propria responsabilità nelle decisioni locali e, mediante la propria delega, negli organismo costituiti. L’esaltazione dell’uomo in forma autonoma da Dio ha portato al super-uomo con tutti i suoi orrori. L’esaltazione dell’uomo che rispecchia il progetto edenico dove Dio ritorna a essere il vis à vi – faccia a faccia dell’uomo, l’individuo si sente coinvolto nel grande conflitto universale tra il bene e il male, la verità e l’errore, ritrova senso e speranza per la propria vita, pur nella contingenza del presente foriera di ingiustizia, illegalità, violenza, malattia, morte. La Chiesa Avventista pur continuando a essere una Chiesa di minoranza, poco dopo il suo costituirsi (1862), ha assunto la visione mondiale della sua missione costituendosi in quattro livelli organizzativi. Chiesa locale: costituita dall’insieme dei fedeli residenti in un determinato territorio. È gestita da un pastore eletto dalla Federazione e dai vari responsabili di chiesa: anziano/a/i/e, diaconi/e, segretario/a, tesoriere/a e responsabili delle varie attività per l’interno e all’esterno della comunità, tutti eletti dai membri stessi della comunità locale. Federazione: costituita dal raggruppamento delle chiese di un determinato territorio. Riceve e distribuisce le contribuzioni delle Chiese che la costituiscono. Nomina i pastori delle varie chiese locali, promuove e sostiene programmi locali evangelistici, educativi, sociali, sanitari. I responsabili della Federazione, presidente, segretario, tesoriere e dei vari dipartimenti, sono eletti dai rappresentanti nominati dalle varie chiese, riuniti in assemblea amministrativa in conformità agli statiti e alle regole. I rappresentanti dell’organismo superiore, l’Unione, partecipano ai lavori come rappresentanti della Chiesa. Unione: costituita da più Federazioni di uno stesso Stato o di più Stati. È retta da un Comitato i cui membri vengono eletti, ogni cinque anni, da dei delegati delle Federazioni che la costituiscono. Come le Federazioni 396 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Appendici l’Unione promuove e sostiene programmi evangelistici, educativi, sociali, sanitari a livello di Federazioni. Conferenza Generale: abbraccia la Chiesa intera nel mondo. È retta da un Comitato. I suoi responsabili sono eletti ogni cinque anni dai delegati delle unioni di tutto il mondo. Questo organismo per essere vicino alle Unioni, costituisce le Divisioni, che sono delle sue sezioni che abbracciano vaste aree del mondo. Come le Unioni sostengono e promuovono programmi evangelistici, educativi, sociali, sanitari nelle unioni Federazioni, così avviene da parte della Divisione nei confronti delle Unioni. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 397 Appendici 398 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? BIBLIOGRAFIA ADAM Karl, Le vrai visage du catholicisme, la Vie Chrétienne, 28a ed., Bernard Grasset, Paris 1934. ANTOMARCHI, Rome face à l’Evangile, 1957. BARDY G., Théologie de l’Eglise de Saint Clément à Saint Irenée, Paris 1945. 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Carattere selettivo “ “ “ “ 29 29 ..30 32 Capitolo IV I due campi “ 35 Capitolo V Passare da un campo all’altro L’opera dello Spirito nell’uomo 1. Convinzione di peccato e pentimento 2. Nuova nascita, resurrezione e credere Battesimo dello Spirito santo “ “ “ “ “ 37 37 37 39 41 Capitolo VI I membri della Chiesa Chiesa società chiusa e aperta “ “ 45 46 403 Indice Capitolo VII I riti della Chiesa Battesimo nella chiesa primitiva Il Battesimo nel libro degli Atti La Cena del Signore p. “ “ “ 53 53 53 54 Capitolo VIII Apostolicità della Chiesa “ 61 “ “ “ “ “ “ “ 63 64 64 65 65 66 67 “ 71 “ “ “ 73 73 74 “ “ “ 75 76 77 “ “ “ “ “ “ 81 81 82 83 85 86 Capitolo IX Il fondamento della Chiesa Chi è la pietra? a) Pietro 1. La pietra è Pietro 2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale 3. trasmesso un bel primato 4. Pietro è stato a Roma 5. Pietro vescovo a Roma ha trasmesso questo primato ai suoi successori 6. I vescovi di Roma si siano trasmessi questo Primato b) Gesù la Pietra c) la confessione di Pietro La Scrittura fondamento della fede nei primi secoli della Chiesa d’Oriente e d’Occidente La Scrittura fondamento della Riforma Il N.T. fondamento per l’organizzazione della Chiesa Capitolo X Figure e parabole sulla Chiesa Gregge Vigna Corpo Edificio Sposa 404 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Indice La donna nel deserto Difficoltà a riconoscere l’evidenza Il dragone getta dell’acqua dalla sua bocca La terra soccorse la donna Il rimanente della donna, sue caratteristiche, sua Identificazione p. “ “ “ 96 100 103 104 “ 105 “ “ “ “ “ “ “ 111 111 111 112 113 116 117 “ “ “ 119 119 123 “ “ “ 125 128 139 “ “ “ 139 142 144 “ 146 “ 149 Seconda parte L’apostasia della Chiesa Capitolo I Apostasia della Chiesa – evoluzione storica 1. Moralizzazione 2. Intellettualizzazione del cristianesimo 3. La disgregazione della chiesa apostolica 4. La grande svolta Medio Evo La Riforma Capitolo II Apostasia dottrinale L’apostasia annunciata I. Il battesimo - significato biblico La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri elementi Battesimo ai bambini e neonati II. La dottrina dell’immortalità dell’anima Schizzo dell’insegnamento biblico sulla natura dell’uomo Errore universale L’uomo secondo la Bibbia L’apostolo Paolo annuncia che nella Chiesa si sarebbero invocati i demoni, cioè i morti Gli eroi pagani vengono sostituiti dai martiri e dai santi cristiani La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 405 Indice Ruolo di Roma nella soppressione del II comandamento p. La formazione del dogma dell’immortalità dell’anima “ La dottrina dell’immortalità dell’anima: porta aperta allo spiritismo “ L’inferno e le pene eterne “ III. Sostituzione del giorno del riposo “ Importanza della legge di Dio “ La legge di Dio esaltata dai cattolici “ La legge di Dio esaltata dai Riformatori “ Il Decalogo preesistente al Sinai “ Importanza del IV comandamento “ L’osservanza del Sabato nei primi cinque secoli dopo Cristo “ Dall’osservanza del sabato all’osservanza della Domenica “ Il ruolo di Roma nel cambiamento dal sabato alla domenica “ La Chiesa cattolica attribuisce a sé l’autorità di avere cambiato il giorno di riposo “ La fiaccola della verità non si è mai spenta su questo comandamento “ Conclusione “ Capitolo III La Chiesa del Tentatore 152 153 154 156 157 157 159 160 161 161 171 172 177 180 180 182 “ 187 “ 203 Terza parte Bisogno di una Riforma Capitolo I Bisogno di una Riforma Capitolo II 406 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Indice La Tradizione nella chiesa cattolica e nella chiesa protestante p. “ “ 213 213 216 “ 221 Capitolo I Qualche opinione sulla Riforma “ 231 Capitolo II La Riforma e la Profezia Efeso – Apocalisse 2:1-7 Smirne – Apocalisse 2:8-11 Pergamo – Apocalisse 2:12-17 Tiatiri – Apocalisse 2:18-29 Sardi – Apocalisse 3:1-6 Filadelfia – Apocalisse 3:7-13 Laodicea – Apocalisse 3:14-22 “ “ “ “ “ “ “ “ 237 240 240 240 241 241 244 245 La Tradizione nella Cattolico La Tradizione nelle Chiese protestanti Capitolo III La Riforma incompiuta Quarta parte Il bisogno di una nuova Riforma Quinta parte Il sorgere di un movimento di Riforma mondiale Capitolo I Il Risveglio dal XVI al XIX secolo XVI Secolo – Anabattisti “ 249 Riforma Spagna Transilvania “ “ “ “ 249 253 254 255 Norvegia, Finlandia, Svezia Puritani “ “ 255 255 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 407 Indice XVII secolo – Pietismo p. Anabattisti “ Battisti “ Quaccheri “ Puritani “ Transilvania “ Norveglia, Finlandia, Svezia “ Nuovo Mondo “ XVIII secolo “ Fratelli Moravi “ Metodismo “ Nuovo Mondo “ «The Great Awakenig – Grande Risceglio» XIX secolo – Chiesa Apostolica “ Nuovo Mondo “ Capitolo II L’Ecclesia reformanda quia reformata – la chiese riformata si deve riformare – Sorgere di un Movimento Mondiale Riformatore Realizzazione storica di Apocalisse 10 La delusione predetta Il sorgere di un movimento mondiale Capitolo III Il Vangelo eterno Annuncio del vangelo eterno in tutto il mondo Invito a temere Iddio e dargli gloria «L’ora del suo giudizio è venuta» - tempo nel quale si colloca il primo appello Adorare il Creatore è riconoscere che ha fatto ogni cosa L’invito di Dio 408 257 261 263 264 267 270 271 271 274 275 276 278 280 282 284 “ “ “ “ 289 298 305 310 “ “ “ 319 324 328 “ 329 “ “ 336 339 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? Indice Conclusione p. Appendici 1 – Le dottrine della chiesa cristiana avventista del 7° giorno “ 2 – Excursus presenza avventista nel mondo “ 3 – Excursus presenza avventista in Italia “ 4 – Caratteristiche principali della Chiesa Avventista “ 5 – Servizi offerti dalla Chiesa Avventista “ 6 – Organizzazione della Chiesa Avventista “ 343 345 359 365 371 378 391 Bibliografia “ 399 Indice “ 403 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché? 409 Indice 410 La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?