Forse sorella gemella di Benedetto da Norcia, Scolastica nacque a

Transcript

Forse sorella gemella di Benedetto da Norcia, Scolastica nacque a
Forse sorella gemella di Benedetto da Norcia, Scolastica nacque a Norcia verso il 480; il padre,
Eutropio Anicio, discendente dall'antica famiglia senatoriale romana degli Anicii, era Capitano
Generale dei romani nella regione di Norcia, mentre la madre, Claudia Abondantia Reguardati,
contessa di Norcia, morì subito dopo aver partorito i due gemelli. Il padre, che aveva dedicato
grandi cura ai due bambini, fece voto di destinarla alla vita monastica.
Secondo quanto riporta san Gregorio Magno (anche lui della gens Anicia) nel secondo libro dei
Dialoghi, all'età di dodici anni fu mandata a Roma assieme al fratello per compiere gli studi classici,
ma entrambi restarono profondamente turbati per la vita dissoluta che vi si conduceva. Benedetto
per primo decise di ritirarsi in eremitaggio. Scolastica, rimasta unica erede del ragguardevole
patrimonio della famiglia, rifiutando ogni attaccamento ai beni terreni, chiese al padre di potersi
dedicare alla vita religiosa entrando in un monastero vicino a Norcia. Il padre, pur soffrendo per la
separazione dalla figlia, ricordandosi del voto fatto, accettò la sua decisione. Qualche anno dopo
seguì il fratello a Subiaco e quando Benedetto fondò l'abbazia di Montecassino, volle seguirlo e ai
piedi di Montecassino, a circa 7 km a sud dell’abbazia, fondò il monastero di Piumarola, dove
assieme alle consorelle seguì la regola di San Benedetto dando origine al ramo femminile
dell'Ordine Benedettino.
Una delle maggiori raccomandazioni di Scolastica era di osservare la regola del silenzio, e di evitare
soprattutto la conversazione con persone estranee al monastero, anche se si dovesse trattare di
persone devote che andavano a visitarle. Ella diceva
« Tacete, o parlate di Dio, poiché quale cosa in questo mondo è tanto degna da doverne parlare? »
Della sua vita si conoscono solo poche vicende agiografiche narrate nel secondo Libro dei Dialoghi
di san Gregorio Magno, che però propongono soprattutto aneddoti ed esempi di santità, narrati
parlando di santa Scolastica prevalentemente in riferimento al fratello, padre del monachesimo
occidentale.
I due fratelli si incontravano una volta all'anno in una casa a metà strada tra i due monasteri,
divenuta poi oggetto di culto per molto tempo. Gregorio racconta che nell'ultimo di questi incontri,
avvenuto il 6 febbraio 547, poco prima della sua morte, Scolastica chiese al fratello di protrarre il
colloquio spirituale fino al mattino seguente, ma Benedetto si oppose per non infrangere la regola.
Allora Scolastica implorò il Signore di non far partire il fratello e scoppiò in un pianto dirotto:
subito dopo scoppiò un inaspettato e violento temporale che costrinse Benedetto, che vi riconobbe
un miracolo, a rimanere con lei conversando tutta la notte. Gregorio conclude la narrazione
dell'episodio affermando: «Poté di più, colei che più amò».
Ancora Gregorio narra che Benedetto ebbe notizia della morte della sorella, avvenuta tre giorni
dopo il loro ultimo incontro, "da un segno divino": vide l'anima della sorella salire in Cielo sotto
forma di una bianca colomba. La seppellì nella tomba dove anch'egli fu sepolto, poco più tardi:
«come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo li corpi furono congiunti in
uno stesso sepolcro».
Secondo i monaci benedettini le reliquie di Scolastica e Benedetto sono conservate sotto l'altare
maggiore della basilica di Montecassino. Altro luogo ove sono custodite reliquie della Santa è
presso il Casino di Cicco sito in Sant'Apollinare.
Secondo un'altra tradizione le reliquie di Scolastica e di Benedetto si troverebbero in Francia, infatti
nell'anno 583 l’abbazia di Montecassino fu distrutta dai Longobardi, come del resto aveva
profetizzato lo stesso san Benedetto e la tomba dei due fratelli rimase sepolta sotto le rovine del
monastero.
Nell'anno 660 san Mommolo secondo abate dell'abbazia benedettina di Fleury, leggendo i Dialoghi
di Gregorio Magno, fu preso da compassione al pensiero che i corpi di san Benedetto e di santa
Scolastica fossero rimasti abbandonati sotto le macerie del monastero di Montecassino, inviò allora
a Montecassino il monaco Aigulfo con il compito di ritrovare le reliquie del loro padre fondatore.
Aigulfo giunse a Montecassino e vi trovò una delegazione di abitanti della città di Le Mans, che,
con il suo stesso intento, erano alla ricerca delle reliquie di santa Scolastica. Riuscirono a ritrovare
la tomba con le reliquie e le riportarono a Fleury, dove sorse una disputa fra i monaci che volevano
conservare riunite le reliquie dei due santi e i Mansesi, che pretendevano le reliquie di santa
Scolastica, infine decisero di di conservare a Fleury quelle di Benedetto e di portare a Le Mans
quelle di Scolastica. Ma Aigulfo, aveva portato le reliquie riunite in un’unica cassa così come le
aveva trovate. Provarono quindi a dividerle seguendo il criterio che le ossa più grandi dovevano
appartenere a Benedetto, mentre le più piccole appartenevano a Scolastica. Poi avvicinarono ad esse
i corpi di due ragazzi morti da poco, prima avvicinarono quello di una ragazza alle ossa grandi e
non avvenne nulla, poi l’avvicinarono alle ossa piccole e la ragazza resuscitò, la stessa cosa fecero
con il ragazzo che resuscitò quando fu avvicinato alle ossa grandi.
In memoria di questo miracolo costruirono una cappella dedicata a santa Scolastica sullo stesso
posto, a qualche chilometro dall’abbazia di Fleury. Le reliquie di Scolastica furono quindi traslate a
Le Mans dove furono conservate in un monastero di suore fatto costruire appositamente dal vescovo
san Berario. Da allora ogni anno l'11 luglio, in ricordo della traslazione, a Le Mans si celebrava una
grande festa in cui venivano portate in processione le reliquie della santa.
Nell'874 il monastero fu saccheggiato dai Normanni, ma le reliquie di Scolastica furono salvate e
nascoste in una casa vicina. Nel 969 il conte Ugo I del Maine, per conservarle, fece costruire vicino
al suo palazzo la chiesa di San Pietro, più tardi eretta a collegiata reale. Nel 1563 gli Ugonotti
saccheggiarono e bruciarono tutte le reliquie dei santi presenti a Le Mans, ma miracolosamente non
poterono impadronirsi delle reliquie di Scolastica, anzi nella notte dell'11 luglio furono presi da un
grande panico e fuggirono dalla città abbandonando anche i documenti del loro concistoro, che sono
conservati tuttora nella biblioteca pubblica. Le reliquie sfuggirono anche alle devastazioni avvenute
durante La Rivoluzione Francese quando la chiesa di san Pietro fu sconsacrata e le reliquie di
Scolastica furono trasferite nella chiesa della parrocchia di san Benedetto, in questa chiesa sono
conservate ancora le bolle pontificie originali che autorizzavano a Le Mans una confraternita di
santa Scolastica. Oggi il culto di santa Scolastica è ancora molto diffuso a Le Mans, ma la
processione non si tiene più.
Una parte delle reliquie di santa Scolastica furono donate, nel IX secolo all'imperatore Carlo il
Calvo e a sua moglie Richilde di Provenza che le fece portare nell'abbazia di Juvigny, nella diocesi
di Verdun, costruita appositamente, questa fu distrutta durante la Rivoluzione francese e oggi sono
conservate nella chiesa parrocchiale di Juvigny les Dames. Nel 1870 l'abbazia di San Pietro di
Solesmes ottenne una parte di queste reliquie che conserva tuttora [2]
Alcune leggende, diffusesi specialmente nel Teramano, parlano di un martirio subito da Scolastica,
con l'amputazione finale delle mammelle. In realtà tale notizia non è provata, ma i devoti la
considerano, a causa di ciò, la protettrice delle puerpere; viene anche invocata per difendersi dai
fulmini e per ottenere la pioggia.