Delitto di Isola, il giudice si dichiara incompatibile

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Delitto di Isola, il giudice si dichiara incompatibile
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LA STAMPA
MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE 2015
il caso
MASSIMO COPPERO
ASTI
oveva essere un’udienza
importante. Invece ieri,
davanti al giudice dell’udienza preliminare Giacomo
Marson, è andato in scena un
nulla di fatto nel procedimento
contro Ferdinando Catarisano,
23 anni, e Ivan Commisso, 27,
sospettati dell’omicidio di Luigi Di Gianni, 53, il gestore del
night Odeon di Strevi ucciso
con 4 colpi di fucile nel gennaio
2013 davanti a casa ad Isola.
D
2
Imputati
Sono due
cugini
di origine
calabrese
accusati
di aver
ucciso
Di Gianni
Vittima
Luigi
Di Gianni
detto «Gino
di Foggia»
53 anni
Delitto di Isola, il giudice
si dichiara incompatibile
Asti: corso Casale
Travolta da un’auto
Grave in ospedale
una posizione. E per questo ieri
Marson ha rimesso il fascicolo
al presidente del tribunale
Francesco Donato, che dovrà
indicare un nuovo giudice. I
tempi si allungano: prima della
prossima udienza passeranno
almeno due mesi.
Punto a favore
Gli imputati, difesi dagli avvocati Vittorio Gatti e Aldo Mirate, restano in attesa di sapere
se verranno rinviati a giudizio
davanti alla Corte d’Assise o
prosciolti. Ma l’aver scoperto
Dopo
l’omicidio
Uno striscione
di solidarietà
alla vittima
appeso
sulla
cancellata
della casa
della vittima
nel gennaio
2013
ufficialmente quanto si sapeva
da mesi, e cioè che per l’omicidio Di Gianni la procura sospettò anche di altre persone
non legate a Catarisano e Commisso, è un punto a favore della
difesa dei due giovani. I quali
potranno far valere anche altre
contraddizioni dell’accusa.
Una in particolare: la vedova di
«Gino», testimone oculare del
delitto, aveva detto che ad uccidere era stato un solo killer,
senza nessuno al fianco. La
procura non ha saputo indicare chi avrebbe sparato
Restano gravi le condizioni di Maria Mancuso, 65 anni, investita da un'auto mentre
attraversava a piedi
corso Casale. La donna, residente ad Asti
in via Pia, era stata
dapprima portata
dall'ambulanza del
118 al Massaja. Dopo
un peggioramento,
era stata trasferita
all'ospedale di Alessandria e sottoposta
ad un'operazione chirurgica alla testa e poi
riportata ad Asti dove
ora è in Rianimazione
. La polizia municipale
sta svolgendo accertamenti sulla dinamica: l'auto, un Fiat Doblò, era condotta da
un astigiano di 51 anni che si è subito fermato a prestare i primi soccorsi.
[MA. C.]
IL SINDACATO DI POLIZIA OSAPP HA DICHIARATO LO STATO DI AGITAZIONE
Dimezzata la popolazione carceraria
ma cresce la tensione per la sicurezza
SELMA CHIOSSO
ASTI
In tutt’Italia il numero dei detenuti in carcere è sceso. I dati nazionali del Dap (Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria) rilevano alla
fine di settembre una flessione del 23%. Dopo la condanna
della Corte europea del 2013,
il ricorso alle misure alternative soprattutto per chi deve
scontare meno di tre anni
(arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali) hanno risolto il problema del sovraffollamento.
In Piemonte i detenuti di-
Asti .41
DOMANI I FUNERALI
Lutto, il mondo
del tartufo
dice addio
Marson: “Non sapevo di aver assolto un sospettato” a Lazzarino
La scoperta
E’ stato lo stesso Marson ad accorgersi di essere giuridicamente «incompatibile» per il
caso. E con una motivazione
che, indirettamente, è un assist
per la difesa dei due giovani cugini di origine calabrese. Il giudice infatti circa due anni fa
aveva firmato un’ordinanza di
proscioglimento per un altro
sospettato dell’omicidio, un
carrozziere di Asti che avrebbe
litigato con Di Gianni a causa di
un incidente stradale pochi
giorni prima del delitto.
La procura, dopo alcuni accertamenti dei carabinieri,
aveva ritenuto che il carrozziere fosse innocente, ottenendo
l’archiviazione da parte di
Marson. Poi le indagini si erano
concentrate su Catarisano e
Commisso, fino a quel momento non coinvolti nell’inchiesta
Un magistrato, per la legge
non può pronunciarsi su un caso nel quale ha già espresso
.
stribuiti in 13 carceri sono
3530 (capienza regolare 3838);
e dalle celle ne sono usciti 1517 .
Ad Asti la situazione è nella
norma. Nel 2010 i detenuti erano 430 mentre attualmente la
capienza media è di 260.
Il carcere di Quarto però da
qualche mese non è più Circondariale ma Casa di reclusione. Significa che è cambiata
la tipologia dei carcerati. Prima c’erano soprattutto detenuti per reati minori o in attesa
di giudizio, tra loro molti stranieri. Adesso ospita persone
sottoposte a regime di alta sicurezza, legati quindi alle
grandi «famiglie» di mafia e
detenuti che devono scontare
lunghe pene.
I problemi si concentrano
qui. Il sindacato di polizia penitenziaria Osapp lamenta non
solo una cronica carenza di organico ma la mancanza di figure specifiche: ispettori e sovrintendenti. Sono loro infatti
l’indispensabile anello di congiunzione tra gli agenti che tutti i giorni trattano con i detenuti e i commissari, il comandante, il direttore.
Trattare con i sottoposti al
regime di «alta sicurezza» presuppone una preparazione che
Il carcere di Quarto
i giovani agenti non hanno.
Questo genera problemi di sicurezza interna ed esterna. Alcuni agenti e un medico sono
già stati aggrediti per futili
motivi (permessi negati). I poliziotti dell’Osapp hanno quin-
di dichiarato lo stato di agitazione e chiedono un intervento
urgente del Dap. «Abbiamo subito decisioni non supportate
da un piano logistico.I detenuti
sono meno numerosi mai molto più pericolosi», dice Gerar-
Lutto nel mondo del tartufo
per la morte di Renzo Lazzarino, 74 anni, colpito giorni fa
da ictus e morto ieri al Cardinal Massaia. Era molto conosciuto non solo tra i 1.500 trifulau astigiani, ma anche dai
colleghi dell’Alessandrino e
del Cuneese. Originario di
Santo Stefano Belbo, lascia
la moglie Piera con i figli Cinzia e Renato.
Di carattere aperto, era
stimato per
la sua attività a 360 gradi nel giro
della trifola.
Attività che
ha esercitato con mag- Renzo
gior intensi- Lazzarino
tà una volta
lasciata la panetteria di Corso Savona in Asti. Oltre a cavare e a commercializzare
tartufi, Lazzarino ha allevato
cani da ricerca con eccellenti
risultati, occupando molto
del suo tempo nella propria
tartufaia di Serravalle. Mancherà un po’ a tutti la sua figura singolare di trifulau con
cappellaccio e toscano sempre tra le labbra, a fianco di
Sandrino Romanelli in tanti
fiere del tartufo. I funerali
domani alle 9 nella chiesa di
Tanaro.
[G. PR.]
do Romano vicesegretario nazionale Osapp. Domenico Favale, segretario provinciale aggiunge: «Ci sentiamo schiavi
dello Stato, il lavoro in sezione
è aumentato del 100%. Sulla
carta dovremo avere 3 commissari: una è in maternità;
l’altra è distaccata al Sud;
quella presente è temporaneamente ad Asti. Gli ispettori dovrebbero essere 24 ma di presenti ce ne sono 2. I sovrintendenti sono 5 anzichè 21. Gli
agenti 135 anzichè 180.personale. Un conto è trattare con il
piccolo spacciatore, un altro
con un capo mafioso. Le istituzioni, le nostre per prime, devono rendersi conto della pericolosità di questa gente ma anche la città deve sapere a quale
rischio è esposta».
E in settimana anche i detenuti hanno protestato battendo le gavette.