Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 5 - n° 197
200W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 16 novembre 2006
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
Estremismo di sinistra
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 4, 5)
Nasce l’ADP ...
di Angelo
(a pagina 5)
Ritorno dei Girotondi
di Stefano Santachiara
(a pagina 6, 7)
L’Alternativa
di Ferdinand
(a pagina 8)
Rinvenimenti
di Gaio Gracco
(a pagina 8, 9)
Le tre “B”
di Masaniello
(a pagina 9)
L’ Italia declassata
di Paolo Di Roberto
(a pagina 10, 11)
...i limiti di Mediaset
di Franco Debenedetti
(a pagina 12, 13, 26)
Stampa, letame e ...
di Massimo G.
(a pagina 14, 26)
SISMI, lo scandalo
dimenticato
di S. Sc.
(a pagina 15, 16)
La TV italiana oggi ...
di Tom Magne
Periodico Politico Indipendente
Dichiarazione d’intenti
di Luigi Barbato
Il numero “zero” di
questo giornale risale
al 14 settembre 2002.
Fu pubblicato e diffuso sotto forma di
“manifesto” (perché non ci era
ancora giunta l’Autorizzazione
del Tribunale -arrivò il giorno
seguente !-) in occasione di quella che Nanni Moretti aveva chiamato “…una Festa di Protesta”
a cui partecipò circa un milione
di persone.
Manifestazione in cui vi erano
gazebo, striscioni, cartelloni con
scritte e disegni satirici, un po’
monocordi -se si vuole- ma in
cui, tutti, si chiedeva che la Democrazia tornasse a primeggiare
in Italia e che la Giustizia, quella
con la G maiuscola, fosse uguale
per tutti.
(a pagina 16, 17)
Finanziaria di Sisifo
di Antonio V. Gelormini
(a pagina 17, 18)
Saddam Hussein è ...
di Stefano Corradino
(a pagina 18, 26)
Notiziario - 16.11.2006
di CaLmBiG
(a pagina 19)
Riforma del ordinamento giudiziario
di Carlo Guarnieri
(a pagina 20, 21)
la Giustizia non aiuta
di M.Bianco e S.Giacomelli
(a pagina 21)
Azione penale ...
da www.genovaweb.org
(a pagina 22)
Fuori la talpa
di Elio Veltri
(a pagina 22)
Petizione
al Parlamento
da info@libertàegiustizia.it
(a pagina 24, 25)
Copia gratuita
La sua pubblicazione era stata
determinata dalla voglia e
volontà di alcuni di noi che
decisero di dar vita a queste
pagine come atto di fede, per
offrire un seppur minimo
contributo personale alla rinascita di una realtà di Sinistra, alla grande e dura battaglia in corso in Italia per difendere la Democrazia (senza aggettivi), la Giustizia
(eguale per tutti e non solo
per … alcuni) e la “res publica”.
Il nome di Giustizia e Libertà è stato scelto non solo per ricordare quello Storico Movimento politico antifascista dei fratelli Rosselli,
formatosi nel 1929 (1) , quan-
to per riaffermare anche oggi
quelle che furono le radici ideologico-politiche di quel movimento.
E, veniamo a noi.
In questi ultimi mesi si è sempre
più fatta sentire dentro di noi la
necessità di chiarire, di mettere
bene in luce (anche tra di noi)
con coloro che ci leggono, quale
è il nostro indirizzo politico.
Il nostro -é bene dichiararlo a
chiarissime lettere e senza alcuna
remora o infingimento- è un Periodico Politico Indipendente
gratuito on-line.
Periodico: sia perché non è di
informazione bensì di opinione,
ma anche perché, avvalendosi di
collaborazioni volontaristiche
non sarebbe in grado di rispettare
(Continua a pagina 2)
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Giustizia e Libertà
INTERNI
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Dichiarazione d’intenti
(Continua da pagina 1)
un più stretto calendario di pubblicazione;
Politico: perché si interessa esclusivamente
di temi politici, non di gossip, di cronaca rosa
o nera o di altro (sempre che in essi non si riscontrino collegamenti con questioni politiche);
Indipendente: perché -e questa è la più importante -almeno per noi- realtà) non si avvale di nessun (benché minimo) finanziamento
(2)
.
Questo sia ben chiaro, anzi chiarissimo.
Ed è cosa di cui ci sentiamo immensamente
orgogliosi.
La nostra posizione politica
Vogliamo affermare che, con lo stesso spirito
con cui a suo tempo scrivevamo per pubblicizzare tutto ciò che “il signor TV” e la sua
cosiddetta Casa della Libertà riusciva a perpetrare contro ed ai danni dell’Italia e degli
italiani, così dopo la vittoria dell’Unione del
9-10 aprile di quest’anno ci siamo ripromessi,
programmaticamente, di seguire attentamente la politica che sarebbe stata portata avanti da questa coalizione governativa, che
noi ci siamo sentiti sempre di appoggiare fin
dall’inizio.
Ma, dichiarandolo da subito, stando bene attenti che non solo venissero messe in pratica
ciò che le 281 pagine del suo programma avevano delineato, ma anche quelle che erano
da considerarsi le idee politiche di fondo che
hanno fatto ottenere a Prodi (domenica 16 ottobre 2005) ben 3.182.686 voti pari al 74,1%
di quelli espressi nelle “primarie del CentroSinistra” (facendogli raggiungere, come
miglior risultato regionale l’86,2% in Emilia
Romagna).
Si cominci con l’abrogazione “ab ovo” di
tutte le “leggi ad personam” che l’arcoriano
si era cucito addosso
E, subito dopo, affrontare con decisione quella che è da considerarsi una dei più grandi orrori legislativi: la “Legge Elettorale”, quella
legge il cui stesso “presentatore e primo
firmatario”, l’on. Calderoli, ebbe modo di
definire con grande onestà e spirito di autocritica (strana in un individuo come lui)
“una porcata”.
Un’azione di governo, noi auspicavamo, che
cominciasse con una verifica sulla possibilità
dell’applicazione di una legge mai abolita: la
“legge Scelba” riguardante l’eleggibilità dei
candidati, e poi provvedesse alla ridefinizione di un reale provvedimento legislativo che
regolasse l’ormai annoso problema del “Con
flitto d’interessi”; che riaffermasse (annullando la Gasparri) la legittimità delle due sentenze di Cassazione che impongono il passaggio di Rete 4 sul satellite e la facoltà di trasmettere della licenza a coloro che pur avendo conseguito una regolare licenza sono anni
ed anni che attendono che vengano loro concesse le debite frequenze.
E questa disposizione non può certo essere
definita un depauperamento di Mediaset (a
suo tempo D’Alema dichiarò che era un
“patrimonio nazionale”) di cui tutti ben
sappiamo e ricordiamo le particolari (per usare un termine eufemistico) situazioni e condizioni che ne permisero la nascita.
Nello stesso tempo bloccare e poi, con pazienza, mettere mano alla riforma della legge
Castelli, che con la giustizia ha ben poco a
che fare, avendo in mente un solo obiettivo:
“fare in modo che i cittadini, noi tutti, possano ottenere un processo giusto, celere
Seguendolo sì, per fungergli caso mai da me- quanto è necessario e che le pene commimoria suppletiva acciocché attui, nel tempo nate risultino certe”.
logicamente, tutte le aspettative che avevamo
noi che l’avevamo votato e portato a Palazzo Cosa di primaria importanza è che venga riportata l’economia italiana a quei livelli -non
Chigi.
Aspettative che possono essere riassunte bre- certo fulgidi ma almeno decenti- cui eravamo
vemente in una sola espressione: “rompere arrivati, ad esempio, quando il binomio Prodefinitivamente con tutto ciò che aveva di-Ciampi ci aveva fatto entrare nell’euro.
rappresentato per l’Italia e l’Europa il E con altrettanta urgenza provvedere alla necessaria costruzione di un sistema fiscale che
precedente governo.
risulti più equo di quello partorito dalla men§§§§§
te di colui che aveva anche inventato l’eco-
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Giustizia e Libertà
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Dichiarazione d’intenti
(Continua da pagina 2)
nomia creativa.
Ed ancora, che si faccia un po’ di chiarezza
sui redditi di intere categorie che a nostro avviso paiono più frutto di una inimmaginabile
fantasia (3) che non della cruda realtà, dando,
inoltre, una energica e decisiva spinta alla ricerca degli evasori fiscali, chiunque essi siano (4) !
Anche perché il passato quinquennio ci ha
lasciato una ben triste eredita.
Erano state, sì, aumentate di 100-150 euro le
pensioni minime, e ai era allargata (ma di poco) la “no tax area” ma nel contempo però
erano state abolite le tasse sulle donazioni e
sull’eredità (già abolita nella precedente legislatura per quanti ereditavano importi fino a
500 milioni di lire), ed ancora, era stata diminuita la aliquota per i redditi “massimi” portandola dal 43% al 33%, un regalo non certo
di poca rilevanza, per “il padrone del vapore” che anche in questo caso aveva ben tenuto a mente quel detto “Cicero pro domo
sua”.
Ed infine, si proceda all’assorbimento delle
categorie dei lavoratori precari (si tratta di
milioni di persione), studiando un loro progressivo ma reale passaggio dal “tempo determinato” al “tempo indeterminato”.
Ma innanzi tutto, ripetiamolo, si provveda ad
abolire quelle che per anni l’intero popolo
della sinistra sono state chiamate “le leggi
vergogna”, così battezzate, se non andiamo
errati, da quel maestro-galantuomo e gentilumo che era Paolo Sylos Labini.
Ora, ribadiamolo, questa è la nostra posizione
politica e rientra perfettamente negli ideali
dello Storico movimento Giustizia e Libertà a
cui il giornale si ispira e da cui prende nome.
Luigi Barbato
Note
1)
Fu costituito dalla confluenza di gruppi liberali di
sinistra, repubblicani e socialisti che erano su posizioni critiche nei confronto dei partiti tradizionali dell'Italia prefascista.
Tra i suoi fondatori vi furono, all’interno, E. Rossi, R. Bauer, F. Fancello, e, all'estero, C. Rosselli,
E. Lussu, A. Tarchiani, G. Salvemini, A. Cianca,
F. Nitti, V. Nitti, C. Facchinetti, R. Rossetti.
Movimento che elaborò un programma (1932) in
cui si contemplavano la creazione di uno Stato
repubblicano e laico fondato su larghe autonomie
locali, una riforma agraria e una riforma industriale ed infine si fuse con altri gruppi di ispirazione analoga nel Partito d'Azione (1942), che
chiamò brigate «Giustizia e Libertà» i suoi reparti partigiani.
2)
Abbiamo sempre affrontato e tutt’ora affrontiamo le vari spese che via via si rendono necessarie solo con i mezzi personali di cui disponiamo: spese che riguardano non solo, logicamente, quelle telefoniche e del collegamento Adsl o del abbonamento ad un provider, ma anche quelle relative alla manu-tenzione, sostituzione o ammodernamento delle
attrezzature tecnico-elettroniche che o cedono
o necessitano di essere rinnovati, sia a livello
di hardware che di software.
3)
Come esempio potremmo ricordare questi dati (non certo i soli e neppure i più “fantasiosi” tra tutti gli altri, ma certo quelli che ciascuno di noi potrebbe controllare da solo quasi quotidianamente) e che a noi paiono davvero risibili.
Come altro potremmo infatti considerare, infatti, che i “Sarti” ed i “Titolari di Tintorie
e Lavanderie” ed i “Titolari di mercerie”
hanno denunciato un reddito che supera,
mensilmente di soli 100 o 200 euro le pensio
ni sociali che lo stato eroga agli “incapienti” ?
O, ancora, che i “Pescivendoli”, i “Ristoratori e Rosticceri” ed i “Fruttivendoli” o
non superano di poco o superano solo di poco, il doppio tale tipo di pensioni ?
Quindi tutti costoro, poverini sono costretti a
vivere con meno o poco più di 1.000 euro al
mese !
Ad apprendere tali notizie e rendendoci conto
di cosa in realtà rappresentino (attualmente
ed in Italia) 1.000 euro al mese, ne siamo tanto sconvolti che addirittura giungere ad indire, a livello nazionale, una sottoscrizione per
venire incontro alle necessità di sopravvivenza di tali categorie.
4)
Stando agli ultimi dati pare che in Italia, annualmente si evada il fisco per una somma
che sarebbe pari a 2.000 euro per ciascun cittadino italiano (57.850.000 italiani x 2.000
euro = 115,75 miliardi di euro).
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4 Giustizia
e Libertà
Giustizia
e Libertà
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Estremismo di sinistra
di Alessandro Menchinelli
L’estremismo di sinistra
è
sempre
stato
un
motivo di
preoccupazione dei politici di sinistra, ivi
compresi i grandi rivoluzionari.
Un famoso saggio di
Lenin è dedicato interamente a questa preoccupazione ed è intitolato eloquentemente
“Estremismo, malattia infantile del comunismo”
Sia per i politici di sini-
stra in tempi normali,
come per i rivoluzionari in tempi eccezionali,
vale il principio che la
staticità della conservazione può essere
spezzata e sconfitta solo se ad essa si contrappone una concentrazio-
ne di forze sostanzialmente maggioritarie,
spostando gradualmente
sempre in avanti il fronte dello scontro.
campo, sono facilmente
isolabili e poi inesorabilmente battute, con
contraccolpi negativi
per tutto lo schieramento.
rattere dello strappo a
sinistra, con richiesta
di abolizione totale
della legge e addirittura messa sotto accusa
del governo in carica.
Queste riflessioni ci
paiono appropriate, ovviamente nei limiti
dell’episodio, alla manifestazione così detta
“dei
centomila” a
piazza Navona il 31 di
ottobre.
Indetta da sindacalisti e
politici di sinistra contro la precarietà nel laNessuno può disconovoro così come era stascere sul piano storico
ta procurata dalla legge
la funzione delle avandel precedente gover-
Lo striscione “non vi
voteremo più” e le interviste volanti contro
Prodi sono state note
dominanti nella manifestazione.
Da qui l’attenzione alle
strategie delle alleanze,
mal
digerita
dall’estremismo di sinistra che nello scontro
politico privilegia invece la capacità di trascinamento di avanguardie
minoritarie, ed è pronto
perciò anche allo strappo .
guardie nella formazione di una cultura progressista, ma non vi è
dubbio alcuno che sul
campo dello scontro
politico contingente, le
avanguardie in rottura
col grosso delle forze
alleabili e schierabili in
no, anziché adottare
una parola d’ordine unificante a sinistra, come poteva risultare
una richiesta di revisione della legge Biagi”,
già prevista dal programma dell’Unione,
ha assunto invece il ca-
E’ lecito a questo punto chiedersi quali dinamiche possono prendere il via da tutto ciò,
con possibili estensioni
negative su tutto il quadro generale.
Ma oltretutto siamo
proprio sicuri che in
questo modo quella
legge sarà “abolita” e
non resterà invece per
sempre così come è ?
Mettendo in mora
l’alleanza dell’Unione
(Continua a pagina 5)
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Giustizia e Libertà
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Estremismo di sinistra
quella legge in termini concepita male e connon si mette a rischio, di antiprecarietà, così temporaneamente rompe il rapporto con le
oltre all’obbiettivo ge- come richiesto ?
forze che potrebbero
nerale, anche la stessa
Una avanguardia che
cambiarla nella direziopossibilità di cambiare
vuole abolire una legge
(Continua da pagina 4)
ne da stessa voluta, dove pensa di poter andare, quale risultato pensa
di ottenere ?
Non siamo in questo
Nasce l’ ADP Lombardia
di Angelo
MILANO
Prende il via a Milano,
alla presenza dei referenti di tutte le province, la
declinazione lombarda
dell’Associazione per il
Partito democratico, in
vista del completamento
del percorso federativo
delle diverse realtà regionali, previsto dalla
stessa Associazione Nazionale per il prossimo
gennaio.
Molto è successo dal varo dell’Apd lo scorso 11
febbraio. Tanto, solo
meno di un anno fa, poteva non essere immaginabile. Milano, Roma,
Trento e poi Orvieto
hanno reso possibile
l’improbabile passaggio dal “se fare” il Pd,
al più concreto e per
molti versi sorprendente
“come farlo”.
Ed è proprio alla luce di
questi eventi che il sodalizio lombardo dovrà ripensare ruolo ed obiettivi di un’Associazione
“nuova” di cittadini, uomini e donne, iscritti e
non iscritti ai partiti, per
continuare a svolgere
quella funzione catalizzatrice, al centro delle
ragioni della sua nascita,
per la costituzione di un
vero e proprio “partito
nuovo”.
Questo compito, importante e determinante, potrà essere perseguito meglio se vorrà essere ancorato a due obiettivi cardini dell’attività politica.
Promossa sia a livello
locale, anche nei più piccoli centri, che a livello
più alto nei consessi decisionali e di confronto
quotidiano.
Il primo sarà quello di
favorire l’allargamento
del fronte riformista, per
accompagnare la costituzione del Partito democratico in maniera davvero inclusiva ed evitare
che si fermi alla sola fusione Ds-Margherita.
Non è immaginabile un
processo di aggregazione
delle due forze, che tenga fuori quanto, nello
scenario politico, si colloca “tra di esse” e immediatamente a ridosso
delle stesse.
Rivalutazione di De Gregori a parte, non è pensabile avere fuori dalla porta gli eredi di chi fece del
riformismo il drappo identificativo dell’azione
politica.
Ma oltre gli eredi del
Psi, come stigmatizzava
Veltroni, qualche giorno
fa:”Non ci si può rassegnare all’idea che nel
Partito
democratico
non debbano sentirsi a
casa propria anche gli
ambientalisti e quei milioni di cittadini che,
pur non identificandosi
in nessun partito, si
sentono di appartenere
comunque a questa
metà del campo politico, democratico e riformista”.
Un processo che ha già
contraddistinto i democratici americani e i laburisti inglesi.
Il secondo obiettivo immediato, più urgente e
decisamente propedeutico ad ogni altro risvolto,
non potrà non essere la
modifica
dell’attuale
(sciagurata) legge elettorale.
Una legge i cui limiti
sono stati evidenziati da
tutti, compreso il suo
estensore, che provvide
a definirla adeguatamente.
Da Fassino a Franceschini, da Casini a Bertinotti lo schieramento dei
leader alla ricerca di una
soluzione è ampio, ma il
rischio che per il momento se ne parli soltanto è piuttosto avvertito.
Per questo, il ruolo
dell’Associazione può
essere prezioso. Incisivo,
a
tal
proposito,
l’auspicio di Ilvo Diamanti: “Cambiarla per
via referendaria o attraverso un corretto
iter parlamentare è
l’unico serio obiettivo
per cui valga la pena,
oggi, di costruire larghe
intese”.
Su questo terreno l’Associazione per il Partito
democratico ha incontrato l’attenzione e il comune sentire di altre realtà
come Libertà e Giustizia
e i Cittadini per l’Ulivo.
Il banco di prova della
Lombardia, sarà la testimonianza della capacità
di innovare organizzazione e partecipazione
all’interno del centrosinistra.
A cominciare dagli appuntamenti elettorali amministrativi della prossima primavera.
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INTERNI
Giustizia e Libertà
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Sabato 11 al Teatro Vittoria
Il ritorno dei “Girotondi”
di Stefano Santachiara
Non faranno
nessuno
sconto
al
centrosinistra.
to capace di toccare una
legge vergogna, se si eccettua la timidissima riforma antitrust che soppianterebbe (dev'essere
ancora votata) la Gasparri
I tanti che e una piccola revisione
s p e r a v a n o della Castelli (conservata
nella dipartita, nell'am- per nove decimi).
morbidimento, o anche
solo nella pausa di rifles- I Girotondi si sono ritrosione di quei movimenti vati sabato scorso a Roma
spontanei nati sotto il no- al Teatro Vittoria sotto il
me di Girotondi, ed e- nome della rete di "Libesplosi con un milione di ra cittadinanza" in una
persone nella manifesta- giornata di confronto con
zione del settembre 2002 Franca Rame, Dario Fo,
contro le leggi vergogna Rita Borsellino, Elio Veltri
del governo Berlusconi, e Francesco Pardi, giornadovranno riporre lo cham- listi come Paolo Flores
pagne.
D'Arcais, Marco Travaglio,
Norma Rangeri, Antonio
La spina nel fianco è tor- Padellaro, Oliviero Beha, e
nata.
magistrati del calibro di
Nel fianco di un centrosi- Juan Ignazio Patrone e
nistra che dopo 6 mesi di Gherardo Colombo.
governo non è ancora sta-
I quotidiani che alla vigilia hanno ignorato l'iniziativa l'indomani hanno
puntualmente enfatizzato
divisioni e assenze, evocando scontri fratricidi di
reduci rancorosi.
Niente di tutto questo.
Nanni Moretti, costretto a
Londra da impegni di lavoro, non intende certo
rinunciare al suo impegno
civico, come ha dimostrato il recente "Caimano"
arrivato nelle sale alla vigilia delle elezioni (in
questi giorni esce il diario
del film in Dvd) dopo mesi di silenzio durante i
quali già si straparlava di
disimpegno del regista.
Sono state dipinte come
contrapposte le posizioni
di Flores D'Arcais, che sostiene la necessità di far
scendere i Girotondi nel-
l'agone politico con una
propria Lista, e quella di
Franca Rame dell'Italia dei
Valori e di Rita Borsellino
che chiedono di pungolare
dall'interno l'Unione.
Al contrario, entrambe
hanno lo stesso obbiettivo:
sconfiggere il berlusconismo di un centrosinistra
che sembra non avere la
più pallida idea di un progetto serio sui pilastri fondamentali per ogni democrazia, a maggior ragione
quelle che non godono di
buona salute: Giustizia e
Informazione.
Il "non li voto più" di
Flores(unito alla provocazione del "se tornasse
Berlusconi sarebbe un
regime antidemocratico
e illiberale ma, nel qua(Continua a pagina 7)
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Giustizia e Libertà
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Il ritorno dei “Girotondi”
(Continua da pagina 6)
dro europeo, non potrebbe instaurare un fascismo") non è una qualunquistica scheda bianca,
ma la proposta di una Lista autonoma dei Girotondi sempre all'interno del
centrosinistra.
Ed è la naturale continuazione dello sfogo di Piazza Navona di Nanni Moretti, "con questi dirigenti non vinceremo
mai", giudizio specifico
sui responsabili dello sfascio elettorale, della mutazione genetica del PciPds-Ds passati dalla questione morale alla riabilitazione di Craxi e affini,
della prima legislazione
bipartisan 97-2001 con
leggi criminogene e salto
a piè pari della “legge sul
conflitto
d'interessi”,
della legittimazione e persino elevazione a rango di
Padre Costituente di un
politico impresentabile e
ineleggibile per legge,
dell'inciucio endemico e,
con tutto questo, di aver
contribuito all'assuefazione dei cittadini.
Flores, rendendosi conto
dell'inutilità degli sforzi e
delle critiche costruttive
dei movimenti in questi
anni, propone di parlare
l'unica lingua che spaventa i politici, quella dei voti
e delle poltrone. Ma niente di autolesionistico: la
Lista dei Girotondi
"raccoglierà quei voti
mancanti dei tanti delusi
che oggi non voterebbe-
ro il centrosinistra"
spiega Pancho Pardi, che
rilancia "una serie di
incontri a tema con esponenti di primo piano
dell'Unione".
Anche in questo caso,
sebbene emerga la contrarietà di Oliviero Beha,
non c'è alcuna contraddizione.
Sottoporre al fuoco di fila
delle domande anche dei
migliori esperti (da giudici come Gherardo Colombo a professori come Sartori) i responsabili di Dicasteri e Commissioni
chiave, come il Ministro
degli Interni Amato, il
presidente della Commissione affari costituzionali
Violante, il Ministro delle
Comunicazioni Gentiloni,
non crea le basi per un
paludato tavolo di trattativa, ma per un'indispensabile operazione trasparenza.
Chiedendo conto di quanto fatto dal governo, pretendendo risposte e progetti concreti da interlocutori di primo piano, e
tornando poi ad attaccare
sul molto che non sarà
mantenuto, gli italiani
sapranno quanto talk
show e giornali ignorano
sistematicamente.
Un'azione che ben si concilia con l'iniziativa della
Lista autonoma in ragione dell'obbiettivo comune, quello di "incidere",
di cambiare un centrosinistra berlusconizzato.
Conditio sine qua non è
restituire il potere di scelta dei cittadini sui candidati da candidare, sottratto da un sistema partitico
la cui ultima degenerazione ha partorito lo scanda-
lo delle liste bloccate e la
cancellazione delle preferenze: ossia i candidati
scelti direttamente dalle
segreterie dei partiti.
La battaglia dunque è tutta
sull'affermazione delle
primarie non solo a livello
amministrativo ma soprattutto politico.
Il passaggio chiave sarà la
regola per l'elezione dei
delegati del Partito Democratico.
Molto probabile che sul
metodo di "una testa un
voto",
notoriamente
“stalinista”, prevarrà il
più modernista e riformista sistema a tre elezioni
differenti: due per i tesserati, dove una quota di
eletti sarà scelta da iscritti
Ds e un'altra da iscritti
Margherita, e una terza
minoritaria con le primarie, dove potranno partecipare tutti gli elettori.
In quel caso la Lista dei
Girotondi potrà presentare
o appoggiare candidati.
Poi condurrà la battaglia
per imporre la regola delle
primarie di collegio(a cui
prendere parte) se si voterà col sistema maggioritario. In ogni caso, anche
col proporzionale, prima
delle elezioni politiche
attuerà le primarie interne
per selezionare i candidati
della Lista (che potrà aggregarsi con altre forze
omogenee come il Cantiere di Elio Veltri, ma anche con una parte di Sinistra Ds, o l'Italia dei Valori di Franca Rame che potrebbe aiutare a superare
passati dissapori e inutili
personalismi).
Li seguiranno quei milioni
di girotondini che riempirono le piazze nel 2002 ?
Molti delusi si sono rinchiusi nel privato, altri
hanno seguito i richiami
alla disciplina di partito o
creduto agli alibi della
"maggioranza risicata"
e del "non criticate o fate
il gioco di Berlusconi".
Ma le leggi vergogna sono ancora tutte lì: l'ex Cirielli che riduce drasticamente la prescrizione man
dando in fumo migliaia di
processi tra cui quello che
vede imputato Berlusconi
con l'accusa di aver corrotto un testimone, la Pecorella che abolisce l'Appello per le sentenze di
proscioglimento di primo
grado, la depenalizzazione
del falso in bilancio e lo
scudo fiscale che consente il rientro, nell'anonimato, dei capitali esportati
illegalmente pagando un
risibile 2,5%, fino alla gerarchizzazione delle Procure che mina alla base
l'obbligatorietà dell'azione
penale.
In compenso per la prima
volta dopo Tangentopoli
hanno votato un'indulto
extralarge di tre anni che
regala l'impunità ai colletti bianchi, preparano una
norma sul conflitto d'interessi che consentirà al
Berlusconi capo dell'opposizione di tenersi le sue
tv, e aspettano l'occasione
per votare la legge che
limita le intercettazioni
alla magistratura e ne impedisce la pubblicazione
ai giornali.
Anche il livello di assuefazione ha un limite.
Stefano Santachiara
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Giustizia e Libertà
ASSASSINIO
INTERNI
FORTUGNO
16 novembre 2006
L’Alternativa
di Ferdinand
La
battuta
ricorrente
che
capita
spesso
di
sentire
o
leggere
in
questo periodo è “.. a
saperlo non avrei votato
per Prodi..”.
Visto che dagli ultimi sondaggi il 63% degli italiani
si dichiara insoddisfatto
del Governo, la battuta
non può stupire.
Pochi governi nella storia
della Repubblica sono riusciti in tempi così brevi –
poco più di sei mesi – a
dilapidare il consenso popolare che l’aveva salutato
sul nascere e a creare malcontento generalizzato e
incertezza crescente.
La carenza di un adeguato
stile di comunicazione risulta scoraggiante .
Si è passati da uno specialista della comunicazione
a un analfabeta della stessa, visto che sono pochi
quelli che dicono di aver
capito cosa abbia detto e
perché, in una certa occasione, il capo del Governo.
Prodi non ha notoriamente mai avuto grandi doti di
comunicatore ma se a tale
carenza può supplirsi con
un’efficace e chiara azione
di governo e un buon ad-
detto stampa , essa diventa
catastrofica
quando
l’azione di governo è incerta e poco chiara e man
ca del tutto un efficiente
portavoce.
Detto questo per rispetto
dell’evidenza, occorre
però
poi
riflettere
sull’altrettanto evidente
controsenso della ricorrente battuta “ ..a saperlo
I primi sei mesi di questo non l’avrei votato..”.
Governo hanno messo in
luce tutte queste carenze e Vediamo cioè cosa essa
il malumore dilagante ne è possa significare.
una prova.
Se si sottintende che quaTrovare qualcuno del tutto si quasi si sarebbe potuto
soddisfatto della finanzia- votare per la CdL, occorre
ria più laboriosa che si subito dire che la delusioricordi, è una pia speran- ne per le incertezze del
governo in carica non può
za.
I ministri sono invitati a neanche lontanamente
non esternare e fare di- adombrare una simile alchiarazioni che favorisca- ternativa.
no equivoci e reazioni re- Ridare infatti la maggiociproche, ma occorrerebbe ranza a un personaggio
che almeno il Presidente come Silvio Berlusconi
del Consiglio spiegasse avrebbe di fatto posto le
agli italiani (definito condizioni per una vera e
‘popolo impazzito’) cosa definitiva trasformazione
si sta facendo e perché. dell’Italia in un regime
Invece parlano solo i gior- pressocchè inattaccabile.
nali e i telegiornali, o- E’ infatti dimostrato che ,
gnuno facendo come può passati di moda mangae come vuole il riassunto nello e olio di ricino, ridell’accaduto.
sultati migliori possono
La sensazione è d’in- ottenersi con i soldi, tanti
certezza e dunque delu- soldi, di cui il signore di
dente.
Arcore dispone in quantiGli italiani hanno capito tà illimitate.
solo che pagheranno più
tasse per i più svariati mo- Nei cinque anni precedentivi ma il progetto di fon- ti si è toccato con mano a
possa
portare
do che sottende tali mano- cosa
vre resta vago e comunque un’azione governativa di
tipo personale, populista
non convincente.
(‘meno tasse per tutti’),
e reazionaria capace di
partorire leggi ad personam miranti unicamente
al controllo dei media,
allo sfascio della giustizia, alla tolleranza verso
l’evasione fiscale, alla
B o s s i – F i n i
e
all’abolizione del falso in
bilancio e del conflitto
d’interessi, e via dicendo.
Se si pone mente al degrado giuridico in cui
questo paese è caduto sotto il controllo di un ingegnere di nome Castelli
definito “ministro Guardasigilli” (sic!), anche
una battuta amara su un
ritorno al passato appare
improponibile.
Se
l’alternativa a un Prodi
“mortadella” , dovesse
essere il ritorno dell’affarista divenuto da signore
di
Arcore
signore
dell’Italia, allora occorrono applausi convinti a
questo governo per tenere
lontano simili pericoli.
Perché tra un governo di
maldestri
economisti
scarso in comunicazione
e quello di maestri dell’evasione, della parola e
dei guadagni facili c’è la
stessa distanza che separa la luce del giorno dal
buio della notte
♦
Rinvenimenti
di Gaio Gracco
Q u a n d o
t e m p o
addietro
M a r c o
Travaglio
notava che
in
Italia
non si sente
la mancanza di giornali
umoristici satirici visto
che ve ne sono diversi
con tale (involontaria)
vocazione -basti pensare
a Libero e al Giornale- ,
ha di fatto
ricordato
ancora una volta come in
questo strano paese la
realtà finisca sempre per
superare la fantasia.
Quale
regista
per
esempio avrebbe saputo
inventare una coppia di
spie migliori di Franco e
Ciccio per un film
comico d’attualità ?
Ebbene Pollari, capo dei
cd. Servizi Segreti, c’è
riuscito.
Nazion ale
dove
si
riunisce con Betulla per
La coppia Pompa/Farina studiare depistaggi.
(dettoBetulla) batte tutti i
film del genere.
C’è da immaginarseli in
C’è il giornalista con qualche catacomba menfaccia parrocchiale che tre si passano bigliettini
tra un articolo e l’altro fa in codice, stile Provenla spia part time per zano…
difendere il paese dai
comunisti dilaganti.
Partita l’inchiesta sulle
intercettazioni e sui
E poi c’è Pompa che ha a servizi deviati (è da mezzo
disposizione un apparta(Continua a pagina 9)
mento di otto stanze a via
INTERNI
16 novembre 2006
Giustizia e Libertà
9
Rinvenimenti
(Continua da pagina 8)
secolo che i servizi in Italia
sono “deviate”), il povero
Pompa -di cui da buona spia
nessuno conosceva l’esistenza- viene inquisito e i p.m.
gli chiedono, tra l’altro la
genesi del fascicolo sul depistaggio nel caso Telekom
Serbia.
Ora , in un caso del genere,
una brava spia s’inventa
qualcosa di attendibile.
Ma Pompa è preso alla sprov
vista e risponde: “ ho trovato la documentazione nella
sala d’attesa di un ufficio
pubblico”.
Peccato non avere una
foto sul momento della
faccia degli inquirenti.
Cerchiamo di immaginare la scena: lo 007 ca
sareccio entra un giorno
in un ufficio pubblico
(per esempio l’Agenzia
delle Entrate ,visto che pu
re le spie faranno il 730),
gli dicono d’attendere, lui
prende il numeretto, si
siede e toh !
Cosa c’è lì per terra sotto
la sedia ?
Le tre
Un fascicolo.
E che c’è dentro il fascicolo ?
Documenti sul caso
Telekom Serbia, insomma
il Fai da te del depistaggio).
Che deve fare il Pompa ?
Parlarne con il suo capo
o con la polizia ?
Mai e poi mai.
E parte così -con il
Sen.Guzzanti che fa
da
megafonoil
polverone
sulla
Telekom e sul governo
Prodi.
Insomma arrabbiarsi
o riderci su ?
Diceva Flaiano “la
situazione è grave ma
non seria”.
Visto che il destino gli ha
messo queste carte a E non aveva ancora
disposizione, tanto vale visto in faccia Pompa
e Betulla ...
utilizzarle.
Gaio Gracco
“B”
di Masaniello
Si è ricomposto il trio Lescano: Bush, Blair e Berlusconi, le tre B della politica
internazionale, citati in rigoroso ordine d’importanza sono di nuovo insieme, questa volta però, accomunati dalla mala sorte.
Il loro elettorato ha dato loro un simbolico calcione estromettendoli di fatto
dal potere, con modalità e tempi diversi, ma egualmente dolorosi .
Il primo a fare le spese di una politica scriteriata è stato il cavaliere, che più
degli altri due “compagni di merende” ha bruciato un patrimonio di voti e seggi in parlamento
impressionante, solo nei paesi totalitari e con liste uniche si era visto altrettanto consenso.
Quando si dice che la destra di Berlusconi ha perso per un niente alle ultime elezioni non si
tiene in realtà conto di quello che aveva e di ciò che ha dissipato per vari motivi, non ultimo
la nostra partecipazione alla guerra in Iraq voluta per stare nella scia dei più grandi di lui
e conquistarsi un posto nella storia, piccolo Napoleone del ventesimo secolo ormai senza impero e senza gloria
FUORI UNO !
Il suo collega inglese Blair, ancor più decisamente ha pagato l’ errore della guerra irachena,
i sudditi britannici non gli hanno perdonato le tante vite dei soldati di sua maestà stroncate
nell’inferno di Bagdad e l’esito negativo di quella guerra che tanto orgogliosamente aveva ritenuto di poter vincere insieme al suo alleato d’oltre oceano pertanto siamo in attesa di vedere al più presto un altro inquilino a Downing Street..
FUORI DUE !
Una nota amena: la sua caduta di popolarità presso l’opinione pubblica inglese sembra dovuta
anche all’imbarazzante moglie che si tira dietro, ma questa è una cattiveria gratuita.
“Dulcis in fundo” parliamo di George, come confidenzialmente lo chiamava il suo amico Silvio
quando erano “ culo e camicia”, quando si scambiavano consigli sulle strategie politiche nelle
quali il berlusca dice di essere maestro, forse bisognerebbe dire era maestro perché se lo
ha consigliato anche in quest’ultima tornata elettorale il suddetto George dovrebbe citarlo
per danni.
Infatti il Silvio non gli ha ancora telefonato, teme rappresaglie.
Il bovaro texano dovrà vedersela ora con un congresso pieno di democratici arrabbiati e
qualche donna con più attributi di lui decisa a rendergli la vita difficile, aspettiamo con ansia la sua fine politica.
FUORI TRE !
B.B.B. BONGO BONGO BONGO STATE BENE SOLO AL CONGO … con tanti saluti !
♦
INTERNI
10 Giustizia e Libertà
16 novembre 2006
L’ Italia declassata
di Paolo Di Roberto
Già ascoltare Tremonti petenza del governo
che parla di economia è Berlusconi, mentre solo
un duro esercizio di pa- la 2007 spetta al goverzienza, specie per chi lo no Prodi.
conosce bene. Sentirlo E fin qui ci siamo, anzi,
poi criticare una finan- approviamo in pieno,
ziaria di cui, nella pe- vista la situazione tragisantezza, lui risulta il ca dei conti 2006.
maggior responsabile,
mette a dura prova an- Poi ha iniziato ad afferche i caratteri più miti. mare, ecco la lezioncina
cui parlavamo poTremonti, ricordiamo, è di
c'anzi,
ha
quel ministro dell'eco- rispettatocheglil'Italia
impegni
nomia che nel luglio
del 2004 è stato sfiduciato dalla sua
stessa maggioranza.
In particolare fu Fini
a chiedere la sua testa vista la palese
incapacità che dimostrava nella gestione Zona euro
dei conti pubblici.
Ue a 25
L'ex ministro, oggi,
dietro la sua solita
faccia da bravo sco- Italia
laro (primo della Belgio
classe) che vestito di Germania
grembiulino e fiocco
ben annodato, come Grecia
i tutti bravi bambini Spagna
che si rispettino, Francia
non fa altro che ripetere la lezioncina Irlanda
studiata a memoria. Lussemburgo
In effetti la lezionci- Olanda
na non è particolar- Austria
mente difficile.
Portogallo
Chi segue la politica Finlandia
da qualche anno sa Slovenia
che è sempre la stessa, sebbene di tanto Repubblica Ceca
in tanto viene ag- Danimarca
giunto in pezzo qui Estonia
e un pezzo là per
adeguarla al mutato Cipro
scenario economico Lettonia
e politico.
Lituania
Nell'ultima trasmis- Ungheria
sione di Porta a Por- Malta
ta in cui si è parlato
di legge Finanziaria, Polonia
il bravo scolaro Giu- Slovacchia
lio innanzi tutto ha Svezia
premesso che la gestione 2006 è com- Gran Bretagna
presi con l'Europa, come a dire che i conti
pubblici sono in perfetta regola.
Peccato che il sevizio
andato in onda subito
dopo ricordava come
per il rapporto deficit/
PIL, per l'anno 2006, è
previsto su un rapporto
del al 4,6% (ma altre
fonti citano anche il
4,7%).
Ora: lo sanno anche i
sassi che i parametri di
Maastricht prevedono
un limite del 3% entro
cui i governi dovrebbero contenere il debito.
E' un limite dettato forse da calcoli economici
complessi, ma sicuramente anche da un minimo di buon senso.
Non si possono certo
fare debiti all'infinito.
Facendo una semplice
sottrazione,
troviamo che siamo
Previ- Previ- in presenza di uno
Stime
sioni
sioni sforamento
del2006 2007
equivalenti
l’1,6%
2008
a circa 21 miliardi
-2
-1,5
-1,3 di euro.
DEFICIT
-2
-1,6
-1,4
-4,7
-0,2
-2,3
-2,6
1,5
-2,7
1,2
-1,5
0
-1,3
-4,6
2,9
-1,6
-3,5
4
2,5
-1,9
-1
-1
-10,1
-2,9
-2,2
-3,4
2,8
-2,9
-2,9
-0,5
-1,6
-2,6
1,1
-2,6
0,9
-0,5
0,1
-1,2
-4
2,9
-1,6
-3,6
4,3
1,6
-1,7
-1,2
-1,2
-7,4
-2,7
-2
-3
2,4
-2,8
-3,1
-0,5
-1,2
-2,4
0,9
-2,2
0,4
-0,3
0,3
-1
-3,9
2,9
-1,5
-3,2
4,2
1,3
-1,7
-1,2
-1,3
-5,6
-2,9
-1,8
-2,9
2,5
-2,5
Quindi, come si può
affermare che il governo Berlusconi ha
rispettato gli impegni con l'Europa ?
Ricordiamo che lo
stesso parametro in
paesi come la Francia e la Germania,
quelli con cui pretenderemmo di confrontarci, è previsto
rispettivamente al
2,7% e 2,3%.
Per la Spagna è previsto addirittura un
saldo positivo dell'1,5%.
A questo punto non
meraviglia affatto il
declassamento ricevuto dall'Italia dalle
agenzie di rating, in
particolare da Fitch
e Standard's & Poor's.
Oggi la destra cavalca questo giudizio per attaccare il
governo di Prodi,
ma se certi personaggi politici del
(Continua a pagina 11)
INTERNI
16 novembre 2006
Giustizia e Libertà
11
Italia declassata
(Continua da pagina 10)
centrodestra
fossero
realmente onesti, dal
punto di vista intellettuale, ovviamente, dovrebbero ricordare che
Fini diede del cretino al
funzionario di Fitch
nel corso della trasmissione Ballarò, così come che Bondi criticò
Standard's & Poor's
per aver declassato il
governo Berlusconi,
affermando che anch'essa può sbagliare.
Ma sappiamo bene che
l'onestà intellettuale,
specie in politica e specie da parte di certe
persone, è cosa alquanto rara.
Ma proprio perché critichiamo la disonestà
intellettuale della destra, non possiamo non
ricordare come il giudi-
"Sbaglio o Standard & Poor's è la stessa agenzia ad avere certificato le obbligazioni della Parmalat? Beninteso,
Standard & Poor's è una eccellente agenzia di rating, ma talvolta può sbagliare, come tutti del resto".
gioranza, tagli nella
spesa e revisioni delle
aliquote fiscali (gli aumenti fortunatamente si
concentrano soprattutto
verso i redditi alti, cfr. i
precedenti numeri di
GL).
(Sandro Bondi, coordinatore Forza Italia,
Ansa, 7 luglio 2004, dopo la bocciatura di
S&P al governo Berlusconi).
Non
dimentichiamo
neppure che Prodi è in
carica da appena 6 mesi
(compreso un mese
morto come agosto).
Non si poteva certo pretendere i miracoli. E'
per questo che ancora
non ce la sentiamo di
criticare, allo stato attuale dei fatti, il governo, anche di fronte al
severo giudizio della
agenzie di rating. Ciò
non toglie che ci aspettiamo che le riforme
richieste e necessarie
vengano messe in can-
finitivamente l’opera di
risanamento dei conti
pubblici.
Se non il prossimo anno, sicuramente nel giro, al massimo, di due
anni rischiamo di veder
nuovamente crescere il
debito pubblico, ovvero
di dover ricorrere ad
una nuova manovra di
dimensioni simili a
tra oltre un anno).
Evidentemente le agenzie di rating pensavano
di trovare parte di queste riforme già nell'attuale legge finanziaria.
Non trovandole ecco la
loro preoccupazione e
quindi il declassamento.
Dal nostro punto di vista riteniamo che l'at-
STANDARD & POOR’S
FITCH
Storia del rating dell’Italia
dal 3 Maggio 1996 al 19 ottobre 2006
Storia del rating dell’Italia
dal 26 Ottobre 1995 al 19 ottobre 2006
Term
Outlook
October 19,2006
AA-
Stable
Negative
Jun, 29, 2005
AA
Negative
AA-
Stable
Jun, 17, 2002
AA
Stable
January, 15. 2003
AA
Negative
September, 21. 2000
AA-
Stable
May, 6, 1988
AA
Stable
Juny, 14, 1998
AA-
Stable
May, 3, 1996
AAA
Stable
October, 26, 1995
AAA
Long
Term
Outlook
October 19,2006
A+
Stable
August, 8, 2005
AA-
July, 7, 2004
zio delle agenzie di
rating non si basa solo
sulla crescita del debito
pubblico.
Quello che si afferma è
anche che mancano interventi strutturali nel
sistema Italia che permettano di avviare de-
quelle dell’attuale.
In altre parole, a nostro
avviso, mancano quelle
grandi riforme che il
centrodestra ha predicato per anni ma non ha
mai realizzato (salvo
una riforma pensionistica che partirà dal 2008,
Long
tiere quanto prima. Per
tuale governo, nel vara- il bene dell'Italia e per
re questa legge finan- il bene degli italiani.
ziaria, abbia già incontrato diversi ostacoli.
PdR
Non è facile far digerire
agli italiani e al parlamento, compresa una
parte della propria mag-
12 Giustizia e Libertà
INTERNI
16 novembre 2006
Tutti i limiti di Mediaset
di Franco Debenedetti (www la voce.info, 09.11.2006)
Due i principali provvedi- mercato; e dà luogo a una
menti disposti dal disegno lettura politica che nuoce
di legge Gentiloni sul al governo.
riassetto del sistema televisivo.
La Tv, mercato
Una rete Mediaset e una
a due versanti
Rai passano al digitale; in Come le carte di credito,
caso di inosservanza, la le agenzie matrimoniali,
sola Mediaset deve ridur- le piattaforme software, la
re l’affollamento pubbli- Tv è un "mercato a due
citario dal 18 al 16 per versanti".
cento.
Cosiddetti perché l’imMediaset deve ridurre la presa che vi opera mette
propria quota dei ricavi in contatto due gruppi di
pubblicitari di tutto il set- utenti posti su due vertore televisivo -analogico, santi opposti: per le carte
digitale, via satellite o ca- di credito i negozianti e i
vo- sotto il 45 per cento. loro clienti, maschi e femmine per le agenzie matriIl primo provvedimento moniali (eterosessuali),
segue una sentenza della sviluppatori e utilizzatori
Corte costituzionale: criti- di applicativi per le piattacabile alla luce delle mu- forme software, telespettate condizioni tecnologi- tatori e inserzionisti pubche, ineccepibile quanto a blicitari per le Tv.
legittimità.
Considerare che cosa sucIl secondo invece, quanto cede in uno solo dei due
a legittimità, è un’anoma- mercati può portare a giulia, unica nella storia dei dicare anticompetitive
rapporti tra governo e in- pratiche commerciali o
dustria privata nel nostro fusioni aziendali che inpaese e, credo, in ogni vece aumentano il benessocietà occidentale: im- sere dei consumatori.
porre a un’impresa il ta- L’innovazione tecnologiglio di un quarto del suo
fatturato,
o l t r e t u t t o TAB. 1 – Share, quota di raccolta
senza che pubblicitaria e loro rapporto per gli
neppure un operatori pubblici in alcuni paesi
q u a l c h e europei (2003)
addebito
Quota
(3) =
possa esserle mos- PAESE Impresa Share Pubbli- (2)/(1)
(1)
cità (2)
so.
Un’anomalia conse- FranFrance
41,3
19,8
0,48
guenza di cia
TV
un’errata
ARD+Z
43,6
4,8
0,11
considera- Gerzione della mania DF
natura del
m e r c a t o Italia
RAI
44,9
30,3
0,67
televisivo;
BBC
37,8
0,0
0,00
in contra- U.K.
sto con la
30,6
30,6
1,00
realtà dei Spagna RTVE
mercati
e u r o p e i ; Media*
0,57
che discende da in- Fonte: Elaborazioni Lear su dati di difondati ti- verse fonti
mori sulla
futura evo- come riportati in Agcm (2004)
luzione del * nel calcolo del valore medio è escluso
il dato relativo alla Bbc
ca ridefinisce continuamente i mercati e mette in
concorrenza segmenti prima isolati.
La digitalizzazione, diminuendo i costi di riproduzione e di trasmissione,
riduce il potere di mercato
dei broadcaster, determinante diventa avere i contenuti.
Separando il momento
della registrazione da
quello della riproduzione,
finisce la tirannia dell’orario, diventa spuntata
l’arma della controprogrammazione con cui le
reti si fanno concorrenza.
Facendo pagare i contenuti, elimina la non escludibilità, una delle caratteristiche che definiscono
un bene pubblico.
Fino a qualche anno fa, le
autorità antitrust conside-
ravano ogni piattaforma
trasmissiva di per sé: oggi
che nelle abitazioni sono
presenti diverse piattaforme, occorre considerarle
parti di un unico mercato.
Anche in Italia l’ Antitrust oggi riconosce che
"a mano a mano che
progredisce la migrazione
delle
frequenze
dall’analogico al digitale, la distinzione fra i
due mercati, analogico e
digitale, tende a essere
sempre meno corrispondente alla realtà".
Se il mercato è unico a
prescindere dalle piattaforme, unico è il versante
degli ascoltatori, unico è
anche quello delle risorse
-da pubblicità, da canone,
da abbonamento- che consentono di produrre e tra(Continua a pagina 13)
TAB. 2 – Share, quota di raccolta pubblicitaria
e loro rapporto per gli operatori privati
free-to-air in alcuni paesi europei (2003)
Share (1)
Quota
pubblicità
(2)
(3) =
(2)/(1)
TF1
31,5
53,3
1,69
M6+RTL
15,2
21,8
1,43
26,4
45,
1,70
Prosieben
22,2
42,7
1,92
Italia
Mediaset
43,9
64,7
1,47
Regno
Unito
ITV
24,7
51,7
2,09
Channel 4
9,7
21,7
2,24
Channel 5
6,5
8,
1,23
Telecinco
21,4
28,3
1,32
Antenna 3
19,5
24,3
1,25
Forta
18,2
15,2
0,84
PAESE
Impresa
Francia
Germania RTL
Spagna
Media
1,56
Fonte: Elaborazioni Lear su dati di diverse fonti
come riportati in Agcm (2004)
INTERNI
16 novembre 2006
Giustizia e Libertà
13
Tutti i limiti di Mediaset
TAB. 3 – Share, quota di raccolta pubblicitaria
e loro rapporto per gli operatori pay-tv
in alcuni paesi europei (2003)
PAESE
Impresa
Share (1)
Quota
pubblicità
(2)
(3) = (2)/
(1)
Francia
Canal+
3,7
2,8
0,76
Germania Premiere
2,6
n.d.
n.d.
Italia
Sky
n.d.
n.d.
n.d.
Regno
Unito
BSkyB
6,3
9,0
1,43
Spagna
Canal+
2,0
1,5
0,75
Media
0,98
Fonte: Elaborazioni Lear su dati di diverse fonti
come riportati in Agcm (2004)
(Continua da pagina 12)
smettere i contenuti.
La teoria economica e la
prassi delle autorità ritengono sbagliato considerare il solo mercato della
pubblicità nella Tv generalista, come invece fa il
governo. Variano le strategie dei concorrenti. Gli
operatori pubblici sono
sottoposti a vincoli che
limitano fortemente, e alla
Bbc del tutto, la possibilità di attrarre quote elevate
di investimenti pubblicitari.
Il canone può essere visto
come il prezzo pagato dal
committente Stato per trasmettere i contenuti del
servizio pubblico.
Le pay-tv ottengono la
parte prevalente dei loro
ricavi
sul
versante
dell’audience, mentre le
imprese free-to-air li ottengono sul versante pubblicitario.
La diversa struttura del
prezzo fa sì che nelle paytv la quota di investimenti
pubblicitari sia superiore
alla quota dell’audience.
Ne deriva che la quota
calcolata sul solo versante
della raccolta pubblicita-
ria rappresenta un indicatore distorto e inaffidabile
della posizione di mercato
degli operatori.
Fatti e analisi largamente
condivisi, che il governo
fa mostra di ignorare.
Sul totale delle risorse,
Rai e Mediaset hanno rispettivamente 33 e 36 per
cento, con Sky al 21 per
cento, il resto alle locali e
Telecom. Ma per il governo esiste solo il mercato
della pubblicità televisiva,
in cui Mediaset ha una
quota del 57 per cento,
Rai del 27 per cento.
Il confronto
europeo
In Francia Tf1 e in Gran
Bretagna Itv hanno quote
di pubblicità superiori al
45 per cento che il governo impone a Mediaset;
Rai e corrispondentemente Mediaset, hanno
singolarmente share di
audience che altrove sono
più suddivise; tuttavia
questo non comporta rendite monopolistiche, dato
che Mediaset fa pagare
agli inserzionisti pubblicitari ciascun punto di
share di ascolto meno di
quanto facciano pagare le
televisioni commerciali
free-to-air negli altri paesi.
Per Rai invece il rapporto
tra quota dei ricavi pubblicitari e share è superiore al
valore medio calcolato
per le televisioni pubbliche dei diversi paesi.
tecnologie, rende questo
esito implausibile.
È di questi giorni la notizia che Google potrebbe
l’anno prossimo superare
la televisione nella raccolta pubblicitaria.
Duopolio
nell’analogico,
duopolio
nel digitale ?
Il limite del 45 per cento
del totale dei ricavi pubblicitari imposto a Mediaset è in contrasto con il
paradigma, universalmente accettato dalla dottrina,
del mercato a due versanti
e della convergenza delle
piattaforme.
È persino più basso della
quota di singole Tv private europee, per non parlare del totale del mercato
privato; fa pagare al concorrente privato la velleità
costruttivista di uscire da
una struttura di mercato quella del broadcaster
con tre reti- modellata
sull’impresa pubblica: a
decretare la fine del duopolio saranno le forze della tecnologia e del mercato, che invece paradossalmente il disegno di legge
frena.
Mancando ogni spiegazione economica, resta la
spiegazione politica: che
attiene non all’azienda,
ma alla sua proprietà;
non all’azienda in quanto
L’articolo 23 della Gasparri dà ai titolari di reti
analogiche nazionali il
diritto esclusivo di acquisire frequenze per realizzare i multiplex per il digitale.
La Commissione europea
l’ha sanzionato, e il governo avrebbe potuto porvi rimedio (già nella Finanziaria).
Questo privilegio va eliminato perché nega un
diritto ai nuovi entranti,
non perché così si rischia
di riprodurre il duopolio
nell’era del digitale.
Il duopolio era figlio
dell’epoca della scarsità
delle frequenze, non può
riprodursi nell’era della
scarsità dei contenuti; e il
governo ha ampia possibilità di mettere limiti.
La convergenza delle
piattaforme, la continua
rivoluzione prodotta dalle
Implicazioni
politiche
(Continua a pagina 26)
TAB. 4 – Ricavi, share, quote di ricavi e loro
rapporto sul versante dell’audience in Italia
(2003)
Ricavi
sul versante
audience
(mln di
€)
Share
(1)
Quota
(2)
(3) =
(2)/(1)
RAI
1.432
44,89
57,7
1,29
Sky
1.049
2,46
42,3
17,2
Totale
2.481
47,35
100,0
Fonte: Elaborazione Lear su dati Auditel, Agcom e
bilancio Rai
14 Giustizia e Libertà
INTERNI
16 novembre 2006
Lettere a GL
Stampa, letame e spazzatura
di Massimo G.
Cari tutti,
incuriosito e vidi che rimanere in tema di leta- pure si sogna di chiedere
sì, devo ammetterlo, stavano tutti guardando mai, recentemente ho spiegazioni di come abl’articolo di Travaglio: un giornale illustrato do- trovato in un articolo di bia potuto avere “in pri(Monsieur de Pompa- ve la più innocente delle Maltese su “La Repub- vatizzazione” le Autodour,
l ’ U n i t à , immagini sembrava mu- blica” una definizione, strade, con i flussi valu4.11.2006) è irresistibile tuata da un “tavolo ope- anche questa irresistibi- tati 100 quando valevano
e molto più ancora lo è ratorio”; scoprii così le, che sintetizza in mo- 300, a patto di investiil giornale (?) di cui che la pornografia e più do veramente miracolo- menti promessi per 300
commenta le gesta.
in generale il “costume” so quanto penso di un e risultati poi 100
Provo un senso di am- si erano assai evoluti, rinnegato del genere e (inoltre perché nessuno
mirazione per lo “sto- tanto più che alla mia che pertanto faccio inte- si sogna di stanare chi
maco” di un recensore domanda se il giornale ramente mia: “ … uno nel Ministero e nel Gocostretto dal mestiere a l’avessero avuto in ab- che ha costruito il mito verno di allora è stato
rovistare in letamai del bonamento postale diret- della propria intelli- pronubo di una simile
genere.
tamente da Amsterdam genza sulla stupidità scelleratezza ?); quindi
non solo “er tronco” e
o affini, mi risposero altrui”.
Fin da piccolo, ero abi“er magliaro” (parte
tuato a considerare “Il
“fi nance”), ma pure
Tempo” come “unità
“er fa rina”,“er
di misura” della fapompa”
(parte
ziosità di certa stam“servizi”), come mai
pa; poi, tutto insieme,
sono a piede libero ?
mi vedo costretto ad
Farina, al di là di tutammettere di aver
“dormito”, tanto soto il resto che si può
no andate avanti le
fare con comodo, è
cose mentre evidente- Il “misterioso” POMPA, l’ “incredibile” BETULLA-FARINA imputabile “pronta
e l’ “immarcescibile” POLLARI
cassa” di violazione
mente guardavo altrodella legge che interve.
con l’aria di chi spiega
dice
ai giornalisti di laMi torna in mente quan- un’ovvietà a uno disceso Ma tornando alle note di vorare per i Servizi; il
Luna
c h e Travaglio, al di là
do, a 23 anni, partii per d a l l a
Pompa è ampiamente
il corso Ufficiali e il l’avevano comprato dal dell’umorismo più o me- provato che ha costruito
no amaro che suscita,
concetto di pornografia giornalaio dell’angolo.
castelli falsi contro i nesi materializzava nella Ora, tanti anni dopo, ec- direi che l’occasione è mici del “nano”; e poi il
foto di una ragazza scol- comi di nuovo a stupir- preziosa per riflettere su caporione Pollari tuttora
lata e nemmeno troppo; mi di trovare disponibili una ennesima stranezza: al suo posto !
poi, dopo il congedo mi simili concentrati di sono mesi che siamo asposai, e tre anni dopo, “letame” e pure, a soli sfissiati dal letamaio Te- Tutti a piede libero e
lecom e dall’intreccio tra nella loro funzione, con
già ventottenne, entrai
in Banca, mentre nel 0,9 €, le fogne dimensio- la finanza “insider” e il governo costituito dalfrattempo erano già nati nate per recepirli, pur bancarottiera che l’ha le vittime che continua a
i miei primi due figli; sapendo, ammonito dal governata e il fianco pre- non dire niente !
dalla
stessa
bene, una notte, nella mio amico giornalaio, stato
sala elaboratori di largo che esistono altri fogli all’utilizzo distorto (una Amici, non vi sembra
Bastia, mentre curvo su specializzati nel prende- volta di più e ancora!) che, con cortese eufemiuna stampante che stava re in giro i propri lettori dei servizi segreti; e cosa smo (ma forse sono an“vuotando” la memoria (uno di questi ha la “F” sta succedendo ?
cora quello rimasto alla
del calcolatore attende- maiuscola, ed è diretto Il “tronchetto”, come p o r n o g r a f i a
della
vo
di
p r o c e d e r e da un animale noto ai lo chiama Grillo da tem- “scollatura”), qualcosa
all’analisi di un pro- leziosi buonisti, che si po, non solo è a piede non vada ?
gramma che si ostinava ostinano in mancanza di libero e stringe patti di
a “fare casino”, mi ac- meglio a definirlo “in- sindacato, ma nessuno si Finisco con una nota cucorsi con la coda telligente”, come un sogna di chiedergli conto riosa: “er pompa”, da
dell’occhio che tutti gli “elefantino”, quando della fine che ha fatto il più giovane era un buon
operatori di sistema, l’appellativo più proprio denaro che ha succhiato arrampicatore, anzi ottiprofittando evidente- dovrebbe essere “maia- da Telecom per anni per mo.
mente di un momento di le”, con tutte le scuse ai poi farlo sparire nelle Sulla seconda “Spalla”
nebbie di Olimpia insie- del Corno Piccolo, un
pausa, si erano radunati simpatici suini).
intorno a un tavolo- A proposito dell’inciso me al degno compare paio di vie testimoniano
(Continua a pagina 26)
carrello; mi avvicinai tra parentesi e tanto per Benetton, a cui nessuno
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INTERNI
Giustizia e Libertà
15
Credo sia giusto fare un po' il punto…
SISMI, lo scandalo dimenticato
di S. SC.
Forse la Pro cura di Milano, impegnata nelle indagini sul sequestro di Abu
Omar, non si aspettava di
imbattersi in uno scandalo
di cosi vaste proporzioni.
Nell'archivio scoperto all'ultimo piano di Via Nazionale 230, nell'appartamento-ufficio del funzionario del Sismi Pio Pompa, gli agenti hanno trovato, fra le carte collezionate
assieme ai dossier su giornalisti, politici, magistrati
e persino sul capo della
Polizia Gianni De Gennaro, venti pagine scritte a
mano con una lista di nomi.
Ci sono l'ex capogruppo
diessino alla Camera Luciano Violante e l'attuale
vicepresidente del Copaco
Massimo Brutti, l'ex segretario dell'Associazione
nazionale magistrati e oggi procuratore aggiunto di
Milano Edmondo Bruti
Liberati, l'ex pm e oggi
consigliere presso la Corte
di Cassazione Gherardo
Colombo, l'ex vicesegretario generale nonché vicepresidente dell'Anm Giovanni Salvi, e il procuratore generale di Torino
Giancarlo Caselli.
Tutti considerati membri
di una struttura nemica
dell'allora governo Berlusconi, potenzialmente in
grado di "creare problemi" all'attività dell'esecutivo di centrodestra.
E per questo motivo una
struttura da "neutralizzare", da "disarticolare"
anche ricorrendo ad
"azioni traumatiche".
Parole terrificanti, che ricordano quelle dei comunicati usati dai terroristi.
Parole che devono essere
contestualizzate su quanto
avvenuto in questi ultimi
anni.
Gli attacchi martellanti,
insulti e diffamazioni
moltiplicati dalla grancassa mediatica, contro i pool
di Milano e Palermo e tutti i magistrati che hanno
osato indagare e far condannare politici e potenti
colpevoli di gravissimi
reati, dipinti come martiri
da apposite campagne di
disinformazione.
innocente perseguitato
dalle toghe rosse.
Anche Totò Riina si definiva un "tragediato vittima di un complotto dei
communista
Caselli,
Violante e Arlacchi".
Come se non bastasse,
oggi si scopre che mentre
il centrodestra faceva fuori per legge dalla Procura
Antimafia il giudice più
odiato dai mafiosi, funzionari del Sismi lo tenevano
sotto controllo come nemico governativo eventualmente "da disarticoUna legislazione biparti- lare con azioni traumatisan che ha aumentato a che".
dismisura i privilegi degli
imputati eccellenti e ha In qualsiasi altro Paese
depotenziato gli strumenti democratico i vertici dei
d'indagine di magistrati e servizi segreti sarebbero
forze dell'ordine.
stati dimissionati da un
Persino una legge “contra pezzo, l'ex capo del gopersonam” votata dal verno -interrogatori a parcentrodestra che, calpe- te- verrebbe sottoposto al
stando la decenza e il fuoco di fila delle domanprincipio base di ogni de- de della stampa, lo scanmocrazia liberale, ha im- dalo campeggerebbe tutti i
pedito al Csm di scegliere giorni sulle prime pagine
Giancarlo Caselli come dei maggiori quotidiani,
Procuratore nazionale An- oltre che nei programmi
televisivi di approfonditimafia.
Un Servitore dello Stato mento.
che ha rischiato la vita per Niente di tutto questo.
assicurare alla Giustizia Se il centrodestra ovvianumerosi brigatisti e ma- mente minimizza, il cenfiosi, catturando un nume- trosinistra non va oltre
ro record di latitanti e riu- l'ennesima mancata proscendo a dimostrare la messa di ricambio dei vercolpevolezza di tanti poli- tici del Sismi (che devono
tici conniventi con la ma- avere argomenti piuttosto
fia, tra cui il sette volte convincenti, come fa giupresidente del Consiglio stamente notare D'Avanzo
Giulio Andreotti, prescrit- su Repubblica) e la propoto in via definitiva per il sta di istituire la solita
reato "commesso di asso- Commissione o Comitato
ciazione a delinquere parlamentare.
con Cosa Nostra fino alla primavera dell''80" I giornalisti, salvo i mima spacciato da quasi tut- gliori cronisti giudiziari,
ta la politica (e tutta la non sono in grado (o non
televisione) per un povero possono) di tracciare un
quadro preciso, proporzionato e logico su quanto
accaduto.
Già l'indomani dello scoppio dello scandalo (con la
presentazione al Co.pa.co
delle venti pagine sui cui
lavoreranno i pm Spataro
e Pomarici) si crea un'unico minestrone con gli accertamenti fiscali abusivi
su Prodi e la moglie, ma
anche sulle veline e i figli
di Berlusconi, e con lo
spionaggio della banda
Tavaroli.
Un polverone voluto per
occultare il vero scandalo
e al tempo stesso rilanciare il problema della tutela
della privacy dei poveri
vip spiati, criticando i
nuovi controlli tributari
anti-evasione voluti da
Visco. La questione degli
accessi illeciti nell'anagrafe tributaria infatti è solo
l'ultimo eventuale -sono
da accertare ancora i committenti- anello della catena dello spionaggio.
La scala è chiarissima: il
fulcro è il Sismi, con gli
elenchi dei "nemici", i
dossier-calunnia contro
Prodi propagati da appositi giornalisti prezzolati, e
le investigazioni su politici, giornalisti e capo della
polizia; poi vengono le
schedature effettuate, non
si sa ancora per conto di
chi (anche se da un'intercettazione emerge che il
generale Pignero del Sismi, purtroppo deceduto il
19 settembre, fa riferimento ad una consulenza
proprio a Tavaroli), dai
responsabili della "Sicurezza Telecom" accusati
(Continua a pagina 16)
INTERNI
16 Giustizia e Libertà
16 novembre 2006
SISMI, lo scandalo dimenticato
spiati anche i figli di Ber- " p e r i c o l o s i
d o s s idi corrompere pubblici lusconi, le veline e i cal- er" (Colonnello, La Stam
ufficiali per ottenere dati ciatori.
pa 28 ottobre), tra i fiumi
di Viminale, Ministero
d'inchiostro sul dibattito
della Giustizia, Agenzia E anche se nel merito c'è complotto-voyeurismo fidelle Entrate (ecco l'even- una notevole differenza scale.
tuale collegamento con lo tra le 128 investigazioni
spionaggio tributario!) e di su Prodi e le altre, frutto Un polverone la cui utilità
di guardonismo o di appo- viene esplicitata dall'appobanche private.
sito depistaggio, il risulta- sito Vespa nella puntata
Ma come abbiamo visto i to finale degli strepiti del- con ospiti Scajola e Manmass media fanno scom- l'Unione è l'aver contri- tovano, finalizzata all'eterparire tutta la scala, con- buito ad oscurare gli elen- na lotta contro la traspacentrando il dibattito sul- chi e le trame del Sismi: renza e per l'opacitàl'ultimo, innocuo e utile meritevoli di una sola a- impunità della classe dirigradino, col centrosinistra pertura di prima pagina de gente.
a gridare allo spionaggio l'Unità, tanto quanto
fiscale contro Prodi, e il "Basta con le trame del Spionaggio fiscale ?
centrodestra (Confalonieri governissimo" (prima del Visco farà peggio: ci vuocompreso) che ha buon 31 ottobre), e riproposti le più tutela della privacy
gioco a rispondere a reti all'interno en passant, de- dei poveri miliardari.
unificate che sono stati rubricati a imprecisati
(Continua da pagina 15)
Investigazioni illecite ?
Occorre limitare le intercettazioni legali.
Ben selezionato anche l'ospite governativo, il sottosegretario Minniti, che
invece di citare le vittime
Brutti e Violante, o i dossier-calunnia da TelekomSerbia in giù, non trova di
meglio che criticare la
pubblicazione dell'intercettazione legale tra Fassino e Consorte.
Tutto torna: lo scandalo,
in questo Paese, sono i
magistrati e i giornalisti
STEFANO
SANTACHIARA
La TV italiana, oggi, novembre 2006
di Tom Magne
Nell’ultimo
numero
del
“Venerdì
di
Repubblica”
(n.°972, del 3
novembre
scorso) nella
rubrica “Scalfari risponde” tra le tante
lettere riportate ve ne era
una scritta da Antonio Angelino Crispano (Napoli),
che abbiamo trovato di un
estremo interesse ed attualissimo, in cui si legge:
«Negli ultimi anni ho assistito, a malincuore, a
un crescente e inesorabile peggioramento della
qualità dei programmi
Rai. Si è giunti persino a
creare programmi di vita pseudo-quotidiana o a
inscenare finti litigi in
diretta pur di conquistare l'auditel. In qualità di
contribuente non mi sento per nulla tutelato; sono andati perduti, a parte casi sporadici, quello
spirito culturale e quell'atmosfera costruttiva
che era presente in passato.
Sebbene sia comprensibile la necessità di accontentare un pubblico a
cui interessano reality e
affini, non ritengo giusto
che l'altra nutrita fetta
di spettatori, in cerca di
un format di approfondimento culturale, di
film in prima serata e
non b-movie o di semplice informazione super
partes, debba vedersi
costretta a programmazioni in orari impossibili
o rifugiarsi nella tv satellitare e a pagamento.
Capisco che addentrarsi
lungo nuove strade comporti dei rischi, ma, tuttavia, sono azzardi che
bisogna correre per non
ritrovarsi in una stasi
televisiva in cui ciascun
programma è simile a
quello della concorrenza. Riportare il livello
della tv italiana ad un
gradino più alto del baratro in cui si trova adesso è un dovere di cui
tutti devono farsi carico.
Antonio Angelo Crispano
(Napoli)»
stato quello di recarsi a via
Noi, dobbiamo ricono- del Plebiscito, a casa
scerlo, abbiamo la stessa dell’allora Presidente del
opinione di questo lettore Consiglio.
del “Venerdì” !
Non intendiamo neanche
A tal proposito, e per raf- rivolgerci all’On.Gentiloforzare quanto sintetica- ni, di cui pur apprezziamo
mente ma con precisione è molto la proposta di legge
scritto nella lettera al Ve- che ha presentato a riguardo della riorganizzazione
nerdì
vorremmo rivolgerci non della televisioni in Italia.
al presidente del Cda della Intendiamo rivolgerci al
Rai, on. Petruccioli perché Presidente Prodi che diria nostro avviso non si è ge la compagine governamai veramente “impegna- tiva per presentargli to” sui problemi Rai ne- anche se siamo sicuri che
anche ai tempi in cui era non gli sia sfuggita- la siPresidente del Commis- tuazione in cui attualmensione di Vigilanza RaiTV te si sta dibattendo la Rai,
le reti che attualmente sodel Parlamento.
Ed ancora, e ci dispiace no dello Stato e che vendavvero doverlo dire, ha gono -solo in parte, lo sapcontinuato con la stesso piamo- sovvenzionato anmetodo anche quando è che con il canone, ma che
stato eletto Presidente nel essendo reti governative
Cda (non vorremmo ricor- dovrebbero innanzi tutto
dare qualcosa che ci la- svolgere una funzione “insciato molto prerplessi - formativa-formativa”, e
ma è tristemente avvenuto non badare solo ed esclue non certo per prassi con- sivamente a questo dannasolidata-. Appena eletto tissimo “auditel” a cui
dai presidenti delle Came- sembrano essersi assogre, il suo primo gesto è
(Continua a pagina 17)
16 novembre 2006
ASSASSINIO FORTUGNO
Giustizia e Libertà
17
La TV italiana, oggi, novembre 2006
(Continua da pagina 16)
gettati tutti, distinguendosi
per questa loro caratteristica dalle televisioni privatecommerciali che hanno
come loro precipuo ed unico compito l’essere
“generatrici di soldi”.
Ciò nonostante pare che
anche per le “televisioni
di stato” si insegue
l’Auditel non “qualità”,
A u d i t e l
n o n
“informazione”, Auditel
non la “formazione” Auditel non la “cultura”,
Auditel non il “buon gusto”
Ed inoltre vorremmo che
ci fosse chiarita quale è
mai la funzione -al di là
dei dati Auditel (di cui peraltro saremmo curiosi di
sapere come e con quali
verifiche e controlli vengono calcolati- che dovrebbero svolgere programmi come i “Reality”,
“Italia sul 2”, la “Vita in
diretta”, e anche (ma
solo per come vengono
condotti): “Sottovoce” e
la stessa “Porta a Porta”, non solo per il loro
alto contenuto “informativo-formativo” e
“culturale” quanto per
i tempi che vengono loro assegnati: senza considerare che, talvolta,
tali trasmissioni (vedi
“Italia su 2”, ad esempio), vengono replicati
anche a sera inoltrata).
E ciò sarebbe anche sopportabile, pur nella sua irrealtà concettuale se non si
dovesse riscontrare “fatti”
a nostro avviso molto strani
e che potremmo considerare addirittura emblematici:
l’altra sera (2 novembre) ad
esempio, è stato messo in
onda uno splendido progra mma
dedicato
ai
“ragazzi di Locri” dalle 2
alle 3,30 di notte.
Ore per le singole
trasmissioni
alla settimana
Reality
Italia sul 2
La Vita in diretta
Porta a Porta
Sottovoce
4h 40’
9h 10’
12h 30’
7h 00’
8h 30’
E non ci si
venga a dire
che è stato
un caso, o
che si trattava di una
replica.
Un
programma come quello,
nel tremendo momento
che stiamo
vivendo non
diciamo che
dovrebbe essere proiettato almeno una volta alla
settimana per il suo contenuto, questa volta sì
“formativo”, ma si potrebbe cercare di portare
sullo schermo, per rimanere su questo tema, tutta
una serie di prodotti filmografici di altissimo
livello che potrebbero
esplicare veramente una
funzione di educazione
civica e di formazione
antimafiosa.
Ora che -è bene precisarlo e rimarcarlo- con questo nuovo governo, ce lo
possiamo permettere, visto che non ci troveremmo a disturbare la sensibilità di nessuno amico o
sodale di qualche rappresentante delle istituzioni.
Tom Magne
La finanziara di Sisifo
di Antonio V. Gelormini
E’ davvero strano questo nostro Paese.
Fino a poche
settimane
fa,
sulle
performances econom i c o finanziarie e le
scelte politiche relative,
non si faceva che ripetere:
“Si potrebbe fare di più.
Si potrebbe fare meglio.
C’è troppa distrazione
per i problemi quotidiani
e poca prospettiva sugli
indirizzi programmatici
e sul futuro”.
Proprio come a scuola,
ricordo, ripetevano alcuni
professori.
Poi una compagine governativa, in larga parte formata da “primi della classe”, decide di impegnarsi,
di mirare ad un voto alto e
di produrre una Finanziaria capace di incidere con
vigore sul riequilibrio dei
conti pubblici, drammaticamente sbilanciati e
volano di un circolo vizioso sempre più ingovernabile.
E tutti ad ammonire:
“Ma perché strafare ?
Quando basta la sufficienza per ottenere la
promozione ?”
Proprio come quei compagni di classe, ricordo,
a cui applicarsi e studiare piaceva davvero poco.
Quante polemiche e
quante proteste prima di
ogni istituzione di isola
pedonale nelle diverse
città italiane.
Provate, oggi, a proporne la soppressione ai
commercianti e agli abitanti, per esempio, di via
Dante a Milano, di corso
Vannucci a Perugia o di
via Tornabuoni a Firenze.
La predisposizione a
farsi influenzare dai Lu-
cignolo di turno e dai commenti precipitosi e ammalianti, resta uno dei limiti e
delle caratteristiche più
marcate di noi italiani.
Salvo poi ricrederci, quando è troppo tardi, e sostenere le fatiche di Sisifo per
riscattare una capacità di
giudizio più serena e appropriata.
Sta accadendo lo stesso con
questa prima Finanziaria
del governo Prodi.
Tutti ad annuire quando
ascoltammo: “Proveremo
a spostare parte del carico fiscale, che grava oggi
su spalle deboli, su spalle
un po’ più forti”.
Ma pronti a far scattare la
protesta, nel momento in
cui ci accorgiamo di aver
fatto un po’ troppa palestra
e aver sviluppato un fisico
niente male.
stando malumore e scetticismo sull’esito della manovra.
Il mito di Sisifo ritorna.
Tutti astuti e scaltri per
ottenere qualcosa in cambio.
Ma qualcuno ricorda
quanto silenzio avvolse
gli adeguamenti tariffari
di alcune attività, quando
registrarono aggiornamenti da 1 euro/1.000
lire, mentre le buste paga
rimanevano ancorate al
cambio ufficiale di 1 euro/1936,27 lire ?
Sarà il caso di citare l’esempio della pizza o quel
lo del gelato ?
O ancora quello delle zuc
chine, dei libri o dell’intervento dell’idraulico ?
C’è poco da arrabbiarsi.
Per troppo tempo furbizia
e scaltrezza hanno avuto
Non c’è categoria, in questi ragione su dovere e rigiorni, che non stia manife(Continua a pagina 18)
INTERNI
18 Giustizia e Libertà
16 novembre 2006
La finanziaria di Sisifo
(Continua da pagina 17)
spetto degli altri.
Non è un caso se, tra le
grida e le rimostranze,
voci autorevoli come il
Commissario Europeo
agli Affari Economici e
Monetari Joaquim Almunia, l’Amministratore Delegato di Unicredit Alessandro Profumo e il Governatore della Banca
d’Italia Mario Draghi raccomandano: “di non attenuare lo slancio della
Finanziaria verso il risanamento strutturale dei
conti pubblici”, perché la
crescita, la migliore risposta alle valutazioni delle
agenzie di rating, “può
essere perseguita solo
nel contesto di una finanza pubblica in equilibrio”.
Ad esse si aggiunge
quella confortante del
Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti quando
indica che: “Nel Paese
c’è un clima più positivo rispetto al passato
riguardo alle possibilità di ripresa. La fidu-
cia nel futuro genera
impegno e da questo
nasce lo sviluppo”.
Vuoi vedere che alla fine le colonne a cui Tom
maso Padoa Schioppa
ha ancorato la sua Finan
ziaria:risanamento, equità e sviluppo, riusciranno a tenere l’onda
d’urto e ad avere ragione degli assalti corsari e
delle imboscate pirata
che si susseguiranno fino all’approdo dell’approvazione finale in
Parlamento ?
Se così sarà, il Paese
non potrà che trarne
gran beneficio e lo sforzo di Sisifo non sarà
vanificato dalla ricaduta
del macigno, ma premiato dalla riconoscenza della generazione dei
nostri figli e da quelle
dei figli dei nostri figli.
Antonio V.
GELORMINI
Saddam Hussein è un criminale,
ma la pena di morte non serve
di Stefano Corradino (www.articolo21.info/notizia.php?id=4248)
"Quello che
sta accadendo ora in
Iraq è orribile. E gran
parte della
stampa e dei
media ci hanno bombardato per mesi e mesi con
un’informazione settaria
senza mai parlare della
situazione irachena se
non in termini numerici.
I dieci morti di oggi, i
venti di ieri... E intanto il
Paese è martoriato da
una vera e propria guerra civile"
”Le accuse contro Saddam sono reali e di tale
gravità che la sentenza del
tribunale iracheno era attesa. Ma io vorrei vivere
in un mondo dove non
vige la condanna a morte
e sarebbe giusto che la
condanna si trasformasse
in carcere a vita”. E’ il
commento rilasciato ad
Articolo21 da Erfan Rashid, il giornalista curdo
iracheno che da molti anni
vive in Italia. Erfan è dovuto scappare dal suo paese per sfuggire ai soprusi
del dittatore, alle torture,
alla negazione delle libertà fondamentali di espressione e di dissenso. “Ma
l’Iraq - afferma Rashid deve dare anche un nuovo
segnale, dimostrando di
voler promuovere i diritti
dell’uomo e non appellarsi al solo spirito di vendetta”.
ficoltà, perché i soprusi
perpetrati da Saddam nei
confronti dei cittadini iracheni sono stati spaventosi.
Quindi sei contrario
all’esecuzione.
La sentenza è probabilmente giusta ma ritengo
non debba essere eseguita
perché, tra l’altro, rischierebbe di trasformare Saddam in un martire. E
l’Iraq deve dare un segnale nuovo: quello di un Paese rispettoso del diritto
che non si limiti a perseguire uno spirito, pur sacrosanto, di vendetta. Credo pertanto che sarebbe
giusto trasformare la condanna di morte nel carcere
a vita.
Erfan, la sentenza del
tribunale iracheno ha
sancito che Saddam deve morire. Per i reati che
ha commesso la pena
deve essere quella capitale. Sentenza inappellabile?
No, la sentenza è appellabile e da lunedì il gruppo
degli avvocati inizierà le
pratiche dell’appello. Credo tuttavia che il risultato
del processo di appello
non sarà differente dalla
sentenza di oggi: le accuse contro Saddam sono di
tali gravità che la sentenza L’Occidente si sta dividendo sul giudizio relatiera attesa.
vo alla pena capitale. Da
Qual è il tuo giudizio una parte, con diverse
sulla sentenza? Saddam sfumature l’Italia, la
deve essere sottoposto Francia, la Spagna, conalla pena di morte? trarie alla pena di morNon si possono non di- te. Dall’altra Usa e Instinguere i piani, il punto ghilterra. Come giudichi
di vista giuridico da quel- il ruolo dell’occidente in
lo politico, da quello mo- questa vicenda?
rale. Io vorrei vivere in un Rispondo intanto con una
mondo dove non vige la d o m a n d a :
dov’era
condanna a morte e quindi l’Europa e l’occidente
sarei contrario, e lo riba- quando Saddam sterminadisco pur con grande dif- va e perseguitava gli ira-
cheni? Gli occidentali
continuano a leggere la
questione irachena in
chiave di politica interna.
E’ miope la politica internazionale che considera la
questione irachena come
il problema di un solo paese o ne fa un tema di
contrapposizione tutta occidentale tra destra e sinistra. Il vero problema è
che non si è mai affrontata veramente la questione
nella sua dimensione di
politica internazionale.
Si è scelto di fare la
guerra per destituire il
dittatore iracheno.
Una guerra ingiusta.
Saddam si è macchiato
di
crimini
contro
l’umanità. Per questa
ragione molti hanno affermato che il processo a
Saddam doveva essere
fatto dalla Corte internazionale e non dal tribunale
iracheno.
La giurisprudenza, le leggi in Iraq ci sono ancora e
funzionano. E lo stato deve far valere il suo diritto
nei confronti di un suo
cittadino che ha abusato
del suo potere. Per questo
il tribunale iracheno ha
(Continua a pagina 26)
16 novembre 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
19
NOTIZIARIO - 16 novembre 2006
di CaLmBiG
L'inviato Usa alle Nazioni Unite
'pronto a perdere il posto'
L'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite sta
per perdere il suo posto dopo la vittoria dei Democratici alle elezioni di Medio Termine. Bolton diventerà
così il secondo esponente di alto grado dell'amministrazione di George Bush a lasciare dopo il voto, seguendo il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld.
L'amministrazione Bush vorrebbe mantenere Bolton
al suo posto, ma la nomina richiede la conferma del
Senato e alcuni senatori anziani la ritengono ora improbabile. Bolton è stato nominato nell'agosto 2005
durante una pausa dei lavori del Congresso.Una manovra che ha evitato a Bolton la necessità di una ratifica parlamentare prima della fine di quest'anno.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6134734.stm
Onu, rinviato il voto della risoluzione
contro Israele
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato il voto su una risoluzione proposta dal Qatar che
condannava Israele per le recenti operazioni nella
Striscia di Gaza.
Il governo statunitense ha proposto modifiche al testo,
che chiedeva un cessate il fuoco immediato e l'invio
di osservatori delle Nazioni Unite.
Il governo spagnolo ha proposto di organizzare
una conferenza internazionale per rilanciare il
processo di pace in Medio Oriente.
http://www.elmundo.es/elmundo/2006/11/10/
internacional/1163117240.html
Ciò segna l'inizio di una fine,
e la fine di un inizio
"Rumsfeld paga il prezzo del messaggio che gli
Stati Uniti hanno mandato a Bush": l'architetto della guerra in Iraq si è dimesso dopo la vittoria dei democratici al Senato. L'editoriale titola: "Grazie, America". I risultati delle elezioni di meta' mandato,
scrive il Guardian, riaffermano che un'America diversa e migliore puo' ancora offrire speranza invece che
disperazione al mondo.
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/tory/0,,1942905,00.html
Il capo dell'intelligence Usa dipinge
un quadro pessimistico dell'Iraq
La situazione sul campo in Iraq è pessima, dicono le
spie del Pentagono e della CIA. Ma potrebbe peggiorare ancora. Come se i politici avessero bisogno di
sentirsi ricordare dell'urgenza di intervenire per una
svolta in Iraq, due alti ufficiali dell'intelligence ieri
hanno detto parole forti sulla guerra. Il generale Michael Hayden, direttore della CIA, ha ammonito la
Commissione Forze Armate del Senato nell'audizione
di ieri che le violenze settarie fra sciiti e sunniti in Iraq sono oramai al punto che ''rappresentano una
minaccia immediata per la stabilità dell'Iraq e del
suo futuro". La superspia del Pentagono, il responsabile dell'intelligence della Difesa generale Michael
Maples, è stato ascoltato insieme a Hayden (CIA) e ne
ha condiviso l'analisi. ''Anche se non si è ancora
arrivati all'implosione dell'autorità centrale, l'Iraq
è vicino a questa possibilità'', ha detto Maples. L'audizione dei due responsabili dell'intelligence è arrivata subito dopo quella del generale John Abizaid, ma i
capi dei servizi si sono mostrati anche più pessimisti
di lui sulle prospettive dell'Iraq se gli USA non riescono ad assicurare sufficiente stabilità al governo
centrale iracheno in modo che davvero sia sovrano
sul paese. Le conseguenze di un collasso dello stato
iracheno sarebbero "catastrofiche" per gli iracheni,
ha ammonito Hayden. ''Piomberebbe rapidamente
nel caos e la strada per uscirne sarebbe molto lunga". L'instabilità per il resto della Regione sarebbe
alta. La tentazione per Iran e Siria di intervenire potrebbe diventare irresistibile. E ha aggiunto un Hayden preoccupato, ''godrebbe dell'appoggio del nostro peggiore nemico, al Qaeda".
w w w . t i m e . c o m / t i m e / w o r l d / a r t i c l e /0,8599,1560025,00.html
Soldato statunitense ammette
stupro e omicidio
James Barker, uno dei quattro soldati statunitensi accusati dello stupro e dell'omicidio di una ragazza di
14 anni a Mahmudiyah, in Iraq, nel marzo del 2006,
si è dichiarato colpevole davanti alla corte marziale
per avere uno sconto di pena. Due suoi compagni rischiano la pena di morte. I quattro marines avevano
ucciso anche i genitori e la sorella minore della ragazza. Un altro soldato statunitense, John Jodka, è stato
condannato a 18 mesi di prigione per aver partecipato
all'omicidio di un civile iracheno ad Hamdania nell'aprile scorso.
www.gulf-news.com/world/U.S.A/10083042.html
Rumsfeld sospettato di crimini di
guerra
Un gruppo di legali ha chiesto a un tribunale tedesco
di aprire un'indagine per presunti crimini di guerra
commessi da Donald Rumsfeld. Secondo gli avvocati, l'ex segretario della difesa statunitense e altri 13
alti funzionari del Pentagono avrebbero autorizzato
esplicitamente l'uso della tortura nel carcere di Abu
Ghraib, in Iraq, e nel campo di detenzione di Guantanamo, a Cuba. La legge tedesca permette di istruire
un processo per crimini di guerra a prescindere da
dove questi siano stati commessi.
www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/11/14/AR2006111401263.html
Olmert provoca una polemica negli
Stati Uniti
In occasione della sua visita a Washington il premier
israeliano Ehud Olmert ha lodato pubblicamente la
guerra in Iraq, sollevando un fuoco di critiche da parte dei democratici. Nel discorso tenuto insieme a George W. Bush dopo il loro incontro, Olmert ha detto
che la guerra in Iraq ha reso più stabile il Medio Oriente. "I commenti di Olmert non sono accettabili", ha dichiarato un portavoce del Partito democratico, "e possono essere interpretati come un tentativo d'influenzare il dibattito politico americano".
http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArtVty.jhtml?sw=olmert+iraq&itemNo=787767
GIUSTIZIA
20 Giustizia e Libertà
16 novembre 2006
Riforma dell'ordinamento giudiziario,
la storia infinita
di Carlo Guarnieri (la voce.info, 26.10.2006)
Il 23 ottobre
la Camera ha
d e f i n i t i v amente approvato la sospensione,
fino al 31 luglio 2007, di buona parte
della riforma dell’ordina
mento giudiziario varata
dalla precedente maggioranza nella scorsa legislatura. In particolare, la sospensione interessa due
aspetti di rilievo della riforma ideata dall’exministro Castelli: la cosiddetta separazione delle
carriere e la progressione
in carriera dei magistrati.
paralizzato.
La discussione sulla necessità di separare le carriere di giudice e pubblico ministero è in corso da
lungo tempo. Grosso modo, gli avvocati, specie i
penalisti, sono favorevoli
e i magistrati, largamente
contrari.
La separazione, di per sé,
poco influirebbe nell’immediato sul rendimento
del sistema giudiziario.
D’altra parte, il nostro
processo -penale e civileha bisogno di una forte
semplificazione, se si
vuole ricondurne la durata
a tempi ragionevoli (1)
Separare le carriere? Per fare questo però è neLa riforma Castelli prevedeva che entro il 28 ottobre 2006 i magistrati in
servizio dovessero optare
per una o l’altra delle due
funzioni: quella di giudice
o quella di pubblico ministero. Per il futuro, era
poi previsto che, a cinque
anni dall’entrata nel corpo, i magistrati dovessero
scegliere definitivamente
a quale funzione appartenere.
Era una soluzione di compromesso che manteneva
il corpo giudiziario unito,
anche se dopo i primi anni
rendeva impossibile passare da una carriera
all’altra. Per questo avrebbe ulteriormente irrigidito
i percorsi professionali dei
nostri magistrati, cosa di
cui non si sente assolutamente il bisogno. Per di
più, gli avvenimenti di
questi giorni dimostrano
che la riforma è difficilmente attuabile. Infatti,
pare che, in vista della
scadenza del 28 ottobre,
centinaia di magistrati abbiano deciso per protesta
di chiedere il cambio di
funzioni: se la legge non
fosse intervenuta a sospendere la riforma, il
Consiglio superiore della
magistratura sarebbe stato
cessaria la collaborazione
di tutti i protagonisti del
processo: senza il sostegno fattivo dell’avvocatura difficilmente potranno essere portate a compimento riforme che snelliscano le nostre procedure.
Quindi, la separazione
delle carriere, e in generale un rapporto più stretto
fra magistratura e avvocatura, non deve essere abbandonata ma, pur con
gradualità, realizzata.
Assicurare
la professionalità?
Un secondo aspetto importante della riforma Castelli riguardava i controlli sulla professionalità dei magistrati. Da tempo è noto che l’attuale situazione è nettamente insoddisfacente e che le
qualità dei nostri magistrati sono affidate per lo
più alla loro coscienza
(che in molti casi, per fortuna, funziona). La riforma del centrodestra voleva risolvere il problema
introducendo un complicatissimo sistema di concorsi interni -circa una
ventina- che avrebbe assorbito un’enorme quantità di risorse, senza garantire i risultati.
Il problema di come verificare le qualità professionali dei magistrati è complesso. In primo luogo è
necessario individuare
strumenti che le verifichino davvero e non misurino invece qualcos’altro.
Ad esempio, i concorsi
basati su esami tendono a
valutare non tanto le effettive capacità professionali
quanto le conoscenze teoriche, che non sempre
sono alle prime collegate.
Hanno inoltre il difetto di
non incentivare l’impegno
lavorativo. Anzi, in realtà
di scoraggiarlo, dato che
la valutazione si basa su
conoscenze teoriche che
possono essere apprese
soprattutto fuori dall’ufficio. Quindi, se valutazioni ci devono essere, è
opportuno che tengano
presente soprattutto il modo con cui il magistrato
svolge le sue funzioni.
Importanti potrebbero
quindi essere i giudizi dei
capi degli uffici, dei consigli giudiziari, dell’avvocatura e, con le dovute
cautele, degli stessi cittadini. Semmai, andrebbero
costruiti strumenti per evitare le valutazioni sempre e comunque elogiative
che non discriminano fra i
magistrati.
troppo numerose. Prevedere che tutti i magistrati
siano valutati ogni quattro
anni (2) significa effettuare
almeno duemila valutazioni l’anno: è realistico
aspettarsi che siano fatte
tutte con sufficiente cura?
Una strada forse più efficace è quella di investire
sulla formazione iniziale.
Perché non selezionare
meglio?
Una legge organizzativa
ben nota afferma che il
rendimento lavorativo può
essere assicurato da una
serie più o meno ampia di
controlli o da un processo
di selezione particolarmente accurato o da una
combinazione di questi
due strumenti.
Se si ritiene, non senza
ragione, che i controlli
sull’attività del magistrato
debbano tenere conto della necessità di non interferire con la sua indipendenza, è opportuno rafforzare il processo di selezione iniziale e farlo seguire da un adeguato periodo di formazione. In
questo campo, la riforma
Castelli offre qualche
buona idea. Innanzitutto,
per partecipare al concorso iniziale, oltre all’ovvia
laurea in giurisprudenza,
richiede un’ulteriore serie
di qualificazioni.
La valutazione dei magistrati solleva però la questione di come evitare che
la loro indipendenza ne
possa essere in qualche
modo danneggiata. È questo un rischio presente
anche quando a compiere
la valutazione è un organo
interno alla magistratura,
come il consiglio giudiziario e lo stesso Csm.
Una soluzione è quella di
allargare e diversificare la
provenienza dei giudizi,
in modo da ridurre la probabilità di abusi. D’altra
parte, per non ammazzare
la qualità con la quantità,
è anche opportuno che le
valutazioni non siano
La lista dei titoli necessari
può ovviamente essere
ritoccata, ma l’idea resta
valida, soprattutto perché
per la prima volta tiene in
qualche conto l’esperienza professionale. Inoltre, la riforma ha istituito
finalmente la scuola della
magistratura (3)
Anche in questo caso,
qualche ritocco è necessario. Alla scuola sono stati
assegnati troppi compiti e
voler istituire tre sedi è
perlomeno velleitario. La
riforma Castelli non va
però abbandonata: senza
una miglior formazione –
(Continua a pagina 21)
INTERNI
16 novembre 2006
Giustizia e Libertà
21
Riforma dell'ordinamento giudiziario, la storia infinita
(Continua da pagina 20)
che includa anche una dimensione organizzativa –
difficilmente sarà possibile migliorare il rendimento della nostra giustizia.
Naturalmente, molto dipenderà dalla capacità del
Parlamento di decidere.
Molto dipenderà anche
dalla volontà degli attori
principali -magistratura e
avvocatura in primis- di
trovare un accordo. Oggi,
le prospettive non sembrano promettenti.
Ma, si sa, la speranza è
l’ultima a morire.
Carlo Guarnieri
la voce.info,
26.10.2006)
Note
(1) L’ultima, ennesima,
condanna del Consiglio
d’Europa è del 2 ottobre
scorso.
Vedi http://www.coe.int/
t/dc/press.
(2) Vedi Italia Oggi del
26 ottobre 2006.
(3) Il decreto è in vigore,
anche se finora non sembra avere ancora trovato
applicazione.
Carlo Guarnieri
è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche
dell’Università di Bologna dove
insegna sistema politico italiano e
sistemi giudiziari comparati. Fra i
suoi lavori più recenti: La giustizia in Italia, Bologna, Il Mulino,
2001 e (con Patrizia Pederzoli),
The Power of Judges, Oxford,
Oxford UP, 2002, e La magistratura nelle democrazie contemporanee, Bari, Laterza, 2002.
Se la giustizia non aiuta le imprese
di Magda Bianco e Silvia Giacomelli (www la voce info, 26-10-2006)
È ormai una convinzione
ampiamente condivisa che
l’inefficienza della giustizia
civile in Italia rappresenti
uno dei "fattori di contesto" che limitano competitività e capacità di crescita del
paese. Ad esempio, la mancata efficace applicazione
delle norme rende "monche" molte delle riforme realizzate di recente in diverse
aree: sono prive di reale mordente, perché non vi è certezza della sanzione in caso di
mancato rispetto.
Tutto ciò genera costi rilevanti per l’economia.
sto modo ha un effetto negativo sulla loro crescita. Può
inoltre rendere più difficile
la nascita di nuove imprese.
In assenza di meccanismi
formali che assicurino che i
contratti siano sempre rispettati, i "nuovi arrivati" devono utilizzare quelli informali, ad esempio costruendosi una reputazione come
partner contrattuali affidabili.
Questa esigenza può tradursi
in una barriera all’entrata
perché le nuove imprese sono svantaggiate rispetto a
quelle sul mercato da più
tempo.
Gli effetti
sul sistema economico
Province a confronto
Vi sono studi e analisi basate
su confronti internazionali
che mostrano come
un’inefficiente applicazione
delle leggi abbia effetti negativi sui mercati finanziari,
ad esempio. Se i creditori
non sono certi della tutela del
proprio credito tenderanno a
chiedere tassi di interesse più
elevati o a concederne di meno: anche in presenza di
"buone" regole di governance, l’incertezza relativa
alla loro efficace applicazione riduce l’accesso al mercato dei capitali degli investitori.
Ma una giustizia che non
funziona -per i tempi eccessivamente lunghi o perché non
assicura "certezza del diritto"- disincentiva anche gli
investimenti delle imprese
industriali, il cui rendimento
diviene più incerto, e in que-
È possibile misurare la rilevanza di questi canali. Un
confronto tra le diverse province italiane, caratterizzate
da un diverso grado di efficienza della giustizia (misurata in prima approssimazione dalla durata dei procedimenti civili di cognizione
ordinaria, di primo grado,
esauriti con sentenza) permette di valutare gli effetti di
tali differenze sulla "natalità" delle imprese e sulle loro
dimensioni, a parità di settore e tenendo conto di una
serie di altri fattori che possono influenzare le due variabili: in particolare, il grado di sviluppo dell’area, la
disponibilità di capitale umano, di infrastrutture materiali, di "capitale sociale" e di
finanziamenti.
Le stime indicano che effettivamente una giustizia più
inefficiente è associata a una
minore natalità delle imprese, in particolare di quelle
che si costituiscono in forma
di società di capitali: se il
livello di efficienza della
giustizia crescesse di un ammontare pari alla differenza
tra le province con
l’apparato giudiziario meno
efficiente e più efficiente, il
tasso di natalità delle imprese crescerebbe di circa tre
quarti di punto percentuale.
E bisogna ricordare che il
tasso medio di entrata per le
società di capitali è di poco
superiore al tre per cento.
Una giustizia meno efficiente è anche correlata a dimensioni medie delle imprese
inferiori. Un differenziale di
efficienza pari a quello esistente tra la provincia con
l’amministrazione della giustizia più inefficiente e quella più efficiente si traduce in
un differenziale di fatturato
(mediano) di circa 31 mila
eu ro, pari all’8 per cento di
quello dell’impresa mediana.
Le stime suggeriscono che
l’inefficienza della giustizia
incide negativamente sulle
dimensioni soprattutto nei
settori che dipendono in misura maggiore dalla disponibilità di finanza esterna: in
questi casi una tutela adeguata dei finanziatori è essenziale per la crescita.
Questi risultati e i confronti
internazionali recenti, a partire da quelli realizzati dalla
Banca Mondiale nel suo rapporto "Doing Business" o
da quelli svolti dal Cepej, la
Commissione europea per
l’efficienza della giustizia,
sia pure riferiti al solo rito
del lavoro, indicano che la
giustizia civile in Italia è assai più inefficiente non soltanto di quella dei maggiori
paesi industrializzati, ma anche di molti di quelli di recente industrializzazione o in
via di sviluppo: abbiamo forse individuato un ulteriore
fattore che contribuisce a
spiegare il "nanismo" delle
nostre imprese nel panorama
internazionale.
Per saperne di più
D. Marchesi (2003), Litiganti,
avvocati e magistrati. Diritto ed
economia del processo civile, Il
Mulino, Bologna.
M. Bianco e S. Giacomelli
(2004), "Efficienza della giustizia
e imprenditorialità: il caso italiano", Economia e Politica Industriale.
* Le idee e le opinioni espresse
sono da riferire esclusivamente
alle autrici e non implicano la
responsabilità dell'Istituto di
appartenenza.
♦
Silvia Giacomelli
Ha conseguito un Master in Economia presso il Coripe Piemonte.
Dal 2000 lavora in Banca d’Italia,
nell’Ufficio Dritto dell’economia.
Si occupa di corporate governance,
semplificazione amministrativa,
efficienza della giustizia civile.
Magda Bianco
Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of
Economics nel 1995. Dal 1989
lavora in Banca d’Italia, prima
presso il Servizio Studi, dal 1999
nell’Ufficio Dritto dell’economia.
Ha insegnato Economia industriale
all’Università degli Studi di Bergamo. Si occupa di corporate governance, economia del diritto fallimentare, efficienza della giustizia
civile.
22 Giustizia e Libertà
ASSASSINIO FORTUGNO
16 novembre 2006
Azione penale e gli Atti Repressi-Cautelari
da www.genovaweb.org
Il responsabile del nostro sito, Presidente della nostra associazione, Christian Abbondanza, è indagato, assieme a Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it, dalla Procura di Reggio Calabria per aver pubblicato e diffuso la Relazione sulla
ASL di Locri della Commissione d’Accesso, per i delitti di cui
agli artt.. 110, 117, 326 C.P..
torio Zucconi e ci troviamo indagati con lui, in concorso nella
violazione di Segreto d’Ufficio.
Si afferma nel provvedimento che noi, come Elio Veltri e gli
altri amici di Democrazia e Legalità, potremmo costituire pericolo per un reiteramento della violazione con diffusione della
Relazione.
I giornalisti di Democrazia Legalità hanno subito una perquisizione armata il 27 ottobre all’ora dei “camorristi”, con sequestro di computer, supporti informatici e documentazione cartacea.
Con il Direttore della testata, Elio Veltri, sono anche loro
indagati per i medesimi reati.
La perquisizione ed i sequestri, nelle abitazioni, sono stati effettuati senza l’assistenza di un legale, anche in considerazione del
fatto che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha nominato un difensore d’ufficio che da tre anni si è trasferito al
Foro di Milano!
Ma allora: perché il portale di libero.it può continuare
a diffondere la relazione ?
( http://canali.libero.it/affaritaliani/upload/re/0001/relazione_locri1.pdf )
Il 3 novembre, senza alcuna notifica, sono state oscurate le
pagine internet del nostro sito (www.genovaweb.org) e del sito
di Democrazia Legalità (www.democrazialegalita.it), ove era
pubblicata la Relazione.
La relazione, a quanto ci risulta, a seguito di una “visita”
della Polizia Postale, è ‘svanita’ anche dal sito di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/
inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9fortugno.html).
Il 3 novembre, nella serata, Democrazia Legalità si è vista
bloccare letteralmente il sito, che è stato posto sotto sequestro, sempre senza alcuna notifica, ne al Direttore ne ai responsabili.
Il 7 novembre, dopo insistenti nostre telefonate, siamo riusciti
ad essere “notificati”.
Ma non abbiamo ricevuto la notifica del procedimento penale
(n° 2243/06 R.G. notizie di Reato – Procura della Repubblica
presso il Tribunale ordinario di Reggio Calabria).
Abbiamo avuto solo il “seguito”.
In questo modo non abbiamo nemmeno potuto nominare,
come previsto dalla legge ed in violazione palese del Diritto, il
nostro legale di fiducia (che già sta seguendo la vicenda),
Avv. Alfredo Galasso.
Sempre -e solo- il 7 novembre ha ricevuto notifica anche Elio
Veltri.
E’ folle tutto, in questa storia.
Non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere, ad esempio, Vit-
Ma allora: perché il sito dei Comunisti Italiani della
Calabria può continuare a diffondere la relazione ?
(http://www.comunisticalabria.org/studi/relazione_locri.pdf )
Ma allora perché il Sole 24 Ore può leggere alla Radio
24 tutti i giorni (ha iniziato il 30 ottobre) la stessa Relazione, ascoltabile anche on line ?
(http://www.radio24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&chId=40&sezId=11631 )
Perché diverse televisioni locali della Calabria fanno
la stessa cosa del Sole 24 Ore ?
E perché, sempre in Calabria, ciò è proibito – con tanto di due perquisizioni e sequestri – al quotidiano Calabria Ora ?
Perché sono stati “pubblicamente” sequestrati e censurati i link solo dei siti che non hanno protezioni politiche e coperture economiche, come noi e Democrazia
e Legalità ?
Se è stato posto sotto sequestro e bloccato completamente il sito del periodico di Elio Veltri, la stessa sorte
sarà riservata al nostro, a quello di Repubblica.it o
quello della Radio del Sole 24 Ore, o ancora quelli del
portale liberto.it e quello dei Comunisti Italiani della
Calabria ?
IN CONCLUSIONE
Noi non cediamo e continuiamo a diffondere i link dove è possibile scaricare la Relazione, abbiamo realizzato una pagina speciale con tutte le trasmissioni di
Reporter24 della Radio del quotidiano di Confindustria
(Continua a pagina 23)
ASSASSINIO FORTUGNO
16 novembre 2006
Giustizia e Libertà
23
Azione penale e gli Atti Repressi-Cautelari
(Continua da pagina 22)
dove la si può ascoltare.
(http://www.genovaweb.org/legalita_2/radio24_sole24ore.htm ).
Diamo naturalmente piena ospitalità sul nostro sito al
periodico on line “Democrazia Legalità”.
( http://www.genovaweb.org/democrazialegalita )
Abbiamo promosso un dossier (che non è stato censurato o sequestrato) sulle altre società e soci, partendo dai “citati” dalla Commissione d’Accesso nella Relazione, al fine di permettere (agevolare) la verifica su
quali altri settori e enti della pubblica amministrazione
vi siano infiltrazioni della ‘ndrangheta.
(http://www.genovaweb.org/materiali/dossier_asl_locri.pdf ).
Continuiamo a porre le domande sul perché questo tentativo di mettere a tacere una vicenda inquietante, tanto quanto il panorama che emerge dalla Relazione.
Aggiungiamo solo un’altra domanda. Perché si tace
sulla vicenda ?
Perché nessuno scrive dell’azione penale attuata dalla
Procura di Reggio Calabria nei confronti, oltre che nostri, del Direttore di Repubblica.it, Vittorio Zucconi, e
del Direttore e giornalisti di Democrazia Legalità, ed
ancora del Direttore di Calabria Ora, Paride Leporace ?
re regolari, viziando alla radice al legittimità e la legalità di tali provvedimenti (prima agisco e poi, forse notifico e se notifico una parte, impedendo l’azione difensiva, che nel processo penale è stata posta allo stesso
piano della pubblica accusa). Elio Veltri ha commentato da Radio24: i giudici della Procura di Reggio Calabria è un oltre un anno che non hanno cavato un ragno dal buco sull’omicidio Fortugno. Adesso fanno
queste cose un po’ diversive.
Se la volontà che sta dietro a questa allucinante azione, a danno di chi ha pubblicato la Relazione, era -ed èquella di intimidire di fatto chi, a conoscenza di documenti ufficiali pubblici -certamente pesantemente scomodi, sceglie di diffonderli, fedelmente alla Costituzione, trova
acquiescente servilismo nel silenzio assordante, che dal
pressoché totale mondo dell’informazione arriva.
Tacendo questa notizia, questi fatti, non si fa che accogliere, accettandola incondizionatamente, questa
intimidazione, tacendo pur a conoscenza dei fatti, per
non “turbare”, rinunciando di fatto (almeno si abbia il
coraggio di dichiararlo) al dovere di una libera e completa informazione.
Ringraziamo i Parlamentari che hanno promosso Interrogazioni e interventi verso il Governo su questo folle
e inquietante susseguirsi di fatti e che non vogliono
far cadere nel silenzio il contenuto (ed i rapporti mafiapolitica-affari) che emergono dalla Relazione, auspicando che giungano rapide e concrete risposte.
Una volta si cercavano gli scoop. Adesso sembra ci sia la
rincorsa ad arrivare ultimi, anzi a non arrivare mai.
Un’iniziativa come quella intrapresa da alcuni giudici
della Procura di Reggio Calabria è estremamente pesante e allucinante, oltre che al di fuori delle procedu-
L’Ufficio di Presidenza
Christian Abbondanza,
Simonetta Cartiglio,
Enrico D’Agostino
Fuori la talpa
di Elio Veltri
Faccio un appello accorato alla Talpa della relazione sull’ASL di Locri,
quella che la magistratura sta cercando nei nostri computer.
puoi farlo.
Poi ci faremo processare insieme perché, per
avere pubblicato la relazione, dobbiamo pagare.
Cara Talpa, i magistrati ti stanno
cercando disperatamente.
Se i responsabili dell’omicidio Fortugno e di tutti
gli altri omicidi di mafia non saranno assicurati
alla giustizia poco importa.
Rientra nella normalità del nostro paese.
Molti di noi sono indagati. I nostri siti sono stati
sigillati.
Ma non è per me, per noi, che mi appello a te.
E’ solo per salvare il paese. Infatti se tu non vieni fuori, i magistrati indagheranno mezza Italia,
le spese della giustizia diverranno insostenibili
e le tasse nella finanziaria aumenteranno.
Ma se non paghiamo noi che abbiamo pubblicato la relazione sarà scandalo.
Per il bene del paese qualche sacrificio bisogna
pure farlo.
E’ quello che ti sto chiedendo con questo appello che mi auguro i magistrati leggano.
Hai in mano le sorti del paese.
Tuo (sconosciuto) - Elio Veltri
Ti prego, salvalo. In questo momento solo tu
24 Giustizia e Libertà
PETIZIONE AL PARLAMENTO
16 novembre 2006
Petizione al Parlamento Italiano
per una legge elettorale di tipo maggioritario
ed una democrazia partecipata
da News 73 - 2006 (info@libertàegiustizia.it, 3 novembre 2006)
Libertà e Giustizia, Cittadini per l'Ulivo e Associazione per il partito democratico promuovono una petizione ai Parlamento per una nuova legge elettorale.
Con la petizione al Parlamento si chiede il ritorno ai sistema maggioritario e una riforma per garantire una democrazia maggiormente partecipata.
Le tre associazioni si impegnano a raccogliere le firme nel corso di riunioni, convegni,
manifestazioni dei rispettivi calendari di appuntamenti.
Per raccogliere le firme è possibile stampare il modulo allegato (nel sito di GeL, nde)
che, una volta compilato, può essere spedito al seguente indirizzo:
Associazione Libertà e Giustizia via Col di Lana, 12 20136 MILANO
Per tutte le informazioni sulla petizione e la raccolta firme: tel. 02.4549.1066
PETIZIONE AL PARLAMENTO
ITALIANO
per una legge elettorale di tipo maggioritario
ed una democrazia partecipata
Ai sensi dell'art. 50 della Costituzione
PREMESSO
Che la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 ha introdotto in Italia una confusa ed inefficiente tipologia di sistema elettorale proporzionale, con soglia di sbarramento e premio di maggioranza.
Che la precedente legislazione elettorale, abrogata dall'attuale disciplina, era stata approvata a seguito dei referendum popolari degli anni 1991
(contro le preferenze) e 1993 (che ha introdotto il
sistema maggioritario uninominale con quota proporzionale).
CONSIDERATO
Che la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 approvata alla fine della scorsa legislatura: ha incrementato la frammentazione dei soggetti politici
ha accresciuto il numero dei partiti in ciascuna
coalizione ha tolto agli elettori il potere di scegliere chi eleggere attraverso l'introduzione di
liste bloccate, determinate dai vertici dei partiti
ha consentito la possibilità di candidature multiple, che hanno consegnato a pochi "plurieletti"
il potere di scegliere, mediante le opzioni, circa
un terzo dei componenti del Parlamento ha scoraggiato l'uso, anche visivamente sulla scheda
elettorale, di simboli e nomi di coalizione, dando
risalto a quelli dei singoli partiti, di fatto rendendo le coalizioni molto simili a cartelli elettorali
che per quanto esistano dei buoni sistemi elettorali proporzionali -in grado, tra l'altro, di mantenere il bipolarismo- non è palesemente il caso di
quello attualmente in vigore nel nostro paese che
un buon maggioritario ha, realisticamente, in Italia la possibilità di introdurre una maggiore go(Continua a pagina 25)
16 novembre 2006
PETIZIONE AL PARLAMENTO
Giustizia e Libertà
25
Petizione al Parlamento Italiano
(Continua da pagina 24)
vernabilità (stabilità più efficienza), oltre al bipolarismo ed alla riduzione degli attori politici
RITENUTO
Che l'articolo 49 della Costituzione recita "tutti i
cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale";
Che, pertanto, i partiti hanno il dovere di accrescere e valorizzare la partecipazione democratica
dei cittadini, anche mediante forme aperte e trasparenti di selezione delle candidature e della rappresentanza politica;
Che il ruolo dei partiti di elaborare politiche pubbliche e formare la classe politica dirigente deve
essere svolto all'insegna della trasparenza, responsabilità, compartecipazione, ricambio generazionale e di genere, evitando tentazioni di chiusura oligarchica ed autoreferenziale;
Che, in una democrazia compiuta, ai cittadini deve essere assicurata la possibilità di scegliere
chiaramente tra alternative di governo, nell'ottica
di un'autentica democrazia bipolare e di alternanza;
Che il voto dei cittadini deve potersi tradurre in
governi duraturi ed efficienti, responsabili di
fronte all'elettorato, estranei a trasformismi e
cambiamenti di maggioranza;
Che la modifica della legge elettorale ha un carattere di urgenza e di priorità assoluta e pertanto
non può essere relegata ad ipotetiche iniziative di
"fine legislatura";
I SOTTOSCRITTI CITTADINI
CHIEDONO
Che il Parlamento italiano proceda al più presto
ad una riforma della disciplina elettorale sulla base dei seguenti indirizzi:
1) INTRODUZIONE DI UN SISTEMA ELETTORALE DI TIPO MAGGIORITARIO, CON COLLEGI UNINOMINALI.
LE CARICHE ELETTIVE.
4) GARANZIA, NELLE CANDIDATURE,
DI UNA ADEGUATA RAPPRESENTANZA GENERAZIONALE E DI GENERE.
5) DIVIETO DI CANDIDARSI IN PIU'COLLEGI (CANDIDATURE PLURIME).
6) RIGOROSA DISCIPLINA DELL'ELEGGIBILITA', IN PARTICOLARE PER
CHI HA SUBITO CONDANNE PENALI
DEFINITIVE PER REATI GRAVEMENTE LESIVI DELL'INTERESSE PUBBLICO.
7) PRINCIPIO DEL DIVIETO DI CUMULO
DI INCARICHI ELETTIVI, SOPRAT
TUTTO SE DI PARTICOLARE IMPORTANZA.
8) RICONOSCIMENTO LEGALE DELLO
STATUTO DELL'OPPOSIZIONE, NONCHE'DELLE RAPPRESENTANZE DELLE AUTONOMIE REGIONALI E DELLE MINORANZE LINGUISTICHE.
9) FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI
PARTITI DA LIMITARSI AI SOLI RIMBORSI ELETTORALI, EROGABILI LIMITATAMENTE AI GRUPPI PARLAMENTARI ED AI PARTITI RAPPRESENTATI IN PARLAMENTO.
INVITANO
Le Camere a prendere a prendere le conseguenti
determinazioni.
Nel caso in cui il Parlamento non riterrà di procedere alla revisione della legge elettorale, i sottoscritti cittadini sì riservano di ricorrere al diritto
costituzionale di raccogliere le firme per richiedere un referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge elettorale n. 270 del 21
dicembre 2005.
PROMUOVONO L'INIZIATIVA
2) SUBORDINATAMENTE AL TIPO DI
MAGGIORITARIO PRESCELTO, INTRODUZIONE DI UNA ADEGUATA SOGLIA DI SBARRAMENTO.
Gregorio Gitti (per "Associazione per il Partito
Democratico")
Sandra Bonsanti (per "Libertà e Giustizia")
Massimo Cellai (per "Cittadini per l'Ulivo")
3) ADOZIONE DEL PRINCIPIO DELLE
PRIMARIE CHE "CON METODO DEMOCRATICO" CONSENTONO LA SELEZIONE DELLE CANDIDATURE AL-
News 73 - 2006
info@libertàegiustizia.it
3 novembre 2006
INTERNI
26 Giustizia e Libertà
16 novembre 2006
Tutti i limiti di Mediaset
Così facendo l’esecutivo
danneggia sia gli altri atale, ma in quanto sotto il zionisti, sia quanti hanno
controllo azionario del votato perché al governo
capo dell’opposizione.
del paese andasse chi
(Continua da pagina 13)
l’avrebbe guidato con Gli uni e gli altri devono
competenza, rispetto dei amaramente constatare di
diritti, attenzione al mer- essere minoranze.
cato, per lo sviluppo.
Franco Debenedetti
www la voce.info
Lettera a GL
(Continua da pagina 14)
ancora oggi della sua
bravura; peccato che ci
portò a morire la ragazza, tant’è che una delle
vie porta (per buon contentino) il nome della
sfortunata.
Ma gli arrampicatori
(che fanno solo roccia),
diversamente dagli alpinisti (che fanno tutto),
hanno poca cultura della
sicurezza.
Allora il nostro era un
operaio Telecom; invece
di lavorare si laureò in
una di quelle facoltà
“inventate dal Fascio
per dare un pezzo di
carta ai gerarchi ignoranti”, per citare Roghi,
il mio venerato docente
di analisi matematica dei
bei tempi (io avevo la
sua stima, ma lui era noto per bocciare 24 studenti su 25).
La tesi fu già allora un
capolavoro della mentalità “due piedi, in due
staffe: “Togliatti e il
mezzogiorno”, che oggi
gli permette di arricchire
il cumulo di menzogne
con l’asserzione “sono
di sinistra, anzi sono un
prodiano sfegatato”.
Gli intrallazzi lo hanno
portato a fare pure
l’assistente all’università
di Teramo, immaginate
in che mani si mettono
gli studenti.
Oggi passa per un esperto di informatica: io, che
d’informatica credo di
saperne non poco e scusate l’immodestia, penso
che sia soprattutto un
“barattiere”, esattamente come “er farina”, che
non sa fare nemmeno il
giornalista per cui è pagato
e
nemmeno
l’agente, per cui è stato
strapagato; e pure come
er “pollaro” che non
trova di meglio per difendere la sua posizione
indifendibile, che vantare la liberazione di Torsello; dal suo ufficio di
Roma, nientemeno !
E quando ormai tutti
sanno che in realtà la
banda si è occupata, di
volta in volta, di fabbricare su commessa USA
l’alibi dell’uranio nigeriano per giustificare
l’intervento in Iraq, di
passare su un “cuscino
di raso”, sempre agli
USA, il lotto di presunti
terroristi da torturare e
chissà che altro ancora.
E per chi ci prendono
quelli che esitano ancora
a cacciare tutto questo
letamaio nelle fogne come è chiaro che sarebbe
il caso?
Ma per chi ci pren- Massimo G.
de ? !
Saddam Hussein è un criminale, ma la pena di morte non serve
(Continua da pagina 18)
tutto il diritto di processarlo e a mio avviso il
processo è stato ipergarantista dimostrando, attraverso documenti reali,
che lui ha firmato sentenze terribili di esecuzione.
Tu credi nel diritto?
Credo che il diritto debba
sempre prevalere, quello
dell’accusa quanto quella
della difesa.
Cosa sta accadendo in
questo momento in Iraq? Fatta eccezione
per i “bollettini di guerra” dei tg si ha la sensazione che
l ’ i n f o rmazione si
occupi della questione irachena “ad int e r m i ttenza”
e
non
sappiamo cosa
stia succedendo realmente.
In
queste
ultime settimane ho
a v u t o
l’occasione
d incontrare numerosi col- colo non così assurdo.
leghi giornalisti iracheni,
ma anche registi, docu- Quale?
mentaristi. Quello che sta Che in Iraq ci possa essere
accadendo ora in Iraq è in futuro un nuovo Sadorribile. E gran parte della dam.
stampa e dei media ci
hanno bombardato per Stefano Corradino
mesi e mesi con un’in- (www.articolo21.info
formazione settaria e poli- /notizia.php?id=
ticizzata senza mai parlare 4248)
della situazione irachena
se non in termini numeri.
I dieci morti
di oggi, i venti
di ieri.
Periodico Politico Indipendente
Giustizia e Libertà
Mai una riAutorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
flessione seria
e approfondiProprietà: L. Barbato
ta.
Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
[email protected]
il E-Mail:
Fax: (+39) 06.6227.6293
E intanto
Paese è martoriato da una Direttore Responsabile: Luigi Barbato
vera e propria Vice Direttore: Paolo Di Roberto
guerra civile. Redattore Capo: Antonia Stanganelli
E da un peri-