Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 5 - n° 197 200W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 16 novembre 2006 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica Estremismo di sinistra di Alessandro Menchinelli (a pagina 4, 5) Nasce l’ADP ... di Angelo (a pagina 5) Ritorno dei Girotondi di Stefano Santachiara (a pagina 6, 7) L’Alternativa di Ferdinand (a pagina 8) Rinvenimenti di Gaio Gracco (a pagina 8, 9) Le tre “B” di Masaniello (a pagina 9) L’ Italia declassata di Paolo Di Roberto (a pagina 10, 11) ...i limiti di Mediaset di Franco Debenedetti (a pagina 12, 13, 26) Stampa, letame e ... di Massimo G. (a pagina 14, 26) SISMI, lo scandalo dimenticato di S. Sc. (a pagina 15, 16) La TV italiana oggi ... di Tom Magne Periodico Politico Indipendente Dichiarazione d’intenti di Luigi Barbato Il numero “zero” di questo giornale risale al 14 settembre 2002. Fu pubblicato e diffuso sotto forma di “manifesto” (perché non ci era ancora giunta l’Autorizzazione del Tribunale -arrivò il giorno seguente !-) in occasione di quella che Nanni Moretti aveva chiamato “…una Festa di Protesta” a cui partecipò circa un milione di persone. Manifestazione in cui vi erano gazebo, striscioni, cartelloni con scritte e disegni satirici, un po’ monocordi -se si vuole- ma in cui, tutti, si chiedeva che la Democrazia tornasse a primeggiare in Italia e che la Giustizia, quella con la G maiuscola, fosse uguale per tutti. (a pagina 16, 17) Finanziaria di Sisifo di Antonio V. Gelormini (a pagina 17, 18) Saddam Hussein è ... di Stefano Corradino (a pagina 18, 26) Notiziario - 16.11.2006 di CaLmBiG (a pagina 19) Riforma del ordinamento giudiziario di Carlo Guarnieri (a pagina 20, 21) la Giustizia non aiuta di M.Bianco e S.Giacomelli (a pagina 21) Azione penale ... da www.genovaweb.org (a pagina 22) Fuori la talpa di Elio Veltri (a pagina 22) Petizione al Parlamento da info@libertàegiustizia.it (a pagina 24, 25) Copia gratuita La sua pubblicazione era stata determinata dalla voglia e volontà di alcuni di noi che decisero di dar vita a queste pagine come atto di fede, per offrire un seppur minimo contributo personale alla rinascita di una realtà di Sinistra, alla grande e dura battaglia in corso in Italia per difendere la Democrazia (senza aggettivi), la Giustizia (eguale per tutti e non solo per … alcuni) e la “res publica”. Il nome di Giustizia e Libertà è stato scelto non solo per ricordare quello Storico Movimento politico antifascista dei fratelli Rosselli, formatosi nel 1929 (1) , quan- to per riaffermare anche oggi quelle che furono le radici ideologico-politiche di quel movimento. E, veniamo a noi. In questi ultimi mesi si è sempre più fatta sentire dentro di noi la necessità di chiarire, di mettere bene in luce (anche tra di noi) con coloro che ci leggono, quale è il nostro indirizzo politico. Il nostro -é bene dichiararlo a chiarissime lettere e senza alcuna remora o infingimento- è un Periodico Politico Indipendente gratuito on-line. Periodico: sia perché non è di informazione bensì di opinione, ma anche perché, avvalendosi di collaborazioni volontaristiche non sarebbe in grado di rispettare (Continua a pagina 2) 2 Giustizia e Libertà INTERNI 16 novembre 2006 Dichiarazione d’intenti (Continua da pagina 1) un più stretto calendario di pubblicazione; Politico: perché si interessa esclusivamente di temi politici, non di gossip, di cronaca rosa o nera o di altro (sempre che in essi non si riscontrino collegamenti con questioni politiche); Indipendente: perché -e questa è la più importante -almeno per noi- realtà) non si avvale di nessun (benché minimo) finanziamento (2) . Questo sia ben chiaro, anzi chiarissimo. Ed è cosa di cui ci sentiamo immensamente orgogliosi. La nostra posizione politica Vogliamo affermare che, con lo stesso spirito con cui a suo tempo scrivevamo per pubblicizzare tutto ciò che “il signor TV” e la sua cosiddetta Casa della Libertà riusciva a perpetrare contro ed ai danni dell’Italia e degli italiani, così dopo la vittoria dell’Unione del 9-10 aprile di quest’anno ci siamo ripromessi, programmaticamente, di seguire attentamente la politica che sarebbe stata portata avanti da questa coalizione governativa, che noi ci siamo sentiti sempre di appoggiare fin dall’inizio. Ma, dichiarandolo da subito, stando bene attenti che non solo venissero messe in pratica ciò che le 281 pagine del suo programma avevano delineato, ma anche quelle che erano da considerarsi le idee politiche di fondo che hanno fatto ottenere a Prodi (domenica 16 ottobre 2005) ben 3.182.686 voti pari al 74,1% di quelli espressi nelle “primarie del CentroSinistra” (facendogli raggiungere, come miglior risultato regionale l’86,2% in Emilia Romagna). Si cominci con l’abrogazione “ab ovo” di tutte le “leggi ad personam” che l’arcoriano si era cucito addosso E, subito dopo, affrontare con decisione quella che è da considerarsi una dei più grandi orrori legislativi: la “Legge Elettorale”, quella legge il cui stesso “presentatore e primo firmatario”, l’on. Calderoli, ebbe modo di definire con grande onestà e spirito di autocritica (strana in un individuo come lui) “una porcata”. Un’azione di governo, noi auspicavamo, che cominciasse con una verifica sulla possibilità dell’applicazione di una legge mai abolita: la “legge Scelba” riguardante l’eleggibilità dei candidati, e poi provvedesse alla ridefinizione di un reale provvedimento legislativo che regolasse l’ormai annoso problema del “Con flitto d’interessi”; che riaffermasse (annullando la Gasparri) la legittimità delle due sentenze di Cassazione che impongono il passaggio di Rete 4 sul satellite e la facoltà di trasmettere della licenza a coloro che pur avendo conseguito una regolare licenza sono anni ed anni che attendono che vengano loro concesse le debite frequenze. E questa disposizione non può certo essere definita un depauperamento di Mediaset (a suo tempo D’Alema dichiarò che era un “patrimonio nazionale”) di cui tutti ben sappiamo e ricordiamo le particolari (per usare un termine eufemistico) situazioni e condizioni che ne permisero la nascita. Nello stesso tempo bloccare e poi, con pazienza, mettere mano alla riforma della legge Castelli, che con la giustizia ha ben poco a che fare, avendo in mente un solo obiettivo: “fare in modo che i cittadini, noi tutti, possano ottenere un processo giusto, celere Seguendolo sì, per fungergli caso mai da me- quanto è necessario e che le pene commimoria suppletiva acciocché attui, nel tempo nate risultino certe”. logicamente, tutte le aspettative che avevamo noi che l’avevamo votato e portato a Palazzo Cosa di primaria importanza è che venga riportata l’economia italiana a quei livelli -non Chigi. Aspettative che possono essere riassunte bre- certo fulgidi ma almeno decenti- cui eravamo vemente in una sola espressione: “rompere arrivati, ad esempio, quando il binomio Prodefinitivamente con tutto ciò che aveva di-Ciampi ci aveva fatto entrare nell’euro. rappresentato per l’Italia e l’Europa il E con altrettanta urgenza provvedere alla necessaria costruzione di un sistema fiscale che precedente governo. risulti più equo di quello partorito dalla men§§§§§ te di colui che aveva anche inventato l’eco- 16 novembre 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 3 Dichiarazione d’intenti (Continua da pagina 2) nomia creativa. Ed ancora, che si faccia un po’ di chiarezza sui redditi di intere categorie che a nostro avviso paiono più frutto di una inimmaginabile fantasia (3) che non della cruda realtà, dando, inoltre, una energica e decisiva spinta alla ricerca degli evasori fiscali, chiunque essi siano (4) ! Anche perché il passato quinquennio ci ha lasciato una ben triste eredita. Erano state, sì, aumentate di 100-150 euro le pensioni minime, e ai era allargata (ma di poco) la “no tax area” ma nel contempo però erano state abolite le tasse sulle donazioni e sull’eredità (già abolita nella precedente legislatura per quanti ereditavano importi fino a 500 milioni di lire), ed ancora, era stata diminuita la aliquota per i redditi “massimi” portandola dal 43% al 33%, un regalo non certo di poca rilevanza, per “il padrone del vapore” che anche in questo caso aveva ben tenuto a mente quel detto “Cicero pro domo sua”. Ed infine, si proceda all’assorbimento delle categorie dei lavoratori precari (si tratta di milioni di persione), studiando un loro progressivo ma reale passaggio dal “tempo determinato” al “tempo indeterminato”. Ma innanzi tutto, ripetiamolo, si provveda ad abolire quelle che per anni l’intero popolo della sinistra sono state chiamate “le leggi vergogna”, così battezzate, se non andiamo errati, da quel maestro-galantuomo e gentilumo che era Paolo Sylos Labini. Ora, ribadiamolo, questa è la nostra posizione politica e rientra perfettamente negli ideali dello Storico movimento Giustizia e Libertà a cui il giornale si ispira e da cui prende nome. Luigi Barbato Note 1) Fu costituito dalla confluenza di gruppi liberali di sinistra, repubblicani e socialisti che erano su posizioni critiche nei confronto dei partiti tradizionali dell'Italia prefascista. Tra i suoi fondatori vi furono, all’interno, E. Rossi, R. Bauer, F. Fancello, e, all'estero, C. Rosselli, E. Lussu, A. Tarchiani, G. Salvemini, A. Cianca, F. Nitti, V. Nitti, C. Facchinetti, R. Rossetti. Movimento che elaborò un programma (1932) in cui si contemplavano la creazione di uno Stato repubblicano e laico fondato su larghe autonomie locali, una riforma agraria e una riforma industriale ed infine si fuse con altri gruppi di ispirazione analoga nel Partito d'Azione (1942), che chiamò brigate «Giustizia e Libertà» i suoi reparti partigiani. 2) Abbiamo sempre affrontato e tutt’ora affrontiamo le vari spese che via via si rendono necessarie solo con i mezzi personali di cui disponiamo: spese che riguardano non solo, logicamente, quelle telefoniche e del collegamento Adsl o del abbonamento ad un provider, ma anche quelle relative alla manu-tenzione, sostituzione o ammodernamento delle attrezzature tecnico-elettroniche che o cedono o necessitano di essere rinnovati, sia a livello di hardware che di software. 3) Come esempio potremmo ricordare questi dati (non certo i soli e neppure i più “fantasiosi” tra tutti gli altri, ma certo quelli che ciascuno di noi potrebbe controllare da solo quasi quotidianamente) e che a noi paiono davvero risibili. Come altro potremmo infatti considerare, infatti, che i “Sarti” ed i “Titolari di Tintorie e Lavanderie” ed i “Titolari di mercerie” hanno denunciato un reddito che supera, mensilmente di soli 100 o 200 euro le pensio ni sociali che lo stato eroga agli “incapienti” ? O, ancora, che i “Pescivendoli”, i “Ristoratori e Rosticceri” ed i “Fruttivendoli” o non superano di poco o superano solo di poco, il doppio tale tipo di pensioni ? Quindi tutti costoro, poverini sono costretti a vivere con meno o poco più di 1.000 euro al mese ! Ad apprendere tali notizie e rendendoci conto di cosa in realtà rappresentino (attualmente ed in Italia) 1.000 euro al mese, ne siamo tanto sconvolti che addirittura giungere ad indire, a livello nazionale, una sottoscrizione per venire incontro alle necessità di sopravvivenza di tali categorie. 4) Stando agli ultimi dati pare che in Italia, annualmente si evada il fisco per una somma che sarebbe pari a 2.000 euro per ciascun cittadino italiano (57.850.000 italiani x 2.000 euro = 115,75 miliardi di euro). 4 INTERNI INTERNI 4 Giustizia e Libertà Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 Estremismo di sinistra di Alessandro Menchinelli L’estremismo di sinistra è sempre stato un motivo di preoccupazione dei politici di sinistra, ivi compresi i grandi rivoluzionari. Un famoso saggio di Lenin è dedicato interamente a questa preoccupazione ed è intitolato eloquentemente “Estremismo, malattia infantile del comunismo” Sia per i politici di sini- stra in tempi normali, come per i rivoluzionari in tempi eccezionali, vale il principio che la staticità della conservazione può essere spezzata e sconfitta solo se ad essa si contrappone una concentrazio- ne di forze sostanzialmente maggioritarie, spostando gradualmente sempre in avanti il fronte dello scontro. campo, sono facilmente isolabili e poi inesorabilmente battute, con contraccolpi negativi per tutto lo schieramento. rattere dello strappo a sinistra, con richiesta di abolizione totale della legge e addirittura messa sotto accusa del governo in carica. Queste riflessioni ci paiono appropriate, ovviamente nei limiti dell’episodio, alla manifestazione così detta “dei centomila” a piazza Navona il 31 di ottobre. Indetta da sindacalisti e politici di sinistra contro la precarietà nel laNessuno può disconovoro così come era stascere sul piano storico ta procurata dalla legge la funzione delle avandel precedente gover- Lo striscione “non vi voteremo più” e le interviste volanti contro Prodi sono state note dominanti nella manifestazione. Da qui l’attenzione alle strategie delle alleanze, mal digerita dall’estremismo di sinistra che nello scontro politico privilegia invece la capacità di trascinamento di avanguardie minoritarie, ed è pronto perciò anche allo strappo . guardie nella formazione di una cultura progressista, ma non vi è dubbio alcuno che sul campo dello scontro politico contingente, le avanguardie in rottura col grosso delle forze alleabili e schierabili in no, anziché adottare una parola d’ordine unificante a sinistra, come poteva risultare una richiesta di revisione della legge Biagi”, già prevista dal programma dell’Unione, ha assunto invece il ca- E’ lecito a questo punto chiedersi quali dinamiche possono prendere il via da tutto ciò, con possibili estensioni negative su tutto il quadro generale. Ma oltretutto siamo proprio sicuri che in questo modo quella legge sarà “abolita” e non resterà invece per sempre così come è ? Mettendo in mora l’alleanza dell’Unione (Continua a pagina 5) INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 5 Estremismo di sinistra quella legge in termini concepita male e connon si mette a rischio, di antiprecarietà, così temporaneamente rompe il rapporto con le oltre all’obbiettivo ge- come richiesto ? forze che potrebbero nerale, anche la stessa Una avanguardia che cambiarla nella direziopossibilità di cambiare vuole abolire una legge (Continua da pagina 4) ne da stessa voluta, dove pensa di poter andare, quale risultato pensa di ottenere ? Non siamo in questo Nasce l’ ADP Lombardia di Angelo MILANO Prende il via a Milano, alla presenza dei referenti di tutte le province, la declinazione lombarda dell’Associazione per il Partito democratico, in vista del completamento del percorso federativo delle diverse realtà regionali, previsto dalla stessa Associazione Nazionale per il prossimo gennaio. Molto è successo dal varo dell’Apd lo scorso 11 febbraio. Tanto, solo meno di un anno fa, poteva non essere immaginabile. Milano, Roma, Trento e poi Orvieto hanno reso possibile l’improbabile passaggio dal “se fare” il Pd, al più concreto e per molti versi sorprendente “come farlo”. Ed è proprio alla luce di questi eventi che il sodalizio lombardo dovrà ripensare ruolo ed obiettivi di un’Associazione “nuova” di cittadini, uomini e donne, iscritti e non iscritti ai partiti, per continuare a svolgere quella funzione catalizzatrice, al centro delle ragioni della sua nascita, per la costituzione di un vero e proprio “partito nuovo”. Questo compito, importante e determinante, potrà essere perseguito meglio se vorrà essere ancorato a due obiettivi cardini dell’attività politica. Promossa sia a livello locale, anche nei più piccoli centri, che a livello più alto nei consessi decisionali e di confronto quotidiano. Il primo sarà quello di favorire l’allargamento del fronte riformista, per accompagnare la costituzione del Partito democratico in maniera davvero inclusiva ed evitare che si fermi alla sola fusione Ds-Margherita. Non è immaginabile un processo di aggregazione delle due forze, che tenga fuori quanto, nello scenario politico, si colloca “tra di esse” e immediatamente a ridosso delle stesse. Rivalutazione di De Gregori a parte, non è pensabile avere fuori dalla porta gli eredi di chi fece del riformismo il drappo identificativo dell’azione politica. Ma oltre gli eredi del Psi, come stigmatizzava Veltroni, qualche giorno fa:”Non ci si può rassegnare all’idea che nel Partito democratico non debbano sentirsi a casa propria anche gli ambientalisti e quei milioni di cittadini che, pur non identificandosi in nessun partito, si sentono di appartenere comunque a questa metà del campo politico, democratico e riformista”. Un processo che ha già contraddistinto i democratici americani e i laburisti inglesi. Il secondo obiettivo immediato, più urgente e decisamente propedeutico ad ogni altro risvolto, non potrà non essere la modifica dell’attuale (sciagurata) legge elettorale. Una legge i cui limiti sono stati evidenziati da tutti, compreso il suo estensore, che provvide a definirla adeguatamente. Da Fassino a Franceschini, da Casini a Bertinotti lo schieramento dei leader alla ricerca di una soluzione è ampio, ma il rischio che per il momento se ne parli soltanto è piuttosto avvertito. Per questo, il ruolo dell’Associazione può essere prezioso. Incisivo, a tal proposito, l’auspicio di Ilvo Diamanti: “Cambiarla per via referendaria o attraverso un corretto iter parlamentare è l’unico serio obiettivo per cui valga la pena, oggi, di costruire larghe intese”. Su questo terreno l’Associazione per il Partito democratico ha incontrato l’attenzione e il comune sentire di altre realtà come Libertà e Giustizia e i Cittadini per l’Ulivo. Il banco di prova della Lombardia, sarà la testimonianza della capacità di innovare organizzazione e partecipazione all’interno del centrosinistra. A cominciare dagli appuntamenti elettorali amministrativi della prossima primavera. ♦ 6 INTERNI Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 Sabato 11 al Teatro Vittoria Il ritorno dei “Girotondi” di Stefano Santachiara Non faranno nessuno sconto al centrosinistra. to capace di toccare una legge vergogna, se si eccettua la timidissima riforma antitrust che soppianterebbe (dev'essere ancora votata) la Gasparri I tanti che e una piccola revisione s p e r a v a n o della Castelli (conservata nella dipartita, nell'am- per nove decimi). morbidimento, o anche solo nella pausa di rifles- I Girotondi si sono ritrosione di quei movimenti vati sabato scorso a Roma spontanei nati sotto il no- al Teatro Vittoria sotto il me di Girotondi, ed e- nome della rete di "Libesplosi con un milione di ra cittadinanza" in una persone nella manifesta- giornata di confronto con zione del settembre 2002 Franca Rame, Dario Fo, contro le leggi vergogna Rita Borsellino, Elio Veltri del governo Berlusconi, e Francesco Pardi, giornadovranno riporre lo cham- listi come Paolo Flores pagne. D'Arcais, Marco Travaglio, Norma Rangeri, Antonio La spina nel fianco è tor- Padellaro, Oliviero Beha, e nata. magistrati del calibro di Nel fianco di un centrosi- Juan Ignazio Patrone e nistra che dopo 6 mesi di Gherardo Colombo. governo non è ancora sta- I quotidiani che alla vigilia hanno ignorato l'iniziativa l'indomani hanno puntualmente enfatizzato divisioni e assenze, evocando scontri fratricidi di reduci rancorosi. Niente di tutto questo. Nanni Moretti, costretto a Londra da impegni di lavoro, non intende certo rinunciare al suo impegno civico, come ha dimostrato il recente "Caimano" arrivato nelle sale alla vigilia delle elezioni (in questi giorni esce il diario del film in Dvd) dopo mesi di silenzio durante i quali già si straparlava di disimpegno del regista. Sono state dipinte come contrapposte le posizioni di Flores D'Arcais, che sostiene la necessità di far scendere i Girotondi nel- l'agone politico con una propria Lista, e quella di Franca Rame dell'Italia dei Valori e di Rita Borsellino che chiedono di pungolare dall'interno l'Unione. Al contrario, entrambe hanno lo stesso obbiettivo: sconfiggere il berlusconismo di un centrosinistra che sembra non avere la più pallida idea di un progetto serio sui pilastri fondamentali per ogni democrazia, a maggior ragione quelle che non godono di buona salute: Giustizia e Informazione. Il "non li voto più" di Flores(unito alla provocazione del "se tornasse Berlusconi sarebbe un regime antidemocratico e illiberale ma, nel qua(Continua a pagina 7) INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 7 Il ritorno dei “Girotondi” (Continua da pagina 6) dro europeo, non potrebbe instaurare un fascismo") non è una qualunquistica scheda bianca, ma la proposta di una Lista autonoma dei Girotondi sempre all'interno del centrosinistra. Ed è la naturale continuazione dello sfogo di Piazza Navona di Nanni Moretti, "con questi dirigenti non vinceremo mai", giudizio specifico sui responsabili dello sfascio elettorale, della mutazione genetica del PciPds-Ds passati dalla questione morale alla riabilitazione di Craxi e affini, della prima legislazione bipartisan 97-2001 con leggi criminogene e salto a piè pari della “legge sul conflitto d'interessi”, della legittimazione e persino elevazione a rango di Padre Costituente di un politico impresentabile e ineleggibile per legge, dell'inciucio endemico e, con tutto questo, di aver contribuito all'assuefazione dei cittadini. Flores, rendendosi conto dell'inutilità degli sforzi e delle critiche costruttive dei movimenti in questi anni, propone di parlare l'unica lingua che spaventa i politici, quella dei voti e delle poltrone. Ma niente di autolesionistico: la Lista dei Girotondi "raccoglierà quei voti mancanti dei tanti delusi che oggi non voterebbe- ro il centrosinistra" spiega Pancho Pardi, che rilancia "una serie di incontri a tema con esponenti di primo piano dell'Unione". Anche in questo caso, sebbene emerga la contrarietà di Oliviero Beha, non c'è alcuna contraddizione. Sottoporre al fuoco di fila delle domande anche dei migliori esperti (da giudici come Gherardo Colombo a professori come Sartori) i responsabili di Dicasteri e Commissioni chiave, come il Ministro degli Interni Amato, il presidente della Commissione affari costituzionali Violante, il Ministro delle Comunicazioni Gentiloni, non crea le basi per un paludato tavolo di trattativa, ma per un'indispensabile operazione trasparenza. Chiedendo conto di quanto fatto dal governo, pretendendo risposte e progetti concreti da interlocutori di primo piano, e tornando poi ad attaccare sul molto che non sarà mantenuto, gli italiani sapranno quanto talk show e giornali ignorano sistematicamente. Un'azione che ben si concilia con l'iniziativa della Lista autonoma in ragione dell'obbiettivo comune, quello di "incidere", di cambiare un centrosinistra berlusconizzato. Conditio sine qua non è restituire il potere di scelta dei cittadini sui candidati da candidare, sottratto da un sistema partitico la cui ultima degenerazione ha partorito lo scanda- lo delle liste bloccate e la cancellazione delle preferenze: ossia i candidati scelti direttamente dalle segreterie dei partiti. La battaglia dunque è tutta sull'affermazione delle primarie non solo a livello amministrativo ma soprattutto politico. Il passaggio chiave sarà la regola per l'elezione dei delegati del Partito Democratico. Molto probabile che sul metodo di "una testa un voto", notoriamente “stalinista”, prevarrà il più modernista e riformista sistema a tre elezioni differenti: due per i tesserati, dove una quota di eletti sarà scelta da iscritti Ds e un'altra da iscritti Margherita, e una terza minoritaria con le primarie, dove potranno partecipare tutti gli elettori. In quel caso la Lista dei Girotondi potrà presentare o appoggiare candidati. Poi condurrà la battaglia per imporre la regola delle primarie di collegio(a cui prendere parte) se si voterà col sistema maggioritario. In ogni caso, anche col proporzionale, prima delle elezioni politiche attuerà le primarie interne per selezionare i candidati della Lista (che potrà aggregarsi con altre forze omogenee come il Cantiere di Elio Veltri, ma anche con una parte di Sinistra Ds, o l'Italia dei Valori di Franca Rame che potrebbe aiutare a superare passati dissapori e inutili personalismi). Li seguiranno quei milioni di girotondini che riempirono le piazze nel 2002 ? Molti delusi si sono rinchiusi nel privato, altri hanno seguito i richiami alla disciplina di partito o creduto agli alibi della "maggioranza risicata" e del "non criticate o fate il gioco di Berlusconi". Ma le leggi vergogna sono ancora tutte lì: l'ex Cirielli che riduce drasticamente la prescrizione man dando in fumo migliaia di processi tra cui quello che vede imputato Berlusconi con l'accusa di aver corrotto un testimone, la Pecorella che abolisce l'Appello per le sentenze di proscioglimento di primo grado, la depenalizzazione del falso in bilancio e lo scudo fiscale che consente il rientro, nell'anonimato, dei capitali esportati illegalmente pagando un risibile 2,5%, fino alla gerarchizzazione delle Procure che mina alla base l'obbligatorietà dell'azione penale. In compenso per la prima volta dopo Tangentopoli hanno votato un'indulto extralarge di tre anni che regala l'impunità ai colletti bianchi, preparano una norma sul conflitto d'interessi che consentirà al Berlusconi capo dell'opposizione di tenersi le sue tv, e aspettano l'occasione per votare la legge che limita le intercettazioni alla magistratura e ne impedisce la pubblicazione ai giornali. Anche il livello di assuefazione ha un limite. Stefano Santachiara 8 Giustizia e Libertà ASSASSINIO INTERNI FORTUGNO 16 novembre 2006 L’Alternativa di Ferdinand La battuta ricorrente che capita spesso di sentire o leggere in questo periodo è “.. a saperlo non avrei votato per Prodi..”. Visto che dagli ultimi sondaggi il 63% degli italiani si dichiara insoddisfatto del Governo, la battuta non può stupire. Pochi governi nella storia della Repubblica sono riusciti in tempi così brevi – poco più di sei mesi – a dilapidare il consenso popolare che l’aveva salutato sul nascere e a creare malcontento generalizzato e incertezza crescente. La carenza di un adeguato stile di comunicazione risulta scoraggiante . Si è passati da uno specialista della comunicazione a un analfabeta della stessa, visto che sono pochi quelli che dicono di aver capito cosa abbia detto e perché, in una certa occasione, il capo del Governo. Prodi non ha notoriamente mai avuto grandi doti di comunicatore ma se a tale carenza può supplirsi con un’efficace e chiara azione di governo e un buon ad- detto stampa , essa diventa catastrofica quando l’azione di governo è incerta e poco chiara e man ca del tutto un efficiente portavoce. Detto questo per rispetto dell’evidenza, occorre però poi riflettere sull’altrettanto evidente controsenso della ricorrente battuta “ ..a saperlo I primi sei mesi di questo non l’avrei votato..”. Governo hanno messo in luce tutte queste carenze e Vediamo cioè cosa essa il malumore dilagante ne è possa significare. una prova. Se si sottintende che quaTrovare qualcuno del tutto si quasi si sarebbe potuto soddisfatto della finanzia- votare per la CdL, occorre ria più laboriosa che si subito dire che la delusioricordi, è una pia speran- ne per le incertezze del governo in carica non può za. I ministri sono invitati a neanche lontanamente non esternare e fare di- adombrare una simile alchiarazioni che favorisca- ternativa. no equivoci e reazioni re- Ridare infatti la maggiociproche, ma occorrerebbe ranza a un personaggio che almeno il Presidente come Silvio Berlusconi del Consiglio spiegasse avrebbe di fatto posto le agli italiani (definito condizioni per una vera e ‘popolo impazzito’) cosa definitiva trasformazione si sta facendo e perché. dell’Italia in un regime Invece parlano solo i gior- pressocchè inattaccabile. nali e i telegiornali, o- E’ infatti dimostrato che , gnuno facendo come può passati di moda mangae come vuole il riassunto nello e olio di ricino, ridell’accaduto. sultati migliori possono La sensazione è d’in- ottenersi con i soldi, tanti certezza e dunque delu- soldi, di cui il signore di dente. Arcore dispone in quantiGli italiani hanno capito tà illimitate. solo che pagheranno più tasse per i più svariati mo- Nei cinque anni precedentivi ma il progetto di fon- ti si è toccato con mano a possa portare do che sottende tali mano- cosa vre resta vago e comunque un’azione governativa di tipo personale, populista non convincente. (‘meno tasse per tutti’), e reazionaria capace di partorire leggi ad personam miranti unicamente al controllo dei media, allo sfascio della giustizia, alla tolleranza verso l’evasione fiscale, alla B o s s i – F i n i e all’abolizione del falso in bilancio e del conflitto d’interessi, e via dicendo. Se si pone mente al degrado giuridico in cui questo paese è caduto sotto il controllo di un ingegnere di nome Castelli definito “ministro Guardasigilli” (sic!), anche una battuta amara su un ritorno al passato appare improponibile. Se l’alternativa a un Prodi “mortadella” , dovesse essere il ritorno dell’affarista divenuto da signore di Arcore signore dell’Italia, allora occorrono applausi convinti a questo governo per tenere lontano simili pericoli. Perché tra un governo di maldestri economisti scarso in comunicazione e quello di maestri dell’evasione, della parola e dei guadagni facili c’è la stessa distanza che separa la luce del giorno dal buio della notte ♦ Rinvenimenti di Gaio Gracco Q u a n d o t e m p o addietro M a r c o Travaglio notava che in Italia non si sente la mancanza di giornali umoristici satirici visto che ve ne sono diversi con tale (involontaria) vocazione -basti pensare a Libero e al Giornale- , ha di fatto ricordato ancora una volta come in questo strano paese la realtà finisca sempre per superare la fantasia. Quale regista per esempio avrebbe saputo inventare una coppia di spie migliori di Franco e Ciccio per un film comico d’attualità ? Ebbene Pollari, capo dei cd. Servizi Segreti, c’è riuscito. Nazion ale dove si riunisce con Betulla per La coppia Pompa/Farina studiare depistaggi. (dettoBetulla) batte tutti i film del genere. C’è da immaginarseli in C’è il giornalista con qualche catacomba menfaccia parrocchiale che tre si passano bigliettini tra un articolo e l’altro fa in codice, stile Provenla spia part time per zano… difendere il paese dai comunisti dilaganti. Partita l’inchiesta sulle intercettazioni e sui E poi c’è Pompa che ha a servizi deviati (è da mezzo disposizione un apparta(Continua a pagina 9) mento di otto stanze a via INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 9 Rinvenimenti (Continua da pagina 8) secolo che i servizi in Italia sono “deviate”), il povero Pompa -di cui da buona spia nessuno conosceva l’esistenza- viene inquisito e i p.m. gli chiedono, tra l’altro la genesi del fascicolo sul depistaggio nel caso Telekom Serbia. Ora , in un caso del genere, una brava spia s’inventa qualcosa di attendibile. Ma Pompa è preso alla sprov vista e risponde: “ ho trovato la documentazione nella sala d’attesa di un ufficio pubblico”. Peccato non avere una foto sul momento della faccia degli inquirenti. Cerchiamo di immaginare la scena: lo 007 ca sareccio entra un giorno in un ufficio pubblico (per esempio l’Agenzia delle Entrate ,visto che pu re le spie faranno il 730), gli dicono d’attendere, lui prende il numeretto, si siede e toh ! Cosa c’è lì per terra sotto la sedia ? Le tre Un fascicolo. E che c’è dentro il fascicolo ? Documenti sul caso Telekom Serbia, insomma il Fai da te del depistaggio). Che deve fare il Pompa ? Parlarne con il suo capo o con la polizia ? Mai e poi mai. E parte così -con il Sen.Guzzanti che fa da megafonoil polverone sulla Telekom e sul governo Prodi. Insomma arrabbiarsi o riderci su ? Diceva Flaiano “la situazione è grave ma non seria”. Visto che il destino gli ha messo queste carte a E non aveva ancora disposizione, tanto vale visto in faccia Pompa e Betulla ... utilizzarle. Gaio Gracco “B” di Masaniello Si è ricomposto il trio Lescano: Bush, Blair e Berlusconi, le tre B della politica internazionale, citati in rigoroso ordine d’importanza sono di nuovo insieme, questa volta però, accomunati dalla mala sorte. Il loro elettorato ha dato loro un simbolico calcione estromettendoli di fatto dal potere, con modalità e tempi diversi, ma egualmente dolorosi . Il primo a fare le spese di una politica scriteriata è stato il cavaliere, che più degli altri due “compagni di merende” ha bruciato un patrimonio di voti e seggi in parlamento impressionante, solo nei paesi totalitari e con liste uniche si era visto altrettanto consenso. Quando si dice che la destra di Berlusconi ha perso per un niente alle ultime elezioni non si tiene in realtà conto di quello che aveva e di ciò che ha dissipato per vari motivi, non ultimo la nostra partecipazione alla guerra in Iraq voluta per stare nella scia dei più grandi di lui e conquistarsi un posto nella storia, piccolo Napoleone del ventesimo secolo ormai senza impero e senza gloria FUORI UNO ! Il suo collega inglese Blair, ancor più decisamente ha pagato l’ errore della guerra irachena, i sudditi britannici non gli hanno perdonato le tante vite dei soldati di sua maestà stroncate nell’inferno di Bagdad e l’esito negativo di quella guerra che tanto orgogliosamente aveva ritenuto di poter vincere insieme al suo alleato d’oltre oceano pertanto siamo in attesa di vedere al più presto un altro inquilino a Downing Street.. FUORI DUE ! Una nota amena: la sua caduta di popolarità presso l’opinione pubblica inglese sembra dovuta anche all’imbarazzante moglie che si tira dietro, ma questa è una cattiveria gratuita. “Dulcis in fundo” parliamo di George, come confidenzialmente lo chiamava il suo amico Silvio quando erano “ culo e camicia”, quando si scambiavano consigli sulle strategie politiche nelle quali il berlusca dice di essere maestro, forse bisognerebbe dire era maestro perché se lo ha consigliato anche in quest’ultima tornata elettorale il suddetto George dovrebbe citarlo per danni. Infatti il Silvio non gli ha ancora telefonato, teme rappresaglie. Il bovaro texano dovrà vedersela ora con un congresso pieno di democratici arrabbiati e qualche donna con più attributi di lui decisa a rendergli la vita difficile, aspettiamo con ansia la sua fine politica. FUORI TRE ! B.B.B. BONGO BONGO BONGO STATE BENE SOLO AL CONGO … con tanti saluti ! ♦ INTERNI 10 Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 L’ Italia declassata di Paolo Di Roberto Già ascoltare Tremonti petenza del governo che parla di economia è Berlusconi, mentre solo un duro esercizio di pa- la 2007 spetta al goverzienza, specie per chi lo no Prodi. conosce bene. Sentirlo E fin qui ci siamo, anzi, poi criticare una finan- approviamo in pieno, ziaria di cui, nella pe- vista la situazione tragisantezza, lui risulta il ca dei conti 2006. maggior responsabile, mette a dura prova an- Poi ha iniziato ad afferche i caratteri più miti. mare, ecco la lezioncina cui parlavamo poTremonti, ricordiamo, è di c'anzi, ha quel ministro dell'eco- rispettatocheglil'Italia impegni nomia che nel luglio del 2004 è stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. In particolare fu Fini a chiedere la sua testa vista la palese incapacità che dimostrava nella gestione Zona euro dei conti pubblici. Ue a 25 L'ex ministro, oggi, dietro la sua solita faccia da bravo sco- Italia laro (primo della Belgio classe) che vestito di Germania grembiulino e fiocco ben annodato, come Grecia i tutti bravi bambini Spagna che si rispettino, Francia non fa altro che ripetere la lezioncina Irlanda studiata a memoria. Lussemburgo In effetti la lezionci- Olanda na non è particolar- Austria mente difficile. Portogallo Chi segue la politica Finlandia da qualche anno sa Slovenia che è sempre la stessa, sebbene di tanto Repubblica Ceca in tanto viene ag- Danimarca giunto in pezzo qui Estonia e un pezzo là per adeguarla al mutato Cipro scenario economico Lettonia e politico. Lituania Nell'ultima trasmis- Ungheria sione di Porta a Por- Malta ta in cui si è parlato di legge Finanziaria, Polonia il bravo scolaro Giu- Slovacchia lio innanzi tutto ha Svezia premesso che la gestione 2006 è com- Gran Bretagna presi con l'Europa, come a dire che i conti pubblici sono in perfetta regola. Peccato che il sevizio andato in onda subito dopo ricordava come per il rapporto deficit/ PIL, per l'anno 2006, è previsto su un rapporto del al 4,6% (ma altre fonti citano anche il 4,7%). Ora: lo sanno anche i sassi che i parametri di Maastricht prevedono un limite del 3% entro cui i governi dovrebbero contenere il debito. E' un limite dettato forse da calcoli economici complessi, ma sicuramente anche da un minimo di buon senso. Non si possono certo fare debiti all'infinito. Facendo una semplice sottrazione, troviamo che siamo Previ- Previ- in presenza di uno Stime sioni sioni sforamento del2006 2007 equivalenti l’1,6% 2008 a circa 21 miliardi -2 -1,5 -1,3 di euro. DEFICIT -2 -1,6 -1,4 -4,7 -0,2 -2,3 -2,6 1,5 -2,7 1,2 -1,5 0 -1,3 -4,6 2,9 -1,6 -3,5 4 2,5 -1,9 -1 -1 -10,1 -2,9 -2,2 -3,4 2,8 -2,9 -2,9 -0,5 -1,6 -2,6 1,1 -2,6 0,9 -0,5 0,1 -1,2 -4 2,9 -1,6 -3,6 4,3 1,6 -1,7 -1,2 -1,2 -7,4 -2,7 -2 -3 2,4 -2,8 -3,1 -0,5 -1,2 -2,4 0,9 -2,2 0,4 -0,3 0,3 -1 -3,9 2,9 -1,5 -3,2 4,2 1,3 -1,7 -1,2 -1,3 -5,6 -2,9 -1,8 -2,9 2,5 -2,5 Quindi, come si può affermare che il governo Berlusconi ha rispettato gli impegni con l'Europa ? Ricordiamo che lo stesso parametro in paesi come la Francia e la Germania, quelli con cui pretenderemmo di confrontarci, è previsto rispettivamente al 2,7% e 2,3%. Per la Spagna è previsto addirittura un saldo positivo dell'1,5%. A questo punto non meraviglia affatto il declassamento ricevuto dall'Italia dalle agenzie di rating, in particolare da Fitch e Standard's & Poor's. Oggi la destra cavalca questo giudizio per attaccare il governo di Prodi, ma se certi personaggi politici del (Continua a pagina 11) INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 11 Italia declassata (Continua da pagina 10) centrodestra fossero realmente onesti, dal punto di vista intellettuale, ovviamente, dovrebbero ricordare che Fini diede del cretino al funzionario di Fitch nel corso della trasmissione Ballarò, così come che Bondi criticò Standard's & Poor's per aver declassato il governo Berlusconi, affermando che anch'essa può sbagliare. Ma sappiamo bene che l'onestà intellettuale, specie in politica e specie da parte di certe persone, è cosa alquanto rara. Ma proprio perché critichiamo la disonestà intellettuale della destra, non possiamo non ricordare come il giudi- "Sbaglio o Standard & Poor's è la stessa agenzia ad avere certificato le obbligazioni della Parmalat? Beninteso, Standard & Poor's è una eccellente agenzia di rating, ma talvolta può sbagliare, come tutti del resto". gioranza, tagli nella spesa e revisioni delle aliquote fiscali (gli aumenti fortunatamente si concentrano soprattutto verso i redditi alti, cfr. i precedenti numeri di GL). (Sandro Bondi, coordinatore Forza Italia, Ansa, 7 luglio 2004, dopo la bocciatura di S&P al governo Berlusconi). Non dimentichiamo neppure che Prodi è in carica da appena 6 mesi (compreso un mese morto come agosto). Non si poteva certo pretendere i miracoli. E' per questo che ancora non ce la sentiamo di criticare, allo stato attuale dei fatti, il governo, anche di fronte al severo giudizio della agenzie di rating. Ciò non toglie che ci aspettiamo che le riforme richieste e necessarie vengano messe in can- finitivamente l’opera di risanamento dei conti pubblici. Se non il prossimo anno, sicuramente nel giro, al massimo, di due anni rischiamo di veder nuovamente crescere il debito pubblico, ovvero di dover ricorrere ad una nuova manovra di dimensioni simili a tra oltre un anno). Evidentemente le agenzie di rating pensavano di trovare parte di queste riforme già nell'attuale legge finanziaria. Non trovandole ecco la loro preoccupazione e quindi il declassamento. Dal nostro punto di vista riteniamo che l'at- STANDARD & POOR’S FITCH Storia del rating dell’Italia dal 3 Maggio 1996 al 19 ottobre 2006 Storia del rating dell’Italia dal 26 Ottobre 1995 al 19 ottobre 2006 Term Outlook October 19,2006 AA- Stable Negative Jun, 29, 2005 AA Negative AA- Stable Jun, 17, 2002 AA Stable January, 15. 2003 AA Negative September, 21. 2000 AA- Stable May, 6, 1988 AA Stable Juny, 14, 1998 AA- Stable May, 3, 1996 AAA Stable October, 26, 1995 AAA Long Term Outlook October 19,2006 A+ Stable August, 8, 2005 AA- July, 7, 2004 zio delle agenzie di rating non si basa solo sulla crescita del debito pubblico. Quello che si afferma è anche che mancano interventi strutturali nel sistema Italia che permettano di avviare de- quelle dell’attuale. In altre parole, a nostro avviso, mancano quelle grandi riforme che il centrodestra ha predicato per anni ma non ha mai realizzato (salvo una riforma pensionistica che partirà dal 2008, Long tiere quanto prima. Per tuale governo, nel vara- il bene dell'Italia e per re questa legge finan- il bene degli italiani. ziaria, abbia già incontrato diversi ostacoli. PdR Non è facile far digerire agli italiani e al parlamento, compresa una parte della propria mag- 12 Giustizia e Libertà INTERNI 16 novembre 2006 Tutti i limiti di Mediaset di Franco Debenedetti (www la voce.info, 09.11.2006) Due i principali provvedi- mercato; e dà luogo a una menti disposti dal disegno lettura politica che nuoce di legge Gentiloni sul al governo. riassetto del sistema televisivo. La Tv, mercato Una rete Mediaset e una a due versanti Rai passano al digitale; in Come le carte di credito, caso di inosservanza, la le agenzie matrimoniali, sola Mediaset deve ridur- le piattaforme software, la re l’affollamento pubbli- Tv è un "mercato a due citario dal 18 al 16 per versanti". cento. Cosiddetti perché l’imMediaset deve ridurre la presa che vi opera mette propria quota dei ricavi in contatto due gruppi di pubblicitari di tutto il set- utenti posti su due vertore televisivo -analogico, santi opposti: per le carte digitale, via satellite o ca- di credito i negozianti e i vo- sotto il 45 per cento. loro clienti, maschi e femmine per le agenzie matriIl primo provvedimento moniali (eterosessuali), segue una sentenza della sviluppatori e utilizzatori Corte costituzionale: criti- di applicativi per le piattacabile alla luce delle mu- forme software, telespettate condizioni tecnologi- tatori e inserzionisti pubche, ineccepibile quanto a blicitari per le Tv. legittimità. Considerare che cosa sucIl secondo invece, quanto cede in uno solo dei due a legittimità, è un’anoma- mercati può portare a giulia, unica nella storia dei dicare anticompetitive rapporti tra governo e in- pratiche commerciali o dustria privata nel nostro fusioni aziendali che inpaese e, credo, in ogni vece aumentano il benessocietà occidentale: im- sere dei consumatori. porre a un’impresa il ta- L’innovazione tecnologiglio di un quarto del suo fatturato, o l t r e t u t t o TAB. 1 – Share, quota di raccolta senza che pubblicitaria e loro rapporto per gli neppure un operatori pubblici in alcuni paesi q u a l c h e europei (2003) addebito Quota (3) = possa esserle mos- PAESE Impresa Share Pubbli- (2)/(1) (1) cità (2) so. Un’anomalia conse- FranFrance 41,3 19,8 0,48 guenza di cia TV un’errata ARD+Z 43,6 4,8 0,11 considera- Gerzione della mania DF natura del m e r c a t o Italia RAI 44,9 30,3 0,67 televisivo; BBC 37,8 0,0 0,00 in contra- U.K. sto con la 30,6 30,6 1,00 realtà dei Spagna RTVE mercati e u r o p e i ; Media* 0,57 che discende da in- Fonte: Elaborazioni Lear su dati di difondati ti- verse fonti mori sulla futura evo- come riportati in Agcm (2004) luzione del * nel calcolo del valore medio è escluso il dato relativo alla Bbc ca ridefinisce continuamente i mercati e mette in concorrenza segmenti prima isolati. La digitalizzazione, diminuendo i costi di riproduzione e di trasmissione, riduce il potere di mercato dei broadcaster, determinante diventa avere i contenuti. Separando il momento della registrazione da quello della riproduzione, finisce la tirannia dell’orario, diventa spuntata l’arma della controprogrammazione con cui le reti si fanno concorrenza. Facendo pagare i contenuti, elimina la non escludibilità, una delle caratteristiche che definiscono un bene pubblico. Fino a qualche anno fa, le autorità antitrust conside- ravano ogni piattaforma trasmissiva di per sé: oggi che nelle abitazioni sono presenti diverse piattaforme, occorre considerarle parti di un unico mercato. Anche in Italia l’ Antitrust oggi riconosce che "a mano a mano che progredisce la migrazione delle frequenze dall’analogico al digitale, la distinzione fra i due mercati, analogico e digitale, tende a essere sempre meno corrispondente alla realtà". Se il mercato è unico a prescindere dalle piattaforme, unico è il versante degli ascoltatori, unico è anche quello delle risorse -da pubblicità, da canone, da abbonamento- che consentono di produrre e tra(Continua a pagina 13) TAB. 2 – Share, quota di raccolta pubblicitaria e loro rapporto per gli operatori privati free-to-air in alcuni paesi europei (2003) Share (1) Quota pubblicità (2) (3) = (2)/(1) TF1 31,5 53,3 1,69 M6+RTL 15,2 21,8 1,43 26,4 45, 1,70 Prosieben 22,2 42,7 1,92 Italia Mediaset 43,9 64,7 1,47 Regno Unito ITV 24,7 51,7 2,09 Channel 4 9,7 21,7 2,24 Channel 5 6,5 8, 1,23 Telecinco 21,4 28,3 1,32 Antenna 3 19,5 24,3 1,25 Forta 18,2 15,2 0,84 PAESE Impresa Francia Germania RTL Spagna Media 1,56 Fonte: Elaborazioni Lear su dati di diverse fonti come riportati in Agcm (2004) INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 13 Tutti i limiti di Mediaset TAB. 3 – Share, quota di raccolta pubblicitaria e loro rapporto per gli operatori pay-tv in alcuni paesi europei (2003) PAESE Impresa Share (1) Quota pubblicità (2) (3) = (2)/ (1) Francia Canal+ 3,7 2,8 0,76 Germania Premiere 2,6 n.d. n.d. Italia Sky n.d. n.d. n.d. Regno Unito BSkyB 6,3 9,0 1,43 Spagna Canal+ 2,0 1,5 0,75 Media 0,98 Fonte: Elaborazioni Lear su dati di diverse fonti come riportati in Agcm (2004) (Continua da pagina 12) smettere i contenuti. La teoria economica e la prassi delle autorità ritengono sbagliato considerare il solo mercato della pubblicità nella Tv generalista, come invece fa il governo. Variano le strategie dei concorrenti. Gli operatori pubblici sono sottoposti a vincoli che limitano fortemente, e alla Bbc del tutto, la possibilità di attrarre quote elevate di investimenti pubblicitari. Il canone può essere visto come il prezzo pagato dal committente Stato per trasmettere i contenuti del servizio pubblico. Le pay-tv ottengono la parte prevalente dei loro ricavi sul versante dell’audience, mentre le imprese free-to-air li ottengono sul versante pubblicitario. La diversa struttura del prezzo fa sì che nelle paytv la quota di investimenti pubblicitari sia superiore alla quota dell’audience. Ne deriva che la quota calcolata sul solo versante della raccolta pubblicita- ria rappresenta un indicatore distorto e inaffidabile della posizione di mercato degli operatori. Fatti e analisi largamente condivisi, che il governo fa mostra di ignorare. Sul totale delle risorse, Rai e Mediaset hanno rispettivamente 33 e 36 per cento, con Sky al 21 per cento, il resto alle locali e Telecom. Ma per il governo esiste solo il mercato della pubblicità televisiva, in cui Mediaset ha una quota del 57 per cento, Rai del 27 per cento. Il confronto europeo In Francia Tf1 e in Gran Bretagna Itv hanno quote di pubblicità superiori al 45 per cento che il governo impone a Mediaset; Rai e corrispondentemente Mediaset, hanno singolarmente share di audience che altrove sono più suddivise; tuttavia questo non comporta rendite monopolistiche, dato che Mediaset fa pagare agli inserzionisti pubblicitari ciascun punto di share di ascolto meno di quanto facciano pagare le televisioni commerciali free-to-air negli altri paesi. Per Rai invece il rapporto tra quota dei ricavi pubblicitari e share è superiore al valore medio calcolato per le televisioni pubbliche dei diversi paesi. tecnologie, rende questo esito implausibile. È di questi giorni la notizia che Google potrebbe l’anno prossimo superare la televisione nella raccolta pubblicitaria. Duopolio nell’analogico, duopolio nel digitale ? Il limite del 45 per cento del totale dei ricavi pubblicitari imposto a Mediaset è in contrasto con il paradigma, universalmente accettato dalla dottrina, del mercato a due versanti e della convergenza delle piattaforme. È persino più basso della quota di singole Tv private europee, per non parlare del totale del mercato privato; fa pagare al concorrente privato la velleità costruttivista di uscire da una struttura di mercato quella del broadcaster con tre reti- modellata sull’impresa pubblica: a decretare la fine del duopolio saranno le forze della tecnologia e del mercato, che invece paradossalmente il disegno di legge frena. Mancando ogni spiegazione economica, resta la spiegazione politica: che attiene non all’azienda, ma alla sua proprietà; non all’azienda in quanto L’articolo 23 della Gasparri dà ai titolari di reti analogiche nazionali il diritto esclusivo di acquisire frequenze per realizzare i multiplex per il digitale. La Commissione europea l’ha sanzionato, e il governo avrebbe potuto porvi rimedio (già nella Finanziaria). Questo privilegio va eliminato perché nega un diritto ai nuovi entranti, non perché così si rischia di riprodurre il duopolio nell’era del digitale. Il duopolio era figlio dell’epoca della scarsità delle frequenze, non può riprodursi nell’era della scarsità dei contenuti; e il governo ha ampia possibilità di mettere limiti. La convergenza delle piattaforme, la continua rivoluzione prodotta dalle Implicazioni politiche (Continua a pagina 26) TAB. 4 – Ricavi, share, quote di ricavi e loro rapporto sul versante dell’audience in Italia (2003) Ricavi sul versante audience (mln di €) Share (1) Quota (2) (3) = (2)/(1) RAI 1.432 44,89 57,7 1,29 Sky 1.049 2,46 42,3 17,2 Totale 2.481 47,35 100,0 Fonte: Elaborazione Lear su dati Auditel, Agcom e bilancio Rai 14 Giustizia e Libertà INTERNI 16 novembre 2006 Lettere a GL Stampa, letame e spazzatura di Massimo G. Cari tutti, incuriosito e vidi che rimanere in tema di leta- pure si sogna di chiedere sì, devo ammetterlo, stavano tutti guardando mai, recentemente ho spiegazioni di come abl’articolo di Travaglio: un giornale illustrato do- trovato in un articolo di bia potuto avere “in pri(Monsieur de Pompa- ve la più innocente delle Maltese su “La Repub- vatizzazione” le Autodour, l ’ U n i t à , immagini sembrava mu- blica” una definizione, strade, con i flussi valu4.11.2006) è irresistibile tuata da un “tavolo ope- anche questa irresistibi- tati 100 quando valevano e molto più ancora lo è ratorio”; scoprii così le, che sintetizza in mo- 300, a patto di investiil giornale (?) di cui che la pornografia e più do veramente miracolo- menti promessi per 300 commenta le gesta. in generale il “costume” so quanto penso di un e risultati poi 100 Provo un senso di am- si erano assai evoluti, rinnegato del genere e (inoltre perché nessuno mirazione per lo “sto- tanto più che alla mia che pertanto faccio inte- si sogna di stanare chi maco” di un recensore domanda se il giornale ramente mia: “ … uno nel Ministero e nel Gocostretto dal mestiere a l’avessero avuto in ab- che ha costruito il mito verno di allora è stato rovistare in letamai del bonamento postale diret- della propria intelli- pronubo di una simile genere. tamente da Amsterdam genza sulla stupidità scelleratezza ?); quindi non solo “er tronco” e o affini, mi risposero altrui”. Fin da piccolo, ero abi“er magliaro” (parte tuato a considerare “Il “fi nance”), ma pure Tempo” come “unità “er fa rina”,“er di misura” della fapompa” (parte ziosità di certa stam“servizi”), come mai pa; poi, tutto insieme, sono a piede libero ? mi vedo costretto ad Farina, al di là di tutammettere di aver “dormito”, tanto soto il resto che si può no andate avanti le fare con comodo, è cose mentre evidente- Il “misterioso” POMPA, l’ “incredibile” BETULLA-FARINA imputabile “pronta e l’ “immarcescibile” POLLARI cassa” di violazione mente guardavo altrodella legge che interve. con l’aria di chi spiega dice ai giornalisti di laMi torna in mente quan- un’ovvietà a uno disceso Ma tornando alle note di vorare per i Servizi; il Luna c h e Travaglio, al di là do, a 23 anni, partii per d a l l a Pompa è ampiamente il corso Ufficiali e il l’avevano comprato dal dell’umorismo più o me- provato che ha costruito no amaro che suscita, concetto di pornografia giornalaio dell’angolo. castelli falsi contro i nesi materializzava nella Ora, tanti anni dopo, ec- direi che l’occasione è mici del “nano”; e poi il foto di una ragazza scol- comi di nuovo a stupir- preziosa per riflettere su caporione Pollari tuttora lata e nemmeno troppo; mi di trovare disponibili una ennesima stranezza: al suo posto ! poi, dopo il congedo mi simili concentrati di sono mesi che siamo asposai, e tre anni dopo, “letame” e pure, a soli sfissiati dal letamaio Te- Tutti a piede libero e lecom e dall’intreccio tra nella loro funzione, con già ventottenne, entrai in Banca, mentre nel 0,9 €, le fogne dimensio- la finanza “insider” e il governo costituito dalfrattempo erano già nati nate per recepirli, pur bancarottiera che l’ha le vittime che continua a i miei primi due figli; sapendo, ammonito dal governata e il fianco pre- non dire niente ! dalla stessa bene, una notte, nella mio amico giornalaio, stato sala elaboratori di largo che esistono altri fogli all’utilizzo distorto (una Amici, non vi sembra Bastia, mentre curvo su specializzati nel prende- volta di più e ancora!) che, con cortese eufemiuna stampante che stava re in giro i propri lettori dei servizi segreti; e cosa smo (ma forse sono an“vuotando” la memoria (uno di questi ha la “F” sta succedendo ? cora quello rimasto alla del calcolatore attende- maiuscola, ed è diretto Il “tronchetto”, come p o r n o g r a f i a della vo di p r o c e d e r e da un animale noto ai lo chiama Grillo da tem- “scollatura”), qualcosa all’analisi di un pro- leziosi buonisti, che si po, non solo è a piede non vada ? gramma che si ostinava ostinano in mancanza di libero e stringe patti di a “fare casino”, mi ac- meglio a definirlo “in- sindacato, ma nessuno si Finisco con una nota cucorsi con la coda telligente”, come un sogna di chiedergli conto riosa: “er pompa”, da dell’occhio che tutti gli “elefantino”, quando della fine che ha fatto il più giovane era un buon operatori di sistema, l’appellativo più proprio denaro che ha succhiato arrampicatore, anzi ottiprofittando evidente- dovrebbe essere “maia- da Telecom per anni per mo. mente di un momento di le”, con tutte le scuse ai poi farlo sparire nelle Sulla seconda “Spalla” nebbie di Olimpia insie- del Corno Piccolo, un pausa, si erano radunati simpatici suini). intorno a un tavolo- A proposito dell’inciso me al degno compare paio di vie testimoniano (Continua a pagina 26) carrello; mi avvicinai tra parentesi e tanto per Benetton, a cui nessuno 16 novembre 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 15 Credo sia giusto fare un po' il punto… SISMI, lo scandalo dimenticato di S. SC. Forse la Pro cura di Milano, impegnata nelle indagini sul sequestro di Abu Omar, non si aspettava di imbattersi in uno scandalo di cosi vaste proporzioni. Nell'archivio scoperto all'ultimo piano di Via Nazionale 230, nell'appartamento-ufficio del funzionario del Sismi Pio Pompa, gli agenti hanno trovato, fra le carte collezionate assieme ai dossier su giornalisti, politici, magistrati e persino sul capo della Polizia Gianni De Gennaro, venti pagine scritte a mano con una lista di nomi. Ci sono l'ex capogruppo diessino alla Camera Luciano Violante e l'attuale vicepresidente del Copaco Massimo Brutti, l'ex segretario dell'Associazione nazionale magistrati e oggi procuratore aggiunto di Milano Edmondo Bruti Liberati, l'ex pm e oggi consigliere presso la Corte di Cassazione Gherardo Colombo, l'ex vicesegretario generale nonché vicepresidente dell'Anm Giovanni Salvi, e il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli. Tutti considerati membri di una struttura nemica dell'allora governo Berlusconi, potenzialmente in grado di "creare problemi" all'attività dell'esecutivo di centrodestra. E per questo motivo una struttura da "neutralizzare", da "disarticolare" anche ricorrendo ad "azioni traumatiche". Parole terrificanti, che ricordano quelle dei comunicati usati dai terroristi. Parole che devono essere contestualizzate su quanto avvenuto in questi ultimi anni. Gli attacchi martellanti, insulti e diffamazioni moltiplicati dalla grancassa mediatica, contro i pool di Milano e Palermo e tutti i magistrati che hanno osato indagare e far condannare politici e potenti colpevoli di gravissimi reati, dipinti come martiri da apposite campagne di disinformazione. innocente perseguitato dalle toghe rosse. Anche Totò Riina si definiva un "tragediato vittima di un complotto dei communista Caselli, Violante e Arlacchi". Come se non bastasse, oggi si scopre che mentre il centrodestra faceva fuori per legge dalla Procura Antimafia il giudice più odiato dai mafiosi, funzionari del Sismi lo tenevano sotto controllo come nemico governativo eventualmente "da disarticoUna legislazione biparti- lare con azioni traumatisan che ha aumentato a che". dismisura i privilegi degli imputati eccellenti e ha In qualsiasi altro Paese depotenziato gli strumenti democratico i vertici dei d'indagine di magistrati e servizi segreti sarebbero forze dell'ordine. stati dimissionati da un Persino una legge “contra pezzo, l'ex capo del gopersonam” votata dal verno -interrogatori a parcentrodestra che, calpe- te- verrebbe sottoposto al stando la decenza e il fuoco di fila delle domanprincipio base di ogni de- de della stampa, lo scanmocrazia liberale, ha im- dalo campeggerebbe tutti i pedito al Csm di scegliere giorni sulle prime pagine Giancarlo Caselli come dei maggiori quotidiani, Procuratore nazionale An- oltre che nei programmi televisivi di approfonditimafia. Un Servitore dello Stato mento. che ha rischiato la vita per Niente di tutto questo. assicurare alla Giustizia Se il centrodestra ovvianumerosi brigatisti e ma- mente minimizza, il cenfiosi, catturando un nume- trosinistra non va oltre ro record di latitanti e riu- l'ennesima mancata proscendo a dimostrare la messa di ricambio dei vercolpevolezza di tanti poli- tici del Sismi (che devono tici conniventi con la ma- avere argomenti piuttosto fia, tra cui il sette volte convincenti, come fa giupresidente del Consiglio stamente notare D'Avanzo Giulio Andreotti, prescrit- su Repubblica) e la propoto in via definitiva per il sta di istituire la solita reato "commesso di asso- Commissione o Comitato ciazione a delinquere parlamentare. con Cosa Nostra fino alla primavera dell''80" I giornalisti, salvo i mima spacciato da quasi tut- gliori cronisti giudiziari, ta la politica (e tutta la non sono in grado (o non televisione) per un povero possono) di tracciare un quadro preciso, proporzionato e logico su quanto accaduto. Già l'indomani dello scoppio dello scandalo (con la presentazione al Co.pa.co delle venti pagine sui cui lavoreranno i pm Spataro e Pomarici) si crea un'unico minestrone con gli accertamenti fiscali abusivi su Prodi e la moglie, ma anche sulle veline e i figli di Berlusconi, e con lo spionaggio della banda Tavaroli. Un polverone voluto per occultare il vero scandalo e al tempo stesso rilanciare il problema della tutela della privacy dei poveri vip spiati, criticando i nuovi controlli tributari anti-evasione voluti da Visco. La questione degli accessi illeciti nell'anagrafe tributaria infatti è solo l'ultimo eventuale -sono da accertare ancora i committenti- anello della catena dello spionaggio. La scala è chiarissima: il fulcro è il Sismi, con gli elenchi dei "nemici", i dossier-calunnia contro Prodi propagati da appositi giornalisti prezzolati, e le investigazioni su politici, giornalisti e capo della polizia; poi vengono le schedature effettuate, non si sa ancora per conto di chi (anche se da un'intercettazione emerge che il generale Pignero del Sismi, purtroppo deceduto il 19 settembre, fa riferimento ad una consulenza proprio a Tavaroli), dai responsabili della "Sicurezza Telecom" accusati (Continua a pagina 16) INTERNI 16 Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 SISMI, lo scandalo dimenticato spiati anche i figli di Ber- " p e r i c o l o s i d o s s idi corrompere pubblici lusconi, le veline e i cal- er" (Colonnello, La Stam ufficiali per ottenere dati ciatori. pa 28 ottobre), tra i fiumi di Viminale, Ministero d'inchiostro sul dibattito della Giustizia, Agenzia E anche se nel merito c'è complotto-voyeurismo fidelle Entrate (ecco l'even- una notevole differenza scale. tuale collegamento con lo tra le 128 investigazioni spionaggio tributario!) e di su Prodi e le altre, frutto Un polverone la cui utilità di guardonismo o di appo- viene esplicitata dall'appobanche private. sito depistaggio, il risulta- sito Vespa nella puntata Ma come abbiamo visto i to finale degli strepiti del- con ospiti Scajola e Manmass media fanno scom- l'Unione è l'aver contri- tovano, finalizzata all'eterparire tutta la scala, con- buito ad oscurare gli elen- na lotta contro la traspacentrando il dibattito sul- chi e le trame del Sismi: renza e per l'opacitàl'ultimo, innocuo e utile meritevoli di una sola a- impunità della classe dirigradino, col centrosinistra pertura di prima pagina de gente. a gridare allo spionaggio l'Unità, tanto quanto fiscale contro Prodi, e il "Basta con le trame del Spionaggio fiscale ? centrodestra (Confalonieri governissimo" (prima del Visco farà peggio: ci vuocompreso) che ha buon 31 ottobre), e riproposti le più tutela della privacy gioco a rispondere a reti all'interno en passant, de- dei poveri miliardari. unificate che sono stati rubricati a imprecisati (Continua da pagina 15) Investigazioni illecite ? Occorre limitare le intercettazioni legali. Ben selezionato anche l'ospite governativo, il sottosegretario Minniti, che invece di citare le vittime Brutti e Violante, o i dossier-calunnia da TelekomSerbia in giù, non trova di meglio che criticare la pubblicazione dell'intercettazione legale tra Fassino e Consorte. Tutto torna: lo scandalo, in questo Paese, sono i magistrati e i giornalisti STEFANO SANTACHIARA La TV italiana, oggi, novembre 2006 di Tom Magne Nell’ultimo numero del “Venerdì di Repubblica” (n.°972, del 3 novembre scorso) nella rubrica “Scalfari risponde” tra le tante lettere riportate ve ne era una scritta da Antonio Angelino Crispano (Napoli), che abbiamo trovato di un estremo interesse ed attualissimo, in cui si legge: «Negli ultimi anni ho assistito, a malincuore, a un crescente e inesorabile peggioramento della qualità dei programmi Rai. Si è giunti persino a creare programmi di vita pseudo-quotidiana o a inscenare finti litigi in diretta pur di conquistare l'auditel. In qualità di contribuente non mi sento per nulla tutelato; sono andati perduti, a parte casi sporadici, quello spirito culturale e quell'atmosfera costruttiva che era presente in passato. Sebbene sia comprensibile la necessità di accontentare un pubblico a cui interessano reality e affini, non ritengo giusto che l'altra nutrita fetta di spettatori, in cerca di un format di approfondimento culturale, di film in prima serata e non b-movie o di semplice informazione super partes, debba vedersi costretta a programmazioni in orari impossibili o rifugiarsi nella tv satellitare e a pagamento. Capisco che addentrarsi lungo nuove strade comporti dei rischi, ma, tuttavia, sono azzardi che bisogna correre per non ritrovarsi in una stasi televisiva in cui ciascun programma è simile a quello della concorrenza. Riportare il livello della tv italiana ad un gradino più alto del baratro in cui si trova adesso è un dovere di cui tutti devono farsi carico. Antonio Angelo Crispano (Napoli)» stato quello di recarsi a via Noi, dobbiamo ricono- del Plebiscito, a casa scerlo, abbiamo la stessa dell’allora Presidente del opinione di questo lettore Consiglio. del “Venerdì” ! Non intendiamo neanche A tal proposito, e per raf- rivolgerci all’On.Gentiloforzare quanto sintetica- ni, di cui pur apprezziamo mente ma con precisione è molto la proposta di legge scritto nella lettera al Ve- che ha presentato a riguardo della riorganizzazione nerdì vorremmo rivolgerci non della televisioni in Italia. al presidente del Cda della Intendiamo rivolgerci al Rai, on. Petruccioli perché Presidente Prodi che diria nostro avviso non si è ge la compagine governamai veramente “impegna- tiva per presentargli to” sui problemi Rai ne- anche se siamo sicuri che anche ai tempi in cui era non gli sia sfuggita- la siPresidente del Commis- tuazione in cui attualmensione di Vigilanza RaiTV te si sta dibattendo la Rai, le reti che attualmente sodel Parlamento. Ed ancora, e ci dispiace no dello Stato e che vendavvero doverlo dire, ha gono -solo in parte, lo sapcontinuato con la stesso piamo- sovvenzionato anmetodo anche quando è che con il canone, ma che stato eletto Presidente nel essendo reti governative Cda (non vorremmo ricor- dovrebbero innanzi tutto dare qualcosa che ci la- svolgere una funzione “insciato molto prerplessi - formativa-formativa”, e ma è tristemente avvenuto non badare solo ed esclue non certo per prassi con- sivamente a questo dannasolidata-. Appena eletto tissimo “auditel” a cui dai presidenti delle Came- sembrano essersi assogre, il suo primo gesto è (Continua a pagina 17) 16 novembre 2006 ASSASSINIO FORTUGNO Giustizia e Libertà 17 La TV italiana, oggi, novembre 2006 (Continua da pagina 16) gettati tutti, distinguendosi per questa loro caratteristica dalle televisioni privatecommerciali che hanno come loro precipuo ed unico compito l’essere “generatrici di soldi”. Ciò nonostante pare che anche per le “televisioni di stato” si insegue l’Auditel non “qualità”, A u d i t e l n o n “informazione”, Auditel non la “formazione” Auditel non la “cultura”, Auditel non il “buon gusto” Ed inoltre vorremmo che ci fosse chiarita quale è mai la funzione -al di là dei dati Auditel (di cui peraltro saremmo curiosi di sapere come e con quali verifiche e controlli vengono calcolati- che dovrebbero svolgere programmi come i “Reality”, “Italia sul 2”, la “Vita in diretta”, e anche (ma solo per come vengono condotti): “Sottovoce” e la stessa “Porta a Porta”, non solo per il loro alto contenuto “informativo-formativo” e “culturale” quanto per i tempi che vengono loro assegnati: senza considerare che, talvolta, tali trasmissioni (vedi “Italia su 2”, ad esempio), vengono replicati anche a sera inoltrata). E ciò sarebbe anche sopportabile, pur nella sua irrealtà concettuale se non si dovesse riscontrare “fatti” a nostro avviso molto strani e che potremmo considerare addirittura emblematici: l’altra sera (2 novembre) ad esempio, è stato messo in onda uno splendido progra mma dedicato ai “ragazzi di Locri” dalle 2 alle 3,30 di notte. Ore per le singole trasmissioni alla settimana Reality Italia sul 2 La Vita in diretta Porta a Porta Sottovoce 4h 40’ 9h 10’ 12h 30’ 7h 00’ 8h 30’ E non ci si venga a dire che è stato un caso, o che si trattava di una replica. Un programma come quello, nel tremendo momento che stiamo vivendo non diciamo che dovrebbe essere proiettato almeno una volta alla settimana per il suo contenuto, questa volta sì “formativo”, ma si potrebbe cercare di portare sullo schermo, per rimanere su questo tema, tutta una serie di prodotti filmografici di altissimo livello che potrebbero esplicare veramente una funzione di educazione civica e di formazione antimafiosa. Ora che -è bene precisarlo e rimarcarlo- con questo nuovo governo, ce lo possiamo permettere, visto che non ci troveremmo a disturbare la sensibilità di nessuno amico o sodale di qualche rappresentante delle istituzioni. Tom Magne La finanziara di Sisifo di Antonio V. Gelormini E’ davvero strano questo nostro Paese. Fino a poche settimane fa, sulle performances econom i c o finanziarie e le scelte politiche relative, non si faceva che ripetere: “Si potrebbe fare di più. Si potrebbe fare meglio. C’è troppa distrazione per i problemi quotidiani e poca prospettiva sugli indirizzi programmatici e sul futuro”. Proprio come a scuola, ricordo, ripetevano alcuni professori. Poi una compagine governativa, in larga parte formata da “primi della classe”, decide di impegnarsi, di mirare ad un voto alto e di produrre una Finanziaria capace di incidere con vigore sul riequilibrio dei conti pubblici, drammaticamente sbilanciati e volano di un circolo vizioso sempre più ingovernabile. E tutti ad ammonire: “Ma perché strafare ? Quando basta la sufficienza per ottenere la promozione ?” Proprio come quei compagni di classe, ricordo, a cui applicarsi e studiare piaceva davvero poco. Quante polemiche e quante proteste prima di ogni istituzione di isola pedonale nelle diverse città italiane. Provate, oggi, a proporne la soppressione ai commercianti e agli abitanti, per esempio, di via Dante a Milano, di corso Vannucci a Perugia o di via Tornabuoni a Firenze. La predisposizione a farsi influenzare dai Lu- cignolo di turno e dai commenti precipitosi e ammalianti, resta uno dei limiti e delle caratteristiche più marcate di noi italiani. Salvo poi ricrederci, quando è troppo tardi, e sostenere le fatiche di Sisifo per riscattare una capacità di giudizio più serena e appropriata. Sta accadendo lo stesso con questa prima Finanziaria del governo Prodi. Tutti ad annuire quando ascoltammo: “Proveremo a spostare parte del carico fiscale, che grava oggi su spalle deboli, su spalle un po’ più forti”. Ma pronti a far scattare la protesta, nel momento in cui ci accorgiamo di aver fatto un po’ troppa palestra e aver sviluppato un fisico niente male. stando malumore e scetticismo sull’esito della manovra. Il mito di Sisifo ritorna. Tutti astuti e scaltri per ottenere qualcosa in cambio. Ma qualcuno ricorda quanto silenzio avvolse gli adeguamenti tariffari di alcune attività, quando registrarono aggiornamenti da 1 euro/1.000 lire, mentre le buste paga rimanevano ancorate al cambio ufficiale di 1 euro/1936,27 lire ? Sarà il caso di citare l’esempio della pizza o quel lo del gelato ? O ancora quello delle zuc chine, dei libri o dell’intervento dell’idraulico ? C’è poco da arrabbiarsi. Per troppo tempo furbizia e scaltrezza hanno avuto Non c’è categoria, in questi ragione su dovere e rigiorni, che non stia manife(Continua a pagina 18) INTERNI 18 Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 La finanziaria di Sisifo (Continua da pagina 17) spetto degli altri. Non è un caso se, tra le grida e le rimostranze, voci autorevoli come il Commissario Europeo agli Affari Economici e Monetari Joaquim Almunia, l’Amministratore Delegato di Unicredit Alessandro Profumo e il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi raccomandano: “di non attenuare lo slancio della Finanziaria verso il risanamento strutturale dei conti pubblici”, perché la crescita, la migliore risposta alle valutazioni delle agenzie di rating, “può essere perseguita solo nel contesto di una finanza pubblica in equilibrio”. Ad esse si aggiunge quella confortante del Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti quando indica che: “Nel Paese c’è un clima più positivo rispetto al passato riguardo alle possibilità di ripresa. La fidu- cia nel futuro genera impegno e da questo nasce lo sviluppo”. Vuoi vedere che alla fine le colonne a cui Tom maso Padoa Schioppa ha ancorato la sua Finan ziaria:risanamento, equità e sviluppo, riusciranno a tenere l’onda d’urto e ad avere ragione degli assalti corsari e delle imboscate pirata che si susseguiranno fino all’approdo dell’approvazione finale in Parlamento ? Se così sarà, il Paese non potrà che trarne gran beneficio e lo sforzo di Sisifo non sarà vanificato dalla ricaduta del macigno, ma premiato dalla riconoscenza della generazione dei nostri figli e da quelle dei figli dei nostri figli. Antonio V. GELORMINI Saddam Hussein è un criminale, ma la pena di morte non serve di Stefano Corradino (www.articolo21.info/notizia.php?id=4248) "Quello che sta accadendo ora in Iraq è orribile. E gran parte della stampa e dei media ci hanno bombardato per mesi e mesi con un’informazione settaria senza mai parlare della situazione irachena se non in termini numerici. I dieci morti di oggi, i venti di ieri... E intanto il Paese è martoriato da una vera e propria guerra civile" ”Le accuse contro Saddam sono reali e di tale gravità che la sentenza del tribunale iracheno era attesa. Ma io vorrei vivere in un mondo dove non vige la condanna a morte e sarebbe giusto che la condanna si trasformasse in carcere a vita”. E’ il commento rilasciato ad Articolo21 da Erfan Rashid, il giornalista curdo iracheno che da molti anni vive in Italia. Erfan è dovuto scappare dal suo paese per sfuggire ai soprusi del dittatore, alle torture, alla negazione delle libertà fondamentali di espressione e di dissenso. “Ma l’Iraq - afferma Rashid deve dare anche un nuovo segnale, dimostrando di voler promuovere i diritti dell’uomo e non appellarsi al solo spirito di vendetta”. ficoltà, perché i soprusi perpetrati da Saddam nei confronti dei cittadini iracheni sono stati spaventosi. Quindi sei contrario all’esecuzione. La sentenza è probabilmente giusta ma ritengo non debba essere eseguita perché, tra l’altro, rischierebbe di trasformare Saddam in un martire. E l’Iraq deve dare un segnale nuovo: quello di un Paese rispettoso del diritto che non si limiti a perseguire uno spirito, pur sacrosanto, di vendetta. Credo pertanto che sarebbe giusto trasformare la condanna di morte nel carcere a vita. Erfan, la sentenza del tribunale iracheno ha sancito che Saddam deve morire. Per i reati che ha commesso la pena deve essere quella capitale. Sentenza inappellabile? No, la sentenza è appellabile e da lunedì il gruppo degli avvocati inizierà le pratiche dell’appello. Credo tuttavia che il risultato del processo di appello non sarà differente dalla sentenza di oggi: le accuse contro Saddam sono di tali gravità che la sentenza L’Occidente si sta dividendo sul giudizio relatiera attesa. vo alla pena capitale. Da Qual è il tuo giudizio una parte, con diverse sulla sentenza? Saddam sfumature l’Italia, la deve essere sottoposto Francia, la Spagna, conalla pena di morte? trarie alla pena di morNon si possono non di- te. Dall’altra Usa e Instinguere i piani, il punto ghilterra. Come giudichi di vista giuridico da quel- il ruolo dell’occidente in lo politico, da quello mo- questa vicenda? rale. Io vorrei vivere in un Rispondo intanto con una mondo dove non vige la d o m a n d a : dov’era condanna a morte e quindi l’Europa e l’occidente sarei contrario, e lo riba- quando Saddam sterminadisco pur con grande dif- va e perseguitava gli ira- cheni? Gli occidentali continuano a leggere la questione irachena in chiave di politica interna. E’ miope la politica internazionale che considera la questione irachena come il problema di un solo paese o ne fa un tema di contrapposizione tutta occidentale tra destra e sinistra. Il vero problema è che non si è mai affrontata veramente la questione nella sua dimensione di politica internazionale. Si è scelto di fare la guerra per destituire il dittatore iracheno. Una guerra ingiusta. Saddam si è macchiato di crimini contro l’umanità. Per questa ragione molti hanno affermato che il processo a Saddam doveva essere fatto dalla Corte internazionale e non dal tribunale iracheno. La giurisprudenza, le leggi in Iraq ci sono ancora e funzionano. E lo stato deve far valere il suo diritto nei confronti di un suo cittadino che ha abusato del suo potere. Per questo il tribunale iracheno ha (Continua a pagina 26) 16 novembre 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 19 NOTIZIARIO - 16 novembre 2006 di CaLmBiG L'inviato Usa alle Nazioni Unite 'pronto a perdere il posto' L'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite sta per perdere il suo posto dopo la vittoria dei Democratici alle elezioni di Medio Termine. Bolton diventerà così il secondo esponente di alto grado dell'amministrazione di George Bush a lasciare dopo il voto, seguendo il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld. L'amministrazione Bush vorrebbe mantenere Bolton al suo posto, ma la nomina richiede la conferma del Senato e alcuni senatori anziani la ritengono ora improbabile. Bolton è stato nominato nell'agosto 2005 durante una pausa dei lavori del Congresso.Una manovra che ha evitato a Bolton la necessità di una ratifica parlamentare prima della fine di quest'anno. http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6134734.stm Onu, rinviato il voto della risoluzione contro Israele Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato il voto su una risoluzione proposta dal Qatar che condannava Israele per le recenti operazioni nella Striscia di Gaza. Il governo statunitense ha proposto modifiche al testo, che chiedeva un cessate il fuoco immediato e l'invio di osservatori delle Nazioni Unite. Il governo spagnolo ha proposto di organizzare una conferenza internazionale per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente. http://www.elmundo.es/elmundo/2006/11/10/ internacional/1163117240.html Ciò segna l'inizio di una fine, e la fine di un inizio "Rumsfeld paga il prezzo del messaggio che gli Stati Uniti hanno mandato a Bush": l'architetto della guerra in Iraq si è dimesso dopo la vittoria dei democratici al Senato. L'editoriale titola: "Grazie, America". I risultati delle elezioni di meta' mandato, scrive il Guardian, riaffermano che un'America diversa e migliore puo' ancora offrire speranza invece che disperazione al mondo. http://www.guardian.co.uk/commentisfree/tory/0,,1942905,00.html Il capo dell'intelligence Usa dipinge un quadro pessimistico dell'Iraq La situazione sul campo in Iraq è pessima, dicono le spie del Pentagono e della CIA. Ma potrebbe peggiorare ancora. Come se i politici avessero bisogno di sentirsi ricordare dell'urgenza di intervenire per una svolta in Iraq, due alti ufficiali dell'intelligence ieri hanno detto parole forti sulla guerra. Il generale Michael Hayden, direttore della CIA, ha ammonito la Commissione Forze Armate del Senato nell'audizione di ieri che le violenze settarie fra sciiti e sunniti in Iraq sono oramai al punto che ''rappresentano una minaccia immediata per la stabilità dell'Iraq e del suo futuro". La superspia del Pentagono, il responsabile dell'intelligence della Difesa generale Michael Maples, è stato ascoltato insieme a Hayden (CIA) e ne ha condiviso l'analisi. ''Anche se non si è ancora arrivati all'implosione dell'autorità centrale, l'Iraq è vicino a questa possibilità'', ha detto Maples. L'audizione dei due responsabili dell'intelligence è arrivata subito dopo quella del generale John Abizaid, ma i capi dei servizi si sono mostrati anche più pessimisti di lui sulle prospettive dell'Iraq se gli USA non riescono ad assicurare sufficiente stabilità al governo centrale iracheno in modo che davvero sia sovrano sul paese. Le conseguenze di un collasso dello stato iracheno sarebbero "catastrofiche" per gli iracheni, ha ammonito Hayden. ''Piomberebbe rapidamente nel caos e la strada per uscirne sarebbe molto lunga". L'instabilità per il resto della Regione sarebbe alta. La tentazione per Iran e Siria di intervenire potrebbe diventare irresistibile. E ha aggiunto un Hayden preoccupato, ''godrebbe dell'appoggio del nostro peggiore nemico, al Qaeda". w w w . t i m e . c o m / t i m e / w o r l d / a r t i c l e /0,8599,1560025,00.html Soldato statunitense ammette stupro e omicidio James Barker, uno dei quattro soldati statunitensi accusati dello stupro e dell'omicidio di una ragazza di 14 anni a Mahmudiyah, in Iraq, nel marzo del 2006, si è dichiarato colpevole davanti alla corte marziale per avere uno sconto di pena. Due suoi compagni rischiano la pena di morte. I quattro marines avevano ucciso anche i genitori e la sorella minore della ragazza. Un altro soldato statunitense, John Jodka, è stato condannato a 18 mesi di prigione per aver partecipato all'omicidio di un civile iracheno ad Hamdania nell'aprile scorso. www.gulf-news.com/world/U.S.A/10083042.html Rumsfeld sospettato di crimini di guerra Un gruppo di legali ha chiesto a un tribunale tedesco di aprire un'indagine per presunti crimini di guerra commessi da Donald Rumsfeld. Secondo gli avvocati, l'ex segretario della difesa statunitense e altri 13 alti funzionari del Pentagono avrebbero autorizzato esplicitamente l'uso della tortura nel carcere di Abu Ghraib, in Iraq, e nel campo di detenzione di Guantanamo, a Cuba. La legge tedesca permette di istruire un processo per crimini di guerra a prescindere da dove questi siano stati commessi. www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/11/14/AR2006111401263.html Olmert provoca una polemica negli Stati Uniti In occasione della sua visita a Washington il premier israeliano Ehud Olmert ha lodato pubblicamente la guerra in Iraq, sollevando un fuoco di critiche da parte dei democratici. Nel discorso tenuto insieme a George W. Bush dopo il loro incontro, Olmert ha detto che la guerra in Iraq ha reso più stabile il Medio Oriente. "I commenti di Olmert non sono accettabili", ha dichiarato un portavoce del Partito democratico, "e possono essere interpretati come un tentativo d'influenzare il dibattito politico americano". http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArtVty.jhtml?sw=olmert+iraq&itemNo=787767 GIUSTIZIA 20 Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 Riforma dell'ordinamento giudiziario, la storia infinita di Carlo Guarnieri (la voce.info, 26.10.2006) Il 23 ottobre la Camera ha d e f i n i t i v amente approvato la sospensione, fino al 31 luglio 2007, di buona parte della riforma dell’ordina mento giudiziario varata dalla precedente maggioranza nella scorsa legislatura. In particolare, la sospensione interessa due aspetti di rilievo della riforma ideata dall’exministro Castelli: la cosiddetta separazione delle carriere e la progressione in carriera dei magistrati. paralizzato. La discussione sulla necessità di separare le carriere di giudice e pubblico ministero è in corso da lungo tempo. Grosso modo, gli avvocati, specie i penalisti, sono favorevoli e i magistrati, largamente contrari. La separazione, di per sé, poco influirebbe nell’immediato sul rendimento del sistema giudiziario. D’altra parte, il nostro processo -penale e civileha bisogno di una forte semplificazione, se si vuole ricondurne la durata a tempi ragionevoli (1) Separare le carriere? Per fare questo però è neLa riforma Castelli prevedeva che entro il 28 ottobre 2006 i magistrati in servizio dovessero optare per una o l’altra delle due funzioni: quella di giudice o quella di pubblico ministero. Per il futuro, era poi previsto che, a cinque anni dall’entrata nel corpo, i magistrati dovessero scegliere definitivamente a quale funzione appartenere. Era una soluzione di compromesso che manteneva il corpo giudiziario unito, anche se dopo i primi anni rendeva impossibile passare da una carriera all’altra. Per questo avrebbe ulteriormente irrigidito i percorsi professionali dei nostri magistrati, cosa di cui non si sente assolutamente il bisogno. Per di più, gli avvenimenti di questi giorni dimostrano che la riforma è difficilmente attuabile. Infatti, pare che, in vista della scadenza del 28 ottobre, centinaia di magistrati abbiano deciso per protesta di chiedere il cambio di funzioni: se la legge non fosse intervenuta a sospendere la riforma, il Consiglio superiore della magistratura sarebbe stato cessaria la collaborazione di tutti i protagonisti del processo: senza il sostegno fattivo dell’avvocatura difficilmente potranno essere portate a compimento riforme che snelliscano le nostre procedure. Quindi, la separazione delle carriere, e in generale un rapporto più stretto fra magistratura e avvocatura, non deve essere abbandonata ma, pur con gradualità, realizzata. Assicurare la professionalità? Un secondo aspetto importante della riforma Castelli riguardava i controlli sulla professionalità dei magistrati. Da tempo è noto che l’attuale situazione è nettamente insoddisfacente e che le qualità dei nostri magistrati sono affidate per lo più alla loro coscienza (che in molti casi, per fortuna, funziona). La riforma del centrodestra voleva risolvere il problema introducendo un complicatissimo sistema di concorsi interni -circa una ventina- che avrebbe assorbito un’enorme quantità di risorse, senza garantire i risultati. Il problema di come verificare le qualità professionali dei magistrati è complesso. In primo luogo è necessario individuare strumenti che le verifichino davvero e non misurino invece qualcos’altro. Ad esempio, i concorsi basati su esami tendono a valutare non tanto le effettive capacità professionali quanto le conoscenze teoriche, che non sempre sono alle prime collegate. Hanno inoltre il difetto di non incentivare l’impegno lavorativo. Anzi, in realtà di scoraggiarlo, dato che la valutazione si basa su conoscenze teoriche che possono essere apprese soprattutto fuori dall’ufficio. Quindi, se valutazioni ci devono essere, è opportuno che tengano presente soprattutto il modo con cui il magistrato svolge le sue funzioni. Importanti potrebbero quindi essere i giudizi dei capi degli uffici, dei consigli giudiziari, dell’avvocatura e, con le dovute cautele, degli stessi cittadini. Semmai, andrebbero costruiti strumenti per evitare le valutazioni sempre e comunque elogiative che non discriminano fra i magistrati. troppo numerose. Prevedere che tutti i magistrati siano valutati ogni quattro anni (2) significa effettuare almeno duemila valutazioni l’anno: è realistico aspettarsi che siano fatte tutte con sufficiente cura? Una strada forse più efficace è quella di investire sulla formazione iniziale. Perché non selezionare meglio? Una legge organizzativa ben nota afferma che il rendimento lavorativo può essere assicurato da una serie più o meno ampia di controlli o da un processo di selezione particolarmente accurato o da una combinazione di questi due strumenti. Se si ritiene, non senza ragione, che i controlli sull’attività del magistrato debbano tenere conto della necessità di non interferire con la sua indipendenza, è opportuno rafforzare il processo di selezione iniziale e farlo seguire da un adeguato periodo di formazione. In questo campo, la riforma Castelli offre qualche buona idea. Innanzitutto, per partecipare al concorso iniziale, oltre all’ovvia laurea in giurisprudenza, richiede un’ulteriore serie di qualificazioni. La valutazione dei magistrati solleva però la questione di come evitare che la loro indipendenza ne possa essere in qualche modo danneggiata. È questo un rischio presente anche quando a compiere la valutazione è un organo interno alla magistratura, come il consiglio giudiziario e lo stesso Csm. Una soluzione è quella di allargare e diversificare la provenienza dei giudizi, in modo da ridurre la probabilità di abusi. D’altra parte, per non ammazzare la qualità con la quantità, è anche opportuno che le valutazioni non siano La lista dei titoli necessari può ovviamente essere ritoccata, ma l’idea resta valida, soprattutto perché per la prima volta tiene in qualche conto l’esperienza professionale. Inoltre, la riforma ha istituito finalmente la scuola della magistratura (3) Anche in questo caso, qualche ritocco è necessario. Alla scuola sono stati assegnati troppi compiti e voler istituire tre sedi è perlomeno velleitario. La riforma Castelli non va però abbandonata: senza una miglior formazione – (Continua a pagina 21) INTERNI 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 21 Riforma dell'ordinamento giudiziario, la storia infinita (Continua da pagina 20) che includa anche una dimensione organizzativa – difficilmente sarà possibile migliorare il rendimento della nostra giustizia. Naturalmente, molto dipenderà dalla capacità del Parlamento di decidere. Molto dipenderà anche dalla volontà degli attori principali -magistratura e avvocatura in primis- di trovare un accordo. Oggi, le prospettive non sembrano promettenti. Ma, si sa, la speranza è l’ultima a morire. Carlo Guarnieri la voce.info, 26.10.2006) Note (1) L’ultima, ennesima, condanna del Consiglio d’Europa è del 2 ottobre scorso. Vedi http://www.coe.int/ t/dc/press. (2) Vedi Italia Oggi del 26 ottobre 2006. (3) Il decreto è in vigore, anche se finora non sembra avere ancora trovato applicazione. Carlo Guarnieri è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna dove insegna sistema politico italiano e sistemi giudiziari comparati. Fra i suoi lavori più recenti: La giustizia in Italia, Bologna, Il Mulino, 2001 e (con Patrizia Pederzoli), The Power of Judges, Oxford, Oxford UP, 2002, e La magistratura nelle democrazie contemporanee, Bari, Laterza, 2002. Se la giustizia non aiuta le imprese di Magda Bianco e Silvia Giacomelli (www la voce info, 26-10-2006) È ormai una convinzione ampiamente condivisa che l’inefficienza della giustizia civile in Italia rappresenti uno dei "fattori di contesto" che limitano competitività e capacità di crescita del paese. Ad esempio, la mancata efficace applicazione delle norme rende "monche" molte delle riforme realizzate di recente in diverse aree: sono prive di reale mordente, perché non vi è certezza della sanzione in caso di mancato rispetto. Tutto ciò genera costi rilevanti per l’economia. sto modo ha un effetto negativo sulla loro crescita. Può inoltre rendere più difficile la nascita di nuove imprese. In assenza di meccanismi formali che assicurino che i contratti siano sempre rispettati, i "nuovi arrivati" devono utilizzare quelli informali, ad esempio costruendosi una reputazione come partner contrattuali affidabili. Questa esigenza può tradursi in una barriera all’entrata perché le nuove imprese sono svantaggiate rispetto a quelle sul mercato da più tempo. Gli effetti sul sistema economico Province a confronto Vi sono studi e analisi basate su confronti internazionali che mostrano come un’inefficiente applicazione delle leggi abbia effetti negativi sui mercati finanziari, ad esempio. Se i creditori non sono certi della tutela del proprio credito tenderanno a chiedere tassi di interesse più elevati o a concederne di meno: anche in presenza di "buone" regole di governance, l’incertezza relativa alla loro efficace applicazione riduce l’accesso al mercato dei capitali degli investitori. Ma una giustizia che non funziona -per i tempi eccessivamente lunghi o perché non assicura "certezza del diritto"- disincentiva anche gli investimenti delle imprese industriali, il cui rendimento diviene più incerto, e in que- È possibile misurare la rilevanza di questi canali. Un confronto tra le diverse province italiane, caratterizzate da un diverso grado di efficienza della giustizia (misurata in prima approssimazione dalla durata dei procedimenti civili di cognizione ordinaria, di primo grado, esauriti con sentenza) permette di valutare gli effetti di tali differenze sulla "natalità" delle imprese e sulle loro dimensioni, a parità di settore e tenendo conto di una serie di altri fattori che possono influenzare le due variabili: in particolare, il grado di sviluppo dell’area, la disponibilità di capitale umano, di infrastrutture materiali, di "capitale sociale" e di finanziamenti. Le stime indicano che effettivamente una giustizia più inefficiente è associata a una minore natalità delle imprese, in particolare di quelle che si costituiscono in forma di società di capitali: se il livello di efficienza della giustizia crescesse di un ammontare pari alla differenza tra le province con l’apparato giudiziario meno efficiente e più efficiente, il tasso di natalità delle imprese crescerebbe di circa tre quarti di punto percentuale. E bisogna ricordare che il tasso medio di entrata per le società di capitali è di poco superiore al tre per cento. Una giustizia meno efficiente è anche correlata a dimensioni medie delle imprese inferiori. Un differenziale di efficienza pari a quello esistente tra la provincia con l’amministrazione della giustizia più inefficiente e quella più efficiente si traduce in un differenziale di fatturato (mediano) di circa 31 mila eu ro, pari all’8 per cento di quello dell’impresa mediana. Le stime suggeriscono che l’inefficienza della giustizia incide negativamente sulle dimensioni soprattutto nei settori che dipendono in misura maggiore dalla disponibilità di finanza esterna: in questi casi una tutela adeguata dei finanziatori è essenziale per la crescita. Questi risultati e i confronti internazionali recenti, a partire da quelli realizzati dalla Banca Mondiale nel suo rapporto "Doing Business" o da quelli svolti dal Cepej, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia, sia pure riferiti al solo rito del lavoro, indicano che la giustizia civile in Italia è assai più inefficiente non soltanto di quella dei maggiori paesi industrializzati, ma anche di molti di quelli di recente industrializzazione o in via di sviluppo: abbiamo forse individuato un ulteriore fattore che contribuisce a spiegare il "nanismo" delle nostre imprese nel panorama internazionale. Per saperne di più D. Marchesi (2003), Litiganti, avvocati e magistrati. Diritto ed economia del processo civile, Il Mulino, Bologna. M. Bianco e S. Giacomelli (2004), "Efficienza della giustizia e imprenditorialità: il caso italiano", Economia e Politica Industriale. * Le idee e le opinioni espresse sono da riferire esclusivamente alle autrici e non implicano la responsabilità dell'Istituto di appartenenza. ♦ Silvia Giacomelli Ha conseguito un Master in Economia presso il Coripe Piemonte. Dal 2000 lavora in Banca d’Italia, nell’Ufficio Dritto dell’economia. Si occupa di corporate governance, semplificazione amministrativa, efficienza della giustizia civile. Magda Bianco Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of Economics nel 1995. Dal 1989 lavora in Banca d’Italia, prima presso il Servizio Studi, dal 1999 nell’Ufficio Dritto dell’economia. Ha insegnato Economia industriale all’Università degli Studi di Bergamo. Si occupa di corporate governance, economia del diritto fallimentare, efficienza della giustizia civile. 22 Giustizia e Libertà ASSASSINIO FORTUGNO 16 novembre 2006 Azione penale e gli Atti Repressi-Cautelari da www.genovaweb.org Il responsabile del nostro sito, Presidente della nostra associazione, Christian Abbondanza, è indagato, assieme a Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it, dalla Procura di Reggio Calabria per aver pubblicato e diffuso la Relazione sulla ASL di Locri della Commissione d’Accesso, per i delitti di cui agli artt.. 110, 117, 326 C.P.. torio Zucconi e ci troviamo indagati con lui, in concorso nella violazione di Segreto d’Ufficio. Si afferma nel provvedimento che noi, come Elio Veltri e gli altri amici di Democrazia e Legalità, potremmo costituire pericolo per un reiteramento della violazione con diffusione della Relazione. I giornalisti di Democrazia Legalità hanno subito una perquisizione armata il 27 ottobre all’ora dei “camorristi”, con sequestro di computer, supporti informatici e documentazione cartacea. Con il Direttore della testata, Elio Veltri, sono anche loro indagati per i medesimi reati. La perquisizione ed i sequestri, nelle abitazioni, sono stati effettuati senza l’assistenza di un legale, anche in considerazione del fatto che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha nominato un difensore d’ufficio che da tre anni si è trasferito al Foro di Milano! Ma allora: perché il portale di libero.it può continuare a diffondere la relazione ? ( http://canali.libero.it/affaritaliani/upload/re/0001/relazione_locri1.pdf ) Il 3 novembre, senza alcuna notifica, sono state oscurate le pagine internet del nostro sito (www.genovaweb.org) e del sito di Democrazia Legalità (www.democrazialegalita.it), ove era pubblicata la Relazione. La relazione, a quanto ci risulta, a seguito di una “visita” della Polizia Postale, è ‘svanita’ anche dal sito di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/ inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9fortugno.html). Il 3 novembre, nella serata, Democrazia Legalità si è vista bloccare letteralmente il sito, che è stato posto sotto sequestro, sempre senza alcuna notifica, ne al Direttore ne ai responsabili. Il 7 novembre, dopo insistenti nostre telefonate, siamo riusciti ad essere “notificati”. Ma non abbiamo ricevuto la notifica del procedimento penale (n° 2243/06 R.G. notizie di Reato – Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Reggio Calabria). Abbiamo avuto solo il “seguito”. In questo modo non abbiamo nemmeno potuto nominare, come previsto dalla legge ed in violazione palese del Diritto, il nostro legale di fiducia (che già sta seguendo la vicenda), Avv. Alfredo Galasso. Sempre -e solo- il 7 novembre ha ricevuto notifica anche Elio Veltri. E’ folle tutto, in questa storia. Non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere, ad esempio, Vit- Ma allora: perché il sito dei Comunisti Italiani della Calabria può continuare a diffondere la relazione ? (http://www.comunisticalabria.org/studi/relazione_locri.pdf ) Ma allora perché il Sole 24 Ore può leggere alla Radio 24 tutti i giorni (ha iniziato il 30 ottobre) la stessa Relazione, ascoltabile anche on line ? (http://www.radio24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&chId=40&sezId=11631 ) Perché diverse televisioni locali della Calabria fanno la stessa cosa del Sole 24 Ore ? E perché, sempre in Calabria, ciò è proibito – con tanto di due perquisizioni e sequestri – al quotidiano Calabria Ora ? Perché sono stati “pubblicamente” sequestrati e censurati i link solo dei siti che non hanno protezioni politiche e coperture economiche, come noi e Democrazia e Legalità ? Se è stato posto sotto sequestro e bloccato completamente il sito del periodico di Elio Veltri, la stessa sorte sarà riservata al nostro, a quello di Repubblica.it o quello della Radio del Sole 24 Ore, o ancora quelli del portale liberto.it e quello dei Comunisti Italiani della Calabria ? IN CONCLUSIONE Noi non cediamo e continuiamo a diffondere i link dove è possibile scaricare la Relazione, abbiamo realizzato una pagina speciale con tutte le trasmissioni di Reporter24 della Radio del quotidiano di Confindustria (Continua a pagina 23) ASSASSINIO FORTUGNO 16 novembre 2006 Giustizia e Libertà 23 Azione penale e gli Atti Repressi-Cautelari (Continua da pagina 22) dove la si può ascoltare. (http://www.genovaweb.org/legalita_2/radio24_sole24ore.htm ). Diamo naturalmente piena ospitalità sul nostro sito al periodico on line “Democrazia Legalità”. ( http://www.genovaweb.org/democrazialegalita ) Abbiamo promosso un dossier (che non è stato censurato o sequestrato) sulle altre società e soci, partendo dai “citati” dalla Commissione d’Accesso nella Relazione, al fine di permettere (agevolare) la verifica su quali altri settori e enti della pubblica amministrazione vi siano infiltrazioni della ‘ndrangheta. (http://www.genovaweb.org/materiali/dossier_asl_locri.pdf ). Continuiamo a porre le domande sul perché questo tentativo di mettere a tacere una vicenda inquietante, tanto quanto il panorama che emerge dalla Relazione. Aggiungiamo solo un’altra domanda. Perché si tace sulla vicenda ? Perché nessuno scrive dell’azione penale attuata dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti, oltre che nostri, del Direttore di Repubblica.it, Vittorio Zucconi, e del Direttore e giornalisti di Democrazia Legalità, ed ancora del Direttore di Calabria Ora, Paride Leporace ? re regolari, viziando alla radice al legittimità e la legalità di tali provvedimenti (prima agisco e poi, forse notifico e se notifico una parte, impedendo l’azione difensiva, che nel processo penale è stata posta allo stesso piano della pubblica accusa). Elio Veltri ha commentato da Radio24: i giudici della Procura di Reggio Calabria è un oltre un anno che non hanno cavato un ragno dal buco sull’omicidio Fortugno. Adesso fanno queste cose un po’ diversive. Se la volontà che sta dietro a questa allucinante azione, a danno di chi ha pubblicato la Relazione, era -ed èquella di intimidire di fatto chi, a conoscenza di documenti ufficiali pubblici -certamente pesantemente scomodi, sceglie di diffonderli, fedelmente alla Costituzione, trova acquiescente servilismo nel silenzio assordante, che dal pressoché totale mondo dell’informazione arriva. Tacendo questa notizia, questi fatti, non si fa che accogliere, accettandola incondizionatamente, questa intimidazione, tacendo pur a conoscenza dei fatti, per non “turbare”, rinunciando di fatto (almeno si abbia il coraggio di dichiararlo) al dovere di una libera e completa informazione. Ringraziamo i Parlamentari che hanno promosso Interrogazioni e interventi verso il Governo su questo folle e inquietante susseguirsi di fatti e che non vogliono far cadere nel silenzio il contenuto (ed i rapporti mafiapolitica-affari) che emergono dalla Relazione, auspicando che giungano rapide e concrete risposte. Una volta si cercavano gli scoop. Adesso sembra ci sia la rincorsa ad arrivare ultimi, anzi a non arrivare mai. Un’iniziativa come quella intrapresa da alcuni giudici della Procura di Reggio Calabria è estremamente pesante e allucinante, oltre che al di fuori delle procedu- L’Ufficio di Presidenza Christian Abbondanza, Simonetta Cartiglio, Enrico D’Agostino Fuori la talpa di Elio Veltri Faccio un appello accorato alla Talpa della relazione sull’ASL di Locri, quella che la magistratura sta cercando nei nostri computer. puoi farlo. Poi ci faremo processare insieme perché, per avere pubblicato la relazione, dobbiamo pagare. Cara Talpa, i magistrati ti stanno cercando disperatamente. Se i responsabili dell’omicidio Fortugno e di tutti gli altri omicidi di mafia non saranno assicurati alla giustizia poco importa. Rientra nella normalità del nostro paese. Molti di noi sono indagati. I nostri siti sono stati sigillati. Ma non è per me, per noi, che mi appello a te. E’ solo per salvare il paese. Infatti se tu non vieni fuori, i magistrati indagheranno mezza Italia, le spese della giustizia diverranno insostenibili e le tasse nella finanziaria aumenteranno. Ma se non paghiamo noi che abbiamo pubblicato la relazione sarà scandalo. Per il bene del paese qualche sacrificio bisogna pure farlo. E’ quello che ti sto chiedendo con questo appello che mi auguro i magistrati leggano. Hai in mano le sorti del paese. Tuo (sconosciuto) - Elio Veltri Ti prego, salvalo. In questo momento solo tu 24 Giustizia e Libertà PETIZIONE AL PARLAMENTO 16 novembre 2006 Petizione al Parlamento Italiano per una legge elettorale di tipo maggioritario ed una democrazia partecipata da News 73 - 2006 (info@libertàegiustizia.it, 3 novembre 2006) Libertà e Giustizia, Cittadini per l'Ulivo e Associazione per il partito democratico promuovono una petizione ai Parlamento per una nuova legge elettorale. Con la petizione al Parlamento si chiede il ritorno ai sistema maggioritario e una riforma per garantire una democrazia maggiormente partecipata. Le tre associazioni si impegnano a raccogliere le firme nel corso di riunioni, convegni, manifestazioni dei rispettivi calendari di appuntamenti. Per raccogliere le firme è possibile stampare il modulo allegato (nel sito di GeL, nde) che, una volta compilato, può essere spedito al seguente indirizzo: Associazione Libertà e Giustizia via Col di Lana, 12 20136 MILANO Per tutte le informazioni sulla petizione e la raccolta firme: tel. 02.4549.1066 PETIZIONE AL PARLAMENTO ITALIANO per una legge elettorale di tipo maggioritario ed una democrazia partecipata Ai sensi dell'art. 50 della Costituzione PREMESSO Che la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 ha introdotto in Italia una confusa ed inefficiente tipologia di sistema elettorale proporzionale, con soglia di sbarramento e premio di maggioranza. Che la precedente legislazione elettorale, abrogata dall'attuale disciplina, era stata approvata a seguito dei referendum popolari degli anni 1991 (contro le preferenze) e 1993 (che ha introdotto il sistema maggioritario uninominale con quota proporzionale). CONSIDERATO Che la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 approvata alla fine della scorsa legislatura: ha incrementato la frammentazione dei soggetti politici ha accresciuto il numero dei partiti in ciascuna coalizione ha tolto agli elettori il potere di scegliere chi eleggere attraverso l'introduzione di liste bloccate, determinate dai vertici dei partiti ha consentito la possibilità di candidature multiple, che hanno consegnato a pochi "plurieletti" il potere di scegliere, mediante le opzioni, circa un terzo dei componenti del Parlamento ha scoraggiato l'uso, anche visivamente sulla scheda elettorale, di simboli e nomi di coalizione, dando risalto a quelli dei singoli partiti, di fatto rendendo le coalizioni molto simili a cartelli elettorali che per quanto esistano dei buoni sistemi elettorali proporzionali -in grado, tra l'altro, di mantenere il bipolarismo- non è palesemente il caso di quello attualmente in vigore nel nostro paese che un buon maggioritario ha, realisticamente, in Italia la possibilità di introdurre una maggiore go(Continua a pagina 25) 16 novembre 2006 PETIZIONE AL PARLAMENTO Giustizia e Libertà 25 Petizione al Parlamento Italiano (Continua da pagina 24) vernabilità (stabilità più efficienza), oltre al bipolarismo ed alla riduzione degli attori politici RITENUTO Che l'articolo 49 della Costituzione recita "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale"; Che, pertanto, i partiti hanno il dovere di accrescere e valorizzare la partecipazione democratica dei cittadini, anche mediante forme aperte e trasparenti di selezione delle candidature e della rappresentanza politica; Che il ruolo dei partiti di elaborare politiche pubbliche e formare la classe politica dirigente deve essere svolto all'insegna della trasparenza, responsabilità, compartecipazione, ricambio generazionale e di genere, evitando tentazioni di chiusura oligarchica ed autoreferenziale; Che, in una democrazia compiuta, ai cittadini deve essere assicurata la possibilità di scegliere chiaramente tra alternative di governo, nell'ottica di un'autentica democrazia bipolare e di alternanza; Che il voto dei cittadini deve potersi tradurre in governi duraturi ed efficienti, responsabili di fronte all'elettorato, estranei a trasformismi e cambiamenti di maggioranza; Che la modifica della legge elettorale ha un carattere di urgenza e di priorità assoluta e pertanto non può essere relegata ad ipotetiche iniziative di "fine legislatura"; I SOTTOSCRITTI CITTADINI CHIEDONO Che il Parlamento italiano proceda al più presto ad una riforma della disciplina elettorale sulla base dei seguenti indirizzi: 1) INTRODUZIONE DI UN SISTEMA ELETTORALE DI TIPO MAGGIORITARIO, CON COLLEGI UNINOMINALI. LE CARICHE ELETTIVE. 4) GARANZIA, NELLE CANDIDATURE, DI UNA ADEGUATA RAPPRESENTANZA GENERAZIONALE E DI GENERE. 5) DIVIETO DI CANDIDARSI IN PIU'COLLEGI (CANDIDATURE PLURIME). 6) RIGOROSA DISCIPLINA DELL'ELEGGIBILITA', IN PARTICOLARE PER CHI HA SUBITO CONDANNE PENALI DEFINITIVE PER REATI GRAVEMENTE LESIVI DELL'INTERESSE PUBBLICO. 7) PRINCIPIO DEL DIVIETO DI CUMULO DI INCARICHI ELETTIVI, SOPRAT TUTTO SE DI PARTICOLARE IMPORTANZA. 8) RICONOSCIMENTO LEGALE DELLO STATUTO DELL'OPPOSIZIONE, NONCHE'DELLE RAPPRESENTANZE DELLE AUTONOMIE REGIONALI E DELLE MINORANZE LINGUISTICHE. 9) FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI DA LIMITARSI AI SOLI RIMBORSI ELETTORALI, EROGABILI LIMITATAMENTE AI GRUPPI PARLAMENTARI ED AI PARTITI RAPPRESENTATI IN PARLAMENTO. INVITANO Le Camere a prendere a prendere le conseguenti determinazioni. Nel caso in cui il Parlamento non riterrà di procedere alla revisione della legge elettorale, i sottoscritti cittadini sì riservano di ricorrere al diritto costituzionale di raccogliere le firme per richiedere un referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge elettorale n. 270 del 21 dicembre 2005. PROMUOVONO L'INIZIATIVA 2) SUBORDINATAMENTE AL TIPO DI MAGGIORITARIO PRESCELTO, INTRODUZIONE DI UNA ADEGUATA SOGLIA DI SBARRAMENTO. Gregorio Gitti (per "Associazione per il Partito Democratico") Sandra Bonsanti (per "Libertà e Giustizia") Massimo Cellai (per "Cittadini per l'Ulivo") 3) ADOZIONE DEL PRINCIPIO DELLE PRIMARIE CHE "CON METODO DEMOCRATICO" CONSENTONO LA SELEZIONE DELLE CANDIDATURE AL- News 73 - 2006 info@libertàegiustizia.it 3 novembre 2006 INTERNI 26 Giustizia e Libertà 16 novembre 2006 Tutti i limiti di Mediaset Così facendo l’esecutivo danneggia sia gli altri atale, ma in quanto sotto il zionisti, sia quanti hanno controllo azionario del votato perché al governo capo dell’opposizione. del paese andasse chi (Continua da pagina 13) l’avrebbe guidato con Gli uni e gli altri devono competenza, rispetto dei amaramente constatare di diritti, attenzione al mer- essere minoranze. cato, per lo sviluppo. Franco Debenedetti www la voce.info Lettera a GL (Continua da pagina 14) ancora oggi della sua bravura; peccato che ci portò a morire la ragazza, tant’è che una delle vie porta (per buon contentino) il nome della sfortunata. Ma gli arrampicatori (che fanno solo roccia), diversamente dagli alpinisti (che fanno tutto), hanno poca cultura della sicurezza. Allora il nostro era un operaio Telecom; invece di lavorare si laureò in una di quelle facoltà “inventate dal Fascio per dare un pezzo di carta ai gerarchi ignoranti”, per citare Roghi, il mio venerato docente di analisi matematica dei bei tempi (io avevo la sua stima, ma lui era noto per bocciare 24 studenti su 25). La tesi fu già allora un capolavoro della mentalità “due piedi, in due staffe: “Togliatti e il mezzogiorno”, che oggi gli permette di arricchire il cumulo di menzogne con l’asserzione “sono di sinistra, anzi sono un prodiano sfegatato”. Gli intrallazzi lo hanno portato a fare pure l’assistente all’università di Teramo, immaginate in che mani si mettono gli studenti. Oggi passa per un esperto di informatica: io, che d’informatica credo di saperne non poco e scusate l’immodestia, penso che sia soprattutto un “barattiere”, esattamente come “er farina”, che non sa fare nemmeno il giornalista per cui è pagato e nemmeno l’agente, per cui è stato strapagato; e pure come er “pollaro” che non trova di meglio per difendere la sua posizione indifendibile, che vantare la liberazione di Torsello; dal suo ufficio di Roma, nientemeno ! E quando ormai tutti sanno che in realtà la banda si è occupata, di volta in volta, di fabbricare su commessa USA l’alibi dell’uranio nigeriano per giustificare l’intervento in Iraq, di passare su un “cuscino di raso”, sempre agli USA, il lotto di presunti terroristi da torturare e chissà che altro ancora. E per chi ci prendono quelli che esitano ancora a cacciare tutto questo letamaio nelle fogne come è chiaro che sarebbe il caso? Ma per chi ci pren- Massimo G. de ? ! Saddam Hussein è un criminale, ma la pena di morte non serve (Continua da pagina 18) tutto il diritto di processarlo e a mio avviso il processo è stato ipergarantista dimostrando, attraverso documenti reali, che lui ha firmato sentenze terribili di esecuzione. Tu credi nel diritto? Credo che il diritto debba sempre prevalere, quello dell’accusa quanto quella della difesa. Cosa sta accadendo in questo momento in Iraq? Fatta eccezione per i “bollettini di guerra” dei tg si ha la sensazione che l ’ i n f o rmazione si occupi della questione irachena “ad int e r m i ttenza” e non sappiamo cosa stia succedendo realmente. In queste ultime settimane ho a v u t o l’occasione d incontrare numerosi col- colo non così assurdo. leghi giornalisti iracheni, ma anche registi, docu- Quale? mentaristi. Quello che sta Che in Iraq ci possa essere accadendo ora in Iraq è in futuro un nuovo Sadorribile. E gran parte della dam. stampa e dei media ci hanno bombardato per Stefano Corradino mesi e mesi con un’in- (www.articolo21.info formazione settaria e poli- /notizia.php?id= ticizzata senza mai parlare 4248) della situazione irachena se non in termini numeri. I dieci morti di oggi, i venti di ieri. Periodico Politico Indipendente Giustizia e Libertà Mai una riAutorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 flessione seria e approfondiProprietà: L. Barbato ta. Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma [email protected] il E-Mail: Fax: (+39) 06.6227.6293 E intanto Paese è martoriato da una Direttore Responsabile: Luigi Barbato vera e propria Vice Direttore: Paolo Di Roberto guerra civile. Redattore Capo: Antonia Stanganelli E da un peri-