APPROFONDIMENTO ASPETTI GEOLOGICI Il settore ligure
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APPROFONDIMENTO ASPETTI GEOLOGICI Il settore ligure
APPROFONDIMENTO ASPETTI GEOLOGICI Il settore ligure individuato mostra, in uno spazio geografico relativamente ridotto, il susseguirsi di numerosi paleoambienti che coprono un intervallo di tempo che va da circa 300 Ma a circa 30 Ma fa e legati da un unico filo conduttore (chiamato per semplicità “Dominio Provenzale”). Si tratta di quanto osservabile (spesso anche in modo agevole) nella successione litostratigrafica che riposa sulle unità cristalline autoctone delle quali rappresenta la continuazione della storia geologica. L’evoluzione di questi paleoambienti è continua, controllata da articolate vicende tettoniche, ben documentata dalle successioni litologiche e paleontologiche. Inoltre la successione partecipa a due eventi orogenici, con stili e modi completamente differenti da quelli registrati dalle unità cristalline: uno più antico (Pirenaico-Provenzale, Cretacico superiore) e un secondo più recente (Alpino, Oligocene). Le strutture geologiche che si vengono a formare a seguito dei due eventi, hanno una esposizione e scala di osservazione favorevole e attualmente costituiscono l’insieme geologico delle Catene Subalpine Meridionali. I paleoambienti registrati vanno da quelli continentali ai transizionali ai marini, sono legati ad una fascia (paleo)climatica di tipo tropicale e spesso mostrano un rilevante e ben conservato contenuto fossile oltre che particolarità litologiche/sedimentologiche (ad esempio le sedimentazioni marine di ciglio di piattaforma assoggettate a grandi flussi di correnti ricche di nutrienti in risalita). Inoltre, si può considerare che su questa successione litostratigrafica deformata, va poi a stendersi, dopo circa 25 milioni di anni, una sedimentazione strettamente controllata dal bacino del Mar Ligure (Pliocene), che si sviluppa proprio in virtù dei grandi fenomeni geodinamici di apertura del bacino oceanico Ligure-Balearico e che viene controllata dalla storia tettonica più recente, quella che disegna la costa e la piattaforma della Liguria, oltre che il suo reticolo idrografico. La tettonica in questione (Neotettonica) fa poi sentire i suoi influssi anche sulla storia geologica pleistocenica e attuale, agendo in concomitanza con le variazioni eustatiche determinate dalle glaciazioni quaternarie. Analogo discorso si può affrontare considerando la geologia dell’area di Viozene, dato che anche in quella zona è possibile affrontare in modo brillante e originale la successione temporale di paleoambienti la cui nascita, vita e morte sono strettamente controllate dalla storia tettonica (Dominio Brianzonese). Qui l’intervallo tempo è quasi coincidente (si finisce solo un poco prima, nell’Eocene superiore, intorno a 40 Ma), ma la tettonica che ne controlla la vicenda è diversa così come è diverso il quadro orogenico in cui si inserisce. L’evoluzione tettonica è strettamente connessa con una parte dell’orogenesi alpina non evidenziabile in modo chiaro nelle unità cristalline. La successione registra una storia inizialmente simile, ma non uguale, a quella Provenzale, per poi discostarsene drasticamente, proprio perchè i due Dominii giacevano in posizioni limitrofe ma diverse sull’originario paleocontinente (siamo su di una porzione della grande Pangea, la cui genesi si deve, per i settori che consideriamo, proprio alla orogenensi Varisica/Ercinica documentata nelle unità cristalline dell’Argentera e simili). Le strutture geologiche e gli aspetti litologici s.l. sono decisamente pregevoli e ben osservabili. Qui non si registra la storia marina pliocenica, ma si possono vedere gli effetti di quelle variazioni eustatiche in aree molto lontane dalle linee di riva. Del tutto analogo invece l’effetto della tettonica recente, che va a controllare la genesi ultima delle forme del territorio. Il settore marino presenta un assetto geologico strutturale ereditato dagli avvenimenti precedentemente descritti. In particolare si osserva un margine continentale costituito da una piattaforma estremamente ridotta (ampiezza media 5 km) ed una scarpata continentale ad elevata pendenza e caratterizzata da faglie dirette. Ulteriore aspetto rappresentante il margine è dato dalla presenza di numerose incisioni le cui due principali sono il canyon del Roja e quello del Var, che coincidono con gli omonimi corsi d'acqua: quest'ultimi sono delle imponenti incisioni che attraversano tutto il margine fino a giungere alla piana abissale e la cui testata è ubicata a breve distanza dalla costa. Il peculiare assetto conferisce a quest'area caratteristiche ambientali molto favorevoli allo sviluppo della vita marina: infatti la conformazione del margine e la presenza dei canyons sottomarini favoriscono la risalita delle acque profonde che giungono molto prossime alla costa. Questa favorevole situazione ambientale rende queste acque ricche di forme di vita ed in effetti già nel XIX secolo l'area è stata oggetto di numerosi studi di oceanologia e biologia marina culminati, nel 1884, con la realizzazione della stazione zoologica di Villefranche sur mér. In questo caso l'eccellenza è costituita dagli ambienti, non del passato, ma attuali. Si segnala al riguardo il SIC di Capo Mortola - San Gaetano dove la prateria di Posidonia assume, in prossimità della riva, uno sviluppo particolare in virtù dell'assetto geologico strutturale del substrato roccioso. Ancora a Capo Mortola sono presenti diversi popolamenti di coralligeno, in alcuni casi anche molto prossimi a riva. Senza tralasciare il fatto che questo settore è inserito all'interno del santuario dei cetacei. Le sole testimonianze del passato sono individuabili nelle grotte dei "Balzi rossi" dove sono presenti depositi sedimentari testimonianti antiche linee di riva pleistoceniche. La porzione territoriale ricompresa tra il Parco delle Alpi Liguri, il confine italo-francese e Capo Mortola è caratterizzata dalle Unità Tettoniche Delfinese-Provenzale e Ormea, entrambe interessate da fenomeni carsici piuttosto rilevanti e da vari complessi idrogeologici sotterranei, che sfociano in superficie attraverso sorgenti e risorgenze anche spettacolari, quali la Polla Rovereto davanti a Capo Mortola o la risorgenza della Gola delle Fascette.