La donazione di una coppia a 11 enti di ricerca e onlus
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La donazione di una coppia a 11 enti di ricerca e onlus
Nel testamento 5 milioni di euro in beneficenza La donazione di una coppia a 11 enti di ricerca e onlus Può sembrare una notizia fuori dal tempo, in una fase storica di crisi economica che morde e di egoismo che mette radici un po' ovunque, come piace sottolineare ai sociologi. E invece no, è tutto vero, l'atto è già in tribunale: una coppia di anziani, morti a novembre a soli 11 giorni uno dall'altro, ha lasciato tutta la sua liquidità, 5 milioni di euro, a enti di ricerca e associazioni bergamasche, in tutto 11 realtà destinatarie di fondi suddivisi in parti uguali: 454.545 euro per ognuna. Un testamento eccezionale, redatto dal notaio Fabrizio Pavoni nello studio di via Brigata Lupi, su richiesta dei due benefattori: lei si chiamava Anna Venanzi, bergamasca originaria di Palosco che viveva in città, nata nel 1926 e scomparsa lo scorso 8 novembre. Lui, di origini siciliane, era Giuseppe Caminiti, del '30, morto il 19 novembre: ufficiale dell'esercito, poco più che ventenne era stato distaccato alla caserma Montelungo, e nelle sue libere uscite a Bergamo aveva conosciuto la futura moglie. Un anno prima di morire si erano presentati entrambi dal notaio, chiedendo la redazione di un «testamento pubblico», stilato di fronte a loro e a due testimoni neutrali, come prevede la legge. Non avevano figli, i due anziani, «quindi nessun legittimario», solo parenti più lontani, sparsi per l'Italia. «Vogliamo che i nostri soldi siano utili agli altri», questa la loro volontà, materializzatasi in un elenco di destinatari del loro lascito, che marito e moglie avevano preparato personalmente: l'istituto Mario Negri, la Fondazione Centro don Orione per l'assistenza domiciliare, l'Adb (Associazione disabili bergamaschi), la «Paolo Belli - Lotta alla leucemia», la Casa di riposo Piatti Venanzi di Palosco, le sedi bergamasche dell'Airc(per la ricerca contro il cancro), dell'Aisla, dell'Associazione italiana sclerosi multipla, della Uildm, dell'Unione italiana ciechi, e infine Telethon, la Fondazione nazionale. A tutti, associazioni, fondazioni, istituto di ricerca e centri di assistenza, è già arrivata la comunicazione, in posta elettronica certificata, che illustra il lascito. La procedura testamentale è già esaurita: è il mo- La storia Lei bergamasca, lui siciliano, militare alla Montelungo: morti a 11 giorni di distanza mento di trasferire i fondi indicati dalla coppia di filantropi. «Un caso davvero raro, eccezionale — commenta il notaio Fabrizio Pavoni —. Le associazioni onlus, e gli enti di ricerca, presentano spesso le loro attività ai notai, auspicando, laddove possibile, di poter ottenere lasciti finalizzati alla beneficenza. Ma mi sono sempre rifiutato di agire in tal senso. In questo caso non ce n'è stato proprio bisogno. La coppia ha voluto le idee chiare fin da quando si è presentata nel mio studio. Un gesto che lascia davvero il segno». Armando Di Landra Giuliana Ubbiali La vicenda • Isaia Schena, autotrasportatore di 38 anni di Cene, è in carcere dal 9 marzo 2014 per l'omicidio di Madalina Palade, 27enne rumena. I due si erano conosciuti al night «Piccolo fiore» • Il cadavere era stato scoperto dai carabinieri nella baracca cheSchena possedeva sul Monte Bue a Cene. Lì la coppia si era data appuntamento la sera precedente • N38enneera stato trovato accanto al letto, ferito allo stomaco perché, una volta smaltiti alcol e cocaina, aveva tentato di farla finita con alcune coltellate • Schena era stato già condannato per un fatto identico a tre anni e mezzo. In quel caso, però, la ragazza era riuscita a fuggire dalla baracca e a chiedere aiuto