l`industria chimica in italia
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l’industria chimica in italia Rapporto 2011-2012 Nel momento critico che stiamo vivendo, la lettura di questo Rapporto può essere considerata uno stimolo e una motivazione per guardare al futuro con fiducia. Le imprese della chimica stanno facendo il massimo per superare la recessione, con i mezzi migliori cioè l’investimento in ricerca, la tendenza all’innovazione, il miglioramento continuo verso condizioni di lavoro ottimali per il lavoratore e per l’impresa, con uno specifico impegno alla sostenibilità. Un impegno che non si ferma nemmeno davanti agli ostacoli strutturali (burocrazia, costo dell’energia etc.) che, purtroppo, sono ben lungi dall’essere superati. Forte della rappresentatività di un comparto industriale strategico per la ripresa, Federchimica è impegnata su più fronti, come documenta questa pubblicazione ricca di risultati conseguiti dalle imprese e di sfide ancora aperte per la chimica e per il nostro futuro. Il 2011, Anno internazionale della chimica, ha posto le premesse per superare una visione negativa e stereotipata della chimica e abbiamo iniziato un dialogo nuovo sulla chimica come scienza, materia di studio, professione, opportunità. Abbiamo cercato di evidenziare come la chimica sia al centro dei moltissimi ambiti che rendono migliore la qualità della nostra vita. Riconsiderare il ruolo chiave della chimica, ad esempio nell’alimentazione e nella sfida globale che essa pone, è un modo concreto per valorizzarne l’indispensabilità lungo tutta la filiera; ecco perché Expo 2015, dedicato proprio al tema: “Feeding the Planet”, potrà rappresentare una ulteriore e determinante tappa nel cammino che porterà alla chimica ulteriore riconoscimento e a una migliore reputazione. La chimica, nei suoi svariati campi di applicazione, è in realtà alla base di moltissimi settori industriali, tanto da poter essere considerato come comparto “sentinella” dell’andamento economico del Paese. In tempi caratterizzati da forti oscillazioni finanziarie quali quelle cui stiamo assistendo, la ripresa deve fondarsi su una nuova politica industriale, che trovi applicazione anzitutto nella chimica quale comparto virtuoso per tutto il sistema industriale. È questa la nostra ricetta per tornare a crescere: valorizzare l’industria manifatturiera con rinnovato slancio, nel quale la chimica può giocare un ruolo strategico. Cesare Puccioni Presidente INDICE Prima parte L’industria chimica in Italia e nel mondo Agrofarmaci 54 Principi attivi e intermedi di chimica farmaceutica 55 Chimica fine e delle specialità 56 Additivi e ausiliari per la detergenza e prodotti oleochimici 57 L’anno della reputazione 9 Lo scenario economico 13 Lo scenario europeo 21 Sicurezza, salute e ambiente 23 Ingredienti cosmetici, additivi farmaceutici e fragranze 58 Sicurezza prodotti: le recenti novità 25 Chimica per il settore alimentare 59 Chimica ed energia 27 Oli lubrificanti 60 Logistica e competitività 31 Abrasivi 61 Ricerca e innovazione 35 Smalti per ceramica, pigmenti inorganici, ossidi metallici 62 Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile 37 Adesivi e sigillanti 63 Relazioni industriali e risorse umane 41 Pitture e vernici 64 Gas tecnici, speciali e medicinali 65 Detergenti e specialità per l’industria e per la casa 66 Cosmesi 67 Farmaci di automedicazione 68 Seconda parte La chimica e i suoi settori Chimica di base organica, inorganica e tensioattivi 49 Prodotti per la salute animale 69 Materie plastiche e resine sintetiche 50 Biotecnologie 70 Fonti rinnovabili 51 Prodotti aerosol71 Agricoltura e mercato dei fertilizzanti 52 Gas di petrolio liquefatti 72 Fibre artificiali e sintetiche 53 Servizi ambientali all’industria chimica 73 Appendice Federchimica: organizzazione E struttura77 Prima parte L’Industria chimica in Italia e nel mondo Torna all’indice L’anno della reputazione “La grande storia della chimica dei paperi” pubblicata dal settimanale Topolino in occasione dell’Anno internazionale della Chimica. Il 2011, Anno internazionale della chimica, è stato un’occasione straordinaria per la reputazione della chimica e delle organizzazioni che la rappresentano come scienza, come professione e come settore industriale. In generale tutti gli organismi promotori delle iniziative svolte nel 2011 si sono trovati concordi nell’opportunità, offerta da enti internazionali della massima autorevolezza, di parlare di chimica in modo ampio, propositivo e non reattivo. Dopo molti anni si è potuto raccontare la chimica come scienza che contribuisce significativamente al progresso e al miglioramento della qualità della vita. Per ottenere un’accoglienza favorevole a questi messaggi sono state compiute scelte di comunicazione strategiche che si sono dimostrate vincenti: anzitutto la costru- Torna all’indice zione di alleanze, che ha consentito di produrre messaggi e veicolare strumenti del tutto istituzionali, senza intenti speculativi e finalità di parte. Una scelta che il pubblico ha compreso e accolto con favore, interpretando la comunicazione del 2011 con maggiore apertura e fiducia. Altro snodo strategico di grande significato è stata la disponibilità dei soggetti ad essere certificati da osservatori rigorosi, che hanno approvato la gran parte degli strumenti prodotti favorendone decisamente la diffusione. La presenza e la partecipazione attiva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da subito alleato con Federchimica e Società Chimica Italiana nella promozione dell’Anno della chimica nel nostro Paese, con la stesura di un Protocollo di Intesa, è stata in sé dimo- 9 Prima parte strazione dell’ufficialità dei progetti realizzati con intento comune. La supervisione di UNESCO, sempre coinvolta nelle iniziative, è stata preziosa per conferire ai progetti una validazione di respiro internazionale. Infine Pubblicità Progresso, che ha dato il proprio patrocinio ai “Minuti di Chimica” prodotti per descrivere la soluzione fornita dalla chimica a problemi di salute e di trasporto, è stato un risultato prestigioso; con questo autorevole endorsement i video sono stati trasmessi gratuitamente all’interno di circuiti pubblici, ovvero le sale dei principali aeroporti nazionali e di 100 stazioni ferroviarie. Si stima che in questo modo circa 14 milioni di viaggiatori abbiano potuto prenderne visione. Anche la risposta dei media alla diffusione di messaggi istituzionali sulla chimica è stata favorevole. L’attività di ufficio stampa ha prodotto notevoli risultati anche grazie a un’accoglienza non pregiudizievole, che ha consentito lo sviluppo dei tanti argomenti proposti in ogni tipo di mezzo di informazione, dai quotidiani alle TV nazionali, dalle radio ai siti web. Il massimo successo a corollario di quanto compiuto si concretizza nell’iniziativa spontanea da parte di un diffusissimo settimanale per i più giovani, Topolino, che ha pubblicato una storia a fumetti di 40 pagine sul tema della chimica e delle sue importanti scoperte. Già dalla copertina, dedicata all’Anno internazionale della chimica, si comprende lo spirito costruttivo di informazione che ha motivato l’attenzione della testata a questo argomento. Venendo ai progetti più direttamente inerenti l’attività delle imprese, l’edizione speciale di Fabbriche Aperte ha consentito il rafforzamento del rapporto con le aziende associate, che si sono interfacciate con la Federazione per gli aspetti organizzativi, ma anche per individuare la formula di apertura al territorio più adeguata, individuando i target più indicati in relazione ai prodotti fabbricati e al settore di appartenenza. Inoltre la partecipazione costante di rappresentanti della Federazione e di parlamentari europei ha rappresentato un ulteriore servizio, che è stato molto apprezzato dalle imprese. Soprattutto, l’edizione 2011 di Fabbriche Aperte, con il corredo di informazioni e strumenti grafici creati appositamente, ha dato modo alle imprese di sperimentare Sedi degli insediamenti produttivi che hanno aderito a Fabbriche Aperte 130 stabilimenti chimici associati a Federchimica hanno aderito all’operazione Fabbriche Aperte “Speciale 2011”. I siti produttivi delle aziende chimiche hanno aperto i cancelli ad oltre 700.000 visitatori tra cittadini, scuole e istituzioni, per mostrare il proprio impegno e il rispetto verso la salute e la sicurezza dei lavoratori e la tutela dell’ambiente. 10 Torna all’indice L’anno della reputazione Il Presidente di Federchimica Cesare Puccioni, il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Giovanni Puglisi e il Ministro Francesco Profumo, firmano il Protocollo di Intesa. Dicembre 2011. l’apertura dei propri cancelli a un pubblico vasto, rivelando le grandi potenzialità di questi eventi nell’ottica di rafforzare il dialogo col territorio, le amministrazioni locali, le famiglie dei collaboratori, le scuole. Si è quindi andati nella direzione giusta, seminando, laddove possibile, anche nelle aree adiacenti ai siti produttivi, con alcuni casi di eccellenza, come quello del distretto di Sassuolo, dove l’apertura degli stabilimenti di coloranti ceramici ha generato un dialogo costante di approfondimento e formazione con le scuole locali, anche con l’intento di formare personale specializzato più facilmente collocabile in futuro nelle aziende del territorio. Nel 2011, secondo una stima approssimativa, 20 milioni di Italiani, in forma più o meno approfondita, hanno sentito parlare di chimica in modo positivo: si tratta di un risultato insperabile, soprattutto considerate le risorse limitate con le quali è stato conseguito. Si è in sostanza operato non solo per sfruttare una felice congiuntura internazionale, ma soprattutto per porre le basi di un dialogo nuovo, voltando pagina, acquisendo visibilità con iniziative di ampia portata. L’impegno da parte del Ministro Profumo, ufficializzato nel Protocollo firmato nel mese di dicembre, a proseguire la promozione di eventi legati alla chimica e rivolti al mondo scolastico per i prossimi tre anni, è la conferma di quanto questo approccio sia stato apprezzato e si intenda sostenerlo con convinzione come modello di relazione del settore. Il sistema scolastico ricopre un ruolo determinante come diffusore delle conoscenze e Torna all’indice delle competenze indispensabili per la competitività e lo sviluppo del Paese. La chimica ha trovato nel 2011 il suo amplificatore e, grazie alle numerose iniziative realizzate per celebrare l’Anno internazionale, abbiamo avuto la conferma che è possibile costruire un dialogo costante e positivo tra scuola, industria e società. Attraverso gli oltre 500 eventi realizzati nel corso dell’anno da scuole, Comuni, musei, associazioni scientifiche e pubblicati sul sito chimica2011.it si è potuta aprire una finestra inedita su un mondo fatto di passione e impegno verso la scienza. Sono stati oltre 60 mila i visitatori del sito che hanno potuto apprezzare il lavoro dei numerosi insegnanti, studenti e appassionati che hanno messo la loro creatività e il loro impegno a disposizione della chimica. Il nuovo Protocollo di Intesa ha dato l’impulso per proseguire le azioni di successo dello scorso anno e, attraverso il nuovo sito: wlachimica.it, si continuerà ad aggiornare il calendario delle manifestazioni e i materiali creati per l’orientamento e la divulgazione. Homepage del sito wlachimica.it 11 Prima parte Tra le attività che verranno promosse sul sito direttamente da Federchimica rimane di primaria importanza la diffusione di una corretta visione della scienza e dell’industria chimica per aumentare gli iscritti alle facoltà di chimica e rilanciare la figura professionale del chimico. Con questo obiettivo la Federazione ha aderito al Piano Lauree Scientifiche del MIUR fin dalla sua nascita realizzando ogni anno materiali e momenti di incontro per l’orientamento degli studenti dell’ultimo biennio di scuola superiore. L’impegno di questi ultimi anni ha portato ad un sensibile successo di iscritti alle facoltà di chimica e scienza dei materiali tanto che dal 2001 al 2012 gli iscritti sono passati da 1500 a 3700. 12 Di fronte ai cambiamenti epocali che stiamo attraversando, anche il sistema scolastico superiore deve riferirsi a nuovi valori: tra questi c’è senz’altro il rilancio dell’istruzione tecnica superiore in ambito chimico, obiettivo che Federchimica, insieme al MIUR, intende perseguire nei prossimi anni. Per molto tempo, e con successo, l’istruzione tecnica ha formato risorse adeguate alla domanda professionale delle imprese chimiche; nel corso degli anni, tuttavia, gli studenti e le famiglie le hanno erroneamente attribuito un ruolo di istruzione secondario. Occorre dunque rivalutare il percorso di studio negli istituti tecnici chimici, valorizzandoli come importante risorsa per il nostro sistema industriale, anche alla luce delle significative opportunità occupazionali che il settore offre. Torna all’indice Lo scenario economico Il contesto mondiale ed europeo La chimica mondiale continua a crescere e nel 2011 il valore della produzione ha raggiunto i 2.748 miliardi di euro. Dopo la crisi del 2008-2009, il volume della produzione chimica mondiale ha raggiunto nuovamente i livelli pre-crisi già nel 4° trimestre 2009, da quel momento per diversi paesi la ripresa si è trasformata in espansione: è questo il caso di gran parte dei paesi emergenti, tra cui la Cina e altri paesi dell’Asia emergente. Dopo il forte rimbalzo del 2010 (+12.4%), la produzione chimica mondiale in volume è cresciuta nel 2011 del 4.4%, ma evidenziando un progressivo rallentamento in corso d’anno che prelude a un 2012 denso di incertezze a livello macroeconomico. Evoluzione della produzione chimica per area geografica (var. %) 2009-2010 2010-2011 Unione Europea +10.0 +1.3 - Germania +17.3 +1.3 - Francia +8.9 +5.9 - Italia +9.0 -2.3 USA +10.3 +1.5 +9.0 -3.2 +14.2 +8.0 Giappone Asia emergente Mondo +12.4 +4.4 Evoluzione della produzione chimica per settore (var. %) 2009-2010 2010-2011 Chimica per l’agricoltura +10.1 +4.4 Chimica per il consumo +5.2 +7.2 +15.0 +4.0 +9.4 +4.4 Fibre chimiche +13.5 +7.2 Chimica +12.4 +4.4 Chimica di base Specialità chimiche Fonte: elaborazioni e stime su dati American Chemistry Council, Japan Chemical Industry Association, Cefic Torna all’indice I paesi emergenti proseguono la loro corsa grazie a processi di sviluppo che attivano forte domanda di chimica e vedono affiancarsi ad un’estesa base industriale, infrastrutture e flussi sempre più consistenti di consumi di beni, durevoli e non. Gli USA evidenziano una crescita inferiore alla media mondiale e pari all’1.5%, condizionata dal rallentamento del manifatturiero e quindi della domanda di chimica. In prospettiva, però, in particolare la petrolchimica si avvantaggerà della competitività della sua materia prima di base, l’etano, un derivato del gas naturale il cui prezzo è ormai disallineato dal petrolio grazie alle nuove tecnologie di estrazione. L’accesso a vaste e nuove disponibilità di gas naturale precedentemente “intrappolate” nei depositi sabbiosi (shale gas) rappresenta uno degli sviluppi energetici più importanti degli ultimi 50 anni. Il prezzo relativamente più basso del gas naturale offre alla manifattura americana un vantaggio sugli altri competitors mondiali e la crescente disponibilità di shale gas aiuta a ridurre i prezzi del gas naturale americano e a creare una nuova e stabile offerta. Tutto ciò significa opportunità per l’industria chimica americana, sia dal lato dell’offerta - in quanto l’industria chimica utilizza l’etano come materia prima - sia dal lato della domanda – poiché il vantaggio di costo favorisce nuovi investimenti dei clienti manifatturieri. D’altro canto, va anche tenuto conto che il Medio Oriente – che negli ultimi anni aveva presentato forti vantaggi di costo - vede l’offerta di etano restringersi sempre più, pertanto l’era dei feedstock a basso costo per questa regione potrebbe presto finire. L’Unione europea ha chiuso il 2011 con una modesta espansione dei volumi produttivi, +1.2%. L’anno risulta diviso nettamente in due, con un primo trimestre molto dinamico seguito da un deciso indebolimento. In effetti l’Europa è l’epicentro della nuova fase di crisi, scatenata dal rischio default dei cosiddetti paesi periferici, Italia compresa. L’adozione di manovre restrittive e un generale clima di sfiducia hanno portato la domanda di chimica in territorio recessivo, anche per effetto della riduzione cautelativa degli stock di intermedi chimici da parte dei clienti industriali. 13 700 600 Prima parte 643 563 486 500 400 Prezzi del petrolio e del gas naturale negli USA 300 (prezzi contratto in E, indice 2000) 140 14 240 120 12 220 100 10 200 80 8 180 60 6 160 40 4 140 20 2 120 0 100 0 1998 2001 2004 2007 2010 2013 60 Gas naturale, Henri Hub (scala destra, US$/milione di BTU) Fonte: Globl Insight Indicatore di competitività all’export della chimica europea saldo/(export + import) 24.9 40 45.8 24.3 22.7 40.8 41.3 22.0 21.9 37.1 35 42.5 39.1 38.8 39.0 36.9 19.3 25 20 22.2 35.2 34.3 28.2 43.7 22.9 20.3 30 205 192 170 19.4 17.7 16.3 16.9 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Saldo (milioni di Euro) 112 2007 26 25 24 23 22 21 20 19 18 17 16 2008 2009 2010 2011 2012 … … 2020 2011 2012 111$ 116$ 150$ Prezzo dell’olio di palma (prezzi in E/tonnellata) 1000 900 809 852 800 700 600 677 643 563 486 500 400 300 Indicatore di competitività (%) 2007 2008 2009 2010 2011 2012 240 Fonte: Cefic Chemdata International, 2012 Fonte: ICIS, EIA, Malaysian Palm Oil Board In questo contesto la chimica europea (e con essa quella italiana) è chiamata ad affrontare sfide impegnative, innanzitutto per difendere il suo ruolo di primo piano a livello mondiale. Il settore chimico in Europa evidenzia un surplus commerciale molto rilevante, pari a 43,7 miliardi di euro nel 2011. Tuttavia esso mostra un arretramento rispetto all’anno precedente pari a 2 miliardi di euro, a causa del deterioramento nei confronti di Cina, India e di tutta l’area asiatica in generale. La sua competitività internazionale, misurata come il rapporto tra il saldo commerciale e il totale dei flussi in entrata e in uscita, si è deteriorata negli anni passando dal 22.0% nel 1999 al 16.9% nel 2011. Ciò richiede, da par- te220 delle imprese chimiche e di tutti gli stakeholder, un rin205 novato impegno per rilanciare la competitività. 200 192 170 180 delle materie Il costo prime a livello internazionale – di origine sia sintetica, sia naturale – è stato 157 in forte aumento 160 per tutta la146 prima metà del 2011, proseguendo il trend ini140nel 2010. La correzione a fine anno si è rivelata solo ziato temporanea, infatti i prezzi delle materie prime per l’indu120 stria chimica sono tornati112 a crescere nel 2012 seguendo i nuovi rincari del petrolio, stretto tra tensioni dal lato 100 dell’offerta (scorte ai minimi ed embargo nei confron80 ti dell’Iran) e una domanda che resta sostenuta da parte dei60 paesi emergenti. 2007 14 157 146 Petrolio 50 2012 80 Petrolio, prezzo di acquisizione per le raffinerie negli USA (scala sinistra, US$/ barile) 45 degli2009 organici2010 di base 2007Prezzo 2008 2011 2008 2009 2010 2011 2012 Torna all’indice Lo scenario economico Anche in prospettiva, il costo delle materie prime rappresenta un fattore di preoccupazione per le imprese in quanto esso non sembra destinato a rientrare. A meno di una nuova recessione mondiale, infatti, i prezzi continueranno ad essere sostenuti dalla domanda dei paesi emergenti, che resta dinamica e – per effetto del miglioramento del tenore di vita – coinvolge sempre più materie prime. D’altro canto in Europa la debolezza del mercato domestico rende difficoltoso il trasferimento degli aumenti di costo sui prezzi finali, portando a inevitabili tensioni sui margini delle imprese. La chimica in Italia L’inversione ciclica dell’economia italiana ha pesantemente colpito l’industria chimica che nel 2011 ha riportato un calo del 2.3% nei livelli produttivi. Una dinamica dei prezzi vivace ha comunque permesso una crescita in valore del 5.0% che ha portato la produzione a raggiungere i 53,4 miliardi di euro. Il clima di incertezza connesso alla crisi dei debiti sovrani europei e in particolare alle specifiche tensioni sull’Italia, ha comportato una netta inversione di tendenza per l’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2011: al progressivo rallentamento in Italia si è sostituita una decisa caduta della domanda interna, come risultato della crescente incertezza che si è rapidamente trasferita sui livelli produttivi. L’industria chimica ha subito più di altri settori il rallentamento della domanda a causa di una gestione più cauta delle scorte di materie prime da parte dei clienti (e delle imprese chimiche stesse) e anche perché i suoi più importanti utilizzatori (i settori tradizionali, le costruzioni, i beni durevoli) sono quelli che hanno sofferto maggiormente, mentre alcuni settori ancora dinamici nel 2011 (come quello dei macchinari) mostrano un basso contenuto di chimica. La positiva crescita delle esportazioni di chimica – che aveva caratterizzato tutta la fase di recupero dopo la crisi – è continuata anche nella prima parte del 2011, ma a fine anno si è indebolita, in parallelo al rallentamento della domanda mondiale, e nella media settoriale non è più riuscita (come nella prima parte dell’anno) a compensare la caduta del mercato interno. Nel 2012 le imprese chimiche hanno di fronte un mercato interno certamente difficile, ma la caduta della domanda sarà meno forte rispetto alla media dell’industria, perché gli effetti sulle scorte di magazzino (e sui livelli produttivi delle imprese chimiche) sono già stati anticipati in buona parte al 2011. La domanda estera continuerà, dopo una fase di rallentamento a inizio anno a causa dell’assestamento dei magazzini, a offrire opportunità di vendita e sui mercati più dinamici - grazie anche alla svalutazione dell’euro – di più facile trasferimento a valle del costo delle materie prime, che sembra destinato a rimanere elevato. Torna all’indice Pertanto lo scenario per il 2012 è certamente negativo, ma rimangono alcune opportunità derivanti dalla crescita mondiale per sostenere i livelli produttivi delle imprese chimiche. Per poter competere ad armi pari, allo sforzo delle imprese sull’internazionalizzazione, sull’innovazione, sulla qualità ambientale e sulla formazione delle risorse umane, deve aggiungersi al più presto un quadro di sostegno alla crescita basata sul miglioramento delle condizioni esterne che determinano la competitività delle attività chimiche. Molte di queste sono migliorabili nel breve e senza costi per il bilancio pubblico attraverso una coraggiosa politica industriale orientata alla semplificazione normativa, alla modernizzazione della pubblica amministrazione e alle liberalizzazioni. La chimica in italia nel 2010 - 2011 (miliardi di euro, salvo diversa indicazione) Chimica 2010 2011 Produzione 50,9 53,4 +5.0% Esportazioni 22,6 24,9 +10.3% Importazioni 32,1 36,3 +13.1% Saldo commerciale -9,5 -11,4 -1.9 Domanda interna 60,4 64,9 +7.3% Addetti (migliaia) 114 113 -1.1% Chimica e farmaceutica 2010 Var. 2011 Var. Produzione 78,2 80,8 +3.4% Esportazioni 36,5 40,2 +10.1% Importazioni 49,5 55,5 +12.2% -12,9 -15,3 -2.4 Domanda interna 91,1 96,1 +5.5% Addetti (migliaia) 179 177 -1.0% Saldo commerciale Fonte: Federchimica, Istat Caratteristiche strutturali e trend in atto nella chimica italiana In Italia sono attive circa 2.800 imprese chimiche, che occupano 113 mila addetti (177 inclusa la farmaceutica). L’industria chimica italiana vede la presenza bilanciata di tre tipologie di attori: i medio-grandi gruppi a capitale italiano (con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro) ricoprono il 24% del valore della produzione, le PMI italiane il 39% e le imprese a capitale estero il restante 37%. 15 Prima parte Dei medio-grandi gruppi a capitale italiano, fanno parte non solo le grandi realtà della chimica di base ma anche medi gruppi, spesso leader nel loro segmento di specializzazione e dotati di presenza internazionale, come mostrato nella classifica dei primi 50 gruppi chimici italiani. Il ruolo delle PMI chimiche è rilevante ed esse sono imprese di qualità. Come avviene per la media delle imprese chimiche, anche le PMI, grazie a innovazione e forti investimenti in risorse umane qualificate, sono mediamente più produttive delle altre PMI industriali, mostrando un valore aggiunto e spese per addetto superiori di oltre il 50%. Anche le imprese a capitale estero hanno un ruolo importante, in quanto la loro localizzazione in Italia non è rivolta solo alla domanda interna, bensì anche ai mercati esteri. Distribuzione della produzione in Italia Imprese a capitale estero 37% Piccole e medie imprese italiane 39% Medio-grandi gruppi italiani* 24% * vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro Fonte: stime Federchimica, anno 2011 I 50 principali gruppi chimici italiani Risultati 2011 (milioni di euro) Versalis Vendite Produzione mondiali in Italia 6.491 5.029 Indena/Gruppo IdB Holding Vendite Produzione mondiali in Italia 162 133 Gruppo Mossi & Ghisolfi 2.227 293 Novamont 160 160 Gruppo Mapei 1.997 723 Reagens 160 82 Radici Group 1.238 693 3V Partecipazioni industriali 157 95 Gruppo Bracco 760 551 Inver 152 109 Gruppo P&R 687 418 ICR ‑ Industrie Cosmetiche Riunite 146 146 Polynt Group 683 530 Gruppo Isagro 144 115 Gruppo COIM 670 388 Sinterama 128 65 Gruppo Colorobbia 577 243 Alcea 125 84 Gruppo SOL 556 309 Index 121 121 Gruppo Aquafil 496 259 Zach System 120 87 Gruppo Sapio 459 443 Gruppo SOL.MAR 118 118 Gruppo SIAD 416 296 SABO 116 116 Gruppo Lamberti 395 266 Silvateam 116 63 Gruppo Sipcam‑Oxon 336 155 Gruppo Chromavis 115 80 Gruppo Zobele 317 56 Gruppo Bozzetto 115 65 ACS Dobfar 300 286 Fluorsid 113 113 Sadepan Chimica 293 208 Dipharma Francis 108 102 Intercos Group 270 145 Paglieri 106 106 Esseco Group 258 162 Deborah Group 103 92 FIS ‑ Fabbrica Italiana Sintetici 223 223 Italmatch Chemicals Group 97 88 Gruppo Desa 220 220 ICAP-SIRA Chemicals&Polymers 95 95 Euticals 214 157 Lechler 94 94 FACI 185 87 87 Montefibre 185 82 72 89 L’Erbolario 0 Valagro Note: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (esclusi farmaci); classifica basata sui dati forniti dalle imprese - associate e non - che hanno aderito all’indagine di Federchimica Fonte: Federchimica 16 Torna all’indice Lo scenario economico Le imprese chimiche in Italia si presentano ad un nuovo difficile momento di crisi per molti versi cambiate rispetto ad alcuni anni fa. Dieci anni di stagnazione della domanda interna, di dollaro debole, di pressione dal lato delle materie prime, di crescente concorrenza dei paesi emergenti, di forti condizionamenti esterni sulla propria competitività, hanno da un lato condizionato le imprese chimiche operanti in Italia (la redditività si è compressa), ma dall’altro hanno promosso un profondo e diffuso cambiamento, facilitato anche da un clima di relazioni industriali orientato all’innovazione e alla flessibilità. Da una recente indagine svolta da Federchimica in collaborazione con Aispec e Avisa, “Imprese chimiche tra crisi e rinnovamento”, emergono una serie di cambiamenti e innovazioni che le imprese hanno messo in atto per affrontare la crisi in parte rafforzando e accelerando trend già in atto prima di essa. Il 60% delle imprese chimiche italiane segnala i mercati esteri come l’area di radicale riposizionamento nel corso degli anni Duemila e di ulteriore rafforzamento in prospettiva. In alcuni casi è una “scelta obbligata” rispetto a un mercato italiano che tende a ridimensionarsi e a diventare poco remunerativo (44% delle imprese segnala forte o moderato ridimensionamento del mercato italiano). È in ogni caso generale la consapevolezza che bisogna cercare al di fuori dei confini nazionali opportunità di sviluppo rispetto a un mercato italiano che cresce poco. Le imprese che hanno realizzato prima e in modo più deciso l’orientamento ai mercati internazionali, attraverso l’export e/o la presenza produttiva, sono già ora in condizioni migliori delle altre, perché vedono livelli produttivi simili o poco inferiori a quelli pre-crisi. L’orientamento ai mercati esteri si è rafforzato in modo evidente negli ultimi anni e sempre più ha dato luogo a forme strutturate d’internazionalizzazione. La quota esportata è aumentata di 8 punti percentuali negli ultimi 5 anni (e di 28 punti negli ultimi 20 anni) e forse pochi sanno che la chimica è il settore italiano con la quota più elevata di imprese esportatrici sul totale del settore (53%, inclusa la farmaceutica). Le performance dell’export chimico italiano si sono mantenute positive anche nel periodo di crisi, sia rispetto agli altri settori industriali italiani, sia agli altri paesi europei. Nel periodo 2008-2011 l’export chimico è cresciuto in media d’anno del 3.9%, circa quattro volte la media degli altri settori industriali. La quota dei BRIC sul totale delle esportazioni è pari al 6.5%, inferiore rispetto a quella della chimica tedesca, ma comunque raddoppiata rispetto agli anni ’90. Inoltre, la quota delle esportazioni verso i nuovi paesi emergenti (i cosiddetti CIVETS) è persino superiore (6.1% con- Torna all’indice Export chimico italiano e dei principali paesi europei (in valore, indici 2000=100) 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Germania Francia UK Italia Quota dell’export chimico per area geografica % Italia Germania UE27 61.8 61.5 BRIC 6.5 9.5 CIVETS 6.1 4.3 USA 4.9 5.1 GIAPPONE 1.3 2.2 ALTRI 19.4 17.4 MONDO 100 100 Note: BRIC = Brasile, Russia, India, Cina CIVETS = Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud-Africa Fonte: elaborazioni su Eurostat tro 4.3%), grazie soprattutto al contributo delle economie più vicine dell’Area Mediterranea. Questi dati dimostrano lo sforzo compiuto dalle imprese per catturare le opportunità offerte dai paesi emergenti, ma anche quanta potenziale domanda possa essere ancora colta attraverso il raggiungimento dei mercati più lontani. I mercati esteri garantiscono migliori condizioni non solo in termini di volumi, ma anche di redditività, in quanto in molti casi la vivacità della domanda permette di trasferire più facilmente gli aumenti di costo delle materie prime sui prezzi di vendita. Nei settori di specializzazione della chimica italiana, le esportazioni danno vita a saldi commerciali ormai positivi e crescenti da diversi anni: nel 2011 il saldo della detergenza e cosmetica ha raggiunto i 1.410 milioni di euro e quello di vernici, adesivi e inchiostri gli 808 milioni di euro. 17 Prima parte Saldi settoriali nel periodo 1998-2011 (milioni di euro) 1.600 detergenti e cosmetici 1.400 1.200 1.000 600 vernici, adesivi e inchiostri 400 40% Nuovi modelli organizzativi 21% 25% Competenze manageriali 17% 25% Imprese con presenza produttiva estera Autonomia decisionale, agilità e adattamento alla realtà locale Garantire ovunque un’unica cultura aziendale e gli stessi standard di qualità e affidabilità 200 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazioni su Istat Funzioni di coordinamento: sistemi informativi e di controllo Fonte: Indagine Federchimica Internazionalizzazione produttiva delle imprese chimiche a capitale italiano 2000 2009 Var.% N° imprese investitrici 102 133 +30.4 N° imprese estere partecipate 217 358 +64.9 19,9 23,7 +19.0 6,4 8,1 +27.6 Dipendenti all’estero (migliaia) Fatturato all’estero (miliardi di E) 133 imprese investitrici 38 Medio grandi gruppi 29% 95 Medie e piccole imprese 71% Note: sono considerati medio-grandi gruppi quelli con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro Fonte: elaborazioni su Reprint Un numero rilevante di imprese ha già attuato o sta attuando il salto di qualità verso una presenza internazionale, attraverso propri stabilimenti o accordi produttivi. Le imprese chimiche che si sono internazionalizzate 18 50% 27% Nuove funzioni aziendali Totale imprese 800 0 35% Snellimento struttura aziendale produttivamente sono tante, attualmente circa 150. La quota delle produzioni realizzate all’estero da queste imprese è elevata (pari a 8 miliardi di euro, anno 2009) e occupa circa 24mila addetti. L’internazionalizzazione non coinvolge più solo i gruppi medio-grandi ma anche imprese medio-piccole che costituiscono ormai il 71% degli investitori. Quasi sempre l’espansione internazionale non comporta la delocalizzazione degli impianti ed è invece spinta dall’esigenza di affrontare nuovi mercati o servire meglio mercati tradizionali. La presenza internazionale infatti consente di proporsi come interlocutori verso clienti e fornitori con logiche sempre più globali, permette di mantenere un portafoglio prodotti completo mantenendo in Italia le produzioni a maggior valore aggiunto e avvalendosi dei vantaggi di costo di paesi esteri e, infine, induce anche importanti cambiamenti a livello organizzativo, quali la razionalizzazione della struttura aziendale, l’innalzamento delle competenze manageriali e il potenziamento delle funzioni di coordinamento e controllo. Nei casi in cui le imprese hanno effettivamente delocalizzato alcune produzioni, lo hanno fatto nelle commodities - ormai indifendibili - per concentrarsi in Italia nelle specialties. Alcune conferme dei risvolti positivi dei processi di internazionalizzazione sui livelli produttivi e di occupazione in Italia, possono trovarsi nell’analisi condotta da Federchimica su un campione di medio-grandi gruppi chimici italiani internazionalizzati. Da questa analisi risulta che il 74% delle imprese ha recuperato i livelli di vendita mondiali pre-crisi (2007): la vivacità dei mercati esteri ha permesso peraltro al 55% delle imprese di ripristinare anche i livelli di valore della produzione effettuata in Italia. A conferma del ruolo di Torna all’indice Lo scenario economico traino dei mercati internazionali, emerge che quasi sempre una dinamica positiva dell’occupazione negli stabilimenti esteri si è accompagnata a una crescita – o per lo meno alla difesa – dei posti di lavoro in Italia. L’innovazione e la R&S sono un’altra delle aree in cui si sono concentrati gli sforzi delle imprese chimiche italia- tori manifatturieri suoi clienti e in questo modo sostenerne la competitività. Nella chimica la diffusione dell’attività di ricerca (47%) è doppia rispetto all’industria (21%) e superiore anche agli altri settori medium-high tech (34%) perché anche tante PMI fanno ricerca. Quota di medio-grandi gruppi italiani internazionalizzati che nel 2011 hanno ripristinato i livelli di attività del 2007 (%) Imprese innovative nel settore chimico In termini di vendite mondiali 74% In termini di valore della produzione in Italia 55% Note: analisi a campione chiuso sulle imprese che nel 2007 realizzavano vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese aderenti all’indagine di Federchimica Andamento dell’occupazione dei medio-grandi gruppi italiani internazionalizzati, in Italia e nel mondo nel 2008-11 140 Var . % 2008-11 nel mondo 120 100 80 40 -60 -40 -20 0 -20 Imprese innovative Imprese con R&S intra-muros Imprese con R&S intra-muros continuativa Imprese con innovazione nuova per il mercato % imprese Germania Italia Francia Spagna 1.508 1.172 820 985 1.323 834 714 675 970 576 523 528 676 571 481 350 industria high tech medium high tech chimica Con innovazione 66.6% 44.2% 73.0% 54.3% Con ricerca intra-muros 47.4% 21.2% 56.1% 33.9% Spese di innovazione per tipologia 60 0 N. imprese 20 40 60 80 100 120 140 -40 -60 Var . % 2008-11 in Italia % su spese chimica industria high tech di innovazione R&S intra 67.2% 53.4% 81.9% ed extra-muros Acquisto di tecnologia 1.3% 3.8% 2.7% non incorporata in beni capitali Acquisto 31.5% 42.8% 15.4% macchinari innovativi medium high tech 67.6% 4.3% 28.1% Note: analisi a campione chiuso sulle imprese che nel 2007 realizzavano vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro Note: totale = imprese con più di 10 addetti dati sul Regno Unito non disponibili Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese aderenti all’indagine di Federchimica Fonte: Eurostat, Community Innovation Survey, 2000-2008 ne: già a partire dagli anni Duemila si sono avuti diversi segnali di un forte cambiamento, nella convinzione che questo sia l’unico modo per crescere nel lungo periodo. Ad oggi la chimica italiana presenta tante imprese innovative (1.200) e tante imprese impegnate nella ricerca (800), basti pensare che la loro numerosità in ambito europeo è seconda solo alla Germania. Nella chimica la quota di imprese innovative è il 67% contro il 44% dell’industria manifatturiera italiana. Inoltre, nella chimica quasi tutte le imprese innovative fanno innovazione di prodotto (83%). Questo è un dato importante e che dimostra come la chimica sia in grado di offrire prodotti e soluzioni innovative a tutti i set- Rispetto all’industria, nella chimica la ricerca assorbe la quota maggioritaria delle spese di innovazione (67% contro 53%) mentre è molto meno rilevante l’innovazione da semplice acquisto di macchinari innovativi (31% contro 43%). Torna all’indice Un orientamento forte alla R&S in un momento difficile come quello attuale è faticoso, perché la crisi ha tagliato i margini e porta anche a selezionare prodotti e impianti, eliminando quelli meno innovativi. Una spinta molto forte è però venuta proprio dalle tensioni sui costi degli input e dalla consapevolezza che nei prodotti più innovativi si ha minor condizionamento dai prezzi 19 Prima parte delle materie prime e più possibilità di trasferirli a valle. Nonostante un crescente interesse di principio da parte dei clienti, l’industria chimica affronta inoltre un’oggettiva difficoltà a garantire adeguati ritorni all’innovazione. Dall’indagine Federchimica emerge che il 79% delle imprese non ha reagito durante la crisi trascurando la R&S ma al contrario potenziandola e che circa una impresa su tre innova con prodotti nuovi per il mercato, cioè non si limita all’innovazione di tipo imitativo ma introduce prodotti senza omologhi tra i concorrenti. Il 39% delle imprese segnala, inoltre, il superamento di un’innovazione basata sulla richiesta di personalizzazione del prodotto da parte del singolo cliente per adottare un atteggiamento proattivo di anticipazione delle esigenze del mercato. Il “come” si fa ricerca emerge quale persino più importante del “quanto”. Infatti, a fronte del 26% di imprese che indica il forte aumento di addetti e investimenti dedicati alla R&S, ben il 41% segnala l’adozione di un approccio di gestione manageriale della ricerca. L’identificazione sistematica degli obiettivi e delle risorse, in coerenza con le più generali strategie aziendali, nonché la valutazione dei risultati consentono di generare attraverso la ricerca valore effettivo per il cliente e quindi ritorni adeguati. Nel nuovo contesto competitivo che va delineandosi, c’è sempre più consapevolezza dell’importanza di raggiungere una dimensione maggiore, che spesso permette di di sostenere più facilmente i processi di internazionalizzazione e innovazione. Oltre ai casi di crescita per via interna, il 23% delle imprese dell’indagine ha realizzato acquisizioni talvolta anche traendo vantaggio proprio dalla situazione di crisi. Ciò favorisce: la creazione di partnership strategiche con clienti e fornitori volte a condividere percorsi comuni di innovazione e sviluppo; 20 la gestione della complessità che caratterizza l’attuale scenario competitivo nel quale non è più sufficiente essere forti solo su una determinata area ma bisogna essere efficienti su tutte le aree; l’internazionalizzazione. In altri casi, le imprese superano il vincolo dimensionale realizzando accordi di filiera puntando ad offrire un servizio di eccellenza e completo rispetto ad ogni possibile esigenza del cliente mantenendo nel contempo i vantaggi della specializzazione. (% imprese) Espansione di capacità produttiva in Italia 24% Acquisizioni 23% Competenze manageriali di figure chiave Gestione manageriale della ricerca Partnership con fornitori Partnership con clienti Totale imprese 17% 33% 41% 33% 54% 42% 58% 58% Imprese con crescita dimensionale GESTIRE UN AMBIENTE COMPETITIVO COMPLESSO: - non basta più essere forti su un’area, bisogna esserlo su tutte - responsabilità e competenze specifiche Diventare partner strategici anche per i fornitori Fonte: Indagine Federchimica Torna all’indice Lo scenario europeo Il 2011 è stato l’anno in cui le istituzioni europee hanno dovuto affrontare una delle crisi più gravi e dirompenti mai conosciute dalla nascita della Comunità economica europea ad oggi. In questo contesto, riuscire a sottolineare il ruolo che l’industria manifatturiera poteva giocare ha rappresentato una vera sfida. L’attenzione dei Capi di Stato e di governo, degli eurodeputati e della Commissione europea è stata focalizzata sulla redazione di nuove regole fiscali e sul consolidamento del bilancio comunitario che dovrà essere adottato entro fine 2012. Tuttavia, sempre più insistentemente, è emersa la volontà politica di rilanciare l’economia e di elaborare delle iniziative europee volte a stimolare la crescita economica. Ció premesso, il 2011 è stato l’anno in cui l’industria chimica mondiale, per decisione delle Nazioni Unite, ha potuto comunicare all’esterno gli obiettivi raggiunti in campo ambientale, per il progresso sociale e di impulso alla crescita sostenibile. L’Anno internazionale della chimica ha, infatti, fornito l’occasione a Federchimica di coinvolgere nell’operazione “Fabbriche aperte” la totalità degli eurodeputati italiani, che seguono i dossier legati alla chimica, e il Vice-Presidente della Commissione europea Antonio Tajani. Recandosi nelle diverse aziende il mondo politico europeo ha potuto sfatare diversi pregiudizi (tutt’ora persistenti) e rendersi conto della qualità dell’industria chimica che è motore di sviluppo per molti altri settori industriali. Quest’operazione è stata poi rafforzata da diversi incontri che il vertice di Federchimica ha avuto a Bruxelles con i più alti rappresentanti italiani della politica europea e, in altre occasioni, anche con i funzionari italiani della Commissione, del Parlamento e della Rappresentanza permanente italiana. Eurodemocrazia Il quadro politico europeo si è arricchito nel 2012 di un nuovo strumento: il diritto d’iniziativa dei cittadini europei, che permette la partecipazione diretta dei cittadini, e quindi anche delle imprese. Questo strumento, definito all’art. 11 del Trattato di Lisbona, prevede che un milione di cittadini europei, provenienti da almeno sette Stati membri, possa invitare la Commissione a preparare specifiche proposte legislative. Il diritto d’iniziativa dei cittadini europei offre nuove potenzialità sia alla società civile, sia alle imprese, Torna all’indice ma la complessità della procedura richiede una sviluppata capacità organizzativa e una presenza diffusa in più Stati europei. Per la prima volta, le imprese potranno organizzarsi per proporre iniziative legislative alla Commissione europea, sottoponendo le loro priorità e le loro problematiche. Allo stesso tempo anche le organizzazioni non governative (ONG), i gruppi verdi e la società civile potranno attivarsi per presentare le loro proposte. Verosimilmente, i temi su cui sarà più facile convogliare l’interesse di un milione di cittadini in tutta Europa saranno l’ambiente, il cambiamento climatico, gli aspetti sociali, la partecipazione democratica e i diritti dei consumatori e dei lavoratori. Non a caso, una delle prime iniziative, annunciata dalla Federazione sindacale europea dei servizi pubblici (EPSU), sarà volta a definire acqua e servizi igienico-sanitari come un diritto dell’uomo, escludendoli dalla regolamentazione del mercato interno. Inoltre, in passato, iniziative simili sono state realizzate contro il nucleare e per bandire i prodotti OGM dall’Europa. È evidente quindi che il diritto d’iniziativa dei cittadini europei aprirà grandi potenzialità, ma anche qualche rischio per l’industria europea, che dovrà comprenderne la portata e riuscire a sfruttarlo al meglio. La strategia rilanciata dalla Commissione europea per raggiungere l’obiettivo di avere un’economia sostenibile e competitiva entro il 2020 (cosiddetta Europa2020) si è concretizzata nel 2011 nel lancio di diverse iniziative quali: la revisione dello Small Business Act, la comunicazione sull’accesso al credito, la relazione sulla riduzione degli oneri burocratici per le micro imprese e le piccole medie imprese (PMI) e le tabelle di marcia per un’economia a basso contenuto di carbonio, sull’efficienza delle risorse e sull’energia entro il 2050. Sempre in ambito energetico ed ambientale, nel 2011 sono state pubblicate la proposta di Direttiva sull’efficienza energetica, la revisione della legislazione sul monitoraggio dei gas ad effetto serra, la revisione delle sostanze prioritarie contenute nell’acqua. Anche sul fronte della ricerca e dell’innovazione la Commissione ha prodotto diverse proposte tra le quali quella sul nuovo programma di R&I Horizon 2020 e ha lanciato i primi partenariati europei per l’innovazione per stimolare la ricerca pubblico-privata sulle materie prime e sull’invecchiamento della popolazione. Il preannunciato snellimento amministrativo si è concretizzato in una serie di misure che l’Unione europea ha adot- 21 Prima parte tato in maniera trasversale all’interno di molteplici iniziative e che conta di implementare nel corso dei prossimi anni. La revisione dello Small Business Act, la pubblicazione della comunicazione sull’accesso al credito, la pubblicazione della Direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni contengono chiari riferimenti alla necessità di limitare gli oneri burocratici in primis per le PMI, ma anche per le aziende più grandi. Le istituzioni europee hanno, infatti, adottato le parole chiave “better and smart regulation” nelle loro iniziative, allo scopo di evitare costose duplicazioni di assetti normativi e di limitarsi a legiferare laddove un’azione europea può costituire un concreto valore aggiunto. Un ulteriore passo nella direzione della semplificazione per le PMI è stato compiuto con la pubblicazione del rapporto della Commissione europea sulla minimizzazione delle oneri amministrativi, nel quale le istituzioni si impegnano, ogniqualvolta possibile, ad esentare le microimprese e le PMI dagli obblighi imposti dalla legislazione comunitaria o di introdurre regimi speciali per ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano su di esse. Europa e imprese Certamente alcune strategie europee, presentate nel corso del 2011 in materia di energia ed efficienza energetica, continuano a risentire di un approccio più “comand and control” che non di stimolo verso una crescita maggiormente sostenibile. È sufficiente qui ricordare le Roadmap sull’efficienza energetica e sull’energia che dettano obiettivi davvero troppo ambiziosi e soprattutto slegati dal contesto globale che manifestamente non segue l’esempio europeo. Economia verde, crescita verde e lotta al cambiamento climatico sono sicuramente obiettivi condivisi dall’industria europea. Tuttavia, tra i policy maker sia in Parlamento che in Commissione, si sta diffondendo, sotto la pressione incalzante delle organizzazioni ambientali, un approccio dogmatico che non tiene conto degli sforzi dell’industria e dei tempi fisiologici per gli investimenti. Le continue proposte di modifica all’European Trading System, agli obiettivi di efficienza energetica e alle soglie di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per il 2020 e per gli anni successivi, non contribuiscono a creare il quadro normativo chiaro ed affabile di cui le imprese hanno bisogno per realizzare i loro investimenti. Alcune recenti proposte in tema di energia si basano sul presupposto di massicci investimenti in infrastrutture, in rinnovabili, in nuove tecnologie, senza che sia chiaro a chi spetti tale onere, quali siano le tempistiche e se siano risultati realisticamente ottenibili. Un discorso analogo vale anche per il costo dell’energia, così importante per la competitività dell’industria chimica e che non sembra essere tenuto sufficientemente in considerazione nelle tabelle di marcia europee. Il REACH è attualmente nella sua piena fase esecutiva e si appresta ad essere esaminato con una Comunicazione che, al momento della redazione di questo capitolo, non 22 dovrebbe prevedere la richiesta di cambiare le regole ma soltanto di “aggiustare” eventuali errori o vischiosità amministrative che si sono pure riscontrate dall’anno della sua adozione (dicembre 2006). Quel che appare chiaro è che, anche in questo caso, l’Unione europea stenta ad imporre la propria leadership nel mondo poiché pochissime sono le regioni che hanno deciso di includere nel proprio ordinamento giuridico strumenti simili al REACH. Le associazioni nazionali della chimica e le associazioni europee presenti a Bruxelles hanno spesso dato l’immagine (peraltro non veritiera) di mantenere posizioni di difesa e di non essere in grado di proporre un modello di sviluppo futuro ben preciso al Legislatore europeo. Invece proprio a cavallo tra il 2011 e i primi mesi del 2012, Federchimica, il Cefic (Associazione europea dell’industria chimica) e diverse altre associazioni di settore hanno elaborato una visione dello sviluppo sostenibile, anche in vista della Conferenza internazionale di RIO+20. Per la prima volta nella sua storia, proprio il Cefic, presieduto da Giorgio Squinzi, ha elaborato non solo una definizione di sviluppo sostenibile ma anche un Rapporto sulla Sostenibilità che è stato presentato al Parlamento europeo l’8 maggio. Come emerge dalla visione che si è data, l’industria chimica europea é determinata a giocare un ruolo chiave nell’assicurare la sostenibilità della vita sul nostro pianeta entro il 2050, con oltre nove miliardi di persone. Essa orienterà le sue attività per permettere l’accesso ad una vita sana, alla prosperità economica e al progresso sociale, investendo in innovazione, nel dialogo con tutti gli attori sociali, nella competitività e nell’eccellenza del sistema industriale chimico europeo. In poche parole, l’industria chimica si impegna ad un futuro sostenibile attraverso un’industria sostenibile non solo nei suoi prodotti, ma anche nei suoi processi produttivi. Dall’ultimo scoreboard della Commissione europea (febbraio 2012), l’Italia continua a collocarsi in una posizione non troppo brillante anche se esistono miglioramenti rispetto al passato. L’Italia risulta ancora al primo posto, seguita da Polonia e Francia, per la percentuale di Direttive mal recepite, 1.9% rispetto alla media europea dello 0.8% e quindi per numero di procedure aperte nei nostri confronti. Minore in Italia rispetto ad altri paesi il ritardo nella trasposizione delle Direttive europee, anche se rimane ancora alta la percentuale di Direttive non ancora trasposte nell’ordinamento nazionale. Per quanto alcuni progressi siano stati compiuti, esistono ancora ampi margini di manovra per incrementare l’armonizzazione del mercato unico e rendere più semplice investire in Europa. Il 2012 sarà quindi un anno cerniera. Da un lato verrà infatti alla luce la possibile soluzione a quella zoppìa che il Presidente Emerito, Carlo Azeglio Ciampi, individuò in una politica monetaria europea, senza una reale convergenza delle economie dei 27 Paesi membri. Dall’altro, con l’approvazione del bilancio comunitario e degli oltre 80 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione si traccerà una direzione chiara alla quale le imprese potranno contribuire per vincere le reali sfide del futuro. Torna all’indice Sicurezza, salute e ambiente Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro A luglio 2011 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato le prime “indicazioni esplicative” in merito alle implicazioni dei Regolamenti REACH, CLP e SDS (Schede Dati Sicurezza) sulla normativa vigente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il documento è stato redatto dal Comitato 9 “Agenti chimici, fisici e biologici” della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per fornire uno strumento utile alle imprese che devono adempiere agli obblighi relativi alla corretta gestione degli agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro. Vista l’importanza dell’argomento e la numerosità dei soggetti interessati coinvolti, lo stesso Comitato, anche con il supporto di Federchimica, sta realizzando un manuale che si pone l’obiettivo di approfondire ulteriormente l’argomento. All’interno del documento sarà inoltre affrontato il tema della possibile contemporanea presenza di valori limite di esposizione definiti dalla normativa nazionale e internazionale e quelli derivanti dagli scenari di esposizione predisposti ai sensi del Regolamento REACH; questa problematica sarà oggetto anche di futuri workshop e posizioni che si stanno preparando a livello europeo. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha inoltre concretizzato la sua attenzione verso gli ambienti confinati o sospetti di inquinamento con la pubblicazione del DPR 177/2011, che definisce le norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che operano in questo ambito. Il DPR presenta alcuni errori di trascrizione e dubbi interpretativi e, per questo motivo, è stato annunciato che dovrà essere pubblicata una Circolare interpretativa del provvedimento. Proprio sulla base dei chiarimenti che saranno forniti, Federchimica provvederà ad aggiornare il materiale a supporto delle imprese. Come previsto dall’art 37 del D.Lgs. 81/2008, la Conferenza Stato Regioni ha sancito gli accordi per la formazione in tema di salute e sicurezza di lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro che svolgono il ruolo di RSPP. Torna all’indice Anche in questo caso, facendo seguito alle numerose richieste di chiarimento da parte delle imprese, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in accordo con le Regioni, si è impegnato a realizzare un documento che possa risolvere alcune questioni di importanza basilare per l’avviamento delle attività di formazione previste. Inoltre, è stato pubblicato l’Accordo Stato-Regioni concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori; l’accordo, oltre ad elencare tali attrezzature, indica le modalità per il riconoscimento dell’abilitazione, l’individuazione dei soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi di validità della formazione. Per quanto riguarda il DM 11 aprile 2011, contenente la disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature, è stato pubblicato il decreto interministeriale del 20 gennaio 2012 che rinvia nuovamente il termine di entrata in vigore, fissato per la fine di maggio 2012. In un’ottica di snellimento dell’attività amministrativa, nel settembre 2011 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPR 1 agosto 2011, n. 151, sulla “Prevenzione incendi” che individua le attività soggette alla disciplina della prevenzione incendi ed opera una profonda revisione degli adempimenti da ottemperare da parte dei soggetti interessati. A livello europeo, la Commissione continua a valutare la revisione della Direttiva cancerogeni e mutageni 2004/37/CE riflettendo inoltre sul possibile inserimento degli agenti reprotossici: su questa eventualità anche il Cefic ha pubblicato una posizione, condivisa da Federchimica. Stanno inoltre iniziando a circolare anteprime di un possibile quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale, mentre a livello nazionale dovrebbero essere recepiti, in tempi rapidi, i valori stabiliti dalla terza lista (il termine ultimo era fissato per il 18 dicembre 2011). Ambiente L’introduzione dei reati ambientali nella normativa nazionale relativa alla protezione dell’ambiente ha rappresen- 23 Prima parte tato il principale elemento di novità nel panorama normativo del 2011. La pubblicazione del D.Lgs. 121/2011 ha introdotto, infatti, i reati ambientali nel campo di applicazione del D.Lgs. 231/01 inerente la responsabilità amministrativa delle imprese. Oggi, dunque, sono previste sanzioni a carico dell’impresa, che si aggiungono a quelle già previste da altre norme vigenti, quali il Codice Ambientale (D.Lgs. 152/2006), e che si applicano nel caso in cui il giudice verifichi che i reati riscontrati rientrino nei cosiddetti “reati presupposto” previsti dal D.Lgs. 231/01 commessi nell’interesse o a vantaggio dell’impresa e che quest’ultima non si sia attrezzata adeguatamente, in precedenza, attraverso l’adozione e l’efficace attuazione di un modello organizzativo idoneo a prevenire reati dello stesso genere. Con il D.Lgs. 121/2011 rientrano tra i “reati presupposto” illeciti quali: lo scarico di acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose oltre i limiti di concentrazione consentiti; l’esercizio di attività di gestione di rifiuti senza autorizzazione; la miscelazione di rifiuti pericolosi; la non ottemperanza agli obblighi di bonifica in conformità al progetto approvato dall’autorità competente. Meno pertinente, rispetto a questi reati, pare l’introduzione nel D.Lgs. 231/01 dell’illecito di “trasporto rifiuti senza copia della Scheda Area Movimentazione” (documento che identifica le caratteristiche e le quantità del rifiuto durante il tragitto dal produttore del rifiuto all’impianto di recupero o smaltimento). Sanzionare tale illecito con una norma di natura penale, anche se applicata alla sola impresa, sembra, infatti, allontanarsi molto da quelli che erano gli obiettivi della Direttiva europea (di cui il D.Lgs. 121/2011 costituisce il recepimento), ossia sanzionare condotte che “provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora”. Altra criticità riscontrata in questa norma è l’assenza di un riferimento sulla base del quale le imprese possano essere messe nelle condizioni di costruire il proprio modello organizzativo e beneficiare, al contempo, di una presunzione di “idoneità”. In tal senso, un richiamo allo Standard ISO 14001 o al Regolamento EMAS avrebbero potuto offrire 24 qualche certezza in più sulle modalità con cui implementare il D.Lgs. 231/01 per la parte ambientale. Nel frattempo, comunque, le imprese sono partite con le valutazioni delle proprie attività in relazione a queste novità legislative e Federchimica ha messo a disposizione documenti di approfondimento e momenti di confronto. Altro tema centrale, nel panorama della normativa ambientale, ha continuato ad essere il SISTRI, il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti, che, istituito nel dicembre 2009, da due anni ormai prosegue la sua odissea di rinvii e modifiche. Nell’agosto 2011 si è arrivati a vederne l’abolizione, col decreto legge 138/2011, ma con la Legge di conversione dello stesso decreto (L.148/2011) il Parlamento ha deciso di far proseguire questo progetto volto a limitare i traffici illeciti di rifiuti: l’abolizione è stata cancellata e si è rinviato al 2012 l’avvio del sistema. Il governo Monti pare intenzionato a dare continuità al progetto SISTRI, pur riconoscendo che sono ancora molte le modifiche da apportare, sia sul piano informatico che normativo. A livello europeo, il 2011 è iniziato con l’entrata in vigore della Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali, che abroga e accorpa sette precedenti provvedimenti. Pubblicata a dicembre 2010, la Direttiva è entrata in vigore a gennaio 2011 e dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 7 gennaio 2013. Altra procedura di cui il settore chimico ha seguito con attenzione gli sviluppi è stata la revisione della Direttiva “Seveso”, sugli impianti a rischio di incidente rilevante: la Commissione europea ha presentato la propria proposta di Direttiva nel dicembre 2010, l’iter di approvazione è proseguito per l’intero 2011 e se ne prevede la conclusione nel 2012. Sebbene l’obiettivo della revisione fosse solo un allineamento della normativa Seveso alla nuova classificazione delle sostanze e miscele disciplinate, sulla base del Regolamento CLP (Regolamento UE 1272/2008), il testo ha suscitato un ampio dibattito fra le istituzioni europee e gli stakeholder a causa di alcuni appesantimenti proposti rispetto alla normativa vigente, fra i quali, in primis, la possibilità di un ampliamento di rilievo degli impianti assoggettati a questa disciplina. Su questo dossier, come su quello della Direttiva sulle emissioni industriali, Federchimica ha presentato le proprie posizioni a Bruxelles, in collaborazione con il Cefic. Torna all’indice Sicurezza prodotti: le recenti novità Sul fronte del Regolamento REACH (Registration Evaluation Authorization Restriction of Chemicals) il 2011 non è stato caratterizzato da scadenze riguardanti la registrazione ma ha visto comunque l’attuazione e la modifica di altre disposizioni sia dello stesso Regolamento che di altre legislazioni inerenti la sicurezza prodotti quali il Regolamento CLP (Classification Labelling and Packaging) e la normativa sui biocidi. Il Regolamento REACH Il processo di autorizzazione delle SVHC (Substance of Very High Concern) L’Autorizzazione è una delle nuove procedure previste dal REACH. Scopo dell’Autorizzazione è quello di assicurare che i rischi, connessi all’uso delle sostanze estremamente problematiche (Substances of Very High Concern), siano adeguatamente controllati e che le stesse siano progressivamente sostituite (ove economicamente e tecnicamente possibile) poiché tali sostanze hanno effetti che possono essere molto gravi e spesso irreversibili sulla salute umana e sull’ambiente. L’Autorizzazione si applica solo ed esclusivamente alle sostanze incluse nell’Allegato XIV del REACH e non è vincolata ai quantitativi. In sintesi la procedura di autorizzazione prevede che una sostanza non possa più essere immessa sul mercato dopo la sua “Sunset date” se non viene presentata all’ECHA (Agenzia europea delle Sostanze Chimiche), a tempo debito (prima dell’Application date), una domanda di autorizzazione accompagnata dal pagamento di una fee da un minimo di 7.500 euro ad un massimo di 50.000, per ogni uso della sostanza, in funzione della dimensione dell’impresa. L’Allegato XIV (Elenco sostanze soggette alla procedura di autorizzazione), la cui prima pubblicazione è stata a febbraio 2011, sarà aggiornato nel 2012 con l’inserimento di altre otto sostanze in “Candidate List”, la lista delle sostanze ad elevata pericolosità candidate all’inclusione. Tale lista attualmente comprende 73 sostanze (al 15 dicembre 2011) con l’intenzione ormai manifesta di giungere a circa 100 sostanze per il 2012. Torna all’indice Attività funzionali relative alla prima revisione del Regolamento Nel 2012 la Commissione europea presenterà una serie di valutazioni inerenti l’attuale stato di applicazione del Regolamento REACH. In particolare, come previsto dallo stesso Regolamento, sarà valutato il campo di applicazione, per evitare sovrapposizioni con altre disposizioni comunitarie; saranno esaminate le prescrizioni (in particolare il Chemical Safety Report) connesse alla registrazione delle sostanze fabbricate o importate in quantitativi pari o superiori ad una tonnellata ma inferiori a 10 tonnellate all’anno per fabbricante o importatore; sarà infine svolto un riesame dell’attività dell’ECHA. Una relazione che raccoglierà queste valutazioni sarà presentata dalla Commissione europea al Parlamento e al Consiglio europeo e sarà, se del caso, accompagnata da proposte legislative. Particolare attenzione è stata prestata alla problematica degli intermedi che, dopo la pubblicazione della linea guida nel dicembre 2010, che ne ha modificato in maniera più restrittiva le indicazioni specifiche, sta creando grandi difficoltà alle imprese nell’applicazione del REACH. Normative secondo il REACH Le aziende chimiche, operando ormai in un contesto globale, non possono prescindere dalla conoscenza “mondiale” della legislazione sui chemicals e dal seguirne l’evoluzione. Per essere competitivi su scala globale è necessario porre attenzione a quei paesi che, sulla scena mondiale, stanno definendo o sviluppando la loro legislazione sulle sostanze chimiche. In questo senso Federchimica nel corso del 2011 ha seguito l’evoluzione di tali normative con la conseguente predisposizione, nell’ambito della collana editoriale del Comitato Sicurezza Prodotti, di un documento di dettaglio sugli inventari esistenti o in progress delle sostanze chimiche in paesi extra Ue. Il Regolamento CLP Il 1 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo di applicazione, per le sostanze, dei nuovi criteri previsti per la classificazione e l’etichettatura introdotti dal Regola- 25 Prima parte mento 1272/2008/CE (cosiddetto Regolamento CLP). L’applicazione dei criteri di classificazione ed etichettatura CLP per le miscele sarà invece obbligatoria a partire dall’1 giugno 2015. Le imprese hanno quindi dovuto rivedere le classificazioni delle sostanze in base ai criteri CLP e predisporre etichette di pericolo, nelle quali sono stati inseriti pittogrammi di pericolo in sostituzione dei simboli previsti dalla precedente normativa, così come le nuove indicazioni di pericolo e i nuovi consigli di prudenza. Il CLP prevede inoltre che le imprese, entro 30 giorni dall’immissione sul mercato, notifichino, all’ECHA tramite il portale REACH-IT, la classificazione e l’etichettatura delle sostanze pericolose o soggette a registrazione REACH prodotte e importate in Europa. La mancanza di una soglia legata al tonnellaggio e l’estensione dell’obbligo anche alle sostanze in ricerca e sviluppo immesse sul mercato, determina il coinvolgimento di un numero elevatissimo di sostanze soggette a notifica. All’ECHA sono pervenute, già nei primi mesi del 2011 oltre tre milioni di notifiche, di cui circa 200.000 effettuate da imprese italiane, tali dati consentiranno all’Agenzia di predisporre il primo inventario europeo delle sostanze pericolose e delle classificazioni armonizzate che sarà pubblicato nel 2012. Questo scenario ha ovviamente comportato un notevole sforzo in termini economici dovuto alla preparazione delle etichette e all’utilizzo di nuove stampanti per la predisposizione delle stesse oltre alla sostituzione di software per la redazione delle Schede Dati di Sicurezza e all’aggiornamento di queste ultime. Tutto ciò deve sommarsi all’impiego di personale specializzato che ha richiesto formazione ad hoc per ottemperare alle nuove disposizioni e applicare i nuovi criteri. Le nuove Schede Dati di Sicurezza L’applicazione del Regolamento 453/2010, pubblicato il 31 maggio 2010, ha comportato da parte delle imprese la revisione delle proprie Schede Dati di Sicurezza già a decorrere dal 1 dicembre 2010, relativamente alle sostanze pericolose immesse sul mercato con ulterio- 26 ri oneri burocratici ed economici a carico delle imprese stesse. Ora la problematica è incentrata sugli utilizzatori a valle che si trovano a dover leggere ed applicare quanto previsto dalle SDS che ricevono. Al fine di supportare le imprese nella comprensione e successiva implementazione della nuova normativa, analizzando ed evidenziando i cambiamenti introdotti dal nuovo regolamento, all’interno del Comitato Sicurezza Prodotti, è stata istituita un’apposita task force che, dopo aver sviluppato una linea guida specifica a cui è stata dedicata una collana editoriale, disponibile nella banca dati documentale di Federchimica a tutte le imprese associate, ora si sta occupando di predisporre una parte relativa alla lettura della SDS e, dove previsto, degli scenari espositivi derivanti dalla registrazione REACH. Biocidi Nel corso del 2011 sono proseguite le attività che porteranno alla conversione in Regolamento della Direttiva 98/8 riguardante l’immissione sul mercato dei biocidi. In merito, non essendo stato raggiunto un accodo tra Parlamento e Consiglio europei in prima lettura, l’iter legislativo è ora nella fase di seconda lettura. Il regolamento presenta numerosi aspetti di miglioramento rispetto alla direttiva ma su alcuni temi non si sono raggiunti i risultati auspicati dall’industria. Si prevede che il Regolamento verrà adottato nel corso del 2012. Attività di supporto di Federchimica Tramite il Comitato Sicurezza Prodotti, Federchimica oltre ad avviare circa cinque tra gruppi di lavoro e task force sul tema REACH e CLP, ha realizzato nel corso del 2011, eventi importanti per le proprie associate che hanno coinvolto complessivamente un migliaio di partecipanti. Tra questi la VI e la VII “Conferenza Sicurezza Prodotti”, a febbraio e ottobre, hanno visto la partecipazione dei più importanti soggetti istituzionali coinvolti nell’implementazione del REACH e del CLP. Torna all’indice Chimica ed energia Gli sviluppi significativi del 2011 L’anno trascorso è stato denso di sviluppi, molti dei quali hanno inciso profondamente sui mercati energetici, modificando completamente gli scenari ipotizzati solo un anno prima. L’andamento del prezzo del petrolio, dopo l’impennata del 2008 a 145 dollari al barile è calato bruscamente nel 2009 a 45$/bl, per riportarsi nuovamente nel 2011 su valori massimi superiori ai 125$/bl, nonostante la crisi finanziaria ed economica che ha investito i paesi mediterranei dell’Europa. L’incidente del marzo 2011 alla centrale Giapponese di Fukushima ed il referendum sul nucleare nel nostro Paese hanno definitivamente affossato il programma avviato dal precedente Governo per un ritorno dell’Italia nella generazione di energia elettrica da fonte nucleare. Anche a livello europeo abbiamo assistito ad un raffreddamento dei programmi (Germania), a questo clima sicuramente non contribuisce lo slittamento dei tempi e l’innalzamento dei budget di costo al di là di ogni più pessimistica previsione, delle due nuove centrali di terza generazione EPR, in costruzione in Finlandia e Francia. Questi avvenimenti hanno contribuito ad un’accelerazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili a livello europeo. Lo sviluppo imponente del fotovoltaico in Italia, supportato da un’incentivazione molto generosa e da una insolazione particolarmente favorevole, hanno portato la potenza installata ben oltre l’obiettivo fissato, creando distorsioni sul mercato per la formazione del prezzo dell’energia elettrica, instabilità nelle reti di trasmissione con congestioni locali e, non ultimo, un aumento vertiginoso degli oneri in tariffa pagati dai consumatori finali. Nel gas abbiamo assistito positivamente all’avvio del sistema degli stoccaggi dedicati al sistema industriale che, nonostante una tempistica non ottimale, con l’assegnazione dei volumi fisici avvenuta a campagna di stoccaggio avviata, ha comunque permesso, unitamente all’avvio nel mese di dicembre del mercato di bilan- Torna all’indice ciamento gas (PB-Gas), la partenza del percorso di liberalizzazione tanto attesa dagli operatori. L’industria chimica è un settore che guarda con grande interesse le fonti rinnovabili consapevole dell’importanza e del ruolo che queste rivestiranno nello sviluppo futuro. La trasformazione delle biomasse in sostanze e in prodotti avviene attraverso procedimenti chimici e, di conseguenza, le imprese chimiche sono gli attori chiave in questo settore di tecnologie emergenti. Le biomasse, oltre ad essere funzionali alla produzione di biocarburanti (biodiesel additivato al gasolio e bioetanolo e bioeteri come additivo della benzina) da tempo sono utilizzate dall’industria chimica anche al di fuori degli scopi energetici (amidi, biopolimeri). Un altro esempio di successo è l’industria dell’olechimica presente in Italia. Il problema di politica energetica che si pone è quello di un sistema nel quale il ruolo delle fonti rinnovabili deve aumentare in modo rilevante, in uno scenario in cui nessuna fonte può essere esclusa, con un ruolo ancora dominato dai combustibili fossili non sostituibili, se non in maniera parziale, nel breve e medio termine. Da qui un ruolo importante di mitigatore degli impatti ambientali può venire dai combustibili alternativi, come il metano o il GPL specialmente nell’autotrazione. Il comparto della chimica, nel panorama italiano dei consumi energetici certificati dal bilancio 2010 pubblicato dal MiSE ad inizio 2012, si pone come il settore industriale a maggior consumo, subito dopo il settore di generazione elettrica (milioni di Tep): Paese Settore industriale Industria chimica 138,4 32,14 4,58 Come settore forte consumatore di energia ed esposto a scambi commerciali internazionali, l’industria chimica è quindi interessata al percorso per il raggiungimento degli obiettivi di un unico ed efficiente mercato dell’energia a livello continentale, ed è favorevole ad un accordo internazionale per una efficace politica climatica. 27 Prima parte Per entrambi questi aspetti sono importanti le politiche adottate dall’Europa e le osservazioni su alcune criticità. Mercato dell’energia elettrica Il mercato dell’energia elettrica è stato fortemente influenzato dagli sviluppi riguardanti le energie rinnovabili e la loro incentivazione e da una scarsa efficienza di programmazione a livello di sistema nazionale (l’Italia manca di un Piano energetico nazionale da circa un quarto di secolo). L’energia elettrica da fonti rinnovabili è costantemente cresciuta da 58,1TWh (Terawattora=miliardi di KWh) nel 2008 a 84,2TWh nel 2011. Analoga tendenza di crescita si è registrata per i costi dell’incentivazione delle fonti rinnovabili, da 1,6 GE (miliardi di euro) nel 2008 a 7 GE nel 2011. [Milioni di euro] Costo degli strumenti di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili 10.000 9.500 9.000 8.500 8.000 7.500 7.000 6.500 6.000 5.500 5.000 4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 Paradossalmente, nel marzo 2011 era stata varata una correzione in diminuzione degli incentivi per il fotovoltaico (dopo una precedente correzione nel settembre 2010): evidentemente la discesa dei costi di investimento per il fotovoltaico è stata molto più rapida della capacità della normativa di seguirla. Da parte del Governo sono in fase di emanazione due nuovi decreti e saranno inoltre incentivati gli utilizzi delle rinnovabili termiche, tra l’altro più produttive in termini di efficienza dei costi di incentivazione. Bolletta energia elettrica (G€/a, imposte escluse) Energia 21,1 Incentivi a rinnovabili (A3) Reti Dispacciamento Vendita Smantell/compensaz. territoriale (A2 + MCT) Regimi tariffari speciali – F5 (A4) Altri oneri TOTALE 9,0 7,3 2,4 0,8 0,6 0,2 0,5 41,9 Beneficiari 2008 2009 2010 2011 2012 Conto energia fotovoltaico Tariffa fissa onnicomprensiva Certificati verdi Cip 6 (solo FER) Fonte: Autorità per l’energia elettrica ed il gas Tra le energie rinnovabili, lo sviluppo maggiore ha riguardato il fotovoltaico che è passato da 1,8TWh del 2010, a 10,9TWh nel 2011, i costi sono esplosi da 0,744 miliardi di euro (2010) a 4 miliardi (2011). Lo sviluppo del fotovoltaico in Italia non è certamente coerente con il programma previsto dal Piano Nazionale per le Energie Rinnovabili (luglio 2010), che è stato fortemente anticipato in maniera inutilmente costosa, concentrando in alcuni anni quello che era previsto per il 2020. Con lo svantaggio di installare gran parte della potenza con una tecnologia “vecchia” e pagando un incentivo alto, si sarebbe potuto, diluendo gli inve- 28 stimenti a parità di spesa avere una potenza installata a fine periodo più che doppia: Energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili: a fronte di un obiettivo di 100TWh nel 2020, nel 2011 sono stati prodotti 84TWh, ma il valore annuale corrispondente alla potenza installata a fine 2011 è di ben 94TWh. Potenza installata da fotovoltaico: a fronte di un obiettivo di 8GW al 2020, a fine 2011 la potenza installata è già superiore ai 13GW Produttori convenzionali 12,5 Produttori rinnovabili 11,8 Assimilate/CAR (di cui CIP6 0,9 G€) Distributori Terna Altri Energivori Soc. di vendita ESCO TOTALE 6,3 5,9 1,4 1,0 0,9 0,8 0,3 41,9 Il valore della bolletta elettrica è ormai di circa 42 miliardi di euro all’anno, a cui la sola componente energia contribuisce solo per la metà (la tabella mostra l’entità delle varie componenti di costo, e anche i beneficiari di tali costi). Gli sviluppi descritti hanno avuto conseguenze anche al di là dell’incremento dei costi per i consumatori di energia. La stessa struttura del mercato è stata profondamen- Torna all’indice Chimica ed energia te influenzata: infatti, l’aumento di disponibilità di energia dalle cosiddette fonti non programmabili, con priorità di dispacciamento, e con la caratteristica di non partecipare direttamente alla formazione del prezzo sul mercato, ha avuto l’effetto di ridurre fortemente il fattore operativo delle unità di generazione termica, tra le quali le numerose e recenti unità a gas a ciclo combinato. La riduzione dei precedenti picchi di costo dell’energia elettrica nelle ore diurne ha prodotto un incremento dei prezzi nelle ore notturne, nelle quali i produttori di energia tradizionale tentano di recuperare i margini perduti. Restano comunque da affrontare i problemi di adeguamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia alle nuove esigenze, che già adesso producono perdite di energia rinnovabile che non è dispacciata, ma è comunque remunerata nell’incentivo. Accanto alle proposte di interventi basati sull’utilizzo di batterie per lo stoccaggio, Federchimica propone lo sviluppo della produzione di idrogeno da unità elettrolitiche, e successivo impiego del gas ottenuto nella rete di trasporto del gas naturale. L’Italia in questo scenario si è trovata particolarmente penalizzata avendo due soli terminali di cui uno estremamente piccolo e dovendo continuare ad approvvigionarsi di gas via tubo a cui si aggiunge il fermo del rifornimento dalla Libia per la crisi politica che ha investito il paese nordafricano. Il differenziale tra le piattaforme di mercato del nord Europa TTF (Title Transfer Facility olandese, uno dei più importanti “hub” europei) PSV (Punto di Scambio Virtuale) delle quote gas in Italia (in realtà non un vero mercato) si è aperto fino a sfiorare i 9E/MWh. Solo con l’approvazione del decreto liberalizzazioni e l’annunciata separazione di Snam rete Gas, nonché gli altri interventi annunciati di avvio delle piattaforme di mercato, abbiamo potuto assistere ad un riallineamento dello spread su valori prossimi al costo del trasporto della molecola nel flusso nord-sud. L’annuncio di far diventare l’Italia un “hub” per il gas di provenienza dall’area nord africana e mediorientale, dovrebbe, nei prossimi anni, permettere la creazione di un vero mercato europeo del gas. L’efficienza energetica In materia di fiscalità, in particolare sulle accise che sono collegate ai consumi di energia elettrica, occorre sottolineare che la rimodulazione per mantenere l’invarianza di gettito, introdotta a fine anno con l’eliminazione dell’addizionale provinciale e comunale applicata sui consumi dei primi 200.000 KWh/mese ha portato un aggravio ingiustificato e particolarmente penalizzante per l’industria che consuma fino a 1200 Megawatt-ora (praticamente tutte le PMI). Il miglioramento dell’efficienza energetica è uno dei tre strumenti per raggiungere una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020, rispetto alla proiezione tendenziale per il medesimo anno, auspicata nel pacchetto Clima Energia della Commissione europea. Tale obiettivo anche se non vincolante è contenuto nella direttiva 2006/32/CE in fase di revisione e prossima emanazione. Il mercato del gas naturale Il Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica (PANEE), prevedeva di raggiungere i seguenti target: Con il 2011 si è avuta piena conferma della rivoluzione che lo “shale gas”, la cui estrazione iniziata circa un decennio fa negli USA, ha portato allo scenario internazionale per quanto riguarda la disponibilità ed i prezzi del gas. Non a caso l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha indicato nell’anno appena trascorso l’inizio della nuova “Golden age of gas”. Un primo significativo impatto si è avuto sui prezzi in quanto il mercato USA da importatore netto di gas è diventato potenziale esportatore con i terminali di rigassificazione inattivi. Buona parte del gas naturale liquefatto (GNL) prodotta in Medio Oriente, è stata dirottata a rifornire il mercato Giapponese, poiché a seguito degli eventi di Fukushima, tutte le centrali nucleari sono state fermate per essere sottoposte ai “crisis test” e pertanto la produzione di energia elettrica al paese è stata assicurata dalle centrali a combustibile fossile. L’impatto in Europa è stato altrettanto pesante con una riduzione dei prezzi per quei paesi dotati di impianti di rigassificazione che hanno potuto beneficiare di gas importato a prezzi decisamente inferiori a quelli dei contratti da tubo, di tipo “take or pay”. Torna all’indice 2010 35.658 GWh 2016 126.327 GWh 2020 184.672 GWh Il consuntivo stimato per il 2010 è stato pari a 47.711 GWh mentre il valore stimato per il 2011 è di 72.697 GWh che mette l’Italia perfettamente in linea con l’obiettivo fissato. Le industrie chimiche a fronte dell’obiettivo –20% al 2020 hanno consuntivato al 2009 già un brillante -41%. Le politiche climatiche europee Anche nel campo delle politiche climatiche, gli sviluppi del 2011 non possono essere definiti soddisfacenti. Come noto, la politica europea è molto decisa sul fronte della lotta al cambiamento climatico, ma la persistenza di una situazione in cui l’Europa risulta “isolata” ne riduce fortemente l’efficacia rispetto agli obiettivi dichiarati e comporta rischi significativi per la competitività, specialmente dell’industria “energy-intensive”. 29 Prima parte La prospettiva di un accordo internazionale con precisi e vincolanti impegni di riduzione delle emissioni di gas serra non sembra a portata di mano, e non si è avvicinata con l’ultima Conferenza delle Parti (COP 17, Durban, dicembre 2011). Il risultato della Conferenza è stato un impegno a definire entro il 2015 i termini di un accordo internazionale, i cui aspetti operativi non verrebbero però applicati prima del 2020. La situazione della possibile efficacia di un impegno europeo “isolato” è ben illustrata nel grafico. Gigatonnellate di CO2 equivalenti Sviluppo previsto delle emissioni di gas serra nelle diverse regioni del mondo 80 Riduzione a zero delle sole emissioni dei Paesi dell’Allegato 1 del Protocollo di Kyoto 70 60 50 40 30 Sviluppo delle emissioni globali compatibile con lo scenario 2°C 20 10 0 1990 Resto del mondo 2050 Allegato 1 EU Fonte: Greenhouse gas reduction pathways in the UNFCCC process up to 2025, CNRS/LEPII-EPE, RIVM/MNP, ICCS-NTUA, CESKUL (2003) Essa deriva da una recente presentazione di Peter Zapfel, esponente della DG Climate Action della Commissione europea, e mostra il peso relativo delle emissioni di gas serra dell’Europa e quello che sarebbe richiesto, in termini di emissioni, per il raggiungimento degli obiettivi (linea verde); la figura mostra anche come un teorico azzeramento delle emissioni dei paesi sviluppati sarebbe assolutamente insufficiente. Nel frattempo in Europa continuano le discussioni attorno allo Schema di Emissions Trading, per il quale la ridotta attività industriale indotta dalla crisi economica ha causato minori emissioni e una caduta dei prezzi delle quote di emissione. Ciò dovrebbe essere considerato come un fatto non negativo, anche perché l’obiettivo di riduzione stabilito per il 2020 non è messo in discussione. In realtà tra gli interessi in campo ci sono anche quelli legati ad attività di trading, che in passato hanno determinato un’eccessiva estensione dello schema, se si pensa che 30 il 95% delle emissioni controllate proviene da un quarto dei siti soggetti allo stesso. La varietà di interessi in campo sta producendo una discussione su come provocare un rialzo dei prezzi delle quote (con un intervento esterno molto ardito, per uno schema nato per essere uno strumento di mercato). Alla proposta di messa da parte di un certo numero di quote (set aside) si attribuisce un aumento dell’incentivo ad investire in riduzione delle emissioni: da un lato tale aumento di investimenti non è richiesto per il raggiungimento dell’obiettivo al 2020, dall’altro il set-aside comporterebbe un aumento dell’obiettivo di riduzione, che è stato esplicitamente escluso dal Parlamento nell’estate del 2011. Si suppone che il problema del surplus di emissioni, oltre che dalla crisi economica, sia stato causato dall’ostinato rifiuto della Commissione di adeguare la disponibilità di quote di emissione al livello effettivo di attività industriale. Tale adeguamento avrebbe comportato una maggiore complessità delle regole, e per questa ragione, fu rifiutato dalla Commissione: tuttavia, dopo la ben maggiore complessità introdotta nel sistema con le regole di assegnazione di quote gratuite (benchmark, carbon leakage, etc), si ritiene che la ragione dell’opposizione all’aggiustamento ex-post sia superata. A nostro avviso, in vista del livello di complicazione raggiunto dallo schema per tener conto di una sua applicazione non universale, sarebbe utile introdurre criteri di “expost adjustment”, accoppiati ad un forte sfoltimento del numero di siti soggetti allo schema, che comporterebbe una riduzione molto lieve delle emissioni controllate. A proposito delle citate complicazioni dello schema, si ricorda che occorre ancora definire diversi aspetti, tra i quali la compensazione degli oneri per gli emettitori indiretti, le regole per le aste, e i criteri di destinazione dei proventi delle aste stesse. Infine, riguardo alla proposta di direttiva sull’efficienza energetica, del giugno 2011, e ancora in discussione, Federchimica ritiene che i problemi posti dalla direttiva derivino essenzialmente dall’adozione degli obiettivi di miglioramento di efficienza energetica in termini di valore assoluto dei consumi al 2020: si rischia la possibilità di raggiungimento dell’obiettivo attraverso ostacoli alla crescita, ovviamente non auspicabili, e che sono cosa da ben distinguere dal miglioramento di efficienza energetica. Inoltre, occorrerebbe tenere adeguatamente in considerazione che spesso gli investimenti in efficienza energetica “competono” con quelli del “core business”, a causa della limitatezza delle risorse finanziarie disponibili. Torna all’indice Logistica e competitività Le strategie e gli obiettivi Nel nostro Paese la scarsità della risorsa “territorio”, la dispersione produttiva, la forte antropizzazione e la proiezione peninsulare, chiusa a nord dalle Alpi e allungata nel cuore del Mediterraneo, sono caratteristiche che rendono indispensabile puntare ad una elevata integrazione “comodale” e “intermodale”. L’una e l’altra esigono la transizione delle politiche settoriali da un approccio costruito per tipologia di trasporto ad un approccio per mercati, più funzionale all’individuazione delle priorità di intervento. La “comodalità” è un concetto introdotto nel 2006 dall’Unione europea ed esprime l’organizzazione di ciascuna modalità, tale da favorire il migliore impiego delle risorse, delle infrastrutture e dei servizi. Essa risponde all’obiettivo di ottimizzare le prestazioni complessive del sistema della mobilità merci, sulla base di un forte orientamento all’integrazione operativa, per realizzare il massimo “risparmio logistico” del sistema. La “comodalità” è un concetto dinamico, il cui approccio discende da almeno tre fattori: la crescita dei traffici su reti che, presso le porte di accesso al territorio, soffrono di condizioni di congestione non risolvibili in tempi immediati; l’accelerazione delle politiche sovrannazionali che traducono in una penalizzazione economica diretta l’impiego inefficiente delle risorse climatiche, ambientali ed energetiche; l’organizzazione complessiva del sistema attuale della mobilità che presenta ampi margini di graduale ottimizzazione, utili a sostenere gli obiettivi di crescita e competitività delle economie europee nel confronto internazionale. Parte integrante dell’approccio comodale è “l’intermodalità” che ha implicazioni su più fronti. Sul grado di effettiva integrazione dei servizi offerti incidono, infatti, direttamente, aspetti infrastrutturali e regolatori: l’assetto concorrenziale dei servizi destinati ad interagire, la pianificazione ed effettiva progressione della rete dei “corridoi”, l’accessibilità dei nodi di integrazione e di scambio modale, l’efficienza dei servizi accessori, la localizzazione delle Torna all’indice piattaforme di scambio e le relative vocazioni prevalenti. L’intermodalità consiste in una catena di servizi nella quale ciascuno degli operatori coinvolti risponde a logiche economiche proprie ma all’interno di un sistema ove le condizioni di convenienza per i diversi attori della catena, in presenza di un sistema vincolato da “elementi di rigidità” (distanze minime elevate, simmetria dei flussi, frequenza e affidabilità del servizio, compatibilità della disciplina nazionale nei traffici internazionali, etc.), devono comunque ispirarsi a criteri di unitarietà organizzata per garantire, anche attraverso la creazione di uno sportello unico, tutti i servizi correlati alla catena del trasporto da istituire nei nodi più importanti della rete. Per questo è necessario assicurare un’azione di pluralismo per il coordinamento degli investimenti nelle diverse piattaforme logistiche. D’altra parte l’intermodalità presenta “elementi di forza” rispetto all’alternativa del “tutto strada”: maggiore vocazione alle lunghissime percorrenze e al traffico containerizzato in un mercato continentale progressivamente più integrato; minore inquinamento atmosferico e acustico; riduzione della congestione della rete stradale, dei transiti frontalieri e portuali; minore consumo delle risorse energetiche; specializzazione del trasporto per classi di distanza e tipologia di merci trasportate; razionalizzazione d’impiego del personale e dei mezzi per l’autotrasporto che se ne avvalga; migliore gestione degli spazi portuali; estensione delle fasce orarie (utilizzo delle ore notturne) fino a coprire tutti i giorni della settimana. Ne deriva un modello organizzativo generale volto ad integrare una rete portante di linee e nodi, tendenzialmente completa nelle sue funzioni, con una rete di impianti minori e di più elevata specializzazione, funzionali a catene logistiche di area o di filiera. Il recupero di quote nel trasporto ferroviario che deve essere incentivato, unitamente al potenziamento delle “autostrade del mare” e del trasporto aereo, rientra in una logica di riequilibrio dei trasporti per un rilancio del sistema logistico italiano. 31 Prima parte Le politiche europee incidono soprattutto sullo sviluppo di una rete di trasporto più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Questa strategia influenzerà soprattutto i flussi di traffico del nordovest dove si trova il sistema portuale principale del sud Europa, area di cerniera delle relazioni fra Europa centrale e Mediterraneo. Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile, il nuovo Libro Bianco, adottato nel marzo 2011, è il documento di policy di riferimento in quanto dettaglia una strategia europea di ampio respiro e lungo orizzonte temporale fino al 2050. Particolare importanza viene data alla crisi climatica, con l’individuazione di tre obiettivi per abbattere le emissioni di anidride carbonica dell’80-95% rispetto al 1990: migliorare l’efficienza dei veicoli mediante l’uso di carburanti e sistemi di alimentazione sostenibili; ottimizzare le prestazioni della catena logistica multimodale; puntare sull’uso efficiente delle infrastrutture grazie ai sistemi di gestione informatizzata del traffico. Le indicazioni per il settore delle merci riguardano il rafforzamento delle possibilità offerte dal trasporto ferroviario con infrastrutture adeguate, fornendo servizi competitivi per prezzi e affidabilità, in modo che il 30% del trasporto delle merci superiore a 300 km sia coperto dalla ferrovia e dalla modalità marittima. Questa quota dovrebbe raggiungere il 50% entro il 2050. La pianificazione delle infrastrutture deve, quindi, tener conto della rilevanza del tema ambientale, elemento che condiziona tutte le politiche europee dei trasporti sia in materia infrastrutturale (politiche di riequilibrio modale attraverso le iniziative TEN-T e i corridoi ferroviari merci prioritari), sia di tipo regolatorio (Direttiva Eurovignette) o di incentivo (Programmi di supporto come “Marco Polo”). Da questo punto di vista è interessante notare come nella revisione del 19 ottobre 2011 della lista dei progetti europei facenti parte del core network della rete TEN-T, definito come Programma “Connecting Europe”, il nordovest sia interessato da ben quattro “corridoi” europei: la tratta ferroviaria Ravenna-Bologna-Venezia-UdineVillach (parte italiana del “Baltic-Adriatic Corridor”); la tratta ferroviaria Lione-Torino-Milano-VeneziaLjubjana (“Mediterranean-Corridor”); la tratta ferroviaria Brennero-Verona-Bologna (“Helsinki-Valletta Corridor”); la tratta ferroviaria Genova-Milano-Novara-confine svizzero (“Genova-Rotterdam Corridor”). È da sottolineare come le tratte italiane dei “corridoi” siano parte integrante del network di corridoi merci designati dall’Unione europea in base al Regolamento Ue 32 913/2010 che prevede la costituzione di un Comitato di gestione con compiti di coordinamento al fine di incrementare il trasporto merci su rotaia su tali percorrenze. Dal punto di vista strategico generale, la mobilità delle merci deve essere sostenuta attraverso un processo di internazionalizzazione delle imprese e da valutazioni di tipo infrastrutturale e logistico per ridurre i costi dell’import-export attraverso un bilanciamento, il più efficiente possibile dal punto di vista economico e ambientale, delle modalità di trasporto (gomma, nave, ferrovia, aereo) che governano i grandi flussi delle merci e la capacità di attrarli, in osservanza a politiche aziendali in grado di generare importanti impatti diretti e indiretti su occupazione e reddito. Il trasporto delle merci pericolose e le iniziative di Federchimica Nell’ambito del processo di internazionalizzazione della disciplina del trasporto delle merci pericolose nelle sue diverse modalità, con riferimento ai progressivi aggiornamenti che ne conseguono, Federchimica, come già fatto per l’ADR 2011 (strada) e il RID 2011 (ferrovia), per facilitare l’utenza nella gestione di questa normativa ha promosso, con altri partner, l’edizione italiana anche del Codice IMDG, 35°Emendamento, adottato con Risoluzione MSC.294(87) dell’IMO (International Maritime Organization) ed entrato in vigore l’1 gennaio 2012. Il Codice si applica, sia in regime nazionale che internazionale, al trasporto per mare in colli e nelle unità di trasporto (veicoli stradali e ferroviari, casse mobili, contenitori cisterna, etc.) di merci classificate pericolose sulla base di criteri mutuati dal Libro Arancio delle Nazioni Unite. Tra le novità introdotte, quelle relative a: procedure di spedizione; lista delle merci pericolose (con l’inserimento di nuove rubriche, aggiunta e cancellazione di disposizioni speciali, ecc); possibilità di avvalersi di test in vitro, in conformità a linee guida dell’OCSE, anziché di prove dirette sugli animali, per la caratterizzazione delle sostanze corrosive ai fini dell’assegnazione dei gruppi di imballaggio, etc… Oltre al Codice IMDG, è stato per la prima volta pubblicato in italiano anche il relativo Supplemento, comprensivo di: procedure di intervento di emergenza per navi che trasportano merci pericolose (Guida EmS); procedure di primo soccorso medico a seguito di incidenti che coinvolgono merci pericolose (Guida MFAG); procedure di notifica degli incidenti coinvolgenti merci pericolose; linee guida IMO/ILO/ECE per unità di trasporto del carico; Torna all’indice Logistica e competitività Raccomandazioni relative a: utilizzo in sicurezza dei pesticidi sulle navi; fumigazione delle stive e fumigazione delle unità di trasporto; Codice internazionale per il trasporto in sicurezza, a bordo di navi, di combustibile nucleare irradiato di plutonio e di rifiuti altamente radioattivi (Codice INF); Appendice recante Risoluzioni e Circolari richiamate nel Codice IMDG e nello stesso Supplemento. L’anno 2011 segna inoltre un capitolo importante nel trasporto aereo con la pubblicazione da parte dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), in virtù della Disposizione 50/GENDISP/DG del 31 ottobre 2011, del Regolamento “Trasporto aereo delle merci pericolose” con il quale anche l’Italia si è finalmente conformata alle disposizioni tecniche contenute nell’Annesso 18 della Convenzione di Chicago ICAO (International Civil Aviation Organization), a cui si richiama il Manuale IATA (International Air Transport Association) la cui 53° edizione è in vigore dall’1 gennaio 2012. Da segnalare, in particolare, l’art. 15 del suddetto Regolamento, in vigore dall’1 maggio 2012, relativo a programmi di addestramento, ove, per la prima volta in Italia, viene sancito l’obbligo della formazione anche per la figura dello “speditore” a cui compete la sottoscrizione della “shipper’s declaration” (documento di trasporto aereo delle merci). Alla formazione, l’Area Logistica di Federchimica ha sempre dedicato particolare attenzione, esportando i suoi corsi anche presso le associazioni territoriali o le imprese del sistema confindustriale per una gestione in loco. Di significativo interesse sono anche alcune nuove iniziative editoriali, promosse in sede di Comitato Logistica. Con il contributo di esperti aziendali di settore, è stato realizzato il Quaderno n. 4 “Cargo Securing” recante approfondimenti sulle migliori pratiche afferenti alle operazioni di assicurazione del carico di prodotti chimici sui veicoli stradali e nei container. Di concerto con la Direzione Affari Legali è stato realizzato un documento per fornire risposte concrete alle imprese nella stipulazione dei contratti di trasporto in forma scritta con i vettori stradali. Questo strumento nasce alla luce della complessità di questa normativa e soprattutto delle sue pesanti ricadute sulla committenza, per effetto di scelte discutibili del legislatore quali il riferimento ai “costi minimi” che si configurano come una sorta di “tariffe obbligatorie”, in violazione dei principi di “libero mercato” e “tutela della concorrenza” che ispirano la regolamentazione nazionale e comunitaria, come denunciato anche dall’Antitrust. L’Area Logistica di Federchimica è particolarmente impegnata, inoltre, nel campo delle emergenze chimiche nel trasporto con il Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.). Il S.E.T. è in fase di totale ripensamento da semplice strumento a disposizione dei Vigili del Fuoco per la soluzione di criticità connesse a eventi incidentali a moltiplicatore di servizi rivolti a un’utenza (ricercatori, responsabili di logistica, addetti alla sicurezza, formatori, soccorritori, etc.) diversificata per competenze, esigenze e responsabilità ma comunque chiamata a interfacciarsi, a prescindere dalle problematiche specifiche di settore, con la gestione del rischio chimico. Ormai consolidata è infine l’attività di cooperazione di Federchimica con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per lo sviluppo di un sistema integrato volto a migliorare sinergicamente il livello della sicurezza, su base nazionale, nel settore della logistica chimica in funzione della proprie esperienze e professionalità. A questo riguardo sono in atto una serie di iniziative, sulla gestione delle emergenze chimiche nel trasporto, quali: la promozione di incontri tecnici e workshop; esercitazioni pratiche condotte congiuntamente da squadre del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e squadre aziendali; la creazione di una “banca-dati incidenti” ove raccogliere tutte le informazioni disponibili e le “lezioni emerse” da esperienze vissute per un’efficace politica di prevenzione; la diffusione in italiano delle EriCards, aggiornate con gli ultimi emendamenti ADR, L’INIZIATIVA DI COOPERAZIONE NAZIONALE PER IL MIGLIORAMENTO CONTINUO indirizzate alle squadre di intervento; DELLA SICUREZZA LOGISTICA CHIMICA l’adesione a Progetti finanziati dalla Commissione europea per realizzare una partnership pubblico-privata per ciò che attiene a programmi di ricerca e sviluppo di “Best-Pratices” nella logistica chimica sostenibile. Marzo 2012 Torna all’indice 33 Ricerca e innovazione Il rapporto con la ricerca pubblica Nonostante il periodo di forte crisi, molte imprese del settore chimico hanno puntato sull’innovazione per diversificare i propri prodotti e per emergere nei mercati internazionali. L’innovazione per il mondo industriale è un processo complesso, che, a partire dalla ricerca di base, passando dal miglioramento di prodotti e processi, anche interni, fino alla commercializzazione, coinvolge diversi attori e costringe i diversi soggetti, lungo tutta la catena del valore, a cooperare e a superare le barriere legate alla diffidenza nella comunicazione delle proprie attività di ricerca. Molte imprese hanno compreso che la ricerca e l’innovazione sono perciò attività fondamentali per creare valore aggiunto e per migliorare il proprio posizionamento sul mercato. Molte di queste attività sono state messe in atto attraverso collaborazioni con il sistema della ricerca pubblica. Nonostante i diversi problemi che intervengono nelle interazioni tra i due diversi mondi, grandi passi avanti sono stati fatti da entrambe le parti e sono nati molti nuovi progetti. I problemi ancora presenti riguardano soprattutto quelle imprese non strutturate per avere un piano di ricerca a medio termine e non supportate dal sistema istituzionale, sia dal punto di vista degli investimenti, troppo difficili da richiedere e spesso da ottenere, sia dall’elevata burocrazia a livello nazionale ed europeo. Per supportare le imprese, Federchimica prosegue con un dialogo costruttivo e costante con il mondo della ricerca pubblica e con le istituzioni. Nel primo caso, rafforzando gli accordi già presenti e cercando di portare avanti azioni che permettano una interazione sempre più semplice tra le imprese, le università e i centri di ricerca. Nel secondo caso, portando all’attenzione delle istituzioni i problemi reali delle imprese e favorendo la nascita di attività concrete per migliorare l’utilizzo da parte dell’industria degli strumenti dei Ministeri nazionali o della Commissione europea. Parallelamente è fondamentale un confronto propositivo tra le PMI e le grandi imprese: attraverso un dialogo costruttivo, le PMI possono infatti apprendere le Torna all’indice strategie di ricerca dei grandi gruppi. Per favorire questi scambi Federchimica ha organizzato diversi incontri presso i centri ricerca delle grandi imprese: in queste occasioni, le PMI possono, proponendo le loro attività, avviare utili collaborazioni su ricerca e sviluppo. Per incrementare la ricerca e l’innovazione sono fondamentali sia le risorse economiche che le risorse umane qualificate. Federchimica ha attivato un dibattito con le imprese e con le università sulla figura dei dottori di ricerca, le prospettive di inserimento nel mondo del lavoro e l’adeguatezza dei percorsi formativi alle esigenze del mondo delle imprese. Questo dibattito ha evidenziato un problema di coerenza tra la professionalità degli attuali dottori di ricerca, strettamente legata alla formazione ricevuta, e le esigenze dei nuovi settori di sbocco. L’assunzione di un dottore di ricerca, anziché di un neo-laureato magistrale, da parte di un’impresa dovrebbe essere basata sul riconoscimento di una superiore professionalità che possa giustificare la maggiore età del candidato e uno stipendio più elevato. Le caratteristiche professionali premianti sono, oltre alla preparazione tecnico scientifica, la cultura progettuale e il grado di autonomia che il dottore di ricerca deve dimostrare su un progetto di ricerca e sviluppo dell’impresa. In altri termini l’impresa può giustificare l’assunzione di un dottore di ricerca anziché di un neo-laureato magistrale, e i maggiori oneri che ne derivano sia in termini di costi immediati che di aspettative di sviluppo della persona, solo se riconosce di poter affidare al più presto alla persona stessa un progetto da gestire con un certo grado di autonomia, con attenzione non solo agli aspetti scientifici, ma anche a quelli gestionali e organizzativi. A seguito di una condivisione di questa posizione con le università, sono nate delle attività in ambito accademico, con la collaborazione delle imprese e di Federchimica, che hanno permesso di migliorare il percorso formativo, ottenendo una miglior valutazione del dottorato da parte del mondo industriale. Questo dialogo prosegue, proprio perché è fondamentale non lasciar cadere azioni tali che possano incentivare le attività congiunte e l’apertura alle collaborazioni tra università e imprese. 35 Prima parte I finanziamenti europei Per implementare le attività di ricerca e innovazione sono poi comunque necessari fondi e incentivi, ottenibili e utilizzabili con regole semplici e uniformi. A livello europeo, le imprese italiane hanno tuttora difficoltà a partecipare a bandi della Commissione europea: infatti il successo del Paese nel 7° Programma Quadro per la Ricerca si attesta sempre a un 20% scarso. Con i lavori di definizione del nuovo programma di finanziamento europeo “Horizon 2020”, che coprirà il periodo 2014-2020, la Comunità europea ha proposto una serie di azioni di semplificazione che dovrebbero aiutare le imprese, soprattutto le PMI, ad accedere ai fondi. È importante che nel nuovo programma, la Comunità europea metta in atto queste azioni: Federchimica continua il dialogo con le istituzioni in questo senso per portare in Europa le istanze nazionali. Per promuovere la partecipazione delle proprie Imprese al 7° Programma Quadro, la Federazione sta proseguendo un’attività di informazione e di supporto alla presentazione di progetti. Con l’organizzazione di seminari operativi, Federchimica ha avviato uno specifico servizio attraverso la sua società controllata SC Sviluppo chimica S.p.A. Poiché è molto importante che le imprese chimiche partecipino a questi schemi di finanziamento per aumentare la propria competitività sia a livello nazionale che europeo, Federchimica intende supportare le proprie associate nell’identificazione di contatti internazionali e nella gestione dei progetti di ricerca. Nel nuovo programma di finanziamento si dà molta importanza alle partnership pubblico-private. È sicuramente fondamentale però tenere vive le Piattaforme Tecnologiche in quanto strumenti per individuare i settori cui attribuire i fondi: in particolare per il settore chimico è rilevante il ruolo della Piattaforma Tecnologica Europea “Suschem” (Sustainable Chemistry) e il suo rapporto con la Commissione europea. Nanotecnologie e Fedechimica Sempre più in Europa si parla di nanotecnologie e nanomateriali. Parallelamente allo sviluppo di nuovi prodotti e di tecnologie altamente innovative, si affianca spesso però una preoccupazione immotivata causata dalla scarsa conoscenza di questi nuovi materiali. 36 A causa di questo timore, a livello europeo è in corso un grande dibattito sulla possibilità di produrre leggi ad hoc per i nanomateriali, considerandoli così una classe di prodotti a se stante. Al contrario, i nanomateriali sono da considerare come altri prodotti chimici per questo le imprese sono già impegnate a valutarne l’impatto seguendo la normativa esistente (REACH, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, etc.). Finalmente l’Europa ha pubblicato una definizione ufficiale di nanomateriale, che potrebbe aiutare i diversi soggetti a comprendere cosa sia o meno “nanomateriale”. Questa definizione però presenta diversi aspetti negativi, come l’assenza di metodi di misura standard da utilizzare in fase di classificazione della sostanza e ha un campo di applicazione molto ampio che porta all’inclusione tra i “nano” anche di sostanze finora non considerate tali. Nonostante i numerosi dubbi collegati a questa definizione, in molte normative sono state inserite delle disposizioni specifiche per regolamentare i nanomateriali, seguendo solo il principio di precauzione e senza una reale esigenza di ulteriori indicazioni. Federchimica, attraverso lo sviluppo del Programma “Nanotecnologie nell’Industria Chimica” (PNIC), si è attivata per coinvolgere le imprese in un dibattito, con l’aiuto di tutti gli stakeholder che possono essere interessati al settore (imprese, università, centri di ricerca, parchi scientifici e fondi di venture capital), sia utilizzando metodi di divulgazione, sia preparandosi alla possibilità di intervenire in confronti europei. Poiché negli Stati Uniti e in Asia il mercato delle nanotecnologie è da anni avviato con un buon successo, è opportuno che l’Europa, e in particolare l’Italia, continui ad affrontare con vigore questo nuovo campo. Le nanotecnologie infatti possono migliorare notevolmente la qualità della vita, la competitività dell’industria europea e lo sviluppo sostenibile. All’interno del Programma, Federchimica si sta occupando anche della valutazione del biossido di titanio, secondo le richieste del REACH e dei rischi e opportunità dei nanomateriali, sul fronte della sicurezza negli ambienti di lavoro, in collaborazione con le Autorità nazionali. Un ampio dibattito che coinvolga sia le imprese, sia i centri di ricerca, sia il pubblico è necessario. Questo può portare ad un’analisi efficace dei benefici e dei rischi sia reali che percepiti. Torna all’indice Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile Il Programma Responsible Care Responsible Care è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale con il quale le imprese attraverso le loro federazioni nazionali si impegnano a migliorare continuamente processi, prodotti e comportamenti nelle aree di sicurezza, salute e ambiente e, più in generale, nell’ambito della responsabilità sociale, in modo da contribuire in maniera significativa allo sviluppo sostenibile dell’industria, delle comunità locali e delle società. Il Programma Responsible Care è una delle colonne portanti dell’impegno dell’industria chimica per lo sviluppo sostenibile. Infatti, esso rappresenta l’etica che guida il settore verso il miglioramento continuo delle prestazioni, e si applica concretamente all’interno delle imprese attraverso l’adozione di un sistema di gestione integrato di sicurezza, salute e attenzione per l’ambiente. Con il passare degli anni e con il maturare delle esigenze della società il Programma ha esteso la sua area di copertura alla gestione responsabile dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita (Product Stewardship) e, più in generale, anche alle problematiche di responsabilità sociale dell’impresa. In particolare, nell’area della Product Stewardship, l’ICResponsible Care ed i Sistemi di Gestione Aree strategiche di gestione Standard e schemi volontari OHSAS Responsible ISO14001 EMAS ISO 9001 SA 8000 18001 Care CA (International Council of Chemical Associations) ha introdotto all’interno di Responsible Care la Global Product Strategy (GPS) che stabilisce gli standard globali e le procedure per garantire un’appropriata gestione della sicurezza nell’uso dei prodotti chimici in tutto il mondo e una comunicazione trasparente verso i pubblici esterni. Tutto questo è destinato a rafforzare la fiducia nel settore chimico e nei suoi prodotti (per approfondimenti icca-chem.org) Responsible Care in Italia e i risultati ottenuti In Italia, il Programma è presente dal 1989 e attualmente vi partecipano 170 imprese di grande, media e piccola dimensione di proprietà nazionale ed estera. Esse sono un campione statisticamente molto significativo dell’industria chimica nel Paese, in quanto ne rappresentano circa il 55% del fatturato e oltre il 50% dei dipendenti. I dati che annualmente le imprese aderenti al Programma raccolgono e che vengono pubblicati nel Rapporto annuale Responsible Care dimostrano come l’industria chimica nazionale sia profondamente impegnata per perseguire la sostenibilità dei suoi processi e dei suoi prodotti. Le emissioni in atmosfera sono state ridotte dalle imprese aderenti a Responsible Care, rispetto al 1989, di valori compresi tra l’85% e il 97% a seconda dei parametri presi in considerazione. Questi risultati sono stati possibili grazie alle innovazioni di processo, alle nuove tecnologie e ai sistemi di abbattimento a camino degli impianti chimici. Ambiente Il miglioramento continuo dei processi industriali e la maggiore efficienza degli impianti di trattamento degli scarichi sono i due fattori alla base della riduzione delle emissioni inquinanti nei corpi idrici. I cinque principali parametri presi in considerazione nel 2010 presentano valori inferiori dal 45% al 80% rispetto al 1989. Product Stewardship Dialogo con gli Stakeholders L’industria chimica è poi stata particolarmente efficiente nella riduzione delle emissioni di Gas Serra. Tale riduzione ha riguardato fondamentalmente due gas: la CO2 derivante dai processi di combustione e l’N2O. Sicurezza Salute Torna all’indice 37 Prima parte 30.510 28.527 40 15.039 8,6 3,0 3,0 0 SO2 NOx Polveri COV IPI Industria Chimica 2010 1989 Fonte: Federchimica-Responsible Care 60 -45.7% -45.5% -79.8% -74.3% (indice 1989=100) 80 54,5 43,8 40 25,7 20 20,2 0 COD N Metalli pesanti 1989 P 2010 Fonte: Federchimica-Responsible Care L’Anidride Carbonica si è ridotta costantemente nel tempo, anche grazie all’incremento dell’efficienza dei processi di combustione ed al miglioramento del mix di combustibili negli usi energetici da parte delle imprese. Le emissioni di Protossido di Azoto si sono abbattute di quasi il 90% rispetto al 2005 grazie a nuove tecnologie di processo. Rispetto al 1990, sia l’industria chimica (-64.5%), sia le imprese aderenti a Responsible Care (-71.0%) hanno ottenuto risultati migliori degli obiettivi indicati dal Protocollo di Kyoto e sono già in linea con quanto richie- 38 1990 100 2007 2008 2009 109.9 102.5 89.1 2012 2020 Fonte: ISPRA; ISTAT Emissioni in acqua delle imprese aderenti a Responsible Care 100 13.237 10.827 15,1 20 24.408 ∆-64.5% 60 ∆-20% Obiettivo Obiettivo Kyoto UE per l’Italia kt CO2eq. -91.4% -97.0% 80 -84.9% 100 -97.0% (indice 1989=100) Andamento e struttura delle emissioni di “Gas Serra” dell’industria chimica in Italia: confronti con gli obiettivi di Kyoto e dell’UE ∆-6.5% Emissioni in aria delle imprese aderenti a Responsible Care sto dagli obiettivi della Commissione Europea per il post Kyoto al 2020. L’industria chimica non solo è rispettosa dell’ambiente ma dimostra anche una particolare attenzione a garantire la sicurezza dei propri dipendenti all’interno dei luoghi di lavoro: l’indice di frequenza degli infortuni (ossia il numero di infortuni per milione di ore lavorate), elaborato da dati INAIL per tutti i settori economici, dimostra come i luoghi di lavoro della chimica siano tra i più sicuri, registrando una performance di 8,7 mentre il valore mediano dell’industria manifatturiera si attesta a 17,8. Per ottenere questi risultati sono state impiegate ingenti risorse finanziare e professionali: infatti, le imprese aderenti Responsible Care hanno investito complessivamente 729 milioni di euro nel 2010 per garantire standard sempre più elevati di sicurezza salute e tutela dell’ambiente. Anche se si registra un calo nel valore assoluto, dovuto alle difficoltà economiche del periodo, le spese per sicurezza, salute e ambiente si confermano quindi ingenti e sono strutturalmente circa il 3% del fatturato complessivamente generato. Attraverso queste risorse economiche, l’industria chimica ha finanziato investimenti in nuovi impianti e macchinari in grado di migliorare il proprio ciclo produttivo, ha sviluppato sistemi di gestione formalizzati (che in molti casi hanno ottenuto la certificazione), oltre a garantire elevati standard di performance. Inoltre, circa 100 milioni di euro sono stati destinati alla bonifica dei suoli e delle acque di falda e testimoniano l’approccio responsabile dell’industria chimica nel voler sanare eventuali inquinamenti pregressi. Torna all’indice Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile Infortuni sul lavoro: confronto tra settori economici (2008-2010) Settori Imprese aderenti a Responsible Care: andamento e struttura delle spese in HSE* N° di Infortuni indennizzati per Milione di Ore Lavorate* Ind. Metalli Ind. Trasformazione Ind. Legno Ind. Gomma Ind. Alimentari Ind. Mezzi Trasporto Altre Industrie Ind. Meccanica Ind. Carta Ind. Elettrica Ind. Cuoio e Pelle Ind. Tessile Ind. Chimica di cui Imprese RC Ind. Petrolio 26,8 24,3 24,0 22,1 19,8 18,7 18,3 17,3 13,0 10,2 10,0 9,7 8,7 8,0 5,9 Milioni di € 898 826 216 (I) 172 (I) Ripartizione (%) per natura e per destinazione 729 163 (I) Ambiente Sicurezza e Salute 682 (CO) 654 (CO) 566 (CO) 2008 2009 2010 20,7% 19,9% HSE/ 18,5% Investimenti Investimenti Totali 3.0% 3.5% 2.6% SpeseHSE/ Fatturato Ambiente Sicurezza e Salute 52,1 47,9 76,4 23,6 Valore Mediano 2008-2010 =17,8 2007-2009 =20,2 * Media aritmetica relativa al triennio 2008-2010 * Spese HSE = Investimenti HSE (I) + Costi Operativi HSE (CO) Fonte: ISPRA; ISTAT Fonte: Federchimica-Responsible Care Il contesto nazionale, sempre più fortemente caratterizzato da una domanda di sostenibilità delle attività economiche proveniente da tutti i principali stakeholder (autorità pubbliche, clienti, consumatori, opinion leader e cittadini), evidenzia la necessità per l’industria chimica di supportare attivamente la sfida in atto del cambiamento ambientale e sociale. Ciò permetterà alla chimica di superare le attuali difficoltà e di rimanere un settore strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. diventa sempre più centrale e di fondamentale importanza in tutte le scelte strategiche dell’impresa. Si cresce e si prospera armonicamente solo nel rispetto di questa intesa. Non ci può essere lo sviluppo sostenibile se l’impresa non si comporta secondo principi etici nei confronti dell’ambiente, dei propri dipendenti e della comunità. Un tale comportamento etico non può e non deve però essere solo uno slogan ma deve essere iscritto nei cromosomi aziendali e quindi diventa percorribile nella misura in cui l’azienda lo fa proprio sottoscrivendo una politica d’impegno, come quella di adesione al Programma Responsible Care, che non ha solo un valore formale, ma diventa un atto altamente significativo, senza il quale difficilmente l’impresa migliora. A tutti i livelli si sta sempre più affermando la consapevolezza che lo sviluppo armonico di un’impresa non può prescindere dal rispetto e dal prendersi cura delle persone e dell’ambiente. Il binomio persona-ambiente Torna all’indice 39 Relazioni industriali e risorse umane In un momento particolarmente delicato per l’Industria e per l’intero Paese, ancora una volta il settore ha confermato e rilanciato l’impegno congiunto per lo sviluppo, riconoscendo alle relazioni industriali un ruolo strategico per la competitività, l’occupazione ed il miglioramento continuo della sicurezza, della salute e della tutela dell’ambiente, in un’ottica di responsabilità sociale. Sostegno e rilancio della competitività e dell’occupazione Il secondo semestre del 2011 e la prima parte del 2012 sono stati caratterizzati dall’avvio dei lavori preparatori all’apertura formale delle trattative per il rinnovo del CCNL in scadenza al 31 dicembre 2012. Con l’accordo “Modello di Relazioni Industriali chimicofarmaceutico: PATTO per il sostegno e il rilancio della competitività e dell’occupazione”, sottoscritto il 27 giugno 2011, si è voluto rilanciare, in una fase di profondi cambiamenti, il positivo modello partecipativo di relazioni industriali settoriale, condividendo con le organizzazioni sindacali un patto finalizzato a migliorare la competitività delle imprese e a delineare, con più di un anno di anticipo rispetto alla scadenza, gli ambiti del rinnovo contrattuale del 2012 ovvero la produttività e l’occupabilità. Due temi sui quali le parti sociali hanno deciso di avviare un percorso congiunto finalizzato ad individuare possibili e opportune convergenze in vista dell’appuntamento negoziale. Nel patto di giugno si è condiviso con le organizzazioni sindacali che, in un contesto economico molto difficile, solo attraverso il miglioramento complessivo della loro competitività le imprese possono crescere e conseguire una redditività soddisfacente e tutelare il lavoro, il benessere dei lavoratori, la crescita delle retribuzioni, in particolare della quota di retribuzione variabile, e il mantenimento e lo sviluppo dell’occupazione. In tal senso, Federchimica si è ulteriormente impegnata con le altre parti sociali per promuovere la produttività del lavoro e per realizzare azioni congiunte nei confronti delle istituzioni per attuare scelte di politica industriale adeguate a migliorare la produttività di sistema. Torna all’indice Con il patto sottoscritto, si è inteso dunque rilanciare il ruolo delle relazioni industriali come strumento capace di cogliere realisticamente le esigenze di parti estremamente diversificate (per diversità merceologiche, dimensionali, economiche, organizzative, culturali, di redditività, di produttività e di esigenze di investimenti) e mutevoli. Le parti sociali si sono, quindi, impegnate a migliorare alcuni ambiti di criticità che inevitabilmente emergono in un settore composito e in un contesto come quello attuale. In particolare, si è concordato di realizzare iniziative, anche congiunte, per garantire sempre e a tutti i livelli: rispetto delle regole ed etica nei comportamenti; effettiva e piena disponibilità delle normative previste dal CCNL; tempestività nell’affrontare i problemi e nella definizione delle soluzioni negoziali; coerenza nell’attuazione delle intese realizzate. In relazione a ciò, si è condivisa la necessità di sviluppare un percorso sempre più partecipativo, attraverso gli Osservatori nazionali, territoriali e aziendali, in modo da vivere le fasi negoziali a tutti i livelli come un momento di sintesi su temi già approfonditi e condivisi in tali ambiti. In vista del prossimo rinnovo del CCNL nel 2012 ed in funzione degli impegni assunti con l’intesa sottoscritta a giugno 2011 sui temi della produttività e della occupabilità, nell’ottobre dello stesso anno si è avviato un dibattito e un percorso interno, nell’ambito dei Comitati Sindacali e di due specifici gruppi di lavoro, a cui si è affiancato, in dicembre, il confronto e l’approfondimento con le organizzazioni sindacali nelle sessioni allargate dell’Osservatorio nazionale. Attraverso le scelte del prossimo rinnovo del CCNL si è assunto l’impegno a dare risposte concrete alle esigenze di produttività e di occupabilità ed il percorso delineato consentirà di arrivare all’apertura formale delle trattative, nel mese di luglio, avendo già condiviso diversi aspetti che serviranno ad agevolare l’individuazione di modalità e strumenti tecnici idonei a raggiungere gli obiettivi prefissati. 41 Prima parte Diffusione e valorizzazione dell’impegno in tema di SSA Dando attuazione agli impegni assunti con l’ultimo rinnovo contrattuale e alle successive intese applicative, il 17 ottobre 2011 si è svolta la prima edizione della “Giornata nazionale Sicurezza Salute Ambiente” (Giornata nazionale SSA) e del Premio “Migliori esperienze aziendali” per iniziative condivise di responsabilità sociale, assegnato a tre aziende per la tutela della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro, il rispetto dell’ambiente e altri temi di welfare contrattuale. Il settore chimico persegue da tempo l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, inteso come l’integrazione equilibrata e dinamica dei principi della crescita economica, della protezione ambientale e dell’equità sociale. Per questo è stata elaborata e adottata una strategia basata sull’impegno e la collaborazione di tutti i soggetti presenti nel settore. La partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti sui temi della sicurezza, salute e ambiente è frutto di una scelta strategica di lungo periodo che ha portato positivi risultati e che si fonda sulla considerazione che il futuro delle imprese chimiche è fortemente condizionato da queste tematiche e le aziende del nostro settore, pur essendo tra le più virtuose sul fronte della sicurezza, sono particolarmente esposte nel contesto italiano caratterizzato da scarsa cultura scientifica e da un’opinione pubblica spesso disinformata e pregiudizialmente ostile. L’istituzione della Giornata Nazionale SSA è stata convenuta proprio per sostenere e promuovere l’impegno settoriale e la valorizzazione delle buone prassi aziendali, perseguire con le istituzioni e la comunità un positivo rapporto, un costruttivo dialogo ed efficaci sinergie basati su credibilità, comunicazione e trasparenza. I progetti realizzati in tale ambito, a tutti i livelli, e la divulgazione delle iniziative condivise di responsabilità sociale, attraverso l’istituzione del Premio “Migliori esperienze aziendali”, costituiscono un’occasione utile per rappresentare all’esterno punti di vista congiunti, proporre costruttive modalità di rapporto a livello aziendale, realizzare strumenti di crescita culturale sulle tematiche SSA da mettere a disposizione delle parti aziendali. Le scelte di responsabilità sociale condivise nella contrattazione rappresentano quello che è stato individuato come “welfare contrattuale”, costituito da quelle normative che sono finalizzate a dare risposte a esigenze dei lavoratori e dei loro familiari in ambiti che hanno una rilevanza sociale. Le intese raggiunte, di fatto, hanno saputo coniugare le più svariate esigenze dei lavoratori con l’impegno delle singole imprese, come: iscrizione del nucleo familiare a FASCHIM, totalmen- 42 te o parzialmente a carico dell’impresa; istituzione di specifici fondi solidaristici, finalizzati alla erogazione di integrazioni salariali; programmi di conciliazione che permettano alle persone di coniugare le diverse sfere della propria vita; tariffe agevolate e convenzioni per l’acquisto di beni e servizi; programmi di educazione, prevenzione sanitaria e counseling su tematiche di natura personale; permessi retribuiti per lo svolgimento di attività di volontariato e previsione di contribuzione di impresa e lavoratori a organizzazioni no profit. Nel 2011, una giuria appositamente costituita da rappresentati delle parti sociali e da un rappresentante del mondo accademico, ha assegnato il Premio “Migliori esperienze aziendali” alle seguenti tre imprese: Alcea S.r.l., Merck Serono S.p.A., 3M Italia S.p.A. Infine, con l’obiettivo di agevolare la gestione a livello aziendale delle tematiche connesse alla sicurezza e salute dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente, è stata anche pubblicata una seconda edizione del “Manuale sulla Sicurezza, Salute, Ambiente” realizzato nell’ambito dell’Organismo Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC) in distribuzione dalla seconda metà del 2011. A fronte delle numerose e rilevanti innovazioni normative, di legge e contrattuali, intervenute successivamente alla pubblicazione della prima edizione del manuale (2007), le parti sociali hanno, infatti, ritenuto necessario realizzare la nuova edizione del manuale nella quale sono contenuti: le linee guida sulla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori e della tutela dell’ambiente a livello aziendale ed estratti delle norme contrattuali in materia di SSA; estratti delle discipline legislative relative a tutti i soggetti previsti dal D.Lgs. 81/08, con sintesi ed esempi delle principali novità normative in materia di comunicazione del pericolo; sintesi dei principali elementi informativi sul Programma Responsible Care, sulla gestione responsabile del prodotto (Product Stewardship) e linee guida realizzate dalle parti sociali al fine di agevolare la corretta partecipazione alle varie fasi del Programma. Si tratta quindi di una pubblicazione che rappresenta un aggiornato strumento operativo di particolare utilità per i datori di lavoro, per i lavoratori e i loro rappresentanti, nonché per tutti coloro che a vario titolo sono impegnati sui temi della sicurezza, salute e dell’ambiente. Tale pubblicazione potrà, inoltre, costituire un punto di riferimento per la realizzazione dell’attività formativa in tema di sicurezza prevista dall’Accordo Stato-Regioni in vigore dal gennaio 2012. Torna all’indice Relazioni industriali e risorse umane L’impegno per la crescita attraverso la formazione L’attività di formazione congiunta, tema considerato strategico per il settore, oltre che proseguire con le iniziative nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza la salute e l’ambiente (RLSSA), ha visto l’avvio del progetto formativo C.Sei. Tale progetto, destinato a RSU e funzioni delle risorse umane aziendali, fa seguito agli impegni contrattuali in tema di formazione volti a sostenere, agevolare e sviluppare l’impegno delle imprese e dei lavoratori in materia di formazione finalizzata a rafforzare la competitività delle imprese, attraverso la valorizzazione e l’arricchimento professionale delle risorse umane e dei lavoratori che svolgono l’importante ruolo di parti sociali a livello aziendale e territoriale. Il piano formativo, in particolare, ha l’obiettivo di rafforzare l’identità settoriale, attraverso percorsi didattici, specificatamente progettati per chi riveste il ruolo di attore sociale, attraverso: conoscenze non solo tecniche; competenze necessarie per svolgere il ruolo; comprensione anche del contesto; consapevolezza del proprio ruolo e sulle scelte del CCNL; coerenza nell’applicazione del CCNL; comportamenti etici e socialmente responsabili. In questa prima fase il progetto è stato avviato, in via sperimentale, per le imprese situate in Lombardia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e con il finanziamento di Fondimpresa. Tra dicembre 2011 e giugno 2012 sono state programmate otto edizioni della durata di due giornate ciascuna, nell’ambito delle quali, con l’intervento di rappresentanti delle parti sociali e docenti universitari, sono state approfondite le aree tematiche: relazioni industriali, sicurezza salute ambiente e responsabilità sociale, caratteristiche dei mercati e strategia d’impresa, premio di partecipazione. L’impegno a livello confederale A livello confederale Federchimica ha garantito il costante supporto alle attività attraverso la partecipazione attiva a specifici comitati e gruppi di lavoro coordinati dagli uffici di Confindustria sulle diverse tematiche legislative nonché su quelle contrattuali e di relazioni industriali, portando, al contempo, in tale ambito, il punto di vista settoriale. Le indagini statistiche La realizzazione, in collaborazione con la Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione, Torna all’indice dell’indagine retributiva annuale, da più di 20 anni fornisce indicazioni sui livelli retributivi e sulle caratteristiche dell’occupazione nel settore. Tale indagine quest’anno sarà, anche particolarmente utile per supportare le scelte del rinnovo contrattuale in scadenza nel 2012. Si è ripetuta, inoltre, l’indagine sulle tipologie di assunzioni effettuate, sui flussi dell’occupazione, sull’utilizzo da parte delle imprese degli strumenti di flessibilità forniti dalla legge di riforma del mercato del lavoro e dalle norme contrattuali e sugli orari e assenze dal lavoro. Tale indagine, che vede impegnato tutto il sistema Confindustria, consente di disporre di elementi conoscitivi oggettivi utili per rappresentare e confrontare sui temi indicati la situazione generale e settoriale. L’attività internazionale È proseguita la partecipazione al dialogo sociale per il settore chimico, che si svolge tra ECEG (European Chemical Employers Group), che rappresenta le organizzazioni imprenditoriali dei Paesi membri, EMCEF (European Mine, Chemical and Energy Workers Federation), in rappresentanza dei lavoratori, e rappresentanti della Commissione europea. Quest’anno, tra l’altro, cade il decimo anniversario di costituzione dell’ECEG, a cui Federchimica ha partecipato sin dall’inizio, supportandone lo sviluppo e le attività. Il dialogo sociale europeo è unanimemente riconosciuto come un pilastro del “Modello sociale europeo”. Esso rappresenta lo strumento essenziale con il quale le parti sociali contribuiscono alla governance dell’Unione europea e alla definizione di standard sociali europei. Il dialogo tra le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, a tutti i livelli, risulta essenziale per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la creazione di occupazione, la competitività, la qualità del lavoro, così come per efficienti e produttive relazioni industriali. Questo dialogo ha consentito anche di definire documenti e posizioni comuni nei confronti delle istituzioni europee, come quelle realizzate in tema di efficienza energetica e di riscontro al green paper della Commissione europea in tema di ristrutturazioni aziendali, e progetti condivisi, come quello sull’impatto del cambiamento demografico nell’industria chimica e sulla possibile costituzione di un network sulle competenze professionali utili per il settore chimico a livello europeo. La partecipazione all’ECEG contribuisce, inoltre, alla constante ricerca di linee di intervento comuni in merito all’evoluzione normativa in atto a livello comunitario sui temi del lavoro e consente lo scambio di informazioni sulle situazioni in corso nei diversi paesi. 43 Prima parte I Fondi settoriali Fonchim Il 2011 è stato caratterizzato da un andamento dei mercati a “fasi alterne”: un avvio di anno in cui la crisi dell’eurozona sembrava in via di risoluzione e una seconda parte in cui i listini azionari sono stati portati in ribasso dai timori generati dall’area euro. I comparti a componente azionaria hanno in parte risentito dell’andamento internazionale, pur riuscendo a contenere il ribasso. Stabilità (70% obbligazioni e 30% azioni) -1.25%; Crescita (40% obbligazioni e 60% azioni) -3.99%; Garantito (100% obbligazioni a breve termine) 1.52%. Nel 2011 sono stati selezionati i nuovi gestori finanziari i cui mandati decorrono dal 15 gennaio 2012. Con lo scopo di stabilizzare maggiormente i rendimenti anche nei periodi di turbolenza dei mercati, sono state introdotte novità di rilievo nella politica di investimento: si è puntato a un incremento della diversificazione dell’investimento obbligazionario e si è consolidata la gestione “specialistica” dei mandati. Il Fondo ha mantenuto una copertura di circa l’80% dei potenziali associati con circa 152.465 iscritti e circa 2.400 aziende associate. FASCHIM Al 31 marzo 2012 il Fondo registra 2.123 imprese associate e 133.479 iscritti (in costante crescita in questi anni), di cui 93.045 dipendenti e 40.434 familiari. Nel 2011 ha gestito 182.995 richieste di rimborso, circa 44 422.920 prestazioni sanitarie e liquidato oltre 19 milioni di euro. Nel primo semestre 2011 il Fondo ha effettuato una analisi di mercato sui propri associati indagando diverse aree e la valutazione complessiva è stata decisamente soddisfacente: su una scala tra 0 e 10 il punteggio medio attribuito è stato di 8.15. Anche sulla base delle considerazioni emerse durante la ricerca, FASCHIM ha introdotto importanti novità a vantaggio degli iscritti, sia attraverso l’allargamento delle prestazioni rimborsabili, sia con un miglioramento dei servizi offerti: è stato fatto un importante ampliamento dell’area riservata sul sito, che oggi permette agli associati di avere la visione di tutta la documentazione presentata e ricevuta e di seguire le proprie pratiche in tempo reale; inoltre è stata avviata una campagna di raccolta mail per poter avere un contatto più diretto e rapido con gli associati. La vera novità del 2011 è stata l’introduzione del servizio “Ticket online”, che permette, tramite l’area riservata sul sito, di inviare in pochi secondi la scansione delle ricevute di ticket ed avere il rimborso in pochi giorni. Da ottobre 2011, data di attivazione del servizio, a marzo 2012, su 34 mila persone che hanno inviato richieste di ticket, circa 12 mila hanno utilizzato il nuovo servizio, che sta riscuotendo un notevole successo tra gli associati. Da gennaio 2012 il Fondo, oltre ad ampliare le strutture convenzionate, ha inserito due nuove prestazioni, la campagna di prevenzione e il rimborso al 100% di prestazioni socio sanitarie (fisioterapia, logopedia, servizi infermieristici, prestazioni socio assistenziali) per persone che hanno subito esiti di gravi malattie. Torna all’indice Seconda Parte La chimica e i suoi settori In Italia operano migliaia di imprese chimiche divise in molti settori che, nel loro insieme, costituiscono una logica di filiera. Federchimica, attraverso i Gruppi merceologici e le rispettive Associazioni, rappresenta tutti i settori della chimica operanti nel Paese. Qui presentiamo i settori partendo dalla chimica di base, che produce i costituenti fondamentali della filiera a valle, poi la chimica fine e specialistica, che acquista gli intermedi dalla chimica di base per tramutarli in prodotti differenziati per tutti i settori manifatturieri e infine la chimica per il consumo, quella destinata direttamente al consumatore finale. Torna all’indice La chimica e i suoi settori CHIMICA DI BASE ORGANICA, INORGANICA E TENSIOATTIVI La chimica di base organica in Italia ha chiuso il 2011 con un tasso di crescita di circa il 2%. Nel corso dell’anno, però, il settore ha mostrato andamenti ben distinti: nei primi sette mesi, si è beneficiato di una buona domanda complessiva, aiutata anche dai flussi di esportazione, trainati soprattutto dal far east. Nella parte restante dell’anno, la riduzione del mercato dell’export per i produttori europei, e pertanto anche per l’Italia, ed il clima di grande incertezza economica (crisi del sistema Europa) hanno fortemente influenzato la confidence dei consumatori. A ciò, vanno aggiunte le politiche di contenimento degli stoccaggi lungo tutta la filiera e la stretta finanziaria attuata dalle banche, che hanno avuto un impatto non trascurabile sulla domanda. Per la chimica inorganica di base, i consumi e le produzioni del cloro a livello europeo sono rimasti stabili. L’Italia ha tratto vantaggio dalla buona domanda di cloroderivati proveniente dai mercati asiatici nella prima metà dell’anno, mentre nella seconda parte del 2011, la stagionalità della domanda e l’incertezza dei mercati, che hanno indotto alla prudenza negli acquisti, hanno condizionato le produzioni domestiche. Per quanto riguarda la soda caustica, a fronte di una stabilità della domanda a livello europeo, si è consolidato il calo dei consumi locali. Si è confermata, inoltre, sempre a livello nazionale, la criticità di equilibrio tra domanda e offerta e la conseguente volatilità del mercato, conseguenza diretta di una eccessiva esposizione all’importazione che ha ormai assunto connotati strutturali. Nel 2011, il mercato dell’acido solforico in Italia si è chiuso con una produzione annua pari a circa 1.200.000 tonnellate, con un consumo interno attorno alle 950.000 tonnellate. La situazione di grave crisi finanziaria dei mercati, ha determinato una certa flessione del mercato domestico, con un calo della domanda interna e un rallentamento della richiesta di acido solforico, permettendo maggiori aperture sul mercato dell’export, in particolare verso la Turchia, il cui incremento di richiesta di acido solforico ha controbilanciato il calo proveniente da alcuni paesi del nord Africa, interessati da condizioni di instabilità politica. La situazione relativa agli approvvigionamenti della materia prima ha continuato a presentare elementi di critici- tà, connessi al notevole livello di costo dello zolfo e alla ridotta produzione da parte dei fornitori italiani, anche a causa di alcuni significativi fermi manutentivi da parte delle raffinerie presenti sul territorio nazionale. Il settore dei tensioattivi ha vissuto il 2011 con un andamento irregolare. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata da un consumo generalmente comparabile al 2010, se non in lieve crescita. L’ultima parte dell’anno, invece, ha evidenziato un rallentamento dei consumi; questo tipo di andamento, è da ricondursi alla grave incertezza economica generalizzata in tutti i settori industriali. La produzione italiana è stata allineata ai consumi. Per quanto riguarda le principali criticità del settore della chimica di base, vi è in primo luogo l’eccessivo costo dell’energia, che rimane, nel nostro Paese, il più alto in Europa. Per alcune produzioni del comparto, quali ad esempio il cloro-soda e la chimica organica di base, il costo energetico diventa una componente così gravosa da metterne a rischio la competitività rispetto a quelle realizzate negli altri paesi europei o extra europei. Anche l’Emission Trading System, porterà un ulteriore aggravio di costi per le aziende del settore, solo in parte compensato da eventuali facilitazioni sulle quali i singoli stati dell’Unione Europea dovranno decidere. Un altro tema importante per il settore è quello delle bonifiche dei siti produttivi, che può, in alcuni casi, comportare un rallentamento delle attività produttive, con oneri non trascurabili lungo tutta la filiera. Va ricordato, inoltre, il problema relativo al blocco del traffico diffuso delle merci pericolose che sta causando gravi ricadute sul sistema logistico di molte imprese. Gli operatori del settore lamentano, infine, le crescenti difficoltà, comuni a tutta l’industria, di accesso al credito e i ritardati termini di pagamento dell’amministrazione pubblica. Per quanto riguarda le attività di comunicazione promosse da Assobase, nel 2011, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, in occasione dell’Anno internazionale della chimica, è stata inaugurata la sezione dedicata all’industria della chimica di base, il progetto ha concorso all’iniziativa Responsible Care Award del Cefic aggiudicandosi una menzione speciale. www.assobase.it Torna all’indice 49 Seconda parte MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE Nel 2011 l’andamento del mercato delle materie plastiche in Italia è risultato deludente. Lo scorso anno, infatti, la domanda di polimeri da parte dei trasformatori, pari a 6.060 Kton, ha fatto segnare un calo del 3% rispetto al 2010. Tra le commodities, i polimeri che hanno mostrato i maggiori decrementi sono stati il polietilene ad alta densità (-4.8%), il polietilene a bassa densità e lineare a bassa densità (-4.7%) e il polivinilcloruro rigido (-3.5%), seguiti dal polistirene compatto (-2.6%), dal polietilentereftalato (-2.2%) e dal polipropilene (-2.1%). Deludente è stato anche il consumo degli espansi poliuretanici (-2.9%) e della poliammide (-3.9%). Le cause di questa contrazione sono da ricercarsi nel ristagno dell’edilizia, con pesanti ricadute nel settore tubi, in quello dell’isolamento e del materiale elettrico; nella riduzione dei consumi delle famiglie, soprattutto di beni non essenziali, (per esempio il monouso); nei tagli alla spesa pubblica e agli investimenti in infrastrutture; nei forti ritardi nei pagamenti da parte delle Amministrazioni pubbliche; nella crisi di importanti comparti industriali, quali quello dell’automobile e degli elettrodomestici. le per ciò che riguarda l’efficacia e l’efficienza del Waste Management degli imballaggi in plastica. Rimane, a livello nazionale, il ritardo per quanto riguarda la valorizzazione dei rifiuti che non possono essere riciclati. Tale ritardo dipende anche dalla mancanza di termovalorizzatori, soprattutto nel sud del Paese, e contribuisce al rallentamento di quel processo che dovrebbe portare ad un uso sempre più limitato e vicino allo zero, delle discariche, che, come ampiamente dimostrato, sono la forma di gestione dei rifiuti non più accettabile in una società “sostenibile”. PlasticsEurope, a livello europeo, sta lanciando un programma dal titolo “Zero Landfill by 2020” e ha dichiarato la propria disponibilità a favorire tutte le iniziative aventi tale obiettivo. Per quanto riguarda le principali criticità relative al settore, va sicuramente citata quella relativa al Waste Management. La questione del riciclaggio e del “fine vita” dei manufatti in plastica impatta sulla percezione del materiale plastico. Il “littering” trova nella discarica il suo momento di massima visibilità e negatività rispetto all’ambiente e contribuisce a formare un’immagine della plastica erroneamente negativa; inoltre, tale forma di smaltimento rappresenta, per tutta la società, una mancata opportunità poiché i rifiuti non vengono in alcun modo valorizzati. La perdita per le nostre comunità appare ben più grave quando si considera che la plastica può essere facilmente riciclata (non esistono negli imballaggi comuni materie plastiche non riciclabili) e, quando le operazioni di riciclo diventano impossibili, può essere utilizzata come ottimo combustibile, mantenendo inalterato, durante il suo ciclo di vita, il suo altissimo potere calorifico. PlasticsEurope Italia, attraverso rappresentanti delle sue imprese associate, è attivamente coinvolta nella gestione del Consorzio CONAI/COREPLA per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica. Il Consorzio COREPLA ha raggiunto e superato gli obiettivi di riciclo previsti dalla normativa europea e da quella italiana; inoltre, il Consorzio rappresenta un’eccellenza a livello internaziona- Tra le attività sviluppate da PlasticsEurope Italia va evidenziata la collaborazione con i cosiddetti stakeholders volta ad approfondire e mettere a punto procedure e criteri per migliorare il grado di fiducia di tutti gli utilizzatori nei confronti dei manufatti in plastica, che svolgono un ruolo importante per rendere la nostra vita più sicura, per minimizzare lo spreco delle risorse e per salvaguardare l’ambiente che ci circonda. Altre problematiche che possono avere un impatto sfavorevole sulla competitività del settore sono l’eccessivo costo dell’energia; l’Emission Trading System; le bonifiche dei siti produttivi e la stretta creditizia per le aziende, fattori critici per tutto il sistema industriale che PlasticsEurope Italia sta affrontando insieme alle imprese associate. L’Associazione ha proseguito, infine, il programma di comunicazione assegnando sei borse di studio a Tesi di laurea sulle materie plastiche, promuovendo il 16° “Premio Nazionale Federchimica Giovani” e le attività al Festival della Scienza di Genova. È proseguita anche la Campagna “Hey! Sono un Polimero!”, attraverso il sito sonounpolimero.it. In coordinamento con PlasticsEurope è stato realizzato a Palermo lo Youth Parliament Debate con il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, di Confindustria Palermo, dell’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano e di Palermo Scienza, nel corso del quale squadre di liceali hanno discusso di plastica e ambiente seguendo le regole parlamentari, due dei vincitori Italiani sono risultati nella rosa dei finalisti europei. www.plasticseuropeitalia.it 50 Torna all’indice La chimica e i suoi settori FONTI RINNOVABILI La trasformazione delle biomasse in sostanze chimiche per impiego energetico e per impiego industriale è un processo chimico e da queste trasformazioni si ottengono sostanze che possono essere utilizzate sia per produrre direttamente energia (biocombustibili), sia per produrre composti chimici (intermedi) che a loro volta vengono trasformati in ulteriori prodotti al pari di quanto già succede con le fonti fossili. Oggi, la necessità di disporre di prodotti della chimica che derivano dalle biomasse in alternativa a quelli derivanti dal petrolio è sempre maggiore. Questo a causa delle politiche climatiche e della ricerca di alternative alle risorse fossili che non sono inesauribili e possono quindi essere soggette a prevedibili aumenti di costo. Cresce inoltre l’esigenza strategica di affrancarsi dai paesi produttori di petrolio senza tuttavia creare una nuova dipendenza dai paesi produttori di biomasse, generalmente identificabili con i paesi in via di sviluppo, poiché i primi sono afflitti da una pericolosa instabilità politica, i secondi da un crescente fabbisogno di materie prime. La trasformazione delle biomasse permette lo sviluppo di una “industry”, costituita dai vari attori della risultante filiera con significativi impatti anche occupazionali. Lo sviluppo di prodotti da materie prime rinnovabili può rappresentare un importante contributo ad un’economia sostenibile, in vista della potenziale minore energia coinvolta nella produzione e delle opzioni di smaltimento a basso impatto ambientale. Rappresenta inoltre un’ottima opportunità per sviluppare sistemi integrati verticali, coinvolgendo attori agricoli e industriali in uno sforzo di crescita comune. Il Gruppo fonti rinnovabili di Aispec rappresenta le imprese che operano nella trasformazione di biomasse e che ne impiegano i derivati. Il Gruppo, costituito in Federchimica in quanto fa riferimento ad attività di natura chimica, promuove le tecnologie per lo sfruttamento delle biomasse che dimostrano di essere sostenibili e competitive. Questo anche senza necessità di ricorrere a sussidi, che possono prestarsi, se utilizzati in maniera errata, a distorsioni di mercato, spreco di risorse pubbliche e alterare le condizioni di concorrenza tra i diversi comparti produttivi. Una corretta programmazione di filiera e una strategia che prevengano distorsioni della concorrenza e del mercato sono necessari per applicare in modo oggettivo i criteri di sostenibilità fissati dall’Unione europea. Un adeguato sviluppo di tecnologie per l’utilizzo di biomasse che non rientrano nell’impiego alimentare umano e animale ed eventualmente coltivabili anche su terreni non adatti alle colture classiche, costituirebbe un’ulteriore spinta per la creazione di un circolo virtuoso di rilancio della chimica italiana e per nuove opportunità di reddito degli agricoltori. Inoltre si presenta l’opportunità di valorizzare biomasse di natura diversa, derivanti da attività agricole o dell’industria alimentare abitualmente considerate come rifiuti e come tali soggetti solo a costi di smaltimento. L’agricoltura italiana può ricevere molto dallo sviluppo delle coltivazioni delle biomasse. Una corretta gestione di questa filiera potrebbe permettere lo sfruttamento dei circa 500.000 ettari di suolo coltivabile attualmente inutilizzato, creando un reddito agricolo aggiuntivo, nell’ambito di pratiche di agricoltura sostenibile che si integrano con un’efficace protezione dell’ambiente. Per raggiungere questi traguardi serve lo strumento del sostegno pubblico, nella forma dell’incentivo alla ricerca, e normative che spingano l’innovazione attraverso l’adozione di standard di prodotto e di sistema sempre più elevati, la cui attuazione dovrà essere incoraggiata attraverso un’adeguata attenzione legislativa. I progetti di ricerca in questo campo sono sulla frontiera tecnologica e implicano risorse economiche molto rilevanti che devono trovare nei fondi pubblici un’appropriata considerazione. Da parte sua Federchimica crede che la chimica delle biomasse sia un tassello molto importante della chimica sostenibile ed è fermamente convinta che questo settore debba essere sviluppato in una logica complessiva che unisca biotecnologie, bioraffinerie, biocarburanti e bioprodotti chimici in modo coordinato. Federchimica, tra le prime associazioni chimiche nazionali in Europa a guardare con interesse alle fonti rinnovabili, è dell’avviso che tutta la chimica europea debba attivarsi a livello centrale in modo coordinato per cogliere le opportunità che questo mondo può offrire nel prossimo futuro. Non a caso la recente comunicazione degli Organi istituzionali dell’Unione europea in tema di “Strategia bioeconomica per l’Europa” prevede una forte collaborazione e interconnessione tra agricoltura e silvicultura, industria alimentare, industria chimica, industria biotecnologica e comparto energetico nella prospettiva di un’efficace partnership tra pubblico e privato. www.aispec.it Torna all’indice 51 Seconda parte AGRICOLTURA E MERCATO DEI FERTILIZZANTI Innovazione e sostenibilità in agricoltura sono fondamentali per incrementare la produzione di derrate alimentari e contribuire a sfamare sette miliardi di persone sul pianeta. I fertilizzanti si presentano quindi come strumenti indispensabili per ottenere raccolti adeguati, sicuri e a prezzi accessibili; offrono inoltre la possibilità di aumentare la produzione senza estendere le superfici coltivabili reintegrando il suolo dei suoi elementi nutritivi. Insieme agli altri fattori che hanno determinato la “Rivoluzione verde”, i fertilizzanti hanno reso possibile il miglioramento dello stato di nutrizione di diverse popolazioni; in Africa, ad esempio, stanno favorendo lo sviluppo dell’agricoltura moderna, in particolare nei paesi in cui sono stati stanziati ingenti finanziamenti per l’innovazione agricola. L’offerta del settore continua ad essere caratterizzata da un elevato grado di importazione di prodotti da paesi extra Ue, con un consumo complessivo che si aggira attorno ai 5,5 milioni di tonnellate di cui circa 4,4 milioni di concimi per il nutrimento delle specie vegetali e oltre 1 milione di ammendanti/correttivi e substrati destinati rispettivamente al miglioramento delle caratteristiche del terreno e alla messa a dimora di piante da frutto, ornamentali e fiori. Il fatturato 2010 è stato poco più di 1 miliardo di euro (2% dell’intero settore chimico italiano). Secondo i dati Istat, nel 2010 il totale dei concimi, degli ammendanti/correttivi e dei substrati (i fertilizzanti) per uso agricolo è diminuito dello 0.9% rispetto al 2009 mentre la quantità dei soli concimi è aumentata dell’1.4%. In particolare risultano in aumento, del 2.8% e dell’1.2%, i concimi minerali e gli organici, mentre gli organo-minerali si sono ridotti del 9.8%. In agricoltura biologica la distribuzione dei fertilizzanti consentiti è passata da 11,6 a 12,1 milioni di quintali. Il 52.5% degli ammendanti risulta costituito da prodotti consentiti in agricoltura biologica, in crescita del 3.9% rispetto al 2009. I correttivi consentiti nel biologico sono in crescita del 16.5% rispetto al 2009 e corrispondono al 39.5% di quelli distribuiti nel complesso. Tali risultati mostrano certamente come i programmi comunitari a sostegno dell’agricoltura ecocompatibile e biologica siano in forte evoluzione e soprattutto come le aziende produttrici di mezzi tecnici si siano attrezzate per individuare e trasformare le materie prime più idonee per tale pratica agricola. L’analisi territoriale evidenzia inoltre che il 64.9% dei fertilizzanti viene distribuito nelle regioni settentrionali, il 14.1% in quelle centrali e il restante 21% nel mezzogiorno. Nella produzione di commodities le aziende presenti in Italia che operano nel settore sono multinazionali o nazionali di media-grande dimensione mentre sono piccole-medie imprese quelle che caratterizzano la produzione di concimi specialistici, organici e organo-minerali. Il 54% circa del mercato dei concimi minerali è oggi costituito da prodotti di importazione. Assofertilizzanti collabora da anni con le forze dell’ordine per garantire la massima qualità dei prodotti. In tale contesto si inseriscono le attività dell’ICQF (Istituto Controllo Qualità Fertilizzanti), un organismo di autocontrollo che monitora la qualità dei prodotti in commercio attraverso l’analisi dei campioni. Nel 2011 Assofertilizzanti ha siglato un accordo con l’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) per promuovere diverse iniziative di formazione volte a rafforzare l’efficacia della lotta alle frodi. Ciò rientra nel più ampio Progetto Qualità e prevede anche il lancio di un programma di ricerca per la messa a punto di una tecnica di “caratterizzazione di matrici organiche in ammendanti e concimi organo minerali”, che permetterà di verificare la corrispondenza tra le materie prime dichiarate nell’etichetta e quelle effettivamente utilizzate. I fertilizzanti, in quanto sostanze chimiche, ricadono nelle prescrizioni e negli obblighi di registrazione del REACH, attuato con il Regolamento CE 1907/2006 e l’Associazione si impegna costantemente, a fornire informazione e assistenza, alle aziende associate, consapevole dell’importanza che tale aspetto riveste in termini di sicurezza per l’ambiente e per l’uomo. All’inizio del 2012 la Commissione europea ha iniziato la discussione sulla modifica del Regolamento CE 2003/2003 relativo ai concimi. L’obiettivo è quello di raggruppare sotto un’unica normativa, valida per tutti i paesi della Ue, tutti i mezzi tecnici per la nutrizione. Assofertilizzanti sta partecipando attivamente al tavolo di lavoro della Commissione direttamente attraverso due suoi rappresentanti ed indirettamente attraverso l’Associazione europea dei produttori (Fertilizers Europe) alla quale l’Associazione aderisce. www.assofertilizzanti.it 52 Torna all’indice La chimica e i suoi settori FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE La domanda mondiale di fibre man-made continua a crescere grazie al contributo dei paesi emergenti, dove i redditi e i consumi di beni durevoli (come le auto) e semidurevoli (come l’abbigliamento) sono in rapido aumento. Nel 2011 il consumo mondiale di fibre man-made è stato di 52,7 milioni di tonnellate: benché in rallentamento rispetto all’eccezionale crescita sperimentata nel 2010, i volumi sono cresciuti del 6%, un tasso persino superiore a quello del periodo pre-crisi. La produzione mondiale di fibre man-made è sempre più concentrata e trainata dall’area asiatica: nel 2011 la Cina ha continuato a crescere a ottimi tassi raggiungendo una quota pari al 60% della produzione mondiale e confermando la sua leadership. Nel 2011 la produzione di fibre man-made negli USA è calata del 5.7%, dopo un 2010 di crescita eccezionale (+27.6%). Allo stesso modo dopo la forte ripresa del 2010 (+14%), l’industria europea delle fibre man-made ha subito un calo del 5% dei volumi prodotti: l’acuirsi della crisi del debito e un rinnovato clima di incertezza economicofinanziaria hanno impattato negativamente sulla domanda di fibre provocando un deciso calo dei livelli di attività nel quarto trimestre del 2011. La domanda europea di fibre man-made ha chiuso il 2011 con una crescita nulla, a fronte di un calo del 2.7% della produzione tessile. Continuando un trend ormai in atto da diversi anni, la quota di consumi europei di fibre man-made che viene soddisfatta dall’import extra-Ue è cresciuta, raggiungendo il 49%. Nei prossimi anni questo trend potrebbe arrestarsi: la crescita dei costi di produzione cinesi avvantaggia le produzioni europee e ci sono già segnali che i maggiori retailer europei stiano rafforzando la quota di acquisti di tessile-abbigliamento da produttori locali al fine di garantirsi maggiore sicurezza, rapidità e stabilità dell’approvvigionamento. D’altra parte si affacciano sulla scena mondiale nuovi paesi asiatici con costi competitivi. Pertanto, la sfida che i produttori europei di fibre man-made si trovano ad affrontare non è facile, ma è importante per continuare a garantirsi un ruolo di primo piano sullo scenario mondiale. Nel 2011 l’andamento della domanda europea si è differenziato in base alla destinazione d’uso e alla tipologie di fibra. Hanno tenuto meglio gli usi industriali e per l’auto, con performance molto positive fino al terzo trimestre, in difficoltà invece gli usi tessili per arredamentoabbigliamento. È aumentata la domanda di fiocco polie- stere, di filo poliammide e di filo poliestere per uso industriale; in calo la domanda di filo poliestere ad uso tessile, del fiocco di viscosa, acrilico e poliammide. Livelli di attività ancora bassi caratterizzano l’inizio 2012, la domanda è debole per tutti gli usi tessili e industriali e le imprese clienti attuano politiche di controllo sui livelli di scorte a fronte di uno scenario economico incerto. Nella seconda metà dell’anno la situazione potrà mostrare un graduale miglioramento, ma non tale da evitare un ulteriore calo della domanda (-1.6%). I paesi emergenti continueranno a sostenere la domanda globale e spunti di crescita positivi potranno giungere dall’export diretto e indiretto (dei clienti), sostenuto anche da un euro in media più debole rispetto al 2011. Tuttavia, per tornare a tassi di crescita positivi della domanda bisognerà aspettare il 2013. In Europa, l’industria italiana delle fibre man-made continua a difendere il secondo posto dietro la Germania con l’11% delle vendite europee in valore e detiene saldamente la leadership nella produzione di fibra poliammidica. La presenza di un’industria nazionale di fibre man-made che garantisca prodotti innovativi, sicuri e con performance sempre migliori, nonché una continuità negli approvvigionamenti rappresenta una condizione indispensabile per mantenere una base produttiva nell’industria a valle del tessile-abbigliamento. Il settore è fortemente orientato all’export, che rappresenta oltre il 70% delle vendite totali (pari a 1,1 miliardi di euro nel 2011). Circa il 70% dell’export è diretto verso altri paesi dell’Ue, il 5% verso la vicina Turchia. Anche in Italia il settore delle fibre man-made ha chiuso il 2011 con un calo del 6%, che ha portato i volumi prodotti a circa 300 mila tonnellate. A fronte di un difficile contesto di domanda, le imprese del settore continuano lo sforzo di ricerca di nuove sinergie (attraverso joint venture e acquisizioni) e l’avvio di importanti investimenti produttivi in paesi dove la domanda di fibre è in forte crescita. Resta forte l’impegno nella ricerca e innovazione che si accompagna all’importante ruolo che le fibre man-made sono in grado di ricoprire nell’ambito dello sviluppo sostenibile, sia attraverso l’impegno nella riduzione dell’impatto ambientale delle loro produzioni, sia perché a fronte di un costante aumento nei consumi di fibre tessili quelle chimiche permettono - rispetto alle naturali - un notevole risparmio di risorse in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al trasporto e all’utilizzo. www.assofibre.it Torna all’indice 53 Seconda parte AGROFARMACI L’industria italiana degli agrofarmaci, rappresentata in Federchimica da Agrofarma, è un settore produttivo che con circa 807 milioni di euro realizza l’1.4% del fatturato globale dell’industria chimica italiana. L’Italia si colloca al sesto posto a livello mondiale e al terzo in Europa, rappresentando circa il 3% del mercato mondiale degli agrofarmaci. In Italia vengono impiegate nel settore circa 2.500 persone. Dal 2009 Agrofarma ha anche lanciato in collaborazione con UNACOMA (Unione Nazionale Costruttori Macchine Agricole) il progetto SOFT (Sustainable Operations in Fitoiatric Treatments) che prevede la realizzazione di corsi di formazione in aula e sul campo rivolti a tecnici e operatori del settore sul corretto uso degli agrofarmaci e delle macchine irroratrici. Il progetto s’inquadra nella Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile degli agrofarmaci. L’industria degli agrofarmaci investe in ricerca il 6% circa del proprio fatturato complessivo (47 milioni di euro su circa 807 milioni di fatturato 2010). La ricerca e l’introduzione di nuove tecnologie hanno consentito la produzione di molecole sempre più efficienti ed efficaci, razionalizzando l’impiego degli agrofarmaci. Le imprese che aderiscono ad Agrofarma tramite l’Associazione si impegnano ad osservare un severo Codice di autodisciplina e a sottoscrivere il Programma Responsible Care. In merito alla presenza di residui di agrofarmaci su frutta e verdura, l’Italia è ancora leader in Europa per la tutela e la garanzia di sicurezza rivolta al consumatore. L’ultimo rapporto ufficiale relativo all’anno 2009 afferma, infatti, che in due casi su tre (62.5%) i campioni di frutta e verdura sono risultati del tutto privi di residui. Il 36.7%, invece, è risultato nei limiti di legge e quindi non costituisce alcun pericolo per il consumatore. In totale sono 99.2% i campioni a norma e solo lo 0.8% è sopra la soglia di legge nel nostro pese, rispetto ad una media europea pari al 3.5%. Per quanto riguarda l’andamento delle diverse famiglie di prodotti, fungicidi ed erbicidi in particolare hanno registrato un consistente decremento in quantità del mercato, essendo di fatto i prodotti più interessati dall’introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi d’impiego. Le trasformazioni più significative per il settore riguardano attualmente la pubblicazione di due importanti normative europee. Dal 14 giugno 2011 con l’applicazione del nuovo Regolamento CE N. 1107/2009 viene disciplinata l’immissione in commercio degli agrofarmaci di nuova registrazione, introducendo nuovi criteri di esclusione sulla base della classificazione di pericolo delle sostanze. La Direttiva europea 2009/128/CE invece istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini di incentivare l’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci. Per quanto riguarda la sicurezza ambientale, l’Associazione è coinvolta nel Progetto europeo Topps (Training of operators to prevent pollution from point sources), co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito dei Progetti Life-Ambiente e dall’Associazione europea dei produttori di agrofarmaci (ECPA), con l’obiettivo di sensibilizzare gli agricoltori europei sull’importanza della prevenzione dell’inquinamento puntiforme da agrofarmaci, e di promuovere contemporaneamente il corretto utilizzo degli stessi prodotti. In Italia assistiamo anche al diffondersi di un significativo mercato degli agrofarmaci illegali, stimato in circa 30 milioni di euro, pari al 4% del mercato complessivo del settore. L’utilizzo degli agrofarmaci illegali riveste un alto grado di pericolosità per gli agricoltori e per l’ambiente. Per ridurre il fenomeno Agrofarma ha lanciato la campagna “Stop agli agrofarmaci illegali”, attivando il numero verde 800913083 a cui si possono rivolgere tutti coloro che riscontrano casi sospetti. Di fondamentale importanza sono state poi le iniziative di formazione, come i workshop e i corsi, che l’Associazione ha organizzato e organizza per i Carabinieri dei NAS, dei NAC e per i diversi attori della catena distributiva degli agrofarmaci. Agrofarma sostiene infatti l’accordo firmato da Federchimica e dai carabinieri dei NAS volto a intensificare i controlli contro la contraffazione dei prodotti chimici, fornendo un costante supporto alle forze dell’ordine. Sempre in ambito formativo, dal 2002 ECPA (European Crop Protection) ha lanciato il progetto “Uso sicuro” per diffondere il corretto impiego dei dispositivi di protezione individuale. In Italia Agrofarma ha quindi elaborato, con Confagricoltura e 3M, il progetto “Coltiva il tuo futuro” per promuovere la formazione degli operatori agricoli sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sull’uso sostenibile degli agrofarmaci. www.agrofarma.it 54 Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA Il settore italiano dei principi attivi farmaceutici è tra i leader a livello mondiale ed è da decenni un punto di riferimento per quanto riguarda la qualità della sua produzione. Pur in un momento congiunturale difficile per molti comparti industriali, grazie alla sua propensione all’export, il settore riesce ad ottenere ancora risultati positivi valorizzando le caratteristiche intrinseche riconosciute dalla clientela internazionale ovvero competenza scientifica, elevata qualità e abilità processistica. Il 3% del fatturato del settore è destinato alla ricerca ed è investito nella ricerca applicata allo sviluppo per l’ottimizzazione dei processi. Si può stimare che il settore rappresenti il 10% delle spese in ricerca e sviluppo del totale dell’industria chimica (includendo anche la farmaceutica). La qualità del prodotto è ottenuta grazie alle tecnologie utilizzate, ed è garantita dalla stretta ed obbligatoria osservanza delle GMP (Good Manufacturing Practices). L’osservanza delle GMP, a sua volta, è assicurata da periodici controlli di enti nazionali e internazionali competenti in materia (Agenzia italiana del farmaco e Food & Drug Administration). La grande capacità creativa di questo comparto viene ad essere per lo più correlata ad una specifica competenza nel settore dell’ingegneria, facendo si che i produttori italiani di principi attivi abbiano rinomanza internazionale sia per la loro esclusività processistica, sia per la loro grande capacità di effettuare lo “scaling-up” della produzione industriale con grande efficienza, sicurezza, qualità e rispetto dell’ambiente. Le imprese italiane aderenti ad Aschimfarma hanno continuato ad intraprendere iniziative finalizzate a mantenere la leadership qualitativa del settore e consentire una competizione “a parità di condizioni”, in particolare per quanto concerne il “regulatory”. La Direttiva sulla contraffazione (2011/62/UE pubblicata in data 1 luglio 2011 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea), che dovrà essere recepita nelle legislazioni nazionali in 18/24 mesi dalla data di pubblicazione, non prevede né ispezioni obbligatorie delle autorità regolatorie, né tracciabilità dei siti produttivi che realizzano i principi attivi commercializzati nell’Unione europea. La responsabilità per la verifica della conformità alle norme di buona fabbricazione delle sostanze attive importate è affidata alla “Persona qualificata” dell’azienda farmaceutica. Pertanto anche la nuova Direttiva non garantirà che ogni principio attivo utilizzato nella Comunità, prodotto in un sito extra Ue, sia conforme alle GMP europee. I produttori italiani di principi attivi si troveranno ancora a competere in un mercato dove le regole sono differenti nelle varie aree geografiche. Per contrastare la diffusione di principi attivi di scarsa qualità (substandard) è opportuno che vengano effettuate ispezioni obbligatorie da parte di autorità regolatorie europee ai siti di produzione extra Ue, come già avviene per le unità produttive europee. Con l’obiettivo di semplificare e snellire le procedure amministrative tra AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e imprese, sono stati individuati alcuni interventi di semplificazione prioritari che non impattano con i criteri di sicurezza, garanzia e tutela della salute pubblica. Le richieste di notifica proposte richiedono, in ogni caso, che le imprese predispongano e facciano pervenire all’AIFA la documentazione prevista nei relativi modelli autorizzativi. L’introduzione della notifica per i punti indicati consentirebbe, da un lato un rilevante snellimento per l’attività dell’AIFA, che potrebbe utilizzare al meglio le risorse disponibili per aree più critiche, e dall’altro i produttori di principi attivi disporrebbero di procedure già da tempo in vigore in altri paesi europei. Con l’obiettivo di favorire il trasferimento di cultura all’interno della filiera farmaceutica, l’Associazione ha intensificato i rapporti con AFI (Associazione Farmaceutici Industria) avviando iniziative su temi di comune interesse. Al riguardo si è svolta una giornata di approfondimento sul tema “Il contenimento nella lavorazione di sostanze attive e altamente attive”. In collaborazione con l’Università di Pavia si è realizzato l’evento “cGMP approach and regulatory overview applied to APIs focused on bio-products and semi-synthesis processes”. Nel prossimo mese di settembre sarà organizzato un evento con l’obiettivo di evidenziare l’importanza di considerare la qualità e la sicurezza come assets delle imprese e le relative spese come investimenti che rafforzano l’immagine del settore. Il “II Forum Aschimfarma”, che avrà luogo a Roma il prossimo 25 ottobre, servirà ad attirare l’attenzione delle autorità e della stampa sulle criticità del settore. Nell’ambito delle manifestazioni fieristiche particolarmente importante per il settore sarà il prossimo “CPhI Worldwide” di Madrid (9-11 ottobre). www.aschimfarma.it Torna all’indice 55 Seconda parte chimica fine e delle specialitÁ Il comparto degli additivi e ausiliari, della chimica fine e delle specialità per l’industria, riveste grande importanza nel trasferire nei settori di consumo finale le innovazioni che nascono nella filiera chimica. L’industria della chimica delle formulazioni assume una rilevanza fondamentale in Italia perché i settori finali sono quelli dei distretti manifatturieri del made in Italy, che costituiscono quel tessuto di piccole imprese che rappresentano i veri mercati trainanti dell’economia italiana. Di qui una fortissima e crescente specializzazione dell’industria chimica italiana in questi settori, sia di piccole aziende, sia di medie aziende, sia di grandi imprese a capitale estero che trovano in Italia i cosiddetti “trend setter” (gli utilizzatori più all’avanguardia). Quello delle formulazioni è quindi sempre più l’ambito in cui nella chimica italiana si dà il valore aggiunto, soprattutto nella capacità di fornire risposte “customizzate”, prodotti su misura, studiati per le esigenze del cliente; in questa capacità, grazie all’imprenditorialità che ci caratterizza, le imprese italiane sono le migliori al mondo. Le aziende del settore stanno soffrendo un momento drammatico di crisi dovuta principalmente all’aggressione del far east, i cui mercati in salute fanno lievitare i costi delle materie prime in Europa. L’industria si vede quindi costretta a maggiori sforzi imprenditoriali per passare da un’innovazione di processo a un’innovazione di prodotto, che si identifica con l’innovazione del contenuto tecnologico chimico. Ma in questa fase congiunturale le imprese del comparto stanno sperimentando che questa innovazione non basta più, sono i clienti a chiedere di più, poiché vogliono vera innovazione. Il forte e duraturo aumento delle materie prime non riesce più a essere traslato a valle, a meno che non si parli di vere “specialties”. Le “specialties” di ieri sono sempre più le commodities di oggi, i clienti sono disposti a pagare di più solo se l’aumento di prezzo causato dagli aumenti delle materie prime corrisponde a un nuovo contenuto tecnologico che sia davvero innovativo. A monte il mercato è concentrato e le imprese hanno una dimensione medio/grande con una forte presenza di società multinazionali sul mercato italiano con unità produttive o con uffici commerciali/distributori, mentre risulta più limitata la presenza di società italiane. A valle alcuni settori presentano anche una moltitudine di imprese medio/piccole che nel complesso ricoprono un ruolo di grandissima importanza rispetto ai concorrenti europei. Gli additivi e ausiliari sono prodotti chimici realizzati “mescolando” opportunamente numerosissime sostanze, diverse sia per natura, sia per provenienza. Le formulazioni ottenute sono quindi utilizzate congiuntamente per conferire al prodotto finito caratteristiche particolari richieste dal mercato sugli articoli destinati al consumo. La gamma di funzioni svolte dai formulati è vastissima e ogni formulato è estremamente specifico: per questo si considerano anche come specialità chimiche. I prodotti di chimica fine, ovvero alcune delle principali materie prime per l’industria degli additivi e degli ausiliari, sono invece ottenuti prevalentemente per sintesi e, per similitudine, ricoprono un ruolo affine a quello che additivi e ausiliari assumono per i settori manifatturieri. Quindi, la vasta gamma degli additivi e ausiliari specialty, necessaria per soddisfare le esigenze provenienti dai settori “finali”, a sua volta utilizza innumerevoli intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine, insieme alle materie prime provenienti dalla chimica di base. L’importanza del comparto è testimoniata dalle dimensioni strutturali; l’industria della chimica fine e quella della chimica delle formulazioni (rappresentate in Aispec dai Gruppi: intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine; additivi e ausiliari per industria tessile, cartaria, conciaria e per il trattamento delle acque; additivi e ausiliari per materie plastiche, elastomeri, coating e altri) presentano un fatturato di circa 2.800 milioni di euro, impiegando oltre 6.500 addetti in circa 130 imprese associate. Per i comparti della chimica fine e specialistica che si rivolgono ai settori industriali, a una prima parte dell’anno moderatamente positiva è seguito un forte e diffuso ridimensionamento della domanda condizionato anche da fenomeni di destoccaggio da parte dei clienti. Nonostante il rallentamento nella parte finale del 2011, per gran parte dei segmenti l’export è stato e rimarrà un importante motore di crescita. Tra gli aspetti di criticità, si evidenzia il rincaro forte e generalizzato delle materie prime, con conseguenti pressioni sui margini. Permangono inoltre problemi di liquidità nelle varie filiere e situazioni di crisi strutturale tra le imprese clienti. www.aispec.it 56 Torna all’indice La chimica e i suoi settori ADDITIVI E AUSILIARI PER LA DETERGENZA E PRODOTTI OLEOCHIMICI È questo un settore della chimica destinato ai prodotti di largo consumo, infatti ciascun gesto della nostra vita quotidiana è accompagnato da molti prodotti che contengono sostanze chimiche come gli additivi e gli ausiliari per la detergenza. Ad esempio, in casa al lavoro e negli ambienti in cui viviamo utilizziamo prodotti chimici che rendono la nostra vita più semplice e sicura, garantendoci igiene e pulizia, questi sono i prodotti detergenti e le formulazioni contenenti tensioattivi. In particolare, quest’ultimi, sono molecole molto eclettiche presenti sia nei detergenti per la casa, sia nei prodotti per la cura della persona, come shampoo e bagnoschiuma. I tensioattivi per la loro natura chimica e fisica sono in grado di intrappolare lo sporco e le impurezze da una superficie (per esempio dalla pelle e dai capelli), queste molecole infatti sono costituite da due frazioni: una lipofila, che li rende affini allo sporco e al grasso in genere, e una idrosolubile che gli permette di sciogliersi nell’acqua. La frazione lipofila può essere di natura petrolchimica o naturale (vegetale o animale). I tensioattivi hanno inoltre proprietà disperdenti ed emulsionanti e sono pertanto impiegati in numerosi altri comparti, quali ad esempio il tessile, il cuoio, la carta e la plastica. La caratteristica principale di un tensioattivo è quella di abbassare la tensione superficiale di un liquido, agevolando la “bagnabilità” delle superfici o la miscibilità tra liquidi diversi. In un prodotto detergente vi è una combinazione di tensioattivi e la presenza di altre sostanze, di origine sia organica sia inorganica, appositamente studiata, che è in grado di esaltarne il potere detergente. In generale i tensioattivi possono essere suddivisi, in base alla loro natura e funzione, in tre categorie: prodotti di detergenza (tensioattivi, betaine, biocidi. etc.), prodotti di polimerizzazione (alcol e acidi carbossilici etossilati, etc.), prodotti tensioattivi (di origine naturale ottenuti dalla condensazione di acidi grassi derivanti da olio di cocco o palma e idrolizzati proteici cereali, amidi, esteri fosforici, etc.). Il settore si identifica nel Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici di Aispec, costituito da 33 imprese operanti in Italia, con un fatturato di 540 milioni di euro. Vi sono multinazionali che operano su larga scala e piccole medie imprese che commercializzano ausiliari per la detergenza (alcoli grassi etossilati, acidi grassi etossilati, etc.) e additivi (sequestran- ti, chelanti, enzimi, etc.), nonché imprese oleochimiche che forniscono materie prime di origine naturale per la catena lipofila del tensioattivo, in particolare derivanti da olio di palma e grasso animale fuso. Il settore, a livello normativo, si deve confrontare non solo con i Regolamenti REACH e CLP, ma anche con normative generali come rifiuti ed emissioni in ambiente e con disposizioni che l’Europa sta attuando in tema di energia, in particolare quella prodotta a partire da fonti rinnovabili. Dal momento che gli oli vegetali e il grasso animale sono considerati biomasse e l’Europa, attraverso incentivi e sovvenzioni, ne promuove l’impiego per produrre energia e biocarburanti, l’industria oleochimica ha meno disponibilità di materia prima e quindi si trova in periodo di crisi. Tale approccio potrebbe anche essere in contraddizione con altri principi della strategia Europa 2020, volti a promuovere lo sviluppo di prodotti chimici come i biotensioattivi e bio-solventi. Questa tematica rivestirà nei prossimi anni grande interesse ed attenzione dell’associazione europea CESIO, alla quale alcune aziende aderiscono direttamente o attraverso il settore nazionale P.I.T.I.O. (Prodotti Industriali Tensioattivi e Intermedi Organici), in quanto ad oggi la maggioranza dei tensioattivi disponibile è di sintesi chimica e di origine petrolchimica, e non di origine naturale. L’attività prioritaria del CESIO sarà quella di monitorare la definizione di bio-tensioattivo nei gruppi di lavoro CEN (European Committee for Standardization) attraverso la partecipazione attiva dei propri rappresentanti. Un’altra attività in cui il Gruppo, a livello nazionale, e il CESIO a livello europeo, è e sarà coinvolto anche in futuro, riguarda la promozione di classificazioni armonizzate di tensioattivi e intermedi organici. È emerso, infatti, in seguito alla pubblicazione dell’inventario ECHA delle classificazioni ed etichettature ai sensi del Regolamento CLP, che per una stessa sostanza, si possono avere diverse proposte di classificazione. Pertanto, al fine di armonizzare la classificazione delle sostanze di interesse, il CESIO si farà promotore di divulgare alle imprese associate le classificazioni stabilite dai consorzi REACH per le sostanze soggette alla prima e seconda fase di registrazione, e di spiegare, attraverso pubblicazioni mirate su riviste scientifiche, come si è arrivati all’attuale classificazione CLP per sostanze complesse trattate dal settore (per esempio gli alcool etossilati). www.aispec.it Torna all’indice 57 Seconda parte INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE Un prodotto cosmetico è la formulazione di molti ingredienti e sostanze diverse per natura, per caratteristiche e per proprietà chimico-fisiche e processi produttivi. Tra questi ingredienti troviamo l’acqua, i tensioattivi, i coloranti, i polimeri, i pigmenti e gli emollienti (sostanze grasse), gli estratti naturali, i filtri solari, i principi funzionali e le fragranze. In particolare, la fragranza è quella molecola che agisce sui recettori olfattivi impartendo una specifica “nota”, un profumo a moltissimi prodotti, tra cui quelli di cosmetica e profumeria, quelli per la pulizia della casa, i detersivi, i deodoranti per ambiente e gli oggetti profumati. Anche in alcune di queste applicazioni, come ad esempio i profumi e i deodoranti per ambiente, è la fragranza, da sola, che crea l’identità del prodotto e ne determina il successo commerciale. In Italia nel campo delle fragranze operano sia imprese di piccola-media dimensione legate al territorio (ma con importanti rapporti con il mercato internazionale), sia sedi italiane di grandi gruppi multinazionali, che lavorano su ampia scala. Le imprese di questo settore aderiscono al Gruppo aromi e fragranze di Aispec, che rappresenta entrambi i comparti, in quanto storicamente molte materie prime erano impiegate con il duplice scopo di aroma e fragranza (p. e. oli essenziali ed estratti vegetali). Le materie prime per l’industria cosmetica, incluse le fragranze, in quanto sostanze chimiche, devono rispettare le normative generali REACH e CLP, nonché le disposizioni specifiche della Direttiva e del Regolamento Cosmetici 1223/2009/UE. Quest’ultimo verrà adottato completamente e sostituirà la Direttiva cosmetici a luglio 2013. Inoltre, le imprese che producono fragranze devono rispettare il codice di autoregolamentazione dell’IFRA (International Fragrance Association), associazione a cui il Gruppo aderisce, al fine di offrire al consumatore prodotti sempre più sicuri. Gli ingredienti cosmetici sono continuamente studiati e valutati a livello europeo dal Comitato Scientifico sulla sicurezza dei Consumatori (SCCS). In particolare, il nuovo Regolamento pone l’accento anche sul linguaggio pubblicitario dei prodotti finiti e affida alla Commissione europea la redazione di una linea guida che evidenzi i principali criteri da rispettare, in modo da non confondere i consumatori. Una delle sfide che il settore cosmetico, in particolare le materie prime, rappresentato dal Gruppo Mapic di Aispec (36 aziende, fatturato di 220 milioni di euro) sta affrontando, riguarda l’implementazione del divieto sulla sperimentazione animale. Da marzo 2009 non è più possibile testare su animali gli ingredienti cosmetici in Europa e da marzo 2013 il divieto si estenderà anche alla commercializzazione di cosmetici contenenti ingredienti testati su animali in paesi extraUe. Il Regolamento prevede il divieto assoluto di commercializzare prodotti contenenti ingredienti testati su animali anche per quegli “end-point” più complessi (tossicità a dose ripetuta, tossicocinetica, tossicità riproduttiva e cancerogenicità). Tuttavia, nonostante gli sforzi fatti e i progressi ottenuti, non saranno disponibili metodi alternativi per la valutazione di questi end-point tossicologici per marzo 2013. Il ricorso esclusivo a metodi alternativi richiede, infatti, ancora sviluppo di conoscenze scientifiche per permettere a queste metodologie di garantire tutti gli aspetti di sicurezza sia del prodotto cosmetico, sia degli ingredienti in esso contenuti, a tutela della salute dei consumatori, che è una priorità per il legislatore e per tutto il mondo cosmetico. Un’altra sfida per il settore è rappresentata dal suo sviluppo in modo sostenibile, in particolare, si pone l’accento sull’uso efficiente delle risorse, sul controllo e riduzione degli impatti sull’ambiente, sulla riduzione della pericolosità e ancora sulla progettazione di processi e sistemi efficienti, promuovendo la ricerca e l’innovazione per sviluppare processi, prodotti e servizi a sempre minore impatto ambientale. Alcune imprese associate si stanno già muovendo in questa direzione tramite l’impiego di biotecnologie innovative (estrazioni standard per ottenere cellule staminali vegetali, catalisi enzimatica e conversione enzimatica) in grado di sostituire la produzione tradizionale, con una diminuzione dei passaggi di produzione, un risparmio d’acqua, una riduzione di solventi organici e di rifiuti ottenendo prodotti con caratteristiche volute e richieste e con elevati standard di purezza. Per le imprese che si affacciano solo ora a questa nuova opportunità è stato recentemente costituito in Aispec il Gruppo di lavoro ecologia industriale, strettamente correlato con quello a livello europeo (WG EFfCI Sustainability and carbon foot printing) che svilupperà una posizione per supportarle, delineando i passi da compiere per muoversi in questa direzione. www.aispec.it 58 Torna all’indice La chimica e i suoi settori CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE Il contributo della chimica alla filiera alimentare viene da particolari ingredienti specialistici: aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi, ingredienti nutrizionali. L’industria alimentare è un settore trainante dell’economia italiana e le imprese degli ingredienti specialistici hanno un ruolo importante nel tessuto industriale nazionale. Tali aziende non sono uniformabili in un’unica tipologia: piccole-medie imprese storicamente presenti o più recenti sono affiancate a filiali di gruppi multinazionali. Queste realtà operano sul mercato italiano e internazionale, valorizzando tradizione e innovazione del complesso panorama dell’industria alimentare. Le imprese del settore degli additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici in Federchimica sono 25, con un fatturato di circa 350 milioni di euro. Il mercato nell’ultimo periodo presenta cambiamenti importanti nella sua struttura, con l’uscita di scena di alcune piccole e medie imprese. L’export è trainante, nonostante ci si aspetti nel 2012 un calo della domanda da paesi emergenti. La rinnovata legislazione europea differenzia gli additivi in categorie funzionali e ciò si rispecchia nell’etichettatura del prodotto finito, cui il consumatore presta sempre grande attenzione. L’indicazione della loro presenza è obbligatoria con il cosiddetto “Numero E”, che li identifica univocamente. Le norme europee prevedono un monitoraggio tossicologico in funzione dell’apporto dalla dieta e sulla base di tali osservazioni sono adottati provvedimenti che stabiliscono dosi massime di utilizzo sicuro. L’opinione pubblica è spesso diffidente nei confronti degli additivi, soprattutto per scarsa conoscenza. Va sottolineato infatti che il loro utilizzo è permesso dalla legge solo quando di beneficio al consumatore, tecnologicamente necessario, alle dosi stabilite, dopo attenti controlli delle autorità europee preposte. L’amido, prodotto da cereali, è sia un ingrediente impiegato direttamente nei prodotti alimentari, sia una materia prima da cui ricavare altri ingredienti specialistici (es. maltodestrine, glucosio e da esso acidi organici, polioli e altri). Le tre imprese del settore amidi e derivati associate a Federchimica, hanno un fatturato di oltre 400 milioni di euro e impiegano più di 500 addetti; attraverso la loro attività trasformano un semplice chicco di mais in una miriade di prodotti chimici specialistici di ampio utilizzo. Gli aspetti critici del settore riguardano i prezzi delle materie prime cerealicole, influenzati sempre più dal loro impie- go anche a scopi energetici, nonché il costo dell’energia, poiché gli impianti di produzione ne necessitano in grande quantità. Il settore è particolarmente attento ai riflessi della futura revisione della PAC (politica agricola comunitaria), prevista per il 2014. Gli aromi derivano da materie prime naturali o possono essere sostanze di sintesi chimica. In ogni caso per legge devono rispondere a requisiti di purezza, sicurezza e innocuità per il consumatore. Le definizioni riportate sull’etichetta degli alimenti sono legate all’origine dell’aroma in essi contenuto, soprattutto nella definizione di naturalità che, mediante diverse denominazioni, permette al consumatore di avere la massima informazione possibile. La revisione della lista delle sostanze aromatizzanti ammesse, attesa per la fine del 2012, armonizzerà completamente la situazione europea mettendo tutte le imprese sullo stesso piano di competitività. Il settore degli aromi ha risentito di una lieve contrazione dei consumi interni negli ultimi mesi del 2011, tuttavia può contare sull’export alimentare per limitare l’impatto negativo del calo della domanda interna. Le 40 imprese del settore associate a Federchimica sono sia sedi italiane di multinazionali, sia PMI locali, con un fatturato di circa 170 milioni di euro. Il settore delle materie prime per integratori alimentari e alimenti funzionali è rappresentato in Federchimica da 18 imprese del gruppo Miaf. L’addizione di vitamine, minerali, probiotici o altri ingredienti nutrizionali mette a disposizione alimenti arricchiti destinati a tutti o a chi ha diverse esigenze nutrizionali. Occorre ricordare però che gli integratori, nonostante la percezione di alcuni consumatori, sono alimenti e non farmaci. Il regolamento 1924/2006/CE stabilisce che le indicazioni nutrizionali e salutistiche in etichetta degli alimenti devono essere autorizzate e supportate da informazioni scientifiche di alto livello. Le autorità europee però, con un approccio alle norme più medico che alimentare, rischiano di deprimere un settore dinamico che, negli anni, garantiva trend positivi in controtendenza con la congiuntura generale. Nel 2011 si è presentata tuttavia una contrazione dell’economia che ha rallentato l’entrata di nuovi prodotti sul mercato e non ci si aspetta un miglioramento imminente. Il panorama estero, soprattutto est europeo, rappresenta un’opportunità di espansione del settore, grazie a dinamiche più favorevoli e maggiori potenzialità di crescita. www.aispec.it Torna all’indice 59 Seconda parte OLI LUBRIFICANTI La funzione fondamentale di un olio lubrificante è ridurre l’attrito tra organi meccanici in movimento relativo, grazie all’azione di una pellicola fluida o semifluida. Vi sono però moltissime altre applicazioni di questi prodotti, che si traducono in una vastissima gamma di formulazioni, tutte costituite “additivando” con sostanze e formulati chimici un olio base, a sua volta ottenuto dalla prima raffinazione del petrolio o dalla rigenerazione di oli usati. Per formulare un prodotto finito ad alte prestazioni occorrono una base di elevata qualità e al tempo stesso additivi in grado di conferire al prodotto la sua specifica funzione. La competitività del settore è fortemente minata dal pesante regime fiscale cui è sottoposto, caratterizzato da due imposte pressoché uniche in Europa: la Robin Hood Tax e l’imposta di consumo. La Robin Hood Tax, concepita nel 2008 per tassare i maggiori profitti delle compagnie petrolifere e quindi impropriamente applicata agli oli lubrificanti, la cui produzione non è integrata con il ciclo del petrolio, è stata recentemente inasprita (con la maggiorazione dell’aliquota Ires al 10.5%) ed estesa anche a imprese di dimensioni medio-piccole con l’abbassamento della soglia di fatturato a 10 milioni di euro. Nei principali settori di sbocco del comparto, industria e autotrazione, la costante ricerca di soluzioni innovative volte al miglioramento di prestazioni ed efficienza non si concentra più solo sull’aumento della vita media e del potere lubrificante dell’olio, ma anche su risparmio, efficienza energetica e basso impatto ambientale, in linea con i requisiti delle recenti normative europee di sicurezza prodotto. Quasi ogni attività economica necessita di un prodotto di questo settore, in cui infatti si annoverano le società petrolifere e alcune multinazionali chimiche, orientate a un’ottica del lubrificante come “large commodity”, oltre a numerose aziende specializzate di piccole e medie dimensioni, che invece lo concepiscono come una specialty, focalizzandosi sulla ricerca delle soluzioni più soddisfacenti per una clientela di nicchia. L’imposta di consumo affligge invece il settore da oltre 60 anni. Oltre ad essere iniqua, è anche altamente inefficiente, in quanto ha generato un intricato sistema di adempimenti e controlli che gravano su ogni fase della produzione e della commercializzazione del prodotto, senza tuttavia impedire i fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che sono al contrario molto frequenti soprattutto sulle importazioni e sui piccoli volumi, riducendo la competitività dei produttori nazionali e creando inaccettabili fenomeni di concorrenza sleale sul mercato interno. Pertanto, le imprese del settore portano avanti, attraverso Federchimica e l’associazione di categoria di riferimento, il Gail (Gruppo aziende industriali della lubrificazione), una campagna di sensibilizzazione che mira all’eliminazione dell’imposta di consumo, che potrebbe anche passare, nel breve termine, per una radicale semplificazione degli oneri amministrativi connessi alla gestione del tributo. In Italia vi sono un centinaio di operatori, inclusi alcuni distributori che hanno una piccola attività produttiva. Il comparto occupa circa 3.000 addetti, di cui circa 1.800 sono “blendatori”, mentre gli altri si frammentano fra società commerciali che ri-etichettano e rappresentanti esclusivi di marchi stranieri. Nel 2011 si stima che il settore abbia realizzato un fatturato pari a 1,2 miliardi di euro. Dopo il parziale recupero del 2010 (con volumi in crescita del 10% rispetto al 2009), nel 2011 i consumi sono complessivamente calati dell’1%, superando di poco le 430.000 tonnellate. Il calo, molto limitato per quanto riguarda gli oli ad uso autotrazione (-0.5%), è stato invece particolarmente rilevante per gli oli ad uso industriale (-17%), con un’inversione totale di tendenza rispetto al 2010. A giudicare dai primi mesi del 2012 purtroppo, il trend negativo sembra destinato a continuare, soprattutto per il comparto autotrazione. Il Gail raggruppa 32 aziende, per oltre 1.100 addetti, la composizione del Gruppo è estesa e fortemente eterogenea per dimensione e attività, con moltissime realtà medio piccole accanto ad importanti multinazionali, imprese produttrici di basi lubrificanti da raffinazione e da rigenerazione di oli usati accanto a produttrici di lubrificanti finiti e di additivi; tutti questi operatori vedono però nell’Associazione un importante punto di riferimento, luogo di aggregazione e produttivo confronto sui problemi settoriali. Il Gail assicura infatti costantemente ai propri associati un’intensa attività di rappresentanza e tutela, servizio e consulenza sulle svariate tematiche del settore, principalmente di natura fiscale e tecnica, sia attraverso i propri Comitati e gruppi di lavoro, sia attraverso una costante collaborazione con l’associazione europea di riferimento, la UEIL (Independent Union of the European Lubricants Industry), di cui è socio fondatore. www.aispec.it 60 Torna all’indice La chimica e i suoi settori ABRASIVI L’Italia rappresenta uno dei maggiori mercati di riferimento per il settore degli abrasivi a livello internazionale ed il settore è caratterizzato da due principali produzioni: abrasivi flessibili (carte, tele, fibre) e abrasivi rigidi. Gli abrasivi rigidi si suddividono a loro volta in mole convenzionali vetrificate (a legante inorganico ceramico) e mole troncatrici e a centro depresso (a legante organico resinoide). Nel panorama nazionale si contano alcune grosse multinazionali e molte realtà medie o medio-piccole italiane. Il settore vede impegnati una quarantina di operatori, concentrati soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto, e dà lavoro a oltre 2.000 addetti. Nel 2011 il mercato italiano degli abrasivi ha continuato con un trend positivo (+5%), anche se globalmente meno accentuato rispetto al forte recupero del 2010 (+18%). Va però segnalato che, a fronte della sostanziale invarianza del segmento dei flessibili e di una crescita contenuta per le mole a legante organico nel loro complesso (+3.6%), gli abrasivi convenzionali hanno registrato un forte aumento (+12.6%). Le vendite di abrasivi in Italia si stimano pari a circa 255 milioni di euro nel 2011. I flessibili rappresentano la quota maggiore (55%), seguiti dai convenzionali (25%) e dalle mole a legante organico (20%). Anche l’export è cresciuto (+1.7%) ed è pari a circa 124 milioni di euro, più del 30% del fatturato globale, ma la crescita dipende esclusivamente dagli ottimi risultati del segmento degli abrasivi convenzionali (+17%), mentre la quota delle mole a legante organico è rimasta immutata e i flessibili sono leggermente calati (-2.1%). I livelli di attività rimangono comunque distanti dai livelli pre-crisi e anche per il 2012 non è pensabile un pieno recupero. Infatti, le prospettive per i principali settori clienti degli abrasivi, edilizia, meccanica e auto, non appaiono brillanti, anzi, date la recessione generale e la grave crisi dei consumi in atto, è in corso per essi una nuova fase difficile dal lato della domanda. In questo ambito la raccolta, l’elaborazione e la corretta diffusione dei dati statistici nazionali del comparto si confermano un servizio da parte dell’Associazione di categoria molto utile agli operatori e un valido strumento per valutare l’andamento dei mercati di riferimento. In un contesto di domanda debole come quello attuale desta ancora più preoccupazione il trend delle materie prime, ancora in crescita nel 2011 e inizio 2012. È proprio l’elevato costo delle materie prime e soprattutto dell’energia a pesare maggiormente sui costi di produzione, sensibilmente più alti rispetto a quelli sostenuti dai competitor comunitari. A questo grave fattore di penalizzazione si somma la concorrenza orientale, che negli ultimi anni ha invaso il mercato europeo con produzioni a basso costo e marchi contraffatti. Attraverso l’associazione europea di riferimento, la FEPA, l’associazione nazionale di categoria vigila sulle misure di tutela del mercato adottate dall’Ue in tal senso, proponendo, quando necessario, soluzioni alternative: ad esempio l’introduzione di dazi antidumping è uno strumento da usarsi con cautela, poiché se applicati su alcune materie prime provenienti dalla Cina finirebbe per favorire l’ingresso nel territorio comunitario di prodotti finiti cinesi non soggetti a dazi e quindi avvantaggiati nella concorrenza diretta con i prodotti europei. Le imprese italiane del comparto presentano però nei confronti della concorrenza estera a basso costo alcuni fattori di successo importanti: crescenti standard di qualità e sicurezza, innovazione di prodotto, automazione e know how. Lo sviluppo di prodotti ad alto valore prestazionale si combina cioè sempre con l’impegno per garantire, e se possibile migliorare, la sicurezza del prodotto per l’utilizzatore. A questo scopo si rende necessario un monitoraggio costante delle attività di normazione di UNI, CEN e ISO, ovvero dell’aggiornamento degli standard tecnici internazionali che determinano i requisiti di sicurezza, i test e i metodi di prova dei prodotti. In questo senso l’Associazione è fondamentale nell’affiancare e assistere le imprese nel controllo delle modifiche ai testi proposte, nel coordinamento, anche attraverso l’associazione europea FEPA, con gli altri Stati membri, nei processi di votazione relativi agli standard. Il Gruppo abrasivi, che raduna ad oggi in Aispec 24 imprese, per un totale di circa 1.600 addetti, raggruppa i maggiori produttori dell’industria nazionale di abrasivi (rigidi e flessibili) e rappresenta all’incirca l’80% del mercato, per un fatturato annuo di quasi 380 milioni di euro. Federchimica continua a giocare un ruolo chiave nell’assistenza e nella rappresentanza delle specifiche necessità del comparto, attraverso la lobby e i rapporti con le istituzioni, l’assistenza sull’applicazione del Contratto sindacale e naturalmente il supporto tecnico nell’applicazione delle normative di sicurezza prodotto, salute, ambiente, sicurezza e igiene del lavoro. www.aispec.it Torna all’indice 61 Seconda parte SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI, OSSIDI METALLICI Il settore comprende la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di elettrodomestici e prodotti per la casa). Esso include anche alcune aziende produttrici di ossidi metallici che trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte e nella composizione di prodotti antiruggine e di stabilizzanti. linea generale esse sono volte allo studio delle problematiche inerenti alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e dei preparati pericolosi. I colorifici sono prevalentemente ubicati nell’area di Sassuolo. Il comparto costituisce, insieme ai costruttori di macchinari e ai produttori di piastrelle, il terzo attore necessario alla creazione di piastrelle da pavimento e rivestimento. Nell’ambito delle attività promosse per l’Anno internazionale della Chimica, il settore dei colorifici ceramici non ha perso l’occasione di essere protagonista del progetto “Fabbriche Aperte” che ha permesso l’apertura di ben sette stabilimenti e ha contato più di mille partecipanti. Tutta la cittadinanza ha così avuto la possibilità di visitare alcuni importanti impianti del distretto, di conoscere i prodotti e il loro contributo alla qualità della vita, così come le tecnologie utilizzate a tutela dell’ambiente, della sicurezza industriale e della salute. Le più importanti multinazionali del settore hanno in Italia filiali e stabilimenti che, data la rilevanza strategica del mercato, rivestono un ruolo spesso determinante per la stessa capogruppo. Tali aziende sono un significativo esempio di chimica al servizio della ceramica, alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per la ceramica. Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici, che effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende chimiche tradizionali. Tale processo di affinamento dei prodotti, associati ai necessari servizi forniti per l’applicazione dei medesimi, ha ormai spostato il settore verso le specialità. In effetti il colorificio, quale fornitore di ricerca ed estetica, spesso all’atto della presentazione del proprio prodotto propone la piastrella finita e non un intermedio chimico. Le forti concentrazioni e le acquisizioni tra colorifici avvenuti negli ultimi anni dimostrano che le aziende del settore sono abituate a competere a livello globale. La competitività, soprattutto con la Spagna, ha avuto un ruolo fondamentale nella riorganizzazione di un settore che, spesso per necessità, ha dovuto reinventarsi e che ha permesso con la propria ricerca di fare crescere il mondo della piastrella. Le attività più importanti promosse dall’Associazione, sono indirizzate in materia ambientale e di sicurezza; in Nel corso del 2011, Ceramicolor ha proseguito le attività per gestire l’implementazione del REACH e sono state seguite con estrema attenzione le normative a valle, tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti, ai grandi rischi e all’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control). E, per rendere ancora più efficace l’attività iniziata con Fabbriche Aperte, è stata promossa un’attività specifica rivolta alle scuole medie inferiori e superiori, per presentare agli studenti il mondo della chimica, l’importanza della scienza chimica nella vita quotidiana e tutte le opportunità professionali offerte dall’industria chimica in Italia. Nello specifico, è stato presentato un breve quadro delle attività dei colorifici ceramici, per mostrare ai ragazzi tutto il percorso di produzione di queste aziende, che operano principalmente nel distretto. Sempre all’interno della collaborazione con le scuole, Ceramicolor, in collaborazione con Confindustria Ceramica, ha promosso un corso di formazione dedicato agli studenti più meritevoli del quarto anno dell’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per introdurli al mondo del lavoro. Infine Ceramicolor ha organizzato, in collaborazione con Confindustria Ceramica, il convegno “A cosa pensano gli architetti quando progettano”, dove ha presentato una ricerca, commissionata dalle due associazioni a GfK Eurisko, sulla figura dell’architetto italiano quale protagonista in molteplici progetti di grandi building e interior design, nei quali sono presenti le piastrelle di ceramica e gli altri materiali sostitutivi. www.ceramicolor.it 62 Torna all’indice La chimica e i suoi settori ADESIVI E SIGILLANTI Il settore degli adesivi e sigillanti rappresenta produzioni destinate ad una grande varietà di applicazioni: edilizia, cartotecnica, imballaggio, mezzi di trasporto, legno e arredamento, calzature, pelletteria e fai-date sono alcuni esempi. La dinamica di mercato del comparto nel 2011 ha registrato un andamento negativo, in termini quantitativi, per tutti i settori di destinazione. Il fatturato, su base annua, è cresciuto, ma si è trattato semplicemente di un parziale, modesto recupero dell’aumento dei costi delle materie prime. I margini reddituali sono risultati del tutto insoddisfacenti. I motivi di preoccupazione, evidenti già a partire dal 2010, si sono acuiti per tutto il 2011: le imprese hanno dovuto misurarsi, ancora una volta, con l’andamento al rialzo delle materie prime ed i casi di shortage registrati per molte di esse. Il problema dell’accesso al credito, più volte drammaticamente denunciato per tutto il 2011, in particolare da parte delle piccole e medie imprese, è un fattore che non ha ancora esaurito i suoi effetti potenzialmente devastanti. La carenza di liquidità ha assunto proporzioni senza precedenti, malgrado gli sforzi della Banca Centrale Europea per arginare il fenomeno. La situazione estremamente critica in cui le imprese devono operare è ulteriormente aggravata dal ritardo dei pagamenti sia da parte delle pubbliche amministrazioni, sia da parte del settore privato. Il rallentamento dell’economia dei principali paesi europei spinge le imprese a focalizzarsi maggiormente sui mercati emergenti extra europei quali Cina, India, Russia e Brasile. Un ulteriore particolare aspetto del REACH, emerso a partire dalla fine del 2011, riguarda le attività ispettive da parte dell’Autorità competente nazionale. Il Gruppo adesivi e sigillanti a tal riguardo ha organizzato un workshop espressamente dedicato all’illustrazione delle prime esperienze aziendali in materia, nello spirito di offrire alle imprese associate uno strumento concreto di confronto. L’attività associativa ha comunque mantenuto il suo dinamismo, i rappresentanti delle imprese associate hanno periodicamente partecipato alle riunioni del Comitato Tecnico Avisa, l’ambito naturale in cui si discutono le tematiche di maggiore interesse di carattere tecnico-legislativo tra cui figurano argomenti quali REACH, CLP, biocidi, nanomateriali, solo per citarne alcuni. L’implementazione del Regolamento REACH, in particolare per quanto riguarda le schede dati di sicurezza, ha comportato l’attivazione di una apposita task force incaricata di redigere schede dati di sicurezza estese, complete degli scenari di esposizione, per supportare le imprese associate. Il settore adesivi e sigillanti per il legno e l’arredamento, nel quadro delle iniziative di formazione e divulgazione tradizionalmente condotte, ha realizzato una tavola rotonda dal titolo “Sostenibilità: la leva competitiva per lo sviluppo della filiera del legno e arredamento” in occasione del SICAM (Salone Internazionale Componenti, Semilavorati e Accessori per l’Industria del Mobile), lo scorso 21 ottobre 2011 a Pordenone. La tematica relativa al contatto con gli alimenti ha determinato il riavvio dei lavori del settore adesivi e sigillanti per cartotecnica e imballaggio. I continui sviluppi di carattere legislativo sull’argomento richiedono ampia attenzione per le implicazioni che ne derivano per le imprese associate attive in tale segmento di mercato. È proseguito l’impegno di Avisa nel progetto CAST, condotto sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità. La prima fase del progetto ha condotto alla redazione di “Linee guida per l’applicazione del Regolamento 2023/2006/CE alla filiera dei materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti”. Il cosiddetto CAST2, attualmente in corso, si occupa di predisporre un documento che definisca i comportamenti da adottare e la documentazione da tenere in azienda nel caso di un’ispezione da parte delle Autorità, mirata a verificare il rispetto del Regolamento 2023/2006/CE. Sarà, inoltre, predisposto un documento che chiarirà i requisiti della documentazione di supporto richiesti dal Regolamento Quadro 1935/2004/CE. In campo internazionale è stato confermato l’impegno dei delegati italiani negli organi di FEICA (Executive Board, European Technical Board, European Business Board), l’Associazione europea alla quale il Gruppo adesivi e sigillanti aderisce. http://avisa.federchimica.it Torna all’indice 63 Seconda parte PITTURE E VERNICI Il settore delle pitture e vernici rappresenta una componente molto rilevante della chimica italiana. Con un valore della produzione superiore ai tre miliardi di euro, l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania. In Italia sono attive sia importanti imprese a capitale italiano di dimensioni medie e piccole, sia filiali produttive di gruppi internazionali. I prodotti trovano impiego in svariati settori: i più importanti in termini quantitativi sono l’edilizia (circa il 60% delle vendite complessive), l’industria metalmeccanica (20%) e il mobile (15%), ma figurano anche l’auto, la protezione industriale, la nautica, la marina, il “can coatings”. Le imprese di pitture e vernici, attraverso la qualità dei propri prodotti, l’innovazione e la capacità di dare efficacemente risposte alle esigenze dei clienti, sono spesso alla base dei successi di molte imprese del cosiddetto made in Italy. Una parte significativa e tendenzialmente crescente della produzione è rivolta ai mercati esteri. Nel 2011 il settore dei prodotti vernicianti ha registrato performance, in termini quantitativi, in linea con il 2010, e a valore solo leggermente migliori di quelle dell’anno scorso. Per tutti i settori continuano a destare enorme preoccupazione le tensioni delle materie prime, sia per i pesanti rincari che si riescono a trasferire a valle solo in parte, sia per i crescenti problemi di approvvigionamento, con conseguenti difficoltà operative e riduzioni delle marginalità. Il mercato è inoltre caratterizzato da gravi problemi di liquidità: aumenta l’esposizione creditizia complessiva e il capitale circolante necessario per finanziarla, cresce il rischio di insolvenza e conseguentemente il rischio d’impresa, si dilatano i tempi e le difficoltà per far rientrare i crediti. Con l’entrata in vigore nel 2006 del Decreto Legislativo di “Attuazione della direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché prodotti per carrozzeria” (D.Lgs. 161/2006), sono stati imposti limiti massimi di contenuto di composto organico volatile (COV) nei prodotti vernicianti utilizzati in edilizia e in carrozzeria. Il Decreto ha avuto pertanto importanti ricadute sulla produzione e sull’attività di ricerca e sviluppo e le imprese hanno investito significative risorse umane ed economiche per la formulazione di prodotti a basso contenuto di COV. Il Gruppo pitture e vernici di Avisa ha seguito fin dall’inizio l’iter legislativo e le implicazioni tecnico-normative conseguenti. L’impegno dell’Associazione si è concretizzato attraverso una puntuale e tempestiva informazione, circolari di chiarimento, riunioni interassociative, incontri tra tecnici, realizzazioni di linee guida e position paper e un continuo confronto con le autorità. Proprio grazie all’attività associativa di lobby i Ministeri competenti hanno accolto le istanze del settore prorogando al 31 dicembre 2012 il divieto di esportare, in paesi extra Ue, i prodotti non conformi al decreto e riallineando in questo modo l’Italia alla legislazione degli altri paesi dell’Unione europea. Tale disposizione ha evitato alle imprese operanti nel Paese, comprese le multinazionali, associate e non, la perdita per il 2012 di un fatturato pari a circa 100 milioni di euro, 300 milioni di euro complessivi se si considera che si tratta della terza proroga consecutiva ottenuta. A seguito della pubblicazione della Norma UNI EN 15824 “Specifiche per intonaci esterni e interni a base di leganti organici” che prevede la marcatura CE per i rivestimenti plastici continui, il Gruppo pitture e vernici ha siglato importanti convenzioni con quattro primari laboratori nazionali che riservano tariffe agevolate alle imprese associate per la realizzazione dei test previsti dalla norma. Il Gruppo ha inoltre realizzato una linea guida di facile lettura e immediata comprensione che ripercorre la norma e offre utili indicazioni per la sua corretta applicazione, e una brochure informativa che le imprese associate possono utilizzare per favorire la divulgazione lungo tutta la filiera. L’industria italiana delle pitture e vernici ha manifestato, negli ultimi anni, una grande necessità di formazione specifica per i propri tecnici, anche tenuto conto che è scarsa l’offerta di corsi post-diploma o dei corsi universitari. Per questo il Gruppo pitture e vernici collabora, dal 2005, con Innovhub-Stazione Sperimentale Oli e Grassi e con l’Associazione Italiana dei tecnici di industrie di vernici ed affini nel programma di formazione permanente denominato forVER. Lo scorso anno sono stati organizzati con successo i corsi: “Additivi: nuove frontiere” (giugno 2011), “Vernici per legno: la formulazione nei diversi settori applicativi. Componenti, supporti, basi di formulazione e caratterizzazione” (Novembre 2011). http://avisa.federchimica.it 64 Torna all’indice La chimica e i suoi settori GAS TECNICI, SPECIALI E MEDICINALI I gas tecnici, speciali e medicinali vengono utilizzati in quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale. Ossigeno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas, trovano impiego nell’industria metallurgica, meccanica, alimentare, chimica, del vetro, oltre che in ambito sanitario (in particolare l’ossigeno, il protossido d’azoto, le miscele medicinali e i gas dispositivi medici). Questi gas hanno la necessità di essere prodotti in prossimità dei luoghi di utilizzo finale, a causa degli elevati costi di trasporto, e, proprio per questo, l’andamento economico del settore segue abbastanza fedelmente lo stato di salute dell’attività manifatturiera italiana. Il settore dei gas industriali, rappresentato in Italia da Assogastecnici, ha chiuso il 2011 mantenendo gli stessi livelli produttivi dell’anno precedente. Il comparto si è confrontato con settori industriali clienti molto vulnerabili e dagli andamenti altalenanti. Tra quelli più trainanti, si distinguono la metallurgia, i settori legati al recupero ecologico-ambientale, diversi comparti della lavorazione dei metalli e l’alimentare. Non hanno soddisfatto invece i risultati sul fronte dell’industria dell’automotive e chimica. Il comparto medicinale è leggermente cresciuto sebbene a ritmi inferiori a quelli cui è abituato. Il settore è infatti molto meno ciclico di quello industriale e gode di un proprio trend di costante sviluppo, specie per la crescente importanza dei servizi accessori forniti insieme ai gas. Sia per l’area domiciliare che per quella ospedaliera, la fornitura del gas si accompagna a prestazioni accessorie quali la fornitura di servizi, apparecchi e impianti, che trainano la crescita del valore del comparto. Per il settore dei gas in generale si aggiunge poi il problema dei costi energetici, che nel 2011 sono ulteriormente aumentati di oltre il 9%, continuando ad assestarsi su livelli ben superiori a quelli degli altri paesi europei. A fianco della normale attività istituzionale e progettuale, nel 2011 si sono tenuti importanti momenti di confronto, di coinvolgimento e di formazione degli addetti ai lavori su un tema fondamentale quale la sicurezza: nel maggio 2011, a Vairano di Vidigulfo (PV), presso l’Automotive Safety Centre, si è svolto un Conve- gno per le imprese di autotrasporto, rappresentate dai titolari e dai responsabili per la sicurezza. L’evento ha permesso di focalizzare l’attenzione sui molteplici aspetti che riguardano la sicurezza nel trasporto dei recipienti per gas. Nel mese di novembre si è poi svolta una seconda importante iniziativa: l’XI Riunione Nazionale di Sicurezza, tradizionale appuntamento associativo in cui si presentano gli aspetti più importanti legati alla sicurezza. Nell’edizione 2011, in particolare, si è affrontato il tema dell’errore umano nei suoi ambiti più diversi. Per quanto riguarda il comparto medicinale prosegue l’attività di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli operatori della sanità per promuovere il settore dal punto di vista del valore in termini terapeutici, etici, industriali e sociali. L’evoluzione legislativa degli ultimi anni ha portato i gas medicinali ad assumere a tutti gli effetti lo status di farmaci e le aziende che li producono hanno dovuto dotarsi delle Autorizzazioni all’Immissione in Commercio (AIC) secondo scadenze concordate con il Ministero della Salute e l’AIFA: allo stato attuale l’ossigeno medicinale, l’azoto protossido medicinale e l’aria medicinale possono essere commercializzati esclusivamente dalle aziende che hanno ottenuto la relativa AIC. Per adeguarsi al meglio alla fase di evoluzione dalla quale sta emergendo la normativa di riferimento, il Gruppo gas medicinali sta mantenendo ed intensificando i rapporti con Ministero della Salute, AIFA e Istituto Superiore di Sanità per ottenere un sempre maggiore avvicinamento tra le prassi applicate in Europa e le interpretazioni adottate dagli interlocutori istituzionali sul territorio nazionale, sia per quanto riguarda le questioni relative ai gas Farmaci che per i gas e miscele che vengono utilizzati come Dispositivi Medici. Prosegue poi la campagna di sensibilizzazione del Gruppo gas medicinali sull’impiego corretto e sicuro dei gas e in particolare sulle modalità di manipolazione e dispensazione di tali farmaci all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e private: con pubblicazioni sul Sole 24 Ore Sanità, Corsi Regionali accreditati ECM per i farmacisti ospedalieri ed eventi istituzionali a carattere nazionale. www.assogastecnici.it Torna all’indice 65 Seconda parte DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA E PER LA CASA Il settore dei prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti comprende detersivi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali” (biocidi), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e la manutenzione in generale. Si suddivide in due macro aree: detergenti e prodotti per la manutenzione della casa e analoghi per l’industria, le comunità e le istituzioni. Le due aree condividono la missione d’impresa di produrre le migliori soluzioni per assicurare pulizia e igiene in ogni ambito. All’interno del settore operano imprese nazionali e multinazionali con sede in Italia, con un fatturato globale che supera i tre miliardi di euro. Spesso la sfida più grande per le imprese del settore è riuscire a conciliare le necessità di una crescita economica e industriale sostenibile con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori, operando in un panorama normativo, che risulta essere sempre più complesso. I temi specifici seguiti in tale area sono: la Direttiva Biocidi che a livello europeo riveste notevole importanza, sia per il posticipo di quattro anni del periodo transitorio, sia per la revisione della legislazione in questo campo. A stretto contatto con il Ministero della Salute, è stato attivato uno specifico tavolo di lavoro per la gestione del periodo transitorio che porterà quelli che oggi sono definiti PMC (Presidi Medico Chirurgici) a essere registrati come Biocidi. Per quanto riguarda invece la revisione della normativa, il settore ha operato attivamente per la definizione di un nuovo Regolamento europeo. Le aziende della detergenza sono state anche molto coinvolte nell’applicazione della normativa REACH, valutando con attenzione le implicazioni della norma sui cosiddetti downstream users. Una delle principali criticità riguarda la corretta gestione delle informazioni attraverso le Schede Dati di Sicurezza che con le novità proposte nella norma coinvolgono tutta la catena di fornitura. Infine, l‘entrata in vigore del Regolamento CLP e del suo adeguamento al progresso tecnico è stata seguita con grande attenzione, poiché avrà un impatto importante sul settore con un notevole aggravio degli adempimenti. Si è quindi reso necessario valutare con particolare attenzione tutte le novità apportate attivando le opportune azioni. Il settore della detergenza è, inoltre, da tempo impegnato nella realizzazione di progetti volontari legati al concet- to di sostenibilità, di rilevante interesse per le imprese e l’utilizzatore finale. Tali iniziative sono volte alla riduzione dell’impatto ambientale del settore e alla massimizzazione della tutela del consumatore. La crisi del mercato sta accelerando il cambiamento e sta mutando le esigenze e le richieste dei consumatori; le imprese e la grande distribuzione organizzata, vedono questa fase come un’opportunità da cogliere più che come problemi o vincoli. Per tale motivo, la sostenibilità assume oggi una valenza molto più concreta e viene percepita come leva da utilizzare per avviare una nuova fase di sviluppo dell’economia. Uno dei progetti più importanti in questo ambito è il Charter A.I.S.E. per una pulizia sostenibile: un programma volontario, implementato in Italia da Assocasa, che ha l’obiettivo di promuovere il continuo miglioramento nell’ambito della sostenibilità, che si applica a tutti gli stadi del ciclo di vita del prodotto e si fonda sui tre “pilastri” della sostenibilità: sociale, ambientale ed economico. Con il 2011 il Charter si è arricchito di una «dimensione di prodotto», ovvero una versione migliorata del logo che può essere utilizzata su un «prodotto che non solo è realizzato da un membro del Charter, ma che soddisfa anche alcune caratteristiche avanzate di sostenibilità”. Questa novità soddisfa le esigenze avanzate dagli stakeholder, affinché il logo non dicesse solo qualcosa su chi ha realizzato il prodotto, ma anche sul prodotto stesso. Di pari rilevanza sono inoltre i progetti PREP (Product Resource Efficiency Project). Dopo quelli dedicati alla concentrazione dei detergenti in polveri e liquidi per bucato domestico, si attiverà a breve anche il progetto relativo alla concentrazione degli ammorbidenti. La concentrazione dei prodotti risulta fornire un importante beneficio ambientale in termini di consumi di materie prime e materiale da imballaggio oltre che di riduzione di trasporti e quindi di emissioni di anidride carbonica. L’associazione di categoria di riferimento per il settore della detergenza e specialità per l’industria e la casa è Assocasa, che raggruppa 100 aziende in Italia; a livello europeo, Assocasa si coordina con il proprio network europeo di associazioni gemelle facenti capo ad A.I.S.E. (Association Internationale de la Savonnerie, de la Détergence et des Produits d’Entretien), che opera a Bruxelles. www.assocasa.it 66 Torna all’indice La chimica e i suoi settori COSMESI Anche nel 2011 il mercato cosmetico segna una crescita nonostante le forti tensioni sulla propensione al consumo di ampie fasce di utenti. Nel 2011 il valore del consumo di cosmetici in Italia ha toccato i 9.800 milioni di euro, (+1.8%). Il canale farmacia conferma i recenti trend positivi anche se il ritmo sembra più rallentato rispetto al passato. Il mercato si approssima ai 1.800 milioni di euro, +1.8%, pari a oltre il 18% del totale di vendita di tutti i cosmetici in Italia. Si conferma la fiducia dei consumatori che riconoscono alla farmacia livelli competitivi di specializzazione e cura del servizio. I cosmetici venduti nelle parafarmacie sono il nuovo fenomeno. Anche nel 2011 i cosmetici venduti in erboristeria confermano il trend positivo, sempre superiore alla media annuale. Il valore delle vendite, prossimo ai 380 milioni di euro, +3.9%, caratterizza il canale, grazie alle opzioni d’acquisto dei consumatori decise ed orientate a concetti salutistici e naturalistici. L’andamento dei consumi nelle profumerie nel 2011 segna una sensibile ripresa: +0.7% con un valore delle vendite pari a 2.290 milioni di euro. Nel canale è in corso una profonda trasformazione a fronte di fasce di consumatori divisi tra fedeli e diradanti, da qui il bisogno di nuovi interventi per sostenere la selettività del canale. In profumeria, con una quota del 23.3% sul totale, si spende comunque il secondo valore di mercato cosmetico dopo la grande distribuzione. Le imprese che si rivolgono alla grande distribuzione nel corso del 2011 hanno sviluppato significativi investimenti con l’obiettivo di sostenere la domanda nel canale, che, occorre ricordare, copre quasi il 44% del mercato, con un valore che nel 2011 tocca i 4.300 milioni di euro (includendo i valori dell’erboristeria), +2.8%. Il nuovo fenomeno della grande distribuzione specializzata ha condizionato positivamente il canale, all’interno del quale si osserva un andamento più rallentato delle grandi superfici, calate dell‘1% per un valore di poco oltre 2.200 milioni di euro. Prepotente negli ultimi esercizi l’impatto dinamico dei nuovi negozi monomarca. Una crescita superiore alla media si registra anche per le vendite porta a porta che nel 2011 superano i 428 milioni di euro, +3.6%. Le nuove modalità di offerta, unite ad una specializzazione di servizio, spiegano il successo di un canale che copre più del 4% del consumo totale di cosmetici. Analogamente si assiste alla crescita delle vendite per corrispondenza, +3.8%, con un valore del mercato di 62,8 milioni di euro. Gli acquisti via internet pesano ancora marginalmente. Andamento piatto per i consumi di cosmetici nei canali professionali, che raggiungono i 956 milioni di euro. Prosegue la ripresa del consumo negli istituti di bellezza, +1.5%, per un valore prossimo ai 270 milioni di euro. Per i saloni di acconciatura, in calo dell’1.5% ed un valore di 686 milioni di euro, pesa ancora la contrazione delle frequentazioni medie che penalizza il consumo dei cosmetici usati nei saloni e diminuisce la rivendita. Aumenta il valore della produzione cosmetica nel 2011 con un fatturato prossimo ai 9.000 milioni di euro (+4.1%). Se il mercato interno, +1.5%, incide marginalmente, è la significativa performance delle esportazioni a sostenere i fatturati delle imprese nazionali. Le vendite all’estero sono infatti aumentate dell’11%, per un valore di 2.671 milioni di euro. Tra i canali di sbocco sul mercato interno, incide marginalmente la flessione dei canali professionali, -0.5%, con un valore di sell-in di 807 milioni di euro: il rallentamento delle frequentazioni dei saloni d’acconciatura e dei centri estetici è ancora evidente anche se si attende una ripresa nel 2012. In crescita i fatturati delle imprese che hanno investito sui canali tradizionali, +1.8%, con un valore di 5.484 milioni di euro. In un momento di forte rallentamento dei consumi, l’erboristeria e la farmacia hanno ancora saputo rispondere alle modificazioni di atteggiamento dei consumatori. La grande distribuzione organizzata ha tenuto, mentre la profumeria, dopo anni di contrazione, registra segnali di ripresa sui valori. La ripresa dei mercati internazionali nel 2011 è stata evidente, in alcuni casi con significativi trend positivi cui le imprese italiane hanno saputo rispondere prontamente. La bilancia commerciale, per effetto della rinnovata competitività delle imprese, si è ulteriormente ampliata, approssimandosi ai 1.000 milioni di euro. Per effetto della ripresa dei mercati internazionali, il rapporto export su produzione sale al 30%, una percentuale comunque ancora bassa per un comparto al quale sono riconosciute capacità di servizio e qualità dell’offerta. La ripresa dei consumi mondiali, anche nel 2012, creerà le opportunità per qualificare ulteriormente queste caratteristiche competitive. www.unipro.org Torna all’indice 67 Seconda parte FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE Il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione conferma uno scarso dinamismo ovvero consumi in calo (-2.5%), fatturati stabili (-0.1%) ed un canale farmacia che, a cinque anni dai processi di liberalizzazione, detiene oltre il 91% delle vendite dei medicinali senza ricetta. Il settore, che costituisce il 16.9% del mercato farmaceutico complessivo a volumi (poco più di 310 milioni di confezioni) e l’11.6% a valori (2.210 milioni di euro), chiude il 2011 con trend che riflettono la natura stagionale del comparto: una primavera fresca con una bassa incidenza dei sintomi delle allergie respiratorie ed un autunno ed un inizio di inverno con temperature al di sopra delle medie stagionali, hanno determinato una minore diffusione dei malanni di stagione ed una conseguente contrazione degli acquisti dei farmaci di libera vendita. Con rifermento alle due categorie di farmaci in cui è suddivisa in Italia, diversamente da quanto stabilito dalla normativa europea, la classe dei farmaci senza obbligo di prescrizione, quali le specialità di automedicazione o OTC (Over The Counter) per le quali è consentita la comunicazione al cittadino e i farmaci SOP (Senza Obbligo di Prescrizione), invece non pubblicizzabili, si osserva che il numero di confezioni di OTC vendute (233.2 milioni) è diminuito dell’1.4% per un giro d’affari di oltre 1.675 milioni di euro (+1.1%), mentre i SOP presentano una flessione del 5.8% del numero di confezioni (77.2 milioni) e del 3.7% dei fatturati (534.4 milioni) per effetto, sia di una contrazione dei consumi, che di alcuni passaggi di classe. Infatti, analizzando i dati dei farmaci senza ricetta, si evidenzia l’effetto di una serie di riclassificazioni di prodotti. La diminuzione delle confezioni, sia per i SOP che per gli OTC, risente, in particolare, di alcuni “switch back” di prodotti da “farmaco senza obbligo di prescrizione” a “farmaco di classe C” con ricetta, soprattutto nell’area degli antinfiammatori per uso topico. Tuttavia, si evincono anche positivi cambiamenti per il mercato dell’automedicazione: la commercializzazione di nuovi prodotti grazie allo switch di alcuni farmaci dallo status di “prescrizione” a quello di “non prescrizione” (per esempio nell’area dell’apparato digerente); “extension line” di prodotti già esistenti ed il passaggio, all’interno dei farmaci senza obbligo di ricetta, di diversi prodotti o confezioni da SOP a OTC, con un andamento in costante diminuzione del peso dei SOP (meno del 25% sul totale del mercato senza obbligo di prescrizione). Questi cambiamenti evidenziano segnali di dinamismo, sebbene deboli e non sufficienti a segnare una inversione dei trend di medio/lungo periodo: nell’ultimo quinquennio si registra un tasso medio anno di crescita per i non prescription del -2.0% a volumi e del +0.4% a valori. I dati mostrano come i processi di cambiamento che hanno interessato il comparto quali la liberalizzazione (Legge 248/2006) delle vendite dei farmaci senza obbligo di ricetta anche nelle parafarmacie e nei corner della GDO alla presenza obbligatoria e irrinunciabile di un farmacista, e una più forte concorrenza sui prezzi, liberamente stabiliti dai titolari dei punti vendita (L. 296/2006), hanno generato vantaggi per i cittadini in termini di diversificazione dell’offerta e calmierazione dei prezzi, ma non hanno modificato le abitudini di acquisto dei farmaci senza ricetta, né hanno rappresentato un volano di crescita per il settore. Ad oggi si rileva un mancato “decollo” dei canali “alternativi”, che cumulano meno del 9% del mercato, ed una erosione dei consumi, legati alla stagionalità e niente affatto influenzati dalla pubblicità. Guardando al futuro, le dinamiche demografiche in atto, la crescente e più complessa domanda di salute, la rapida evoluzione dell’arena competitiva, le tensioni economiche e con esse lo sviluppo di tendenze contrapposte nella ricerca dell’equilibrio tra tutela della salute e appropriatezza nell’uso delle risorse pubbliche, evidenziano l’opportunità di riconoscere al comparto dei farmaci di automedicazione un ruolo di valore a sostegno delle politiche del Sistema Sanitario Nazionale. Un allargamento dell’offerta attraverso l’introduzione di principi attivi non presenti in automedicazione, un uso estensivo del marchio, la creazione di una classe unica di farmaci senza obbligo di prescrizione per allinearci all’Europa, rappresentano, al di là di qualunque processo di liberalizzazione, concrete leve per lo sviluppo prospettico del comparto. Tale sviluppo passa attraverso il continuo sostegno alla promozione della cultura dell’automedicazione responsabile, con attività di comunicazione ed educazione al cittadino, e di progetti di collaborazione con gli stakeholder di riferimento e la diffusione del bollino rosso, obbligatoriamente presente sulle confezioni dei senza ricetta, quale elemento di identificazione e valore aggiunto di questi farmaci agli occhi di un cittadino sempre più autonomo nelle proprie scelte di salute. www.anifa.it 68 Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE Il mercato italiano della salute animale, rappresentato in Italia da Aisa, nel 2011 si è attestato sui 554,8 milioni di euro. Rispetto al 2010 è forse azzardato parlare di andamento positivo, ma sicuramente si può confermare una sostanziale tenuta, considerato il contesto macroeconomico internazionale. Come ormai accade da diversi anni, a trainare l’interno comparto sono stati ancora una volta i farmaci per gli animali da compagnia, che hanno chiuso segnando un netto incremento rispetto al 2010, +4% pari a un mercato di 237 milioni; questa crescita è dovuta all’aumento dei prodotti messi a disposizione del veterinario e all’aumentata responsabilizzazione del proprietario, che si prende sempre più cura dei propri animali. In segno negativo, invece, gli altri due segmenti del comparto: i farmaci per il settore degli animali produttori di alimenti e le premiscele medicate. Nel segmento dei farmaci veterinari per animali da compagnia, il 2011 ha confermato il trend positivo per gli antiparassitari esterni, una crescita favorita anche da una stagione particolarmente calda, con temperature elevate e tempo buono anche in tarda estate e fino ad autunno inoltrato. Si assiste, invece, ad una contrazione nell’ambito del medicinale veterinario. Tra i motivi più significativi che determinano una tale tendenza si registrano una maggiore sensibilità al “costo terapia” da parte del medico veterinario e del proprietario, un sensibile calo del comparto dei farmaci non essenziali, quelli cosiddetti di supporto (come gli ormoni o i farmaci comportamentali) e, non ultimo, una “genericizzazione” di importanti tipologie di farmaco quali ad esempio gli antinfiammatori non steroidei e gli antimicrobici. Le aziende stanno comunque investendo, fornendo nuovi prodotti e nuove soluzioni, assistiamo allo sviluppo di nuove formulazioni come nel segmento degli antiparassitari esterni; allo stesso tempo molte aziende sono impegnate nel lancio di nuovi vaccini per importanti patologie zoonotiche. Di rilevanza non secondaria, nell’ambito dei cosiddetti nutraceutici, è da registrare l’implementazione delle normative europee che determinano e determineranno anche in futuro una stringente selezione delle materie prime e degli additivi alimentari utilizzabili. Per quanto riguarda gli animali da reddito, nonostante il mercato abbia registrato una leggera flessione (-1.5%) si può parlare di un quadro leggermente più favorevole rispetto al biennio precedente nei diversi comparti. Continua l’evoluzione di tecniche di allevamento mirate al raggiungimento di efficienze produttive, con interventi sulla struttura e l’organizzazione in allevamento, l’utilizzo di prodotti generici, il miglioramento delle pratiche di profilassi e prevenzione. Nello specifico, il comparto delle vacche da latte ha beneficiato di prezzi del litro/latte quanto meno sopra il break even, con una buona marginalità in tutti quei prodotti tipici quali ad esempio il Parmigiano-Reggiano che prevede la trasformazione del latte. I prezzi dei suini purtroppo restano stabili pertanto l’aumento del costo delle materie prime non favorisce un recupero di marginalità accettabile, specie per il tipo di allevamento italiano che prevede la presenza in stalla per un periodo molto più prolungato rispetto ad altri paesi europei: in Italia si produce un suino “pesante” idoneo alla trasformazione delle cosce in prosciutti tipici, quali Parma e San Daniele. Stabile anche il mercato dei prodotti destinati all’allevamento avicolo, che ha segnato lunghi periodi positivi nell’arco degli ultimi 12 mesi, sia nelle uova, sia per quanto riguarda la carne (pollo e tacchino). Con l’entrata in vigore nel 2012 della nuova direttiva sul benessere animale muteranno le condizioni di allevamento per quanto riguarda soprattutto broiler (pollo da carne) e ovaiole. Vi sarà riduzione del numero di capi allevati per unità di superficie con incremento dei costi di produzione, che hanno già iniziato a riflettersi sui prezzi finali al consumatore, soprattutto per le uova (aumento del 12% negli ultimi sei mesi). Una netta flessione ha interessato il settore delle premiscele medicamentose (nel 2011 il mercato ha registrato -6% rispetto all’anno precedente). Queste sono utilizzate per produrre i mangimi medicati per gli animali produttori di alimenti e giocano la parte del leone nel segmento della medicazione orale. Le nuove normative europee hanno influenzato e stanno influenzando le dinamiche di mercato: da un lato si assiste alla riduzione del ricorso alla medicazione orale e dall’altro ad una maggiore attenzione verso un utilizzo responsabile dei farmaci, con particolare riferimento agli antibiotici. Questa scelta condivisibile va perseguita nel medio e lungo termine, ponendo però grande attenzione a non mettere in crisi il comparto allevatori e i veterinari, che si potrebbero trovare di fronte a una drastica riduzione dell’armamentario terapeutico disponibile per la cura degli animali già dai prossimi mesi. http://aisa.federchimica.it Torna all’indice 69 Seconda parte BIOTECNOLOGIE Il biotech italiano conta un numero sempre maggiore di imprese e continua a essere competitivo a livello europeo, anche quest’anno infatti il settore delle biotecnologie in Italia si caratterizza per essere un comparto dinamico e promettente, nonostante l’acuirsi della difficile congiuntura con la quale le nostre imprese si devono quotidianamente confrontare. A fine 2011 sono state rilevate in Italia 394 imprese biotech impegnate in attività di ricerca e sviluppo, di cui ben 248 “pure biotech” (secondo la definizione adottata da Ernst & Young), attestandoci terzi in Europa, dopo Germania (397) e Regno Unito (282), per numero di imprese pure biotech. Si tratta di un dato importante poiché, oltre a confermare il trend di crescita dello scorso anno (+2.5%), si rivela in chiara controtendenza rispetto agli altri paesi leader europei. Le biotecnologie per la salute (red biotech) si confermano il settore trainante l’intero comparto, delle 394 imprese individuate, 206 sono attive nel settore della salute dell’uomo, 61 operano nel segmento delle GPTA (genomica, proteomica e tecnologie abilitanti), 43 si dedicano alle biotecnologie agro-alimentari, 34 sono attive nelle biotecnologie industriali, mentre 50 operano in più settori di applicazione (multi core). Il 77% delle imprese del settore si caratterizza per essere di micro o piccola dimensione. Considerando le sole pure biotech, tale percentuale raggiunge l’88%, a conferma del fatto che la maggioranza delle imprese di questo comparto è costituita da piccole imprese innovative, dedicate soprattutto ad attività di R&S. I dati economico-finanziari rivelano un settore in crescita del 4% con un fatturato che ammonta a più di 7 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, che investe in R&S 1,8 miliardi di euro (+ 8%). Le nostre pure biotech evidenziano un ulteriore aumento dell’incidenza degli investimenti in R&S sul fatturato (43% vs. 41%), e una percentuale maggiore di addetti in R&S (30%) rispetto al 10% delle altre biotech. Il segmento di punta delle biotecnologie italiane opera nello sviluppo di farmaci e terapie altamente innovative: si contano ben 319 prodotti per uso terapeutico (+35%), dei quali 80 in fase preclinica, 43 in Fase I, 98 in Fase II e 98 in Fase III. In questo contesto le sole pure biotech italiane contri- buiscono con 138 prodotti in sviluppo, di cui 63 in fase preclinica (31%), 22 in Fase I (11%), 38 in Fase II (19%) e 15 in Fase III (8%). A questi vanno aggiunti 63 progetti di ricerca in early-stage, vale a dire ancora in fase di discovery, che rappresentano una autentica promessa per l’intero settore. Nonostante la crisi di liquidità a livello globale, e la scarsa disponibilità di cassa che caratterizza le nostre pure biotech, i livelli di eccellenza raggiunti dalle red biotech italiane trovano ulteriore riprova nel loro impegno nei settori degli Orphan Drug e delle Terapie Avanzate (TA), dove si registrano rispettivamente 32 prodotti con designazione orfana e 30 progetti, di cui 11 in sperimentazione clinica. Anche in Italia, quindi, le TA, che includono la terapie genica, cellulare e la medicina rigenerativa, si confermano come un filone di ricerca estremamente dinamico. Le biotecnologie sono alla base di un nuovo modello di sviluppo e, per la loro diffusione e il significativo aumento di produttività che sono in grado di generare trovano applicazione in numerosi comparti: la filiera tessile e quella cartaria, l’industria agroalimentare e quella chimica, il settore energetico e dell’ambiente, quello informatico e delle costruzioni. Per questo si guarda ormai al biotech come a un meta-settore. Sono sempre più numerose le aziende che, pur operando in settori “tradizionali” integrano prodotti e tecnologie biotech nei propri processi produttivi, al fine di migliorarne la qualità e la resa, o di diminuirne l’impatto ambientale. Nessun processo produttivo risulta, infatti, meno invasivo sull’ambiente di quello dei processi naturali dai quali, non a caso, le biotecnologie originano. Si sta quindi affermando un nuovo modello di sviluppo, nel quale gli idrocarburi saranno sempre più largamente sostituiti dai carboidrati, gli zuccheri, con i quali si possono fabbricare moltissime molecole, esattamente come fanno in natura gli organismi viventi. Già oggi siamo in grado di produrre biomasse utilizzando gli scarti agricoli e industriali, e di convertirle in energia o in un’ampia gamma di prodotti industriali. È questa la bioeconomia: un settore che fattura in Europa più di 2.000 miliardi l’anno, dando lavoro a oltre 22 milioni di persone. E che può concretizzarsi anche nel nostro Paese, dove l’attuale impatto del biotech sulle sole filiere chimica, farmaceutica e cartaria incide per oltre lo 0.7% del PIL italiano. www.assobiotec.it 70 Torna all’indice La chimica e i suoi settori PRODOTTI AEROSOL Il settore comprende le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol finiti, in conto proprio e in conto terzi, materie prime, gas propellenti per impiego in prodotti aerosol, imballaggi e accessori, macchine e impianti. Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle grandi multinazionali dei prodotti di largo consumo e per la produzione di bombole e accessori. Il settore costituisce una nicchia importante e trasversale di prodotti a largo consumo (cosmetici, prodotti per la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-date, prodotti alimentari e farmaceutici) che ha saputo rinnovarsi nel tempo, affrontando e superando sfide complesse e difficili per la realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente. Fanno parte dell’Associazione AIA 56 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano. I dati relativi alle bombolette aerosol riempite in Italia nel 2010, differivano dai dati generali di consumo interno nello stesso anno a causa del fatto, molto positivo per il nostro Paese, che grosse produzioni in conto terzi, per grandi marchi multinazionali e con destinazione verso l’estero, erano state spostate in Italia facendo registrare una crescita dell1%. Nel 2011, invece, i primi dati di consuntivo mostrano una flessione di circa l’1.5%, chiaramente correlata al calo dei consumi interni. Sia i prodotti di uso personale, sia i prodotti per la casa, fanno registrare flessioni intorno al 5%, solo parzialmente compensate da una crescita di prodotti legati al fai da te e alle manutenzioni Il settore farmaceutico ha mantenuto i volumi: da un lato vi è un aumento delle patologie di carattere respiratorio legate a stili di vita e a condizioni ambientali (asma, allergie, etc.), dall’altro il comparto dei prodotti veterinari ha tratto benefici dalla sua campagna di comunicazione su tutta una serie di nuovi prodotti. Per la prima volta, negli ultimi anni, si registra una flessione nella produzione e vendita di prodotti alimentari in confezione spray, in linea con una contrazione dei volumi che ha toccato l’intero comparto alimentare. Per l’Associazione Italiana Aerosol il 2011 è stato un anno molto significativo soprattutto per le importanti decisioni che è stata chiamata a prendere, la prima delle quali rivolta al futuro inquadramento dell’Associazione che ha portato alla confluenza in Federchimica, proposta approvata dall’Assemblea costituente del 23 febbraio 2012. L’Associazione ha comunque rivolto l’attenzione su molteplici aspetti tecnici, quali le limitazioni sulle distanze antincendio: la normativa in questione, il cui testo descrive limiti in linea con il settore del GPL, risultava imporre restrizioni eccessive per il settore degli aerosol, considerando che l’attività di riempimento delle bombolette è caratterizzata da peculiarità che la differenziano notevolmente dal suddetto settore. A questo scopo, si è attivato un positivo dialogo con i Vigili del Fuoco che si sono resi disponibili ad approfondire l’argomento. Vi è poi una task force che sta seguendo la tematica dei rifiuti aerosol, con la finalità di redigere un documento che illustri come va trattato il rifiuto aerosol, sottolineandone la non pericolosità, ma evidenziando anche l’attenzione che è opportuno prestare al momento in cui si vada a comprimere tali tipologie di rifiuti. Per il momento si sono rilevate problematiche solamente nel trattamento di bombolette non svuotate, che per essere trattate come rifiuti necessitano di un trattamento preliminare ad hoc. AIA ha seguito poi un importante progetto per l’introduzione in Italia del metodo alternativo al “bagno caldo”, previsto dall’ADR oltre che dalla Direttiva Aerosol, che vedrà nei prossimi mesi una fase più operativa in collaborazione con Certiquality e con il Ministero dei Trasporti. Molti temi, come l’ulteriore adeguamento tecnico della Direttiva Aerosol e la revisione della Direttiva Seveso, vengono seguiti in stretta collaborazione con l’Associazione europea FEA (European Aerosol Federation), della quale l’Associazione Italiana Aerosol è uno dei principali membri. Queste sono alcune delle problematiche più importanti per le quali l’Associazione si affida alla competenza del Comitato Tecnico ed ai Gruppi di lavoro che la rappresentano anche in sede europea, partecipando attivamente alle riunioni organizzate dalla FEA. Non va infine dimenticata l’attività di comunicazione che vede l’Associazione impegnata da anni a promuovere la conoscenza e l’immagine percepita dell’industria italiana dell’aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, l’ambiente e di contribuire allo sviluppo dell’attività del settore. www.associazioneaerosol.it Torna all’indice 71 Seconda parte GAS DI PETROLIO LIQUEFATTI Il mercato del GPL nel 2011 registra un consumo totale di 3.206.000 tonnellate secondo i dati forniti dal Ministero per lo Sviluppo Economico che, sebbene siano ancora valori provvisori, attestano per il settore combustione un calo del 11.5% e per l’autotrazione un aumento del 4% rispetto a gennaio/dicembre 2010. Per il GPL combustione si evidenzia una contrazione dei volumi di vendita causata principalmente dalla crisi economica e dalla conseguente riduzione di potere di spesa dei consumatori. Il mercato del GPL autotrazione ha registrato invece una crescita in linea con quella del parco circolante che è passato da 1.750.000 veicoli nel 2010 a 1.780.000 nel 2011. Il settore della combustione ha rivolto particolare impegno nell’attuazione delle norme di riordino del comparto, in base al nuovo D.Lgs. 128/06. Grazie al sistema informatico del Ministero dello Sviluppo Economico, si è implementato Il sistema di monitoraggio in termini di statistica e di controllo del rispetto delle disposizioni. Sulla prevenzione incendi, si segnala l’emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 151/11, grazie a cui è stata salvaguardata, a favore delle imprese, la semplificazione per la gestione delle pratiche inerenti i piccoli serbatoi di GPL. Nell’ambito delle attività legate al controllo e alla sicurezza, prosegue con successo l’utilizzo della tecnica dell’emissione acustica per le verifiche periodiche di piccoli serbatoi, con un crescente interesse del settore ad applicarla anche ai serbatoi di capacità superiore ai 13 m3. Per quanto riguarda il trasporto merci pericolose via ferrovia, si è aperto un tavolo di confronto con tutta la filiera per risolvere le problematiche sulla gestione della logistica e sulle relative responsabilità. Sono sorte, poi, complicazioni inerenti il rinnovo dei contratti d’uso dei raccordi ferroviari ed è stato, quindi, formulato un documento che sottolinea la necessità di un trattamento specifico per il settore e per l’aspetto strategico del GPL. Per quanto riguarda la regolamentazione di reti urbane a GPL, grazie all’azione di Assogasliquidi, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha adottato importanti delibere che delineano un quadro più in linea con i costi sostenuti dalle aziende rispetto al costo di materia prima, trasporto e vendita. Dalla statistica sugli incidenti da gas, emergono infine segnali positivi riguardo la diminuzione degli incidenti che coinvolgono il GPL rispetto al 2010, grazie anche al costante impegno di tutta la filiera per garantire sempre più elevati livelli di sicurezza. Per il comparto del GPL per autotrazione, è da sottolineare che nel corso del 2011 è stato attivo, per soli cinque mesi, il sistema di incentivazione gestito dal Ministero per lo Sviluppo Economico per le conversioni a gas, avendo a disposizione un fondo residuo di circa 25 milioni di euro. Le vendite di veicoli nuovi hanno subito quindi una battuta d’arresto per la mancanza di nuovi incentivi all’acquisto: da 280.000 immatricolazioni a 58.000 (-80%). Per riattivare programmi di incentivazione le Commissioni industria e trasporti della Camera dei Deputati hanno abbinato proposte di legge volte, in prima istanza, solo all’elettrico, poi estese alle altre motorizzazioni a basso impatto. L’iter del progetto di legge è in attesa di una verifica del Governo sulle disponibilità economiche. Relativamente alle normative commerciali per gli impianti di distribuzione carburanti, sono molte le novità: sulla concorrenza il D.Lgs. 98/11 ha ripreso parte del lavoro svolto dal Tavolo sul mercato petrolifero coordinato dal MiSE e sono state introdotte numerose norme finalizzate alla liberalizzazione delle attività non oil, self service e dei modelli contrattuali tra titolari degli impianti e gestori. Inoltre, si è stabilita una nuova tempistica per la dotazione obbligatoria nei punti vendita stradali di apparecchiature self service con pagamento anticipato. Per favorire un allineamento con l’Unione europea il decreto prevede anche diverse misure per la razionalizzazione della rete tramite fondi di sostegno alla chiusura di stazioni non compatibili con i vincoli stradali. Dal punto di vista fiscale la Commissione europea ha approvato una proposta di direttiva comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici. Per entrambi i comparti, tale proposta comporterebbe un forte ridimensionamento del mercato a causa della perdita di benefici fiscali oggi applicati per il ruolo sociale ed ambientale che il GPL svolge. Assogasliquidi continuerà a svolgere un forte pressione, affinché venga mantenuto l’attuale sistema fiscale. Anche in merito alla proposta di Direttiva comunitaria in materia di efficienza energetica, l’Associazione sta lavorando con notevole impegno, a livello sia comunitario sia nazionale, al fine di evitare che la nuova regolamentazione ponga obblighi al settore, già particolarmente segnato dalla riduzione dei consumi. www.assogasliquidi.it 72 Torna all’indice La chimica e i suoi settori SERVIZI AMBIENTALI ALL’INDUSTRIA CHIMICA I servizi ambientali altamente specialistici, rivolti in prevalenza all’industria chimica (ma anche a quella petrolifera e manifatturiera) svolgono un ruolo sempre più importante. Si tratta di circa 20 imprese associate a Federchimica attraverso il Gruppo Serchim di Aispec che comprende imprese, sia di grandi dimensioni (con oltre 500 addetti e oltre 50 milioni di euro annui di fatturato), sia medie e piccole (100 dipendenti e 25/30 milioni di fatturato). I servizi ambientali per l’industria chimica spaziano dall’ingegneria ambientale alla consulenza ambientale, dalla geologia ai laboratori per le analisi ambientali fino alla realizzazione della bonifiche vere e proprie. Una stessa società può operare in più di un’area. Questa suddivisione di aree corrisponde grosso modo alle fasi di un intervento di controllo ambientale di un sito, per verificare se è contaminato da sostanze inquinanti e in tal caso disporre il piano di bonifica. Il controllo ambientale ha inizio tramite un “Piano di caratterizzazione” ovvero, in base al Codice ambientale, il documento che, a partire dalla ricostruzione della storia di un sito potenzialmente contaminato, definisce un piano di indagini con l’obiettivo di accertare il tipo, l’entità e l’estensione della contaminazione, in modo da ottenere le informazioni su cui prendere decisioni per la bonifica. In questa fase si collocano le società di ingegneria ambientale e/o di consulenza. Successivamente vengono svolte indagini nel suolo e nell’acqua sotterranea che rappresentano la realizzazione effettiva del piano di caratterizzazione. In quest’area operano le società di geologia (effettuano i sondaggi) o di ingegneria ambientale. Vengono poi effettuate le analisi dei campioni e viene fatto il confronto con i limiti di bonifica stabiliti dalla legge, ovvero con le CSC, le Concentrazioni Soglia di Contaminazione, da parte dei laboratori di analisi ambientali. A questa fase segue l’elaborazione dell’analisi di rischio, che mette in correlazione sorgenti di inquinamento, percorsi di diffusione e bersagli dell’impatto e che accerta se le concentrazioni in sito siano superiori o no alle CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio, in caso affermativo il sito è contaminato), da parte della società di consulenza e ingegneria ambientale. Se il sito risulta contaminato, si avvia la progettazione ed esecuzione dell’intervento di bonifica vero e proprio con l’intervento della società d’ingegneria ambientale e/o di bonifica. Comune a tutte queste aziende è l’esigenza di creare maggior certezza ed equilibrio nel campo delle analisi ambientali, in particolare quelle effettuate dai laboratori. Da quest’esigenza è nata la pubblicazione da parte di Serchim della “Guida alla scelta del laboratorio di analisi”, che indica ai committenti una serie di criteri per effettuare una scelta corretta del laboratorio cui affidare i campioni prelevati dai siti da indagare, scelta che garantisce risultati certi e affidabili. Questa certezza dei dati analitici è fondamentale perché da essa dipende la qualificazione del sito. Le motivazioni principali che hanno spinto alla realizzazione della Guida nascono dal presupposto che nel nostro Paese molte società committenti (obbligate dalla legge ad effettuare le analisi) hanno riscontrato in questi anni risultati diversi affidando lo stesso campione a laboratori diversi. Queste difformità si riscontravano sovente (e si riscontrano tuttora) anche rispetto ai risultati delle stesse analisi effettuate dagli enti pubblici di controllo (le Arpa). L’obiettivo della Guida è perciò quello di favorire l’armonizzazione delle procedure utilizzate, in un ottica di prevenzione di possibili contenziosi con gli organi di controllo. La pubblicazione, presentata al Remtech, il Salone delle Bonifiche nel settembre del 2011, è un documento molto pratico, scritto con il contributo degli esperti e distribuito gratuitamente da Federchimica. Una nuova versione terrà conto dell’imponente novità legislativa rappresentata dal D.Lgs. 121/2011, di recepimento della Direttiva europea 2008/99 sulla tutela penale dell’ambiente. Il decreto ha infatti esteso il campo di applicazione del D.Lgs. 231/01 (Responsabilità amministrativa delle persone giuridiche) ai reati ambientali; in tal modo è stata introdotta nel nostro ordinamento la responsabilità di enti e società per i reati ambientali commessi nel loro interesse o a loro vantaggio. Tra questi reati rientra anche la non ottemperanza agli obblighi di bonifica in conformità al progetto approvato dall’autorità competente. Ma non solo, all’interno della Guida sono contemplate anche altre fattispecie di reato introdotte dal Decreto, tra cui: lo scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose oltre i limiti di concentrazione consentiti e l’utilizzo del certificato di analisi dei rifiuti falso, o contenente false indicazioni sulla loro natura e caratteristiche chimico-fisiche. Temi che sono ulteriormente approfonditi nella nuova edizione. www.aispec.it Torna all’indice 73 Appendice Federchimica: organizzazione e struttura Torna all’indice Federazione Nazionale dell’Industria Chimica Federchimica è la denominazione abbreviata della Federazione nazionale dell’industria chimica. Attualmente aderiscono oltre 1.400 imprese, con 90 mila addetti, raggruppate in 17 Associazioni di settore, a loro volta suddivise in 40 Gruppi merceologici. Federchimica fa parte di Confindustria e del Cefic, European Chemical Industry Council. elaborare linee di politica economica, industriale, sindacale, nonché in materia di ecologia e ambiente, sviluppo e innovazione, politica energetica; promuovere tali politiche verso l’Autorità pubblica, le Organizzazioni economiche nazionali, le altre Organizzazioni imprenditoriali, le Organizzazioni internazionali cui la Federazione partecipa, i Sindacati dei lavoratori, le Organizzazioni ambientaliste e dei consumatori; contribuire alla formazione di una corretta immagine dell’industria chimica nell’opinione pubblica; condurre studi e ricerche che ispirino e legittimino le scelte imprenditoriali; concorrere alla costante promozione del livello qualitativo delle imprese associate, organizzando in particolare iniziative nel campo dell’innovazione. Federchimica, i cui obiettivi primari sono il coordinamento e la tutela del ruolo dell’industria chimica che opera in Italia, nonché la promozione delle proprie capacità di sviluppo, si prefigge, tra l’altro, di: L’attività di Federchimica è affidata alla Direzione Generale e a sei Direzioni Centrali: Analisi Economiche-Internazionalizzazione, Comunicazione-Immagine, Relazioni Industriali, Relazioni Interne, Relazioni Istituzionali, Tecnico Scientifica. Costituitasi nel 1916 come Associazione Nazionale di Industriali chimico-farmaceutici, diventa nel 1920 Federazione Nazionale delle Associazioni fra Industriali Chimici, nel 1945 Aschimici – Associazione Nazionale dell’Industria Chimica – per trasformarsi, nel 1984, nell’attuale Federazione. Torna all’indice 77 Organi Federchimica Comitato di presidenza Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Vice Presidenti Comunicazione e Immagine, Rapporti Istituzionali Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Sicurezza, Salute, Ambiente e REACH Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Europa e Analisi Economiche Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Relazioni Industriali Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Ricerca e Sviluppo Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Energia e Logistica Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.r.l. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Organizzazione e Personale Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Componenti Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Past president Tesoriere Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Presidente Programma Responsible Care Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Torna all’indice Dott. Ing. Marco Martinelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Direttore Generale Dott. Claudio Benedetti 79 Appendice Consiglio Direttivo Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Dott. Giacomo Archi Henkel Italia S.p.A. Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. Dott. Gian Mario Baccalini Bracco S.p.A. Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Giorgio Basile Isagro S.p.A. Dott. Ing. Marco Martinelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Stefano Meloni Polynt S.p.A. Dott. Giampiero Bellini Unichim Dott. Federico Nazzari Recordati S.p.A. Dott. Mario Buzzella C.O.I.M. S.p.A. Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Dott. Ing. Alberto Chiarini Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Alberto Donati O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A. Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Dott.ssa Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. Dott. Ing. Patrick Jozon Air Liquide Italia S.p.A. Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Past President 80 Vice Presidente Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Sig. Angelo Radici Radici Chimica S.p.A. Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.r.l. Dott. Fulvio Renoldi Bracco Bracco Imaging S.p.A. Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Dott. Massimo Scaccabarozzi Janssen-Cilag S.p.A. Dott. Enrico Seccomandi 3V Sigma S.p.A. Dott. Bernardo Sestini SIAD S.p.A. Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Prof. Renato Ugo Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Tesoriere Componente Comitato di Presidenza Torna all’indice Organi Federchimica Giunta Presidente Cav. Lav. Cesare Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Dott. Giacomo Archi Henkel Italia S.p.A Dott. Antonio Argentieri L’Erbolario S.r.l. Gr. Uff. Dott. Mario Artali Sigma Tau S.p.A. Dott. Gian Mario Baccalini Bracco S.p.A. Dott. Ing. Maurizio Bacci Basell Italia S.r.l. Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. Dott. Ing. Francesco Baretti Perstorp S.p.A. Dott. Giorgio Basile Isagro S.p.A. Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Fabrizio Bellini Versalis S.p.A. Dott. Giampiero Bellini Unichim Cav. Lav. Dott. Benito Benedini Cabefin S.p.A. Dott. Francesco Bertolini Caffaro Industrie S.p.A. Sig. Marco Bitossi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Giulio Bonazzi Aquafil S.p.A. Dott. Massimo Bononi CHT Italia S.r.l. Dott. Davide Calabrò Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Giorgio Cappellari F.O.M.E.T. S.p.A. Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Dott. Valerio Carsetti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Paolo Casoni Perfetti Van Melle S.p.A. Dott. Marco Caspani Centro Sperimentale del Latte S.r.l. Dott. Francesco Caterini YARA Italia S.p.A. Dott. Piercarlo Cavenaghi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Dott. Ing. Renzo Ferrari Società Elettrochimica Solfuri e Cloroderivati S.p.A. Dott. Ugo Filippi Sait-Abrasivi S.p.A. Dott. Ing. Attilio Fontana Ultragas Centro Meridionale S.p.A. Dott. Fabio Franchina Framesi S.p.A. Dott. Alberto Conti Basf Italia S.r.l. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Paolo Costanzo Clariant SE Sede secondaria in Italia Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Nadia Gagliardini Oxon Italia S.p.A. Dott. Donato D’Agostino Chimica Dr. Fr. D’Agostino S.p.A. Dott.ssa Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Sig. Domenico D’Angelo F.A.R. - Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Dott. Antonio Gandolfi ICAP Leather Chem S.p.A. Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. Dott. Ing. Maurizio de Costanzo CFP Flexible Packaging S.p.A. Dott. Fabio Deflorian Sun Chemical Group S.p.A. Dott. Luigi Della Beffa Indena S.p.A. Dott. Paolo Bozzetto Giovanni Bozzetto S.p.A. Dott. Alberto Dezza Torna all’indice Dott. Ing. Antonio Fedele Totalgaz Italia S.r.l. Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Dott. Luigi Bovera Rhodia Italia S.p.A. Dott. Mario Buzzella C.O.I.M. S.p.A. Dott. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Sergio Fontana SIAD S.p.A. Dott.ssa Marina Del Bue MolMed S.p.A. Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. Dott. Agostino Facchini Res Pharma Industriale S.r.l. Dott. Ing. Alberto Chiarini Syndial S.p.A. Attività Diversificate Sig. Paolo Bottazzi SABO S.p.A. Cav. Lav. Dott.ssa Diana Bracco Bracco S.p.A. Dott. Fabrizio Elia Linde Gas Italia S.r.l. SIPCAM S.p.A. Dott. Ing. Guido Donà Arkema S.r.l. Dott. Alberto Donati O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A. Dott. Gianluigi Dubbini Diachem S.p.A. Dott. Carlo Gazza Fatro S.p.A. Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Cleanto Giusto Mapintec S.r.l. Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. Dott. Ing. Carlo Eligio Gramola Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Cesare Guaita BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Patrick Jozon Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Fredi P. Kalt Sued-Chemie Catalysts Italia S.r.l. Dott. Karl-Heinz Krieg K+S Agricoltura S.p.A. 81 Appendice Dott. Vincenzo Maglione Rottapharm S.p.A. Dott. Federico Nazzari Recordati S.p.A. Dott. Achille Nobiloni Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Ing. Piero Nulli Esseco S.r.l. Dott. Giorgio Oberrauch Farmabios S.p.A. Dott. Ernesto Oppici Certiquality S.r.l. Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri Paglieri S.p.A. Dott. Paolo Manica Manica S.p.A. Dott. Riccardo Palmisano Genzyme S.r.l. Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. Sig. Paolo Parato Maraschi & Quirici S.p.A. Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Ing. Carlo Parodi ALCEA S.r.l. Az. Lombarda Colori e Affini Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti Lamberti S.p.A. Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. Dott. Antonio Lazzarinetti Viscolube S.p.A. Dott. Matteo Locatelli Pink Frogs S.r.l. Sig. Ernesto Lomazzi Akzo Nobel Chemicals S.p.A. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Gianni Manzetti Farmen International Cosmetics Distribution S.p.A. Dott. Davide Manzoni Davines Div. Comfort Zone Dott. Gianni Marini Z-Cube S.r.l. Dott. Ing. Marco Martinelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Franco Mazzali Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Daniele Meldolesi Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Stefano Meloni Polynt S.p.A. Dott. Marco Mercenari Esseco S.r.l. Dott. Filippo Meroni S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott. Ing. Jean Luc Michelot PA.CO.DIS. S.p.A. Dott. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Moltrasio Icro Coatings S.p.A. Dott. Ing. Duilio Mombelli Flint Group Italia S.p.A. Dott. Giuseppe Natale Valagro S.p.A. 82 Dott. Gianfranco Patrucco Roquette Italia S.p.A. Sig. Angelo Radici Radici Chimica S.p.A. Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. Dott. Erwin Rauhe Basf Italia S.r.l. Dott. Sergio Re Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l. Dott. Fulvio Renoldi Bracco Bracco Imaging S.p.A. Sig. Vincenzo Rialdi Vevy Europe S.p.A. Dott. Giordano Righini SPIN S.p.A. Dott. Umberto Risso Autogas Nord S.p.A. Sig. Guido Riva di nomina presidenziale Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Russo Syndial S.p.A. Attività Diversificate Arch. Paolo Pellegrini Colorgraf S.p.A. Dott. Ing. Roberto Peressutti Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabbr. Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Sig. Daniele Petrini Sabic Italia S.p.A. Dott. Biagio Savaré Savaré I.C. S.r.l. Dott. Federico Petrolini Goldengas S.p.A. Sig. Paolo Piana Sinterama S.p.A. Sig. Vittorio Pirera ANDRA S.p.A. Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Dott. Massimo Scaccabarozzi Janssen-Cilag S.p.A Dott. Alfredo Polito Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Dott. Ing. Antonio Protopapa Versalis S.p.A Sig. Mario Puccioni Puccioni S.p.A. Dott. Luigi Radaelli Syngenta Crop Protection S.p.A. Dott. Bernardo Sestini SIAD S.p.A. Dott. Ing. Marcello Sciota Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Gianni Scotti Saint-Gobain Abrasivi S.p.A. Dott. Enrico Seccomandi 3V Sigma S.p.A. Dott. Giuseppe Seccomandi E.R.C.A. S.p.A. Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. Sig. Massimo Signorini Ilco Industriale S.r.l. Dott. Maurizio Silvestri Euticals S.p.A. Dott. Riccardo Sollini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Torna all’indice Organi Federchimica Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi Mapei S.p.A. Dott. Marco Squinzi Mapei S.p.A. Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Dott. Ing. Emanuele Tagliabue Versalis S.p.A. Rag. Luigi Taglioretti Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A. Dott. Giovanni Toffoli Adriatica S.p.A. Dott. Mario Tomasoni Giovanni Bozzetto S.p.A. Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli Dow Italia S.r.l. Dott. Ferruccio Tornaghi C.T.S. S.r.l. Dott. Marzio Tozzi Endura S.p.A. Prof. Renato Ugo di nomina presidenziale Dott. Giovanni Venerucci Manzaroli ACS Dobfar S.p.A. Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Sig. Arrigo Zanardo IMPA S.p.A. Sig. Giovanni Zanchetta Polyglass S.p.A. Dott. Ing. Giordano Zappelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Antonio Zoncada Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria Torna all’indice Consulta dei Presidenti Collegio dei Revisori Contabili AGROFARMA Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. AIA Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. AISA Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. AISPEC Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. ANIFA Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. ASCHIMFARMA Dott. Gian Mario Baccalini Bracco S.p.A. ASSOBASE Dott. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. ASSOBIOTEC Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A. ASSOCASA Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. ASSOFERTILIZZANTI Dott. Francesco Caterini Yara Italia S.p.A. ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. ASSOGASLIQUIDI Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. ASSOGASTECNICI Dott. Piercarlo Cavenaghi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. AVISA Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. CERAMICOLOR Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. PLASTICSEUROPE ITALIA Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. UNIPRO Dott. Ing. Fabio Rossello Paglierii S.p.A. Presidente Dott. Antonino Pizzini Revisori effettivi Rag. Sandro Bertasi Rag. Enrico Pian Revisori supplenti Dott. Cesare Orsenigo Rag. Carlo Pecchi Probiviri Avv. Carlo Del Pennino Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari Dott. Ing. Giuseppe Rossi Avv. Claudio Signini Dott. Vincenzo Vitelli 83 Commissioni Direttive Associazioni di settore* AGROFARMA AIA AISA Presidente Dott. Andrea Barella Sumitomo Chemical Italia S.r.l. Presidente Dott. Ing. Marco Padovani Crown Aerosols Italia S.r.l. Presidente Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Componenti Dott. Alberto Ancora Basf Italia S.r.l. Componenti Sig.ra Daniela Calefato Precision Dispensing Solutions Europe GmbH Filiale Vice Presidenti Dott. Carlo Gazza Fatro S.p.A. Dott. Lorenzo Bordoni Dow AgroSciences Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Enrico Ciani Solchim S.p.A. Componenti Dott.ssa Arianna Bolla Eli Lilly Italia S.p.A. Dott. Antonio Cirillo Kimicar S.r.l. Dott.ssa Cristina Cellini Vetoquinol Italia S.r.l. Dott.ssa Glenda Colzani Colorpack S.r.l. Dott.ssa Vittorina Colombatti Teknofarma S.p.A. Sig.ra Rosella Cortesi V.A.R.I. S.p.A. Dott. Emilio Dabbaghian Ceva Salute Animale S.p.A. Sig.ra Manuela Cuzzolin Akzo Nobel Chemicals S.p.A. Dott. Roberto Del Maso Merial Italia S.p.A. Dott.ssa Eleonora Favalini Parisienne Italia S.r.l. Sig. Renato Della Valle Innovet Italia S.r.l. Dott. Fulvio Ferrara Coster Tecnologie Speciali S.p.A. Dott.ssa Chiara Durio Pfizer Italia S.r.l. Sig. Mauro Mattei Alltub Italia S.r.l. Dott. Alberto Milani Formevet S.p.A. Dott. Massimo Scaglia Isagro S.p.A. Dott. Alberto Pollini Mirato S.p.A. Dott. Riccardo Romagnoli Chemifarma S.p.A. Dott. Paolo Tassani Cerexagri Italia S.r.l. Dott. Marco Raviolo Campweld S.r.l. Dott. Paolo Sani Intervet Italia S.r.l. Dott. Aldo Trombini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott. Franco Reghenzani Eurospray S.p.A. Dott. Flavio Zanellato Virbac S.r.l. Dott.ssa Karina von Detten Bayer CropScience S.r.l. Dott. Cristiano Siviero Cosmosol S.r.l. Dott. Dante Zauli Gowan Italia S.p.A. Dott.ssa Alessandra Terzoli L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Alessandro Bugini Makhteshim Agan Italia S.r.l. Dott. Liso Ceccobelli Ital-Agro S.r.l. Dott. Francesco Ciocca Oxon Italia S.p.A. Dott. Alberto Dezza S.I.P.C.A.M. S.p.A. Dott. Paolo Dubbini Diachem S.p.A. Dott. Paolo Manica Manica S.p.A. Dott. Lorenzo Patuzzo Europhyto T.S.A. S.r.l. Past President Dott. Luigi Radaelli Syngenta Crop Protection S.p.A. *Aggiornamento al 5 giugno 2012 Dott. Ing. Carlo Castiglioni Ferrari Meccanica S.p.A. Dott. Giampiero Vantellino Bayer S.p.A. Dott. Ing. Andrea Zunelli Scam S.p.A. Torna all’indice 85 Appendice AISPEC Presidente Dott. Martino Verga Caglificio Clerici S.p.A. Vice Presidente Dott. Valerio Carsetti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Componenti Gr. Uff. Dott. Mario Artali Sigma-Tau S.p.A. Dott. Massimo Bononi CHT Italia S.r.l. Dott. Daniel Campo Voegeli Basf Italia S.r.l. Sig. Giovanni Zanchetta Polyglass S.p.A. ANIFA Presidente Dott. Stefano Brovelli Bayer S.p.A. Vice Presidenti Dott. Gaetano Colabucci Johnson & Johnson S.p.A. Dott. Ing. Gianluigi Frozzi ACRAF S.p.A. Dott. Paolo Casoni Perfetti Van Melle S.p.A. Dott. Giampaolo Girotti Alfa Wassermann S.p.A. Dott. Marco Caspani Centro Sperimentale del Latte S.r.l. Componenti Dott. Roberto Antonini Zambon Italia S.r.l. Dott. Mauro Caimi GlaxoSmithKline Cons. Healthcare S.p.A. Dott. Gianmarco Carcano Bouty S.p.A. Dott.ssa Francesca Cavazza Avantgarde S.p.A. Dott. Luigi Cola Combe Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Colombo Montefarmaco OTC S.p.A. Dott. Paolo Costanzo Clariant SE Sede Secondaria in Italia Dott. Fausto Ferrazzi Serichim S.r.l. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Cesare Guaita BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Fredi P. Kalt Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Li Bassi Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Daniele Meldolesi Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Marco Mercenari Esseco S.r.l. Dott. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Sig. Paolo Parato Maraschi & Quirici S.p.A. Sig. Vittorio Pirera Andra S.p.A. Sig. Vincenzo Rialdi Vevy Europe S.p.A. Past President Dott. Giordano Righini Bracco S.p.A. Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. 86 Dott. Gianni Scotti Saint-Gobain Abrasivi S.p.A. Past President Dott. Sergio Daniotti Dott. Celestino Di Rollo Recordati S.p.A. Dott.ssa Silvia Enock Procter & Gamble S.r.l. Dott. Eric Gilliot Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) S.p.A. Dott. Albert Manzone Novartis Consumer Health S.p.A. Dott. Enrique Manzoni Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Dott. Alberto Pelis Bracco S.p.A. Dott.ssa Agnés Regnault Pfizer Italia S.r.l. Dott. Raffaele Sanguigni Biofutura Pharma S.p.A. Dott. Riccardo Zagaria Sanofi-Aventis S.p.A. ASCHIMFARMA Presidente Dott. Gian Mario Baccalini Bracco S.p.A. Vice Presidenti Dott. Daniele Cardoso Laboratorio Chimico Internazionale S.p.A. Dott. Giorgio Oberrauch Farmabios S.p.A. Componenti Dott. Sergio Albertazzi Farchemia S.p.A. Dott. Fulvio Benigni Industriale Chimica S.r.l. Dott. Fulvio Carlotti Gnosis S.p.A. Dott. Michele Crocetta ACRAF S.p.A. Dott. Benedetto Della Beffa Indena S.p.A. Dott.ssa Alessandra Gargani Erregierre S.p.A. Dott. Guido Gnemmi Lusochimica S.p.A. Dott. Gianni Marini Zach System S.p.A. Dott. Federico Nazzari Recordati S.p.A. Dott. Paolo Oligeri Chemi S.p.A. Sig. Adriano Picchiò Prodotti Chimici e Alimentari S.p.A. Dott. Carlo Pizzocaro Olon S.p.A. Past President Dott. Paolo Russolo Cambrex Profarmaco Milano S.r.l. Dott. Ariel Davide Segre Pierrel S.p.A. Dott. Maurizio Silvestri Euticals S.p.A. Dott.ssa Giovanna Tromby Sicor S.r.l. Dott. Giovanni Venerucci Manzaroli ACS Dobfar S.p.A. Dott. Giorgio Vittadini Bracco Imaging S.p.A. Dott. Enrico Zodio Procos S.p.A. Torna all’indice Commissioni Direttive Associazioni di settore ASSOBASE Presidente Dott. Ing. Giorgio Favro Solvay Chimica Italia S.p.A. Vice Presidente Dott. Ing. Emanuele Tagliabue Versalis S.p.A Componenti Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Alberto Conti Basf Italia S.r.l. Dott. Domenico D’Angelo F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Dott. Ing. Pierluigi Degiovanni Tessenderlo Italia S.r.l. Dott. Fabrizio Conicella BioIndustry Park Silvano Fumero S.p.A. ASSOCASA Dott. Gioacchino D’Alò Takeda Italia Farmaceutici S.p.A. Dott.ssa Marina Del Bue MolMed S.p.A. Dott. Francesco Di Marco Amgen Dompé S.p.A. Dott. Sergio Dompé Biogen Dompé S.r.l. Vice Presidenti Dott. Giorgio Dal Prato Deco Industrie S.coop.p.a. Dott. Gianluca Fusco Syngenta Seeds S.p.A. Dott. Maurizio Guidi Eli Lilly Italia S.p.A. Dott. Massimo Gulisano IOM Ricerca S.r.l. Dott. Lorenzo Di Donato Fluorsid S.p.A. Past President Dott. Roberto Gradnik Stallergenes Italia S.r.l. Dott. Ing. Ottorino Lolini Nuova Solmine S.p.A. Dott.ssa Daniela Jabes Naicons S.c.a.r.l. Dott. Massimo Maragna Sabic Italia S.p.A. Dott. Antonio Messina Merck Serono S.p.A. Dott. Sergio Migone Sasol Italy S.p.A. Dott. Ing. Francesco Nulli Esseco S.r.l. Dott. Flavio Remonato Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Zaverio Rovea Vinavil S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Russo Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Federico Nazzari Recordati S.p.A. Dott.ssa Maria Luisa Nolli Areta International S.r.l. Dott. Alessandro Noseda Sigma-Tau S.p.A. Dott. Ennio Ongini Nicox Research Institute S.r.l. Dott. Stefano Portolano Celgene S.p.A. Dott. Donato Todisco Caffaro Industrie S.p.A. Dott. Carlo Roccio Clonit S.r.l. ASSOBIOTEC Dott. Massimo Scaccabarozzi Janssen-Cilag S.p.A. Presidente Dott. Alessandro Sidoli Axxam S.p.A Vice Presidenti Dott. Luca Benatti Newron Pharmaceuticals S.p.A. Dott. Riccardo Palmisano Genzyme S.r.l. Componenti Dott. Ugo Capolino Perlingieri Alexion Pharma Italy S.r.l. Torna all’indice Dott. Francesco Senatore Toscana Life Sciences Foundation Dott. Luigi Tarenzi Parco Tecnologico Padano Dott.ssa Daniela Ubezio IFOM - Fondazione Istituto FIRC Oncologia Molecolare Dott.ssa Karina von Detten Bayer CropScience S.r.l. Dott. Arturo Zanni Sanofi-Aventis S.p.A. Presidente Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri Paglieri S.p.A. Componenti Dott. Sergio Antoniuzzi I.C.E. FOR S.p.A. Avv. Alessandro Artom Bolton Manitoba S.p.A. Dott.ssa Paola Aruta Procter & Gamble S.r.l. Dott.ssa Cecilia de’ Guarinoni Henkel Italia S.p.A. Avv. Enrico De Toma Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Maurizio Della Cuna Madel S.p.A. Dott. Roberto Ferro Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Federico Guanzini Copyr S.p.A. - Compagnia del Piretro Dott. Filippo Meroni S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott. Mario Morsiani McBride S.p.A. Dott. Vittorio Pizzolotto Pizzolotto S.p.A. Dott. Maurizio Rigolli Bayer CropScience S.r.l. Dott. Paolo Ruozzo Guaber S.r.l. Dott. Roberto Silva ITS Detergenti S.r.l. Dott. Pierpaolo Zambotto Zapi Industrie Chimiche S.p.A. ASSOFERTILIZZANTI Presidente Dott. Francesco Caterini Yara Italia S.p.A. Vice Presidenti Dott. Paolo Girelli ILSA S.p.A. 87 Appendice Sig. Mario Puccioni Puccioni S.p.A. Componenti Sig. Mirko Bevini Scam S.p.A. Sig. Giorgio Cappellari F.o.m.e.t. S.p.A. Dott. Roberto Di Majo Unimer S.p.A. Dott.ssa Nadia Gagliardini SIPCAM S.p.A. Dott. Lorenzo Gallo Green Has Italia SpA Dott. Eric Juillet De Saint Lager Timac Agro Italia S.p.A. Dott. Gabriele Lippi Compo Agro Specialities S.r.l. Dott. Ing. Gianantonio Menin Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Giuseppe Natale Valagro S.p.A. Dott. Pierluigi Rigatelli Haifa Italia S.r.l. Dott. Massimo Rossini K+S Agricoltura S.p.A. Past President Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Giovanni Toffoli Adriatica S.p.A. Dott. Enrico Villa Siriac S.r.l. ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Presidente Sig. Maurizio Radici Radicifil S.p.A. Vice Presidente Dott. Giulio Bonazzi Aquafil S.p.A. 88 Dott. Franco Francalanci Montefibre S.p.A. Dott. Ciro Gargiulo Fidion S.r.l. Dott. Alberto Maroli Alcantara S.p.A. Rag. Dino Menale Energas S.p.A. Past President Sig. Paolo Piana Sinterama S.p.A. Dott. Leonardo Pinoca Meraklon S.p.A. Dott. Ing. Massimo Porcellini Costiero Gas Livorno S.p.A. Dott. Riccardo Sollini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. ASSOGASLIQUIDI Presidente Dott. Paolo Dal Lago Liquigas S.p.A. Dott. Luciano Niccolai Beyfin S.p.A. Dott. Marco Pannunzio Totalgaz Italia S.r.l. Dott. Umberto Risso Autogas Nord S.p.A. Dott. Muzio Salvini Tecnogas S.r.l. Dott. Paolo Sparvoli Antonio Merloni Cylinders Ghergo Group S.p.A. Dott. Luciano Valente Gas Point S.r.l. Dott. Paolo Zani Brixia Finanziaria S.r.l. Vice Presidenti Dott. Ing. Attilio Fontana Ultragas Centro Meridionale S.p.A. Dott.ssa Patrizia Zucchi Socogas S.p.A Dott. Federico Petrolini Goldengas S.p.A. ASSOGASTECNICI Componenti Dott. Aldo Bernardini Bernardini Impianti S.r.l. Dott. Marco Cirese Ultragas Tirrena S.p.A. Sig. Floriano D’Este Fiamma 2000 S.p.A. Dott. Ing. Carlo De Matthaeis API S.p.A. Presidente Dott. Piercarlo Cavenaghi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Vice Presidente Dott. Fabrizio Elia Linde Gas Italia S.p.A. Componenti Dott. Sergio Fontana SIAD S.p.A. Rag. Gianfilippo Diamante Butangas S.p.A. Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario SOL S.p.A. Dott. Giacomo Fabbri Soc. Italiana Gas Liquidi S.p.A. Rag. Claudio Grigato Sico S.p.A. Past President Dott. Ing. Antonio Fedele Totalgaz Italia S.r.l. Dott. Michele Gritti Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Pietro Frasson Trivengas S.r.l. Componenti Dott. Ing. Arturo Andreoni Radicifil S.p.A. Dott. Ing. Gaetano Gradini Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Ing. Fabrizio Calenti Aquafil S.p.A. Dott. Stefano Cochis Filatura di Saluzzo S.r.l. Rag. Ferdinando Guareschi Lampogas S.p.A. Dott. Alberto Licci Italfiamma S.r.l. Dott. Ing. Patrick Jozon Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Franco Mazzali Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Roberto Peressutti Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Roberto Sestini SIAD S.p.A. Torna all’indice Commissioni Direttive Associazioni di settore AVISA Presidente Dott. Aram Manoukian Lechler S.p.A. Vice Presidente Arch. Paolo Pellegrini Colorgraf S.p.A. Componenti Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Ing. Carlo Maria Parodi ALCEA S.r.l. Az. Lombarda Colori Affini Dott.ssa Dina Laura Roncarolo Sestriere Vernici S.r.l. PLASTICSEUROPE ITALIA Presidente Sig. Daniele Ferrari Versalis S.p.A. Vice Presidente Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Componenti Dott.ssa Catia Bastioli Novamont S.p.A. Dott. Michele Capolupo Artenius Italia S.p.A. Dott. Biagio Savarè Savarè I.C. S.r.l. Dott. Didier Carouge Total Petrochemicals & Refining SA/NV Sede Seconda Dott. Fiorello Testa Huber Italia S.r.l. Dott. Ing. Antonello Ciotti Equipolymers S.p.A. Sig. Arrigo Zanardo Impa S.p.A. Dott. Ing. Massimo Covezzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. CERAMICOLOR Presidente Dott. Angelo Lami INCO Industria Colori S.r.l. Vice Presidenti Dott. Daniele Bandiera Ferro Spain S.A. - Italy Branch Dott.ssa Antonella Dall’Osto DSM Composite Resins Italia S.r.l. Dott. Ing. Guido Donà Arkema S.r.l. Dott. Ing. Luigi Gerolla Radici Novacips S.p.A. Dott. Ing. Paolo Groppi Solvin Italia S.p.A. Sig. Marco Bitossi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Daniele Petrini Sabic Italia S.p.A. Componenti Dott. Lucio Capiluppi Sicer S.r.l. Dott. Ing. Antonio Protopapa Versalis S.p.A. Dott. Carlos Ferrer Esmalglass S.p.A. Dott. Ing. Enrico Garino Pemco Emails S.r.l. Sig. Andrea Giambi Torrecid Italia S.r.l. Dott. Carlo Alberto Ovi Smalticeram Unicer S.p.A. Dott. Gianfranco Padovani Vetriceramici S.p.A. Sig. Rodolfo Pini DEF di R. Doni S.p.A. Sig. Gino Romani Endeka Ceramics S.p.A. Torna all’indice Dott. Cino Serrao Borealis Italia S.p.A. Dott. Ing. Nicola Voso NGP S.p.A. UNIPRO GIUNTA Presidente Dott. Ing. Fabio Rossello Paglieri S.p.A. Vice Presidenti Dott. Luciano Bertinelli Ferragamo Parfums S.p.A. Dott.ssa Giorgina Gallo L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Domenico Ganassini Istituto Ganassini S.p.A. Dott. Benedetto Lavino Bottega Verde S.r.l. Consiglieri incaricati Dott. Matteo Locatelli Pink Frogs S.r.l. Dott. Ing. Gianni Manzetti Farmen International Cosmetics Distribution S.p.A. Dott. Roberto Martone I.C.R. – Industrie Cosmetiche Riunite S.p.A. Dott. Fabio Pastori GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. Tesoriere Dott. Decio Masu Cosmint S.p.A. Componenti Dott. Paolo Agostinini I.C.I.M. International S.r.l. Dott. Antonio Argentieri L’Erbolario S.r.l. Dott.ssa Paola Aruta Procter & Gamble S.r.l. Dott. Francesco Baiano Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l. Dott. Carlo Baiesi Barex Italiana S.r.l. Dott. Nicola Barbini Eudermic S.r.l. Dott. Paolo Braguzzi Davines S.p.A. Dott. Franco Brambilla I.C.I.M. International S.r.l. Sig. Giancarlo Bruson Dermagib S.n.c. Dott.ssa Serena Caimano Pidielle S.r.l. Dott. Massimo Cappini ITF S.p.A. Dott. Riccardo Cazzaniga Firmenich S.p.A. Avv. Enrico De Toma Colgate Palmolive Italia S.r.l. 89 Appendice Dott. Gennaro Formisano Avon Cosmetics S.r.l. Past President Dott. Fabio Franchina Framesi S.p.A. Dott. Fabrizio Locatelli Lisap Laboratori Cosmetici S.p.A. Dott. Vincenzo Maglione Rottapharm S.p.A. Dott. Davide Manzoni Davines S.p.A. Dott. Marco Mazzola Biokosmes S.r.l. Dott. Jean Luc Michelot PA.CO. DIS S.p.A. Dott. Pierfrancesco Morganti Mavi Sud S.r.l. Dott. Marco Oliva Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A. Dott. Luigi Pratesi Cosmeta S.r.l. Dott. Roberto Ricci Johnson & Johnson S.p.A. Dott. Carlo Sarchi Uniest Soc. Coop. Dott. Orna Schezen Nofarber Estee Lauder S.r.l. Dott. Roberto Tiberi Dott. Gualtiero Valdo Beauty San S.p.A. Dott. Gianfranco Zunino Mario Zunino & C. S.r.l. 90 Torna all’indice Responsible Care® Commissione Direttiva Presidente Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Vice Presidenti Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Componenti Dott. Ing. Marco Bozzola Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. Dott. Filippo Servalli Radici Chimica S.p.A. Dott. Ing. Guido Garone Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto SIPCAM S.p.A. Dott. Riccardo Giovannini RGA S.r.l. Arch. Ernesto Sorghi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Vittore Luberti Dow Italia S.r.l. Dott. Federico Tonelli Scam S.p.A. Dott. Ing. Salvatore Mesiti Sasol Italy S.p.A. Past President Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Vincenzo Camparada SOL S.p.A. Dott. Ing. Guido Montanari Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Franco Cerritelli Olon S.p.A. Dott. Ing. Roberto Pecoraro Versalis S.p.A. Invitati Permanenti Dott. Ing. Carlo Ciotti PVC Forum Dott. Ing. Guido Chiogna L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Ing. Roberto Peressutti Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Claudia Gistri Certiquality S.r.l. Dott. Ing. Sergio Conni Polynt S.p.A. Dott. Stefano Piccoli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Renato Porta AssICC Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott.ssa Roberta Rossi Filctem-Cgil Dott.ssa Antonella Dall’Osto DSM Composite Resins Italia S.r.l. Dott. Ing. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Dott. Ing. Stefano Ruvolo Femca-Cisl Dott. Domenico D’Ottavio Puccioni S.p.A. Dott. Ing. Virginio Sarto Basf Italia S.r.l. Sig. Sandro Santicchia UILCEM UIL Dott. Ing. Cristian Furiosi S.A.P.I.C.I. S.p.A. Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Torna all’indice 91 Servizio Emergenza Trasporti (S.E.T.) Commissione Direttiva Presidente Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Vice Presidente Sig. Michele Paruzzi Solvay Chimica Italia S.p.A. Componenti Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei Versalis S.p.A. Sig. Fabio Giani Basf Italia S.r.l. Invitati Permanenti Dott. Ing. Furio Bombardi Trenitalia S.p.A.- Divisione Cargo Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Dott. Stefano Mussini Dow Italia S.r.l. Dott. Cosimo Franco Endura S.p.A. Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto Sipcam S.p.A Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. P. Ch. Piero Luigi Tagliabue Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Andrea Ferro Infineum Italia S.r.l. Dott. Edoardo Tomei PPG Industries Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. Torna all’indice Dott. Ing. Antonio Monaco Dip. Reg. Vigili del Fuoco Lombardia Dott. Marco Terranova SBB CARGO Italia S.r.l. Dott. Mauro Pastorino Serfer Servizi Ferroviari S.r.l. 93 Comitati Federchimica Direzione Centrale Direzione Centrale Analisi EconomicheInternazionalizzazione Comunicazione Immagine Comitato Fiscale Comitato Comunicazione e Immagine Presidente Dott. Antonino Pizzini Componenti Dott. Cesare Antoniazzi Sorin S.p.A. Rag. Pietro Mascherpa Bracco S.p.A. Dott. Marco Massa Procter & Gamble S.r.l. Dott. Alessandro Avignolo L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Angelo Migliore 3M Italia S.p.A. Sig. Nino Avogadri Beiersdorf S.p.A. Dott. Andrea Milone Bayer S.p.A. Dott.ssa Manuela Belloni Totalerg S.p.A. Dott. Carlo Bongiorni Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Andrea Camerinelli Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Giancarlo Dalbesio Henkel Italia S.p.A. Dott. Pierluigi Orlandi Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Cesare Orsenigo Rag. Vincenzo Riva Novartis Farma S.p.A. Dott. Luca Massimo Trentani Solvay Chimica Italia S.p.A. Presidente Dott. Mauro Chiassarini Bayer S.p.A. Componenti Dott.ssa Maria Teresa Agazzani Isagro S.p.A. Dott.ssa Raffaella Baiardi Euticals S.p.A. Dott. Filippo De Caterina L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Loredana Elia Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Giuliano Faliva Bracco S.p.A. Dott.ssa Laura Fino Roquette Italia S.p.A. Dott.ssa Maria Grazia De Feo Syngenta Crop Protection S.p.A. Dott. Ing. Luca Gaggero Infineum Italia S.r.l. Dott. Fabrizio Francani Roquette Italia S.p.A. Dott.ssa Patrizia Laporta Syndial S.p.A. - Attività Diversificate Dott. Vincenzo Gioffré Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Fabio Novelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Nicolò Gulotta Esso Italiana S.r.l. Dott.ssa Chiara Pellegrini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott. Alain Jouet Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Teresa Petronelli Versalis S.p.A. Dott.ssa Chantal Macau Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Sabine Robert Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Guido Marzorati Assolombarda Dott. Daniele Rosa Bayer S.p.A. Torna all’indice 95 Appendice Dott.ssa Enrica Rossi Dow Italia S.r.l. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Marco Scotti Basf Italia S.r.l. Sig. Filippo Servalli Radici Chimica S.p.A. Dott.ssa Adriana Spazzoli Mapei S.p.A. Direzione Centrale Relazioni Industriali Comitato Permanente Sindacale Presidente Dott. Ing. Luigi Mansi Nuova Solmine S.p.A. Componenti Dott. Gustavo Alonso* Basf Italia S.r.l. Dott. Federico Amietta Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Fabrizio Aramini Arkema S.r.l. Dott.ssa Raffaella Baiardi Euticals S.p.A. Dott. Annibale Baldari* Eli Lilly Italia S.p.A. Dott. Antonio Barge Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Dott. Marco Battaini Bayer S.p.A. Dott. Marco Benvenuti Eli Lilly Italia S.p.A. Dott. Fabrizio Bellini* Versalis S.p.A. Dott.ssa Carla Bernabè Bayer S.p.A. Dott. Marcello Bianchi Mapei S.p.A. Dott. Andrea Bobbio Assolombarda Dott. Francesco Bonvicini Alfa Wassermann S.p.A. Sig. Roberto Bosia Butangas S.p.A. Dott. Massimo Bottelli* Assolombarda Rag. Francesco Bova Sun Chemical Group S.p.A. Dott. Stefano Brigato Liquigas S.p.A. Dott. Luchino Cairoli Bracco S.p.A. Dott. Davide Calabrò* Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott. Carmelo Cannella Fater S.p.A. Rag. Sergio Capuzzi Clariant SE Sede Secondaria in Italia Dott.ssa Lorenza Carrà Lamberti S.p.A. Dott. Paolo Casatti Saint Gobain Abrasivi S.p.A. Dott. Renato Colurcio Versalis S.p.A. Dott. Massimo Consonni Sealed Air S.r.l. Dott. Ing. Paolo Corsi Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Concettina Costanza Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Dott. Giorgio Cottura Sorin S.p.A. Dott. Alberto Cozzi Politex S.a.s di Freudenberg Politex S.r.l. Rag. Giuliano Cremonesi Huntsman Surface Sciences Italia S.r.l. Dott. Giuseppe D’Agostino Kedrion S.p.A. Dott. Gianni De Angelis Yara Italia S.p.A. Dott. Mario De Girolamo Johnson & Johnson S.p.A. Sig.ra Olga Doneda Conqord Oil S.r.l. Dott.ssa Michela Donesana C.O.I.M. S.p.A. Dott.ssa Patrizia Fabricatore Astra Zeneca S.p.A. Dott. Giacomo Facchinetti Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Fusco Tioxide Europe S.r.l. Dott. Antonio Gaudenzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.ssa Franca Gay Polynt S.p.A. Dott. Fabrizio Gazzani Industria Chimica Reggiana I.C.R. S.p.A. * Componenti il Comitato Ristretto Sindacale 96 Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Ing. Stefano Ghisoni L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Francesco Messina Ecolab S.r.l. Dott. Stefano Silli Basf Italia S.r.l. Dott. Gian Luca Giannetti Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Duilio Mombelli Flint Group Italia S.p.A. Dott. Antonio Sparavigna Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A. Dott. Paolo Giazzi Confindustria Federvarie Dott. Marco Morbidelli* Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A. Dott. Giovanni Strapazzon Zambon Italia S.p.A. Dott. Danilo Greco Unilever Italia Manufacturing S.r.l Dott. Andrea Moscatelli Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A. Dott. Stefano Svetoni Farmindustria Dott. Nicola Gritti Radici Chimica S.p.A. Sig. Alberto Moschetti Henkel Italia S.p.A. Dott. Giorgio Testuzza Sasol Italy S.p.A. Dott. Alberto Gullotta Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Emanuela Negri Lamberti S.p.A. Dott. Roberto Tocci Pfizer Italia S.r.l. Avv. Maria Rita Iorio Farmindustria Dott. Niccolò Nitti Novartis Consumer Health S.p.A. Dott. Ennio Troiano Menarini Biotech S.r.l. Dott. Andrea Isaia Infineum Italia S.r.l. Dott. Marcello Orifici Unindustria-Confindustria Roma Dott. Maurizio Turci Italmatch Chemicals S.p.A Dott.ssa Remigia Laganà Procter & Gamble S.r.l. Sig.ra Rossana Pelosi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Aldo Urru Isagro S.p.A. Dott. Gianluca Liotta 3M Italia S.p.A. Dott. Carlo Perone Novartis Farma S.p.A. Dott.ssa Alexia Jean Vergani ACS Dobfar S.p.A. Dott. Roberto Lombardi Dow Italia S.r.l. Dott. Alberto Ponti Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Carmine Visone Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Raffaella Lorenzut Bracco S.p.A. Dott.ssa Liliana Principe Sigma-Tau S.p.A. Dott. Gianluca Magnani Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l. Dott. Fabrizio Proietti Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott.ssa Loredana Maiocco Tazzetti S.p.A. Dott. Ing. Marta Mancini Linde Gas Italia S.r.l. Dott. Alessandro Marchini GlaxoSmithKline Consumer Healthcare S.p.A. Rag. Paolo Mari Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Andrea Marinucci Sasol Italy S.p.A. Dott. Roberto Mariotti SOL S.p.A. Rag. Ruggero Masciotti Ultragas Centro Meridionale S.p.A. Dott. Massimo Mazzetta Colgate Palmolive Italia S.r.l. Dott. Sandro Mazzucchelli Novartis Farma S.p.A. Dott. Alessandro Merlino Bristol Myers Squibb S.r.l. Torna all’indice Sig. Gian Domenico Quadrone Autogas Nord S.p.A. Rag. Carlo Raise Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Ing. Francesco Ricci Roquette Italia S.p.A. Dott. Roberto Romero Unione Industriale Torino Dott.ssa Roberta Russo Farmigea S.p.A. Dott. Pietro Santoro Janssen Cilag S.p.A. Dott. Franco Scalcinati Aquafil S.p.A. Sig. Massimiliano Schiavi Polynt S.p.A. Dott. Bruno Serra Syndial S.p.A. Attività Diversificate 97 Appendice Direzione Centrale Tecnico Scientifica Comitato Affari Legali Presidente Avv. Roberto Frigerio Basf Italia S.r.l. Componenti Dott. Claudio Valerio Aggio Croda Italiana S.p.A. Avv. Stefano Aldini Certiquality S.r.l. Avv. Alessandro Artom Bolton Manitoba S.p.A. Dott.ssa Alice Artom Bolton Manitoba S.p.A. Avv. Andrea Barra Carestream Health Italia S.r.l. Avv. Sara Biscardini Basf Italia S.r.l. Dott.ssa Antonella Bonomi 3M Italia S.p.A. Avv. Massimiliano Caforio Artsana S.p.A. Dott. Gian Luca Castellani Roquette Italia S.p.A. Avv. Matteo Cimenti Butangas S.p.A. Dott. Sergio Conni Polynt S.p.A. Dott. Gianfranco Cutelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Elisa d’Amico Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Aldo Repeti Abiogen Pharma S.p.A. Dott. Cosimo Lomartire Bracco Imaging S.p.A. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Dott.ssa Anna Longo Procter & Gamble S.r.l. Avv. Giovanni Rizzo Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Nicola Lopez Procter & Gamble S.r.l. Dott. Armando Romaniello Certiquality S.r.l. Dott. Alessandro Losso Amonn Fire S.r.l. Avv. Paolo Roncelli Arkema S.r.l. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Avv. Maria Sala Bracco S.p.A. Dott. Vincenzo Marchetti Endura S.p.A. Dott.ssa Valeria Scasciamacchia Versalis S.p.A. Avv. Roberto Mariotti SOL S.p.A. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Avv. Edoardo Marroni Nuova Solmine S.p.A. Avv. Angelo Schiavi Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Paolo Mignone Infineum Italia S.r.l. Avv. Giuseppe Monaco Bracco S.p.A Dott. Paolo Musicco Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Paola Nocerino Air Liquide Italia S.p.A. Dott.ssa Barbara Noyer Versalis S.p.A. Avv. Angelo Oniga Clariant SE Sede Secondaria in Italia Avv. Riccardo Pagani Reach & Colours Italia S.r.l. Dott. Domenico Pappalettera Beiersdorf S.p.A. Dott. Paolo Devalba Infineum Italia S.r.l. Avv. Claudia Pasqualini Salsa Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l. Dott.ssa Caterina di Valentino Bayer S.p.A. Dott. Marco Pecchiari Chemisol Italia S.r.l. Dott.ssa Susanna Fasolis Bayer S.p.A. Dott. Francesco Pedilarco Paglieri S.p.A. Avv. Cinzia Gaeta Procter & Gamble S.r.l. Dott.ssa Mariagrazia Perego 3M Italia S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. Dott. Alberto Porcu Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Emanuela Gallo Syndial S.p.A. Attività Diversificate 98 Avv. Gianluca Liotta 3M Italia S.p.A. Avv. Valentina Ranno L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Francesca Scorretti Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott.ssa Monica Soldini Henkel Italia S.p.A. Dott. Ing. Lorenzo Tagliani Chemisol Italia S.r.l. Dott. Cristian Tessari Henkel Italia S.p.A. Dott.ssa Valeria Vacchiano Versalis S.p.A. Dott. Amleto Zucchi Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Avv. Gian Paolo Zuccotti 3M Italia S.p.A. Comitato Ambiente e Territorio Presidente Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Componenti Dott. Gianni Abbruzzese Bracco S.p.A. Dott. Claudio Valerio Aggio Croda Italiana S.p.A. Dott. Pier Maria Arzuffi Bayer S.p.A. Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Ing. Domenico Barone RGA S.r.l. Dott. Andrea Ferro Infineum Italia S.r.l. Dott. Lorenzo Palvarini Idena S.p.A. Dott.ssa Ing. Gloria Bava Pilone Tazzetti S.p.A. Sig. Guido Fornari Ecol Studio S.r.l. Dott.ssa Giuseppina Papagno Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Bergamasco 3V Sigma S.p.A. Dott. Ing. Edoardo Galatola Sindar S.r.l. Dott. Arturo Petrosillo Olon S.p.A. Dott. Valter Bertani Indena S.p.A. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. Sig. Renato Pilli Basf Italia S.r.l. Dott. Luigi Bocconi Reichhold S.r.l. Dott. Francesco Gallo Viscolube S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott.ssa Marina Bozzolasco Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Errico Gasbarro Basf Italia S.p.A. Dott.ssa Cecilia Presutti Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Ing. Stefano Brivio Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Giorgio Canti Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Vittorio Caria Tioxide Europe S.r.l. Dott. Giuseppe Gravina Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Anna Longo Procter & Gamble S.r.l. Dott. Vittore Luberti Dow Italia S.r.l. Dott. Alfonso Raiola Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Sig. Aldo Repeti Abiogen Pharma S.p.A. Dott. Ing. Marco Macciò Infineum Italia S.r.l. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Dott. Stefano Maggi LAB Analysis S.r.l. Dott. Antonello Rota Perstorp S.p.A. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Dott. Ing. Danilo Schiavina Roquette Italia S.p.A. Dott.ssa Livia Cavallito Theolab S.p.A. Dott. Ing. Paolo Marabotti Syndial S.p.A Attività Diversificate Dott. Ing. Riccardo Slavik 3V Sigma S.p.A. Dott. Roberto Cerreta Sanofi-Aventis S.p.A Dott. Gualtiero Marangone Radici Chimica S.p.A. Dott. Franco Cerritelli P. & R. S.p.A Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Sig. Salvatore Ciraulo Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Matarrese Versalis S.p.A. Dott. Ing. Fabrizio Cocquio Yara Italia S.p.A. Dott. Salvatore Mesiti Sasol Italy S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott.ssa Maria Milicia Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Giorgio Carimati Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Alessandro Castelli SOL S.p.A. Dott. Ing. Giambattista Cavalli C.O.I.M. S.p.A. Dott. Ing. Antonio Conzi Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Marco Cravetta Tessenderlo Italia S.r.l. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Avv. Paolo Devalba Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott. Ing. Luca Emaldi Polynt S.p.A. Torna all’indice Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto Sipcam S.p.A. Dott. Francesco Spini Giovanni Bozzetto S.p.A. Dott. Ing. Patrizio Stecconi Vinavil S.p.A. Dott. Ing. Gerardo Stillo Versalis S.p.A. Dott. Giovanni Tedesco Mirato S.p.A. Dott. Enrico Torre VTG Italia S.r.l. Dott. Claudio Monici Reichhold S.r.l. Dott.ssa Giovanna Tromby Sicor S.r.l. Dott. Giancarlo Montorfano Lechler S.p.A. Dott. Ing. Domenico Valentini Eni S.p.A. Div. Refinig & Marketing Dott. Gianni Nattero Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Dott. Ing. Maurizio Orsi Syndial S.p.A Attività Diversificate Dott.ssa Carolina Vojtisek Equipolymers S.r.l Dott. Ing. Luciano Zaninetta Syndial S.p.A. Attività Diversificate 99 Appendice Comitato Energia Presidente Dott. Ing. Filippo Carletti Sasol Italy S.p.A. Componenti Dott.ssa Katia Abondio Keminova Italiana S.r.l. Dott. Ing. Alessandro Angelini Cargill S.r.l. Div. Amidi Derivati Specialità Dott. Ing. Michele Annunziata Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Massimo Baggini Yara Italia S.p.A. Dott. Ing. Vittorio Balsamo Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Fermo Banfi Liquigas S.p.A. Dott. Ing. Stefano Barbato Arkema S.r.l. Dott.ssa Gloria Bava Pilone Tazzetti S.p.A. Dott. Ing. Massimo Bianchessi Mapei S.p.A. 100 Dott. Ing. Gabriele D’Alessandro Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott.ssa Ing. Laura De Nardo Versalis S.p.A. Dott. Massimo De Petro Radici Chimica S.p.A. Dott. Ing. Roberto Di Marco Linde Gas Italia S.r.l. Dott. Ing. Sebastiano Durante Sasol Italy S.p.A. Dott. Ing. Luca Emaldi Polynt S.p.A. Dott. Flavio Falezza SOL S.p.A. Dott. Andrea Fedriga Keminova Italiana S.r.l. Dott. Ing. Ivan Ferina 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Giuseppe Fiorentino Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Ing. Massimo Fornari Ecol Studio S.p.A. Dott. Ing. Silvano Garbarino Ferrania Technologies S.p.A. Sig. Giuseppe Bonizzi Sipcam S.p.A. Dott.ssa Ing. Claudia Gistri Certiquality S.r.l. Dott. Pietro Canova Sinterama S.p.A. Sig. Paolo Gronchi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Ing. Davide Carrara Infineum Italia S.r.l. Dott. Ing. Luigi Guarracino Miteni S.p.A. Dott. Ing. Fabio Castano Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Tiziano Lanzarini Basf Italia S.r.l. Dott.ssa Livia Cavallito Theolab S.p.A. Dott. Ing. Alessandro Maestri Ottana Polimeri S.r.l. Dott. Ing. Guido Chiogna L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Ing. Luca Manzotti Versalis S.p.A. Dott. Ing. Sandro Cobror M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Ing. Marco Martinelli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Ing. Emanuele Colangelo Chemisol Italia S.r.l. Dott.ssa Ornella Martinelli Linde Gas Italia S.r.l. Sig. Giovanni Corti ACS Dobfar S.p.A. Dott. Massimo Marzupini Ultragas Tirrena S.p.A. Dott. Ing. Antonio Corvino Henkel Italia S.p.A. Sig. Pierluigi Mazzoleni Calor Systems S.p.A. Dott. Ing. Gianluca Cremonesi Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. Dott. Ing. Raoul Milesi Dow Italia S.r.l. Dott. Ing. Claudio Mingozzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott.Ing. Walter Mirabella Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Andrea Monti SOL S.p.A. Sig. Rodolfo Moriconi Rivoira S.p.A. Dott. Ing. Gianni Paci Yara Italia S.p.A. Dott. Ing. Daniele Pallini Nuova Solmine S.p.A Dott.ssa Astrid Palmieri Basf Italia S.r.l. Dott. Ing. Mauro Pesce Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Roberta Pizzocaro Olon S.p.A. Dott. Giuseppe Quartarone BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Valerio Raiani Versalis S.p.A. Dott. Ing. Massimo Romagnoli Versalis S.p.A. Dott. Andrea Rosso Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Dott. Ing. Franco Rusmini Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Sig. Pierluigi Savio Miteni S.p.A. Dott. Ing. Danilo Schiavina Roquette Italia S.p.A. Dott. Ing. Filippo Sola Basf Italia S.r.l. Dott. Ing. Salvina Stagnitta Versalis S.p.A. Dott. Ing. Adriano Torchiana ITS Detergenti S.r.l. Dott.ssa Ing. Carolina Vojtisek Dow Italia S.r.l. Torna all’indice Comitati Federchimica Comitato Igiene Industriale Dott. Ing. Fabiano Ferrari Croda Cremona S.r.l. Dott. Antonello Rota Perstorp S.p.A. Dott.ssa Fiorenza Fogale Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott. Lorenzo Tagliani Chemisol Italia S.r.l. Presidente Dott. Alfonso Gelormini Eni S.p.A. Div. Refining & Marketing Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. Dott. Luca Tatti Promox S.p.A. Dott.ssa Giovanna Tromby Teva P.F.C S.r.l. Componenti Dott. Ing. Fabio Allasia Gum Base Co. S.p.A. Dott. Riccardo Ghini Sanofi-Aventis S.p.A. Dott. Fulvio Lattuada Indena S.p.A. Dott. Michele Barbaro Versalis S.p.A Dott. Mario Lazzaro Sasol Italy S.p.A. Dott. Gianluca Barco Basf Poliuretani Italia S.p.A Dott. Paolo Leghissa Bayer CropScience S.r.l. Dott.ssa Leyla Bigdeli Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Luigi Bocconi Reichhold S.r.l. Dott. Gabriele Lion Salchi Metalcoat S.r.l. Dott. Massimo Broi Versalis S.p.A. Dott.ssa Giovanna Malaguti Beiersdorf S.p.A. Dott.ssa Daniela Candivi Euticals S.p.A. Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Giambattista Cavalli C.O.I.M. S.p.A. Dott. Gabriele Minotti Promox S.p.A. Dott. Franco Cerritelli P. & R. S.p.A. Dott. Claudio Monici Reichhold S.r.l. Dott. Giorgio Chierico Basf Italia S.r.l. Dott. Ing. Davide Moruzzi Fratelli Ricci S.r.l. Dott. Dante Cidaria Versalis S.p.A. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Sig. Salvatore Ciraulo Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Maurizio Orsi Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott.ssa Alessandra Colombo Versalis S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott. Oscar Colonetti Bayer CropScience S.r.l. Dott. Ing. Alberto Consolo 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Andrea Cracco Roquette Italia S.p.A. Dott. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott.ssa Anna Farolfi Esso Italiana S.r.l. Direzione Vendite Prodotti Chimici Torna all’indice Dott. Michele Troni Syndial S.p.A. Attività Diversificate Dott. Ing. Iacopo Vaja Casteggio Lieviti S.r.l. Dott.ssa Simona Villa CHT Italia S.r.l. Comitato Logistica Presidente Dott. Ing. Francesco Carciotto Dow Italia S.r.l. Componenti Dott. Ing. Andrea Alberio Lechler S.p.A. Dott.ssa Daniela Aschieri Azotal S.p.A. Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei Versalis S.p.A. Dott. Ing. Giovanni Baiardi Conqord Oil S.r.l. Sig.ra Roberta Banfi DSM Composite Resins Italia S.r.l. Dott. Claudio Bettin Nuova Solmine S.p.A. Dott. Guglielmo Paganetto Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Marco Boscolo Sasol Italy S.p.A. Dott. Lorenzo Palvarini Indena S.p.A. Dott. Ing. Federico Bottone Infineum Italia S.r.l. Dott. Mauro Panichi Nuova Solmine S.p.A. Sig. Maurizio Buizza PPG Industries S.r.l. Dott. Francesco Perone Bracco S.p.A. Sig. Davide Cavallo Clariant Servizi (Italia) S.p.A. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Giovanni Chiaramonte Roquette Italia S.r.l. Dott. Giovanni Reggio Dow Italia S.r.l. Sig. Giovanni Chimisso Performance Additives Italy S.p.A. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Dott. Gaetano Conti Basell Poliolefine Italia S.r.l. 101 Appendice Sig. Pietro D’Alessandro Polynt S.p.A. Dott. Mario De Luca Torggler Chimica S.p.A. Dott. Ing. Massimo De Mola Rivoira S.p.A. Dott. Lorenzo Di Donato Fluorsid S.p.A. Sig. Lorenzo Fani Henkel Italia S.p.A. Dott. Ing. Andrea Favaro Zapi Industrie Chimiche S.p.A. Dott. Ing. Diego Fiore Ecolab S.r.l. Sig. Vittorio Gatti SBB Cargo - ChemOil Logistics AG Dott. Ing. Massimo Genoni Solvay Specialty Polymers Italiy S.p.A. Dott. Riccardo Ghini Sanofi-Aventis S.p.A. Sig. Fabio Giani Basf Italia S.r.l. Dott. Ing. Lorenzo Gorla Lechler S.p.A. Dott. Ing. Cristina Guarnieri Basf Italia S.r.l. Dott. Davide Italia Air Liquide Italia Service S.r.l. Sig. Maurizio Lombardi Montefibre S.p.A. Dott. Ing. Marco Lupi Bracco Imaging S.p.A. Sig.ra Enrica Malvestiti Synthomer S.r.l. Sig. Diego Marconi Giusto Faravelli S.p.A. Dott. Ing. Carlo Meregaglia Mapei S.p.A. Dott. Ing. Sergio Migone Sasol Italy S.p.A. Sig.ra Vittoria Militello Eigenmann & Veronelli S.p.A. Dott. Gianni Orgero L’Oréal Italia S.p.A. Dott.ssa Isabella Padovani Sherwin-Williams Italy Coatings S.r.l Dott. Ing. Daniele Pallini Nuova Solmine S.p.A. Dott. Michele Palumbo Bayer S.p.A. Sig. Mauro Panichi Nuova Solmine S.p.A. Dott. Silvio Parnisari Tioxide Europe S.r.l. Sig. Michele Paruzzi Solvay Chimica S.p.A. Dott. Ing. Gabriele Pazzagli Nuova Solmine S.p.A. Sig. Paolo Pendoli Basf Italia S.r.l. Dott. Gianni Perticaroli Arkema S.r.l. Dott. Luca Plakopitis Fluorsid S.p.A. Sig. Andrea Poppi Rhodia Italia S.p.A. Dott. Mauro Provezza Bayer CropScience S.r.l. Dott. Ing. Dario Rossi Lamberti S.p.A. Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Sig. Renato Rudmann Infineum Italia S.r.l. Dott.ssa Erika Saccoccia Zapi Industrie Chimiche S.p.A. Sig. Sandro Statti BP Italia S.p.A. Sig. Piero Luigi Tagliabue Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Comitato Ricerca, Sviluppo e Innovazione Presidente Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi M & G Polimeri Italia S.p.A. Componenti Dott. Maurizio Anastasio Promox S.p.A. Dott. Vincenzo Arcella Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Pierpaolo Babini Radici Chimica S.p.A. Dott. Giovanni Baldi Colorobbia Italia S.p.A. Dott. Nicola Barbini Eudermic S.r.l. Dott. Giovanni Bazzocchi Ferbi S.r.l. Dott. Massimo Beccalli SOL S.p.A. Dott. Giorgio Bissolotti SIAD S.p.A. Dott. Valerio Borzatta Endura S.p.A. Dott. Maurizio Cambieri Novachem Aromatici S.p.A Dott. Antonuccio Cepparrone Colortex S.p.A. Dott. Sandro Cobror M & G Polimeri Italia S.p.A. Dott. Enrico Colombo Selerant S.r.l. Dott. Esterino Conca Sued Chemie Catalysts Italia S.p.A. Dott.ssa Carlotta Cortelli Polynt S.p.A. Dott. Enrico Costantini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Sig. Enrico Torre VTG Italia S.p.A. Dott. Ing. Andrea Cracco Roquette Italia S.p.A. Dott. Edoardo Vanni Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Sig. Mauro Vercellesi Recordati S.p.A. Dott. Roberto De Giovannini Ferbi S.r.l. Sig.ra Marina Molteni Bracco S.p.A. Sig.ra Arcangela Vitobello Sasol Italy S.p.A. Dott. Sergio De Masi 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Stefano Mussini Dow Italia S.r.l. Dott. Mario Volpicelli 3M Italia S.p.A. Dott. Ing. Davide De Vita Air Liquide Italia S.p.A. Dott. Ing. Claudio Mingozzi Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Roberto Minozzi Procter & Gamble S.r.l. 102 Geom. Angelo Negroni Syndial S.p.A. Attività Diversificate Torna all’indice Comitati Federchimica Dott. Pietro Delogu Serichim S.r.l. Dott.ssa Alessia Di Sandro Università di Bologna Dott.ssa Cristina Emanuel L’Oréal Italia S.p.A. Dott. Roberto Ferro Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott.ssa Giulia Gregori Novamont S.p.A. Prof. Antonio Guarna Università degli Studi di Firenze Dott. Piotr Kociolek Golder Associates S.r.l. Dott. Roberto Leanza Polynt S.p.A. Dott. Giuseppe Li Bassi Lamberti S.p.A. Dott. Ing. Ottorino Lolini Nuova Solmine S.p.A. Dott.ssa Micaela Lorenzi Greenchemicals S.r.l. Dott. Giuseppe Malinverno Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Simone Margheritis Selerant S.r.l. Dott. Francesco Menconi Versalis S.p.A. Dott. Massimo Migliavacca Politex S.a.s. di Freudenberg Politex S.r.l. Dott. Pierfrancesco Morganti Mavi Sud S.r.l. Dott. Maurizio Moscatelli Confindustria Como Dott. Alessandro Munari Momentive Speciality Chemicals S.p.A. Dott. Renato Paludetto Dow Italia S.r.l. Dott. Giuseppe Pecci Sigma-Tau S.p.A. Dott. Franco Pellacini Isagro Ricerca S.r.l. Prof.ssa Patrizia Perego Università degli Studi di Genova Dott. Francesco Pignataro Mapei S.p.A. Dott. Paolo Giulio Predieri ACME S.r.l. Dott. Marco Banfi Lubra S.p.A. Prof. Vittorio Ragaini Università di Milano Dott. Carlo Banzatti Bolton Manitoba S.p.A. Dott. Carlo Roccio Clonit S.r.l. Dott. Gianpietro Basetti E.R.C.A. S.p.A. Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello Tazzetti S.p.A. Dott. Silvio Bassi Flint Group Italia S.p.A. Dott.ssa Elisabetta Russo Procter & Gamble S.r.l. Dott. Ing. Massimiliano Benso Roquette Italia S.p.A. Prof. Saverio Russo Università di Genova Dott. Fabio Bosetti Dow Italia S.r.l. Dott. Virginio Sarto Basf Italia S.r.l. Dott.ssa Antonella Bernardi Versalis S.p.A. Dott. Luca Scanavini Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Andrea Bienati ICAP Leather Chem. S.p.A. Dott.ssa Laura Sonzogni Selerant S.r.l. Dott.ssa Silvia Boracchi Ager S.r.l. Dott. Marco Suardi Sasol Italy S.p.A. Dott. Massimiliano Branchini S.C. Johnson Italy S.p.A. Dott.ssa Eva Teruzzi Fiera Milano S.p.A. Dott.ssa Simona Bussi Bracco Imaging S.p.A. Dott. Fulvio Uggeri Bracco Imaging S.p.A. Dott.ssa Ing. Giulia Cabella Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A. Dott. Mauro Usai S.A.P.I.C.I. S.p.A. Dott.ssa Daniela Candivi Euticals S.p.A. Dott. Marco Vanzi Confindustria Bergamo Dott. David Carden Valagro S.p.A. Dott. Aurelio Viglia AIDIC Dott. Pietro Casti Diachem S.p.A. Dott.ssa Sabrina Zambotti Greenchemicals S.r.l. Prof. Gaetano Zecchi Università dell’Insubria Comitato Sicurezza Prodotti Presidente Dott. Giuseppe Malinverno Solvay Chimica Italia S.p.A. Dott. Giorgio Chierico Basf Italia S.r.l. Dott.ssa Graziella Chiodini Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Silvana Ciceri Bayer S.p.A. Dott.ssa Alessandra Colombo Versalis S.p.A. Dott.ssa Ilaria Colombo Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott. Maurizio Colombo Lamberti S.p.A. Dott.ssa Francesca Pischedda Henkel Italia S.p.A. Componenti Dott. Fulvio Anzani Euticals S.p.A. Dott. Ing. Stefano Constantinescu 3M Italia S.p.A. Dott. Emanuele Pivotto Sinterama S.p.A. Dott. Antonio Arzu Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Manuela Corazza Intertek Service Testing (Italy) S.r.l. Torna all’indice 103 Appendice Dott.ssa Anna Lucia D’Orazio Procter & Gamble S.r.l. Dott. Enrico Dallara Sasol Italy S.p.A. Dott.ssa Dolores De Felice Unilever Italia Manufacturing S.r.l. Dott. Orazio Di Paolo Performance Additives Italy S.p.A. Dott. Alessandro Fantoni Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A. Dott.ssa Anna Farolfi Esso Italiana S.r.l. Direzione Vendite Prodotti Chimici Dott. Ing. Renzo Ferrari Società Elettrochimica Solfuri e Cloroderivati S.p.A. Dott. Ing. Giuseppe Finocchiaro Kiter S.r.l. Dott. Claudio Fontana Lanxess S.r.l. Dott.ssa Anna Maria Frascaria Dow Italia S.r.l. Avv. Roberto Frigerio Basf Italia S.r.l. Dott.ssa Anna Fumagalli Lusochimica S.p.A. Dott.ssa Patrizia Fusi Kiter S.r.l. Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati Bracco S.p.A. 104 Dott.ssa Cinzia Maggi ALCEA S.r.l. Az. Lombarda Colori e Affini Dott. Narciso Salvo Di Pietraganzili Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea S.r.l. Dott. Marzio Marziani Italmatch Chemicals S.p.A. Dott. Rudi Savi Isagro S.p.A. Dott. Alessandro Medri Basell Poliolefine Italia S.r.l. Dott. Ing. Sandro Scaravaggi Bayer S.p.A. Dott. Gabriele Minotti Promox S.p.A. Dott. Luca Segato P. & R. S.p.A. Dott. Ing. Davide Moruzzi Fratelli Ricci S.r.l. Dott.ssa Rossella Silvani Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. Dott.ssa Laura Muller ICAP Leather Chem. S.p.A. Dott.ssa Chiara Simondi Bayer S.p.A. Dott.ssa Marcella Murru Bracco Imaging S.p.A. Dott. Luca Tatti Promox S.p.A. Dott.ssa Giulia Nencioni Colortex S.p.A. Dott.ssa Daniela Tolentino Versalis S.p.A. Dott.ssa Paola Pappalepore Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A. Dott. Edoardo Tomei PPG Industries Italia S.p.A. Dott. Ezio Pedroni Salchi Metalcoat S.r.l. Dott. Stefano Trezzi Esseco S.r.l. Dott.ssa Chiara Pellegrini Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott. Agostino Tricella F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A. Dott. Stefano Piatti Clariant Prodotti (Italia) S.p.A. Dott. Joannis Tzovanas Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l. Dott. Roberto Pirotta Mapei S.p.A. Dott. Fulvio Uggeri Bracco Imaging S.p.A. Dott. Fulvio Piselli Cambrex Profarmaco Milano S.r.l. Dott.ssa Simona Villa CHT Italia S.r.l. Dott. Leo Giannantonio Valagro S.p.A. Dott. Luciano Pizzato Reckitt Benckiser Italia S.p.A. Dott. Paolo Giannerini Basf Italia S.r.l. Sig.ra Paola Pozzi TFL Italia S.p.A. Dott. Ing. Claudio Greco Du Pont De Nemours Italiana S.r.l. Dott. Giovanni Reggio Dow Italia S.r.l. Dott.ssa Silvia Grillo Clariant Prodotti (Italia) S.p.A. Dott. Pasquale Relvini Arkema S.r.l. Dott. Stefano Gusi Reagens S.p.A. Dott.ssa Katia Rezzonico Lechler S.p.A. Dott.ssa Sonia Khandjian Dow Italia S.r.l. Dott. Massimo Rigamonti Kodak S.p.A. Dott. Maurizio Leonardi Polynt S.p.A. Dott. Marco Rota Bayer Materialscience S.r.l. Dott. Roberto Leoni Mapei S.p.A. Dott. Angelo Sacchi VWR International S.r.l. Dott.ssa Laura Lovera BP Italia S.p.A. Dott. Ing. Reza Saee Totalgaz Italia S.r.l. Torna all’indice Struttura organizzativa della Federazione Direzione Generale Direttore Generale Claudio Benedetti Vice Direttore Generale Andrea Lavagnini [email protected] Delegazione Bruxelles Direzione Affari Legali Assistente della Direzione Generale Direttore Direttore lucia lanzini [email protected] Marcello Accorsi [email protected] lorenzo faregna [email protected] Segreterie Area Legislazione Comunitaria e Rapporti Istituzionali UE Tel. +39 02 34565.411 Fax +39 02 34565.404 Tel. +39 02 34565.409/415/405 Fax +39 02 34565.404/400 [email protected] [email protected] La Direzione Generale sovraintende e assicura il coordinamento tra le Direzioni Centrali di Federchimica e le sue Associazioni di settore per la realizzazione degli obiettivi fissati dagli Organi Direttivi. Torna all’indice [email protected] Tel. +322 2861235 Fax +322 2306908 La Delegazione promuove e gestisce il rapporto tra il sistema Federchimica e le istituzioni comunitarie. La Direzione fornisce assistenza al sistema Federchimica per i temi di natura legale. 105 Appendice DIREZIONE CENTRALE ANALISI ECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE Direttore Centrale Vittorio Maglia [email protected] Area Centro Studi [email protected] [email protected] Area Commercio Estero [email protected] Area Promozione Internazionalizzazione [email protected] Area Università e Scuola [email protected] Tel. +39 02 34565.337 Fax +39 02 34565.459 [email protected] La Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione concentra la sua attività nella realizzazione di scenari di tipo macroeconomico, settoriale o focalizzati su specifici comparti chimici, che sono sempre più richiesti anche da parte di singole aziende. A ciò si affianca la realizzazione di studi e rapporti sulle tematiche di maggior interesse per l’industria chimica, per i quali vengono talvolta realizzate indagini ad hoc con la collaborazione delle imprese associate. Gli ultimi studi si sono concentrati sui processi innovativi, sul ruolo delle imprese a capitale estero in Italia e sull’internazionalizzazione delle imprese chimiche italiane, sui cambiamenti a seguito della recente crisi. Sono di responsabilità della Direzione Centrale l’elaborazione e lo studio delle statistiche riguardanti il settore chimico e la stima delle principali variabili economiche, la raccolta delle informazioni congiunturali internazionali, il confronto continuo con gli operatori. Tale attività assume particolare rilevanza per la realizzazione, due volte l’anno, del Panel Congiunturale Federchimica e per l’aggiornamento periodico de “L’industria chimica in cifre” che, affiancando le statistiche ai commenti qualitativi, descrive il settore, il suo ruolo e le sue problematiche. Vengono, inoltre, periodicamente aggiornate e rese disponibili sul sito internet di 106 Federchimica un compendio delle statistiche settoriali e le analisi degli effetti dello scenario sull’industria chimica e sui suoi settori. Con riferimento alle associazioni di settore il Centro Studi gestisce in outsourcing numerose statistiche e si occupa dello sviluppo di analisi economiche e scenari utilizzati nel corso delle riunioni. Il Centro Studi supporta la Direzione Centrale Relazioni Industriali, sia con riferimento alla gestione delle indagini statistiche, sia nelle attività di analisi e valutazione economica. La Direzione collabora con la Direzione Centrale ComunicazioneImmagine sui temi della formazione e della scuola, occupandosi delle analisi statistiche e contribuendo attivamente alla creazione di guide e presentazioni per studenti e professori. Sono più direttamente indirizzate alle imprese le altre attività, come quella sulla promozione, sviluppata in particolare con la collaborazione di Confindustria e degli Istituti preposti, che propone opportunità di partecipazione a manifestazioni fieristiche, missioni di operatori da paesi ritenuti commercialmente interessanti e studi di mercato. Anche la normativa del Commercio estero è oggetto di particolare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la nomenclatura doganale, i dazi, le sospensioni e i contingenti tariffari, le preferenze tariffarie e le problematiche antidumping. Torna all’indice Direzioni DIREZIONE CENTRALE COMUNICAZIONE-IMMAGINE L’attività della Direzione Centrale Comunicazione-Immagine consiste principalmente nell’assicurare un’ampia e corretta rappresentazione dell’industria chimica in Italia verso il mondo esterno. Direttore Centrale Fabio Minoli [email protected] Area stampa [email protected] Area immagine [email protected] Tel. +39 02 34565.279 Fax +39 02 34565.328 [email protected] L’obiettivo richiede, in modo sinergico, la gestione dei rapporti con i media e lo sviluppo di tutti i mezzi di comunicazione, con particolare riferimento al sito internet e alla diffusione dei messaggi on line. Con lo stesso scopo la Direzione produce strumenti su vari supporti (pubblicazioni, video, siti specializzati etc). La Direzione svolge inoltre attività di relazioni pubbliche comprendenti tutte le iniziative finalizzate a incrementare la conoscenza reciproca con gli opinion leader, l’opinione pubblica, la scuola e l’università e la comunità scientifica, generando così dialogo, confronto, collaborazione e legittimazione. In tale ottica rientrano i progetti e le iniziative di comunicazione sull’impegno dell’industria chimica a favore dello sviluppo sostenibile, che contribuiscono a riaffermare la funzione, la responsabilità e la credibilità dell’industria chimica nel con- Torna all’indice testo socio-economico del Paese. Ai messaggi sulla compatibilità ambientale si affianca una comunicazione più ampia e articolata sul contributo della chimica alla qualità della vita dei cittadini e l’impulso innovativo che essa offre a tutto il settore manifatturiero. Questi messaggi, messi a punto anche con le associazioni di settore, prevedono una puntuale e coordinata informazione ai pubblici esterni sui prodotti, raccontando il ruolo, spesso sottinteso o addirittura sconosciuto, che la chimica ha negli oggetti di ogni giorno. In questo modo i messaggi inerenti i prodotti della chimica si integrano con la comunicazione della Federazione, basata su grandi tematiche trasversali (ambiente, innovazione, relazioni industriali). I contenuti di comunicazione sviluppati sono utilizzati per un’opportuna sensibilizzazione delle nuove generazioni alla conoscenza e agli studi scientifici: una premessa necessaria per lo sviluppo di nuove professionalità e di progresso culturale nel nostro Paese. 107 Appendice DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INDUSTRIALI Direttore Centrale Andrea Piscitelli [email protected] Area Contrattuale/Sindacale Area Legislazione Sociale e del Lavoro Area Rilevazioni e Studi Sindacali [email protected] [email protected] Tel. +39 02 34565.286 Fax +39 02 34565.322 [email protected] Sono di competenza della Direzione Centrale Relazioni Industriali: la tutela degli interessi delle imprese associate in materia di lavoro; la difesa dei diritti e delle prerogative della libera imprenditoria nel rispetto della dignità dei lavoratori, della tutela della loro sicurezza e salute nonché la salvaguardia dell’ambiente; il supporto e lo sviluppo della produttività delle imprese; la promozione della cultura industriale e della crescita professionale dei lavoratori; la creazione di relazioni che rendano possibile la realizzazione dei principi enunciati in un contesto di responsabilità sociale; la promozione della Previdenza integrativa settoriale (Fonchim) e del Fondo di assistenza sanitaria settoriale (FASCHIM). Per il conseguimento di tali obiettivi la Direzione opera principalmente attraverso: la stipula e gestione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, l’attività dell’Osservatorio chimico contrattuale, l’orientamento della politica sindacale delle imprese, la presenza attiva nelle sedi internazionali per l’area di competenza, il costante e stretto collegamento con le imprese e il sistema imprenditoriale, la rilevazione di elementi conoscitivi e dati statistici inerenti, tra l’altro, il costo del lavo- 108 ro, le retribuzioni, gli inquadramenti, l’occupazione. La Direzione assiste le imprese sugli aspetti normativi, giuridico interpretativi, previdenziali e di formazione connessi con la disciplina legislativa e contrattuale che regola i rapporti di lavoro; elabora e promuove linee guida sulla contrattazione integrativa aziendale finalizzate a rendere la stessa coerente con le scelte realizzate a livello settoriale. La Direzione inoltre: svolge un ruolo proattivo per lo sviluppo culturale e professionale delle risorse umane mediante la realizzazione e gestione di corsi per manager; realizza specifiche pubblicazioni e iniziative congiunte relative alla formazione continua dei lavoratori nell’ambito sia dell’Organismo Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC) sia di Fondimpresa; promuove, progetta e attua un’attività formativa congiunta con le Organizzazioni sindacali per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, Salute e Ambiente (RLSSA), supportata dagli elementi conoscitivi forniti dall’Anagrafe RLSSA. Torna all’indice Direzioni Direzione centrale relazioni interne Direttore Centrale Andrea Lavagnini [email protected] Area Controllo, Amministrazione e Finanza [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Area Organizzazione e Marketing Associativo [email protected] Area Servizi Generali (in outsourcing a Accademia S.p.A.) [email protected] Area Sistemi Informativi [email protected] Tel. +39 02 34565.405/410 Fax +39 02 34565.404 [email protected] Torna all’indice L’attività della Direzione Centrale Relazioni Interne è dedicata al coordinamento e alla gestione dell’intera struttura federativa, nonché alle relazioni con le imprese associate e con le altre organizzazioni imprenditoriali nazionali ed internazionali. Ad essa sono anche affidati i compiti di garantire un equilibrato rapporto di rappresentanza tra le diverse imprese associate, agendo come organismo centrale di controllo e di studiare ed analizzare le esigenze delle aziende aderenti, verificando che i servizi offerti da Federchimica siano costantemente adeguati e, anche in collaborazione con le associazioni di settore, definirne di nuovi. È affidata alla Direzione la gestione, l’amministrazione, il controllo e la finanza dell’intero sistema federativo, oltre alla gestione delle società partecipate. Rientra nelle sue competenze la responsabilità del personale. È compito della Direzione la designazione di rappresentanti Federchimica nell’ambito di associazioni, fondazioni, istituzioni pubbliche e private – comprese le istituzioni specializzate – consorzi, società, enti, organizzazioni nazionali, estere e sovranazionali, con particolare attenzione a Cefic e Confindustria. Spetta inoltre alla Direzione l’area attinente il sistema informativo che assicura assistenza e consulenza in materia all’intero sistema, analizza e propone soluzioni informatiche in linea con le esigenze organizzative della Federazione, assicura la gestione e l’ottimizzazione delle risorse hardware. Sono affidati alla Direzione il coordinamento e la gestione del Repertorio dell’industria chimica, che riporta i dati anagrafici ed il “portafoglio prodotti” delle imprese aderenti alla Federazione; inoltre, è responsabilità della Direzione l’aggiornamento e l’implementazione della Banca Dati Documentale, strumento di informazione per le imprese associate. Anche la gestione degli acquisti per la Federazione e le società partecipate nonché l’organizzazione interna dei servizi, oltre che quella di convegni e manifestazioni, rientra tra le competenze della Direzione ed è affidata in outsourcing ad Accademia S.p.A. 109 Appendice DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI ISTITUZIONALI Direttore Centrale Andrea Cortesi [email protected] Area Relazioni con il Parlamento [email protected] [email protected] [email protected] Compito della Direzione Centrale Relazioni Istituzionali è quello di fornire supporto agli Organi Statutari di Federchimica e alle associazioni di settore nella decisione e attuazione delle iniziative volte alla rappresentanza, tutela e assistenza delle imprese associate nei rapporti con le Autorità, amministrazioni ed enti collegati. A tal fine, la Direzione Centrale promuove e gestisce il rapporto tra la Federazione e le istituzioni pubbliche legislative nazionali, le pubbliche amministrazioni centrali e regio- nali e gli enti collegati di ogni livello. La Direzione promuove e coordina la partecipazione delle diverse componenti della Federazione al dibattito che si svolge nelle sedi istituzionali; assicura un flusso informativo costante sull’attività legislativa nazionale, approfondendo la normativa in formazione d’interesse diretto o indiretto per le imprese associate; definisce ed esprime il punto di vista della Federazione nelle competenti sedi istituzionali, anche promuovendo approfondimenti e incontri. Area Relazioni con Pubblica Amministrazione Centrale e Regionale [email protected] [email protected] Sede di Roma Tel. +39 06 54273.1 Fax +39 06 54273.240 [email protected] 110 Torna all’indice Direzioni DIREZIONE CENTRALE TECNICO SCIENTIFICA La Direzione Centrale Tecnico Scientifica ha la missione di tutelare la competitività dell’industria chimica in Italia, contribuendo al suo sviluppo sostenibile. Direttore Centrale Sergio Treichler [email protected] Area Energia, Cambiamenti Climatici e Responsible Care [email protected] [email protected] [email protected] Area Ambiente e Sicurezza Impianti [email protected] [email protected] Le aree di intervento sono: la sicurezza dei prodotti e l’igiene industriale; le normative tecnico-giuridiche degli impianti, dei processi e dei rifiuti; la logistica; l’energia. Gestisce inoltre il Programma Responsible Care e il Servizio Emergenze Trasporti. Su queste problematiche la Direzione fornisce informazioni sul sistema normativo, tecnico e scientifico; ne interpreta l’evoluzione e l’impatto sull’industria chimica; fornisce pareri alle imprese associate e alle associazioni di settore; supporta le attività delle imprese associate nei confronti delle amministrazioni pubbliche; contribuisce a definire la politica socio-ambientale per la crescita dell’industria chimica. La Direzione assicura l’interfaccia con le imprese associate attraverso 63 Comitati, Commissioni, Gruppi di lavoro e task forces; organizza seminari e corsi di formazione; produce circolari interpretative, posizioni, rapporti periodici, fra cui il “Rapporto Mensile Tecnico Scientifico”. A tal fine la Direzione coopera con istituzioni nazionali, europee e internazionali. Area Logistica [email protected] [email protected] [email protected] Area R&S e Finanziamenti [email protected] Area Sicurezza Prodotti e Igiene Industriale [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Tel. +39 02 34565.267 Fax +39 02 34565.329 [email protected] [email protected] [email protected] Torna all’indice 111 Associazioni di settore e gruppi merceologici* agrofarma Associazione nazionale imprese agrofarmaci Presidente Direttore Andrea barella marco rosso [email protected] Agrofarma rappresenta le imprese di agrofarmaci, prodotti per la difesa delle colture dai parassiti animali e vegetali. Tali prodotti si possono suddividere nelle seguenti famiglie: insetticidi, fungicidi, erbicidi, microrganismi e virus, prodotti biologici. Ad Agrofarma aderiscono 34 imprese, con un fatturato in Italia di circa 807 milioni di euro, pari al 95% del fatturato del comparto. Gli agrofarmaci rappresentano l’1.4% del fatturato annuo della chimica in Italia. Gli obiettivi dell’Associazione sono: promuovere l’utilizzo ottimale degli agrofarmaci, integrato con gli altri fattori della produzione agricola, diffondendo così anche una cultura dell’agricoltura sostenibile; favorire la ricerca, la produzione e la commercializzazione di prodotti e tecnologie efficaci e sicuri; promuovere, come valore fondamentale, la correttezza del comportamento industriale e commerciale delle imprese associate; contribuire alla formazione di una Tel. +39 02 34565.334 Fax +39 02 34565.456 [email protected] www.agrofarma.it corretta e migliore conoscenza della realtà e delle problematiche del comparto presso l’opinione pubblica; costituire un valido punto di riferimento per gli organismi normativi, esecutivi, di controllo, scientifici e simili; promuovere obiettivi comuni al comparto e sviluppare gli interessi a livello delle diverse realtà associate, attraverso un’attività di consulenza, informazione e coordinamento costante. AIA *Aggiornamento al 5 giugno 2012 Associazione italiana aerosol Presidente Direttore MARCO PADOVANI andrea fieschi [email protected] L’Associazione Italiana Aerosol rappresenta tutte le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol nei seguenti settori: prodotti finiti in conto proprio; prodotti finiti in conto terzi; materie prime per aerosol; gas propellenti; imballaggi e accessori; macchine e impianti. Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle grandi multinazionali dei Torna all’indice prodotti di largo consumo e per la produzione di bombole e accessori. Fanno parte di AIA 56 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano del settore. L’Associazione aderisce alla FEA (European Aerosol Federation). AIA collabora con le Autorità nazionali approfondendo e diffondendo la normativa sulla qualità e la sicurezza; promuove, come valore fondamentale, la correttezza nel comportamento industriale e commerciale delle imprese associate, nel rispetto delle norme vigenti. All’Associazione è affidato il compito di rappresen- Tel. +39 02 34565.391 Fax +39 02 34565.261 [email protected] www.associazioneaerosol.it tare a livello nazionale ed internazionale gli interessi e l’immagine dell’aerosol, elaborare le linee guida tecniche e giuridiche attinenti la produzione, assistere sul piano tecnico normativo le imprese associate, promuovere iniziative in Italia e all’estero finalizzate allo sviluppo dell’industria dal punto di vista tecnico, scientifico e commerciale. AIA promuove inoltre iniziative rivolte a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, informarli e contribuire allo sviluppo dell’attività del settore. 113 Appendice AISA Associazione nazionale imprese salute animale Presidente Direttore PAOLO GIULIO PREDIERI ROBERTO CAVAZZONI [email protected] Aisa associa le imprese della salute animale. Ad essa aderiscono 21 imprese operanti nel mercato dei medicinali veterinari, con un fatturato di circa 560 milioni di euro, pari a circa l’85% dell’intero settore. Scopi primari di Aisa sono: promuovere la crescita del mercato dei prodotti della salute animale; favorire la ricerca e la crescita scientifica; migliorare la produzione e la commercializzazione di prodotti efficaci e sicuri a tutela del benessere degli animali, dell’ambiente e del consumatore; promuovere il progresso scientifico e tecnologico volto a migliorare costantemente la qualità dei suoi prodotti. Tel. +39 02 34565.226 Fax +39 02 34565.457 [email protected] http://aisa.federchimica.it Aisa promuove regole di comportamento eticamente sostenibili per quanto riguarda la politica sia industriale sia commerciale delle imprese associate, nel rispetto degli interessi dei cittadini e a difesa del patrimonio zootecnico, con l’obiettivo della sicurezza e della qualità delle derrate alimentari di origine animale. Anifa Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione Presidente Direttore stefano brovelli enrico allievi [email protected] Tel +39 02 34565.324 Fax +39 02 34565.621 [email protected] www.anifa.it pubblico previa autorizzazione da parte del Ministero della Salute. Le aziende associate ad Anifa rappresentano la quasi totalità del fatturato del settore, pari a circa 1,7 miliardi di euro. Sostenere, sviluppare e diffondere la cultura dell’automedicazione responsabile sono tra i principali obiettivi dell’Associazione. L’Associazione elabora linee guida tecniche ed economiche per le imprese, volte al perseguimento degli obiettivi associativi; promuove tali linee guida presso l’autorità sanitaria, le organizzazioni del mondo sanitario, le associazioni dei consumatori e le organizzazioni internazionali del settore farmaceutico; conduce studi e ricerche in campo sanitario; contribuisce alla formazione di un’immagine corretta del farmaco per l’automedicazione nell’opinione pubblica e promuove campagne di educazione nei confronti del cittadino. Anifa rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, ovvero, i medicinali senza obbligo di ricetta medica e completamente a carico del cittadino, che si acquistano in farmacia, parafarmacia e nei corner salute della grande distribuzione, sempre alla presenza del farmacista. Per i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso sulla confezione che riporta la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”, è ammessa la pubblicità al 114 Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici Aispec Associazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici Presidente Direttore martino verga vittorio maglia [email protected] Gruppo abrasivi Gruppo additivi, ausiliari e specialità per l’industria Gruppo additivi e coadiuvanti per alimenti Gruppo amidi e derivati Gruppo aromi e fragranze Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici Gruppo aziende industriali della lubrificazione - Gail Gruppo fonti rinnovabili Gruppo imprese finanziarie, dei servizi, ingegneria e ricerca dell’industria chimica - Serchim Gruppo intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine Gruppo materie prime per integratori alimentari e alimenti funzionali - Miaf Gruppo materie prime per l’industria cosmetica e additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica – Mapic Gruppo prodotti sensibili Gruppo produttori membrane bitume polimero – MBP Torna all’indice Aispec rappresenta 310 imprese di chimica fine, prodotti specialistici e servizi per l’industria chimica, con oltre 15.500 addetti e un fatturato complessivo di circa 9 miliardi di euro. È organizzata in 14 Gruppi merceologici. Si distinguono quattro aree, relative sia alle materie prime sia ai prodotti finiti: chimica fine e specialità chimiche; prodotti cosiddetti “specialistici”; fonti rinnovabili; servizi per l’industria chimica. L’area della chimica fine e delle specialità chimiche attiene a principi attivi, formulati, additivi e ausiliari, enzimi e ingredienti funzionali, aromi e fragranze, prodotti dell’agroindustria destinati a molteplici settori dell’industria manifatturiera. Questo comparto della chimica, caratterizzato da una fortissima specializzazione e da un alto contenuto tecnologico, svolge un ruolo “nascosto” ma fondamentale nella vita quotidiana. Infatti, tutti i beni di largo consumo oggi in commercio, sicuri, confortevoli, sempre più innovativi, esistono grazie alla chimica fine: dagli abiti alle calzature, dagli imballaggi Tel. +39 02 34565.225 Fax +39 02 34565.349 [email protected] www.aispec.it in plastica ai contenitori multiuso, dai generi alimentari ai detersivi e ai detergenti per uso personale, tutto quel che oggi usiamo abitualmente non può far a meno di questa parte della chimica. Nell’area dei cosiddetti prodotti “specialistici” sono rappresentati prodotti finiti, molto eterogenei fra loro: gli oli e i grassi lubrificanti, le membrane impermeabilizzanti per l’edilizia, gli abrasivi rigidi e flessibili e infine i supporti “fotosensibili” per le immagini radiografiche. Nell’area delle fonti rinnovabili si collocano le imprese che trasformano le biomasse in sostanze chimiche per uso sia energetico sia industriale e le imprese che utilizzano queste sostanze chimiche per produrre altri beni industriali o che producono energia da fonti rinnovabili destinata ad uso industriale e/o civile. Completa l’Associazione il Gruppo imprese finanziarie, dei servizi, ingegneria e ricerca dell’industria chimica – Serchim che rappresenta le società che forniscono servizi altamente specialistici nelle aree dell’ingegneria, della ricerca, delle analisi e delle bonifiche ambientali della sicurezza. 115 Appendice Aschimfarma Associazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica Presidente Direttore GIAN MARIO BACCALINI enrico allievi [email protected] Tel. +39 02 34565.246 Fax +39 02 34565.364 [email protected] www.aschimfarma.it miliardi di euro e producono sostanze chimico-organiche ottenute con processi industriali caratterizzati da un elevato contenuto tecnologico, nella fase sia di sviluppo sia di realizzazione. L’Italia detiene una posizione di primo piano nel mercato mondiale ed esporta oltre l’85% della produzione in più di 90 paesi. Le imprese associate ad Aschimfarma si caratterizzano per la rigorosa applicazione delle Norme di Buona Fabbricazione che consente loro di raggiungere i più elevati livelli di qualità ed affidabilità. Aschimfarma associa le imprese appartenenti al settore delle materie prime farmaceutiche, in particolare dei principi attivi e intermedi. Ad Aschimfarma aderiscono 62 imprese italiane e multinazionali, che generano un fatturato di 2,7 Assobase Associazione nazionale imprese chimica di base inorganica ed organica Presidente Direttore giorgio favro giuseppe riva [email protected] Gruppo chimica inorganica Gruppo chimica organica Gruppo tensioattivi e materie prime per la detergenza 116 Assobase rappresenta le imprese di chimica di base organica, inorganica e materie prime per la detergenza. Assobase associa 41 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato complessivo pari ad oltre il 90% dei circa 7 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale. Tel. +39 02 34565.309 Fax +39 02 34565.311 [email protected] www.assobase.it L’Associazione sviluppa le sue attività attraverso tre Gruppi merceologici. Tra i compiti principali dell’Associazione vi sono la tutela degli interessi del settore sia dal punto di vista economico sia dell’immagine e l’attenzione all’evoluzione della normativa. Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici Assobiotec Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie Presidente Direttore ALESSANDRO SIDOLI leonardo vingiani [email protected] Assobiotec è l’Associazione della bioindustria che opera in Italia. Rappresenta oltre 120 imprese attive in tutti i campi applicativi delle biotecnologie: farmaceutica, diagnostica, chimica, agro-alimentare, impiantistica, strumentale e ambientale nonché i parchi scientifici e tecnologici. In più di vent’anni di attività, grazie al contributo determinante delle imprese associate, Assobiotec ha collaborato con le istituzioni locali, nazionali e comunitarie nella definizione delle politiche finanziarie e fiscali finalizzate all’innovazione e alla regolamentazione delle attività biotecnologiche (ricerca e sviluppo, produzione, commercializzazione e utilizzo dei prodotti, proprietà intellettuale). L’Associazione, tra i vari impegni Tel. +39 02 34565.306 Fax +39 02 34565.284 [email protected] www.assobiotec.it istituzionali, siede nel Comitato per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e partecipa ai lavori del Tavolo sulla Farmaceutica presso il Ministero della Salute, lavorando affinché il tema dell’innovazione biotecnologica diventi un punto fermo nell’agenda degli organi di governo nazionali e locali. Assocasa Associazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa Presidente Direttore LUCIANO PIZZATO giuseppe abello [email protected] Assocasa rappresenta le imprese produttrici di prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti: detersivi per la casa, le comunità e le industrie, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali” (biocidi), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e la manutenzione in generale. Torna all’indice Ad Assocasa aderiscono circa 100 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato globale che supera i 3 miliardi di euro, pari alla quasi totalità del mercato. L’Associazione costituisce un punto di riferimento per le attività del settore in un ambiente regolatorio sempre più complesso e promuove il suo sviluppo, con l’obiettivo di conciliare le necessità Tel. +39 02 34565.236 Fax +39 02 34565.320 [email protected] www.assocasa.it di una crescita economica e industriale sostenibile da parte degli associati, con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori. Dal punto di vista normativo l’Associazione, oltre a fornire servizi di consulenza sulle normative italiane ed estere che regolano il settore, offre la propria esperienza scientifica in fase di studio preliminare delle normative stesse. 117 Appendice ASSOFERTILIZZANTI Associazione nazionale produttori di fertilizzanti Presidente Direttore FRANCESCO CATERINI marco rosso [email protected] Gruppo concimi minerali Gruppo fertilizzanti organo-minerali, organici, ammendanti e substrati Gruppo fertilizzanti specialistici Assofertilizzanti rappresenta le imprese del settore dei fertilizzanti: imprese produttrici in Italia di concimi, ammendanti, correttivi, concimi idrosolubili e fogliari, meso e microelementi, concimi per giardinaggio ed uso hobbistico. Il volume di affari complessivo, rappresentato dalle aziende associate ad Assofertilizzanti, identificate come produttrici ed importatrici ammonta a Tel. +39 02 34565.383 Fax +39 02 34565.331 [email protected] www.assofertilizzanti.it circa 1.000 milioni di euro relativo al mercato Italia e a circa 410 milioni di euro per le importazioni. Assofertilizzanti elabora le linee tecniche, giuridiche e normative attinenti la produzione e l’impiego di fertilizzanti e promuove tali linee nei confronti dei decisori pubblici, delle organizzazioni imprenditoriali, del mondo della comunicazione e della comunità scientifica. ASSOFIBRE CIRFS ITALIA Associazione nazionale fibre artificiali e sintetiche Presidente Direttore MAURIZIO RADICI vittorio maglia [email protected] Assofibre Cirfs Italia rappresenta le imprese produttrici di fibre artificiali e sintetiche. Il fatturato totale del settore nel 2011 è stato di circa 1.100 milioni di euro. Un’intensa ed efficace collaborazione con il CIRFS, l’Associazione europea dei produttori di fibre man-made, permette lo sviluppo di iniziative comuni, dotate della necessaria massa critica per ottenere risultati concreti. Tra gli interventi che caratterizza- 118 no l’attività di Assofibre Cirfs Italia si segnalano: il monitoraggio delle importazioni di fibre promuovendo, se necessario, specifiche azioni antidumping; l’attività di normazione e standardizzazione delle fibre; lo sviluppo di proposte di politica industriale e di specifici progetti di interesse settoriale quali quelli nell’ambito della ricerca industriale. Di particolare importanza è la partecipazione ad Associazione Tessile e Salute che ha promosso lo spe- Tel. +39 02 34565.242 Fax +39 02 34565.317 [email protected] www.assofibre.it cifico Osservatorio, nato nel 2010 e sostenuto dal Ministero, con il compito di monitorare sia gli aspetti che legano i prodotti tessili alla salute, sia le problematiche connesse ai prodotti di importazione che non rispecchiano le normative europee. Particolarmente intensa l’attività associativa nell’ambito della sostenibilità con iniziative volte a combattere gli stereotipi che possono danneggiare l’immagine delle fibre man-made. Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici ASSOgasliquidi Associazione nazionale imprese gas di petrolio liquefatti Presidente Direttore PAOLO DAL LAGO rita caroselli [email protected] Gruppo GPL autotrazione Gruppo GPL combustione Assogasliquidi rappresenta le imprese della distribuzione di gas di petrolio liquefatti (GPL) per uso combustione e/o autotrazione e le imprese che costruiscono apparecchiature ed impianti per GPL, o che forniscono servizi connessi o comunque attinenti sempre al settore. Attualmente i soci aderenti sono 92. Obiettivo dell’Associazione è la rappresentatività del settore a livello nazionale, come autorevole interlocutore nei confronti della Tel. +39 06 54273213/215 Fax +39 06 5919633/5913901 [email protected] www.assogasliquidi.it pubblica amministrazione, nonché a livello internazionale per la tutela degli interessi e dell’immagine del settore, aderendo ad associazioni a carattere europeo ed internazionale. Assogasliquidi collabora proficuamente con le amministrazioni e gli enti pubblici nella preparazione di nuove norme, informa e orienta gli operatori sulle innovazioni tecnico/legislative e sulla loro pratica attuazione, promuovendo, quindi, anche l’immagine del settore. ASSOgastecnici Associazione nazionale imprese gas tecnici, speciali e medicinali Presidente Direttore piercarlo cavenaghi andrea fieschi [email protected] Gruppo gas medicinali Gruppo gas tecnici e speciali Torna all’indice Assogastecnici associa le imprese del settore gas tecnici, speciali e medicinali, quali: ossigeno, azoto, argon, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idro/cloro/fluorocarburi. Ad Assogastecnici aderiscono 24 imprese, con un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro, pari ad oltre il 95% del mercato nazionale. I gas tecnici entrano, in modo estremamente diffuso, in tutti i processi industriali, dai più importanti a quelli relativi a nicchie tecnologiche tradizionali o avanzate. Tel. +39 02 34565.242 Fax +39 02 34565.458 [email protected] www.assogastecnici.it I gas medicinali sono di primaria importanza in ambito terapeutico e diagnostico, per essi il Gruppo promuove i più elevati standard di qualità e sicurezza nella loro produzione e distribuzione. Questa diffusione viene continuamente accresciuta dall’attività delle imprese associate impegnate nel ricercare e proporre ai propri clienti nuove tecnologie che consentano il miglioramento dei processi produttivi e della qualità dei prodotti nel pieno rispetto dell’ambiente. 119 Appendice Avisa Associazione nazionale vernici, inchiostri, sigillanti e adesivi Presidente Direttore aram manoukian matteo aglio [email protected] Tel. +39 02 34565.256 Fax +39 02 34565.350 [email protected] http://avisa.federchimica.it Ad Avisa aderiscono un centinaio di imprese che rappresentano il 65% del mercato in termini di fatturato, occupando circa 9.000 addetti. L’Associazione rappresenta le imprese operanti nei settori: adesivi per calzature, cartotecnica e imballaggio, legno; adesivi e sigillanti per dettaglio, edilizia, mezzi di trasporto; materie prime per adesivi e sigillanti; inchiostri da stampa e serigrafici; pitture e vernici per auto e mezzi di trasporto, carrozzeria, industria, legno, navale, nautica, edilizia; vernici in polvere; protective coatings. Compiti primari dell’Associazione sono: favorire il progresso dell’industria del settore; assistere e tutelare le imprese associate; rappresentare le imprese stesse negli organismi nazionali ed internazionali. Gruppo adesivi e sigillanti Gruppo inchiostri da stampa e serigrafici Gruppo pitture e vernici CERAMICOLOR Associazione nazionale colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici Presidente Direttore angelo lami giuseppe abello [email protected] A Ceramicolor aderiscono 18 imprese italiane e multinazionali produttrici di fritte, smalti, coloranti e ausiliari per ceramica, pigmenti inorganici e ossidi metallici, con un fatturato di oltre 500 milioni di euro. Le aziende di Ceramicolor sono un importante esempio di chimica al servizio della ceramica alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per 120 la ceramica. Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici che effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende chimiche tradizionali. L’Associazione rappresenta i seguenti settori: colorifici ceramici: tradizionalmente comprendono la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati in tutta l’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e in misura minore nell’industria meccanica (soprattutto per Tel. +39 02 34565.237 Fax +39 02 34565.320 [email protected] www.ceramicolor.it finiture superficiali di elettrodomestici e prodotti per la casa); produttori di ossidi metallici: tali prodotti trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica intesi all’ottenimento di pigmenti e fritte. Sono presenti, grazie alle loro intrinseche qualità di tipo reologico, anche nella composizione di prodotti antiruggine e di stabilizzanti. Tra gli altri, si annoverano in questa famiglia gli ossidi di piombo, di ferro e il biossido di titanio. Torna all’indice Associazioni di settore e gruppi merceologici PLASTICSEUROPE ITALIA Associazione italiana dei produttori di materie plastiche Presidente Direttore DANIELE FERRARI giuseppe riva [email protected] Gruppo resine e sistemi termoplastici Gruppo resine e sistemi termoindurenti Gruppo compounds e ausiliari per materie plastiche, plastificanti e altri prodotti affini Gruppo materiali avanzati PlasticsEurope Italia rappresenta le imprese delle materie plastiche (termoplastiche, termoindurenti, materiali avanzati, compounds e ausiliari per materie plastiche). PlasticsEurope Italia associa 45 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato complessivo pari ad oltre il 90% dei circa 10 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale. Tel. +39 02 34565.309 Fax +39 02 34565.311 [email protected] www.plasticseuropeitalia.it L’Associazione promuove e tutela l’immagine del settore. Svolge un ruolo rilevante in rapporto alle tematiche ambientali, ai progetti e alle iniziative che contribuiscono a rafforzare e sviluppare la centralità e l’insostituibilità della plastica nella società attuale e nel suo futuro, nell’ambito di una visione equilibrata dei limiti e delle risorse del pianeta Unipro Associazione italiana delle imprese cosmetiche Presidente Direttore fabio ROSSELLO maurizio crippa [email protected] Gruppo cosmetici in farmacia Gruppo cosmetici per estetiste Gruppo prodotti professionali per acconciatori Gruppo produzioni conto terzi Gruppo vendite in erboristeria Gruppo vendite in profumeria Unipro è l’Associazione di rappresentanza del sistema industriale italiano della cosmesi. Di questo settore fanno parte 500 imprese produttrici e distributrici di prodotti cosmetici. Unipro rappresenta oltre il 95% del fatturato delle Torna all’indice imprese legate alla specifica filiera della chimica di consumo, particolarmente attente alla “cultura del benessere”. Da oltre quarant’anni Unipro affianca le aziende che operano in Italia e ne stimola la crescita e lo sviluppo attraverso una qualificata assistenza in materia tecnica, normativa, fiscale, economica e promozionale. Promuove e favorisce all’estero e in Italia iniziative tese allo sviluppo dell’industria sul piano tecnico-normativo e commerciale. Tra queste vi sono le più importanti e prestigiose rassegne a livello internazionale nel settore cosmetico: Cosmoprof Worldwide a Bologna, Cosmoprof Asia a Hong Kong, e Cosmoprof North America a Las Vegas. Via Accademia, 33 - 20131 Milano Tel. +39 02 281773.1 Fax +39 02 281773.95 [email protected] www.unipro.org Completa il panorama del “pianeta Unipro”, la società Unipro Servizi che ha per scopo primario la formazione specialistica di settore e l’erogazione di servizi specifici per le imprese. Unipro ha dato origine ad “Accademia del Profumo” che promuove l’esclusività della profumeria selettiva in collaborazione con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa), Confartigianato e CIA (Camera Italiana dell’Acconciatura, che sostiene la filiera dell’acconciatura). Infine, Unipro sostiene l’Associazione “La Forza e il Sorriso”, impegnata nella realizzazione di laboratori di bellezza gratuiti a favore delle donne in trattamento oncologico, sull’esempio del progetto internazionale “Look Good… Feel Better”. 121 Società controllate, partecipate e istituti collegati Accademia S.p.A. Presidente Amministratore Delegato Direttore claudio benedetti andrea lavagnini simona di giusto Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 34565.233 - 02 34565.657 [email protected] Accademia S.p.A. è interamente controllata da Federchimica attraverso SC Sviluppo chimica S.p.A. La società con un capitale sociale di 200.000 euro, opera fondamentalmente nel campo immobiliare fornendo tutti i servizi collegati alla gestione degli immobili. Per gli stessi cura anche l’aspetto relativo alla corretta applicazione delle norme di sicurezza e, al fine di mantenere sempre alti gli standard dei servizi resi, si occupa in particolare della manutenzione degli stabili di proprietà. Accademia assicura il supporto logistico necessario Torna all’indice in occasione di incontri, convegni e corsi organizzati dalla Federazione o da altri soggetti collegati al sistema Federchimica e per gli stessi gestisce tutti gli aspetti relativi al servizio di “Travel Business” tramite la contrattazione diretta con gli operatori di settore. mente all’avanguardia, ma soprattutto adeguato alle esigenze del sistema e delle imprese associate, che sempre più spesso ne fanno uso. Provvede, nell’ambito di budget definiti, all’approvvigionamento dei beni e dei servizi. La società dispone, inoltre, di un attrezzato centro stampa, per la realizzazione e stampa di locandine, brochure, cataloghi e quant’altro necessario per lo svolgimento dell’attività della Federazione e degli enti ad essa collegati. L’Auditorium sito presso la sede stessa della società può ospitare fino a 150 persone. Inaugurato nel 2002, rappresenta ormai un punto di incontro prestigioso, tecnologica- Oltre che per Federchimica, Accademia cura in outsourcing tutti i servizi anche per altre realtà quali Centro REACH, Fonchim, FASCHIM, SC Sviluppo chimica. 123 Appendice Centro Reach S.r.l. Presidente Coordinatore Direttore giorgio squinzi bruno brianzoli Sergio treichler Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 87245901 - Fax 02 34565.631 [email protected] - www.centroreach.it Centro REACH S.r.l. è una società a responsabilità limitata costituita il 20 febbraio 2007, su iniziativa di Federchimica e di Assolombarda. Ad oggi, la compagine societaria comprende anche altre nove istituzioni, in rappresentanza delle imprese operanti in ogni settore produttivo del Paese (Confindustrie Regionali di Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto e Confapi). Nel 2011 Centro REACH ha offerto i propri servizi consulenziali a circa 300 clienti di grande, media e soprattutto piccola dimensione, nelle seguenti aree: Consulenza alle imprese SDS service: Centro REACH supporta l’impresa nella revisione/ redazione delle proprie Schede di sicurezza, sulla base della normativa vigente, sia per i Paesi Ue che extra Ue; Registration service: comprende l’assistenza nelle seguenti attività: • Effettuazione della pre-registrazione tardiva; • verifica/ricerca su banche dati delle informazioni esistenti e mancanti; • predisposizione del fascicolo tecnico; • preparazione della Relazione sulla Sicurezza Chimica (definizione degli scenari di esposizione e delle appropriate misure di gestione del rischio e valutazione della sicurezza chimica); • inserimento dei dati in IUCLID5 e trasmissione all’ECHA del Dossier di Registrazione; • preparazione ed invio della procedura Inquiry all’ECHA. 124 REACH e CLP audit: prevede un intervento di un esperto presso l’impresa per la valutazione delle proprie implicazioni nel REACH e nel CLP; la definizione del piano di attività; la gestione delle comunicazioni con fornitori e clienti. REACH e CLP help desk: con l’adesione a questo servizio, l’impresa può sottoporre quesiti e/o richieste di assistenza. Audit per ispezioni REACH: Centro REACH, unitamente a Certiquality, prevede un audit presso le imprese per verificare/implementare il sistema di gestione delle normative al fine di affrontare le ispezioni da parte delle autorità competenti. C&L notification: Centro REACH effettua, per conto dell’impresa, la procedura di notifica − ai sensi del CLP − all’Inventario europeo delle Classificazioni ed Etichettature. Formazione Nel 2011 sono stati realizzati 55 Corsi di formazione a catalogo o presso i clienti per un totale di oltre 850 partecipanti, sulle seguenti tematiche: • procedura di registrazione (preparazione del Dossier e del CSA/ CSR); • Schede Dati di Sicurezza (SDS); • Ispezioni REACH; • valutazione della sicurezza chimica e D. Lgs. 81/2008; • SIEF e consorzi; • strumenti informatici nel REACH (IUCLID5 e REACH-IT); • ruolo e compiti degli utilizzatori a valle e dei produttori e importatori di articoli; • Regolamento CLP; • metodi alternativi alla sperimentazione animale; • trasporto di merci pericolose via strada, via mare, via aereo. Il Centro REACH ha inoltre supportato le imprese chimiche su come prepararsi alle ispezioni, che sono state avviate nel 2011, da parte delle autorità competenti. SIEF (Substance Information Exchange Forum) e consorzi Supporto di Centro REACH nella fase di condivisione delle informazioni sulle sostanze chimiche e nella definizione della propria posizione all’interno dei SIEF. Assistenza nella formazione, nella gestione e nella partecipazione a consorzi, con eventuale assegnazione di mandato. Nel 2011 il Centro REACH ha gestito e coordinato sette Consorzi per la registrazione di sostanze chimiche, composti da 45 imprese, di cui sette anche di altri Paesi dell’Unione Europea e tre extra Ue, per la registrazione di circa 27 sostanze chimiche. R&S e metodologie Identificazione e gestione di programmi di ricerca & sviluppo per la messa a punto di: • test alternativi al sacrificio di animali di laboratorio; • modelli Q-SAR; • approcci Read-Across; • metodologie di analisi socioeconomica di sostanze chimiche. Queste attività hanno permesso di realizzare una piattaforma informatica per i modelli basati su simulazioni computerizzate (così detti “metodi insilico” o “QSAR”) delle proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche di sostanze chimiche nonché lo studio su un nanomateriale. Torna all’indice Società controllate, partecipate e istituti collegati Certiquality s.r.l. Istituto di certificazione della qualità Presidente Direttore Generale ERNESTO OPPICI umberto chiminazzo [email protected] Certiquality è un organismo specializzato nella certificazione dei sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente, l’energia, la sicurezza sul lavoro, nella certificazione di prodotto e nella formazione. Certiquality è stato fondato nel 1989 da Federchimica ed Assolombarda e oggi occupa una posizione di assoluto rilievo nel campo della certificazione, con oltre 14.000 siti certificati in tutti i settori dell’industria e dei servizi e in oltre 50 schemi. A livello internazionale, Certiquality aderisce al circuito IQNet (International Certification Network), che riunisce i più prestigiosi organismi di certificazione di 36 paesi del mondo. Tra i temi che maggiormente hanno visto impegnato l’Istituto si evidenzia quello della sicurezza sul lavoro che si esplica nelle attività di certificazione secondo le norme BS OHSAS 18001, UNI 10617 e in un’importante e capillare attività di informazione e formazione su queste tematiche. Certiquality ha inoltre definito un nuovo schema di verifica basato su una lista di riscontro completa e dettagliata sui temi relativi alla sicurezza, alla salute e all’ambiente: il Technical Audit. Il risultato del Technical Audit è rappresentato da un giudizio sintetico, corredato da report analitici a disposizione del management aziendale. Certiquality ha anche messo a punto un servizio di audit dei modelli organizzativi previsti dal D. Lgs. 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle imprese e servizi di compliance sui principali obblighi normativi. Un’altra importante area di attività dell’Istituto interessa il tema dell’ambiente e della sostenibilità. In aggiunta all’attività di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale secondo gli standard ISO 14001/EMAS, sono stati sviluppati nuovi servizi quali la certificazione dei Sistemi di Gestione dell’Energia secondo la recente nor- Torna all’indice ma ISO 50001, gli audit energetici, la verifica dei bilanci di sostenibilità e dei bilanci ambientali, la certificazione ambientale di prodotto (FSC e PEFC, EPD, AISE CHARTER), anche in riferimento alla tematica degli acquisti verdi, e in particolare al Green Public Procurement (GPP). Un’altra importante attività riguarda la Direttiva Emissions Trading: Certiquality è riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per effettuare l’attività di verifica delle emissioni di gas ad effetto serra. Recente è il nuovo servizio di verifica e validazione della “carbon footprint” (quantità di carbonio emessa da una particolare attività/processo o da una organizzazione) e quello di certificazione della “product carbon footprint” (la quantificazione di tutte le emissioni di gas ad effetto serra coinvolte nel ciclo di vita di un prodotto o di un servizio). A seguito degli obblighi imposti dal REACH, Certiquality ha sviluppato, in collaborazione con Centro REACH, una gamma di servizi volti a supportare le imprese nelle attività di pianificazione, attuazione, monitoraggio del sistema di gestione dei requisiti richiesti dal Regolamento sia nella fase di avviamento sia nel tempo: assessment e verifiche periodiche di conformità e gestione degli adempimenti REACH; formazione REACH/CLP, formazione operativa per l’interpretazione e l’utilizzo delle Schede di Sicurezza Reach; valutazione Reach dei fornitori. Anche nel campo della logistica e dei trasporti sono intervenute novità normative e in aggiunta alle certificazioni ISO 9001, già molto diffuse, si sono sviluppati nuovi standard di certificazione. Il “Codice di Pratica” è la norma tecnica deliberata dal Comitato per l’Albo dei Trasportatori per la certificazione della Via G. Giardino 4 20123 Milano Tel. +39 02 8069171 Fax +39 02 86465295 [email protected] www.certiquality.it gestione della sicurezza nell’autotrasporto e Certiquality è stato il primo organismo di certificazione ad ottenere l’accreditamento da parte del Ministero per il rilascio della certificazione del Codice di Pratica (SSA). Certiquality opera inoltre in due schemi specificamente sviluppati per le aziende che si occupano di distribuzione, trasporto, stoccaggio e gestione di prodotti chimici: SQAS ed ESAD, valutando le prestazioni in materia di sicurezza, salute e ambiente. Un altro importante ambito è rappresentato dal comparto delle costruzioni ed in particolare dai materiali da costruzione. Norme specifiche richiedono una garanzia di qualità per i prodotti di uso strutturale, per la sicurezza nei cantieri, per il rendimento energetico degli edifici e per la tutela dei consumatori. Certiquality è autorizzato ad operare per la marcatura Ce dei prodotti da costruzione ed il controllo di produzione in fabbrica (FPC) del calcestruzzo. Certiquality opera anche nella filiera agroalimentare e in tutti i settori industriali e di servizi ad essa collegati, in particolare per quanto concerne gli schemi per la certificazione della sicurezza alimentare: ISO 22000, BRC e BRC/IOP per gli imballaggi, IFS, Rintracciabilità di filiera e Specifiche Tecniche a fronte di Disciplinari Tecnici di Prodotto. Infine, nel settore cosmetico, Certiquality effettua verifiche per il rilascio degli attestati di conformità a fronte della norma ISO 22716:2007 Cosmetics GMP (il primo documento internazionale che fissa le linee guida per le pratiche di buona fabbricazione da applicare alle imprese che producono prodotti cosmetici) ed a fronte delle linee guida EFfCI - GMP “Guide for cosmetic ingredients”, specifiche per le aziende produttrici di materie prime per il settore cosmetico. 125 Appendice SC Sviluppo chimica S.p.A. Presidente Amministratore Delegato claudio benedetti andrea lavagnini SC Sviluppo chimica S.p.A. è una società di servizi, costituita nel 1983 e interamente controllata da Federchimica. SC offre un supporto professionale specializzato alle imprese nelle seguenti aree: geografiche a vocazione chimica (poli industriali, distretti tecnologici, aree con potenzialità di crescita locale), al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile dell’industria chimica e dei settori di utilizzo a valle. Sicurezza, Gestione prodotti e Igiene Industriale Ricerca e sviluppo e Venture Capital Promuove l’eccellenza professionale nella gestione della sicurezza e della salute delle persone nei luoghi di lavoro; della sicurezza dei prodotti chimici; della protezione dei consumatori. Sostiene la nascita e lo sviluppo di attività innovative da parte delle imprese, con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e la riduzione degli impatti ambientali associati alle rispettive filiere, e migliorare il posizionamento delle imprese all’interno del mercato globale in cui esse competono. Collabora con fondi di Venture Capital, nazionali ed esteri e con istituzioni finanziarie, pubbliche e private per: l’individuazione; lo sviluppo; la gestione; la realizzazione della strategia di uscita, di spin off, di start up e di imprese in fase di first expansion, nell’industria chimica. Logistica e Trasporti Supporta il miglioramento della sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale delle attività logistiche delle imprese chimiche, assicurandone al tempo stesso la competitività economica in un contesto sempre più globalizzato. In particolare gestisce, per conto di Federchimica, il “S.E.T. – Servizio Emergenze Trasporti” che assiste gli interventi delle autorità pubbliche in caso di incidenti nei trasporti chimici su strada, su ferrovia e via mare. Energia e Sviluppo Sostenibile È al fianco delle imprese chimiche nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità ambientale, anche assistendole nell’individuazione di interventi di miglioramento nell’efficienza energetica, nonché nell’ottenimento di risorse per finanziarli come ad esempio quelle previste dallo schema di agevolazione dei Certificati Bianchi. Promuove la riqualificazione di aree 126 Relazioni industriali e CCNL di settore Supporta le imprese offrendo strumenti formativi e informativi utili per lo sviluppo delle relazioni industriali e per la gestione delle risorse umane in coerenza con le previsioni del CCNL Chimico – Farmaceutico. IT Support Offre consulenza per la progettazione e la realizzazione di progetti informatici fino all’outsourcing globale del sistema informativo di piccole e medie imprese. Via Giovanni da Procida 11 20149 Milano Tel. +39 02 34565.1 Fax +39 02 34565.312 [email protected] Servizi amministrativi in outsourcing Garantisce uno standard professionalmente qualificato nella fornitura di servizi contabili In particolare SC offre i suoi servizi alle imprese attraverso: Consulenze professionali. Pubblicazioni e Software. I prodotti editoriali spaziano dalla pubblicazione del “Contratto Collettivo Nazionale dell’Industria Chimica”, ai volumi scientifici, ai manuali operativi, alle linee guida e software per la gestione degli adempimenti tecnico-normativi. Formazione. Attraverso la realizzazione di corsi di formazione, la società fornisce un continuo aggiornamento sui contenuti e novità normative; offre inoltre percorsi formativi modulari, componibili ed integrabili, al fine di individuare soluzioni personalizzate rivolte a specifiche figure aziendali. Solo nel 2011 sono stati organizzati: • 18 corsi di formazione frequentati da 316 partecipanti di imprese associate e non a Federchimica; • 5 corsi “Crisis Management” per un totale di 60 partecipanti; • 27 corsi “Six Sigma” per più di 200 manager; • 1 corso “Consulente trasporti”. Servizi di locazione operativa. Attrezzature informatiche di supporto all’attività di Federchimica e degli enti ad essa collegati. Torna all’indice Società controllate, partecipate e istituti collegati unichim Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica Ente federato all’UNI Presidente Direttore Generale giampiero bellini giovanni perego [email protected] UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica – è l’ente di normazione tecnica operante nel settore chimico, federato all’UNI, la cui fondazione risale al 1947 e di cui Federchimica è socio fondatore. L’attività di normazione tecnica nel settore chimico comporta l’emissione di documenti di riferimento (norme) riguardanti per lo più specifiche di prodotto, metodi di controllo di materie prime e prodotti finiti, controlli di tipo ambientale. Tali norme, la cui applicazione può avere carattere cogente oppure volontario, costituiscono un ausilio nella commercializzazione dei prodotti, nella definizione dei contratti di compravendita e nelle controversie legali. UNICHIM provvede alla stesura di queste norme in ambito nazionale attraverso proprie Commissioni Tecniche, delle quali sono chiamati a far parte rappresentanti di riconosciuta competenza provenienti dall’industria, da enti pubblici e da organizzazioni private. Inoltre, designa esperti che parteci- Torna all’indice pano ai lavori di Commissioni CEN ed ISO per la stesura di norme in ambito internazionale. UNICHIM è attiva anche sul fronte dell’applicazione delle norme. Laddove esistano particolari criticità o complessità a livello normativo (è il caso, ad esempio delle problematiche in campo ambientale), le Commissioni Tecniche elaborano linee guida per facilitare una corretta ed armonica applicazione delle norme. Un altro filone di attività è quello della formazione, rivolta soprattutto a laboratori di prova, pubblici e privati, interessati all’adozione di un Sistema Qualità conforme alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. UNICHIM organizza i corsi sia presso la propria sede, sia presso sedi di organizzazioni che ne facciano richiesta, attingendo al patrimonio tecnico scientifico che deriva dall’attività delle proprie Commissioni Tecniche. Una ulteriore attività, che sta avendo uno sviluppo crescente, è P.le R. Morandi 2 - 20121 Milano Tel. +39 02 76004450 Fax +39 02 76014176 [email protected] www.unichim.it quella delle Prove Interlaboratorio, organizzate e gestite in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17043:2010, con cadenza regolare e a beneficio esclusivo dei propri associati. Tali prove, che costituiscono il principale strumento di verifica esterna per i laboratori che operano in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e che rientrano tra gli adempimenti principali della norma stessa, riguardano controlli analitici (inclusi quelli di tipo microbiologico) sulla qualità di acque destinate al consumo umano, di acque di scarico, di prodotti destinati all’alimentazione, di prodotti petroliferi e lubrificanti, di fertilizzanti, oltre alla determinazione di inquinanti organici (diossine, IPA, PCB, idrocarburi) ed inorganici (metalli pesanti) in matrici ambientali (suoli, rifiuti). A queste prove partecipano attualmente più di quattrocento laboratori nazionali, inclusi quelli di tutte le Agenzie Regionali per l’ambiente (ARPA). Gran parte di questi laboratori è in possesso dell’accreditamento rilasciato da ACCREDIA. 127