1 CONFINDUSTRIA Area Politiche Territoriali e Mezzogiorno PIANO
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1 CONFINDUSTRIA Area Politiche Territoriali e Mezzogiorno PIANO
CONFINDUSTRIA Area Politiche Territoriali e Mezzogiorno PIANO PROGETTUALE PER LO SVILUPPO DELL’INDUSTRIA AERONAUTICA IN PROVINCIA DI BRINDISI a cura di Angelo Guarini n. 26 Il Piano progettuale è stato realizzato da Salvatore Vescina per Eurocom S.r.l. Servizi per lo sviluppo economico, Brindisi Roma, novembre 1999 1 INDICE Presentazione, di Giuseppe Rosa Introduzione: I perché del ricorso alla programmazione negoziata 1. L’industria aeronautica in Italia 2. Brindisi, realtà dell’aeronautica europea 2.1. L’attuale rilevanza dell’industria aeronautica in provincia di Brindisi 2.2. La sinergia tra grandi imprese e PMI dell’aeronautica a Brindisi e la primaria finalità del piano progettuale: l’integrazione e l’estensione della filiera produttiva 2.3. Le ulteriori sinergie: dotazione infrastrutturale e investimenti delle grandi imprese 3. Gli interventi proposti a finanziamento 4. La concertazione ALLEGATI A. Prospettive dell’industria aeronautica a livello mondiale ed europeo B. Le sfide cui deve far fronte l’industria europea legata al settore della difesa: contributo per un’azione a livello europeo, Comunicazione della Commissione europea, COM (96) 10 del 24 gennaio 1996 C. L’industria aerospaziale europea: rispondere alla sfida globale, Comunicazione della Commissione europea COM (97) 466 del 14 settembre 1997 2 PRESENTAZIONE Il Consorzio Brindisino Alte Tecnologie (COBRAT) nasce nell’ottobre 1997. Di esso fanno parte otto piccole aziende operanti nell’indotto del polo aeronautico della provincia messapica, incentrato sulla presenza di grandi imprese leader (Agusta, Fiat Avio) impegnate in importanti rapporti di cooperazione con l’industria statunitense ed europea. L’indotto dell’industria aeronautica richiede, alle imprese fornitrici, il rispetto di standard di qualità severissimi e impone la continua ricerca di livelli organizzativi e tecnologici di avanguardia. In questo quadro, il COBRAT ha presentato alla Regione Puglia un programma di investimenti mirato a migliorare la qualità tecnologica e il grado di complementarità delle imprese consorziate, per il quale è stato richiesto il sostegno delle misure a favore dell’industria inserite nel POP Puglia 1994-1999. Il programma presentato dal COBRAT si è dimostrato meritevole del sostegno pubblico, ed è stato finanziato dalla Regione Puglia nell’agosto di quest’anno con un contributo di 14,230 miliardi su un monte investimenti pari a 20,668 miliardi. Ai fini della richiesta delle agevolazioni, il COBRAT ha predisposto il Piano progettuale che viene pubblicato in questo quaderno curato da Angelo Guarini, Presidente del Consorzio e direttore dell’Assindustria di Brindisi. Il Piano, al di là dei contenuti progettuali in senso stretto, presenta uno spaccato di industria meridionale in parte “fuori dagli schemi” e, proprio per questo, crediamo, tale da suscitare l’interesse di un più vasto pubblico interessato alle vicende del non facile percorso di sviluppo del Mezzogiorno. Le imprese del COBRAT, in primo luogo, rappresentano un esempio di PMI locali che dimostrano di saper operare con successo anche in settori ad alta innovazione di prodotto, quei settori dove tradizionalmente l’impresa meridionale stenta ad affermare la propria presenza. Ancora più significativa, appare poi la capacità di queste imprese di “fare rete”, attraverso una scelta, come si documenta nel quaderno, altamente consapevole e improntata ad una positiva visione di lungo periodo. Le ulteriori iniziative in cui il COBRAT è oggi impegnato continuano a muoversi in questa direzione. Significativo è l’ulteriore contributo del programma comunitario Retex ottenuto per partecipare alle principali fiere internazionali del settore aerospaziale. Oltre a una forte progettualità a favore dei processi formativi - a supporto della quale (con il supporto di ISVOR-FIAT) si è chiesto recentemente di poter accedere agli specifici finanziamenti regionali - fa piacere segnalare l’impegno del Consorzio nell’approfondimento della cooperazione tra PMI, oggi particolarmente rivolto a rafforzare i legami con le imprese dell’indotto del polo aeronautico campano, avviata con la partecipazione congiunta alla manifestazione MET del dicembre ’99. La cooperazione tra imprese è stata uno dei più importanti fattori di successo dei distretti industriali del Centro-Nord. L’esperienza del COBRAT lascia sperare che essa diventi una pratica sempre più diffusa anche tra le imprese meridionali, nella convinzione che il “fare rete” è uno strumento decisivo per affrontare con maggiori chances la sfida della competitività. Giuseppe Rosa 3 INTRODUZIONE: I PERCHÉ DEL RICORSO ALLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA SOMMARIO: La provincia di Brindisi è stata tra le prime a sperimentare la partnership tra attori locali dello sviluppo attraverso la programmazione negoziata; vi è dunque una diffusa consapevolezza circa l’importanza del “fare coalizione”; la legge 488/92 è un valido strumento per creare nuova occupazione e tuttavia mal si presta a favorire uno sviluppo a “matrice distrettuale”, soprattutto nei settori che non siano labour intensive; la programmazione negoziata può sopperire a tale limite ed è ottimale per una scelta di politica industriale che intenda rafforzare una filiera produttiva ad alta tecnologia come quella dell’industria aeronautica; il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie (COBRAT), costituito dalle PMI che operano a valle delle grandi imprese dell’industria aeronautica, avanza una proposta tesa a rafforzare il tessuto imprenditoriale ed il grado di competitività di un’area sistema; consequenziali saranno i benefici occupazionali, economici e ambientali. Nonostante il proprio potenziale di sviluppo, Brindisi, al pari di molte altre aree del Mezzogiorno, è stata investita negli anni scorsi da una recessione economica di particolare intensità, tanto da essere definita “Area di Crisi” conformemente alla deliberazione CIPE 13 aprile 1994. Per reagire a tale situazione e favorire lo sviluppo sinergico ed endogeno del territorio, le principali forze economico-sociali e le istituzioni locali sono state tra le prime in Italia a sperimentare con successo la formula del partenariato, stipulando il Patto Territoriale finanziato dal CIPE con deliberazione del 21 aprile 1997. Sebbene tale iniziativa abbia rappresentato un’importante leva per il rilancio economico della provincia, i sottoscrittori del Patto Territoriale hanno maturato la consapevolezza che bisogna fare molto di più in un contesto economico in costante evoluzione. Basti pensare agli effetti dell’introduzione della moneta unica sul tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno. L’Euro, in quanto acceleratore della competizione, metterà a dura prova l’economia meridionale perché avvantaggerà i sistemi territoriali efficienti le cui imprese sono in grado di trarre profitto dalla dimensione (quantomeno) continentale del mercato. A quanto appena esposto occorre aggiungere che le linee direttrici tracciate nel documento programmatico “Agenda 2000” prospettano un futuro, tutt’altro che remoto, nel quale la politica comunitaria di coesione regionale favorirà i Paesi dell’Est rispetto a quelli del Mediterraneo, influenzando così le scelte di localizzazione delle imprese. La concorrenza tra sistemi territoriali rende improrogabile l’adozione di provvedimenti realmente incisivi sui fattori strutturali che maggiormente influiscono sul ritardo di sviluppo del Mezzogiorno a cominciare da fisco, infrastrutture, flessibilità del lavoro, accesso al credito, efficienza della pubblica amministrazione. I successi delle politiche di riequilibrio territoriale condotte nel Galles come in Irlanda sembrano suggerire che in ciascuna realtà territoriale il mix dei fattori sui quali intervenire può essere diverso; ciò che conta sono i risultati. Nel periodo 1994-1999 il 74% dei finanziamenti comunitari per il riequilibrio territoriale dell’Italia è stato destinato all’ambiente produttivo, mentre alle risorse 4 umane è spettato il 13,4% e all’ambiente e alle infrastrutture l’11,3% delle risorse. La promozione industriale rappresenta dunque il perno della strategia governativa per le aree depresse ed il suo principale strumento è senza dubbio la legge 488/92. L’obiettivo prioritario di questa legge è l’incremento dell’occupazione visto il peso che, ai fini della selezione dei progetti da ammettere a contributo, viene attribuito al rapporto tra investimento e nuova occupazione generata dall’investimento medesimo. Corollario di tale indicatore è che, nell’assegnazione dei sussidi pubblici, sono favorite le nuove iniziative e le imprese che operano nei settori labour intensive tra le quali vanno annoverate, in provincia di Brindisi, soprattutto quelle del settore tessileabbigliamento ed agroalimentare. Per converso, gli ampliamenti delle aziende già esistenti e gli investimenti nei settori ad elevata intensità di capitale, incontrano notevoli difficoltà per accedere ai contributi pubblici. L’insufficienza della legge 488 non è soltanto quantitativa, nel senso che le risorse stanziate sono di gran lunga inferiori rispetto alle richieste delle aziende, ma è anche qualitativa, perché del tutto inadatta a favorire il consolidamento di un tessuto imprenditoriale contraddistinto dall’elevato tasso di mortalità. L’avvento dell’Euro impone alle aziende economie di scala proporzionate al mercato. Occorre dunque che accanto ai sussidi per la nuova impresa siano posti quelli per la promozione degli investimenti finalizzati all’adeguamento delle dimensioni aziendali e all’incremento della capacità produttiva nei settori strategici a più elevata tecnologia. Tra questi settori va posta l’industria aeronautica che, in provincia di Brindisi, è già una realtà europea di prima importanza. D’altra parte le campagne di investimento avviate recentemente dalle grandi imprese a capitale esterno presenti sul territorio messapico (Agusta, Fiat Avio ed Hexcell), costituiscono un attendibile indicatore delle prospettive di sviluppo di questo polo industriale. Il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie (COBRAT) è stato costituito dalle piccole e medie imprese a capitale locale che operano a valle delle grandi imprese nell’indotto della subfornitura di specialità. Le aziende del COBRAT assolvono un ruolo fondamentale per la competitività delle grandi imprese che perseguono il contenimento dei costi senza rinunciare alla elevata qualità delle lavorazioni specialistiche. In quest’ottica i processi di esternalizzazione sono rivolti esclusivamente alle PMI che presentano caratteristiche di assoluta affidabilità quanto a tecnologia, tempestività nelle consegne, standard qualitativi. La candidatura alla misura 5.3. proposta dal COBRAT è dunque tesa a promuovere nuovi investimenti che agevolino i processi di innovazione tecnologica delle PMI consolidandone il livello di complementarità ed integrazione verticale. In tal modo si intende rafforzare nel suo complesso il tessuto produttivo dell’aeronautica brindisina, intervenendo sulla sua capacità competitiva in termini di area sistema capace di generare investimenti, ricchezza e occupazione stabile. 5 1. L’INDUSTRIA AERONAUTICA IN ITALIA SOMMARIO: L’industria aerospaziale italiana è la quinta/sesta del mondo; due sono in Italia i gruppi industriali prime contractor: Finmeccanica e Fiat Avio. Il primo opera in un ampio spettro di attività aerospaziali principalmente attraverso due società: Alenia Aerospazio (aeronautica civile e militare, tecnologie spaziali, satellitari, per telecomunicazioni, ecc.) e Agusta (elicotteri).Fiat Avio concentra la propria attività essenzialmente nel settore della progettazione, produzione e revisione di motori aeronautici. Entrambi i gruppi partecipano a programmi aerospaziali insieme ad altre società leader sia europee che statunitensi con le quali cooperano; Agusta - che ha recentemente perfezionato un accordo con l’inglese GKN Westland rafforzando notevolmente la propria capacità competitiva - è presente a Brindisi con un proprio stabilimento, il terzo per dimensione. L’industria aerospaziale italiana per dimensioni e fatturato è la quinta/sesta del mondo, a pari merito con quella canadese, preceduta - nell’ordine - da quelle statunitense, francese, tedesca e britannica. I due principali gruppi nazionali, i soli prime contractor, sono Finmeccanica e Fiat Avio, entrambe con stabilimenti a Brindisi. A valle di questi operano le piccole e medie imprese della subfornitura di specialità. A Finmeccanica e dunque all’IRI, fanno capo sia Agusta che Alenia Aerospazio. Quest’ultima società, a sua volta, è organizzata in due divisioni: Aeronautica e Spazio che, complessivamente, occupano più di 12.000 persone. Le attività di Alenia Aerospazio sono piuttosto diversificate e comprendono progettazione, realizzazione e marketing di velivoli completi civili e militari; aerostrutture di grandi velivoli commerciali e jet da affari; trasformazione, revisione e manutenzione di aeromobili; sistemi spaziali completi; satelliti per telecomunicazioni, telerilevamento, meteorologia e applicazioni scientifiche; sistemi orbitali; sistemi di lancio, trasporto e rientro; software spaziale. Ad uno spettro così ampio di attività corrispondono molteplici intese industriali con partners internazionali, europei e americani, nel cui ambito, di volta in volta, è definito il ruolo della società italiana. Nel segmento del trasporto regionale civile la produzione dei velivoli ATR, frutto della joint venture cui partecipano pariteticamente Alenia e la francese Aerospatiale, è tra i programmi di maggiore successo commerciale. Difatti l’ATR-42, l’ATR-72 e l’ATR-42/500 rappresentano quasi il 55% del mercato mondiale dei velivoli di classe dimensionale compresa tra 40 e 70 posti e sono utilizzati da circa 95 compagnie aeree in tutti i continenti. Dal punto di vista del ciclo produttivo vale per gli ATR quanto può dirsi per qualsiasi altro velivolo complesso. La fabbricazione avviene per sezioni che richiedono competenze talmente specialistiche da rendere antieconomica qualsiasi soluzione tesa ad accentrare la produzione in un solo stabilimento. Dunque la costruzione dell’aeromobile avviene per insiemi e sottoinsiemi, 6 coinvolgendo sia gli stabilimenti Alenia (fusoliera, coda e sistemi di comando) ed Aerospatiale (ali e assemblaggio finale) che i subfornitori, fino alla fase conclusiva del collaudo che avviene a Tolosa. Non deve dunque stupire che alla produzione degli ATR prendano parte l’Agusta di Brindisi e le stesse imprese del COBRAT. Ad esempio presso la G.S.E. (società COBRAT) viene assemblata per intero la “sezione 16” dell’ATR, il penultimo segmento del velivolo che include i portelli passeggeri e merci, i cui sottoassiemi sono costruiti anche dalle altre aziende consorziate. Il partenariato di Alenia con altre società europee riguarda anche velivoli di maggiori dimensioni, come ad esempio gli A-300/10, A-319/320/321, A-330 e A-340-500/600 delle Airbus Industries. Va poi menzionata la partecipazione ad Air, il consorzio paritetico con Aerospatiale e British Aerospace nei velivoli regionali commuter 20-100 posti. Alenia vanta inoltre un rapporto duraturo con i colossi statunitensi e difatti partecipa alla progettazione e produzione di aerostrutture per B-767, B-777, MD-80 e MD-11 in collaborazione con Boeing-McDonnell Douglas. Inoltre, prende parte al programma 100 posti con partner europei e cinesi e, sul fronte della produzione militare, concorre a produrre il Tornado, versatile velivolo da combattimento e l’AMX, aereo per il supporto ravvicinato oltre al celebre G-222, velivolo biturboelica, e al suo derivato C-27-J (con la statunitense Lockheed Martin). Il programma militare più ambizioso cui aderisce è certamente quello per la costruzione del jet Eurofighter 2000 (insieme a Dasa, Bae, Casa). Alenia Aerospazio è protagonista di tutti i programmi spaziali nazionali e della maggior parte di quelli europei, nonché di progetti intercontinentali gestiti dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con la NASA ed altre agenzie spaziali nazionali1. Nel settore delle comunicazioni via satellite contribuisce allo sviluppo del sistema satellitare Globalstar per le telecomunicazioni (insieme a Space System Loral, Alcatel, Aerospatiale, DASA) ed è capo commessa nel programma SICRAL in campo militare. Nel settore multimediale è impegnata nel progetto ISIS/SECOMS finanziato dalla Commissione europea per la telemedicina, il telelavoro, le applicazioni telesperimentali e l’Euroskyway, il futuro sistema satellitare per i servizi multimediali. Alenia Aerospazio e Fiar hanno un ruolo rilevante nel settore del telerilevamento con la realizzazione di sensori a microonde, come radar, altimetri, radiometri e radar ad apertura sintetica, stazioni di terra per l’elaborazione dei dati. Alenia Aerospazio ha un ruolo di notevole responsabilità nei programmi per applicazioni scientifiche come INTEGRAL, il sistema ESA per l’osservazione dei raggi gamma2. La logica industriale di Alenia, improntata alle alleanze internazionali che consentono di operare al contempo in più segmenti del mercato, si inquadra 1 Va segnalato che l’azienda italiana, dal febbraio ’99, è capocommessa dell’ATI cui prendono parte CASA (Spagna), Daimler Chrysler Aerospace (Germania), Saab Ericsson e Lindholmen (Svezia), APCO (Svizzera) e Verhaert (Belgio), aggiudicataria di un contratto da 40 miliardi di lire per la fornitura di due Cupole per la Stazione Spaziale frutto di un accordo bilaterale tra NASA ed European Space Agency. 2 Fonte: sito Web Alenia Aerospazio. 7 nella tendenza, rilevabile a scala internazionale (si veda l’Allegato A) a ricercare e a puntare sinergie tra un settore e l’altro dell’aerospaziale e a puntare sulla trasferibilità delle tecnologie da questo comparto agli altri campi dell’industria3. * * * Con Agusta4, Finmeccanica si pone a livello mondiale come uno dei maggiori protagonisti nella progettazione, realizzazione, manutenzione e revisione degli elicotteri sia civili che militari nelle principali categorie di peso. Tra i prodotti di maggior successo vi è la famiglia A -109 di elicotteri biturbina, con vendite in più di 40 Paesi. Va poi ricordato l’innovativo A -119 Koala che, nella propria classe, vanta il primato per il più basso rapporto sedile/costo per miglio. Requisiti tecnici altrettanto complessi sono quelli dell’elicottero anticarro A-129 Mangusta, altamente affidabile ed estremamente flessibile e del suo derivato, l’A-129 International, versatile elicottero da combattimento che assicura alte prestazioni pur avendo costi di manutenzione davvero modesti. Come nel caso di Alenia, Finmeccanica ha perseguito con Agusta una politica volta a costituire solide alleanze con altri gruppi internazionali. Così la società prende parte a numerosi consorzi internazionali tra i quali vanno menzionati l’EHI, con la britannica GKM Westland per lo sviluppo dell’elicottero da trasporto medio-pesante EH-101 e la NHI, con l’olandese Fokker e la venture francotedesca Eurocopter (Aerospatiale e Dasa), per lo sviluppo dell’elicottero da trasporto medio NH-90. L’EH-101 è un elicottero trimotore altamente evoluto che pesa 14 tonnellate e che è stato progettato in tre versioni principali: navale, trasporto tattico militare e civile. Questo programma è gestito dalla E.H. Industries, società alla quale partecipano pariteticamente Agusta e Westland. La società italiana progetta ed è responsabile della produzione delle seguenti componenti: gearbox principale e di coda, timone di coda, rotore di testa e di coda, elica del rotore di coda, parte inferiore e laterale della fusoliera, fusoliera di coda, sistemi idraulici, elettrici (50%) e avionici (50%). Agusta, inoltre, assembla tutti gli elicotteri venduti in Italia. Parallelamente la Westland cura il montaggio finale dei velivoli commercializzati nel Regno Unito. 3 Ad ulteriore riscontro va citata la joint venture Alenia Marconi Systems, cui, dal dicembre ’98, partecipano pariteticamente Finmeccanica e l'inglese General Electric Company (uno dei maggiori gruppi industriali del Regno Unito, con un fatturato di oltre 11 miliardi di sterline, con sedi e filiali in più di 100 Paesi) che hanno costituito una grande realt à europea (3.000 miliardi di fatturato, 9.500 dipendenti e investimenti in R&S per 700 miliardi) nel campo dei sistemi elettronici per l’aerospazio, la difesa, le comunicazioni e l’elettronica industriale. La Alenia Marconi Systems ha gi à un'ottima posizione nei mercati chiave dei sistemi elettronici. In particolare: è uno dei tre principali fornitori di radar di terra e navali del mondo; è un leader a livello mondiale nella fornitura di sistemi di gestione del traffico aereo; è un leader europeo nella fornitura di sistemi missilistici; è un esperto riconosciuto in materia di sistemi di comando e controllo terrestri e navali; è un importante fornitore di sistemi di simulazione. (fonte: sito Web Alenia Marconi Systems). 4 Fonte: siti WEB Finmeccanica e Agusta. 8 L’NH-90 è un elicottero bimotore multiruolo di 9 tonnellate sviluppato da Agusta per le operazioni navali e il trasporto tattico insieme a Eurocopter e Fokker per rispondere ai requisiti stabiliti dai governi italiano, francese, tedesco e olandese per le operazioni di trasporto navale e tattico. La società italiana progetta e produce queste componenti: apparato principale di trasmissione, timone di coda, sistema idraulico, sistema automatico per il controllo di volo, fusoliera posteriore, sistema elettrico, installazione del motore e computer di bordo. Inoltre Agusta contribuisce allo sviluppo dell’aerodinamica, dei sistemi addizionali per gli elicotteri ad uso navale, alla costruzione ed ai test dei prototipi per l’uso navale, nonché all’assemblaggio finale degli elicotteri ordinati dall’esercito e dalla marina militare italiana e olandese. Gli elicotteri AB-139 e il convertiplano BA-609 sono realizzati da Agusta insieme alla statunitense Bell Helicopters Textron, attraverso la società Bell/Agusta Aerospace Company. Nel marzo scorso i vertici di Agusta e GKN Westland hanno formalizzato un contratto quadro di importanza fondamentale. L’accordo prevede che le due società partecipino pariteticamente tanto al capitale quanto al consiglio di amministrazione di una nuova entità nella quale confluiranno tutte le produzioni elicotteristiche delle due compagnie. E’ evidente che questa operazione sul piano formale da luogo ad una joint venture ma, per contenuto, corrisponde praticamente a una fusione il cui risultato è un colosso mondiale in grado di aggredire qualsiasi mercato (leader incontrastato in Europa, tra i primi 5 al mondo). Dal punto di vista industriale vale per gli elicotteri quanto si è già detto in questo stesso capitolo a proposito dell’organizzazione del ciclo produttivo dell’ATR e di ogni altro aeromobile. Per motivi economici e per l’iperspecializzazione richiesta da quasi tutte le fasi della lavorazione, non c’è al mondo alcuno stabilimento che produca per intero alcun velivolo. Esistono invece network di impianti industriali specializzati su singole sezioni e spesso la costruzione delle singole componenti e delle sottosezioni è soggetta a processi di esternalizzazione in modo tale da riservare al main contractor le funzioni di verifica e controllo, nonché le attività a maggiore valore aggiunto o a più elevato contenuto tecnologico. A quanto appena ribadito non fa eccezione Agusta che dispone di impianti specializzati nei singoli elementi che compongono gli elicotteri. Il Centro di coordinamento della società italiana è l’impianto di Vergiate (assemblaggio finale, posa di cavi e pipes, sistemi elettronici e avionici, collaudo) che si sviluppa su di una superficie di 1.344.472 metri quadrati dei quali 90.992 coperti ed occupa 841 persone. Gli altri stabilimenti sono geograficamente così distribuiti: • Cascina Costa, (sistemi di cambio ed altri organi di trasmissione, sala prove, componenti avioniche e sistemi software) i cui impianti si sviluppano su di una superficie di 875.786 metri quadri dei quali 121.342 coperti e che, con 1.932 lavoratori, è il primo per occupazione diretta; • Frosinone, (rotori di testa, assi di trasmissione e centro di revisione per elicotteri a uso non navale) ove l’azienda si sviluppa su 365.420 metri quadrati dei quali 46.503 coperti ed occupa 623 unità; 9 • Anagni, (eliche e strutture in materiali compositi) la superficie complessiva e di 240.057 mq. dei quali 22.397 coperti e l’occupazione è pari a 323 dipendenti; • Benevento (sezioni in alluminio leggero e leghe al magnesio) per superficie (59.720 mq. di cui 9.372 coperti) ed occupazione diretta (93 persone) è la più piccola tra le unità produttive; • Brindisi, infine, specializzata nella produzione di strutture metalliche. Presto, grazie a un nuovo investimento, disporrà di un moderno centro di incollaggio delle lamiere, inoltre può contare su di un centro di revisione che è l’unico qualificato per gli elicotteri ad uso navale. Lo stabilimento è il terzo per superficie (269.640 mq. di cui 47.640 coperti) ed occupazione diretta, con 717 lavoratori. * * * Fiat-Avio, come palesa la stessa denominazione, è una società che si pone a pieno titolo nel campo d’azione del primo gruppo industriale privato del nostro Paese ed è specializzata nella costruzione e nella manutenzione di motori aeronautici sia civili che militari. Essa annovera tra i propri clienti il Ministero della Difesa, numerosi governi stranieri, l’Agenzia Spaziale Europea nonché SNAM ed ENEL alle quali fornisce turbine a gas -di derivazione aeronauticaper la produzione di energia elettrica. Al pari di Alenia ed Agusta, Fiat Avio prende parte a numerose partnership internazionali per la progettazione e la costruzione di motori aeronautici ed ha tra i propri partner società del calibro di Rolls Royce (GB), Snecma (FR), Mitzubishi (Giappone) e General Electric (U.S.A.). Di fatto, con l’acquisizione della Alfa Avio, intervenuta nel corso del 1998, Fiat Avio con i suoi 4.500 dipendenti è in Italia di gran lunga il principale protagonista nel proprio settore, perlomeno a livello di prime contractor. A seguito dell’acquisto degli impianti ex Alfa-Avio di Pomigliano - dove sarà accentrata la produzione motoristica - l’assetto delle attività Fiat Avio è soggetto ad una fase di riorganizzazione tesa ad accentuare le specializzazioni di ciascun sito. In particolare Torino si specializzerà nella produzione di componentistica, Colleferro nel settore aerospaziale, Brindisi nella revisione e ricondizionamento dei motori. 10 2. BRINDISI, REALTÀ DELL’AERONAUTICA EUROPEA 2.1. L’attuale rilevanza dell’industria aeronautica in provincia di Brindisi. Sommario: La produzione aeronautica in provincia di Brindisi occupa il 12,5% della forza lavoro nell’industria manifatturiera e detiene il primato nel rapporto addetti/unità locali con una media di 80,5 lavoratori per ciascuno stabilimento; la produzione aeronautica presenta un ragguardevole grado di apertura internazionale (7,1% dell’export provinciale), più elevato rispetto ai settori a più alta intensità di lavoro (ad esempio il tessile-abbigliamento con il 2,5%) che soffrono della concorrenza dei paesi dove il costo della manodopera è straordinariamente basso (ad. es. Romania, Cina, ecc.); l’aeronautica a Brindisi contribuisce ai processi di trasferimento tecnologico verso altri settori (ad esempio industria energetica) e si è dimostrata, se sostenuta da adeguati investimenti per l’innovazione, come una via di fuga dall’impiantistica tout court, investita da un momento di crisi. In provincia di Brindisi il comparto della produzione di mezzi di trasporto, costituito in modo pressoché esclusivo dalle imprese del settore aeromeccanico-aviomotoristico, con i suoi 1.857 occupati ha un peso percentuale pari al 12,5% del totale dei lavoratori nell’industria manifatturiera e si pone alle spalle dell’industria chimica (13,4%), dell’industria alimentare (13,7%) e dell’industria dei prodotti in metallo e del tessile-abbigliamento (entrambe con il 17,3%). Va però evidenziato che la produzione dei mezzi di trasporto, nel territorio brindisino, presenta una caratteristica che la distingue nettamente rispetto a tutti gli altri settori industriali. Essa infatti, stando ai dati ISTAT del censimento intermedio 1996, detiene il primato dell’indice addetti/unità produttiva, con 80,7 dipendenti per ciascuno stabilimento, seguito dalle aziende chimiche (58,6) e, solo a grande distanza, dalle industrie che operano nel campo dei prodotti energetici (17). Inoltre, l’industria chimica e quella aeronautica sono a Brindisi tra quelle con il più elevato grado di apertura internazionale. Difatti la chimica pesa per il 53,8% delle esportazioni complessive della provincia messapica e la produzione di mezzi di trasporto per il 7,1%. Quest’ultimo dato, benchè significativo, prescinde dal peso espresso dalle attività di revisione motoristica che, per loro stessa natura, danno luogo ad un considerevole valore aggiunto ma non hanno alcuna incidenza sull’entità delle esportazioni. 11 CENSIMENTO INTERMEDIO 1996: UNITA’ LOCALI E ADDETTI NELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA Settore Unità Locali Addetti % Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 593 2029 13,7 3,4 Industrie tessili e dell’abbigliamento 264 2570 17,3 9,7 Industrie conciarie, del cuoio e delle pelli 15 164 1,1 10,9 Industria del legno e dei prodotti in legno 298 563 3,8 1,9 Industria della carta, della stampa e editrice 90 282 1,9 3,1 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 3 51 0,3 17 Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 34 1992 13,4 58,6 39 535 3,6 13,7 Lavorazione di minerali non metalliferi 168 618 4,2 3,7 Industrie metallifere e di prodotti in metallo 382 2571 17,3 6,7 Fabbricazione installazione, riparazione di macchine e apparecchi meccanici 86 734 4,9 8,5 Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 175 368 2,5 2,1 Fabbricazione di mezzi di trasporto 23 1857 12,5 80,7 Altre industrie manifatturiere 142 530 3,6 3,7 TOTALE 2312 14864 100 6,4 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche Dimensione media Fonte: elaborazioni S.AN. & Associati su dati Istat, censimento intermedio dell’industria 12 Per converso le attività ad elevata intensità di manodopera come l’industria alimentare e quella dell’abbigliamento pur esprimendo in termini percentuali un notevole peso quanto a occupazione, registrano un rapporto addetti/unità locali che si attesta su valori molto contenuti (rispettivamente 3,4 e 9,7 dipendenti per ciascuno stabilimento). Minore è anche il grado di apertura internazionale dell’industria alimentare (che incide in misura pari al 4,9% sull’export brindisino) e soprattutto del tessile-abbigliamento (2,5%), settore costretto a confrontarsi con paesi (tra gli altri Cina, India, Romania e Polonia) dove la manodopera ha costi enormemente più competivi rispetto a quelli pugliesi. Esportazioni ’96 Milioni/lire Prodotti agricoli e forestali Prodotti energetici Minerali ferrosi e non ferrosi Minerali e prodotti non metallici Prodotti chimici Macchine per ufficio materiali e forniture elettriche Prodotti in metallo macchine agricole e industriali Prodotti metalmeccanici Mezzi di trasporto Prodotti alimentari bevande tabacco Prodotti tessili e abbigliamento Cuoio e calzature Altri prodotti Totale Export 47.067 2.869 3.464 2.471 309.594 59.446 incidenza 8,1 % 0,4 % 0,6 % 0,4 % 53,8% 10,3 % 5.874 1,0 % 65.322 40.853 28.437 14.890 17.323 42.519 574.806 11,3 % 7,1 % 4,9 % 2,5 % 3,0 % 7,3 % 100 % Fonte: Cidel-Unioncamere Il peso e il ruolo dell’industria aeronautica non può essere però limitato alle cifre, pur significative, fin qui illustrate. Va ribadito quanto si è più volte rilevato a proposito delle sinergie che questo settore industriale è in grado di produrre nell’interazione con gli altri settori. In particolare, a Brindisi, l’industria aeronautica va posta in stretta correlazione con il settore dell’industria meccanica e metalmeccanica che nell’insieme rappresenta il 24,7% dell’occupazione industriale e che, negli anni passati, ha registrato un processo di crescita dovuto, in buona misura, alla costruzione della centrale elettrica di Brindisi Sud il cui costo stimato (per difetto) si aggira intorno agli 8.000 miliardi di lire. La presenza del polo aeronautico a Brindisi non solo ha favorito e favorisce il processo di trasmissione delle tecnologie verso altri settori (basterà ricordare che Fiat Avio costruisce e manutiene turbine per la produzione di 13 energia elettrica che, a tutti gli effetti, sono prodotti di derivazione aeronautica) ma soprattutto ha consentito e consente alle industrie della meccanica che più di altre si rivelano capaci di investimenti nel progresso tecnologico, il salto di qualità dalla meccanica tout court, alla vera e propria subfornitura di specialità. In altri termini, la sostanziale ultimazione della centrale elettrica di Cerano (1998) e la contestuale diffusa crisi dell’impiantistica (che ha investito soprattutto i main contractor) stanno determinando una drastica contrazione dei livelli occupazionali in tale settore. Alcune imprese della meccanica hanno le carte in regola per compiere un percorso evolutivo che consenta loro di valorizzare il sapere tecnico assimilato adeguandolo alle esigenze di un settore diverso ma contiguo come quello dell’aeronautica. Indicativo di quanto appena affermato è proprio l’origine delle aziende che operano nell’indotto di Fiat Avio ed Agusta. Se alcune imprese come Salver, Avioman, OMA e Processi Speciali (le ultime tre aderenti al COBRAT) sorgono infatti per spin-off e hanno dunque un corredo cromosomico prettamente aeronautico, altre aziende come C.M.C., Trattamenti Superficiali dei Metalli e SACIM (tutte aziende COBRAT), seppure in misura diversa e con specifiche specializzazioni, hanno tutte contribuito alla costruzione della centrale ENEL di Brindisi Sud e hanno avuto la capacità di investire con congruo anticipo nelle tecnologie indispensabili per ottenere una precisa collocazione a valle delle grandi imprese del settore aeronautico. 14 2.2. La sinergia tra grandi imprese e PMI dell’aeronautica a Brindisi e la primaria finalità del piano progettuale: l’integrazione e l’estensione della filiera produttiva SOMMARIO: La tradizione dell’industria aeronautica brindisina ha più di sessanta anni; l’imprenditoria locale, con la SACA, ha detenuto fino ai primi anni ’70 la leadership dell’aeronautica brindisina; successivi sono gli insediamenti Fiat Avio (846 addetti), Agusta (717 dipendenti), Salver (165 dipendenti) e del centro di ricerca applicata per l’aeronautica Elasis (gruppo Fiat). Tali aziende hanno in corso nuovi investimenti tesi ad accentuare i propri livelli di specializzazione produttiva; questa strategia implica nuovi processi di esternalizzazione delle attività collaterali e, pertanto, nuove opportunità a beneficio dell’indotto delle PMI locali; il decentramento, tuttavia, è possibile nella misura in cui il subfornitore offra assoluta garanzia sulla elevata qualità dei propri prodotti e per tale ragione le PMI del COBRAT operano in stretta osservanza delle specifiche tecniche dettate dal committente e dagli istituti certificatori; il COBRAT ha già ottenuto una prima commessa da uno dei tre maggiori gruppi italiani dell’aeronautica ed ha ripartito il lavoro tra i consorziati in funzione delle specifiche competenze produttive; tali competenze sono sostanzialmente complementari nell’ambito di una filiera che, con questo Piano progettuale, possono essere rafforzate ed ampliate. 2.2.1. Le grandi imprese a Brindisi L’industria aerospaziale a Brindisi è già una realtà e d’altra parte lo scopo della candidatura del COBRAT è rafforzare il livello di competitività di un’area di concentrazione produttiva che ha solide basi nella tradizione imprenditoriale locale. Se è vero che Fiat Avio, Agusta e Salver costituiscono una rilevante quota delle aziende a capitale esterno presenti in provincia di Brindisi, bisogna aggiungere che queste non rappresentano una presenza esogena ab origine né recente. Difatti dal 1934 fino al 1971 l’imprenditoria locale ha controllato interamente la Società per Azioni Costruzioni Aeronavali (SACA), poi investita dalle conseguenze del riassetto del settore su scala nazionale. Agusta e Fiat Avio sono unità decentrate verticalmente integrate nelle società di appartenenza. Nessuna di queste aziende produce prodotti finiti, ma componenti. Ciò non deve affatto stupire. Si è più volte rimarcato (Cap. 1) che caratteristica normale degli stabilimenti dell’industria aeronautica è l’elevatissima specializzazione su singole parti costitutive o fasi della lavorazione. La Fiat Avio di Brindisi, sorta dalle ceneri della divisione motori della SACA, si è occupata, fino a tutto il 1998, della costruzione e della revisione di componenti aviomotoristiche. L’acquisizione della Alfa Avio, intervenuta nel corso del 1998, non è priva di conseguenze per l’impianto brindisino. Il nuovo assetto organizzativo, già deliberato dal vertice societario, prevede infatti l’accentramento della produzione motoristica presso gli impianti ex Alfa-Avio di Pomigliano. Pertanto a partire dal 1999 l’attività dello stabilimento di Brindisi riguarderà prevalentemente la revisione dei motori. Per rendere evidente quanto valore aggiunto vi sia in tale attività è sufficiente rimarcare una sola circostanza: gli 846 dipendenti (tra i quali 67 ingegneri) dell’impianto messapico 15 nel 1998 hanno curato la revisione di 235 propulsori, rispondenti a undici tipologie, con una media di 4,2 mesi per la consegna di ciascun motore. Caratteristico della Fiat-Avio di Brindisi, nel rapporto di cooperazione con le piccole e medie aziende a capitale locale, è, per la componentistica, la domanda di subfornitura di specialità piuttosto che di capacità. Peraltro il mutato indirizzo produttivo, privilegiando l’attività di revisione, sembra offrire nuove prospettive di apertura verso le aziende aviomotoristiche a capitale locale in almeno due segmenti di mercato che vanno ad aggiungersi a quelli preesistenti: 1. la revisione degli accessori: vi sono difatti alcune componenti connesse a quelle squisitamente motoristiche, i cosiddetti “accessori” (ad esempio: circuito combustibile, pompa combustibile, valvole e regolatori) che Fiat Avio ha interesse ad esternalizzare perché si pongono al di fuori del proprio core business. Recentemente una piccola impresa brindisina aderente al COBRAT ha dato esecuzione a una prima commessa in questa nicchia provvedendo alla revisione e alle prove di talune valvole del dispositivo propulsore del Jet militare F-104; 2. il ricondizionamento di alcune componenti motoristiche: Fiat Avio non effettua (se non in minima parte) il controllo e l’eventuale riparazione di alcune componenti dei motori che, benché pregiate e costose, vengono sostituite poiché l’azienda non dispone di risorse umane dedicate; vi è dunque la possibilità di esternalizzare in toto questa attività di revisione, rettifica e ricondizionamento di componenti; All’interno del complesso industriale della Fiat Avio è localizzata la Elasis - altra società del gruppo Fiat - che a Brindisi occupa una cinquantina di addetti. Elasis è un vero e proprio centro di ricerca applicata che dispone di impianti avanzatissimi per la progettazione e la sperimentazione delle componenti motoristiche e partecipa a programmi di ricerca in partnership con aziende leader nel settore. Un’altra impresa di rilievo presente a Brindisi è la Salver che, con i suoi 165 addetti, nasce per spin off da un’intuizione precoce sulle potenzialità applicative dei materiali compositi nel settore aeronautico. Nei primi anni Novanta l’azienda è stata acquisita dalla multinazionale Ciba Geigy e, successivamente, dal gruppo statunitense Hexcell che è leader mondiale nella produzione degli stessi materiali compositi di cui si avvale la Salver. La Hexcell, che aveva scelto di verticalizzare l’attività del gruppo, in tempi recenti ha decisamente mutato strategia ed è tornata a concentrarsi sul proprio core business,. Tale orientamento ha certamente concorso all’avvio, nel 1998, delle trattative per la cessione dell’azienda a un gruppo imprenditoriale che già opera stabilmente nel polo aeronautico campano. Il passaggio di proprietà, pur determinando il trasferimento da un gruppo multinazionale ad uno nazionale, non dovrebbe generare particolari ripercussioni sull’azienda che ha già annunciato l’intenzione di avviare nuovi investimenti per fare fronte ai crescenti ordinativi della clientela. La Salver dispone infatti di un know-how specialistico finalizzato a presidiare una posizione di nicchia, confermata da un portafoglio ordini, quanto mai colmo, 16 che annovera società quali Boeing-McDonnell Douglas, Iam-Piaggio, Alenia, Dornier e il gruppo aerospaziale transalpino Dassault. Va poi rilevato che, in aggiunta agli elementi costruttivi per l’aeronautica, Salver ha progressivamente ampliato la propria gamma di prodotti estendendola alle componenti per il settore automobilistico (per clienti come Ferrari e Lamborghini) e ciclistico (ruote lenticolari in fibra di carbonio). Un altro esempio di come le avanzate tecnologie dell’aeronautica siano utilizzabili per applicazioni in altri settori. Si è già detto che Agusta è una società del gruppo IRI-Finmeccanica specializzata nel settore elicotteristico. Il suo insediamento a Brindisi deriva dall’acquisizione della divisione costruzioni meccaniche e revisioni della SACA. Lo stabilimento brindisino, in perfetta linea con evidenti ragioni logistiche, è stato costruito in adiacenza alle piste dell’aeroporto ed occupa oggi 717 dipendenti. Gli impianti sono stati finora utilizzati sia per la produzione di componenti strutturali per aeromobili (in particolare ATR-42 e G-222 per Alenia), sia per la produzione di strutture per elicotteri, sia, ancora, come centro di revisione per aerei ed elicotteri civili e militari (dei paesi Nato). In tempi recenti i vertici della società hanno deciso di concentrare l’attività sul core-business, la produzione e la revisione elicotteristica, abbandonando le produzioni marginali. Si è già detto (Cap. 1) che nel 1998 la società italiana ha perfezionato due intese di grande rilevanza. La prima con la statunitense Bell, per la produzione e la commercializzazione del convertiplano (in sigla BAE609), un aviomezzo a metà tra l’aeroplano e l’elicottero in grado di decollare ed atterrare verticalmente. La seconda intesa, più importante, è quella raggiunta con la GKN Westland, società britannica con la quale l’Agusta aveva già una solida alleanza (si pensi all’accordo per la produzione e la commercializzazione dell’elicottero pesante EH-101). Lo scopo di tale operazione è assicurare il consolidamento della posizione competitiva nel settore degli elicotteri dove, a seguito degli accordi tra imprese, gli schieramenti societari che si contendono il mercato mondiale fanno ormai riferimento a soli cinque gruppi. Sulla base delle conseguenti, incoraggianti, prospettive di mercato Agusta ha deciso di avviare nuovi cicli di investimento ai quali non è rimasto estraneo lo stabilimento di Brindisi. In quest’ottica è in avanzato stato di realizzazione un centro di incollaggio destinato alla costruzione e al montaggio di strutture in materiali compositi e fibra di carbonio, ammesso a cofinanziamento dall’Unione europea grazie alla Sovvenzione Globale per l’Area di Crisi di Brindisi. 17 2.2.2. Le Piccole e Medie Imprese a Brindisi: il Consorzio COBRAT Le grandi imprese del settore aeronautico hanno perseguito a Brindisi una politica imperniata sul decentramento produttivo. Da quanto si è più volte ribadito in questo documento appare evidente che tale strategia ha precise motivazioni produttive ed economiche perché tutti i prime contractor, per essere massimamente competitivi, tendono ad accentuare la specializzazione produttiva dei propri stabilimenti riservandosi le attività con il maggiore valore aggiunto. Per tutte le altre lavorazioni, se è possibile ridurre i costi, si opta con decisione per l’esternalizzazione. Questo però avviene a una sola condizione sulla quale è radicalmente escluso che si possa transigere: il subfornitore deve attenersi a parametri di qualità particolarmente rigorosi. Difatti apparati ad elevato contenuto tecnologico, dal costo plurimilardario e dalla cui efficienza dipende la vita stessa di equipaggi e passeggeri, possono essere oggetto di economie solo nella misura in cui gli standard di qualità rimangano estremamente elevati. Se dunque a Brindisi, intorno ad Agusta, Fiat Avio e Salver, per spin-off o “per evoluzione” dalla meccanica e dall’impiantistica industriale, si è progressivamente sviluppato un tessuto di piccole e medie imprese, va detto che queste si sono fatte carico di tutti gli investimenti - in tecnologia, formazione e servizi innovativi - indispensabili per garantire livelli di qualità adeguati alle indefettibili necessità dei committenti. Questi ultimi peraltro, nei confronti degli altri main contractor o degli acquirenti finali, non possono certo spogliarsi dalla titolarità delle responsabilità riguardanti le componenti aeronautiche affidate ai subfornitori e, pertanto, esercitano verifiche severe su tutti i prodotti ordinati alle aziende dell’indotto. Anzi, il controllo oltre che successivo può dirsi preventivo, perché tutte le imprese terziste, incluse quelle aderenti al COBRAT, operano in stretto regime di certificazione di qualità e si attengono alle normative ISO, RINA e AQ AP 120 e 130 (disposizioni dell’aviazione militare rispondenti agli standard NATO) nonché alle severe specifiche tecniche del committente. E’ appena il caso di evidenziare che il rapporto tra committente e fornitore presenta nel settore dell’aeronautica caratteri del tutto differenti rispetto ad altri settori. Ad esempio, nel caso della moda, chi detiene i marchi di prestigio spesso affida la realizzazione del prodotto finito a terzi scelti per un singolo ordine, in relazione a valutazioni essenzialmente di costo. Nel caso dell’aeronautica il contraente tende a instaurare un rapporto più partecipativo, nel quale il main contractor permette alle piccole imprese di prender parte, come subcommittenti, a progetti di elevata valenza qualitativa ottenendo a sua volta, grazie anche alla riduzione dei costi, il rafforzamento della propria capacità di competere sul mercato mondiale. La proposta avanzata dal COBRAT, se da un lato è tesa a rafforzare le PMI, assume per altri versi un significato più ampio, perché accrescere la capacità competitiva delle imprese fornitrici equivale a rendere più forte il polo 18 aeronautico brindisino nel suo insieme in una logica che, facendo perno sull’interazione verticale tra imprese, risponde perfettamente al modello del distretto industriale. Peraltro è questa stessa logica che ha portato alla costituzione del COnsorzio BRindisino per le Alte Tecnologie cui prendono parte otto aziende che, nell’insieme, presentano un buon livello di complementarità e integrazione verticale. E va messo in risalto che si tratta di una delle rare esperienze consortili intraprese spontaneamente dalle imprese locali, in modo cioè non eteroimposto come nel caso, ad esempio, delle imprese metalmeccaniche che hanno preso parte alla costruzione della centrale elettrica di Cerano. Il COBRAT, per statuto, ha tra le proprie finalità: a) sviluppare, promuovere e consolidare le attività produttive ed i servizi forniti dalle imprese consorziate, tra di loro integrate, nel settore aeronautico e delle tecnologie innovative; b) sviluppare l’espansione delle imprese consorziate nei mercati nazionali ed esteri; c) acquisire e consentire l’utilizzo in comune di innovazioni tecniche, organizzative, gestionali e operative; d) sviluppare il coordinamento tecnico e commerciale tra le imprese consorziate; e) acquisire direttamente, ovvero distribuire tra imprese consorziate, anche sotto forma di raggruppamento e/o di associazione temporanea di imprese, commesse nel settore aeronautico e delle tecnologie innovative. Sin dalla sua costituzione (ottobre ‘97) questo consorzio tra PMI ha perseguito gli obiettivi statutari, per gradi, facendo affidamento sulle proprie risorse, ottenendo risultati concreti. Il primo passo è stata la costituzione di una struttura organizzativa stabile, i cui uffici sono ospitati presso l’Associazione degli Industriali della provincia di Brindisi.5 Sul piano operativo la fase di start-up è stata diretta ad accreditare il consorzio, con azioni di image-building, nella ristretta comunità delle aziende leader italiane ed estere, unica via di accesso ai grandi progetti. In quest’ottica nel maggio ‘98 una delegazione del Consorzio, accompagnata e supportata dall’Istituto per il Commercio Estero, ha preso parte al M.E.T. (Mercato Europeo delle Tecnologie) di Bordeaux, una fiera specializzata dell’aeronautica. In tale circostanza il COBRAT ha ampliato il proprio patrimonio relazionale, avviando un dialogo con società del calibro di Dassault 5 Il Presidente del COBRAT è Angelo Guarini, Direttore dell’Assindustria di Brindisi, con una specifica esperienza dirigenziale nel settore aeronautico presso Aeritalia (oggi Alenia Aerospazio), dove fino al 1984 è stato responsabile relazioni industriali del gruppo velivoli trasporto per gli stabilimenti di Pomigliano, Capodichino, Casoria e Foggia. Segretario generale del COBRAT è Claudio La China, con un’esperienza nel settore aeronautico sviluppata in ambito SACA ed Agusta. 19 (F), Cadasa (E), Ladecoere-Aerospatiale (F), Gambeline (F) e con un prestigioso centro di ricerca, l’Onerà (F). E’ scontato che le azioni di penetrazione commerciale necessarie perché possano essere acquisite commesse, abbisognano della programmazione e dell’attuazione di un vero e proprio piano di marketing. A tale scopo il consorzio brindisino ha sottoposto alla Regione Puglia il proprio atto di candidatura nell’ambito del programma di iniziativa comunitaria PMI, gestito da Tecnopolis, candidatura che è stata oggetto di valutazione positiva. Il COBRAT dispone dunque delle risorse professionali ed economiche per pianificare e implementare con efficacia la propria strategia commerciale, avvalendosi anche di una rete telematica tra i consorziati e un sito Web, dispositivi che, seppur a costi contenuti, agevolano l’internazionalizzazione delle relazioni economiche e la rapida diffusione delle informazioni tecniche e commerciali. In questo quadro, ovviamente, il COBRAT non prescinde dal solido rapporto che i consorziati vantano con i grandi gruppi nazionali. Un risultato prezioso che il consorzio in quanto tale ha conseguito nel corso del 1998 è stata la prima commessa, presupposto fondamentale per acquisirne di nuove. Uno dei tre maggiori gruppi nazionali dell’aeronautica ha assegnato formalmente al COBRAT l’incarico di realizzare ed assemblare le strutture di un’intera sezione di un velivolo. 20 2.2.3. La priorità strategica per lo sviluppo del polo aeronautico di Brindisi: l’integrazione e l’estensione della filiera Il ruolo di ciascuna impresa consorziata rispetto alla prima commessa ottenuta e a quelle future è definito in modo inequivocabile nel regolamento redatto dal Consiglio di Amministrazione ed approvato dall’Assemblea. In particolare l’art. 8 del regolamento stabilisce le percentuali indicative per la ripartizione delle commesse ottenute (e fatturate) dal consorzio a rilevanza esterna. Il criterio prescelto è anzitutto quello di ripartire la commessa per fasi di lavorazione. In seconda battuta, a seconda del processo produttivo previsto, si procede all’assegnazione delle prestazioni ad una o a più imprese, in funzione delle competenze specialistiche detenute da ciascun consorziato. Soltanto quando più consorziati (al massimo tre) risultino titolati per prendere parte alla medesima fase della lavorazione, assumeranno rilevanza i coefficienti percentuali predeterminati per la suddivisione delle attività e dei compensi. Esempio dei criteri per la Ex art. 8 Reg. interno Ripartizione delle commesse FASE DI LAVORAZIONE AZIENDA Trattamenti termici azienda A 100% Manutenzione motori azienda B 50% azienda C 50% azienda A 40% azienda B 60% Assemblaggio strutture 21 PERCENTUALE SPETTANTE Vale la pena di elencare tutte le fasi di lavorazione previste dal menzionato articolo 8 del regolamento consortile, perché queste identificano in modo sufficientemente realistico l’attuale estensione della filiera produttiva delle PMI brindisine: 1. ingegneria aeronautica e disegno attrezzature (progettazione); 2. costruzioni meccaniche (realizzazione di componenti strutturali o motoristiche, elementari o complesse); 3. costruzione attrezzature (produzione di strumenti, apparecchi e componenti di macchinari funzionali alla produzione aeronautica); 4. meccanica di precisione (realizzazione, revisione, assemblaggio di componenti strutturali e motoristiche di elevata complessità); 5. manutenzione strutture (smontaggio, revisione, riparazione, sostituzione e assemblaggio di componenti strutturali e motoristiche); 6. montaggio strutture (assemblaggio di sezioni strutturali complesse); 7. trattamenti termici (interventi sulle componenti strutturali e motoristiche funzionali a particolari proprietà fisiche); 8. trattamenti superficiali e verniciatura (trattamento superficiale delle componenti strutturali interne ed esterne ai velivoli); 9. revisione accessori fluidodinamici (revisione di pompe combustibili, pompe dell’olio e apparati idraulici); 10. revisioni APU (revisione componenti per motori aeronautici) Questa descrizione palesa che la cooperazione tra i consorziati non è di tipo orizzontale, bensì verticale. Le aziende del COBRAT, cioè, non producono lo stesso tipo di beni o di servizi e non sono in concorrenza le une con le altre come spesso accade nei consorzi export del tessile-abbigliamento o dell’agroalimentare - né perseguono l’obiettivo di federarsi al solo scopo di condividere le iniziative pubblicitarie. L’interazione tra le aziende COBRAT si estende a problematiche progettuali e produttive. Fondamentali, poi, sono le sinergie tra le risorse manageriali e tecnologiche che emergono, in modo sintetico, nella seguente tabella. 22 COBRAT scheda di sintesi delle imprese aderenti* DenominaZione CMC Srl. GSE Srl. HELITEC Srl. Anno di 1984 costituzione Campo di costruzione e attività revisione di componenti aviomotoristiche 1989 1994 1994 Costruzioni e montaggi aeronautici; meccanica di precisione Costruzioni e montaggi aeronautici e aerospaziali ingegneria e Costruzioni progettazione meccaniche aeronautiche di precisione e aerospaziali trattamenti anticorrosivi dei metalli Dipendenti al 31.12.1998 CertificazioNi e Qualifiche 14 11 65 4 non operativa 14 IAQAP 120 Ministero della Difesa ISO 9002 Qualificata Agusta e Fiat Avio ISO 9002 ISO 9000 Qualificata Agusta e Fiat Avio Qualificata ISO 9002 Agusta e Salver Fatturato in milioni Fatturato, ripartizione per committenti 1.000 1.000 4.000 700 70% Ministero della Difesa 30% altri 70% Agusta 70% Agusta 30% Fiat 30% Altri Avio • AVIOMAN Srl. OMA Processi di Davide speciali Srl. Arseni 1994 1997 8 5.000 Alenia, 60% Alenia Agusta, Fiat 30% Salver Avio e altri 10% Altri Dati soggetti a rettifica 23 SACIM Srl. TSM Srl. 1988 1995 lavorazioni meccaniche trattamenti superficiali dei metalli (primerizzazione e verniciatura) 65 ISO 9000 non operativa 2.000 non operativa n.d. ISO 9002 Qualificata Agusta e Aeronavali (Finmeccanica) 7.000 60% Agusta 25% Aeronavali 15% Altri L’intento perseguito dalla candidatura del COBRAT alle risorse della misura 5.3. del POP della Regione Puglia è promuovere nuovi investimenti per rafforzare ed estendere l’attuale filiera delle produzioni consortili. E’ opportuno porre in risalto che, sul versante delle grandi aziende dell’aeronautica, i concetti di qualità ed economicità, fondamentali per la scelta dei subfornitori, si specificano ulteriormente sulla base di considerazioni sui processi produttivi e sulle soluzioni logistiche. Pertanto si preferisce decentrare la produzione per sezioni costruttive integrate piuttosto che la produzione di singole componenti o sottosezioni. Indubbiamente è più vantaggioso affidare la realizzazione di un’intera “unità funzionale” di un velivolo ad un pool di imprese insediate in un’area geografica ristretta, piuttosto che esternalizzare la costruzione di una pluralità di sottosezioni ad una pletora di soggetti privi di coordinamento e localizzati in più regioni d’Italia. Anche dal punto di vista contrattuale, fiscale, amministrativo e gestionale è preferibile interloquire con un unico soggetto strutturato su base consortile piuttosto che confrontarsi con una moltitudine di subfornitori. Corollario di quanto appena affermato è che il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie sarebbe in grado di aggredire nuovi mercati se fosse nelle condizioni di potenziare gli attuali sistemi di produzione rendendoli più elastici e se potesse estendere la propria filiera produttiva ad ulteriori produzioni. Il polo aeronautico di Brindisi risulterebbe organizzato in modo tale da poter realizzare un ampio spettro di sezioni complesse, ossia unità funzionali strutturali e motoristiche per velivoli civili e militari. Segnatamente, nell’ambito dei progetti previsti dal Piano progettuale, gli elementi che intervengono a colmare le attuali lacune e ad ampliare la filiera sono i seguenti: • • • impianto per trattamenti termici destinato alla meccanica di precisione (C.M.C.): si tratta sostanzialmente di un forno industriale che consente processi di lavorazione di componenti meccaniche fini. Al momento l’unica azienda brindisina che possiede un forno per lavorazioni aeronautiche è la GSE. Tuttavia tale impianto, funzionale a grosse strutture, è sovradimensionato per le componenti di precisione e, quindi, oltremodo antieconomico. Anche i risultati di processo appaiono inadeguati; presse meccaniche (CMC) e dispositivi pluriassi a controllo numerico (OMA): l’utilizzo di moderni macchinari per la lavorazione dei metalli è indispensabile per accrescere la capacità produttiva in termini di produttività della manodopera, qualità e precisione delle lavorazioni e spettro di offerta del tipo di prodotti realizzabili; impianto di galvanica e trattamenti anticorrosivi e preancoranti della verniciatura (Processi Speciali): le componenti strutturali, macchinati e lamierati, una volta realizzate, vanno trattate con sostanze chimiche indispensabili per impedire forme di ruggine, ossidazione e, più in generale, degrado delle componenti metalliche. Successivamente alla fase di galvanica i metalli vengono sottoposti a quella di primer e, infine alla verniciatura vera e propria. Brindisi è oggi priva di un impianto di galvanica e tutte le componenti meccaniche prodotte dalle industrie del COBRAT vengono inviate a Caserta per essere sottoposte a questo trattamento. In 24 • seguito le componenti strutturali ritornano a Brindisi per le successive fasi della lavorazione. impianto per la posa in opera delle livree dei velivoli (TSM): come è noto ho compagnia aerea rende riconoscibili i propri velivoli esternamente ed internamente ricorrendo a soluzioni cromatiche esclusive. L’investimento proposto è teso a realizzare l’intero ciclo di manutenzione o riconversione (trattamenti superficiali e verniciatura) delle livree dei velivoli. Localizzato lungo l’aeroporto civile, l’impianto sarà in grado di offrire servizi, incluso il lavaggio rapido di interi velivoli, in grado di generare interessanti sinergie con le altre imprese del polo brindisino (si pensi, ad esempio, alla manutenzione dei motori, alla pulizia e alla manutenzione degli interni dei velivoli incluse le parti in tessuto, ecc.). L’impianto sarà realizzato all’interno di una vasta area ove la SACA si accinge a realizzare ulteriori investimenti per un “completion centre” (Par. 2.3). 25 2.3 Le ulteriori sinergie: dotazione infrastrutturale e investimenti grandi imprese. delle SOMMARIO: La presenza dei main contractor non è certo l’unica sinergia che incide sulle prospettive del COBRAT; bisogna tenere conto delle caratteristiche dell’aeroporto Papola di Brindisi, il meglio infrastrutturato del Sud Est; la SACA torna ad investire e dispone di suoli per 37 ettari, limitrofi alle piste del Papola, destinati –dal Piano Regolatore Generale- all’insediamento di industrie aeronautiche; su questi suoli il progetto della TSM (aderente al COBRAT) rappresenta l’avanguardia di un progetto ambizioso: la realizzazione di un “completion centre” per l’intero ciclo di “vestizione” interna ed esterna dei velivoli; il COBRAT ha già avviato i contatti con Sviluppo Italia per inserire le proprie imprese nell’indotto del centro manutenzioni che Ati-Tech (100% Alitalia) sta realizzando a Grottaglie; infine va segnalato che Sviluppo Italia ha costituito un ristretto e qualificato gruppo di lavoro per le iniziative a favore dell’aeronautica che vede la partecipazione del COBRAT. Si è già rilevato (Par. 2.1) come Brindisi, per tecnologia, occupazione ed export, rappresenti uno dei principali poli europei dell’industria aeronautica e si caratterizzi per una tradizione imprenditoriale che risale agli anni ‘30. A questi oggettivi punti di forza occorre accostare le ulteriori sinergie di contesto che, insieme alla presenza dei main contractor, incidono sulle prospettive dell’investimento COBRAT. Il livello di infrastrutturazione della provincia messapica è positivamente “anomalo” nel Mezzogiorno. Stando ai dati 1996 dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, nell’indice generale di dotazione infrastrutturale (valore medio nazionale = 100) Brindisi, con 107,2 punti, si colloca al 23° posto su 95 provincie ed è la prima tra le pugliesi (seguono Taranto 94 punti, 41ª posizione; Bari 92 punti, 45ª pos.; Lecce 68,8 punti, 85ª pos. e Foggia 68,6 punti, 86ª pos.). Qualora, invece di considerare l’indice generale (alla cui composizione concorrono trasporti, energia, sistema delle reti idriche, sistema del credito e telecomunicazioni) si faccia riferimento al solo indicatore dei trasporti - quello che ha maggiore attinenza con il piano progettuale - i dati appaiono ancora migliori: con 152,1 punti Brindisi è infatti la 14ª provincia di Italia, seconda nel Sud soltanto a Napoli. Le altre province pugliesi la seguono a grande distanza (Taranto 105,7 punti, 26ª posizione; Bari 101,4 punti, 31ª pos.; Lecce 84,7 punti, 42ª pos. e Foggia 77,9 punti, 56ª pos.). E’ evidente che su tali indicatori incide in modo rilevantissimo il binomio portoaeroporto ed è altrettanto chiaro che gli indici di infrastrutturazione misurano le potenzialità e non l’utilizzo effettivo di un capitale sociale che produce ricchezza e occupazione solo se si fanno corrette scelte gestionali per il suo utilizzo. Gli investimenti proposti dal COBRAT - in quanto correlati ad un’ambiziosa iniziativa localizzata lungo una pista dell’aeroporto di Brindisi (Infra, in questo paragrafo) beneficiano della presenza di tale infrastruttura e, al contempo, incidono positivamente sul suo impiego. L’aeroporto “Papola” di Brindisi è uno dei migliori in tutto il Sud Est del Paese. E’ il solo in Puglia a disporre di due piste che, disposte a croce, agevolano 26 atterraggi e decolli con qualsiasi condizione meteorologica. Per dimensioni6 (2.628 x 45 m. e 1.940 x 50 m.) le piste brindisine sono le più lunghe in Puglia (seguono Bari Palese con 2.440 x 45 m., Grottaglie con 1.800 x 45 m. e Foggia “Gino Lisa” con 1596 x 45 m.) e permettono l’agevole atterraggio e decollo dei velivoli di maggiori dimensioni (tra cui il Boeing 747). Ovviamente per le industrie aeronautiche la localizzazione in prossimità di un aeroporto non è certo un optional, anzi è il pre requisito indispensabile per operare. Alla luce di quanto appena rilevato ben si comprende per quale ragione una vasta area che costeggia una pista del “Papola” sia stata espressamente destinata, dal Piano Regolatore Generale, agli insediamenti industriali del solo settore aeronautico. Su queste superfici lo stabilimento di maggiore rilevanza è oggi quello dell’Agusta ma, proprio sui suoli confinanti con gli spazi fisici di tale impresa, è in programma la realizzazione di un’importante iniziativa in rapporto alla quale le odierne proposte del COBRAT risultano complementari e trovano motivo di incoraggiamento. L’iniziativa in parola ha come punto di riferimento la SACA. Questa società, che ha già acquistato la piena proprietà di un’area di 37 ettari, ha in animo la costruzione di un “completion centre”” ossia di un centro presso il quale provvedere per intero alla “vestizione” dei velivoli in tutte le loro componenti esterne (trattamenti superficiali, verniciatura e decoro della livrea) ed interne (produzione e allestimento di componenti quali pannelli, impianti elettrici, cucine, tappezzerie, sedili, verniciature interne, toilette, ecc.). Un simile complesso industriale si rivolge sia all’allestimento dei nuovi velivoli, sia alla manutenzione (basti pensare che ogni 18 mesi si procede al completo rinnovo della tappezzeria e dei sedili) anche parziale (ad esempio, sono molto frequenti i trattamenti superficiali e la verniciatura del timone, delle ali e delle altre superfici maggiormente esposte alla frizione con l’aria) sia, ancora, alla riconversione da una compagnia all’altra (il che avviene di frequente alla scadenza dei contratti di leasing) o dall’uso civile a quello commerciale. Il progetto in questione è stato già sottoposto, nelle sue implicazioni infrastrutturali, all’attenzione della Regione Puglia che lo ha espressamente ritenuto meritevole di supporto se è vero che, con delibera di Giunta n° 277 del 7 aprile 1999, lo ha contemplato (quale unica candidatura per il settore trasporti in provincia di Brindisi) tra le proposte a valere sulle risorse destinate al “cofinanziamento degli studi di fattibilità di rilevanti iniziative infrastrutturali di particolare interesse per le amministrazioni locali e di settori” dalla Deliberazione CIPE 9 luglio 1998. Merita di essere rimarcato che, tra gli investimenti sponsorizzati dal COBRAT, quello della T.S.M. S.r.l. - un grande impianto per i trattamenti superficiali e la verniciatura di intere livree - può essere definito “lotto funzionale” del “completion centre”, tant’è vero che i suoli dove sarà ubicata questa nuova iniziativa sono tra 6 Cfr. “Aeroporti d’Italia”, 1997. 27 quelli, oggi di proprietà SACA, limitrofi alla pista del “Papola” per i quali, è bene ribadirlo, risulta già approvato il piano di insediamento delle industrie aeronautiche. E’ comunque evidente che il “completion centre” sarà un acceleratore di sviluppo per tutto il polo aeronautico brindisino che, oltre alla vestizione interna ed esterna del velivolo, è già in grado di offrire una vasta gamma di servizi di manutenzione per le strutture ed i motori. Un’altra occasione importante per il COBRAT è rappresentata dagli investimenti che permetteranno di valorizzare uno stabilimento costruito a Grottaglie per Alenia e mai inaugurato. Come riportato dalla stampa nazionale, Ati-Tech, società controllata al 100% da Alitalia, si accinge ad utilizzare gli hangar exAlenia come centro di manutenzione mirato per i Boeing 737 sia della nostra compagnia di bandiera che di quella olandese (la KLM, come è noto, ha un accordo commerciale e produttivo a tutto campo con Alitalia). L’insediamento tarantino di Ati-Tech, frutto di una iniziativa di promozione industriale avviata da Sviluppo Italia, va a collocarsi in una provincia del tutto priva di cultura aeronautica e, distando meno di 50 chilometri da Brindisi, rappresenta una interessante opportunità per il COBRAT che, ovviamente, ha già avviato le trattative per assicurarsi un ruolo nell’indotto delle manutenzioni. In sintonia con quanto appena rilevato, va segnalato che Sviluppo Italia ha costituito un ristretto e qualificato gruppo di lavoro per le iniziative a favore dell’aeronautica che vede la partecipazione del COBRAT. Le prospettive di crescita dell’industria aeronautica nel suo complesso (Vedi Allegato A) trovano dunque riscontro concreto anche nella dimensione locale. E il comportamento delle imprese, fortemente influenzato dalle aspettative, è il miglior termometro del mercato. Agusta, in questi giorni, sta dando corso a un nuovo investimento di circa 15 miliardi di lire nel proprio stabilimento di Brindisi, avvalendosi anche di un cofinanziamento comunitario. E si è già detto (Par. 2.2.1) degli investimenti annunciati da Salver. Anche alcune PMI del COBRAT (ad esempio Avioman e G.S.E.) hanno recentemente avviato ambiziose campagne di investimento, supportate da contributi cofinanziati dalla Comunità europea, per competere adeguatamente con le imprese concorrenti. L’obiettivo del Piano integrato di sviluppo sottoposto dal consorzio brindisino alla Regione Puglia è quello di sostituire all’approccio individuale l’ottica di sistema, così da rafforzare ed estendere una filiera produttiva che ha tutte le carte in regola per contribuire allo sviluppo economico e sociale della provincia. 28 3. GLI INTERVENTI PROPOSTI A FINANZIAMENTO SOMMARIO: Non si richiedono contributi per le infrastrutture materiali (che già sono un punto di forza della provincia messapica) né per le immateriali (in corso di realizzazione grazie ai finanziamenti gi à ottenuti nell’ambito del PIC PMI); gli investimenti imprenditoriali previsti sono 4, tutti fanno riferimento a piccole e medie imprese aderenti al COBRAT, comportano investimenti complessivi per 20.668 milioni di lire e la richiesta complessiva di contributo ammonta a 14.443 milioni di lire, per un incremento occupazionale diretto a regime di 88 unit à. La Provincia e il Comune di Brindisi, rispettivamente, propongono a finanziamento (RAP 100) un programma per l’attrazione di nuovi investimenti nel settore dell’aeronautica e un intervento formativo sulla struttura amministrativa. Nel paragrafo 2.2.3. si è evidenziato che il COBRAT appare come una coalizione consapevole, forse indispensabile, per porsi in modo attivo rispetto alle dinamiche globalizzanti che investono il settore aeronautico nella componente sia delle grandi che delle piccole e medie aziende. Peraltro, si è messo in evidenza il contenuto tecnico di ciascuna iniziativa proposta a finanziamento e si è voluto rilevare come l’insieme degli investimenti produca un incremento della capacità produttiva e, soprattutto, quanto incida sulla filiera produttiva, colmandone alcune falle e ampliando in modo importante la gamma dei prodotti e dei servizi offerti dalle imprese consorziate. Dopo aver posto l’accento sul significato strategico del Piano progettuale, occorre ora focalizzare l’attenzione sulle misure di intervento per le quali si propone domanda di accesso, nonché sulle caratteristiche dei singoli progetti imprenditoriali in termini di elementi finanziari, occupazionali, ambientali, e di quant’altro assuma rilevanza ai fini del giudizio sulla concreta fattibilità delle iniziative proposte a finanziamento. 29 Misura 5.3.a): Infrastrutture fisiche e immateriali a supporto delle attività produttive e delle attività di servizio comune al programma integrato Ai fini dell’ammissibilità a contributo delle infrastrutture, le note esplicative della misura 5.3. hanno posto esplicitamente il vincolo della “stretta correlazione” al programma integrato di sviluppo. Peraltro, si è già posto l’accento (Par. 2.3) sulla circostanza che la dotazione infrastrutturale della provincia di Brindisi, proprio per quanto attiene ai trasporti, rappresenta un vero e proprio punto di forza, una potenzialità da valorizzare con opportune scelte gestionali. Ciò premesso, si ritiene di non proporre istanza per la realizzazione di alcuna infrastruttura materiale. Per quel che concerne le infrastrutture immateriali va detto che il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie, fin dalla sua costituzione, aveva avvertito l’urgenza di poter disporre di una rete telematica consortile per la condivisione delle informazioni e per dare maggiore forza alle azioni di marketing. Per tale ragione, come si è già rilevato (Par. 2.2.2) il consorzio non ha esitato a inoltrare una specifica proposta di investimento del valore complessivo di £. 120 milioni. Tale iniziativa è stata ammessa a contributo (per il 65% delle spese previste) a valere sui fondi del Programma di Iniziativa Comunitaria Piccole e Medie Imprese, la cui gestione è stata delegata a Tecnopolis dalla Regione Puglia. Questo intervento, già avviato, appare proporzionato alle attuali esigenze del COBRAT e tale da non rendere necessaria una nuova richiesta di finanziamento ai sensi della misura 5.3.a). 30 Misura 5.3.b): Incentivi alle attività produttive industriali e dei servizi alle imprese, proposte dalle PMI Nella tabella riepilogativa qui allegata, si riportano in forma schematica i dati che possono essere evinti da ogni singolo business plan, puntualmente redatto in ossequio alle norme applicative della legge 488/92. Gli stessi dati sono stati elaborati anche sotto forma di totali e subtotali e, in alcuni casi, si è ritenuto opportuno mettere in evidenza i valori medi allo scopo di offrire il maggior numero di informazioni a chi è preposto alla valutazione dell’istanza di finanziamento. Per evitare ogni dubbio interpretativo sulle informazioni riprodotte nelle tabelle, si rendono opportune le seguenti puntualizzazioni: 1. Anzitutto va premesso che il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie ha rilevanza esterna ed è iscritto nel registro delle imprese presso la CCIAA di Brindisi. Va inoltre rilevato che il COBRAT non ha mai beneficiato di strumenti della programmazione negoziata. 2. I programmi di investimento proposti fanno tutti riferimento a imprese che, ai sensi della vigente normativa comunitaria sugli aiuti di stato, rispondono ai parametri dimensionali della Piccola o Media Impresa e, a tutti gli effetti, sono parte integrante del consorzio proponente. 3. Delle quattro iniziative proposte a finanziamento, ai sensi della legge 488/92 e delle relative norme di applicazione, due vanno classificate come ampliamenti (C.M.C. S.r.l. e OMA) e due vanno classificate come nuove iniziative (T.S.M. S.r.l. e Processi Speciali S.r.l.). Nel caso di Processi Speciali, a parziale rettifica di quanto indicato dall’impresa nel proprio business plan va detto che sul piano giuridico - assumendo come riferimento la definizione dettata dall’art. 3, comma 1 lett. a) del decreto 20 ottobre 1995, n° 527 (il “regolamento della legge 488”) e dalla connessa disposizione di cui al punto 3.2., comma 2°, ultimo alinea della circolare ministeriale MICA 20 novembre 1997, n° 234363 - pare corretto classificare la proposta “nuovo investimento”. L’investimento in parola, sul piano della realtà materiale, è un ampliamento di una nuova iniziativa. In altri termini la società in questione non ancora operativa - ha già in corso un programma di investimento e la proposta presentata ai sensi della misura 5.3. si traduce in ulteriori sviluppi (anche sul piano occupazionale) che vanno a sommarsi e a sovrapporsi a quelli dell’iniziativa già avviata. 4. L’incremento occupazionale diretto generato dalle iniziative è stato calcolato sulla base dei criteri dettati dalle disposizioni applicative della legge 488/92. Per l’incremento occupazionale indiretto generato dagli investimenti del COBRAT, in difetto di più attendibili criteri, si è ritenuto di applicare all’incremento occupazionale diretto il moltiplicatore 2,3 frutto della ipotesi (riprodotta in forma schematica nella sottostante tabella) che attribuisce il maggiore giovamento allo stesso settore aeronautico (grazie alle sinergie di 31 sistema delle quali si avvale il piano integrato di sviluppo, v. Par. 2.3) e ulteriori effetti incrementali agli altri settori dell’economia locale, indiretti beneficiari degli investimenti COBRAT. Settore produttivo effetto incrementale (moltiplicatore) Aeronautica servizi aeroportuali costruzioni civili meccanica e siderurgia Servizi Altro Totale 1,0 0,2 0,2 0,4 0,2 0,3 2,3 5. Si noterà che il piano finanziario annuale degli investimenti produttivi, tra contributi e apporto di capitale proprio, dà una somma che, per alcune imprese, è maggiore del costo complessivo degli investimenti. Ciò dipende da due circostanze concomitanti: • i conferimenti delle imprese sono maggiori del fabbisogno finanziario perché tutte le imprese del COBRAT si impegnano a rafforzare la propria base patrimoniale in misura superiore a quella richiesta dalla misura 5.3. (il 30%); • seppur di poco, gli aiuti di intensità 40% ESN + 15% ESL possono risultare maggiori del 70% nominale. E’ evidente poi, che quando nell’anno di avvio dell’investimento il conferimento dei soci è maggiore del 30% della spesa complessiva, in bilancio residueranno (sotto forma di riserve) risorse utilizzabili nel successivo esercizio nel quale è ben possibile che il conferimento dei soci risulti inferiore al 30% del fabbisogno. 6. Per quanto riguarda l’affidabilità economica e finanziaria delle singole imprese e del COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie, si è avuto cura di allegare i bilanci e le referenze bancarie per ciascuna iniziativa. Inoltre, come espressamente previsto dalle disposizioni applicative della legge 488/92, si è allegato - per ogni impresa candidata a contributo - il certificato camerale (o il corrispondente documento rilasciato dalla cancelleria commerciale del Tribunale) dal quale si evince che non vi sono in atto procedure concorsuali. Infine va segnalato che Banca CARIME, ha formalizzato al COBRAT la propria disponibilità a finanziare (anticipazioni) i programmi di investimento di tutte le imprese ammesse ai contributi della misura 5.3. 32 7. I costi di gestione, come stabilito nella scheda tecnica della misura 5.3., sono quantificati nella misura dell’1,5% dei contributi complessivamente richiesti. Il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie, qualora ammesso a contributo, darà corso alle seguenti attività: • garantire il coordinamento delle attività e degli interventi previsti dai singoli programmi ammessi a contributo; • esercitare i poteri di controllo e sostitutivi agli stessi eventualmente riconosciuti nei limiti ed alle condizioni di cui alla disciplina del Patto Territoriale di cui alla deliberazione C.I.P.E. del 21 marzo 1997; • monitorare costantemente lo stato di avanzamento del programma e riferire trimestralmente alla Regione Puglia, Assessorato all’Industria e Artigianato a far data dal 1° settembre 1999; • ricevere dai titolari degli interventi ammessi a contributo la documentazione necessaria ad attestare lo stato di avanzamento finanziario del programma sia in termini di impegno che di spesa; • presentare per conto dei titolari dei singoli progetti ammessi a contributo le richieste di erogazione secondo i termini e le modalità di cui alle leggi regionali nn. 3/95 (per gli interventi pubblici) e 5/95 (per le iniziative produttive imprenditoriali). Il COBRAT per offrire la massima garanzia sul corretto svolgimento delle sopraddette prestazioni - senza delegare ad altri le proprie responsabilità e previa specifica autorizzazione dell’amministrazione regionale intenderebbe avvalersi - oltre che del proprio personale - dell’ausilio tecnico di un istituto di credito selezionato in base alle condizioni di mercato. 8. Gli indicatori ambientali, sono stati calcolati in prima battuta nel pieno rispetto dei criteri stabiliti al punto 6.6. della circolare MICA 20 novembre 1997, n° 234363, attuativa della legge 488/92. Tale circolare prevede che il punteggio massimo assegnabile a ciascuna impresa possa essere pari a 10 punti, nel mentre la scheda tecnica della misura 5.3. prevede che il punteggio massimo possa essere pari a 15 punti, fermo restando che gli elementi dei quali tener conto per l’attribuzione del punteggio sono i medesimi previsti nella scheda tecnica per la presentazione delle candidature ai punti compresi tra C.3.1.1.(adesione al sistema ecoaudit o ISO 14001) e C.3.2.5. (energia da fonti rinnovabili). Preso atto di tale diversità tra la legge 488/92 e la misura 5.3. si è ritenuto corretto applicare ai risultati ottenuti ai sensi della sopra citata circolare MICA il moltiplicatore 1,5 così da ottenere un risultato che pare conforme alle disposizioni regionali. 9. Per quel che riguarda i tempi per la cantierizzazione e ultimazione delle iniziative, si assume come punto di partenza il mese di settembre 1999 (mese 1). Ai fini delle autorizzazioni amministrative si sottolinea che le istituzioni locali hanno sottoscritto un protocollo di intesa (Cap.4) con il quale, ripercorrendo quanto è già stato fatto - concretamente - nel caso del Patto Territoriale, si sono impegnate a fare ricorso alla “conferenza dei servizi” e ad ogni ulteriore soluzione in grado di accelerare le procedure. Peraltro nessuno dei progetti pare prospettare problemi di particolare complessità, almeno per 33 quel che concerne gli strumenti urbanistici. Difatti nel caso di CMC, OMA e Processi Speciali, gli investimenti relativi alle componenti immobiliari rappresentano dei meri ampliamenti dell’esistente. Nel caso di TSM, la nuova iniziativa produttiva sarà realizzata ai bordi di una pista dell’aeroporto di Brindisi, accanto allo stabilimento Agusta, su di un’area, attualmente di proprietà SACA, che ha già per destinazione urbanistica gli insediamenti produttivi dell’industria aeronautica. 34 Misura 5.3.c): Assistenza tecnica e bisogni formativi per gli Enti locali (RAP 100). Nell’ambito del protocollo di intesa sottoscritto dalle parti sociali e dagli Enti locali ai fini della concertazione a supporto della misura 5.3. (Cap. 4), l’Amministrazione provinciale ed il Comune di Brindisi hanno assunto molteplici impegni. In questo contesto la Provincia di Brindisi “con specifico riferimento alle possibilità di utilizzo delle risorse previste dal programma RAP 100, si ripromette di verificare, raccordandosi con il Formez, quali possano essere le iniziative più adeguate per affiancare il COBRAT, anche attraverso azioni volte ad attrarre nuovi investimenti, nazionali e internazionali, nell’aeronautica in provincia di Brindisi”. Per parte propria le amministrazioni comunali “si impegnano altresì a fare ricorso alle semplificazioni intervenute in attuazione delle cosiddette leggi Bassanini e a verificare in che misura tali processi di semplificazione e di promozione dello sviluppo economico possano essere assistiti e supportati ricorrendo alle risorse previste nell’ambito del programma RAP 100 gestito dal Formez”. Dando corso a tali impegni la Provincia e il Comune di Brindisi hanno provveduto alla redazione di due manifestazioni di interesse. Segnatamente la proposta della Provincia riguarda un’azione di marketing territoriale specifica per il settore aeronautico, mentre quella del capoluogo è mirata alla formazione del proprio personale. Le spese previste si aggirano tra i 200 e i 300 milioni di lire nel caso della provincia e tra i 60 e i 100 milioni di lire nel caso del comune capoluogo. 35 4. LA CONCERTAZIONE Le parti economiche e sociali, la Provincia di Brindisi e tutti e tre i comuni nel cui territorio insistono le iniziative produttive proposte a finanziamento, hanno siglato il documento di concertazione che sancisce l’ampia condivisione degli obiettivi prefissi dal piano integrato di sviluppo. Particolarmente rilevanti appaiono gli impegni per lo snellimento degli iter autorizzativi. Va comunque ribadito che nessuno degli investimenti proposti implica deroghe ai vigenti strumenti urbanistici. Si riproduce nel seguito il testo del protocollo di intesa che - nella versione originale sulla quale sono apposte le sottoscrizioni dei soggetti che vi hanno aderito è posto tra gli allegati tecnici del Piano progettuale, insieme ai business plan delle singole imprese. PROTOCOLLO DI INTESA Premesso che: • in provincia di Brindisi il comparto della produzione di mezzi di trasporto, costituito in modo pressoché esclusivo dalle imprese del settore aeromeccanico-aviomotoristico, con i suoi 1.857 occupati ha un peso percentuale pari al 12,5% dei lavoratori nell’industria manifatturiera e, con il 7,1% delle esportazioni complessive dell’area è tra quelli con il più elevato grado di apertura internazionale. Esso rappresenta pertanto una fondamentale risorsa economica e occupazionale; • la Commissione europea, con la Comunicazione 24 settembre 1997, n° 466, “L’industria aerospaziale europea. Affrontare la sfida globale”, qualifica come indifferibile priorità il rafforzamento dell’industria aeronautica per la sua stretta correlazione con fattori strategici, militari e politici, commerciali, ambientali, occupazionali e tecnologici; • ulteriore indicatore della rilevanza che la Commissione europea riconosce all’industria aeronautica sono le specifiche linee di finanziamento riservate a tale settore nell’ambito del 5° programma quadro per la ricerca applicata e lo sviluppo tecnologico; • il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie, preso atto delle intenzioni di investimento delle imprese consorziate, si è determinato a sottoporre alla Regione Puglia la propria candidatura nell’ambito della misura 5.3. del Programma Operativo Plurifondo; • a tale scopo ha provveduto alla elaborazione di un Piano progettuale la cui strategia fa perno sulla promozione di investimenti tesi a estendere la filiera produttiva così da rendere il polo aeronautico di Brindisi competitivo su nuovi mercati, perché in grado di offrire un ampio spettro di servizi e produzioni (strutturali e motoristiche) per velivoli civili e militari; 36 • per effetto dei nuovi investimenti le imprese consorziate si impegnano ad assumere nuova forza lavoro, nel rispetto delle norme legali e contrattuali, con ciò contribuendo a generare progresso sociale sul territorio; • il Piano progettuale fa riferimento altresì alla possibilità di valorizzare il potenziale costituito dalle infrastrutture aeroportuali, da sempre sottoutilizzate, recentemente offese dagli effetti della crisi nel Kossovo; Tutto ciò premesso, ritenendo che l’iniziativa assunta dal COBRAT - anche alla luce dell’esperienza maturata con il Patto Territoriale promosso dalla Provincia di Brindisi, al quale nel seguito si fa riferimento anche testuale - possa avere migliore esito se accompagnata dalla concertazione e dunque dal contributo degli Enti locali e delle parti sociali, si stabilisce quanto segue. COBRAT Il COnsorzio BRindisino Alte Tecnologie si impegna a dare corso a tutte le funzioni di Soggetto Intermediario Locale e a fungere da punto di riferimento e di stimolo per il buon esito dell’iniziativa intrapresa. IMPEGNI DEGLI ENTI PUBBLICI LOCALI Gli impegni assunti dai soggetti pubblici sono finalizzati a ottimizzare il ruolo e le competenze delle istituzioni nell’ambito dell’utilizzo dello strumento della concertazione, per la coesione della realtà amministrativa, economica e sociale nell’ambito territoriale, conformemente al principio del partenariato su cui si basa l’azione della Commissione dell’Unione europea. In particolare gli enti firmatari, tenuto conto che la misura 5.3. esige la cantierabilità degli investimenti entro 90 giorni dal provvedimento di ammissione a contributo, per quanto di competenza si fanno garanti di tale condizione, nei limiti consentiti dal quadro normativo vigente. Provincia La Provincia di Brindisi, già Ente promotore del Patto Territoriale, assume l’impegno di sostenere l’iniziativa adottata dal COBRAT con tutti i mezzi a sua disposizione e ad assumere tutte le iniziative che si rendessero necessarie. In particolare assicura di attivare percorsi privilegiati per gli opportuni adempimenti amministrativi facendo ricorso alle medesime procedure già implementate in occasione del Patto Territoriale, inclusa la conferenza dei servizi nonché ogni ulteriore soluzione, conforme a legge, funzionale al pronto avvio degli investimenti. La Provincia inoltre, si impegna, a promuovere lo sviluppo delle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo degli investimenti attraverso gli interventi nei settori di propria competenza. Attribuisce particolare importanza al 37 completamento delle infrastrutture del sistema dei trasporti e agli interventi in materia di formazione professionale. Riconosce il ruolo essenziale degli strumenti finanziari cofinanziati dalla Unione europea, e in primo luogo delle risorse del P.O.P. Puglia. Si impegna inoltre ad implementare il ruolo di soggetto coordinatore della programmazione che le viene attribuito dalla L. 142/90. Con specifico riferimento alle possibilità di utilizzo delle risorse previste dal programma RAP 100, si ripromette di verificare, raccordandosi con il Formez quali possano essere le iniziative più adeguate per affiancare il COBRAT, anche attraverso azioni volte ad attrarre nuovi investimenti, nazionali e internazionali, nell’aeronautica in provincia di Brindisi. I Comuni I Comuni firmatari si impegnano a creare canali privilegiati per tutti gli adempimenti amministrativi di propria competenza, riguardanti i progetti. In particolare viene assicurata l’accelerazione delle procedure di autorizzazione per la allocazione degli insediamenti produttivi e di tutti i connessi atti amministrativi nel rispetto di quanto previsto dalla legislazione vigente. A tal fine istituiranno una distinta graduatoria per le domande relative alle concessioni di licenze edilizie, nulla osta, ecc. relative ai progetti imprenditoriali e agli insediamenti produttivi. I Comuni inoltre si impegnano a fare ricorso allo strumento della conferenza dei servizi per accelerare gli iter autorizzativi riguardanti i progetti. I Comuni si impegnano infine a fare ricorso a tutti gli strumenti di finanziamento cofinanziati dall’Unione europea (in particolare il P.O.P. Puglia. Si impegnano altresì a fare ricorso alle semplificazioni intervenute in attuazione delle cosiddette leggi Bassanini e a verificare in che misura tali processi di semplificazione e di promozione dello sviluppo economico possano essere assistiti e supportati ricorrendo alle risorse previste nell’ambito del programma RAP 100 gestito dal Formez. ASSOCIAZIONI SINDACALI DEI LAVORATORI Le Organizzazioni Sindacali convengono sull’opportunità di consolidare e sviluppare un sistema di relazioni industriali funzionali agli obiettivi di sviluppo territoriale. In particolare, in presenza di nuove realizzazioni industriali (ed ampliamenti dell’esistente), si impegnano a: • prevedere, ove possibile, una flessibilità delle prestazioni lavorative in relazione all’utilizzo degli impianti e/o alle particolari condizioni operative dell’azienda, in modo che il più rapido ammortamento degli investimenti si traduca in un ulteriore elemento di convenienza ad investire; 38 • favorire e determinare, attraverso la concertazione, un costo del lavoro compatibile con il rispetto dei minimi contrattuali, con azioni conseguenti e coerenti nella contrattazione aziendale, con l’utilizzo degli strumenti di incentivazione , con le agevolazioni previste dalle leggi e con le esigenze di ottimizzare le condizioni di produttività e competitiva delle nuove imprese. Quanto sopra, per un ragionevole periodo tale da consentite il consolidamento e lo sviluppo delle iniziative. ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI L’Associazione Industriali e le singole imprese si impegnano a stimolare l’avvio delle nuove iniziative produttive. Si impegnano inoltre ad utilizzare i contributi pubblici per sostenere l’incremento dei livelli di occupazione e a valutare le opportunità di partenariato con imprese non locali. L’Associazione degli Industriali, continuerà ad adoperarsi per il miglioramento delle relazioni e per lo sviluppo di un dialogo sempre più costruttivo con le Organizzazioni Sindacali. Inoltre, la stessa si impegna a promuovere la tutela delle fasce deboli (cassintegrati, giovani, portatori di handicap, donne) agevolandone l’ingresso o il reinserimento nel mondo del lavoro, anche attraverso la formazione professionale. Le aziende, con l’assistenza dell’Associazione degli Industriali, si impegnano a fornire alle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori le informazioni sul piano di impresa e lo stato di attuazione dello stesso mediante incontri periodici, adoperandosi per il mantenimento di un livello di gestione delle relazioni industriali coerente con gli impegni assunti. A fronte di concrete applicazioni di forme di flessibilità concordata tra le Organizzazioni Sindacali, l’Associazione degli Industriali e la singola azienda , saranno attivate opportune forme e modalità di consultazione dei lavoratori. 39 ALLEGATI 40 ALLEGATO A PROSPETTIVE DELL’INDUSTRIA AERONAUTICA A LIVELLO MONDIALE ED EUROPEO A1. La crescita del traffico aereo e le ripercussioni sull’industria aeronautica. SOMMARIO: Stando alle previsioni di Airbus e Boeing, nel prossimo ventennio la crescita del traffico aereo sarà pari al 168% rispetto ai livelli del 1997; grazie ai maggiori profitti le compagnie aeree aumenteranno gli investimenti relativi al proprio parco mezzi; le prime 210 compagnie (che oggi dispongono di 9.677 aeromobili di classe dimensionale superiore a 70 passeggeri) entro il 2017 avranno bisogno di 17.920 velivoli; gli 8.243 aeroplani in più saranno necessari per soddisfare la crescente domanda espressa dal traffico passeggeri; per effetto del previsto turnover, nello stesso arco temporale saranno indispensabili altri 8.526 aerei; la sola costruzione di nuovi aerei rappresenta un business di 1.200 miliardi di dollari a beneficio dell’industria aeronautica, ma occorre tenere conto dell’effetto incrementale relativo alle attività di manutenzione e riconvenzione. Nell’ultimo trentennio, a livello mondiale, il traffico aereo è aumentato in modo esponenziale. A questo risultato hanno concorso soprattutto la progressiva riduzione delle tariffe, il miglioramento dei servizi e la globalizzazione dei mercati. Si tratta di fattori che, insieme alle previsioni di crescita dell’economia mondiale, continueranno a produrre il proprio effetto incrementale dell’aviazione civile e commerciale nel prossimo futuro. In particolare, stando alle previsioni di Airbus e Boeing1 (pressoché identiche), nel prossimo ventennio la crescita del traffico aereo sarà pari al 168% rispetto ai livelli del 1997 sicché il quantitativo di posti richiesti dall’aviazione civile dovrebbe più che raddoppiare. Quest’ultima circostanza, in un mercato che si caratterizza per l’elevato grado di concentrazione, dovrebbe andare a beneficio dei profitti delle maggiori compagnie aeree. E va evidenziato che sussiste una precisa relazione tra i profitti e gli investimenti che tali compagnie finalizzano al potenziamento delle proprie flotte. Naturalmente, bisogna tenere in considerazione gli ulteriori investimenti resi necessari dal turnover degli aeromobili, che sono utilizzati per il traffico passeggeri per non più di trent’anni. A questo proposito va tuttavia evidenziato che numerose compagnie hanno ritmi di sostituzione ben inferiori ai trent’anni. Difatti motivazioni gestionali, fiscali, contrattuali (si pensi alla diffusione del leasing), legislative (in particolare per l’adeguamento ai limiti imperativi in materia di emissioni gassose e sonore) e, soprattutto, di strategia commerciale, inducono tali società a disporre di una flotta piuttosto giovane. 1 Si vedano gli studi di Airbus “Global Market Forecast” e di Boeing “Current market outlook”, entrambi del 1998. 41 In particolare l’età media degli apparecchi di cui dispongono i vettori asiatici ed europei è inferiore a 10 anni. Su queste basi Airbus prevede che entro il 2017 almeno il 90% dei 9.677 aeromobili oggi in servizio debbano essere sostituiti. Queste tendenze, sebbene il tasso di produttività degli aeromobili vada accrescendosi, non potranno che tradursi nel progressivo ampliamento delle flotte aeree che dovrebbe essere caratterizzato da tassi di crescita differenziati a seconda delle specificità delle aree mercato. Per la precisione si stima che in termini percentuali le compagnie nordamericane dovrebbero perdere qualche punto a beneficio di quelle europee e, ancora di più, di quelle asiatiche e cinesi che, consequenzialmente, registreranno i maggiori progressi. L’evoluzione del mercato dell’aviazione civile si ripercuoterà inevitabilmente sulle caratteristiche degli stessi aeroplani. Visto che all’incremento del traffico non corrisponde un aumento proporzionale del numero di rotte percorse (grazie al ruolo preminente svolto da pochi grandi aeroporti Hub), evidentemente la stessa dimensione media degli aerei non potrà che aumentare. Nell’arco di vent’anni, gli aeromobili con capacità superiore a 400 passeggeri, passeranno dall’attuale 1% al 7% del mercato ed anche quelli tra 210 e 250 passeggeri registreranno un incremento ragguardevole (+6%) del proprio peso, nel mentre diminuirà considerevolmente (-15%) la rilevanza degli aeroplani in grado di trasportare tra 125 e 175 viaggiatori. Occorre a questo punto prendere in esame gli effetti dell’evoluzione del traffico aereo sull’industria aeronautica. Secondo Airbus, per soddisfare l’incremento del traffico passeggeri previsto da qui al 2017, ci vorranno 8.243 aeroplani in più. Inoltre, per effetto del previsto turnover, saranno indispensabili altri 8.526 apparecchi. Soltanto il 12% (1.151 aerei) dei mezzi che costituiscono le attuali flotte rimarrà in esercizio per il traffico civile. Ciò significa che, nel periodo considerato, saranno necessari 16.769 nuovi aeromobili (con una capacità media di 230 posti) e andrà riconvertito per finalità commerciali (in larga misura) l’88% degli aeromobili oggi in esercizio per il traffico passeggeri. Stando alle previsioni, ripartendo gli ordinativi per classe dimensionale, la parte principale (in termini assoluti) spetterà alla categoria tra 125 e 175 passeggeri (7.286 aerei), seguita da quella tra i 210 e i 250 (3.092) e da quella tra i 300 e i 400 (2.935). Quanto alla ripartizione territoriale degli ordini previsti per gli aeromobili con più di 70 posti, le compagnie nordamericane assorbiranno il 34% del mercato, quelle europee il 28% e le asiatiche (comprensive delle cinesi) il 25%. Relativamente marginale (13%) sarà dunque la domanda espressa complessivamente dall’America Latina, dall’Africa e dal Medio Oriente. Va poi rimarcato che se Europa, Stati Uniti e Canada rappresenteranno circa il 70% degli ordinativi nella classe dimensionale compresa tra i 70 e i 100 passeggeri, i paesi asiatici (inclusa la Cina) privilegeranno gli ordinativi nella categoria superiore ai 400 posti. Nel periodo considerato (1998-2017) parte delle necessità di adeguamento delle compagnie aeree (3.176 mezzi) dovrebbe risultare soddisfatta attraverso operazioni di 42 cessione-acquisto di aeromobili usati (per lo più oggetto di leasing) che, dopo le necessarie revisioni, potranno tornare ad essere utilizzati per il traffico passeggeri. Ciò significa che la domanda del “nuovo”, relativa ai velivoli per più di 70 passeggeri, sarà in grado di assorbire 13.593 aeroplani con una media annuale di 680 ordinativi. Tradotto in danaro il valore di questo mercato, a prezzi costanti 1998, è pari a 1.200 miliardi di dollari. Le previsioni di Airbus consentono di ripartire questa somma sulla base della classe dimensionale dei velivoli. Le aspettative più interessanti riguardano il segmento compreso tra 300 e 400 posti che dovrebbe rappresentare circa il 30% del mercato, seguita da quella superiore a 400 passeggeri con il 26%. Agli aeromobili tra 125 e 175 posti dovrebbe spettare il 22% del mercato ed a quella tra 210 e 250 il 19%. Corollario di quanto fin qui affermato, circa le imponenti previsioni di crescita del traffico aereo ed i connessi investimenti delle compagnie aeree, sono le potenzialità dell’industria aeronautica sul fronte sia della costruzione che della revisione degli aeromobili. Altrettanto promettenti sono le prospettive di sviluppo per quanto attiene alla riconversione degli aeromobili, tanto nel caso in cui questi subiscano cambiamenti di destinazione (da passeggeri a cargo), quanto nel caso in cui essi, senza mutare funzione, vengano ceduti da una compagnia ad un’altra. In questa evenienza, infatti, si rendono necessari gli interventi sulla livrea (la colorazione esterna del velivolo che) e sugli arredi interni (c.d. vestizione) oltre, ovviamente, ad un’accurata manutenzione. 43 A.2. L’industria aeronautica europea SOMMARIO: L’industria aerospaziale è dominata dalle imprese statunitensi (58%) ed europee (29%), tuttavia mentre negli assetti societari USA prevalgono nettamente le concentrazioni che agevolano le sinergie tra settori (ad esempio tra civile e militare), in Europa l’aerospaziale si caratterizza per l’elevato grado di frammentazione; in tale contesto competitivo l’Unione europea ritiene che il rafforzamento della propria industria aeronautica costituisca una priorità indifferibile per la stretta correlazione con fattori strategici, militari e politici, commerciali, ambientali, occupazionali e tecnologici; la candidatura del COBRAT appare così in sintonia sia con la politica regionale comunitaria, sia con una priorità di politica industriale europea. Se il mercato del trasporto aeronautico civile, nella dimensione planetaria, registra la presenza di un certo numero di competitori2, decisamente oligopolista è lo scenario dell’industria aeronautica (civile e militare), perlomeno a livello di prime contractors. La competizione appare ristretta agli Stati Uniti e all’Europa (principalmente Francia, Germania, Regno Unito e Italia) che detengono le maggiori competenze tecniche e commerciali oltre alle risorse indispensabili per sostenere i rilevanti costi di ricerca e sviluppo. Il ruolo della Russia, per effetto della crisi economica che ha investito l’ex Unione Sovietica, appare drasticamente ridimensionato rispetto a quello antecedente la caduta del muro di Berlino. In termini di mercato, nel settore degli aeromobili (per più di 70 passeggeri) destinati al trasporto civile, la Boeing occupa una posizione dominante (con il 70% del mercato mondiale) contrastata solo dalla progressiva ascesa dell’europea Airbus (oggi al 30%). Anche nel campo dei jet militari, con l’80% del mercato mondiale, gli americani hanno una posizione predominante. Nel settore degli elicotteri ad uso civile l’Europa controlla il 30% del mercato, percentuale che si riduce all’8% per le applicazioni militari. Fino al 1994 l’industria europea deteneva il 70% del mercato degli aeromobili (jet e turboelica) per aviazione generale, ma tale percentuale si è ridotta sensibilmente negli ultimi anni per effetto della concorrenza asiatica, brasiliana e, soprattutto, canadese. Decisamente interessanti sono i risultati europei nel settore spaziale con una quota di mercato pari al 25% nella costruzione di satelliti e, grazie al successo del programma Ariane, maggiore del 50% nei servizi di lancio e posizionamento dei satelliti. Complessivamente l’industria aerospaziale statunitense controlla il 58% del mercato mondiale mentre quella europea si attesta al 29%3, tuttavia la relazione tra le imprese dei due continenti non va intesa necessariamente come contrapposizione. Un esempio evidente di quest’affermazione riguarda il primo gruppo aeronautico italiano, Alenia, che da lungo tempo intrattiene un rapporto privilegiato con Boeing e solo in tempi recenti ha intavolato un negoziato con Airbus. L’industria europea appare notevolmente frammentata al confronto di quella americana. Questa situazione, se si tiene conto dell’importanza strategica e militare dell’industria 2 Con ciò si è ben lungi dal fare riferimento ad un sistema di concorrenza perfetta. Anzi, negli ultimi anni si è accentuata la tendenza alle concentrazioni e ad altri accordi societari e commerciali tra le imprese. 3 Questi dati, sono ripresi dalla Comunicazione della Commissione europea Com (97) 466 “L’industria aerospaziale europea: rispondere alla sfida globale”. 44 aeronautica, ha origine nelle caratteristiche del mercato nazionale che negli USA ha dimensioni ovviamente maggiori di quanto non possa essere nel caso di qualsiasi paese europeo. L’industria americana, ab origine e in modo ben più efficiente rispetto a quella europea, ha potuto avvalersi delle economie di scala e delle sinergie tra le applicazioni civili e militari, inoltre, in tempi recenti, ha accelerato i processi di concentrazione. A questo proposito la fusione tra Boeing e McDonnell Douglas ha dato luogo a un quasimonopolio dell’aeronautica civile che, per l’industria militare, trova il proprio contraltare nell’unione tra Lockheed Martin e Northrop Grumman. Nel vecchio continente ci sono 6 produttori di aeromobili passeggeri (negli USA 1), e altrettanti di aerei militari (2 negli USA); tre sono le società specializzate negli elicotteri (quante in America) ed addirittura 12 quelle del settore missilistico (contro le 4 statunitensi), 5 sono i prime contractors nel mercato dei satelliti (4 negli USA). “Mentre negli Stati Uniti, allo stato attuale, la principale azienda detiene una quota pari al 44% del mercato, in Europa, la British Aerospace (Gran Bretagna) raggiunge solo il 22%, e solo insieme con Dassault e l’Aerospatiale (Francia) si attesta al medesimo livello; mediamente, in Europa, la dimensione della singola azienda è pari ad un terzo (7 miliardi di dollari) di quella della singola azienda negli Stati Uniti” 4 Nel confronto con i competitori statunitensi, il portafoglio delle attività delle industrie europee appare eccessivamente parcellizzato tra i diversi comparti dell’aeronautica. Inoltre i limiti dimensionali delle società europee non consentono che queste possano sempre bilanciare i rischi della ricerca e massimizzare i risultati dei processi di innovazione tecnologica attraverso il trasferimento di know-how da un settore all’altro dell’aerospaziale. A questo proposito va sottolineato che i programmi di ricerca tecnologica del governo americano hanno la caratteristica di finanziare principalmente i progetti dual-use ossia quelli che si prestano ad applicazioni sia militari che civili. A partire dal 2° programma quadro, per recuperare il ritardo accumulato rispetto agli USA, l’Unione europea si è fatta carico di uno sforzo rilevante per il superamento della tradizionale dimensione domestica dei programmi di sviluppo tecnologico. Così, nell’ambito del 5° programma quadro, in corso di attuazione, sono state stanziate consistenti risorse per sostenere iniziative transnazionali aperte alla partecipazione di centri di ricerca ed industrie aerospaziali appartenenti a più paesi membri5. 4 AIAD (Associazione Industrie per l’Aerospazio, i Sistemi e la Difesa), Relazione sull’esercizio del 1997. Sul punto si fa rinvio alla Decisione n. 182/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 dicembre 1998 relativa al quinto programma quadro (1998-2002) delle azioni comunitarie di ricerca, di sviluppo tecnologico e di dimostrazione (Gazzetta ufficiale n. L 026 del 01/02/1999) che, testualmente, prevede: 5 iv) Nuove prospettive per l'aeronautica Con questa azione chiave si mira a contribuire al rafforzamento della posizione della Comunità in questo settore, sviluppandone, nel rispetto della tutela ambientale, la capacità di avvalersi delle tecnologie più avanzate dell'aeronautica. Essa riguarderà prioritariamente: - lo sviluppo e la dimostrazione delle tecnologie avanzate di progettazione e fabbricazione integrate e di riduzione del consumo energetico, delle emissioni e del rumore per vari tipi di aerei; - la fattibilità tecnologica ed economica e le tecnologie critiche per la progettazione di aerei della nuova generazione, ivi compresi sistemi e sottosistemi avanzati; 45 Dopo un periodo di crescita negli anni ‘70 e ‘80 l’industria aeronautica europea ha risentito nei primi anni ‘90 di un periodo di crisi sul quale ha inciso, con la fine della guerra fredda, la riduzione della spesa per la difesa che, tradizionalmente, alimenta mercati modestamente nazionali. A fronte del contesto competitivo appena illustrato, la Commissione europea, interpretando le istanze dei governi e dei produttori nazionali, ha ritenuto opportuno elaborare un documento6 nel quale tracciare il quadro della situazione ed illustrare possibili opzioni strategiche per il rafforzamento dell’industria aeronautica continentale, tantopiù che “ulteriori esitazioni nell’affrontare i cambiamenti intervenuti nel mercato dell’aerospaziale potrebbero mettere in pericolo il futuro dell’industria aerospaziale europea e le centinaia di migliaia di posti di lavoro che questa garantisce”. Va difatti considerato che in Europa, nel settore aerospaziale, più di 700 aziende (la gran parte sono piccole e medie imprese) occupano 370.000 persone in via diretta e che molti di più sono i posti di lavoro nell’indotto al quale concorrono almeno 70.000 aziende. Il fatto che l’industria aeronautica europea nel suo insieme si collochi tra i primi 15 settori per occupazione non è di per sé il solo degli elementi che spiega l’importanza annessa dalle istituzioni comunitarie al progresso di questa. D’altra parte nel caso del settore tessile-abbigliamento, altrettanto importante dal punto di vista occupazionale, la Commissione europea, tenuto conto del contesto competitivo mondiale, disincentiva nuovi investimenti che possano incrementare la capacità produttiva e, per converso, promuove la diversificazione del tessuto economico di quelle regioni, inclusa la Puglia, a forte caratterizzazione nel suddetto settore7. La Comunicazione 24 settembre 1997, n° 466, “L’industria aerospaziale europea. Affrontare la sfida globale” individua con precisione ulteriori ragioni che qualificano come indifferibile priorità il rafforzamento di tale comparto: • • la rilevanza strategica ai fini della politica estera e di sicurezza: in assenza di un’industria bellica in grado di assicurare un sistema di difesa ad alta tecnologia, la possibilità di condurre un’autonoma politica europea sarebbe fortemente ridotta. In quest’ottica, peraltro, si giustifica il programma relativo al caccia Eurofighter; la rilevanza commerciale: nel 1996 il valore delle esportazioni comunitarie nel comparto è stimabile nell’ordine di 15 miliardi di Euro. Peraltro le occasioni commerciali per il prossimo ventennio - relative al solo mercato dell’aeronautica - lo sviluppo di tecnologie atte a migliorare la sicurezza e l'efficienza delle operazioni, compresa l'integrazione a bordo di tecnologie di gestione del traffico aereo, in coordinamento con altre azioni chiave correlate ai trasporti. 6 Si tratta della già menzionata Comunicazione Com (97) 466 “L’industria aerospaziale europea: rispondere alla sfida globale”. 7 Per un coerente riscontro di tale orientamento si fa rinvio, da ultimo al bando di ammissione per i contributi previsti, anche in provincia di Brindisi, dal programma di iniziativa comunitaria Retex che, testualmente, stabilisce: "I contributi erogati a favore delle imprese del settore tessile - abbigliamento saranno mirati a sviluppare le potenzialità delle imprese più "sane" e comunque non dovranno comportare un incremento delle capacità produttive delle stesse. Il numero delle aziende del settore tessile ed abbigliamento ammesse a contributo, non potrà essere superiore a quello che si otterrà applicando al numero delle domande pervenute la stessa percentuale di incidenza che l'intero settore rileva nell'ambito di tutti i settori produttivi delle provincie interessate al Retex". Cfr. Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n° 42 del 22 aprile 1999. 46 • • • • civile - con ordinativi nell’ordine di 1.200 miliardi di dollari, sarebbero esclusivo appannaggio della Boeing qualora non vi fosse l’industria europea (principalmente Airbus) a farsi garante della concorrenza; la trasferibilità delle tecnologie ad altri settori: con una percentuale pari al 15% degli investimenti, quello aerospaziale è probabilmente il primo settore industriale per spesa destinata alla ricerca e allo sviluppo tecnologico. Questa circostanza assume un significato particolare perché il risultato di questi investimenti è costituito da “pervasive technologies” che, in larga misura, sono riversate sugli altri settori industriali a cominciare dall’elettronico, dall’energetico e dall’automobilistico; le applicazioni spaziali: l ruolo delle tecnologie satellitari va assumendo di giorno in giorno peso crescente non solo per la tecnologia militare legata alla difesa, ma anche in settori di largo consumo come la telefonia, i servizi radiotelevisivi e quelli telematici, rendendo obsolete le tradizionali infrastrutture terrestri. Abdicare agli investimenti in questi campi equivarrebbe ad avallare le ambizioni di supremazia tecnologica ed economica dei competitori statunitensi ed asiatici; lo sviluppo dei sistemi di trasporto: la domanda di trasporto aereo va accrescendosi annualmente al ritmo del 5%. In parallelo al mercato strettamente correlato alla costruzione ed alla manutenzione degli aeromobili va crescendo la domanda di infrastrutture e servizi associata al controllo ed alla gestione del traffico aereo; la tutela ambientale: l’industria aerospaziale ha fatto enormi progressi nello sviluppare aerei meno rumorosi e inquinanti, più sicuri ed economici. Ad esempio sono stati introdotti sistemi di combustione che hanno abbattuto notevolmente il consumo di combustibile e le emissioni di CO2 ed NOx. L’atto di candidatura a finanziamento proposto dal Consorzio COBRAT, per contenuti e finalità, appare così in sintonia non solo con gli obiettivi di politica regionale perseguiti dalle istituzioni comunitarie, ma anche con una priorità di politica industriale europea, perché rappresenta un tassello a supporto del consolidamento di un settore strategico. 47