LA PLUS BELLE HISTOIRE D `AMOUR E` il 27 gennaio del 2008, ed
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LA PLUS BELLE HISTOIRE D `AMOUR E` il 27 gennaio del 2008, ed
LA PLUS BELLE HISTOIRE D ‘AMOUR E’ il 27 gennaio del 2008, ed ancora vivevo a Parigi. Era tardo pomeriggio e ci trovavamo nella cerimonia di riaccendere la fiamma del Arco del Trionfo, che quel giorno viene accesa dagli ex deportati della Shoah che sono ancora in vita. Avevo solo 5 anni e mezzo in quel momento, faceva freddo e mia madre mi teneva stretta stretta fino a che, con lacrime negli occhi mi disse “Scarlett, questo giorno diventerai messaggera della memoria della Shoah. “ Ho vissuto fin dai miei primi passi conoscendo da vicino la Shoah, accompagnavo sempre mia madre all’Union des Deportés d’Auschwitz, boulevard de Beaumarchais. Molte volte disegnavo mentre lei e gli altri ex deportati ed altre persone come mia madre, lavoravano per mantenere vivo il testimonio della Shoah soprattutto lavoro indirizzato a ragazzi e giovani ed anche insegnati . La mia giornata preferita era giovedì pomeriggio, quando LES DAMES DU JEUDI ( le dame del giovedì) fanno la sua riunione con un the con torta o patisseries deliziose. Ida, Ginette, Lèa, et Lilianne , ed altre bellissime donne sopravissute di Auschwitz e che ogni giovedì appena rientrate in vita a Parigi , dopo la deportazione ai campi di concentramento, hanno cominciato a riunirsi per stare insieme, per parlare, per accompagnarsi, perche ormai sono unite per sempre in una fratellanza universale fra chi ha subito il più brutale dei genocidi della storia: La Shoah Ma ritorniamo alla cerimonia nell’Arco del Trionfo: Raphael presse la mia mano, e come noi c’erano altri ex deportati con ognuno un bambino della mano. Seguendo una formazione intorno alla Fiamma, Raphael passa la Torcia accesa a me e , logicamente aiutandomi riaccendiamo insieme la Fiamma! Sempre ricordo la strana sensazione del freddo di quel gennaio e il caldo sul mio viso davanti a quel fuoco che ormai era diventato sacro e quasi magico per me. Ora ero portatrice della memoria di Raphael, che è come avere la memoria di ognuno e di tutte la vittime della Shoah. Quando ripenso a quel momento, in cui Raphael ed io tenevamo in mano la fiamma sotto l’Arco del Trionfo, vedo questa fiamma più grande, più vicino, e cosi, si accendono i ricordi che ormai sono anche parte di me stessa….il tempo fa un conto alla rovescio vertiginoso, e all’improvviso siamo nel 1944 … Raphael, studente diciotenne d’ingegneria a Lyon, viene ricrutato a settembre del 43 presso una cellula della Resistance che si occupa della fabbricazione di documenti falsi, carte d’identità, certificati di cittadinanza, atti di nascita, di battesimo, dei “Ausweis”, tickets di alimentazione...” “Bisogna salvare i bambini”…ha anche accompagnato giovani verso il maquis per mettergli al sicuro. Raphael aveva affinato la sua tecnica per il lavaggio dei veri documenti e cambiare la loro identità. Come correttore usava la candeggina ad una temperatura adeguata in modo che il foglio non diventassi giallo. Lui stesso aveva un nome falso, Paul Cabanel. E’ divenuto un esperto nella confezione di questi documenti destinati a salvare le vite degli ebrei, per evitare la loro deportazione ai campi della morte, soltanto per essere nati ebrei! Quel mattino del 8 gennaio di 1944, esce dalla Scuola Centrale d ‘ingegneria di Lyon, verso le 11hs per andare al ufficio segreto dove fanno i documenti falsi, nel numero 2 della place des Celestins. Ma qualcuno gli aveva denunciato, e la milizia, armata di mitraglie lo circondano e lo fano entrare, lo perquisiscono e li trovano nascoste nella sua giacca tante fotografie d’identità di giovani: Viene interrogato duramente, ed anche se con tutte le sue forze tenta di dire che si trata soltanto d’una associazione sportiva universitaria, la milizia scopre tra i suoi quaderni e libri universitari la sua vera identità. Cosi, con le manette, vene arrestato per partigiano e portato alla sede della Gestapo, dove viene interrogato e torturato con il supplizio della vasca….Dopo di che va alla prigione de Montluc, dove poi, scoprendo che è ebreo viene trasferito al campo di Drancy, che non e’ altro che la macabra antisala della deportazione verso Auschwitz. Fisicamente provato, dopo le torture subite, Raphael arriva a Drancy, ed e’ nella sala di uomini dove è stato assegnato che conobbe due ragazzi che sono accanto a lui : Henri, 17 anni e René, 13 anni. Ma quello che non riusciva a capire era il fatto che questi ragazzi portavano la croce degli Scouts de Francia ed erano in divisa di scout della Chiesa Cattolica. Sorpreso di vedere in quel posto degli scouts cattolici , la loro sorella maggiore, Lilianne Badour, li rivela il motivo: “Noi abitiamo a Biarritz. I tedeschi sono venuti per arrestare nostro nonno e nostra nonna che poi stano gravemente malati e senza forze. Dato che noi siamo orfani, siamo stati accolti, i miei fratelli ed io , da i nostri nonni che sono d’origine ebrea. I tedeschi, non potendo portargli via hanno deciso di sostituirgli con i due ragazzi. Siccome ho tentato di oppormi , allora hanno anche portato me” E voilà…si…quello si è stato amore a prima vista. Amore che oltrepassa le frontiere della religione e la barbarie che stavano vivendo. Per Raphael e Lilianne fu le coup de foudre ! Era l’inizio del loro percorso insieme nei più sordidi e tenebrosi momenti della storia del XXessimo secolo. E’ stata la razzia del 10 gennaio ’44 che fu particolarmente devastante nel Sud Ovest della Francia. Cosi, i tre ragazzi Badour, anche se erano cattolici secondo le leggi razziali de Vichy, nessuno li lascia il tempo di dimostrare la loro origine “ariana”. Raphael è deportato ad Auschwitz il 3 febbraio del 44 nel treno numero 67, insieme a i Badour. In un wagon tutti stretti, senza condizioni d’igiene, con un secchio per tutti destinato a i bisogni, un secchio che subito si riempiva….gente malata, bambini accompagnati di una suora ( ebrea convertita) . C’era anche una famiglia con 10 figli di cui soltanto due sono ritornati in vita dalla deportazione. Tre giorni d’un viaggio infernale…..verso il proprio inferno! A l’apertura del wagon, si sentivano solo gridi, degli uomini vestiti a righe che dicevano di lasciare tutti i bagagli , dato che quasi tutti i deportati avevano con se, come gli era stato chiesto, tutte le loro possessioni o ricchezze. Ma quelle valigie avevano dentro tutti i loro ricordi, e tutto quello che per loro aveva un valore sentimentale ed a volte materiale. Hanno dovuto lasciare tutto dentro il treno. Solo si sentivano le urla, e i canni minacciosi che ringhiavano…. La discesa dal treno e’ stata l inizio del’incubo concentrazionario. Un camion con una Croce Rossa era li con l annuncio di “chi non ce la fa a camminare potranno prendere i camion” Vi fanno scendere in due file, uomini, donne e bambini. Davanti, in fondo ce un SS, un soldato SS, ma solo più tardi sapranno che si tratta d un medico. Durante i minuti della scelta, a destra o sinistra, alcuni consigliano di dire a Raphael e gli altri che sanno fare un mestiere manuale e che sono più grandi della loro età. Essere scelto per andare a destra era la morte, la sinistra, la vita: Ma questo nessuno lo sapeva ancora. I due ragazzi Badour erano nell’altra colonna: Henri con 17 anni avrebbe potuto essere presso nella stessa colonna di Raphael , ma non ha voluto essere separato del suo fratellino di 13 anni: Quanto a Lilianne, lei ha voluto assolutamente raggiungere i suoi fratelli e subito ha lasciato la sua fila; Un SS la prende e la rimette subito nel suo posto di prima: E li da uno schiaffo cosi forte che la ripiazza nella sua colonna. E’ stata l’ultima volta che vide i suoi fratelli… Il treno di Raphael et Lilianne aveva circa 1200 persone : Solo 200 uomini entrano ad Auzchwitz, e 69 donne a Birkenau. Tutti gli altri furono immediatamente assassinati nelle camere a gas …compressi i fratelli di Lilianne…. Il destino di Raphael e Liliane li separa… Per Raphael la prima cosa che lo colpisce e’ la scritta all’ingresso del campo di Auschwitz “Arbeit Macht Frei” ( il lavoro rende libero) . Lo portano nel Bloc 11, la prigione del campo e sotto le fruttate degli SS e colpi che cadono come pioggia su i prigionieri. Passano davanti ad un medico, e poi messi nudi, rasati tutti i capelli, e tatuaggio nel loro braccio: Raphael era il numero 173295, vestito a righe. Ormai non era più Raphael Esrail, ma “173295”. Ogni trattamento era pensato dai nazisti per umiliare, per torturare, per fare perdere la condizione umana degli ebrei. Gli avevano rubato la propria identità, per ridurgli a nulla, per dare agli ebrei lo status da sub-uomini destinati a sparire. Raphael viene assegnato a lavorare preso la fabbrica UNION WERKE che si trova dentro Auschwitz –Birkenau. Era una fabbrica di armi: Ma all’inizio, non parlando tedesco e con la fame che lo stava consumando, l’ SS che stava con lui perse la pazienza e dopo picchiarlo lo manda a lavorare ad un Komando esterno ( basta immaginare il freddo di quel inverno trasportando sbarre di ferro! ). E penso di non farcela a resistere. Un ingegnere chiamato Stroumza che aveva studiato in Francia e parlava il francese ed anche il tedesco aveva la possibilità di muoversi dentro la fabbrica ed aiuto’ Raphael a rientrare a lavorare dentro prima come aiutante e poi come specialista. Intanto, per Lilianne a Birkenau, le condizioni erano ancora molto più dure. Dopo quel processo di disumanizzazione del stare nude, essere perquisite come animali, rassate le loro teste, tatuato il braccio col numero 75127, ed essere divenuta solo un numero, dopo questo processo di perversità e crudeltà in poche ore dall’arrivo, finisce con il colpo finale che tutti i deportati vivono quando chiedono : “ che cosa è quel fumo di quel cammino immenso sempre accesso?” e la risposta non si fa aspettare : “ sono i tuoi parenti… di qua si esce soltanto dal fumo dei forni crematori “. Dormendo in una baracca in cui i letti erano come scaffali chiamati “kojas” , 4 o 5 donne con una sola coperta, assenza totale d’igiene, latrine in cui almeno 50 donne dovevano fare i suoi bisogni tutte insieme. Freddo, fame terribile con delle razioni minime di una strana bevanda volendo essere the , la zuppa in giornata che dovevano mangiare in piedi per dopo continuare i lavori forzati, e la sera una fetta di pane con a volte un piccolissimo pezzettino di margarina o una fetta d’una specie di salame. Ma la cosa terribile erano gli “appelli” in cui gli SS mettevano i detenuti ordinati di cinque in cinque per contabilizzarli. Sotto la neve, la pioggia, il freddo, e questo poteva durare anche tre ore: Si faceva sia prima di andare ai lavori che al ritorno: Lilianne e quelle che fino ad oggi sono le sue “sorelle della miseria” , Lea e Ida, lavoravano in un Komando esterno, Lilianne precisamente nel Komando delle pietre, dovendo trasportare delle pietre pensantissime per prolungare i binari del treno…e a volta solo per umiliare e sommettere gli ebrei al punto di sterminargli. Lilianne sta’ male, la sua salute comincia a indebolirsi. Intanto, Raphael , anche se ne dentro il campo ne alla fabbrica si poteva parlare, lui rischia chiedendo al gruppo di donne che lavoravano preso UNION WERKE alla catena di montaggio, se forse conoscevano Lilianne. E la risposta colpisce diretto al cuore Raphael : “Ah si, la conosciamo, ma lei non va per niente bene, si trova in ospedale a causa d’una specie di Flemmone , sta’ male: E per di più lei è in un kommando terribile: un kommando esterno che trasporta delle pietre”. Raphael a partire di quel instante non penso ad altro che a fare venire Lilianne a lavorare a l’ UNION WERKE dato che era meno pericoloso che lavorare all’esterno. In quelle condizioni di salute, col freddo, malata, e dovendo stare nell’ infermeria il rischio era troppo grande , perche all’infermeria si facevano molte selezioni….chi non stava in condizioni per lavorare veniva selezionato per morire nelle camere di gas. Cosi Parlo’ con Stroumza e li disse “Stroumza, ce una ragazza che conosco e che lavora nella chimica: Non potresti farla venire qui? Ella si trova in uno stato assolutamente lamentabile à Birkenau. Falla venire o ella morirà” Stroumza accompli il miracolo e la fa venire alla UNION WERKE…peccato che Lilianne e Raphael lavorano in turni diversi e non si vedono…Pero’ a traverso d’un'altra donna Raphael manda a Lilianne un regalo: una sorte di piccola fede fatta da lui in fabbrica…un oggetto prezioso per quello che veramente simbolizza. All’arrivo dei russi, il 18 gennaio ’45 il campo è in effervescenza, i nazisti mettono i detenuti in colonne di 5 e 60000 persone di Auschwitz son lanciate nelle rotte verso la Germania, con temperature di meno di 20 gradi. I nazisti dovevano evacuare Auschwitz. Molti camminavano scalzi sulla neve perche i deportati portavano una sorte di zoccoli con base di legno che si rompevano con la neve: Un amico di Raphael gli procura degli stivali che ha rubato, questi li feriranno cosi tanto i piedi che Raphael porta fino al giorno di oggi le cicatrici. Inizia la Marcia della Morte…Anche per Lilianne, ma in direzioni diverse ancora una volta…. Si doveva andare avanti perche a chi, dalla stanchezza, malattie freddo, fame e mesi e mesi di trattamenti durissimi, cadeva o non ce la faceva più a camminare perche i piedi e le gambe si congelavano, veniva automaticamente eliminato d’una pallottola in testa… Cadevano sulle ginocchia come facendo una preghiera, completamente congelati…gli SS allora li colpivano brutalmente. Il paesaggio era terrificante: dappertutto si vedevano uomini e donne inginocchiate come in posizione di preghiera, come statue di giaccio..almeno 6000 persone hanno fatto questa fine durante la Marcia della Morte. A Gleiwitz li fanno salire su dei treni di carica, quelli che caricano carbone, cioè dei wagons aperti per gli animali. Neve, freddo, fame, sete tanta sete , tanti morti dappertutto, Raphael mangia la neve. Poi gli SS fano cambiare le divise a righe per vestiti civili ai prigionieri con una croce di Saint André: Ancora lunghe attese, nel campo di Gros-Rosen, dove credono che saranno destinati alle camere a gas, ma continuano a marciare: Ancora un treno, chiuso questa volta, ma dopo 7 giorni di fame, sete, alcuni deportati sono anche in delirio, ma Raphael tiene forte, perche vuole vivere, ne lui ne i suoi compagni vogliono morire come dei topi. I morti si accumulano dentro il treno, e cosi, Raphael, e i suoi due compagni, vedendo fuori due giovani uomini gli chiedono per pietà un po’ d acqua, e queste persone rispondono in francese dicendo che è tutto pieno di SS e che non possono dargli nulla da bere…Raphael e il suo amico Ernest in quel instante prendono una decisione senza aspettare un secondo in più si dicono : “ se restiamo qui moriremo come dei ratti, andiamo a chiedere a i due francesi se loro possono accoglierci se noi saltiamo dal treno” Era il 26 gennaio ‘45 Era meglio fuggire e al limite morire all’aperto…I due francesi lavoravano nelle ferrovie tedesche Reichbahn, appartengono a quello che si è chiamato STO servizio di lavoro obbligatorio, che aveva già prima delle deportazioni inviato gruppi di francesi, resistenti ed altri a lavori forzati in Germania. Loro rispondono “D’accordo, il treno partirà e lo fa piano piano , sale, poi ce una rampa e là il treno rallenta la velocità. Se voi riuscite a saltare rimanete dentro le fosse : Stanotte noi verremo a cercarvi e vi nasconderemo”. Malgrado il fatto che Raphael, come gli altri, non pesavano più di 35 chili, dato che la testa passava allora passava tutto il resto del corpo e con quelle ultime forze, prima Ernest e poi Raphael, saltano dal treno: Un salto acrobatico fatto con l’anima, un salto alla ricerca della libertà. E cadono sulla neve, e disperati mangiano la neve, perche sono disidratati ed affamati…Raphael dice al suo amico : “ Ehi Ernest, se un giorno sono libero, io mangerò tutto con del zucchero”! Con tanta sfortuna, loro saltano giusto davanti al controllore dei binari del treno, che subito chiama gli SS. Alla domanda se sono francesi, Ernest risponde si, dato che lui parla tedesco e lo portano via, e lo uccidono d una pallottola in testa: Raphael risponde che lui e’ nato in Turchia, che è vero, e viene risparmiato: L’ SS li prende la cintura che teneva i suoi pantaloni, in modo di obbligarlo a camminare tenendogli per non fargli cadere: Raphael crede che va a morire perche a tutta persona che tenta di evadersi la punizione e’ d’essere appesso….in quel momento pensa che ormai era arrivata anche per lui la fine e dice a se stesso : “Au revoir maman, je n’ai pas 20 ans, je vais mourir et je ne connais rien de la vie…” ( addio mamma, non ho ancora 20 anni , morirò, e non conosco nulla della vita) Questo SS aveva un appuntamento in un bistrot lasciando Raphael fuori, con meno di 30 gradi sotto zero di freddo. La donna che serve da bere al SS qualcosa di caldo lo guarda e poi guarda gli SS e gli parla. Il suo sguardo sembrava dire “abbiate pietà di questo ragazzino”. L’ SS lo porta alla stazione, gare de ZWickau dove il treno aspetta, il capo del treno SS li da un colpo di pugno che lo stordisce. E lo fa salire al treno. …non saprà mai perché non l’ha ucciso. Cosi, arriva al campo di Dachau, il typhus devastava il campo, sono stati costretti a trasportare i morti, in delle carrette. Era esausto , sfinito e poi all’improvviso c’e stata una sigaretta che circolava tra i detenuti: Anche se lui non aveva mai fumato, il freddo era cosi intenso, che ormai era penetrato dentro il corpo, dentro le ossa, ed almeno che una boccata di fumo caldo entrasse dentro il corpo era una benedizione per riscaldarsi. Poi la cosa insolita, doccia, doccie calde! Pero, non c’era nulla da mangiare, nulla…” Ma ci hanno dato da bere, eravamo disidratati. “ La gente muore a centinaia, bisogna raccoglierli, l odore è terribile, insopportabile, e’ l odore della morte…Ancora ci sono gli appelli, sei ore aspettando d’ essere contati sotto la neve e il freddo….Poi col typhus che aumenta nessun SS va più a fare l appello, ma ancora si devono raccogliere i corpi dei morti che sono ormai disseminati dappertutto. Viene trasferito nel Waldlager, il campo dentro la foresta: una sporcizia di campo dove deve trasportare del cemento per una fabbrica sotterranea de armi segrete: Li si muore di fame e ce tanta dissenteria. Tre settimane d’inferno…dormendo per terra ,con 7 coperte per 30 uomini. Dovevano girarsi tutti allo stesso tempo. “ On avait froid. On devait travailler douze heures par jour, non pas à faire de la mecanique mais à transporter des sacs de ciment parce qu’ils construisaient une usine souterraine: Et puis, j’ai travaillè sur des voies ferrées: C’est là que j’ai pratiquement atteint un niveau d’epuissement absolu: A Auschwitz on avait un pain pour 4. Depuis notre arrivèe à Dachau , nous n’avions qu’un pain pour huit, puis un pain pour seize, un pain pour trente-deux….un tout petit bout de pain et puis de la soupe: C’était carrément de la flotte…C’était la mort assurée, la mort de faim….Je sais que je vais mourir dans les dix jours qui viennent, je n’ai plus la force de lever les bras…” ( Avevamo freddo: Dovevamo lavorare dodici ore al giorno, non per are della meccanica ma per trasportare dei sacchi di cimento per la costruzione d’una fabbrica sotterranea: E poi , ho lavorato su i binari delle ferrovie: Ed è proprio a quel punto che arrivai ad un livello assoluto di esaurimento. Ad Auschwitz avevamo un pane per quattro: Dopo il nostro arrivo a Dachau, non avevamo che un pane per otto, poi un pane per sedici, un pane per trenta due …ed infine, una piccola briciola di pane ed un pò di zuppa senza nulla di consistente. ….Era la morte assicurata, la morte di fame….Io so che morirò entro i prossimi dieci giorni che verranno, perche ormai non ho più la forza di sollevare le braccia…) 25 aprile ’45: gli SS decidono di evacuare anche quel campo per una destinazione sconosciuta. Ancora due o tre giorni di treno: In un momento si ferma tutto, e un soldato tedesco Luftwaffe apre le porte, rimane seduto per un po e poi parte: Tutti pensano che ormai siamo finalmente liberi…E tutti ci lanciamo fuori del treno, ma in quel momento due auto mitragliette adoperate dai soldati Luftwaffe ( forza aerea tedesca) iniziano a sparare a tutti i prigionieri. Durante la Marcia della Morte, i piedi di Raphael si erano completamente rovinati e feriti a causa di quegli stivali che portava, con dei bucchi immensi di cui conserva ancora le cicatrici: Buchi che hanno suppurato durante tre mesi…Raphael era stato costretto a togliersi quegli stivali e rimanere scalzo….con tutto quel freddo e neve….I soldati iniziano a colpirgli con dei bastoni, come gli SS, e lo fanno camminare sulla zavorra, e riceve tanti colpi….ha ormai due costole rotte…una volta dentro il treno si stende dentro il wagon, e il treno riparte. Ci sono tanti feriti, e tanti morti li dentro….Pero, e’ ormai la fine ,la fine della guerra: Gli americani e la loro forza aerea bombardano e mitragliano tutto quello che vedono, TUTTI I TRENI…. “Le notre est attaqué à deux reprises ; De nouveaux camarades sont tués. Un camarade est blessé. Blessé moi-meme, pas très gravement, je reste allongé dans le wagon: On me dit : Raphael, laisse ta place …tu es allongé, recroqueville-toi. Il est vachement blessée, toi, tu l’es moins que lui…La veille de la libération, le convoi a été de nouveau mitraillé et le camarade à qui j’avais cédé ma place a été tué d’une balle en plein coeur… Exactement à l’endroit ou je me trouvais. ! “ ( Il nostro venne attaccato due volte: Altri compagni sono uccisi. Uno è ferito. Sono ferito anche io, ma non cosi gravemente, resto disteso sul vagone . Mi dicono “Raphael , lascia il tuo posto….tu sei sdraiato , accucciati. Lui è molto ferito, tu lo sei meno di lui…”. La notte prima della liberazione , il treno venne ancora una volta mitragliato e il compagno a cui avevo ceduto il mio posto è stato ucciso da una pallottola che lo colpi al cuore…Essatamente al posto dove io mi trovavo !!...) Il giorno dopo, era il 1 maggio del 45, Raphael è stato liberato a Tutzing, al bordo del lago Constance, dagli americani, che ignoravano assolutamente chi erano loro. Il giorno dopo, 2 maggio 45, Lilianne veniva liberata a Neustadt-Glewe. Cosi, Raphael ritorna in Francia, passa come quasi tutti gli deportati par L hotel Lutetia che era il centro di controllo dei sopravissuti: Poi rientra a Lyon il 26 maggio del 45, e riprende gli studi. Sapendo che Lilianne era viva ed era ormai in Francia, subito lascia Lyon per andare a cercarla a Biarritz, dove finalmente si ritrovano. E’ un vero miracolo d’amore. Raphael racconta l’8 settembre 2014 durante il discorso per la commemorazione della hazkarah, con una luce speciale negli occhi, ma luce che viene dall’anima che quel estate in cui ha ritrovato Lilianne, camminando insieme ormai con Lei al suo fianco come la sua futura sposa : “ Je me souviens avoir écrit sur le mur d’un édifice religieux du pays Basque le jour se lève , il faut tenter de vivre. C’était en fait une adaptation toute personnelle du vers de Paul Valery LE VENT SE LEVE , IL FAUT TENTER DE VIVRE , l’un des derniers de son poeme LE CIMITIERE MARIN. Ces quelques mots reflétaient mon esprit d’alors, celui d’un jeune homme de 20 ans, revenu des camps, la mémoire pleine de morts et qui jugeait les hommes et ses actions à l’aune de l’expérience ainsi vecue à l’école du MAL que fut AUSCHWITZ. En écrivant ces quelques mots, je ne tournais pas le dos au passé mais je relevais la tete pour poursuivre ma route: C’est ce chemin de la vie que j’ai repris en cet été 1945 et qui m’a permis de venir jusqu’à vous aujourd’hui. Je vous remercie “ (Mi ricordo di aver scritto sul muro d’un edificio religioso del Pays Basque “il giorno si alza, bisogna tentare di vivere”. Era infatti un’ adattazzione totalmente personale dei versi di Paul Valery “SI ALZA IL VENTO, BISOGNA TENTARE DI VIVERE “ , uno dei ultimi versi del suo poema Il Cimitero Marino. Queste poche parole riflettevano il mio spirito d’allora, quello d’un giovane uomo di 20 anni, ritornato dei campi, con la memoria piena di morti e che giudicava i uomini e le loro azioni secondo la propria esperienza vissuta nella scuola del MALE che fu AUSCHWITZ Scrivendo queste poche parole, non girai le spalle al passato ma rialzai la mia testa per continuare la mia rotta : E’ questo cammino della vita che ho ripreso durante quell’estate del 1945 e che mi ha permesso di giungere qui da voi oggi. Grazie. ) Raphael e Lilianne hanno una figlia e due nipoti. Nel mio cuore ho sempre l’immagine di Raphael mentre racconta la storia della sua deportazione, e quando parla di Lilianne dicendo “e poi, c’era quella ragazza…” e subito i suoi occhi si accendono d’una luce che brilla dal fondo del cuore, ma no come un uomo di quasi 90 anni, ma con lo sguardo d’un ragazzino, d’un giovane innamorato da questa fanciulla che conobbe in mezzo all’incubo più terribile che il xxessimo secolo ha vissuto : La Shoah. Mi piaceva vedere Lilianne mentre prendevamo il the con le altre “dames du jeudi” quando vedeva entrare all’improvviso Raphael, che e’ sempre cosi cavaliere, cosi gentile, cosi attento. E Lei, lo guarda con i suoi grandi occhi e sempre un sorriso si disegna sul suo viso appena lo vede. Caro Raphael, io voglio dirti che ho capito, che sarò custode della tua memoria e di quella di Lilianne, perche parlare e raccontare questa storia come la storia di quelli che non sono riusciti a ritornare in vita, e renderli immortali. E’ fondamentale raccontare al mondo il male che questi uomini sono stati in grado di fare ad altri uomini. Perche solo cosi abbiamo una luce di speranza perche questo non si ripeta ancora ed ancora. Raphael, ti prometto di tenere sempre accesa la fiamma della memoria della Shoah, ma soprattutto, ti prometto di credere all’amore, perche e’ l’unica forza capace di vincere ogni avversità, ed evitare tante tragedie. Sarò un militante del ricordo della Shoah, e trasmetterò questo a i miei figli e nipoti ed a tutti coloro che possano ascoltarmi. La Torah dice “chi salva una vita salva tutta l’umanità”, allora vuol dire che chi racconta la storia di almeno una vittima dell’olocausto, rende immortale il suo ricordo. PAGINE DI VITA : Raphael Esrail, nato il 10 maggio 1925. Dal suo ritorno, Raphael ha voluto perpetuare il ricordo della Shoah e la trasmissione di questo ricordo nell’ambito scolastico. Lui presta testimonianza continuamente per i giovani, ma allo stesso tempo si occupa della formazione degli insegnanti della Shoah e l’organizzazione dei viaggi a Auschwitz con ragazzi dei licei. E’ responsabile di tante pubblicazioni a livello pedagogico e testimoniale come per esempio il DVD-ROM MEMOIRE DEMAIN, destinato sempre all’insegnamento della Shoah. Ha sviluppato a livello professionale la sua carriera d’ingegnere a Gaz de France. Nel 1990 diventa Segretario generale della AMICALE D AUSCHWITZ Oggi è il presidente della UDA , Union des Déportés d’Auschwitz. Vice-Presidente del Comitato Internazionale d’Auschwitz. Per la sua instancabile attività di militanza del ricordo della Shoah, ha ricevuto alcune onorificenze come la Légion d’Honneur de France, Commandeur de l’Ordre National du Mérite, Officier des Palmes Academiques de France: Raphael e Lilianne, sempre insieme, continuano avanti con questo dovere di memoria che oggi piu che mai bisogna raddoppiare e moltiplicare, perche conoscere la storia è il solo mezzo per evitare che questa tragedia si ripeta. Raphael e Lilianne Esrail sono stati decorati con la Croce dei Cavalieri de l’Ordine Federale del Merito della Reppubblica Federale di Germania nel 2013 Dopo i tragici accadimenti in Francia in questo inizio del 2015, non possiamo non guardare dietro nel passato che poi non è un passato cosi lontano. Chiedo scuse se ci sono parti in francese, ma e’ la mia linguamadre, e poi tanti dei miei ricordi vissuti con Raphael e Lilianne sono in francese , ed anche tutta la bibliografia e video consultati. FONTI http://clioweb.free.fr/camps/raphael.htm DVD avec le témoignage de Raphaël Esrail : http://www.cercleshoah.org/spip.php?rubrique15 Rafle du Vél’ d’Hiv’, Raphaël Esrail N.M. actualisé août 2012 DVD MEMOIRE DEMAIN –UNION DEPORTES D AUSCHWITZ 14 Récits d’Auschwitz. Documentaire de Annette Wieviorka- MK2 DOC