la continuitá cinematografica
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la continuitá cinematografica
1. continuità di CONTENUTI 2. continuità di POSIZIONE Si applica a tutto ciò che è visibile sulla Gli oggetti di una scena vengono di solito scena: costumi, acconciatura di capelli, spostati in quasi tutti i ciak. È dunque oggetti di scena, orologi, attori, auto sullo compito sfondo. segretaria di edizione) usare gli oggetti di La segretaria di edizione, insieme ai vari … capi reparto, deve assicurarsi che tutti dell’attore (controllato dalla scena e riposizionarli esattamente nello stesso posto. questi elementi rimangano coerenti da inquadratura a inquadratura. LA CONTINUITÁ CINEMATOGRAFICA Nelle opere di finzione, la continuità è la coerenza e la non contraddittorietà nello sviluppo di eventi, situazioni e personaggi. Comprende 4 categorie fondamentali. 3. continuità di MOVIMENTO 4. continuità TEMPORALE Personaggi e oggetti che si muovono in All’interno della scena, il flusso del tempo un’inquadratura un deve svilupparsi in modo “realistico”. Se si nell’inquadratura mostra un personaggio che pone una successiva, con la stessa direzione e la caffettiera sul fuoco, il caffè può essere stessa velocità. pronto soltanto dopo 3-4 minuti di film. Inoltre, non devono esserci “buchi” di Tuttavia, esistono alcune convenzioni che movimento tra un’inquadratura e l’altra. aiutano a spezzare questo flusso, evitando Per questo è importante proseguire ogni le azioni troppo prolungate. Ad esempio, scena quando un personaggio deve salire una movimento devono simile almeno tre avere secondi più del necessario, dopo che l’azione è terminata. lunga scala, è possibile superare la continuità temporale e saltare una parte di questo movimento, utilizzando il montaggio ellittico. ELLISSI: Salto temporale all’interno di una narrazione Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] 1. TEMPO 2. LUOGO Quando si svolge la nostra storia? In quale luogo ci troviamo? In che secolo? In che anno? Cucina, Salotto, bagno, Corridoio… Nel passato, nel presente o nel futuro? Al chiuso o all’aperto? In quale stagione dell’anno? In uno spazio ampio o ristretto? Vuoto o affollato? … I QUATTRO ELEMENTI DI BASE IN UNA SCENA Quando lo spettatore viene introdotto all’interno di una scena, devono essere chiaramente illustrati i 4 elementi di base 3. PERSONAGGI 4. GEOGRAFIA Età, sesso, corporatura, lineamenti, Dove ci troviamo? In quale nazione? carnagione, capelli, occhi, voce… In quale città? Abbigliamento, situazione lavorativa, situazione economica… Al centro o in periferia? Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] LA LINEA DELL’AZIONE In ogni scena cinematografica, esiste sempre un asse immaginario che lega i due personaggi principali (A e B): si chiama asse dell’azione o Linea dell’azione (LdA). posizione sbagliata: scavalcamento di campo posizioni giuste: linea dell’azione rispettata Tale Linea viene definita dal primo posizionamento della macchina da presa, ma interagisce con vari elementi della scena, come: uno sguardo, un movimento, un’azione specifica, l’inquadratura di uscita, la geografia dell’ambiente. Le posizioni giuste per piazzare la mdp si trovano all’interno di un semicerchio di 180°. Se passiamo dalla parte opposta di questa linea provochiamo uno scavalcamento di campo: i personaggi saltano dall’altra parte dello schermo, disorientando lo spettatore. Linea dell’azione: Eccezioni alla regola 1. Quando un personaggio o un oggetto cambiano posizione nell’inquadratura, o quando appare un nuovo personaggio, la LdA può cambiare. 2. Quando la mdp si muove, scavalcando la Linea dell’azione. 3. Se un personaggio si volta a guardare qualcosa, la linea del suo sguardo definisce una nuova LdA. 4. Se si stacca verso un’immagine completamente differente (ad es.: un piano d’ascolto). Quando poi si torna sulla scena iniziale, la Linea può essere cambiata. Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] Montabilità In una sequenza, è importante che le inquadrature si susseguano in maniera fluida. Un esempio particolare è la regola dei 30°: per avere uno stacco fluido, senza cambiare obbiettivo e senza avvicinarci o allontanarci, è necessario spostarsi di almeno 30°. Il cambio dell’obbiettivo (es: da un 50mm a un 35mm) potrebbe bastare, oppure no: dipende da altri fattori dell’inquadratura. ________________________________________________________ Inquadrature a tre Nelle scene con tre personaggi, bisogna evitare le “inquadrature a due”. Altrimenti il personaggio centrale (B) apparirà in entrambe le immagini, prima a destra e poi a sinistra, disorientando lo spettatore. Fuori campo Fuori campo Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] Convenzioni direzionali L’esempio classico è quello dei western di serie B, dove sin dall’inizio veniva stabilito che una precisa direzione dello schermo era “verso la città”, mentre la direzione opposta era “verso il deserto”. Esempio: Nascita di una nazione di David W. Griffith (1914). Agli albori del cinema, il film era pensato come teatro filmato: tutto era visto come se accadesse su un palcoscenico. La mdp prendeva il posto del pubblico a teatro. La cornice dell’inquadratura era statica e percettivamente piatta. Nel corso della storia del cinema, lo spazio filmico è diventato sempre più complesso e fluido. Ed è sempre più difficile evitare la confusione del pubblico. Entrate / Uscite Se un personaggio esce dall’inquadratura a destra, deve entrare nell’inquadratura successiva dal lato sinistro. Un caso particolare è l’attraversamento di una porta. Esistono due scuole di pensiero: 1. Se un personaggio attraversa una porta verso destra (inquadratura in esterni) deve emergere dall’altra parte sempre verso destra (inq. in interni). 2 Si tratta di una situazione scenica completamente nuova, e quindi funzionano entrambe le direzioni. Anche in questo caso, la questione è soggettiva. Se tra le 2 inq. c’è un collegamento chiaro e la direzionalità è molto forte, allora sarà bene mantenere la direzione. Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] Azioni convergenti Quando due forze opposte (due eserciti, due nemici) si muovono una contro l’altra, il montaggio deve seguire direzioni opposte. Personaggi in movimento Due tipi di inquadrature dominano le riprese in movimento: persone che guidano un’auto e persone che camminano. L’asse di direzione dell’auto o della camminata è solo un’asse secondario. L’asse principale è sempre quello che si sviluppa tra le due persone. Scene in movimento Nelle scene particolarmente frenetiche, dove la direzione dei personaggi cambia spesso, la linea dell’azione può essere ignorata del tutto, per creare una situazione di movimento e disorientamento. ______________________________________________________________________________ Azione principale e azioni secondarie Durante le riprese, non dobbiamo concentrarci solo sull’azione principale. Ma teniamo presenti anche le immagini secondarie, ovvero: gli oggetti attorno agli attori, i movimenti delle comparse e dei veicoli sullo sfondo, il cielo, il terreno. Si tratta di situazioni che non sono collegate direttamente alla narrazione centrale, ma contribuiscono all’ambientazione generale. Tali immagini secondarie renderanno più realistica la scena e aiuteranno il montatore ad unire le inquadrature in maniera più fluida. Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] IL MONTAGGIO COME CREATORE DI CONTINUITÁ Il montaggio è una delle tante strategie per conferire un senso di continuità narrativa alle immagini. Queste sono alcune delle sue forme principali. Taglio sul contenuto La nuova inquadratura fa semplicemente avanzare la narrazione, aggiungendo informazioni e dettagli riguardanti la scena e i personaggi. Taglio sull’azione L’azione inizia in una inquadratura e termina nella seconda. Taglio sul punto di vista È la Soggettiva: il passaggio tra un personaggio che guarda e l’immagine guardata. Questo tipo di taglio deve rispettare 2 condizioni principali: L’uomo che non c’era di Joel ed Ethan Coen (2001) 1. la direzione dello sguardo 2. l’angolazione del punto di vista Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] Taglio formale Passaggio tra due inquadrature di forma simile, per angolazione, linee, dimensioni. Può essere di tipo grafico-spaziale o ritmico-temporale. En chien andalou di Luis Buñuel (1929) Una nuvola si muove nel cielo coprendo la luna… …come una lama di coltello taglia l’occhio di una donna. Scena B Taglio concettuale I pompieri accorrono. Passaggio tra due immagini collegate da un’idea, da una relazione puramente intellettuale. . 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968) Una scimmia lancia un osso in aria… …e milioni di anni più tardi scende giù un astronave. Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] Tempi moderni di Charlie Chaplin (1936) Un branco di animali entra in un recinto… …una folla di operai si dirige in fabbrica. Ovviamente, i montaggi di Chaplin e Kubrick possono essere considerati anche tagli formali, in quanto le due rispettive inquadrature sono accomunate dal stesso punto di vista dall’alto, dalla forma dei corpi, dal loro movimento. Taglio invisibile È uno stacco che vuole rimanere invisibile allo spettatore, per far sembrare che due inquadrature sembrino una sola. Di solito si usano nelle scene con gli stuntman, o in tutti quei momenti in cui si vuole mantenere la continuità dell’azione. Execution of Mary, Queen of Scots di Alfred Clark (1895) Prima che la lama del boia raggiunga il collo della donna… …l’attrice viene manichino. sostituita Dante Albanesi http://cinemaescuola.wordpress.com [email protected] da un