Excursus storico: Quante emozioni

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Excursus storico: Quante emozioni
Excursus storico: Quante emozioni
Testi a cura di Luigi Murciano
Vetrina di campioni
Raul, Riquelme, Stankovic, Pirlo, De Rossi, Albertini, Shevchenko,
Maicon, Cambiasso. E, più recentemente, le stelle di Giovinco, Marchisio,
El Shaarawi , De Sciglio, Destro, Insigne, Kovacic, Muriel e
Scuffet. Cosa hanno in comune? Sono passati tutti per il Mundialito di
Gradisca.In oltre due decenni sono state tante, tantissime le giovani promesse
cui ha portato bene il Trofeo Rocco. Ragazzi ancora acerbi o talenti già innati al
momento della loro apparizione a Gradisca, certo è che il Mundialito ha fornito
non poche stelle al calcio itaaliano ed internazionale. Un nome su tutti
impressionò da subito per classe e personalità, mantenendo poi le
attese: Juan Roman Riquelme. Il felpato trequartista, la cui storia ricalca
quella di Diego Maradona (cresciuto nell’Argentinos Juniors, passato al Boca e
quindi al Barcellona proprio come El Pibe de Oro prima di un più repentino
ritorno in patria) parve fin dall’inizio un predestinato: suo, per ben tre volte, il
premio di miglior giocatore del torneo. E come non citare gli azzurri Daniele
De Rossi, Andrea Pirlo e Demetrio Albertini? La crema dei
centrocampisti azzurri è passata dal “Torneo Città di Gradisca”. Curioso,
invece, l’anonimato di due ragazzi che poi sono divenuti dei
grandissimi: Andriy Shevchenko (con la Dinamo Kiev e i compagni di
nazionale Vaschuk e Shovkovskiy) e Raul Gonzales Blanco (Real Madrid,
of course) non destarono chissà che impressione. Di certo qualcuno ricorderà il
mediano dell’Inter Esteban Cambiasso (sempre in casacca Argentinos Jrs),
l’altro centrocampista nerazzurro Dejan Stankovic, o i laterali Maicon (era
con il Cruzeiro), Juan Pablo Sorin(Argentinos Jrs) e Jorge Placente (idem).
L’Ajax ha portato in riva all’Isonzo molti dei suoi gioielli recenti: su tutti de
Nigel De Jong (Manchester Ciy, poi Milan e finalista mondiale), Urby
Emanuelson (Milan e Fulham), Thomas Vermaelen (Arsenal), Hedwiges
Maduro (Valencia e Siviglia) e Ryan Babel (Liverpool, poi Hoffenheim e
ancora Ajax). E poi due portieri di fama internazionale: Samir
Handanovic (Udinese e Inter, visto con la nazionale slovena) e Oleksander
Shovkovsky (Dinamo Kiev). L'augurio è che possa diventarlo anche Simone
Scuffet, la rivelazione dell'Udinese. Nel torneo delle Nazioni con la maglia della
Croazia si sono affermati l'attaccante Marko Livaja e il talento di
centrocampo Mateo Kovacic, entrambi portati dall'Inter nel calcio italiano.
Con i colori dell'Etoile Lusitana, la scuola calcio aperta daJosè Mourinho in
Senegal, l'interista Ibrahima Mbaye. L'Atlas, florida scuola calcio messicana,
ha svezzato a Gradisca due nazionali: Andres Guardado e il portiere Jose
Corona
Il primo era stato Gigi Casiraghi, ex ct della nazionale under 21; gli ultimi
sono stati due attaccanti che costituiscono il futuro della nazionale
azzurra: Stephan El Shaarawi, il "piccolo faraone" rossonero passato da
Gradisca con la maglia della nazionale ai tempi del Genoa, Lorenzo Insigne,
lo "scugnizzo" che fa sognare Napoli, il romanista (ai tempi scuola
Inter) Mattia Destro, il "piccolo Tassotti" Mattia De Sciglio. Per tacere
di Luis Muriel, rivelatosi col Deportivo Cali e certo non sfuggito ai sempre
attenti osservatori dell'Udinese, Alexander Merkel, altro talentino del Milan
oggi anch'esso a Udine, e “Kiko”Macheda, attaccante romano scuola Lazio
scovato da Sir Alex Ferguson. L’attaccante capitolino aveva calcato il prato del
“Colaussi” vestendo la maglia della nazionale under 16. Era il 2007, e Macheda
aveva come compagno di squadra il già citato Destro e Davide Santon, cui
Mourinho aveva pronosticato un futuro da Facchetti e che oggi milita nel
Newcastle.
Sempre guardando agli anni recenti, il Mundialito di Gradisca ha svezzato gli
juventini Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio e Paolo De Ceglie, oltre
a Ciro Immobile e Cristian Pasquato, o i milanistiPasquale Foggia e
Alberto Paloschi (oggi Chievo). La "Hall of fame" tricolore del trofeo “Rocco”
è piuttosto affollata: andando indietro nel tempo e nella memoria spiccano i
nomi di tanti altri giocatori affermati come il campione del mondo
Simone Barone (era
col
Parma),
Paolo Cannavaro (Napoli), Sculli(Juventus), Sammarco e Donadel (Milan).
Diana, Bonera (Brescia), Albertini (Milan), Konko (Juventus),Andreolli e B
onucci (Inter),
Daniele Conti (Roma), Pinzi (Lazio), Galoppa (Roma), Tacchinardi (Atalanta
),Coco (Milan), Rizzitelli (Cesena), Saudati (Milan), Robbiati (Monza), Petr
uzzi (Roma), Delvecchio (Inter),Falcone (Torino), Cardone (Milan), Viali (A
talanta), Sottil (Torino), Flachi (Fiorentina). Insomma, il "Rocco" è una
garanzia. Per diventare grandi, bisogna passare da Gradisca d'Isonzo.
La storia
Nato da un'idea di un gruppo di dirigenti dell’ Itala San Marco Gradisca (Franco
Tommasini, Domenico Ripellino, Italo Bressan, Lucio Marega, Manlio
Menichino) il Torneo internazionale “Città di Gradisca - Nereo Rocco” emette il
suo primo vagito nel 1986. Al debutto parteciparono le società regionali
Udinese e Triestina, il Giovane Milan (alla fine vincitore delle prime due
edizioni), il Rumagna Cesena ed il solo Nova Gorica a dargli un tocco di
internazionalità. Con il passare degli anni il torneo cresce a dismisura: nove
squadre nel 1988, dodici nel 1989, sedici nel 1997, quindi la classica formula a
24, fino ad arrivare al record di 28 società partecipanti toccato alcuni anni or
sono e ripetuto nuovamente nell'edizione 2013.
Dal palcoscenico isontino sono passate le migliori scuole calcistiche del mondo
come Real Madrid ed Argentinos Juniors (primo club di Diego Armando
Maradona e Roman Riquelme), Stella Rossa e Cruzeiro (prima casacca ufficiale
di Ronaldo), Barcellona e River Plate, Inter e Colo Colo, Milan e Marsiglia,
Dinamo Kiev e Sao Paolo, Ajax e Borussia Dortmund, Juventus ed Everton,
oltre alle migliori formazioni africane ed asiatiche.
Dando un rapido sguardo alla storia del “Nereo Rocco”, resta indelebile la
quarta edizione che sancì il trionfo delle “merengues” di Madrid, quella del ’91
nel segno della Fiorentina, che vide oltretutto la prima diretta televisiva della
Rai con la finalissima commentata dalla storica voce del Mundial ’82, Nando
Martellini. Nel 1993 il bis dell’Argentinos Juniors è offuscato nelle cronache
(anche quella nazionali, con tanto di prima pagina dedicata dalla “Gazzetta
dello Sport”) dall’incresciosa rissa scatenatasi tra Milan e Marsiglia, grandi rivali
di quegli anni.
L’Oscar come partita più spettacolare mai vista sui campi del torneo spetta
senz’altro all’indimenticabile finalissima del ‘94 che vide i cileni del Colo Colo
superare la Juventus con un pirotecnico 6-4 rimasto negli annali. Il successivo
biennio sancisce il dominio dell’Argentinos Juniors dei vari Cambiasso e
Riquelme, che porta a quattro i propri trionfi gradiscani e quindi fa
definitivamente sua la prima incarnazione del trofeo. Nel ’97 l’esordio con
vittoria per il continente africano, grazie ai ghanesi del Goldfields. Anche in
questo caso non è solo il fatto agonistico a meritarsi le prime pagine dei
giornali: dopo la finale con l’Atlas Guadalajara, due giocatori africani fanno
perdere le proprie tracce. Verranno ritrovati solo qualche settimana dopo, in
Campania, a fare i muratori. Qualcuno aveva promesso loro un futuro nel
grande calcio. L’anno successivo un atto finale tutto sudamericano permette al
San Paolo di spezzare il sortilegio Argentinos Jrs.
E le italiane? La maledizione dura per ben dieci anni, fino al derby della
Madonnina che nel Duemila incorona l’Internazionale. Il 2001 è l'anno
dell'incredibile sucesso della nazionale giovanile di Slovenia, che sorprende
tutti e piega in finale i nerazzurri che sognavano il bis. E' il Cruzeiro di Belo
Horizonte col proprio “calcio bailado” ad aggiudicarsi di prepotenza contro il
Barcellona l'edizione 2002. La difficile situazione internazionale influenza ma
non riesce a mettere i bastoni fra le ruote all'edizione del 2003, spettacolare
come e più del solito e decisamente destinata a restare negli annali. Il titolo di
campioni del "Città di Gradisca" ha infatti cambiato continente: la nazionale
della Corea del Sud è la prima squadra asiatica ad aggiudicarsi la kermesse con
un gioco molto europeo ed elegante.
Nel 2004, per celebrare l’allargamento ad Est dell’Unione Europea, nasce il
primo Trofeo Europa Unita, il cui tabellone è parallelo al "Nereo Rocco": vi
partecipano 10 nazionali dei nuovi Paesi membri, più l'eccezionale adesione
dell'Italia e la storica iscrizione di una squadra mista italo-slovena, la Fc
Go&Go, che sancisce lo spirito transfrontaliero di queste terre.
Successivamente la manifestazione parallela diventerà il Torneo delle Nazioni.
Nel “Rocco”, invece, parte l’infinito duello fra Atletico Mineiro e Juventus:
quattro finali consecutive fra le due bianconere, tre delle quali vinte dai
brasiliani. I quali faranno poker nel 2008 contro la rivelazione Karnten
(Austria) eguagliando dunque l’incredibile record dell’Argentinos prima di
lasciare vacante il trofeo. Nel 2009 risorge il calcio italiano: in finale è derby fra
Milan ed Empoli – non succedeva dal 2000 - e la spuntano i rossoneri guidati
dal gioiellino Merkel, tornando a scrivere il nome del Diavolo nell’albo d’oro a
ben 23 anni dalla prima, doppia affermazione. Nel 2010 una compagine
tricolore raggiunge ancora l’atto conclusivo, ma deve inchinarsi al calcio
spettacolare dei cileni del Colo Colo, che non tornavano al Mundialito da quella
lontana affermazione del 1994. Nel 2011 il trofeo ritorna in Italia: ad
aggiudicarselo è l'Empoli. Nel 2012 ancora il Colo Colo, che per la terza volta
iscrive il suo nome nell'albo d'oro. Ancora Sudamerica nel 2013, con
l'affermazione del Coritiba. Intanto cresce il Torneo delle Nazioni, che per la
prima volta esce dai confini europei: ad aggiudicarselo nel 2013 è infatti il
Giappone. Il 2014 si apre con la notizia dell'eccezionale presenza della
nazionale del Brasile all'11esima edizione del trofeo dedicato alle
rappresentative Under 16, che si allarga ancora all'Asia (Cina e Giappone),
all'Africa (Egitto e Zambia), a tutto il continente americano oltre che al Vecchio
Continente, diventando un vero e proprio Campionato del Mondo per la
categoria.
Questo l’albo d’oro del Rocco:
MILAN 1986 e 1987, LAZIO 1988, REAL MADRID 1989 e 1992, ARGENTINOS
JUNIORES (Argentina) 1990, 1993, 1995 e 1996, FIORENTINA 1991, COLO COLO
(Cile) 1994, NAZIONALE DEL GHANA 1997, SAO PAULO (Brasile) 1998, CRUZEIRO
(Brasile) 1999 e 2002, INTER 2000, NAZIONALE DI SLOVENIJA 2001, NAZIONALE
DELLA COREA DEL SUD 2003 , ATLETICO MINEIRO (Brasile) 2004, JUVENTUS
2005, ATLETICO MINEIRO (Brasile) 2006, 2007 e 2008, MILAN 2009, COLO COLO
(Cile) 2010, EMPOLI 2011, COLO COLO (Cile) 2012 e CURITIBA (Brasile) 2013 e
2014.

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