abenante II pt tutto

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abenante II pt tutto
21.11
dopo periodo abbaside (invasioni mongole 1258)
autonomia politica rispetto alla religione, contrapposizione ottomani-persiani
due fasi importanti dal XIII sec:
1. dalle ceneri del califfato abbaside realtà turche guidate dai leaders-sultani-signori della
guerra. fase ancora confusa politicamente, pluralità di stati turchi, quasi nessuno di
questi dura molto (es Seggiuchidi, Buyidi (?), Gùridi). farà eccezione lo stato
seggiuchide, più stabile degli altri (possibilità di restaurare il califfato? no, illusione), si
distingue rispetto agli altri anche perché si ha un importante cambiamento socialereligioso: espansione islam ed etnia turca nella zona dellʼAnatolia (già in epoca
abbaside il califfato aveva raggiunto la propria estensione definitiva), zona non a
preponderanza musulmana. Turchizzazione ed islamizzazione (che ancora non si
spinge verso lʼEuropa dellʼEst), apre le strade a quello che sarà il più grande stato di
origine turca che è lʼImpero Ottomano, processo completato dallʼascesa degli ottomani,
clan degli Osmanli. Osmanli entrano in conflitto con il mondo bizantino perché al
confine. Sarà a partire dagli anni 80 90 del 1200 che nascerà uno stato ottomano in
Anatolia, questo comincerà ad espandersi, dapprima in Anatolia e poi su almeno 3
diverse direttrici:
a. verso oriente (verso i domini seggiuchidi fino ai territori della persia, ove andrà a
formarsi la frontiera tra mondo ottomano sunnita e mondo persiano sciita),
b. verso nord (mondo bizantino e balcani),
c. verso la penisola arabica, nord africa.
Lʼapogeo dellʼimpero ottomano si avrà nel XVI secolo (conquista terre centrali
dellʼIslam, massima legittimazione) già dal XVII secolo declino. Come si struttura? tre
tipi di legittimità del sultano ottomano 1 legittimità imperiale 2 di sangue 3 religiosa. Vi è
tendenza dello stato ad imporsi sullʼaspetto religioso (sugli ulama), diritto di proprietà
sui sudditi e sui beni dei sudditi, in contrasto con la Sariʼa (il diritto islamico non
consentirebbe un dominio di questo tipo) si scontra con la legittimità islamica.
Contraddizione tra lʼesaltazione del sultano e sfera della Sariʼa. ambiguità che non è
mai risolta e rimane interna allʼimpero ottomano. Tutti gli stati di origine turca vedono un
più forte potere politico (potere religioso limitata autonomia) lʼimpero ottomano è quello
in cui questo controllo avviene in maniera più evidente: gli ulama saranno vicini al
potere (nella corte, divan cʼerano anche gli Ulama, che dipendevano però dallo stato) le
gerarchie religiose diverranno una sorta di “chiesa musulmana”> questo spiega in che
modo i sultani a spese dellʼislam nel IXX secolo laicizzeranno -mediante un processo di
riforme- lo Stato. lʼimpero ottomano rappresenta un tipico caso di realtà califfali che
vanno a combinare elementi centro asiatici, islamici, bizantini. prassi tipica, dettata dal
fatto che questi stati dovevano regnare su differenti comunità. Il sovrano era costretto a
fare ricorso ad una molteplicità di sfere di legittimazione: colui che proteggeva le
comunità di cristiani ed ebrei (attraverso il sistema dei millet), ma al tempo stesso era il
santo guerriero islamico (Ghazì) che combatteva contro gli infedeli, vi era persino una
visione mistica derivante dal mondo sufi (ulama moschee madrasa “scuola”, ma anche
nel mondo rurale dellʼanatolia dove prevaleva un islam ortososso) tra i suoi titoli cʼera
quello di “ombra di dio sulla terra”.
Baghdad confine nel mondo islamico. espansione verso le terre centrali dellʼIslam, XVI
secolo forze ottomane conquistano La Mecca, Medina, Gerusalemme, nel 1517 si
completa con la conquista dellʼEgitto (ove vi era dinastia Abbaside). La via tradizionale
di espansione sarà però verso nord ovest verso il mondo prima bizantino e poi
balcanico. Battaglia di kosovopolie 1589, nel 1453 viene conquistata costantinopoli e
nel corso del 500 arrivano fino al danubio. espansione graduale verrà infine fermata alle
porte di vienna (primo tentativo 1529). questa direttrice di espansine porta gli ottomani a
completare lʼislamizzazione. Nell'Anatolia il declino delle istituzioni cristiane sarà
particolarmente profondo. Perché? le ragioni sono legate 1 in parte alle migrazioni
dallʼAsia, ma forse la ragione principale fu 2 la disgregazione delle istituzioni cristianobizantine, qui ottomani esercitano oltretutto un potere duro ed intollerante nellʼambito
religioso (istituzioni ecclesiastiche sistematicamente eliminate e rimpiazzate da quelle
islamiche), altro motivo è la conversione della classe dirigente bizantina che per
conservare i privilegi sotto lʼimpero ottomano si è convertita. Importanza inoltre 3 del
mondo delle confraternite sufi in Anatolia (soprattutto nelle campagne).
Nel resto dellʼImpero, Ottomani scelgono di appoggiarsi alle chiese cristiano ortodosse
come intermediari tra loro e la popolazione autoctona, statuto (sistema del millet) andrà
ad applicarsi alle chiese più importanti ed anche alle minoranze cristiane dʼoriente che,
essendo autocefale, furono adattabili a questo sistema, i capi di queste comunità erano
nominati localmente e trattavano con il governo.
Importante anche lo spazio che trovarono gli ebrei, a partire dal ʻ500 (addirittura gli
ebrei troveranno rifugio dai cristiani nellʼImp Ottomano).
Parziale immigrazione da parte dei turchi musulmani anche nei Balcani vd Tracia tra
ʻ300 e ʻ400 però le conversioni furono soprattutto a carattere rurale per mano delle
confraternite sufi> sincretismo religioso (vd Bektashiya). Corpo dei giannizzeri>
ossatura principale dellʼesercito ottomano, il reclutamento dei giannizzeri si basava sul
devshirme (reclutamento giovani cristiani dalla Rumelia orientale, ad intervalli più o
meno regolari. giovani che venivano presi convertiti ed addestrati ed infine in parte
inseriti nellʼamministrazione civile ed in parte nella struttura militare.
Giannizzeri dunque corpo dʼélite dellʼesercito musulmano dʼorigine cristiana. la
consuetudine del devshirme fa comprendere il carattere multietnico del mondo
ottomano). giannizzeri + servi della porta e liberi militari (pagati mediante assegnazione
fiscale Timar Questi soldati (spesso a cavallo) divennero un corpo irregolare di razziatori con funzione di truppe
d'assalto, armati con armi semplici, come archi e lance. A loro furono dati dei feudi (timar) delle terre conquistate,
quindi vennero chiamati timariot. Inoltre, essi acquisivano un bottino di guerra durante le campagne militari.
ennesima ripresentazione del vecchio istituto della (?)). Lo stato tende ad agire sui
cittadini vedendoli più come gruppi che come individui. due categorie di sudditi: 1 quelli
che svolgevano un compito per lo stato (askeri termine di origine militare, inizialmente i
militari che quindi combattevano per lo stato ottomano) e 2 coloro che si occupavano
dʼaltro (reaya): i primi godevano di privilegi, ricevevano una paga ed erano esentati dal
pagamento dellʼimposta, i secondi erano produttori che sostentavano lo stato e
pagavano le imposte. dal punto di vista sociologico la società era molto più sfaccettata
(contadini mercanti gruppi nomadi o seminomadi ecc, a seconda della funzione del
gruppo cʼera un determinato status giuridico).
In origine imposizione devshirme percepita come violenza ma poi come un vantaggio,
nellʼepoca tarda (già dal 1700 cade in desuetudine) alla fine del ʻ500 i giannizzeri sono
ormai un gruppo di potere e riuscire ad inserirsi allʼinterno di questa classe diviene
desiderabile.
dunque: pilastri struttura ottomana sono la corte che comprendeva al suo interno le
persone chiave (gran visir, due esponenti religiosi shaik al islam e kadi asker, due che si
occupavano delle finanze, + un certo numero di ministri i visir della cupola, da un certo
momento in poi anche governatore della Rumelia), poi la burocrazia civile, poi lʼesercito.
dunque lʼimpero ottomano dal 1200 alla prima guerra mondiale (ma il declino inizia nel
XVII sec) riunificazione politica dalla mezzaluna fertile ai confini persiani. importante nei
rapporti mondo occidentale-mondo islamico anche per la posizione geografica, ruolo di
mediatore nel ʻ700-ʻ800
2. nellʼarea persiana passaggio da frammentazione politica a dimensione statale più
ampia. scenario: invasioni mongole 1200 che fanno piazza pulita. le confraternite sufi
svolgono qui un ruolo importante, di qui rinascono le istituzioni islamiche. Nascono
dallʼAsia Minore movimenti religiosi a carattere mistico tra Tre e Quattrocento con
caratteri tribali popolari origini turche e contatto con sufismo eterodosso (visione molto
sincretistica sciismo-sunnismo, venerazione Alì, credenza di origine sciita dl ritorno
dellʼImam): tra questi uno in particolare guidato da Safiuddin (XIII-XIV sec) movimento a
carattere spirituale non politico, tenderà gradualmente a politicizzarsi, diventare dinastia
politica, estendersi sul territorio tra Anatolia ed Iraq in antitesi allʼImpero ottomano,
movim. safavide> agli inizi del 1500 Shah Ismail (che si dice discendente di Safiuddin)
fonda dinastia safavide e si definisce shah della Persia. La confraternita-dinastia politica
(di origine turca tra lʼaltro) si proclama sciita duodecimana (prima sincretismo)> solo in
questo momento Persia diviene sciita, religione alta, perché? motivazione di carattere
geopolitico: contrapposizione mondo persiano safavide ed ottomano. ragione politica
interna: di fronte alla frammentazione bisognava darsi una legittimazione religiosa più
forte. grande eterogeneità sociale nello spazio persiano, la capacità dello shah sarà
quella di unire le diverse componenti sotto la sua figura che verrà sacralizzata e alla
quale verranno attribuiti svariati simboli e significati. Incorpora al suo interno diversi tipi
di legittimità religiosa (carattere zoroastriano vd simbolo del fuoco o lotta tra bene e
male, tradizioni legate alla famiglia di Alì, carattere cristiano vd Gesù aureola ecc) vi è
un crescendo che lo poterà a definirsi discendente di Alì e reincarnazione dellʼImam
occultato. oltre alla legittimazione religiosa strumenti più concreti e violenti: reclutano tra
le popolazioni sconfitte, popolazioni di confine schiavi militari; isolano tribù più
minacciose (es tribù dei kagiari).
durante il periodo safavide la Persia vive il primo contatto con lʼEuropa in particolare
Inghilterra contatti di tipo commerciale. rapporto ulama-shah netto vantaggio potere
politico dello shah ma equilibrio precario: se dinastia è forte gli ulama accettano la
sudditanza (e persino le stranezze dello shah), se è debole gli ulama alzano la testa
mettono in discussione il diritto dello shah a governare e rispolverano la teologia sciita e
predicano lʼillegittimità dello shah laico-sacro.
Abenante 28.11
potere in Iran tra Safavidi (1501-1736) e Qajari (1785-1925)
Difficoltà nel mantenere il potere sul territorio (grande confederazione tribale che aveva
portato al potere i Safavidi)
almeno tra il ʻ500 ed il ʻ600 lo stato in Persia sarà particolarmente forte, comincerà ad
indebolirsi nel Settecento ed Ottocento (gruppi che si ribelleranno allo stato + ingerenza
potenze esterne). Questo influenzerà moltissimo il rapporto tra stato e gerarchie religiose
(ulama).
non possiamo parlare di uno stato centralizzato in Persia sino alla fine della dinastia Kajari
(fine Ottocento).
movimento religioso persiano nasce da un ambiente molto eterogeneo, zona ibrida tra
credo sunnita e credo sciita. A partire dal XXII secolo nascono movimenti a carattere
messianico-millenaristico, in attesa di figure che riportino la giustizia divina, i Safavidi
portano avanti uno di questi (unione aspetto militare turco ed aspetto religioso
messianico), con gli inizi del ʻ500 divengono dinastia regnante con Shah Ismail I> grande
legittimazione religiosa che affonda le sue radici nel sufismo (confraternita) e che
“sciitizza” nel ʻ500 la Persia. Si rifanno alla scia duodecimana ed a varie fonti di
legittimazione religiosa (sincretismo), con lo scià Ismail gli scià safavidi sono re-santi.
Intolleranza religiosa contro altre minoranza religiose: sunniti e gruppi sufi sunniti (non
sono accettate forme organizzate di misticismo islamico poiché vi è già incarnazione del
sacro negli Imam)> azioni violente come la distruzione di luoghi simbolici od azioni
simbolico-rituali (distruzione tombe di santi sunniti, spostamento del pellegrinaggio dalla
mecca alle tombe degli Imam sciiti, offesa rituale contro la memoria dei primi tre califfi
dellʼislam ecc.). Ma anche intolleranza contro cristiani.
Nuovi culti per rimpiazzare le confraternite sufi (Imamzade, o simulacri dedicati alle figure
sacre della scia Imambarà).
contrapposizione tra ottomani e persiani di tipo geopolitico e religioso (mondo sunnitamondo sciita).
riforme per avere una forza militare non legata alle tribù (scià Abbas), perché lo stato
potesse trovare una propria autonomia rispetto ad esse).
Declino XXVIII secolo:
indebolimento dal punto di vista interno (1) ed esterno (2)
1. difficoltà nel mantenere sotto il proprio controllo le tribù: in passato strategia del “divide
et impera” ed allontanamento fisico tribù> col passare del tempo strategia inefficace
2. minaccia proveniente dalle potenze ottomana (occidente) e russa (nord nord-ovest).
1724 russi ed ottomani assieme invadono e si spartiscono la regione della
Transcaucasia. i russi prendono i territori sul mar Caspio ed ottomani parte
dellʼazerbaijan e dell'Armenia attuale Ai sensi del trattato le terre a est della confluenza tra il fiume
Kura ed lʼAras sarebbero andate ai russi mentre la porzione a ovest agli ottomani. 1736 ultimo scià
(Ismail III) verrà deposto dai turchi> quarantennio di anarchia che si conclude nel 1779
con lʼascesa al potere dei Qajari...
dalla teologia sciita deriverebbe una non accettazione da parte degli ulama dellʼautorità
dello scià. MA
+ teoria della prevenzione del danno nel periodo dellʼoccultamento dellʼImam poteva
essere accettabile che gli Ulama collaborassero con un governo non legittimo sempre a
patto che da ciò non derivasse alcun danno per la comunità sciita.
+ dissimulazione (Taqiya) possibilità persino di rinnegare la fede sulla base della
convenienza. ulama più forti quando lo stato era più debole pendolo potere politicopotere religioso. tra ʻ500 e ʻ600 simbiosi ulama-stato
+ dibattito tra Akbari (seguaci della tradizione, affermavano che gli sciiti avessero nel
corpo della tradizione tutto ciò di cui avevano bisogno, negavano il ruolo docente delle
autorità viventi) ed Usuri (seguaci dei muhtahid, cioè delle guide viventi). Il dibattito si
conclude nel 700 con la vittoria degli Usuri> creazione base dottrinaria per un attivo
ruolo da parte del clero (fino a mettere in difficoltà lʼautorità politica). evoluzione equilibri
dei poteri in Persia (curiosità fatwa pronunciamento sul tabacco)
+ luoghi santi sciiti erano distribuiti nel territorio, tra il 500 ed il 600 gli ulama risiedono
presso i luoghi santi iraniani, poi nel 700 si spostano anche in altre città> difficoltà di
controllo ed intervento per la dinastia kajari
Qajari compaiono sulla scena politica nel XVII sec (tribù che in passato aveva subito
tentativi di frammentazione da parte dei safavidi). Fondatore della dinastia Aqad
Muhammad Khan. I suoi successori rigettano le abitudini tribali per ricollegarsi si più
allʼImpero persiano del passato ridando vita al rituale di corte proprio dellʼapogeo della
dinastia safavide.
tentativo di creare una burocrazia ed un apparato militare stabili e controllabili> fallimento
perché le varie comunità locali riescono a mantenere la propria indipendenza. piccolo
cambiamento con la brigata cosacca (da questi discenderanno di fondatori della dinastia
Pahlevi)
Problema del riemergere della teologia sciita legata alla legittimazione politica dello stato.
politica sistematica di divisione dei gruppi e accondiscendenza (stato ostaggio delle
proteste di massa provenienti dalle gerarchie religiose)
Nel ʻ800 come reazione allʼingerenza occidentale lʼImpero persiano ritroverà la sua unità
ed identità (musulmani contro cristiani e musulmani sciiti contro musulmani sunniti)
INDIA
Rotte commerciali sono divenute le vie di propagazione dellʼislam, contatti marittimi che
univano il corno dʼafrica e l'Arabia allʼindia. Islam pacifico e tollerante dei santi sufi
(“modalità a lenta fusione culturale”), giuridicamente Shahfiita. Contatto di non grande
importanza perché non cʼè stato un processo di islamizzazione di massa.
seconda via: nel periodo del califfato Ommyade gli arabi occupano parti dellʼindia nord
occidentale, tra il 711 ed il 712 penetrazione militare che non è stata seguita da una vera e
propria occupazione del territorio (da Damasco attraverso lʼAsia Centrale)> risposta
militare da parte del califfo per uno sgarbo compiuto da un principe indù che aveva
saccheggiato navi arabe? Si creò un'enclave musulmana in due città conquistate ed
islamizzate Multan e Mausura (isolate e circondate da una realtà indù)
Principale via dʼislamizzazione: tra la fine del X e lʼinizio dellʼXI secolo (epoca abbasside)
migrazione genti turche verso Afganistan e medio oriente (stesso periodo di formazione
dei vari emirati), conquistano roccaforti, si ambientano e persianizzano. da qui lanceranno
una serie di saccheggi in territorio indiano attratti dalle ricchezze
due clan turchi ad iniziare la conquista dellʼIndia settentrionale: prima i Ghaznavidi (dalla
città di Ghaznì) e poi i Ghùridi (da Gur), i primi non progettavano la costruzione di uno
stato in india, la loro direttrice di espansione era rivolta ad ovest verso la Persia, i secondi
avranno anche un progetto politico ed a partire dal 1170 circa cominceranno un tentativo
di conquista sistematica nella valle dellʼIndo. Successivamente queste armate si
sposteranno verso nord sconfiggendo le truppe dei vari principi Rayput indù. La
particolarità di questa forma di conquista fu che i Guridi il più delle volte lasciarono il
compito di completare questa conquista ai loro comandanti militari (che principalmente
erano schiavi), ritornando in Afghanistan e lasciando loro il territorio indiano> fenomeno
che farà sì che nel 1200 si formino dinastie schiave di origine turca autonome rispetto al
centro del potere. Primo sultanato musulmano in india (sultanato di Delhi dal 1206) nelle
mani di questi che manterranno il potere nellʼIndia settentrionale sino agli inizi del 1500:
primo tentativo di realizzare uno stato musulmano in India. domino frammentario
(islamizzazione marginale, non si estende alle campagne
Islam doveva moderarsi e trovare elementi in comune con la realtà indiana (vd
obbligazioni della sariʼa come il divieto di essere comandati da non musulmani) verranno
cooptati principi indù allʼinterno dello stato, sistema impostato dai sultani di Delhi e
perfezionato nellʼimpero moghul ( si arriverà a non richiedere la conversione allʼinterno
dellʼesercito) unioni matrimoniali miste per associare poteri indù allo stato musulmano.
scarsa importanza islam ortodosso, ciò che più contribuiva alla stabilizzazione del potere
in india sarà lʼaspetto sufi. sufi maggior capacità di influenza del potere politico rispetto agli
ulama che avrà capacità limitata (alcuni anche incarcerati perché critici della politica di
apertura verso lʼindia). rapporto molto stretto tra santo sufi e sultano. dualismo
Indù idea di immanenza del divino e pluralità di forme del sacro> santo sufi unʼaltra
manifestazione del sacro dunque non cʼè una contraddizione religiosa
anche il rapporto stesso tra santo e sultano ricordava il rapporto tra il re ed il brahamano
certamente si è trattato di un fenomeno di conquista, Bausani “sovrapposizione culturale”
ma errore considerare avvento musulmani in india come un brusco cambiamento
culturale. discontinuità meno pronunciata di quello che si potrebbe immaginare.
lingua ibrida, primo nucleo dellʼindostano
Abenante 03 dicembre 2013
NB assenza di unʼautorità centrale docente che possa fungere da guida per il popolo
islamico. Importante disorientamento quando si presenta la cultura occidentale
Islamizzazione India e costruzione di uno stato musulmano:
Islamizzazione eterogenea caratterizza dellʼIslam indiano.
essa non è avvenuta in unʼunica epoca storica ed è stata portata avanti da differenti attori
musulmani.
Dal punto di vista etnico i contatti sono stati di diversa origine: influenza araba (marginale),
contatto con popolazioni turco afgane provenienti da nord ovest, elemento turco
particolarmente importante (islam che i turco afgani portano è già differente, non è quello
originario, frutto del contatto con cultura persiana, turca)
Marginalità geografica: al di fuori della civiltà islamica e distante dai centri del potere,
califfato alla fine del XX secolo è nella sua fase terminale
Marginalità di numero: minoranza numerica nel subcontinente indiano
islamizzazione standard: assorbimento culture nella civiltà islamica.
islamizzazione indiana: civiltà dellʼinduismo impossibile da assorbire nellʼislam + grande
vastità territoriale
I governanti hanno dovuto rinunciare allʼortodossia ed ad imporre una chiara scissione tra
musulmani e non musulmani. Sin dal principio collaborazione tra elementi musulmani e
non musulmani nellʼambito civile e dellʼesercito ma anche nellʼapplicazione della Sariʼa:
questo avrebbe portato in poco tempo alla crisi dello Stato musulmano.
Le dinastie musulmane in India si appoggeranno sui Sufi (sostegno sacro ed ideologico al
potere politico) Ulama saranno meno influenti e diventano più focali durante i momenti di
crisi, come epoca Moghul (criticano la politica sincretista) e lʼepoca dellʼespansione
coloniale britannica.
A contatto con la società indiana lʼIslam tende ulteriormente a gerarchizzarsi. La
diseguaglianza è norma: (sistema castale) 4 gruppi funzionali base dellʼorganizzazione
delle società indiana sacerdoti (es brahmani) principi guerrieri mercanti e servi.
Islam linea di teorica eguaglianza ma nel corso dei secoli si gerarchizza entra in contatto
con una società basata dalla diseguaglianza: castalizzazione dellʼIslam> gerarchie
preesistenti sʼirrigidiscono e vengono a crearsene di nuove.
I distinzione: chi è musulmano e chi non lo è. Nel momento in cui inizia un processo di
conversione differenza tra primi ed ultimi musulmani (basso status), regola tendenziale:
- Ashraf grande gruppo di nobili che comprendeva tutti i musulmani di origine straniera (di
vecchia data dunque) Afghani o addirittura Arabi. essa si divide in 4 sottogruppi: Sayyd
(discendenti del profeta) Sheck (arabi musulmani non discendenti) Moghul (origine
centro asiatica) e Patan (Afghani)
- Aljaf tutti quei gruppi dei convertiti allʼIslam (genaralmente mantenendo le proprie
distinzioni professionali e castali). -spesso status sociale basso perché Convertiti per
mezzo dei santi sufi nelle campagne-.
Prima fase intolleranza ed occupazione militare, mancanza di uno Stato in India. Fino ai
primi anni del 1200 fase preparatoria in cui i Turchi afgani non hanno ancora tentato di
creare un vero e proprio stato. 1206 creazione del sultanato di Delhi (fine nel 1526 con la
fondazione dellʼImpero Moghoul).
In che misura lʼavvento dellʼislam ha portato innovazioni nello Stato indiano? Il tipo di
potere è molto decentrato: si preferisce cooptare le autorità già presenti sul territorio. Il
mondo indiano è sempre stato soprattutto rurale ed i musulmani si insediano nelle città +
mentre lʼIslam considera fondamentale il possesso del potere politico, nellʼinduismo il
sacro viene prima del potere politico (es il principe guerriero è sottomesso al bramano)
complementarità, coabitazione pacifica? a patto che i musulmani non sʼintromettano nella
vita religiosa dellʼinduismo.
-> dunque non ci sarà unʼinnovazione così forte
elementi di innovazione:
mentre la società indiana ha sempre privilegiato la dimensione locale (del villaggio, causa
sistema castale, infatti la società indiana non ha mai portato alla formazione di grandi
imperi), (1) i musulmani inizieranno a valorizzare la dimensione nazionale: struttura
amministrativa di carattere moderno (gli stessi britannici si avvarranno di essa). struttura
piramidale. (2) + creazione catasto fondiario (registrazione dei diritti sulla terra) (3) +
parziale monetizzazione economia indiana. questione dei diritti sulla terra: indiani non
comprendono la proprietà della terra, i musulmani accettano il sistema esistente
(distribuzione di quote del raccolto) saranno gli inglesi ad imporre le divisioni di proprietà
individuale della terra
dunque. i musulmani non sconvolgono la realtà locale ma si sovrappongono alla struttura
esistente
nel tentare di espandere la propria influenza verso sud il sultanato di Delhi entrerà in crisi.
formazione di corti-principati locali che sempre resisteranno al sultano di dehli nel tentativo
di imporre il proprio potere nel locale: differenza espansione politica/religiosa. i due
elementi sono distinti, nellʼindia del sud una rete di principati alcuni dei quali retti da
principi turco afghani, altri da principi indù
1290-1526 4 importanti dinastie:
Kahlgi
Tuchlà
Sayyd
Lodi
dai Kahlgi in avanti ha inizio un processo di espansione politico-territoriale. allʼinizio del
1300 si raggiungerà lʼestrema punta meridionale dellʼIndia ma il problema era il
mantenimento (dispendioso) nel tempo delle conquiste. Come ricordato, non si attuava
controllo diretto ma cooptazione, questa diviene difficile quando il territorio è lontano dal
centro. problema: continua dilapidazione di risorse. Con la dinastia dei Tuchlack per
controllare meglio lʼIndia meridionale attorno al 1330 si decise di spostare la capitale da
Dehli a Devagyri (Daulatabhad). con questo si crea uno squilibrio nel nord in cui i cittadini
tentano di sfuggire al controllo dello stato non pagando le tasse ecc-intervento militare e
poi nuovo spostamento capitale a Delhi.
nel Quattrocento inizia il declino del sultanato di Delhi, con i Sayyd ed i Lodi il sultanato si
accontenterà di mantenere il controllo della capitale e delle zone limitrofe, svanisce il
sogno di creare uno stato musulmano. nel 1526 nuovo impulso di conquista del sud
proveniente dallʼIndia nord occidentale con i Moghul: unʼaltra popolazione di origine TurcoAfghana (per lungo tempo si è pensato che lʼorigine fosse mongola)> passano tra
l'Afganistan e lʼattuale Pakistan. è nelle zone rurali che sarà più facile la conversione “di
massa”. mondo sufi delle confraternite. nel 1526 Bahbur sconfigge i Lodi e fonda la
dinastia Moghul (regno che durerà quattro anni), a suo nipote si deve il merito
dellʼedificazione della struttura politica fondamentale dellʼImpero Moghul Akbar
(1556-1605). Capacità di integrare il mondo indù allʼinterno dello stato moghul, chiave del
successo è consistita nella creazione di una cultura Indo-musulmana, integrazione delle
élites e tolleranza. principi, guerrieri, indù e specialisti dellʼamministrazione che
manterranno la propria religione, forma di stato indebitata con la tradizione tardo califfale
islamica (dopo secoli dʼintegrazione tra musulmani e non)> allontanamento rispetto ai
dettami della Sariʼa.
caratteristica interessante: uso della lingua persiana nellʼambiente amministrativo,
penetrazione della lingua persiana nel mondo letterario indù.
esempi di grande apertura religiosa: creerà “la stanza della devozione” in cui era solito
invitare a discutere di temi religiosi esponenti delle differenti religiosi nel territorio indiano,
abolizione della tassa che i non musulmani dovevano pagare allo Stato, divieto di
macellazione delle vacche, introduzione celebrazioni indù nel calendario islamico ed altre
tradizioni (es fa propria lʼusanza indù del pesare in oro il sovrano).
costruzione di un rapporto molto stretto con le confraternite sufi (già precedentemente
molto influenti nel sultanato), vd la Surabaghdia, la sishitia, la khatilia. Culmine nella
fondazione di una nuova religione sincretistica: basata sulla commistione di elementi
musulmani indù e cristiana: Dindillahi (la fede in Dio), Akbar ne sarà gran sacerdote,
portata elitaria religione di corte (fenomeno di élite). linea sempre più eterodossa*,
inevitabile conflitto con gli ulamà, pone a rischio la propria legittimazione come sovrano
musulmano, deve contrastare le prime critiche del mondo ortodosso musulmano, accuse
di apostasia (rinnegare appartenenza allʼislam)
*nelle celebrazioni delle liturgie “allah akbar”
dal mondo sufi (confr. nashbandjja “nashbandj reaction”) verrà una critica allʼapertura:
essa accanto ad elementi tipicamente mistico-sufi, portava con se anche il comandamento
del rispetto rigoroso della sariʼa (Bausani “misticizzazione della sariʼa”, il percorso del
mistico porta il credente ad una riscoperta della legge islamica)> evidenzia lʼimportanza
del sufismo nellʼislam indiano.
Durante lʼimpero moghul Sheick Sidʼhindi prende il bagaglio originale della confraternita e
ne farà una confraternita riformista (differenziazione messaggio religioso della n. rispetto
alle altre confraternite), verrà chiamato “il rinnovatore dellʼIslam”, nashbandyya
mujaddiddia (?).
Akbar dunque> apertura al mondo indiano e costruzione aristocrazia-nobiltà moghul.
sistema mantzabdhari (dhar + mantzhab colui che vive di una rendita terriera, raccolta
imposte fondiarie in un territorio), nobili organizzati secondo una gerarchia identificata da
un certo numero, numero di truppe che il mantzabdhar era tenuto a sostentare e portare in
guerra qualora fosse necessario. non tutti i mantzabdhar facevano parte della nobiltà
moghul. conferisce unʼidentità specificata dal ruolo (al di là del sangue e dalle
discendenze), aristocrazia eterogenea nellʼetnia.
Ogni mantzabdhar finiva per creare attorno a se una microcorte sullʼimmagine di quella
dellʼimperatore.
Nellʼimpero moghul non è mai stato ben definito un meccanismo chiaro di successione: ciò
comportava alla discesa in campo di ogni nobile moghul (lotta tra i vari mantzabdhar e
frammentazione>indebolimento impero). dalla morte di akbar dallʼinizio del 1600 alla fine
del 1700 periodo caratterizzato da lotte intestine.
05.12 abenante
Nel 1700 i mansabdar smettono di pagare le tasse. Nel 1723 un mansabdar si proclama
mizam (signore della regione, titolo nobiliare degli ex mansabdar. altri “nauab”) e si rifiuta
di pagare il tributo, così anche il signore del Bengala. Si trasformano in signori ereditari del
territorio e creano delle dinastie> da una struttura imperiale decentrata si forma una
pluralità di staterelli. sarà in questa situazione di frammentazione politica che gli europei
imporranno il proprio potere.
Il diritto praticato era un misto sariʼa-consuetudini locali
emerge in India (precocemente) unʼIslam in crisi dal punto di vista politico (crisi Moghul)
che porta con sé una crisi di tipo religioso: se lo stato musulmano è entrato in crisi i
musulmani evidentemente non sono stati buoni musulmani. Eʼ il possesso del potere
politico che consente di fondare le istituzioni islamiche e di applicare la legge> in questo
modo un musulmano può vivere una vita “islamicamente accettabile”> se così non è, due
soluzioni 1 jihad 2 migrazione nel più vicino dahr al islam. ma gli ulama sunniti sono
piuttosto restii a dichiarare il jihad. queste condizioni possono applicarsi allʼIndia?
ufficialmente il potere dellʼimperatore moghul è ancora esteso allʼintero territorio ma di fatto
è ridottissimo e la sovranità è distribuita tra vari potenti (stato sikh, pluralità di staterelli in
generale). Imperatore continua ad incarnare lʼautorità legittima e persino gli indù
continuano a guardare a Delhi come la fonte della sovranità (simile alla situazione della
fine del califfato Abbaside) gli stessi inglesi continueranno a sottostare a questʼistituzione
giuridica
è una situazione ambigua perché finché cʼè un imperatore a delhi lʼIndia è ancora dahr al
islam. tra il ʻ700 e lʻ800 quando compare la compagnia delle indie britannica, che non
riconosceva i valori dellʼIslam diviene evidente la crisi religiosa.
Già nel ʻ700 intellettuali musulmani si pongono il problema e formulano risposte per una
riforma dellʼislam di matrice locale indiana (membri della nashbandjja) e internazionale
individuabile nelle terre sante dellʼislam -mecca medina- nelle quali gruppi di studiosi inclini
ad una lettura scritturalista dellʼislam (scuola hanbalita ma anche sharita e malikita)
criticano lʼislam consuetudinario popolare: la mecca e medina divengono centri di
propagazione della riforma e tutti gli intellettuali (es dal Marocco, dallʼIndia ecc) riportano
nei propri paesi queste idee
> risposta dello shah waliullah (?) ulamà di Delhi, dotto musulmano discepolo della
nashbandjja riformata, tra il 1702-1763. ambiguità perché aspetti di progressismo
(atteggiamenti di tolleranza ridiscussione ed unione) e conservatorismo (scritturalista)
1.
tentativo di ricostituire un forte potere politico mediante un califfato universale, in
mancanza di ciò almeno rafforzare il potere centrale in india. scrive lettere ai vari
signori indiani chiedendo loro di dichiarare il jihad ed invadere interamente lʼIndia >
nessuno lo ascolterà ed il declino dellʼimpero moghul viene accompagnato
dallʼascesa del potere britannico-compagnia delle indie
2.
dal punto di vista religioso vede nella frammentazione interna dellʼislam il suo
punto di debolezza, troppe correnti di pensiero religiose, giuridiche ecc. vorrebbe
una riunificazione, superando le divisioni di tipo formale cogliendo lʼessenza delle
scritture: eclettismo giurisprudenziale, principi della giurisprudenza sono tutti validi
ed universali (no divisione tra scuole giuridiche). bisogna riaprire lʼinterpretazione,
la porta dellʼijtihad, troppi commentari e teorie su cose scritte secoli prima. ogni
rivelazione fa riferimento allʼepoca storica in cui si presenta (ha unʼessenza, nucleo
permanente, ma la forma è relativa, adatta alla circostanza) relativismo storico
della rivelazione e delle scritture. potenziale sviluppo moderno progressista ma
anche verso la conservazione (vedi atteggiamento nei confronti del sufismo, non
attacca la mistica islamica in sé ma lʼidolatria). Le scritture comunque devono
essere rilette alla luce del contesto storico, legittimato ad interpretare non è solo
lʼulamà ma lʼintera comunità musulmana, è necessario attrarre anche i laici verso
la conoscenza religiosa. Idea di tradurre il Corano (scritto in lingua antica araba) in
Persiano -ma non nelle lingue popolari, la generazione successiva a lui tradurrà in
lingua urdu-, rischio relativizzazione interpretazione. rischia perché teme la
scomparsa dellʼislam e nella riduzione di esso in una delle varie correnti religiose
dellʼIndia, ma sarà ampiamente criticato dai contemporanei per aver tentato di
spezzare il monopolio del sapere degli ulama. + lʼijtihad deve fare uso del
ragionamento individuale: auspica un più grande uso della razionalità, della
speculazione nellʼinterpretazione delle scritture. criticato
eclettico e premoderno, stranezze (attenzione verso terre centrali dellʼIslam, aumenta la
distanza tra musulmani indiani ed india)
correnti nazionaliste dellʼislam si rifaranno al principio dellʼapertura dellʼijtihad
Abenante 12.12.2013
Occidente e Colonialismo
differenze concettuali profonde tra sistema di valori che gli Europei importano e quello
musulmano
1. rapporto individuo/comunità: nel mondo musulmano il concetto di individuo è poco
importante mentre fondamentale è la comunità. In Europa importanza sfera individuale
2. contraddizione sovranità Dio/Uomo. Dal IXX secolo lʼidea che gli occidentali
importeranno sarà quella di legislazione, parlamentarismo-rappresentanza politica. nel
mondo musulmano la sovranità appartiene a Dio e da lui deriva la legge, ammessa la
consultazione ma non la creazione originale di leggi, normativa di origine politica non ha
mai fatto venir meno che la Sariʼa, legge fondamentale si a creata da Dio.
3. nel mondo musulmano il compito dello Stato è unicamente quello di applicare la sariʼa
ed ha molto forte il senso del proprio limite: lo stato non penetra in profondità la società,
è per sua natura limitato e delega le funzioni (questo è dovuto sì alla struttura
decentrata ma più profondamente allʼidea di limite dello Stato). Per lʼeuropa al contrario
è lo stato ad accentrare in sé le funzioni. Dunque direttamente o indirettamente ci sarà
la tendenza negli stati musulmani a copiare il modello Europeo ed ad accentrare il
potere nelle mani dei governatori (paradossalmente non ha comportato dunque una
democratizzazione)
4. differenza tra concetto di territorio come stato nazione e quello di universalità della
umma (una volta finita lʼunità politica della umma essa si è frammentata ma è rimasto
lʼideale unitario territoriale, nel diritto e nella religione). Lʼemergere degli stati nazione
nel mondo musulmano sarà una sorta di violenza sulle concezioni islamiche
Egitto ed India primi paesi musulmani a provare sulla propria pelle lo strapotere
dellʼEuropa. Nella gran parte dei casi lʼEuropa ha influenzato più che conquistato, ma
penetrando profondamente la società musulmana. In realtà soltanto lʼimpero moghul
soccombe al dominio coloniale europeo diretto, le altre aree non saranno colonizzate
(Impero Ottomano, quello Persiano…).
Si tratta di un periodo storico molto lungo, alla fine del ʻ400 prodromi influenza europea,
lʼEquilibrio dei poteri inizia a girare in questo periodo (si manifesta un dinamismo da parte
dellʼEuropa che non notiamo nel mondo musulmano, dopo epoche in cui lʼIslam ed il
mondo cristiano si erano combattuti su di un piano di parità, questo è il momento in cui
emerge la superiorità dellʼuno sullʼaltro). Svincolarsi della società civile dalla religione, la
tradizione e lʼImpero (Burkardt, lʼuomo del rinascimento si svincola dai legami tradizionali
religiosi, legati alla tradizione politica universale dellʼImpero, lʼuomo è più “laico”,
disincantato, razionale) mentre in europa avvengono trasformazioni il mondo musulamno
non modifica i valori fondamentali che vedevano Dio al centro dellʼuniverso (no
umanesimo islamico, no emergere della ragione umana nella comprensione della realtà).
Anche dal punto di vista politico lʼEuropa dimostra un grande dinamismo, nel mondo
musulmano soltanto con grande fatica si accetta lʼidea del sultanato come separato dal
mondo religioso. Dualismo politica-religione presente de facto viene difficilmente accettato
e comunque i grandi capi musulmani erano riusciti a darsi una forte legittimazione
religiosa, e questo rendeva forte lo stato.
Superiorità in ogni caso che non viene esplicitata a scopo di conquista territoriale fino alla
fine del ʻ700 ma la vera e propria epoca dellʼimperialismo occidentale in oriente sarà il IXX
secolo. Questione che tra ʻ500 e ʻ600 ciò che interessa di più agli occidentali è il
commercio, idee che emergono sono quelle che mettono al primo posto il prestigio
commerciale (non quello di conquista con i territori dʼoltremare ecc).
Partizione tradizionale tra due fasi
1. espansione coloniale che va dal 1415 al 1876: europei non sono interessati a fare
conquiste ma a fare profitto economico. 1415 segna la prima proiezione delle potenze
iberiche sulla costa africana marocchina (portoghesi, proseguimento del grande ciclo
storico della reconquista), 1876 segna lʼinizio delle azioni coloniali del Belgio, Leopoldo
II in Congo. Si aprirà lo scramble for Africa.
a. tra il Quattrocento e la fine del Cinquecento epoca delle grandi dinastie monarchiche
europee, saranno Spagna e Portogallo i paesi più importanti ed i primi che
cominceranno ad espandersi verso Oriente, scoperte geografiche e connesse a
queste ultime lʼapertura delle rotte commerciali.
b. Seicento Epoca dominata dalle grandi compagnie private per azioni che
commerceranno con le potenze orientali e a poco a poco arriveranno addirittura a
mantenere milizie armate in Oriente
2. imperialismo coloniale 1876-1919: obiettivo imperialista di conquista di territori. 1919 si
apre la fare della decolonizzazione (lʼOccidente svilupperà una consapevolezza
allʼinterno dellʼopinione pubblica sfavorevole alla conquista di nuove colonie e anche al
mantenimento di quelle esistenti)
Importanti eccezioni (iniziative prese da parte dei paesi europei per motivi particolari):
dagli anni ʼ50 del ʻ700 gli Inglesi iniziano la conquista di territori indiani (in particolare
provincia del Bengala) 1757 i britannici sconfiggono il sultano del Bengala. 1798 sconfitta
napoleonica dʼEgitto -nap vuole minacciare i britannici nel mediterraneo-, non
particolarmente significativa dal punto di vista della storia locale. 1830 inizio della
conquista dellʼAlgeria (nb processo molto lungo) per regioni di politica interna.
Abenante 07.01.2014
1798 anno spartiacque
forte ingerenza occidente nel mondo musulmano
due correnti
1. classe dirigente modernizzazione sistemi di governo e strutture economiche (a partire
dallʼEgitto ma poi in generale in tutto il mondo arabo-musulmano)
2. intellettuali (soprattutto uomini di religione, ulamà) sinceri ammiratori della civiltà
europea, non sono ostili alla cultura europea
entrambe le riforme contribuiranno a creare il concetto di patria araba (e di patriottismo
arabo, in parte locale in parte universale-arabo)
Situazione Impero Ottomano nel ʻ700: similmente allʼindia era in declino, già nel ʻ600 segni
di declino ma qualche manifestazione di forza ed ambizione. Per gli europei lʼImpero
Ottomano è importante per una questione strategica, non di conquista.
Perché declino? graduale isolamento nel corso del Settecento. Scarsa conoscenza lingue
europee e livello tecnologico europeo>
Francesi di Napoleone attaccano Il Cairo. Egitto al tempo nominalmente nelle mani degli
ottomani ma di fatto controllata dai mammalucchi. Classe dirigente mamelucca inetta e
corrotta lascia che lʼEgitto venga facilmente preso dai francesi> shock enorme allʼinterno
del paese
Al Jabarti commenta i fatti e si mostra colpito (sicuramente dallʼincapacità della classe
dirigente mammalucca) dalla capacità organizzativa degli Europei, la loro solidità e
coesione. Precisione nel linguaggio, la stessa complessità della lingua araba è un
ostacolo allʼimmediatezza nella comunicazione. Se il mondo arabo vorrà diventare forte
come lʼEuropa dovrà riformarsi ed in questo riformare anche la propria lingua. La solidità
delle truppe francesi sembra derivare da una forza interna delle società europee. Questa
sarà individuata nella patria “watan”: qui gli intellettuali riformatori trovano il segreto della
solidità europea.
Al Cairo i francesi lasceranno la prima tipografia
Destabilizza definitivamente equilibrio politico precario controllato dalla classe
mammalucca> un ruolo dominante viene acquisito da una milizia mandata in Egitto dal
governo centrale ottomano per combattere i francesi> Mohammed Alì Pascià prende
formalmente potere nel 1805 (comandante di truppa albanese) scalza tutti gli avversari
politici, liberandosi anche crudelmente della vecchia classe dirigente mammalucca (1811 li
chiama nel suo palazzo e li fa ammazzare tutti). Sotto il controllo britannico si pone a capo
del paese come governatore dellʼEgitto Khedive (sempre formalmente parte dellʼImpero
Ottomano). Da vita dunque ad una dinastia dalla quale originerà la monarchia egiziana
M.A. riformerà lʼEgitto ed a lui è attribuito il titolo di padre della nazione egiziana (mah?
non era egiziano e non si fidava degli egiziani)
- riforma le istituzioni (inizialmente il paradigma della riforma sarà quello di importare la
tecnica più che la cultura) scuola militare esempio prussiano, scuole politiche modellate
su quelle dellʼottocento francese
- punto di partenza lʼesercito (esempio poi seguito da altri riformatori) poiché in
minoranza erano i musulmani nellʼesercito ed esso era arretrato a livello di
tecnologia e strategia. Chiama molti militari europei
- riforma amministrativa che sarà caratterizzata dalla centralizzazione dellʼistruzione
(storicamente educazione decentrata, privata). in più riforma dei programmi
dʼinsegnamento, dei contenuti
- riforma economia (una sorta di statalizzazione)
- lo stato si pone come intermediario degli scambi, diviene tramite obbligatorio di
tutte le transazioni economiche
- stato controlla direttamente il settore agricolo
I posti chiave non venivano lasciati agli Europei (che se avessero voluto raggiungere posti
di particolare potere avrebbero dovuto convertirsi es Séve che divenne capo di stato
maggiore dellʼesercito egiziano) aspetto tecnico e culturale sono però inscindibili
per molti anni le scuole militari sono state le sole scuole nelle quali sʼimpartiva
unʼeducazione moderna> grandi movimenti partono da qui. NB modernizzazione
caratterizzata da una forte centralizzazione del governo perché decentramento porta ad
una minor coesione e forza. Bisogna creare uno Stato forte
prima missione anni ʼ20 dellʼOttocento: delegazione di Alazar, che va in “missione di
studio” in Francia sarà guidata da Al Tahtaui lʼoro di Parigi. studiare imparare riprodurre
Tahtaui sottolinea il concetto di patriottismo, fondamentale nel sistema francese.
Negli anni ʼ60 (67-68) altra delegazione, guidata da Ali Mubarak -insegnante che sarà poi
coinvolto nella politica delle riforme del governo egiziano- (a Marsiglia descrizione grande
viale sensazione di ordine e coesione)
significato watan= concetto di patria (legame sentimentale, concetto di umma)
contraddizione tra realtà locale -carattere etnico geografico e dunque laico- ed universale carattere religiosorafforzare i rapporti con lʼeuropa equivaleva ad un aumentare lʼindipendenza dallʼimpero
ottomano
nasce una corrente di riforma religiosa: mahda=rinascita, rinascimento islamico.
- Al Afghani (personaggio controverso, agitatore politico anticoloniale? considerato
ispiratore di molti riformatori nazionalisti)
- Mohammed Abduh (discepolo di Afghani) vissuto tra il 1849 ed il 1905 bisogno di una
rigenerazione dellʼislam mediante una riscoperta di questo mediante la ragione: ragione
e rivelazione conducono entrambe alla verità (ma se ci sono contraddizioni esse sono
dovute allʼimperfezione umana). Razionalità dellʼislam si è manifestata nellʼepoca dʼoro
fino al quarto califfo. errore: introduzione nella cultura islamica di elementi estranei: la
shìa ed il sufismo. condanna la venerazione dei santi perché crea intermediari tra dio e
lʼuomo, e sufismo crea delle proprie liturgie, diverse da quelle comandate da Dio. Più
nuova è la riflessione sullʼeccessivo peso della realtà ultramondana alla quale vengono
spinti coloro che si avvicinano al sufismo. il sufismo sottomette la volontà del credente al
maestro sufi> il sufismo è totalmente antimoderno ed antirazionale. perdita cultura
coranica, lingua araba, equilibrio tra scienze razionali e scienze rivelate, il peso delle
scienze razionali si è molto ridotto a favore delle scienze rivelate. Il mondo musulmano
non deve chiudersi di fronte alla modernità ma aprirsi perché non cʼè pericolo in quanto
nellʼaccettare la modernità lʼIslam riscopre le proprie radici. ritorno alle scritture e
allʼarabità. Nasceranno i primi moti nazionalisti ad opera di ufficiali dellʼesercito egiziano
sfruttate riforme di abduh che venivano viste come una base per rafforzare la sudditanza
musulmana nei confronti dellʼeuropa
- Rashid Rida (al Cairo, discepolo di Abduh e continuatore delle sue idee, più radicale del
maestro). vissuto tra il 1865 ed il 19? Fondatore dela scuola della Salafiya (che
originariamente deriva da Salaf, i costumi degli antichi) nel 1894 incontro con Abduh, nel
1898 fonda rivista Al Manar il faro. Identifica lʼepoca del Profeta e dei quattro califfi come
lʼepoca della purezza originaria e causa della decadenza la corruzione ed il ruolo
negativo svolto dalle classi dirigenti musulmane e degli ulama, afferma che la capacità
tecnico-scientifica che poteva mettere i musulmani sullo stesso piano degli europei
poteva essere facilmente acquisita dai musulmani perché lʼIslam ha in se il germe della
modernità. esempio del jihad, simbolo dellʼattivismo e del dinamismo dellʼIslam ed
attitudine al sacrificio per il bene della comunità. Sottolinea lʼimportanza di rafforzare il
potere politico della umma (Rida vive il declino politico dellʼImpero Ottomano, ultimo stato
musulmano, più di Abduh) e lʼunità politica di essa. tenterà di ridefinire il concetto di
Califfato, prendendo atto che lʼidea tradizionale di Califfato è inattuabile. lo ripensa come
“autorità morale dellʼIslam”, califfo grande autorità spirituale e morale simil mujtahid.
Ambiguità nei confronti dellʼImpero Ottomano (allʼinterno dellʼislam i turchi hanno portato
la corruzione ma lʼImpero è lʼultimo califfato)
si pongono il problema della compatibilità tra islam e modernità e propongono come
soluzione la ricerca di una modernità allʼinterno dellʼIslam. Dunque perseguire la strada
della modernità europea non significa “copiare” gli europei ma scoprire le proprie radici. è
però necessario fare unʼopera di riforma, in questo senso ritornare alle fonti scritturali e
riaprire le porte dellʼinterpretazione.
Passare da una visione ultraterrena-spiritualista ad una visione terrena (solidità, coerenza
e dinamicità), islam omogeneo e razionale, deculturizzato (privo di influenze culturali
locali), basato su poche dottrine accettate da tutti. Negano lʼimportanza del divenire storico
nellʼislam, e negano le influenze culturali che ha acquisito nel tempo.
Abenante 09.01.2014
da parte dei governanti musulmani tentativo di rafforzare lo stato
passaggio da un tipo di potere personalizzato ad uno oggettivo e burocratico (regole del
funzionamento dello Stato non sono di volta in volta negoziabili).
In tutto questo il mondo sufi riuscirà a sopravvivere
Pensatori del rinascimento islamico forniscono le basi (involontariamente) per la
costruzione di una nazione araba: comunità di eguali, orizzontale che si riconosce in una
lingua ed una cultura comuni
nasce nella riforma il giornalismo, la storiografia moderna (che si trasforma, prima
cronache, racconti di dinastie e famiglie, più che altro elogi)
Al Marsafi sfrutta il genere letterario dellʼepistola per riflettere su parole chiave di
discussione: (epistole delle otto parole) educazione, umma): descrive ragioni di benessere
della umma sono molto secolari. nella gerarchia di valori la religione viene messa allʼultimo
gradino: dimostrazione di come stesse avvenendo una forte trasformazione. Tende a
vedere lʼislam come fattore di divisione, per di più, interessante è la critica la religione
perché induce al disprezzo per il mondo terreno, distrae le persone. La dimensione
ultramondana è inutile, bisogna impegnarsi per le sorti politiche sociali della comunità
musulmana adesso. Persino rovesciamento nei concetti terra e watan (patria: luogo dove
risiede anche la umma, la umma dovrebbe comprendere una serie di piccole patrie.
Preminenza della patria rispetto alla umma. Cambiamento Egitto nel IXX secolo! Sarà
necessario anche un passaggio ulteriore: la creazione dellʼidea di nazione. Dal concetto di
patria si passa a quello di nazione, benché non manchino intellettuali musulmani egiziani,
un contributo decisivo sarà dato da intellettuali arabi cristiani, perché non essendo
musulmani davano molta enfasi allʼaspetto linguistico (arabo simbolo che rappresentava
lʼappartenenza etnica). Essi appartengono alle minoranze cristiane della mezzaluna fertile
(cristiani copti dellʼEgitto, Maroniti della Siria e Libano), comunità molto occidentalizzate ed
europeizzate ed avevano un elevato livello dʼistruzione. Elaborazione che porta la cultura
araba ad avere unʼaccezione di tipo politico. Giurgi Zaidan (la mezzaluna), un cristiano
copto parlerà per la prima volta di nazione araba.
Intellettuale cristiano siriano 1905 “il risveglio della nazione araba” in cui teorizza
lʼesistenza di unʼunica nazione araba che include cristiani e musulmani, indipendente dalla
cultura turca, differente da quella araba.
Anni fondamentali dal punto di vista della trasformazione culturale e politica. Correnti
politiche nazionaliste che saranno alla base della fondazione del primo partito nazionalista
Egiziano (partito Nazionale, Mustafà Kamil), servirà anche per affermare il diritto degli
arabi di liberarsi dal giogo ottomano.
Graduale indebolimento del legame religioso, nazionalismo arabo assumerà la propria
forma definitiva negli anni ʼ20 e ʼ30 del ʻ900 e a questo punto il rovesciamento islamarabità sarà completo (lʼislam non perde importanza ma diviene ragione nazionale,
dunque la natura degli arabi aveva già in sè elementi di grandezza manifestatesi
nellʼislam), islam evoluzione di elementi già presenti nella mentalità araba.
rovesciamento!!! ed inoltre vista la stretta connessione tra cultura e lingua araba ne
consegue che tutti coloro che parlano arabo possono appropriarsi dei valori della cultura
arabo-islamica. Lʼarabo cristiano può assorbire la cultura secolare islamica. Dunque 1890
primo partito, successivamente in Egitto altre formazioni partitiche, come nel 1919 padre di
una grande rivolta, 1947 partito baath (della rinascita, fondato da un cristiano, Michel Aflaq
pensatore arabo di formazione francese)
Il nazionalismo arabo nasce in Egitto (anche figure non egiziane), qui laboratorio di
costruzione nazionalismo arabo. nazionalismo arabo locale-universale, rapporto sempre
ambiguo: ideologia di ricerca nel territorio delle origini etniche-nazionali. Da una parte
valutazione particolarismi locali dʼaltra parte unificazione. Più avanti diverrà elemento di
debolezza dei nazionalismi arabi (vd panarabismo di Nasser negli anni ʼ50 ʼ60, che è di
base nazionalismo egiziano ma si pone come panarabismo).
Sentimenti nazionalisti porteranno un sentimento antiottomano (potrerà al conflitto
mondiale) e forte sentimento antiamericano… (manca)
Abenante 14.01.2014
IXX nellʼImpero Ottomano tanzimat destinate a riformare lʼimpero: non sono misure
formalmente secolarizzanti ma di fatto raggiungono questo obiettivo. Introducono valori
europei e finiscono per diventare valori dominanti del mondo ottomano. LʼIslam scompare
dalla sfera pubblica ma continua a sopravvivere nella sfera privata e nel mondo rurale
Hamid: difensore dellʼislam e riformatore in senso secolare (necessario data la
frammentazione della società ottomana)
IXX nellʼImpero Ottomano tanzimat destinate a riformare lʼimpero: non sono misure
formalmente secolarizzanti ma di fatto raggiungono questo obiettivo. Introducono valori
europei e finiscono per diventare valori dominanti del mondo ottomano. LʼIslam scompare
dalla sfera pubblica ma continua a sopravvivere nella sfera privata e nel mondo rurale
Hamid: difensore dellʼislam e riformatore in senso secolare (necessario data la
frammentazione della società ottomana)
1877-78 Russia Imp Ottomano pace di S Stefano, congresso di Berlino, espansine Impero
Austro-Ungarico e Russia. Territori sottratti al controllo del sultano, nel territorio che
rimaneva i musulmani erano in netta maggioranza dunque lʼidea di riunire lʼimpero sotto
lʼIslam era lʼidea più ovvia.
Politica in cui invece di attaccare direttamente il potere religioso le madrasa erano poco
finanziate perché queste istituzioni decadessero lentamente. Cambiamento laico verso un
meccanismo che produrrà gerarchie sempre più radicali e secolarizzate da usurpare il
potere del sovrano stesso> istanze di democratizzazione dellʼimpero> nuova intelligentia
ottomana che comincia a delegittimare il vecchio ordine che comprende anche il sultano e
la sua corte. fossile verrà utilizzato per definire il vecchio ordine
negli anni ʼ70 dellʻ800 i giovani Turchi organizzano un colpo di stato di palazzo che porta
alla deposizione di Abdul Aziz ed alla concessione di una Costituzione che prevedeva la
creazione di un parlamento, Abdul Amid II sospende il parlamento ed approfittando della
disunione dei giovani ottomani e li fa arrestare, molti riescono a scappare e si rifugiano in
Europa, in particolare a Parigi che diverrà il centro di riorganizzazione di gruppi radicali
liberali ottomani. Da qui cercheranno di far rinascere il movimento, sotto una veste molto
più radicale e nazionalista> si prende atto che ormai non è possibile salvare la struttura
dellʼimpero e la sua rinascita non può avvenire se non con istanze nazionaliste. Nel 1889
in esilio a Parigi Società Ottomana per lʼUnione ed il Progresso> “i giovani turchi” che di lì
a poco cominceranno a preparare un nuovo colpo di stato che avverrà nel 1908. In
questʼorganizzazione passaggio ideologico importante: sempre meno si pensa ad un
impero ottomano e sempre di più ad una nazione turca. Questo movimento ha alle spalle
un sessantennio di invenzione culturale del passato dei popoli turchi: questo processo di
“scoperta” dellʼidentità dei turchi nasce dallʼeuropa perché sono intellettuali europei che
iniziano ad interessarsi al tema. Il primo testo importante scritto in Europa da Davids
lingua (…) delle popolazioni turche.
Il nazionalismo rappresentava un modo per trovare una nuova identità per élites sradicate
dalla propria cultura, che poteva inoltre essere contrapposto alla stessa Europa.
Presentarsi come portatori dellʼidea di nazione Turca significava essere il gruppo
riconosciuto dallʼEuropa. Intellettuali erano stati sradicati ma si sentono alla ricerca di una
nuova identità> utile lʼidentità nazionale turca (legittimazione, accettazione internazionale,
identità solida). Ideologia più adatta ad affrontare la crisi di un mondo tradizionale,
sostituire i punti di riferimento tradizionali con nuovi punti di riferimento, una nuova identità.
nuova religione civica che vorrebbe rimpiazzare lʼislam tramite la creazione di un tessuto
sociale, in realtà non riuscirà a rimpiazzare del tutto lʼIslam come punto di riferimento e
coesione. Tenderà a sopravvivere nel mondo turco ed arabo nonostante la laicizzazione
che sostituiranno i regimi tradizionali.
Espulsione dellʼIslam dalla sfera pubblica, riemergerà come fondamentalismo: il tentativo
di riappropriarsi di uno stato pubblico dal quale viene scacciato. Sarà anchʼesso poi
ideologizzato: la modernità finirà per toccare lo stesso islam.
Mustafa Kemal processo di secolarizzazione, ha alle spalle un cinquantennio di riforme
che avevano indebolito la sfera religiosa, spinge le riforme sino alla loto estrema
conclusione. Per legge abroga i diritti e privilegi dei religiosi ed elimina gli elementi
simbolici della cultura islamica nello spazio pubblico.
prima scuola femminile, 1916 diritto di famiglia divorzio, 1924 abolita poligamia, 1925
ordini sufi illegali, 1928 scrittura araba-latina, cognomi si europeizzano, lista di cognomi
approvati dal governo ecc
> occidentalizzazione forzata della società turca, non cerca di demolire lʼislam ma piuttosto
distingue tra ruolo pubblico e ruolo privato dellʼislam, ed è solo sul primo che si concentra,
intende infatti abolire il ruolo istituzionale dellʼislam. contro la dimensione privata non ha
nulla. ordine sufi connesso al sultanato, al corpo dei giannizzeri (uno dei primo corpi aboliti
ancora nellʼepoca dei tanzimat)
accezione turca del nazionalismo continuerà a portare in se un barlume dellʼIslam. Essere
turco nellʼopinione pubblica continuerà ad essere inscindibile dal mondo musulmano. Era
come se la nazionalità turca comprendesse anche il fatto di essere musulmano, diversi
autori hanno notato come i nazionalismi nel mondo musulmano quasi mai siano secolari.
varrà anche per il nazionalismo arabo, così anche in Asia. persino nel pieno del
nasserismo, del panarabismo in qualche modo questʼidentità era inscindibile dalla
religione
secolarizzazione servirà da modello per analoghi tentativi di secolarizzazione nel mondo
(vd scià pahlevi che considererà Ataturk come suo modello ma in Iran la cosa avrà molto
meno successo). In Turchia lʼIslam continuerà ad essere un fattore importante, influente
rimane lʼislam sufi ed emergerà lʼIslam fondamentalista. Il governo attuale dell akp non è
altro che il risultato di unʼultima trasformazione del movimento islamista
INDIA
alcuni importanti Stati indiani vengono reinsediati dalla corona britannica e già dal 1858
dualità in india, territori gestiti da britannici altri da principi indiani locali. doppio sistema
giuridico che permarrà sino al 1947, anno dellʼindipendenza, sarà attraverso questo
sistema di governo attraverso i principi il modello di governo indiretto (indirect rule).
Questi principi firmavano trattati di alleanza con la corona e cedevano sovranità per
esempio in politica estera od in quella della difesa. modello importante perché, elaborato
in india sarà applicato dagli inglesi anche in altri casi, es Africa in Nigeria.
Questa distinzione tra governo diretto (governa attraverso burocrazia coloniale) ed
indiretto (governa tramite autorità native) è indicativa, nessuna forma di governo coloniale
poteva essere assolutamente diretta perché erano sempre necessari intermediari nativi
con la società locale.
governo indiretto esempio inglese, governo diretto esempio francese (es Maghreb,
governo tramite burocrazia coloniale, ma gli stessi francesi avevano intermediari locali
nellʼélite).
Altra conseguenza importante nel processo di cambiamento è che scompare lʼultimo
imperatore moghul, che già nellʼultimo periodo era un simulacro dellʼimpero. viene
destituito perché considerato dagli inglesi responsabile della rivolta degli ammutinati. ma
non era stato un leader della rivolta, volontà degli inglesi di processare e condannare per
tradimento lʼimperatore> escamotage per il regicidio. Lʼimperatore moghul non poteva
tradire nulla perché era lui stesso lʼordine, viene comunque esiliato in Birmania dove morrà
e sancirà la fine della dinastia moghul. permangono dei principi ma importante valenza
simbolica imperatore moghul.
Appare discutibile che lʼIndia possa dirsi dahr al islam. I musulmani possono vivere da
buoni musulmani in india sotto la dominazione coloniale? due possibilità: jihad o egira
nella più vicina terra islamica. Nessuna autorità religiosa musulmana indiana osò
dichiarare lʼIndia terra di guerra e proclamare il jihad contro gli inglesi. Ci furono sporadici
casi di jihad spesso legati a piccoli gruppi locali, un movimento ottocentesco in India di
jihad è nella zona dellʼodierno Pakistan lanciato da Sayd Barelwi interessante perché la
potenzialità di ribellione di alcune zone dell'Asia meridionale, soprattutto tra Pakistan ed
Afghanistan (zone Pashtun) si avvicina ad un discorso riformista musulmano allʼetica
Pashtun dellʼonore e della guerra> il movimento dei talebani bellicosità Pashtun unita ad
un discorso islamico. Riuscirà per un breve periodo ad unire un piccolo stato islamico.
Movimenti di jihad hanno tutti alle proprie origini un legame con i paesi arabi (tutti hanno
avuto esperienze nella penisola arabica: discorso che nellʼislam periferico ha poche radici
autoctone.
Se dunque il jihad non è la reazione principale, lo sono le riforme. Danno vita a movimenti
di riforma, ripensare il proprio modo di essere musulmani e lʼeducazione. Intellettuali
musulmani indiani potevano basarsi sul discorso settecentesco shah waliullah (britannici
erano sì presenti ma non erano ancora visti come una minaccia). In questo secolo i
musulmani si trovano davanti ad una concreta minaccia coloniale. stesse sfide dei paesi
arabi ed impero ottomano ma qui potevano agire in europa servendosi delle proprie
istituzioni, i territori non erano stati colonizzati, in india governo non musulmano, europeo,
lʼimpatto della modernità fu più pressante ed invasivo. Nel mondo arabo élites mediano e
fanno da filtro nei confronti della società. In India gli inglesi sono i padroni e nulla devono
alla cultura islamica locale, la possibilità di mediazione delle élites locali è pressochè nulla.
durante il corso della seconda metà dellʼottocento sistema di potere burocratico, efficiente
che fa piazza pulita dei sistemi convenzionali di governo.
Sarà dagli ambienti aristocratici e grandi famiglie di ulama che cresceranno le élites
intellettuali di riforma più interessanti: Delhi sarà uno dei centri più importanti di riforma
(già centro allʼepoca di shah walilullah).
Correnti di riforma bassopiano indogangedico 1757 ammutinamento 1758 assedi Delhi da
parte degli inglesi, popolazione massacrata, alcune famiglie di ulama, molte già
influenzate dalla corrente di riforma abbandonano Delhi e si rifugiano nelle città rurali
dellʼIndia settentrionale (gasbà?), qui si sforzarono di far sopravvivere una cultura islamica
alta in un contesto di grande declino.
Da queste gasba nasce nel 1867 il movimento di deoband, nome della città, che finirà per
diventare il nome di una madrasa, scuola, istituto di studi islamico, modello islamico (importantissima
madrasa islamica ancora oggi). Importante perché sono convinti che per poter
sopravvivere si debba cambiare radicalmente, il mondo musulmano sta per scomparire.
ruolo di supporto non è più svolto da nessuno, in + india colonizzata è in piena fase di
trasformazione. anche le strutture tradizionali di trasmissione del pensiero e della
conoscenza stanno cambiando
> lʼIslam deve fare leva sulla responsabilità individuale (ogni credente deve sentirsi
responsabilizzato di fronte al compito di costruire una società islamica sulla terra) una
volta i leader della società svolgevano questo compito, a questo punto non più. Discorso
responsabilità individuale porta con sé lʼidea della riforma individuale: necessaria verifica
della propria pratica religiosa per far sì che questa sia corretta dal punto di vista delle
scritture islamiche>ritorno allʼortodossia, ogni singolo credente deve abbracciare un
modello scritturale riformando i comportamenti: critica dellʼislam mistico perché (ancora
una volta) distrae il credente dagli obblighi della vita quotidiana, riprende moderazione
della corrente di shah waliullah, accettando che esista un sufismo a patto che questo si
liberi degli aspetti estremi come venerazione dei santi. no come radicalismo wahabi.
tentativo di istruire ogni singolo credente sul modo si comportarsi, insegnanti vanno nei
villaggi ad istruire il popolo. Gli ulamà per la prima volta usciranno dalle loro istituzioni, dai
ruoli tradizionali e costruiscono ruoli di tipo popolare, coerentemente in una situazioni in
cui le guide erano scomparse. Accanto a questo gli ulama fondano una vera e propria
scuola, 1867 dar al ulum (terra della conoscenza) presso la città di deoband.
Prima scuola islamica moderna: il modello di istruzione introdotto dagli inglesi era molto
efficace