La bella lavanderina.

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La bella lavanderina.
La bella lavanderina.
A. Molti conoscono la famosa filastrocca per bambini, “La bella lavanderina”, che
recita così:
Prima strofa:
Seconda strofa:
Terza ed ultima strofa:
“La bella lavanderina
“La bella lavanderina
“La bella lavanderina
che lava i fazzoletti
per i poveretti
della città.
che lava i fazzoletti
li mette ad asciugare
qua e là...
che lava i fazzoletti
coglie un fiore
per il suo papà...
Ritornello:
Ritornello
Ritornello:
Fai un salto
fanne un altro
fai la giravolta
falla un'altra volta
guarda in su
guarda in giù
dai un bacio a chi vuoi tu
“Fai un salto...”
“Fai un salto...ecc”
La filastrocca ha la caratteristica a questo genere di produzioni, di essere
particolarmente orecchiabile, di penetrare in testa per non andarsene; tipica la
ripetizione delle strofe con variazione.
B. Analisi del testo e commento:
-Soggetto:
di chi si tratta? Questa bella lavanderina, che lava i fazzoletti; una donna, molto
bella.
Il grado di questa bellezza è il superlativo, poiché c'è una ripetizione in ciascuna
strofa di questo aggettivo qualificativo, e come sempre avviene nella ripetizione si
segnala un assommarsi dell’intensità, è una quantità che si qualifica; ad esempio, dire
“è molto molto bella”, oppure “è bella bella”, è come dire bellissima.
Lavanderina, lavandaia, lavatrice di panni, figura di donna delle pulizie, una colf, di
donna che pulisce.
-Azione, Verbo:
Verbo lavare, pulire, la lavanderina pulisce con l'acqua, acqua che lava, che lava via,
che toglie lo sporco, il nero, il peso, la colpa, la storia, la memoria negativa, il karma.
Questa bellissima lava, rilava, risolve, libera, sbianca, rigenera, rianima con l'acqua,
con l'aqua vitae; ella compassionevolmente mette il suo impegno, il suo lavoro, il suo
cuore in questo, si im - pegna nel lavare, si da in pegno, si sacrifica, da la sua vita per
questa rinascita.
Questi significati ruotano intorno all'archetipo dell’azione della purificazione, della
trasformazione, della rinascita della luce che accade grazie alla purificazione.
Ora comprendiamo meglio il senso di questa prima frase, la frase di apertura, dove si
pongono tutti i termini della questione:
c'è questo soggetto attivo, con questo verbo, e insieme ci portano a questa semplice
conclusione:
Il soggetto attivo riguarda la donna purissima, che purifica l'oscurità del mondo.
Non si tratta di una ragazza di paese che fatica al caldo, si tratta piuttosto
probabilmente della Divina Madre che opera nel mondo.
-Oggetto: complemento oggetto è il mondo.
Lei infatti lava i fazzoletti. Ci sono molti fazzoletti sporchi in questa città, lei lava
quelli sporchi, i panni sporchi.
I poveretti della città siamo noi, siamo tutti; ciascuno ha un fazzoletto di sporco, un
piccolo giardino di guai, un carretto di dolori, una manciata di peccati, un fardello
sulle spalle.
Lei lava i fazzoletti per i poveretti, perché ha compassione di questa povertà, povertà
di gioia, di luce, di vita, di speranza. perché è piena di amore, di luce, di Grazia.
-La medicina, il farmaco: la causa efficiente.
Questa acqua che ha il potere di lavare questa macchia è senz'altro una acqua
speciale. “L'acqua ch'io prendo già mai non si corse”, dice Dante, non si tratta
dell'acqua del rubinetto, ma di quell'acqua di cui Gesù parlava alla samaritana al
pozzo, l'acqua con cui Ercole lava le stalle del re Augia.
E' l'acqua viva, l'aqua permanens, l'aqua vitae, l'aqua ardens.
La scoperta dell'acqua calda, che brucia le impurità, che libera.
Ardente, ardore, acqua acqua acqua fuochino, fuochino: Fuoco!
Dentro l'acqua c'è il Sole, il fuoco, la luce, la vita.
-Ritornello: si tratta del metodo. Spiega come accade, come si fa ad operare questa
prima trasformazione, con l'acqua, con la Luna, il femminile, il ricettivo, la
compassione, la cura.
Dice : “ fa così: Fai un salto”. C'è un dislivello, si deve saltare, si salta quando c'è un
gradino, dove l'interruzione . Tra un punto a ed un punto b c'è un salto, si passa di
livello, si cambia quadrante, un confine, un discrimine, è un valore discreto, definito,
a è diverso da b. Così sappiamo che stiamo facendo un passaggio, così stiamo
descrivendo un cambiamento, tramite valori discreti, tramite differenze rilevabili,
misurabili, percepibili.
E' chiaro che c'è un ostacolo, appunto l'impurità, il peccato, una colpa. Infatti, una
variante di questa parte della filastrocca è la seguente:
“fai la riverenza, / fai la penitenza”,
ad indicare la necessità di servire ed operare ai fini della purificazione.
Quindi fai un salto, salta un ostacolo, sali un gradino, fai una scala.
Anzi, dopo un gradino dice : “fanne un altro”; e cioè continua a fare così, ripeti.
Se ripeti fai la serie, fai l'intero, fai la scala, passi del tutto, completi il passaggio,
arrivo fino in fondo: perfetto viene da perficio, ossia “faccio fino in fondo”.
Quindi falli tutti, un giro. “Fai la giravolta”.
Poi “falla un'altra volta”, ripeti il procedimento anche sulla serie, fai molte serie,
ripeti le serie finché non è perfetto, finché non è immacolato, finché non nasce la luce
pura, il bambino divino, il Sole. Qui vogliamo evidenziare come sia dato per noto che
i gradini di questa scala, di questa scala santa, di questa scala interiore, corrispondono
alla struttura del corpo sottile, fatta di un asse centrale costellato (stelle) dai chakra,
dalle stelle di dentro.
Lungo questo scaleo, questa scala di Giacobbe
dobbiamo scendere e salire, dal cielo e dalla terra, con
l'anima e col corpo.
Poi prosegue la filastrocca, concludendo:
“Guarda in su, guarda in giù”. L'indicazione del
guardare e del vedere verso l'alto e verso il basso,
come fossimo in un punto di mezzo che deve
collegarsi con delle estremità, estremità infinite, se la
scale dalla terra al cielo non ha origine e fine, se
l'albero uomo ha radice infinitamente alter e
profonde...
Quando sei su guarda giù, dirigiti alla meta
successiva, dirigi l’energia con la mente verso l'altra
polarità, inverti costantemente ogni cosa, solve et
coagula, affrettati con calma, gli opposti sono sposati,
il Tao insegna. Prendi coscienza, guarda questo
processo di salita e discesa, scendi e sali tu stesso, fai Illustrazione 1: La scala di
Giacobbe
scendere e salire la coscienza.
La filastrocca sta descrivendo una tecnica yogica di lavoro con l'energia nei chakra, i
gradini della scala.1
E in finale comunque dai un bacio a chi vuoi tu, ama chi scegli, ama Dio, formula
finale e omni comprensiva.
Siamo rinati dall'acqua e dal fuoco, battezzati.2
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“Papà, guarda, vedi?” mi dice sempre mia figlia, consapevole che potei guardare ma senza davvero vedere
quello che desidera mostrarmi.
Una nota aggiuntiva: potremmo interpretare che per procedere si segue dove si vede, dove si
guarda. O anche che si puo' guardare su proprio solamente quando sei in cima, e viceversa puoi vedere verso
lo sprofondo solo quando sei in basso;
Il Battesimo è uno dei sette sacramenti, cioè dei ritualistici modi a sette livelli, o sui sette
chakra, più e meno adatti ad uno specifico tipo di energia, per rendere sacro, sacrum facere, il
nostro mondo, in specifico la nostra materia interiore, la nostra coscienza, energia, matrice, natura.
Questo perfezionamento che ritualmente sempre coinvolge una trasmutazione della materia
sottile, implica sempre due fasi, una definita di acqua ed una di fuoco.
Vediamo dalle riflessioni riportate più sopra che il battesimo necessariamente deve essere
di Luna e di Sole, di acqua e di Fuoco, ma che tutto questo prelude ad un livello più elevato:
l'incontro amoroso con Dio.
L'anima sposa, la chiesa nel suo insieme, si dovrà sposare con Dio.
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