Festa della Pace 2014-2015 - Struttura Unitaria

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Festa della Pace 2014-2015 - Struttura Unitaria
FESTA DELLA PACE
Proposta unitaria anno associativo 2014/2015
PREMESSA
Cari Educatori ACR e GVSS, animatori Adulti, Assistenti e Presidenti parrocchiali,
vi raggiungiamo anche quest'anno con una proposta unitaria per la festa della Pace, un
percorso ricco ed articolato sul tema della pace da vivere tutti insieme all'interno
dell'associazione.
L'attività coinvolge tutti gli associati e simpatizzanti con alternanza di momenti unitari e
momenti specifici dedicati ai singoli settori (ACR, GVSS e Adulti).
In particolare, la proposta prevede di vivere tutti insieme la preghiera iniziale, la conclusione
dell'attività, il pranzo o la merenda o la cena e la S. Messa.
Per gli adulti sono state pensate due tracce, la prima proposta è dedicata alle realtà
parrocchiali e vicariali dove la presenza dei genitori dei ragazzi ACR/GVSS è significativa, la
seconda per gruppi di adulti di AC che si riuniranno con gli altri settori in concomitanza della
festa della pace. La prima pista affronta il tema della costruzione della pace principalmente in
famiglia con l’obiettivo di far emergere quali sono gli atteggiamenti che gli adulti possono
mettere a disposizione delle nuove generazioni
per “educarli alla pace”. La seconda pista
affronta la relazione tra responsabilità e pace. Gli adulti sono chiamati ad interrogarsi sul
proprio impegno quotidiano per la pace in termini di scelte responsabili e rispetto delle regole
per il buon vivere della comunità. L’obiettivo è quello di spiegare alle giovani generazioni come
la responsabilità sia il primo atteggiamento da mettere in campo per portare la pace nella
nostra vita.
Le tracce mettono a disposizione della guida degli spunti di analisi ed approfondimento del
tema, dei materiali per animare l’incontro, delle domande di stimolo della riflessione
personale/di gruppo ed infine la proposta per un segno che riassuma le riflessioni fatte agli altri
settori da mostrare nel momento unitario di conclusione dalla giornata.
Auguriamo a tutti voi un buon cammino.
I Centri ACR, Giovani e Adulti
PREGHIERA UNITARIA DELLA FESTA DELLA PACE
Una pace ...tutta da scoprire!
Guida: Il Signore Gesù ci invita ancora una volta, oggi, a celebrare insieme e come Azione
Cattolica, la Festa della Pace.
Quando pensiamo alla pace inevitabilmente ci vengono in mente tutti quei popoli colpiti dalla
guerra, da quei paesi calamità naturali, da eventi particolari che mettono in crisi la libertà
dell’uomo e con fatica trovano spiragli per giungere alla pace vera. Spesso però, anche nel
nostro piccolo facciamo fatica a costruire la pace. C’è bisogno quindi di capire che cosa vuol
dire “pace”, c’è bisogno di riconoscere i benefici della “pace”, c’è bisogno di sperimentare
“pace”. Papa Francesco ci indica come obiettivo la costruzione di una civiltà fondata sulla pari
dignità di tutti gli esseri umani, senza discriminazione alcuna, perché si dà vita alla pace
quando ogni essere umano riconosce nell’altro un fratello. Quando pensiamo allora che la pace
sia scontata, perché semplicemente ci vogliamo bene, in realtà dobbiamo riconoscere che la
pace è ancora “tutta da scoprire”.
Preghiamo insieme
Troppo scontato, o Padre, chiederti la pace nel mondo!
Lo fanno in tanti, con tante belle parole,
pensando chissà cosa sia questa pace!
Nel mio piccolo, o Padre buono,
voglio chiederti la pace del cuore, la pace interiore,
la pace con mia sorella, con mio fratello,
con i miei amici, con quelli del mio quartiere,
del mio palazzo... La pace è saper cedere, è sacrificarsi,
è fare il primo passo, è saper stare al proprio posto...
Donaci, o Padre, la pace!
Iniziamo con il canto…
Nel nome del Padre…
Preghiamo alternati Maschi e Femmine il salmo di Pace 71
M.: O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo
secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto.
F.: Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai poveri del popolo renda
giustizia, salvi i figli del povero.
M.: Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione. Scenda come
pioggia sull'erba, come acqua che disseta la terra.
F.: Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E domini dal
fiume sino ai confini della terra.
M.: Tutti i re si inginocchino a lui, lo servano tutte le genti. Perché egli libererà il povero che
invoca e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri.
F.: Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette
tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato.
M.: Benedetto il Signore, Dio d'Israele: egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra.
Insieme: Gloria al Padre…
Guida: Invochiamo il dono dello Spirito Santo affinché il nostro cuore e la nostra mente si
aprano per accogliere in semplicità, nel corso di questa giornata, il vero significato della pace.
Ripetiamo insieme: Vieni Santo Spirito su di noi e insegnaci che cosa vuol dire costruire la
pace.
1L.: O Spirito Santo, dono del Padre altissimo, tu solo puoi mostrarci la pace autentica: aiutaci
a vincere la nostra pigrizia e riempi la nostra vita di quella pace che scalda il cuore, una pace
che nasce prima di tutto dall’incontro con Gesù
Insieme: Vieni Santo Spirito su di noi e insegnaci che cosa vuol dire costruire la pace.
2L.: O Spirito Santo, dono del Padre altissimo, vieni nelle nostre vite e aiutaci a vincere il
nostro egoismo, la nostra invidia, la presunzione di essere migliori degli altri perché solo in
questo modo potremo aprirci a riconoscere coloro che ci vivono accanto come persone e come
fratelli, capaci di costruire insieme a noi la pace vera, quella che vince l’odio.
Insieme: Vieni Santo Spirito su di noi e insegnaci che cosa vuol dire costruire la pace.
3L.: O Spirito Santo, dono del Padre altissimo, mostrati in mezzo a noi e insegnaci a seguire
l'esempio di Gesù che sempre ha messo la pace al centro della sua esistenza. Le sue parole e
le sue opere possano farci capire che la pace, interiore ed esteriore, rende il mondo più
accogliente, iniziando dagli ambienti in cui ogni giorno viviamo.
Insieme: Vieni Santo Spirito su di noi e insegnaci che cosa vuol dire costruire la pace.
Cantiamo al Vangelo
Preghiamo insieme
Signore, Dio di pace, che hai creato gli uomini,
con il tuo amore, per essere i familiari della tua gloria,
noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie
perchè ci hai inviato Gesù, tuo figlio amatissimo e
hai fatto di lui, nel mistero della sua Pasqua,
l'artefice di ogni salvezza,
la sorgente di ogni pace, il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni
che il tuo spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l'odio con l'amore,
la diffidenza con la comprensione,
l'indifferenza con la solidarietà.
Apri ancora più i nostri cuori alle esigenze concrete dell'amore
di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più
dei costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia,
di tutti quelli che sono in difficoltà,
soffrono e muoiono a causa delle ingiustizie.
Fa o Signore che per gli uomini di ogni razza e di ogni lingua venga il tuo regno di giustizia,
di pace e d'amore. E che la terra sia piena della tua gloria! Amen.
Benedizione
Guida: O Dio, che chiami tuoi figli gli operatori di pace fa' che
noi, tuoi fedeli, lavoriamo senza mai stancarci per promuovere
quella giustizia che sola può garantire la pace autentica e
duratura. Per Cristo nostro Signore.
Il Signore ci benedica nel nome del Padre…
Canto finale
PROPOSTA PER IL SETTORE DEI RAGAZZI
OBIETTIVI
I ragazzi:
•
capiscono quale contributo possono dare singolarmente e nel gruppo alla costruzione
della pace;
•
capiscono che la pace non si costruisce solo attraverso leggi e concordati, ma con gesti
ed atteggiamenti di corresponsabilità, fraternità, ascolto, dialogo, ecc;
•
attraverso le attività a stand e in particolare nella scelta degli oggetti recuperati alla fine
di ciascuna attività, sperimentano la necessità di guardare oltre i limiti per scegliere le
tappe fondamentali del proprio cammino;
•
comprendono che per raggiungere un obiettivo sono necessari impegno, costanza e
fiducia per superare le fatiche e gli ostacoli che si possono presentare;
PROVOCAZIONE INIZIALE
Il Prof. Leo annuncia ai ragazzi che il laboratorio dovrà essere chiuso perché la direttrice della
scuola ritiene che non sia utile e che non produca progetti interessanti. Quindi il Prof. Leo
lancia ai ragazzi l'idea di un concorso “Un oggetto per la pace” e chiede loro di organizzarsi per
la costruzione di un oggetto che rappresenti situazioni concrete per la costruzione della pace in
contesti di quotidianità (scuola, parrocchia, famiglia, lavoro, ecc). Nella scenetta saranno
presenti anche Martina, Manuel, Paolo e Vanessa che attraverso il dialogo col Prof. Leo
espliciteranno i termini della partecipazione al concorso:
•
pensare ad un atteggiamento quotidiano che per i ragazzi simboleggi la pace;
•
disegnare un oggetto che esemplifichi questo atteggiamento;
•
realizzare l'oggetto utilizzando gli attrezzi della valigetta data in dotazione al gruppo e il
materiale scelto negli stand;
•
presentare agli altri il proprio lavoro ed impegnarsi a concretizzarlo nella propria vita.
PRIMA TAPPA – La divisione nei gruppi
Prima di iniziare la festa, ai ragazzi viene dato un cartellino sul quale compare per tutti lo
stesso simbolo: una valigia disegnata su cartoncini di colori diversi (tanti colori quanti saranno
i gruppi). Ogni gruppo dovrà avere un numero di 10/12 persone.
Alla conclusione della provocazione iniziale gli educatori assegnati ai gruppi alzeranno la
propria valigia colorata (gli stessi colori scelti per i ragazzi) richiamando l'attenzione dei ragazzi
che così si divideranno nei singoli gruppi. Ciascuna valigia conterrà al proprio interno i seguenti
materiali di base: scotch, matite, gomme, colla, spago, pennarelli, fogli di carta bianca e
colorata, righelli.
Quando il gruppo si sarà formato un primo momento dovrà essere dedicato alla conoscenza tra
i diversi membri (soprattutto se la Festa della Pace verrà organizzata a livello vicariale). Dopo
questa prima attività si dovrà discutere su quale oggetto potrebbe simboleggiare la pace: pace
che non si realizza attraverso leggi, trattati o accordi, ma una pace che prende forma nella vita
quotidiana dei ragazzi, un progetto calato nella realtà concreta di ciascuno. L'oggetto pensato,
nell'ottica del progetto, potrebbe essere descritto o disegnato su un foglio, utilizzando il
materiale di base della propria cassetta.
A conclusione di questa fase il gruppo sarà pronto per partire e recuperare nei diversi stand il
materiale di cui necessiterà per costruire l'oggetto pensato.
SECONDA TAPPA – Le attività a stand
Alcuni punti a premessa:
•
alla conclusione di ogni stand i gruppi dovranno scegliere più oggetti di un solo tipo tra
i diversi messi a disposizione da chi guida lo stand;
•
Ogni stand è pensato per durare circa 30 minuti comprensivi di incontro e
presentazione del personaggio, spiegazione e svolgimento del gioco e scelta dei
materiali. I materiali raccolti ad ogni stand potranno essere inseriti all'interno della
valigetta del gruppo;
•
Nel caso in cui il tempo a disposizione non permettesse il completo svolgimento delle
attività si consiglia di far incontrare ai gruppi uno o due personaggi lasciando la
possibilità ai ragazzi di scegliere più materiali negli stand;
•
Le attività dei singoli laboratori sono riportati negli allegati;
GIOCO
ATTEGGIAMENTO
OGGETTI
THOMAS
EDISON
GALILEO
GALILEI
LEONARDO
DA VINCI
ISAAC
NEWTON
Fascia 6/8
Flipper lampadine
Fasce
9/11-12/14
Lampadine On/Off
Quiz vero/falso
Acchiappa il
progetto
Memory delle
invenzioni
Perseveranza
Rigorosità
Fiducia
Memoria
-stuzzicadenti
da -bicchieri di plastica -scatole
di
varie -lattine
spiedini
-spazzolini da denti dimensioni
-posate di plastica
-bottiglia
-stoffe
-mollette
-piatti di plastica
-giornali
-bottoni
-rotoli di carta
-pettini
-nastri colorati
-tappi di bottiglia
TERZA TAPPA – La costruzione dell'oggetto
Alla fine del percorso che ha portato a conoscere i famosi inventori e durante il quale i ragazzi
hanno raccolto il materiale, ciascun gruppo realizzerà l'oggetto pensato nella tappa iniziale e
che rappresenta per loro un segno concreto per la costruzione della pace.
CONCLUSIONE NEL SETTORE
Gli oggetti sono tutti pronti per la partecipazione al concorso e il prof. Leo invita tutti i ragazzi
ad avvicinarsi al palco per l'apertura della manifestazione. Qui ciascun gruppo presenta a tutti
gli altri l'oggetto realizzato e il suo significato. Finita la presentazione il Prof. Leo si
complimenta coi ragazzi per l'ottimo lavoro e li rassicura che grazie al loro impegno la
Direttrice cambierà idea sulla chiusura del laboratorio, lasciando al Prof. Leo la possibilità di
proseguire le sue ricerche per la realizzazione del progetto finale (vi ricordiamo di mettere in
evidenza questo aspetto che verrà ripreso al Carrefour). Infine il prof. Leo chiede ai gruppi di
prendere il proprio oggetto e di seguirlo per incontrare altri partecipanti al concorso.
CONCLUSIONE UNITARIA
Giunti al luogo dedicato al ritrovo di tutti i settori, un personaggio (se possibile diverso dal
Prof. Leo) accoglie i rappresentanti di ciascun settore e chiede loro di esporre in sintesi ciò di
cui hanno discusso precedentemente.
Dopo il riassunto viene introdotto un testimone che racconterà il servizio dell'associazione di
cui fa parte partendo dal suo logo o da un oggetto da lui scelto, ed evidenziando come i
volontari di questo gruppo siano concreti operatori di pace (cfr. nota 1).
Dopo la testimonianza la guida invita tutti a mettere in pratica gli atteggiamenti/regole
sperimentati durante l'incontro, prendendo ad esempio la testimonianza del rappresentante
dell'associazione che ha dimostrato come sia possibile passare dall'atteggiamento pensato al
compiere gesti concreti per la costruzione della pace magari riprendendo alcuni dei gesti
presentati anche dagli adulti.
SEGNO
Vi suggeriamo varie alternative:
•
consegnare a tutti i ragazzi dell'ACR durante la conclusione di settore, un segno che
richiami al tema del progetto e ricordi loro che la pace si costruisce a piccoli passi
giorno dopo giorno, ad esempio la matita flessibile o il righello dell'ACR (per questi
oggetti contattare il Centro ACR all'indirizzo [email protected])
•
al termine della conclusione unitaria consegnare a tutti un gadget che richiami
specificatamente alla giornata
•
Far scrivere agli adulti tanti biglietti con le parole pensate nell'attività B del Settore
Adulti e consegnare un biglietto a ciascun ragazzo con l'impegno di mettere in pratica
quell'atteggiamento per diventare veri promotori di pace
•
Concludere la parte unitaria con un gesto concreto o un segno a vostra discrezione che
coinvolga tutti
Nota 1
Il testimone deve essere il rappresentante di un'associazione attiva nella comunità, costituita di
persone che spendono il proprio tempo per rendere migliore la vita degli altri costruendo
situazioni vere di pace. Ad esempio Piccola Fraternità, Caritas, centri che si occupano di
assistenza ad anziani e disabili, Croce Verde, Centro Aiuto Vita, ecc. Si suggerisce al testimone
di soffermarsi in modo particolare sugli atteggiamenti concreti che contraddistinguono la
propria associazione nella costruzione della pace.
PROPOSTA PER I GVSS
OBIETTIVI DELLA GIORNATA
Far comprendere ai giovanissimi che la pace va ricercata e costruita ogni giorno, anche
attraverso gesti quotidiani e non solo straordinari, che possono essere anche alla loro portata.
PROPOSTA DI ATTIVITÀ
Per iniziare si propone la lettura del testo di Martin L. King, riportato qui sotto. Il testo diventa
lo stimolo per proiettare i giovanissimi nel sogno di un mondo ideale nel quale regna la pace.
“Io ho un sogno. Il cammino è pieno di asprezze, ma nonostante le fatiche e le umiliazioni, io
ho ancora un sogno… Sogno che sulle rosse colline della Georgia i figli degli antichi schiavi e i
figli degli schivasti siederanno insieme al tavolo della fratellanza. Sogno che lo stato del
Mississippi, rigonfio di oppressione e brutalità, sarà trasformato in una terra di libertà e di
giustizia. Sogno che un giorno l'Alabama sia trasformato in uno Stato dove bambine e bambini
neri potranno dare la mano a bambine e bambini bianchi, e camminare insieme come fratelli e
sorelle. Io sogno ancora. Sogno che i miei quattro bambini vivranno in una nazione in cui non
saranno giudicati dal colore della propria pelle, ma dal contenuto della loro personalità.”
Al termine della lettura si pongono al gruppo le seguenti domande:
- Quali sono gli ostacoli più consistenti alla realizzazione di questo sogno?
- Quali passi possono essere messi in atto perché esso cominci a diventare realtà?
Dopo un momento di confronto, si propone un semplice gioco che permette di scoprire alcuni
personaggi “illustri” che hanno deciso di mettersi a disposizione della pace. Sono stati scelti
personaggi del mondo dello spettacolo al posto di figure del mondo religioso perché ci aiutano
a mettere in evidenza come queste persone abbiano utilizzato il proprio lavoro, che
apparentemente non centra molto con la pace, per diventarne invece strumento.
Il gioco proposto si ispira a Pictionary, che consiste nel tentativo di indovinare il nome del
personaggio famoso che un giocatore deve suggerire ai propri compagni di squadra disegnando
su un foglio di carta.
La dinamica del gioco è la seguente:
• i giovanissimi vengono divisi in due squadre. Le squadre giocano una alla volta,
alternandosi.
• La squadra di turno assegna il ruolo di disegnatore a uno dei propri membri (il ruolo di
disegnatore deve essere ricoperto da diversi i membri della squadra a turno)
• il disegnatore pesca una carta-personaggio e ha tre minuti di tempo per far indovinare alla
propria squadra di chi si tratta. Può scegliere se disegnare il personaggio, il titolo di un suo
film, o di una sua canzone, o una sua caratteristica. Non è possibile disegnare lettere o
numeri.
Alla scoperta di ogni personaggio sarà compito dell’educatore presentare ai giovanissimi le
attività svolte dalla celebrità in questione a servizio della pace. Potrebbe essere utile, per la
discussione successiva, fissare su di un cartellone l’ambito in cui ciascuno ha operato. Si
riportano in seguito una serie di profili, che può ovviamente essere integrata.
•
George Clooney: L’attore statunitense, impegnato sostenitore dei diritti umani, è stato
nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite nel gennaio 2008. Usando la sua fama
mondiale e il suo grande talento come attore, produttore, sceneggiatore e regista, George
Clooney ha indirizzato l’attenzione del pubblico sulle questioni internazionali politiche e
sociali di cruciale importanza, lavorando al tempo stesso con impegno per spronare l’azione
politica contro la violenza in Darfur.
•
Angelina Jolye: Venne a conoscenza della crisi umanitaria della Cambogia durante le
riprese di Lara Croft: Tomb Raider, dove poté vedere con i propri occhi le condizioni di
miseria e povertà del paese. Si rivolse all'UNHCR per maggiori informazioni sui focolai di
crisi internazionale e da lì iniziò una lunga serie di opere di carità in collaborazione con
l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, partecipando personalmente
nell’ultimo decennio a più di quaranta spedizioni.
•
Leonardo DiCaprio: E’ da tempo attivo sul fronte della tutela ambientale attraverso la
propria fondazione e spesso sviluppa delle azioni di comunicazione con Global Green che è
la filiale statunitense di Green Cross International. Assieme a Cameron Diaz e Tobey
Maguire, partecipò alla conferenza stampa di Green Cross durante il Summit di
Johannesburg per chiedere al presidente George W. Bush di presentarsi al vertice della
Terra per lo sviluppo sostenibile e adottare misure immediate volte a fronteggiare il
cambiamento del clima, favorire la potabilizzazione dell'acqua e aprire la strada ad uno
sviluppo etico e sostenibile.
•
Raul Bova: ha partecipato insieme ad altri personaggi tra cui Roberto Benigni e Francesco
Totti, al calendario dell'Associazione Italiana Persone Down (AIPD) posando in coppia con
giovani persone down. Raul Bova è stato più volte presente ai Derby del cuore giocati tra
Roma e Lazio e alla Partita del cuore, in favore di diversi enti benefici ed associazioni di
volontariato. Insieme al capitano dei Carabinieri Ultimo ha creato la Fondazione Capitano
Ultimo Onlus in favore del Parco della Mistica, con lo scopo di contrastare l'attività della
criminalità organizzata e la promozione della legalità. Il 15 ottobre 2010, Raoul Bova è
stato nominato Ambasciatore di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'alimentazione e l’agricoltura.
•
Brad Pitt: Nel 2006 si è impegnato per la ricostruzione di nuove case e New Orleans, dopo
la devastazione causata dall'uragano Katrina, donando cinque milioni di dollari e
finanziando la ricostruzione di 150 alloggi. Nel settembre 2009, Pitt ha ricevuto un premio
come riconoscimento dal U.S. Green Building Council, un'organizzazione commerciale senza
scopo di lucro che promuove la sostenibilità degli edifici. Nel settembre 2006, Pitt e Jolie
creano un'organizzazione caritatevole, la Jolie-Pitt Foundation, per aiutare in cause
umanitarie in tutto il mondo. La fondazione ha fatto donazioni iniziali di un milione di dollari
per Global Action for Children e un altro per Medici Senza Frontiere. La fondazione ha
donato 2,4 milioni nel 2006 e 3,4 milioni nel 2007.
•
Bono (U2): Dal 1999 è stato via via sempre più coinvolto nella campagna per
l'azzeramento del debito dei paesi del terzo mondo e per la difficile situazione dell'Africa.
Nel maggio 2002 accompagnò il Segretario del Tesoro statunitense Paul O'Neill in viaggio
attraverso quattro Stati africani. Nello stesso anno, Bono ha costituito un'organizzazione
chiamata "DATA", il cui obiettivo è far crescere la consapevolezza circa l'immenso debito
estero dell'Africa, l'incontrollabile diffusione dell'AIDS e le leggi del mercato che strangolano
di fatto, impoverendoli, gli abitanti di quegli stati. Nell'intento di accendere i riflettori sulla
crisi dell'AIDS in Africa, Bono andò alla Casa Bianca per un incontro privato col Presidente
degli Stati Uniti George W. Bush, che aveva promesso 5 miliardi di dollari di aiuti per i paesi
più poveri del mondo che rispettassero i diritti umani.
•
Elton John: Ha fondato la Elton John AIDS Foundation (EJAF), una delle principali
organizzazioni non profit esistenti al mondo, con il preciso obiettivo di finanziare la ricerca e
la prevenzione contro l’AIDS. Sir Elton stesso si reca di buon grado a controllare l'operato
delle istituzioni da lui fondate; per anni, tutte le royalties dei suoi singoli pubblicati negli
Stati Uniti e in Gran Bretagna, oltre ai proventi dei numerosi concerti di beneficenza, sono
andati a confluire nella fondazione che si dimostra, caso più unico che raro, veramente
efficace e trasparente nei suoi scopi.
•
Luciano Pavarotti: Dal 1992 al 2003 ha tenuto a Modena dei concerti a cadenza quasi
annuale a scopo benefico. Chiamati Pavarotti & Friends, riunivano sul palco i più famosi
artisti della scena musicale pop e rock italiana ed internazionale chiamati a duetti con il
tenore. Lo scopo dell'iniziativa era quello di raccogliere fondi per sostenere iniziative di
sostegno e sviluppo nelle zone povere del mondo, soprattutto in favore dei bambini.
•
Laura Pausini: Da molti anni, la cantante aderisce a molte iniziative di solidarietà e di
beneficenza. Dal 1996 è impegnata in difesa dell'infanzia, nella veste di sostenitrice
dell'Unicef. sostiene come testimone, la raccolta fondi per la lotta contro l'Aids promossa
dalla L.i.l.a.; aderisce alla campagna di Amnesty International, contro la violenza sulle
donne; si impegna a favore della campagna sociale per il test HPV delle donne europee. Nel
2009 sostiene le popolazioni vittime del terremoto in Abruzzo partecipando al brano
Domani 21/04.2009 e organizza il concerto Amiche per l'Abruzzo il 21 giugno, dal quale
l'anno successivo viene ricavato il DVD. Nel 2012 aderisce alla campagna Ricordiamoci
dell'infanzia di Save the Children donando una foto, aderisce alla petizione contro il
femminicidio Mai più complici promosso da Se non ora, quando? e devolve l'incasso
personale delle tre date dell'Inedito World Tour 2011-2012 all'Arena di Verona (4, 5 e 6
giugno) alle popolazioni colpite dal terremoto dell'Emilia e il 25 giugno partecipa al concerto
benefico Concerto per l’Emilia. A giugno 2013 è l'unica artista italiana a partecipare a The
Sound
Of
Change
Live,
un
concerto
benefico
svoltosi
a
Londra,
organizzato
dall'associazione Chime For Change con lo scopo di raccogliere fondi a favore delle donne in
tutto il mondo e per sostenerle nel processo di autodeterminazione.
Deve seguire poi un momento di discussione che aiuti i giovanissimi a calare ancora di più il
tema nella loro realtà. I personaggi famosi citati durante il gioco hanno avuto durante la
propria vita l’occasione di imbattersi nei grandi problemi che segnano il mondo in cui viviamo,
e invece che girarsi dall’altra parte hanno trovato il modo di dare il proprio contributo, anche
attraverso la straordinarietà del loro lavoro. Le nostre vite sembrano tanto distanti dalle loro,
colme di gloria, di fama, di quel talento che ha dato loro grandi mezzi per potersi rimboccare le
maniche per gli altri.
Ma quante volte anche a noi capita di avere la possibilità di fare qualcosa? Quante volte ci
capita, nel nostro piccolo, di vivere momenti di tensione, o di assistere alle difficoltà che le
persone attorno a noi incontrano?
Si propone un momento di discussione che prima analizzi le occasioni di “tensione” e di
“indifferenza” nei rapporti che i giovanissimi vivono, e che faccia emergere poi quali
atteggiamenti (accoglienza, ascolto, condivisione, diversità, solidarietà, …) alla portata di tutti
che possono essere la chiave di volta per risolvere le situazioni di conflitto o difficoltà. In
questa fase va cercata una riposta molto concreta alla domanda “Io come posso essere
strumento di pace?”.
Come conclusione e segno della giornata potrebbe essere consegnato a tutti un
piccolo cartoncino con una poesia del poeta francese Raoul Follereau.
“Credete nella bontà, nell’umile e sublime bontà.
Nel cuore di ogni uomo ci sono tesori d’amore.
Spetta a voi scoprirli.
La sola verità è amarsi.
Amarsi gli uni con gli altri, amarsi tutti.
Non a orari fissi, ma per tutta la vita.
Amare la povera gente, amare le persone infelici,
amare lo sconosciuto, amare il prossimo
che è ai margini della società,
amare lo straniero che vive vicino a voi.
Amare.
Voi pacificherete gli uomini solamente
arricchendo il loro cuore.”
- Raoul Follerau -
PROPOSTA PER IL SETTORE DEGLI ADULTI
PERCORSO A – EDUCARSI IN FAMIGLIA ALLA PACE
La pace vera viene dal profondo dell’essere umano. Come non possiamo obbligare un uomo e
una donna a “fare la pace” fino a quando il loro cuore non si è liberato dal risentimento o
dall’odio, così non possiamo obbligare due popoli a deporre le armi quando è iniziato un
conflitto. Per questo la pace è una “porta stretta”. Per il soggetto, la coppia, la famiglia, la
società e la Chiesa. E’ il filo rosso che può unire le generazioni, mentre la violenza è il solco che
può dividerle. Ma è anche un grande gesto di libertà, e come ogni processo di liberazione vive
al suo interno drammi e speranze. Alla pace occorre educarsi. Per la pace occorre spendere le
nostre migliori energie educative. Per questo la pace si addice alla famiglia. La pace si prepara
nella vita quotidiana con le scelte più semplici che spesso però costano: per passare da un
sistema al servizio del profitto (cosa voglio) ad un sistema al servizio dell’uomo (cosa sono). E’
l’utopia che ci consente di immaginare un futuro.
1. ostacoli e bivi
Analisi del termine nella attuale condizione sociale, culturale ed ecclesiale alla luce degli stili di
vita
La pace come progetto familiare:
La pace genuina non è una qualità dei deboli, e non si nutre di passività compromissoria, bensì
di una mobilitazione che convogli le energie riservate alla guerra verso un’impresa di
straordinario fascino ed impegno.
Occorre sottolineare la carica educativa insita in un’opzione per la pace; l’orientamento per la
pace, se ben inteso e praticato, consente d’imparare dagli errori e dalle contraddizioni, sia
proprie sia altrui; per il soggetto e per la famiglia, l’impostazione nonviolenta per la pace è
vicina allo spirito democratico più autentico, che concepisce la democrazia stessa come
un’umile, ma grandiosa, scuola di apprendimento.
Cosa possono fare le nostre famiglie per la pace? Molto, mettendola al centro come valore e
come progetto, educando ad uno spirito nonconformista, capace anche di proporre valori
controcorrente e aiutando, infine, ogni persona a scoprire il proprio compito per la causa della
pace; la pace che cessa d’essere retorica più o meno strumentalizzata, per divenire
atteggiamento interiore e stile di vita della famiglia: attitudini ed impegno, coerenti e
permanenti.
La pace, legame tra generazioni:
La compresenza delle generazioni, in particolare nell’universo familiare e in generale nel corpo
intero della società, produce come effetto un bilanciamento delle esperienze e un supporto per
il cammino formativo dei singoli componenti la famiglia; solo nel calore delle relazioni familiari,
si può comprendere come ogni età della vita abbia un valore, e dunque come non ci siano
persone inutili. Un clima di attenzione, di ascolto e rispetto irrobustisce la pazienza, e rende
così meno accettabili, nella maturità, le soluzioni drastiche che la guerra comporta. Le soluzioni
violente non possono esser ammirate da chi ha imparato ad apprezzare i tenacissimi vincoli
che solo la simpatia e l’amore, nel tempo, disegnano… Ma occorre recuperare una cultura ed
uno stile di reciprocità, recuperare, in ultima analisi, la cultura del dialogo, un modello che vale
per tutti, senza eccezioni.
La nostra cultura dominante conosce, soprattutto, l’identità e la differenza; in particolare con la
categoria dell’identità, si possono rafforzare le intolleranze e gli esclusivismi, matrici dello
spirito bellicoso; solo un autentico stile di reciprocità può condurci fuori, anche dal punto di
vista educativo, da un’alternativa culturale mal posta, tale da incoraggiare gli antagonismi, in
questo nostro mondo globalizzato ma, simultaneamente, lacerato.
2. per sapere dove siamo
Sviluppo del tema per una ulteriore riflessione.
La famiglia, non può da sola combattere lo spirito guerrafondaio e promuovere la pace, ma
sembra altrettanto vero che nulla di buono, in queste due direzioni, può esser tentato senza la
famiglia. I primi germi della compassione vengono dalla famiglia, dal suo cuore di misericordia
e disponibilità, cioè:
Dalla mitezza:
La mitezza, egualmente, s’impara ad apprezzarla nell’ambito della famiglia, o poi ci si abitua a
disprezzarla: per mitezza, intendiamo una virtù attiva, anche una virtù sociale, una
disposizione benevola dell’animo che si manifesta solo alla presenza dell’altro: “il mite è l’uomo
di cui l’altro ha bisogno per vincere il male dentro di sé” (N. Bobbio). La mitezza non significa
non educare e non educarsi ad affrontare quella conflittualità che permea le relazioni umane:
l’educazione ci prepara, ci orienta a come affrontare i conflitti, con uno spirito positivo, che
mira a non lasciare la parola ultima alla distruttività, puntando invece ad una conclusiva
riconciliazione…
Dalla convivialità:
Una famiglia capace di convivialità e di festa, non chiusa nei vincoli angusti del “familismo”,
può sviluppare, nelle persone che partecipano alla sua vita sociale e amicale, dei valori
concepiti ed incarnati in maniera non unilaterale, valori tradotti nella semplicità della vita
quotidiana, e non esibiti, né strumentalizzati. Fraternità e dialogo appaiono come i contenuti
principali dell’educazione alla pace, da riscoprire in un’atmosfera comunitaria e in un clima di
speranza. Ogni persona, con un lavorio assiduo su se stessa, può scoprire e gustare la giustizia
e l’amore, vere radici della pace: si tratta di un processo di maturazione lento ma continuo, ed
ogni età della vita permette di scoprire lati inediti sia della giustizia, sia dell’amore, superando,
in una posizione estrovertita, la pace come semplice disposizione psicologica, rimodulandola
anche come progetto sociale.
Dalla sobrietà:
A tutte le persone partecipi della vita familiare, va fatto intendere che nessuna scelta è neutra
rispetto alla pace: in un mondo che è per pochi banchetto ultraricco e per moltissimi avida
ricerca delle briciole, contribuire alla pace significa anche acquisire stili di vita di sobrietà. Il
senso più profondo della pace la configura come espressione dell’armonia e dell’ordine di ogni
aspirazione e finalità.
Dall’educare all’impegno:
La famiglia ne è luogo insostituibile, come ambito nel quale non circolano soltanto opportunità
economiche, ma non si scambia amore per qualcos’altro e non solo amore con amore, dove
l’amore è semplicemente gratuito. La pace diviene maturità umana quando il suo valore non
brilla più in qualche cielo solitario, ma diventa valore per me, tale da coinvolgere la mia
esistenza, divenendo la pace un fine, un compito e una vocazione. Occorre, in questo
passaggio decisivo, sperimentarsi con i valori, trasformando la pace in una visione di vita, in un
orizzonte etico complessivo, che stia sotto la forza della verità e della giustizia. Il mezzo sta al
fine come il seme sta all’albero, e l’educazione ai rapporti interpersonali, maturandosi e
dilatandosi, conduce ad aprirsi ai grandi temi dello sviluppo della società e dei popoli, mentre
l’esercizio dell’ascolto e dell’autolimitazione può condurre ad assumere il paradigma dei diritti
umani e del riconoscimento dell’altrui cultura.
3. facciamo il punto
Indicazioni e materiali per animare l’incontro (spunti di lettura, video provocazione iniziale,
testo di esempio per elaborare il segno, video finale)
Video di provocazione
https://www.youtube.com/watch?v=yjPT7juF1r0
LA PAROLA: COME PARLA DI PACE?
Il Vangelo è la Magna Carta della Nonviolenza occidentale:
«Beati i mansueti perché possederanno la terra…».
«Amate i vostri nemici, benedite quelli che vi maledicono…».
«Se ti danno uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgi la sinistra. Se ti tolgono il mantello, tu
dà anche la tunica».
«Rimetti, Pietro, la spada nel fodero: chi di spada ferisce di spada perisce…».
Ecco gli articoli della Carta, nel loro testo integrale, così come sono stati dati, senza
spiegazioni, perché così sono sufficienti per quelli che hanno orecchi per intendere senza altro
commento che quello dei fatti e dei gesti, e soprattutto di quello supremo: la Passione. (…)
E che vuole dire amare il nemico? (…) Amare qualcuno è volergli bene e farglielo.
Il primo bene da fare al nemico è di liberarlo del suo male: l’odio.
Ma carità ben ordinata comincia da se stessi, bisogna liberarsi da ogni cattiveria nei suoi
confronti. Il che richiede un gran coraggio di amore, un rivolgimento e uno strappo interiore,
perché noi amiamo i nostri odi tanto quanto i nostri amori, e qualche volta di più, e siamo
attaccati ai nostri rancori quanto ai nostri piaceri.
Ma che ricompensa quando, alla fine delle loro pene, gli antichi nemici si stringono le mani e si
guardano tra le lacrime! Io credo che né l’amore degli amanti, né l’amicizia degli amici, danno
un’emozione così profonda, così forte e così fine.
Dove colpire il nemico?
Alla testa? No.
Al ventre? No.
Ma allora dove?
Al centro: alla coscienza.
20 PUNTI PER VIVERE LA PACE IN FAMIGLIA
(Ermis Segatti “Costruendo la città ideale. Itinerari di nonviolenza” Conferenza)
1.
fare pace con me stesso
2.
per essere capace di volere il bene altrui
3.
valutarmi non tanto dal possesso, ma dalla disponibilità
4.
non sfruttare non usare non scaricare mai nessuno
5.
coltivare il riconoscimento e la riconoscenza
6.
visione non utilitaristica del mondo, ma contemplativa
7.
privilegiare le vie del dialogo e dell’ascolto
8.
insieme senza confini
9.
l’uomo senza aggettivi
10.
capacità di autocritica e di mettermi in discussione
11.
ma coraggio delle proprie posizioni
12.
non temere la responsabilità
13.
amare la verità e cercarla con tutto il cuore
14.
“Se vuoi conoscere ciò che tu sei, non guardare quello che sei stato, ma l’immagine che
Dio aveva nel crearti” (Evagrio il Monaco)
15.
evitare il settarismo
16.
non lasciarmi opprimere dal male del mondo
17.
essere capace di gioia
18.
la pace del mondo come affare proprio
19.
non dipendere dai grandi della Terra nelle cose essenziali
20.
non denigrarli non servirli
21.
coscienza a fronte di Dio.
4. dove stiamo andando?
Le domande per l’incontro
1.
Provo a soffermarmi sul rapporto con i componenti della mia famiglia: quali
atteggiamenti sto mettendo in atto, anche inconsapevoli, che educano alla pace? Quali
invece non educano alla pace?
2.
Provo a soffermarmi sulle relazioni che vivo quotidianamente negli altri luoghi di vita: il
lavoro, gli amici, il tempo libero.. di quali atteggiamenti sono testimone? Come porto la
pace a chi mi circonda? Come contribuisco concretamente a portare la pace nei luoghi dove
regna il conflitto?
3.
Come genitore come spiego concretamente cos’è la pace ai miei figli? Come dimostro ai
miei figli che la pace è importante?
SEGNO
Decidere insieme un decalogo di atteggiamenti significativi che gli adulti vogliono portare alle
nuove generazioni (giovani, giovanissimi e ragazzi ACR) per educarli alla pace.
PERCORSO B – EDUCARSI ALLA RESPONSABILITÀ
1. Ostacoli e bivi
Responsabilità: termine astratto che non dice molto se non si specifica l’“oggetto di
responsabilità” (verso chi o verso che cosa) ed il contesto socio-culturale.
Una società ispirata all’individualismo come quella attuale è una società che investe sulla
persona, una società dove il valore di fondo è l’auto realizzazione autonoma della persona.
Secondo la definizione di Bowman la nostra società è una società individualista ed una società
“liquida”, ossia in questo momento storico si sta sciogliendo tutto, si sta modificando tutto,
saltano tutte le certezze e i riferimenti del passato. Dunque la persona non può essere
generata dall’esterno, dagli altri ma deve autogenerarsi. Dunque, essere persone responsabili
diventa fondamentale.
Questo fatto dà una grande libertà ma costringe all’autogoverno. Bisogna determinarsi da sé in
una società che ha però esigenze nuove, infatti la società moderna è molto esigente e chiede
alle persone di essere molto puntuali e precise. Questo tipo di società dà l’impressione di
libertà, ha la presunzione di dare molta libertà, invece, nello stesso tempo, è estremamente
esigente e lascia pochissima possibilità di autodeterminazione.
Ad esempio in molti rapporti professionali o negli ambiti più svariati come impegni culturali,
sportivi, ecc., a volte i giovani d’oggi vengono tagliati fuori, non per le loro capacità ma per la
loro
mancanza
di
puntualità.
Questo
nostro
mondo
non
ammette
ritardi,
assenze,
giustificazioni, pur legittime che siano.
La responsabilità viene generata dagli impegni che la persona si assume verso sé stessa o
verso gli altri, o quegli impegni che gli vengono imposti dall’esterno. Diventa perciò
indispensabile parlare del rapporto tra libertà e regole.
Libertà e regole sono due termini abbastanza correlati.
Il primo figlio da educare sono io stesso. Come appunto predica il titolo di quel libro “Il
bambino che sei stato”. Si tratta di essere genitori ed educatori di sé stessi prima di esserlo per
altri. Quali esigenze ha quel bambino che sono io e come lo riusciamo a governare? Secondo la
mitologia greca, immagine poi ripresa da Freud, l’uomo è nello stesso tempo cavallo e
cavaliere. Il cavallo rappresenta i miei impulsi, il cavaliere invece sono io che lo tengo a briglia.
Quel cavallo esige un rapporto libero di esprimersi ma lo devo anche indirizzare. Nel rapporto
tra questo cavallo e questo cavaliere, l’ultima parola la deve avere il cavaliere.
Tutti conosciamo situazioni in cui a comandare è il cavallo e non il cavaliere. In questo impegno
personale c’è chi si comporta con sé stesso e con gli altri, o solo con gli altri e viceversa, in
vario modo.
1.
Perfezionista. È colui che, estremamente esigente con sé stesso pretende altrettanto anche
dagli altri. Questo non è più un rapporto corretto tra libertà e regole.
2.
Permissivo. È colui che perdona sempre tutto. La continua remissione non va bene, senza
regole non si costruisce niente di buono.
3.
Autoritario. È uno che si auto punisce e perciò punisce.
4.
Rinunciatario e sfiduciato. È, al contrario, è chi si lascia andare.
2. Per sapere dove siamo
Come vivere da persone responsabili?
Una situazione complessa come quella attuale richiede di superare la valutazione dei
comportamenti in base al classico “buon senso”. Quali obblighi o regole impegnano la nostra
responsabilità?
Con la parola “regola” si possono ravvisare concezioni diverse.
Riproponiamo questa parola con alcuni termini che ne specificano meglio il senso.
Regola. Forma di comportamento che devo subire, ma che devo anche vivere per un buon
equilibrio personale e sociale.
Legge. È la regola rigida, imposta dall’esterno che si deve rispettare. Che ha di brutto la legge?
È che la posso snobbare in maniera furbesca. Si usa dire che la legge è fatta per essere
trasgredita. Quante trasgressioni piccole e grandi per il nostro tornaconto, in famiglia, sul
lavoro, in associazione…
Capacità di mantenere i patti. I patti si fanno quando si sta bene, quando sono vantaggiosi,
quando siamo nei momenti euforici di una progettazione, si rompono quando non si sta bene,
quando diventano svantaggiosi e pesanti da mantenere. Ma i patti si fanno proprio per questo,
perché può capitare il momento negativo che perciò non deve spezzare la continuità delle cose.
Educare a mantenere i patti è un’azione educativa sopraffine. I primi ad imparare a mantenerli
siamo proprio noi e se non siamo in grado di mantenerli non si devono fare. Nel mondo di ieri
la “parola data” era un punto d’onore, in quanto l’immagine di credibilità dell’uomo di ieri era
importantissima, altrimenti non era neanche “un uomo”. Essere “uomo di parola” aveva un
valore fondamentale nei rapporti civili, ancora di più degli atti e firme notarili. È saggio
promettere poco, impegnarsi solo se si può mantenere, con tutti anche con i figli piccolissimi. È
bene insistere molto su questo settore educativo: insegnare e pretendere che quando si dice
una cosa sia mantenuta. Se si crescono nuove generazioni di questo tipo si preparano persone
vere. Occorre fare patti realistici, precisi e circostanziati, perché poi, se non si riesce a
mantenerli, si crea disagio anche grave. Conviene dare la possibilità di scegliere l’impegno ma,
una volta preso, controllare che sia “onorato” per educare alla serietà del contratto.
Quali patti disattesi sono causa di situazioni di conflitto?
Codice di comportamento. Sono i codici legati ad una professionalità, ad una posizione sociale,
ecc, che si possono ravvisare anche come “etica professionale”. Se tutti avessimo una certa
etica forse la pace sarebbe più vicina?
Doveri. Cose che bisogna fare anche se non sono regolate da una vera e propria legge scritta.
Ad esempio il dovere di assistenza paterna/materna/filiale od altri obblighi morali aiutare chi
soffre, provvedere a chi non ha i mezzi per vivere, accogliere chi è rimasto solo o nella su avita
non ha prospettive... Come i nostri doveri contribuiscono a rendere il mondo un posto
migliore?
3. Facciamo il punto.
Indicazioni e materiali per animare l’incontro (spunti di lettura, video provocazione iniziale,
testo di esempio per elaborare il segno, video finale)
Video provocazione iniziale responsabilità
https://www.youtube.com/watch?v=5Rt-nUfpwO0
La pace dipende anche da me
(Carla Zichetti)
Non costruisco la pace quando non apprezzo lo sforzo, la virtù degli altri;
quando pretendo l'impossibile, quando sono indifferente al bene e al male degli altri;
non costruisco la pace quando lavoro per due per poter comprare e mantenere il superfluo,
mentre c'è chi non trova lavoro e non ha il necessario, l'indispensabile per vivere;
non
costruisco
la
pace
quando
non
perdono,
quando
non
chiedo
scusa,
quando non faccio il primo passo per riconciliarmi, anche se mi sento offesa o credo di aver
ragione;
non costruisco la pace quando lascio solo chi soffre e mi scuso dicendo: «Non so cosa dire,
cosa fare, non lo conosco»;
non costruisco la pace quando chiudo la porta del cuore, quando chiudo le mani, la bocca e
non faccio niente per unire, conciliare, scusare;
non costruisco la pace quando penso solo ai fatti miei, al mio interesse e tornaconto, al mio
benessere e ai miei beni;
non costruisco la pace quando rispondo: «non ho tempo» e tratto il prossimo come uno
scocciatore, un rompiscatole;
non costruisco la pace quando mi metto volentieri e di preferenza dalla parte di chi ha potere,
ricchezza, sapienza, furbizia,
anziché dalla parte del debole, dell'indifeso, del dimenticato, dalla parte di colui il cui nome non
è scritto sull'agenda di nessuno;
non costruisco la pace quando non aiuto il colpevole a redimersi;
non costruisco la pace quando taccio di fronte alla menzogna, all'ingiustizia, alla maldicenza,
alla disonestà, perché non voglio noie;
non costruisco la pace quando non compio il mio dovere sia nel luogo di lavoro che verso i miei
familiari;
non costruisco la pace quando sfrutto il mio prossimo in stato di dipendenza, inferiorità,
indigenza, malattia;
non costruisco la pace quando rifiuto la croce, la fatica;
non costruisco la pace quando dico no alla vita;
non costruisco la pace quando non mi metto in ginocchio per invocarla, per ottenerla, per
viverla.
Allora quand'è che costruisco la pace?
Quando al posto del «no» metto un «sì»
quando al posto del rancore, metto il perdono
quando al posto della morte, metto la vita, quando al posto dell'io, metto Dio.
Beati gli operatori di pace
(Chiara Lubich)
Sai chi sono gli operatori di pace di cui parla Gesù? Non sono quelli che chiamiamo pacifici, che
amano la tranquillità, non sopportano le dispute e si manifestano per natura loro concilianti,
ma spesso rivelano un recondito desiderio di non essere disturbati, di non volere noie.
Gli operatori di pace non sono nemmeno quelle brave persone che, fidandosi di Dio, non
reagiscono quando sono provocate o offese.
Gli operatori di pace sono coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei
conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia.
Può essere portatore di pace chi la possiede in se stesso.
Occorre essere portatore di pace, anzitutto nel proprio comportamento di ogni istante, vivendo
in accordo con Dio e facendo la sua volontà.
Gli operatori di pace si sforzano poi di creare legami, di stabilire rapporti fra le persone,
appianando tensioni, smontando lo stato di guerra fredda che incontrano in tanti ambienti di
famiglia, di lavoro, di scuola, di sport, fra le nazioni, ecc.
Anche in casa tua, forse, sei al corrente, magari da tutta la vita, che il papà non rivolge la
parola allo zio, da quando una volta hanno litigato. Così sai che la tua nonna non parla con la
signora del piano di sopra perché fa sempre rumore. Conosci rivalità sul lavoro fra qualche tuo
amico. Sei forse tu stesso in lite con i compagni di scuola; e i rapporti con i coetanei, che
frequentano gli stessi tuoi sport, non sono sempre esemplari; domina in te il desiderio sfrenato
di essere il primo, di superare l'altro e non sempre per pura emulazione.
Se vivi in una comunità hai osservato certamente quanti piccoli e grandi dissapori nascono e si
alimentano. La televisione, il giornale, la radio ti dicono ogni giorno come il mondo è un
immenso ospedale e le nazioni sono spesso grandi malate che avrebbero estremo bisogno di
operatori di pace per sanare rapporti spesso tesi e insostenibili che rappresentano minacce di
guerra, quando essa non è già in atto.
La pace è un aspetto caratteristico dei rapporti tipicamente cristiani che il credente cerca di
instaurare con le persone con le quali sta in contatto o che incontra occasionalmente: sono
rapporti di sincero amore senza falsità né inganno, senza alcuna forma di implicita violenza o di
rivalità o di concorrenza o di egocentrismo.
Lavorare e stabilire simili rapporti nel mondo è un fatto rivoluzionario. Le relazioni che esistono
nelle società sono infatti generalmente di tutt'altro tenore e, purtroppo, rimangono spesso
immutate.
Gesù sapeva che la convivenza umana era tale e per questo ha chiesto ai sui discepoli di far
sempre il primo passo, senza aspettare l'iniziativa e la risposta dell'altro, senza pretendere la
reciprocità: "Io vi dico: amate i vostri nemici... Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che
cosa fate di straordinario?".
Video provocazione finale
Sussidio adulti 2014/2015 - introduzione
4. Dove stiamo andando?
Le domande per l’incontro
La nostra riflessione dovrebbe puntualizzare il comportamento abituale di ciascuno rispetto a:
a.
noi stessi. Siamo persone coerenti, non frammentate nei diversi spazi e tempi della nostra
vita
quotidiana? Come portiamo la pace che c’è in noi dove siamo?
b.
gli altri. Abbiamo assunto delle responsabilità, spesso precise e circostanziate, in famiglia,
nell’impiego, ecc. Come le onoriamo? Come non onorarle crea situazioni di conflitto,
disagio, fatica?
c.
la comunità. Spesso scarichiamo sui “responsabili” i malanni della comunità sociale e
religiosa.
Quale impegno personale ci mettiamo per ricostruire o correggere quello che
non va? Come costruiamo la pace dove non c’è?
d.
Dio. È il compito vocazionale che ci è stato affidato. Come ci impegniamo in modo davvero
“profetico”? Qual è la pace che dobbiamo testimoniare?
SEGNO
Decidere insieme cinque parole che spieghino concretamente alle nuove generazioni (giovani,
giovanissimi e ragazzi ACR) come la responsabilità sia il primo atteggiamento da mettere in
campo per portare la pace nella nostra vita, perché impegnarsi e prendersi a cuore qualcosa
sia il primo passo per creare un mondo migliore.