Coop, “Expo ci ha aperto i mercati esteri”

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Coop, “Expo ci ha aperto i mercati esteri”
MARCO PEDRONI, PRESIDENTE DELNUMERO UNO DELLA GDO ITALIANA, FA IL BILANCIO DEL
SEMESTRE MILANESE: DALL’INDOTTO AI CONTATTI PER PORTARE SUGLI SCAFFALI DI
SUPERMERCATI ESTERI I PRODOTTI DEL GRUPPO
Stefania Aoi
Lo leggo dopo
Milano «C on Expo abbiamo dato visibilità ai nostri prodotti e a quelli dei nostri partner,
preso contatto con grandi aziende, accelerato l’internazionalizzazione. Già oggi
esportiamo verso Cina, Taiwan ed Emirati». Marco Pedroni, presidente di Coop Italia fa
un primo bilancio, a padiglioni ormai chiusi, sulla partecipazione del colosso cooperativo
italiano all’esposizione universale di Milano. «L’investimento è stato di 15 milioni di euro,
per la realizzazione del supermercato del futuro e per la sua gestione in questi sei mesi»,
ricorda. Una spesa che soddisfa Coop, per il ritorno di immagine e per la possibilità di
prendere contatto con grandi realtà internazionali della grande distribuzione. «Non siamo
in grado di calcolare ora il ritorno di investimento, ma siamo contenti di come sono andate
le cose», commenta il presidente. Parte dei costi sono stati ammortizzati dall’affitto degli
spazi a circa cento aziende che hanno esposto nel Padiglione Future Food District. «Nel
supermercato del futuro abbiamo accolto nomi come Barilla, Lavazza, Ferrari, Grandi
Salumifici», ricorda Pedroni. Ma la partecipazione a Expo è da considerare per Coop
come un grande investimento in comunicazione. «Per noi ad esempio prosegue - è stato
fondamentale mostrare a un milione e 760mila visitatori, il 75% dei quali italiani, la nostra
idea di cibo e i nostri progetti per trasformare nei prossimi anni i nostri 1200 supermercati,
magari con qualche adattamento
rispetto al modello portato a Milano, perché siano sostenibili anche a livello di costi». Il
supermercato 4.0 è fatto di “etichette aumentate”: al solo indicare un prodotto appaiono,
sui pannelli posti sullo scaffale, tutte le informazioni sulla provenienza, i valori nutrizionali.
«I banchi sono bassi - aggiunge Pedroni - e non per questo si va a sacrificare la quantità
di merce disponibile, perché, almeno nell’idea originale, man mano che i clienti li
svuotano si ricaricano in automatico, grazie a un magazzino automatizzato posizionato
sotto». Nel reparto dell’ortofrutta, oltre ai commessi si trova il robot Yumi che impacchetta
le mele, proprio come un qualsiasi essere umano. «Il modello di supermercato che
abbiamo sviluppato ha suscitato molto interesse tra gli operatori del settore », ricorda il
presidente. Questa idea di negozio ipertecnologico è stata occasione di visibilità anche
per una novantina di imprese, che hanno contribuito a realizzarlo. Realtà fornitrici di
servizi e tecnologie sia italiane che straniere. Il progetto complessivo è stato concepito
dall’architetto Carlo Ratti, ma poi hanno operato gruppi come Abb, Accenture. Hanno poi
partecipato alcuni atenei, come l’università di Milano. Expo è stato infine un’opportunità
per prendere contatti con gli importatori stranieri. Obiettivo: crescere con le esportazioni.
«Cento le realtà di vario tipo che abbiamo incontrato», afferma Pedroni. Dalle cooperative
giapponesi, ai piccoli retailer di paesi lontani. «Anche se - prosegue l’uomo Coop abbiamo già iniziato ad esportare in Cina, Taiwan e Vietnam, qualche mese prima del
taglio del nastro dell’Expo». Per ora si tratta di alcune centinaia di referenze a marchio
Coop. Non sono grandissime quantità, ma Coop sta iniziando a entrare anche negli
Emirati Arabi, a Dubai. E ha stretto rapporti con società degli Stati Uniti per poter avviare
l’export nel Nord America. Il supermercato del futuro ha dato modo a Coop di farsi bella,
anche agli occhi di grandi catene come Metro, Walmart, Leclerc. E anche se era solo un
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grande esperimento, ha persino permesso di fatturare 5 milioni di euro, una cifra di tutto
rispetto se si tiene conto che non si andava certo a Expo a fare la spesa, viste le file.
«Abbiamo fatto lavorare a rotazione circa 800 persone del mondo Coop conclude Pedroni
- E ora stiamo ragionando su come portare questa esperienza nei nostri punti vendita,
tanto che abbiamo creato un gruppo di lavoro apposito. L’etichetta aumentata è uno degli
aspetti più interessanti e con più potenzialità di essere sviluppata, e i primi supermercati
4.0 potrebbero presto spuntare nelle principali città del paese». Nel disegno qui a lato, il
presidente di Coop Italia Marco Pedroni visto da Massimo Jatosti
(09 novembre 2015)
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