la toxoplasmosi - Ambulatorio Veterinario "STELLA ALPINA"
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la toxoplasmosi - Ambulatorio Veterinario "STELLA ALPINA"
LA TOXOPLASMOSI La Toxoplasmosi è una malattia parassitaria del gatto, molto diffusa, causata da Toxoplasma gondii. Si tratta di una affezione che nella maggior parte dei casi decorre in forma quasi del tutto asintomatica nel gatto; ciò nonostante riveste un ruolo preponderante in campo umano. Questa malattia, infatti, è una zoonosi: trasmissibile, cioè, dall’animale all’uomo. La gravità che la Toxoplasmosi assume nell’uomo e la scarsa informazione sulle modalità di contagio hanno generato una situazione di allarmismo e di terrore tale da portare l’opinione pubblica a immaginare il gatto come una sorta di “lebbroso” dal quale sarebbe meglio rimanere lontani. Le poche righe che seguiranno hanno l’intento di provare a chiarire i punti cardine della Toxoplasmosi, sia nel gatto che nell’uomo, ponendo l’accento sulle modalità di trasmissione della malattia e sulla prevenzione. TOXOPLASMA GONDII: ciclo biologico Per meglio comprendere il meccanismo di trasmissione del parassita e il ruolo che questo assume in campo umano è doveroso schematizzare il ciclo vitale di Toxoplasma gondii. La prima considerazione da fare è che il parassita si riproduce con un ciclo intestinale e un ciclo extraintestinale: Ciclo intestinale: avviene esclusivamente nell’intestino del gatto e dei felini selvatici. Il ciclo inizia con l’ingestione di oocisti parassitarie disseminate nell’ambiente oppure per assunzione di carne cruda di animali infetti; termina con la genesi di cisti parassitarie che permangono nell’animale e con la produzione ed eliminazione di altre oocisti nell’ambiente con le feci. Ciclo extraintestinale: avviene nel gatto e negli altri mammiferi (incluso l’uomo). In questo caso il parassita penetra sempre per ingestione di oocisti oppure attraverso alimenti carnei crudi contenenti cisti parassitarie, ma a differenza del ciclo intestinale, non si assiste all’eliminazione di parassiti con le feci: i parassiti ingeriti vanno a localizzarsi e incistarsi all’interno di alcuni organi dell’animale infetto (o dell’uomo). Fatte queste importanti considerazioni, diviene facile ora immaginare che le fonti principali di contagio sono rappresentate essenzialmente dal terreno contaminato dalle oocisti e dalla carne cruda o poco cotta di animali infetti. E il gatto? Non ha alcun ruolo? Il ruolo del gatto nel contesto della Toxoplasmosi degli animali e dell’uomo è essenzialmente quello di perpetuare il ciclo del parassita, generando e disseminando le oocisti nell’ambiente attraverso le sue feci. Adottando le più comuni e ovvie misure di igiene personale (lavarsi le mani dopo aver accarezzato e/o toelettato il gatto e dopo aver maneggiato la lettiera, eventualmente pulire la lettiera utilizzando dei guanti, evitare l’ingestione di feci di gatto, ecc.), il rischio di contrarre l’infezione direttamente dal gatto è molto improbabile, o quasi impossibile. Statisticamente, le modalità più frequenti di infezione da Toxoplasma gondii nell’uomo sono rappresentate soprattutto dall’ingestione di carne parassitata, cruda o poco cotta, oppure di verdure e ortaggi crudi lavati in maniera superficiale. Come si manifesta la Toxoplasmosi nel gatto? La malattia, nel gatto, è molto subdola perchè spesso decorre in forma del tutto asintomatica. Le forme conclamate di Toxoplasmosi nel gatto sono di raro riscontro e comunque si estrinsecano attraverso sintomi generici, come diarrea, febbre, adenopatia, polmonite, anemia, encefalite, retinite e uveite. Questi ultimi due segni clinici (retinite e uveite) rappresentano, a nostro avviso, quelli che in particolar modo inducono il Veterinario a inserire in diagnosi differenziale la Toxoplasmosi in un gatto. Nelle gatte gravide, l’infezione può generare aborto o malformazioni fetali. Dottore, il mio gatto ha la Toxoplasmosi: può guarire? Dipende da cosa si vuole intendere per “guarire”. Generalmente la Toxoplasmosi dà luogo ad una stimolazione immunitaria molto imponente e duratura. Tuttavia, alla guarigione clinica non sempre corrisponde una guarigione eziologica: ciò vuol dire che le terapie verso questa malattia non garantiscono la completa eliminazione del parassita dall’organismo. Quali rischi ci sono per l’uomo? L’importanza che la Toxoplasmosi assume in campo umano non risiede tanto nella malattia negli individui adulti, nei quali (così come nel gatto) raramente si osservano sintomi eclatanti, quanto nelle donne in gravidanza. Nel caso in cui una donna gravida sia infetta da Toxoplasma gondii, il parassita può attraversare la placenta e andare ad infettare il feto, generando lesioni di gravità inversamente proporzionale all’epoca gestazionale: le situazioni riscontrabili possono essere schematizzate come segue: Infezione nel primo trimestre di gestazione: esita quasi sempre nell’aborto; Infezione nel secondo trimestre di gestazione: il feto manifesta idrocefalo, corioretinite, retinoblastoma e calcificazioni cerebrali; Infezione nel terzo trimestre di gestazione: in questo caso il neonato può nascere apparentemente sano, ma portatore di una forma latente di malattia che con l’età può manifestarsi sotto forma di ritardi mentali, disturbi comportamentali e retiniti ricorrenti. In pratica, lo schema sopra mette in evidenza il fatto che le lesioni nel feto sono tanto più gravi quanto più precoce è l’infezione della madre, a partire dal concepimento. Dottore, abbiamo deciso di fare un figlio: cosa ci converrebbe fare? Quando si pianifica una gravidanza, la prima cosa che dovrebbe essere fatta è uno screening preventivo nei confronti delle più importanti malattie dell’uomo, tra le quali la Toxoplasmosi. È sufficiente far effettuare la ricerca degli anticorpi anti-Toxoplasma nella donna, in prossimità del conce- pimento: se questi anticorpi sono elevati, significa che la donna è già venuta in contatto col parassita e che ne risulta immune: perciò non esistono rischi per il nascituro. Come si è detto, infatti, l’infezione da Toxoplasma conferisce una immunità molto protettiva e duratura, sia per la madre che per il feto. Nel caso in cui, invece, la donna dovesse presentare un livello di anticorpi antiToxoplasma troppo basso si renderà necessaria una pianificazione più attenta della gravidanza, durante la quale dovranno essere osservate delle misure di prevenzione particolari per limitare il rischio di infezione. Dottore, i miei anticorpi anti-Toxoplasma sono bassissimi: che faccio? Lavare accuratamente le verdure e gli ortaggi (meglio se con bicarbonato); Non mangiare carne cruda o poco cotta; Maneggiare verdura e carne crude con stoviglie diverse da quelle utilizzate per consumare alimenti; Lavarsi accuratamente le mani dopo aver manipolato carne e verdura crude; Se si possiede un gatto in casa, è consigliabile evitare di farlo uscire ed eventualmente sottoporlo ad un test per la ricerca di Toxoplasma. In ogni caso, valgono le più ovvie misure di igiene personale descritte sopra per quanto riguarda la manutenzione della lettiera e la cura del gatto. In ogni caso è bene monitorare gli anticorpi anti-Toxoplasma nell’arco di tutta la durata della gravidanza. Tutto qui? Allora non devo “disfarmi”del mio gatto come si dice in giro... Purtroppo, a causa del fatto che il gatto rappresenti l’unico animale in grado di eliminare oocisti (che tuttavia non rappresentano l’unica fonte di infezione per gli altri animali e per l’uomo) ha fatto sì che nell’immaginario collettivo questo povero animaletto fosse dipinto come un “untore” e additato da tutti. In realtà non è necessario liberarsi del proprio gatto per ridurre il rischio. Dottore, mi hanno consigliato di liberarmi anche del mio cane... Nel paragrafo riguardante il ciclo biologico di Toxoplasma gondii e le sue modalità di trasmissione abbiamo precisato che, sebbene tutti gli animali siano recettivi all’infezione, l’unico animale in grado di eliminare le oocisti con le feci è il gatto. Il cane può infettarsi ingerendo le feci di gatto infetto oppure la carne cruda di animali infetti (come generalmente avviene nel caso dell’uomo), ma in nessun caso è in grado di eliminare le forme infettanti del parassita! Ciò premesso, assodate le considerazioni appena fatte per il gatto, queste sono valide anche per il cane, a meno che tu non abbia intenzione di... mangiarlo crudo! Queste righe hanno l’intento di chiarire i punti salienti della Toxoplasmosi, delineando il reale ruolo del gatto nell’epidemiologia di questa malattia. Come sempre vi consigliamo di rivolgere tutte le domande al vostro Veterinario di fiducia, che certamente non esiterà a chiarire ulteriori dubbi. Un ringraziamento per il vostro interesse. Triggiano (BA) 10 Febbraio 2012 Dott. Vito Manfredi Dott.ssa Ivana Giampaolo