toxoplasmosi - Città Metropolitana di Milano Città metropolitana di

Transcript

toxoplasmosi - Città Metropolitana di Milano Città metropolitana di
A cura della Dott.ssa Federica Pirrone, Ph.D
Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità
Pubblica Veterinaria - Sezione di Biochimica
e Fisiologia Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria,
Università degli Studi di Milano
TOXOPLASMOSI: COS’È
E’ una zoonosi, ossia una malattia trasmissibile dall’animale all’uomo. L’agente eziologico è
Toxoplasma gondii, un coccidio intestinale dei felini.
La toxoplasmosi nell’uomo, così come nel cane, può decorrere in modo asintomatico oppure
indurre una sintomatologia simil-influenzale caratterizzata da: ingrossamento dei linfonodi
(soprattutto quelli della regione cervicale e sottomandibolare), stanchezza, mal di testa, mal di gola,
senso di "ossa rotte", a volte febbre. La fase sintomatica può durare anche diverse settimane e può
essere scambiata per mononucleosi. Un esame del sangue è sufficiente per diagnosticarla.
L’infezione porta a produzione di anticorpi e linfociti specifici, quindi l’organismo rimane protetto
da recidive per tutto l’arco della vita.
IL RISCHIO IN GRAVIDANZA
Oltre che per i soggetti immunodepressi, la toxoplasmosi è ad alto rischio nel caso in cui venga
contratta in gravidanza: l'infezione può essere trasmessa al bambino attraverso la placenta,
provocando eventuali malformazioni, danni al sistema nervoso centrale, aborto. La toxoplasmosi
rappresenta dunque un importante elemento da valutare nell'ambito della salute materno-infantile.
COME SI INFESTA IL GATTO?
Il gatto (ma anche gli altri felidi) è l’ospite definitivo del Toxoplasma, ossia quello nel quale il
parassita può arrivare allo stadio adulto, compiendo un ciclo completo fino all’emissione di oocisti
infestanti con le feci. Il gatto si infesta ingerendo prede (es., un roditore, un uccello) a loro volta
infette. Dopo 3-10 giorni, nell’intestino del gatto si producono le oocisti, che vengono eliminate
attraverso le feci per 1-2 settimane. Le oocisti, una volta eliminate, sporulano entro 1-5 giorni,
divenendo allora, e solo allora, infestanti per gli ospiti intermedi, tra cui l’uomo. Le oocisti
sporulate sono molto resistenti e, in ambiente umido, sono in grado di sopravvivere per molti mesi.
COME CONTRAE L’INFESTAZIONE L’UOMO E, DUNQUE, LA DONNA GRAVIDA?
Per ingestione accidentale di oocisti o forme larvali, che si trovano nel tessuto muscolare e nei
visceri di animali infestati, così come nelle feci.
Uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel 2000, indica chiaramente che i fattori di
rischio principali sono legati:
1. all’alimentazione- dal 30 al 63% dei casi sono dovuti all’assunzione di carne poco cotta (fastfood, insaccati, ecc...). Altra importante fonte alimentare è il consumo di ortaggi e frutta fresca
contaminati da feci di animali infestati.
2. alla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver
defecato.
3. al contatto diretto con le feci di un gatto infestato.
PERCHE’ IL GATTO DI CASA NON VA ALLONTANATO?
In qualità di ospite definitivo del Toxoplasma, il gatto riveste un ruolo molto importante nella sua
trasmissione ad altri animali e all'uomo. Tuttavia, un gatto domestico, alimentato con prodotti in
scatola o freschi ben cotti e la cui lettiera venga pulita tutti i giorni (le oocisti del parassita,
come detto, si schiudono dopo 1-5 giorni a temperatura ambiente e ad alta umidità) non può essere
fonte di toxoplasmosi per l’uomo.
Il vero serbatoio della toxoplasmosi è rappresentato dai gatti liberi, che si infestano cacciando
prede contaminate e poi defecano nel terreno rilasciando Toxoplasma.
PREVENZIONE IN GRAVIDANZA
È necessario:
1. Evitare di assaggiare la carne mentre la si cucina e lavarsi molto bene le mani sotto acqua
corrente dopo averla toccata.
2. Cuocere la carne ad una temperatura di almeno 70°C per un tempo di 15-30 minuti.
Congelamento e scongelamento, affumicamento, salagione o salamoia non distruggono con
sicurezza le cisti nella carne.
3. Evitare latte o latticini non pastorizzati, soprattutto di capra.
3. Lavare accuratamente verdura e frutta fresca, con aggiunta di bicarbonato per 10 minuti, e
lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averle toccate.
4. Svolgere attività di giardinaggio indossando i guanti e non toccarsi la bocca o la mucosa degli
occhi prima di aver lavato molto bene le mani.
5. Evitare che il gatto di casa si dedichi al vagabondaggio, in modo che non si alimenti con
roditori o uccelli, e somministrargli solo alimenti preconfezionati o carni rigorosamente cotte.
6. Evitare di accarezzare gatti liberi, perché pelo e zampe possono essere contaminati con oocisti,
trasmissibili per contatto mano-bocca.
7. Pulire quotidianamente la cassettina del proprio gatto dalle feci in modo da allontanare le
oocisti prima che sporulino e divengano infestive. Se necessario, disinfettare la cassettina con acqua
bollente o con calore secco (55°C). I disinfettanti chimici non distruggono le oocisti con sicurezza.
8. Rimandare l’eventuale adozione di un gattino al termine della gravidanza.
QUALI SONO I SINTOMI NEL GATTO?
Nonostante l’alta percentuale di soggetti positivi, la malattia nel gatto può decorrere in modo
asintomatico. Sono più suscettibili gli animali giovani e quelli immunodepressi (FIV, FELV +).
Sintomi tipici sono anoressia, febbre e depressione. Inoltre possono insorgere polmonite, epatite
(con vomito, diarrea, ittero e ascite), disturbi oculari (uveite, distacco retinico) e nervosi (stupore,
maneggio, cecità, anisocoria, convulsioni). In generale, la toxoplasmosi deve sempre essere
sospettata in presenza di segni oculari e neurologici, e poi confermata con esami del sangue tesi a
rilevare la presenza di anticorpi specifici.
IN CONCLUSIONE
In caso di sieronegatività alla Toxoplasmosi in gravidanza si può tranquillamente continuare
a coccolare e accarezzare il proprio gatto, che non va affatto allontanato da casa. A patto che, a
questo punto è chiaro, per la durata della gestazione lo si alimenti con cibi cotti o preconfezionati,
gli si impedisca di girovagare e si rimuovano le sue feci dalla cassetta giornalmente, al più, nei casi
dubbi, utilizzando un paio di guanti.
BIBLIOGRAFIA
1. Urquhart G. M. Parassitologia veterinaria. Ed.UTET, 1998.
2. http://www.epicentro.iss.it/problemi/toxoplasmosi/studi.asp.
3. A J C Cook, R E Gilbert, W Buffolano, J Zufferey, E Petersen, P A Jenum, W Foulon, A E
Semprini, D T Dunn, and Richard Holliman. Sources of toxoplasma infection in pregnant women:
European multicentre case-control study. Commentary: Congenital toxoplasmosis further thought
for food. BMJ 2000; 321: 142-147.
4. http://www.clinicaveterinariagransasso.it/pdf/n_med_toxoplasmosi.pdf.