041 - Lettere ad Arturo
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041 - Lettere ad Arturo
5 Tracce di sé – La lettera Dino Buzzati Lettere ad Arturo Brambilla Ti presentiamo tre lettere che lo scrittore Dino Buzzati invia al suo amico più caro, Arturo Brambilla, «l’unica persona capace di ascoltarlo veramente, disposta e disponibile a comprenderlo fino in fondo». La sua «conversazione» con l’amico inizia nel 1919, all’età di tredici anni, e si interrompe dopo circa trent’anni. In questo vasto racconto epistolare Dino Buzzati è l’appassionato cronista degli anni certamente fondamentali per la sua maturazione come uomo e come scrittore. E fin dall’adolescenza rivela già quello che diventerà. Mentre da un lato è un ragazzo come tanti altri, un po’ discontinuo negli studi, che si scatena «a scavezzacollo» in bicicletta, dall’altro lo appassiona la storia dell’antico Egitto e gli nasce l’amore per la montagna che non lo abbandonerà mai. Inoltre comincia a disegnare splendidamente. Nasce allora il Dino Buzzati pittore e le lettere che indirizza all’amico straripano delle sue opere. Un’orrenda notizia Milano, 7 novembre 1919 1. Brambillino: dimi- nutivo affettuoso di Brambilla, il cognome dell’amico cui è indirizzata la lettera. 2. violinista: si tratta di Ferenc De Veczey (1893-1935), violinista ungherese considerato uno dei maggiori solisti del suo tempo. 3. amuleto: oggetto portafortuna. Caro Brambillino1, io sono dispiacentissimo di doverti dare un’orrenda notizia. Oggi c’è un concerto di un celebre violinista2 e la mamma, perché studio il violino, vuole che vada. Io in fondo del cuore preferisco aver la tua compagnia e andare insieme a te in bicicletta che andare al concerto, ma la mamma vuole. Per consolarti, almeno in parte, dall’immenso dolore ti prometto che, appena posso, andrò con te in bicicletta più che posso, ma il destino ci perseguita! Prima te ammalato, ora io non posso. Quel violinista, sapendo del nostro appuntamento, non avrebbe potuto mandare il concerto a un altro giorno! Ti mando, perché tu non mi serba alcun rancore, un amuleto3 egiziano (antico autentico) sperando che tu con me sia sempre l’amicissimo, col cuore spaccato tuo Dino Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 1 5 Tracce di sé – La lettera Un’altra multa… Milano, 1 luglio 1922 1. Artuêris: i due ami- ci si cambiano i nomi «all’egiziana». Arturo diventa Artuêris e Dino viene trasformato in Dinophis, ma anche in Dinubis. 2. Zacchi: un compagno di scuola. 3. Bartoli: un altro compagno di scuola. 4. altra missiva: altre lettere da parte tua. 5. Nonno: poeta greco del V secolo, autore del poema epico Dionisiache. Carissimo Artuêris1, il destino si accanisce su di me. È un anno che non vado più al Parco in bicicletta – ieri sera mi faccio imprestare da Zacchi2 la bici per fare un giretto – e siccome andavo a più di 15 all’ora un’altra multa di L. 27,50. Oggi ne devo prendere una perché si va in due in bicicletta – domani un’altra perché vado senza fanali – dopodomani un’altra perché tengo la destra – dopodopo domani perché vado sul prato – dopodopodopo domani perché investo una persona – dopodopodopodopodomani perché salgo sulle rovine del Castello. Ho incontrato Bartoli3 che ha dovuto fare l’esame d’Italiano scritto. Era questo il tema – Dalle sorgenti al mare il fiume svolge il suo corso – pressofappoco. Questa lettera non te la mando fino a che io non abbia ricevuto altra missiva4. Dal resto ha scarso interesse. Figurati che mi sono sognato l’ultimo giorno di scuola e io domandavo a Luigi dove si poteva trovare Nonno5 e lui diceva che non c’era che un manoscritto che aveva lui ed era meglio che traducessi qualcosa d’altro. Mille saluti affettuosissimi dal tuo Dino Le scalate in montagna Sesto (Alto Adige), 17 agosto 1922 1. la Dreischusterspitze: cima delle Dolomiti. 2. camminetto: (o «ca- mino») nell’alpinismo, solco fra due pareti rocciose tale da consentire a mala pena all’arrampicatore di penetrarvi con tutto il corpo. Carissimo Artuêris, è una cosa che avevo constatato che qui per esempio in montagna non si può fare poesie né disegni. Ieri abbiamo fatto la Dreischusterspitze1 (la cima dei Tre calzolai). Delle cime attorno a Tendopoli è la più bella che appare. C’era anche uno di Trieste e una guida in due cordate – c’erano lunghi e maledetti ghiaioni, e uno che faceva impressione – e poi la parete ripidissima benché abbastanza facile – solo c’era un camminetto2 a strapiombo di 7 metri che senza la guida sopra non l’avrei assolutamente fatto – e un pezzettino di parete a picco che era pieno di sassi sporgenti proprio alla cima. In complesso è più difficile e faticosa della Cima Grande. Sulla cima, nel libro, non c’era segnato nessun italiano e siamo stati probabilmente i primi benché Iannetta, il più bravo arrampicatore di Tendopoli, dica di averla fatta per una via nuova. Le rupi attorno erano fantastiche e selvagge mentre precipitavano a Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 2 5 Tracce di sé – La lettera 3. la ballata dei sogni: composizione poetica scritta dall’amico. 4. S. Pellegrino: località in provincia di Belluno dove Dino Buzzati soggiornava. picco in fondo, mentre il vento urlava contro le rocce e nuvole nere passavano nel cielo. Così, quando nella discesa si aveva passato il camino, venne giù tanta di quella tempesta. Ti raccomando di capire che ti affliggi di certe cose che proprio… Ti auguro di divertirti a caccia che, dopo l’alpinismo, per me è la cosa più bella. E finiscila, in nome di Dio, di dir male delle tue poesie e ti compatisco se chiami così la ballata dei sogni3 perché allora vuol dire che non capisci le tue poesie. Noi dovremmo partire sabato. La poesia mandala ad ogni modo a S. Pellegrino4. Cerca di non arrabbiarti tanto anche perché non ti scrivo abbastanza. tanti baci da Dinubis (da Lettere a Brambilla, De Agostini, Novara, rid.) 3 Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education