DINO BUZZATI - Rivista di Studi Italiani. Direttore
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DINO BUZZATI - Rivista di Studi Italiani. Direttore
DINO BUZZATI A cura di Alvise Fontanella. Firenze: Leo S. Olschki, 1982. 360 p p . Gli atti del convegno dedicato a Dino Buzzati svoltosi nel 1980 a Venezia, presso la F o n d a z i o n e Giorgio Cini, sono stati ora raccolti in un nutrito volume di saggi, interventi e testimonianze. Diciamo subito, che sebbene dai lavori n o n sia emersa in genere u n a inedita e sorprendente rilettura critica dell'opera di Buzzati, i vari relatori — ad eccezione di qualche c o n t r i b u t o che rivela scopertamente un t o n o essenzialmente c o m m e m o r a tivo — si sono impegnati a mettere a fuoco s o p r a t t u t t o le tematiche e le tecniche narrative dell'autore, senza trascurare la sua attività nel c a m p o della pittura, della poesia, del teatro e del giornalismo. P e r t a n t o , il volume nel suo insieme riesce ad offrirci u n ' i n q u a d r a t u r a complessiva del m o n d o assurdo e terrifico, angosciante ed onirico, di u n o scrittore che n o n si presta ad u n a precisa collocazione nel contesto del nostro Novecento. Infatti, più che stabilire u n a collocazione (anche perché molte sono state le voci a ribadire la sostanziale estraneità di Buzzati alla tradizione letteraria italiana e ad evidenziare s o p r a t t u t t o le sue radici gotiche e mitteleuropee), numerose relazioni erano dirette, più ο m e n o esplicita m e n t e , a riscattare lo scrittore dai giudizi p o c o favorevoli, come quelli espressi da De Michelis, Cecchi e Barilli — t a n t o per fare alcuni nomi — che avevano negato a Buzzati u n a sua originalità ed a u t o n o m i a , presentandolo come semplice divulgatore di modi narrativi Kafkiani, schematico, privo di genuinità e, tra l'altro, con una scarsa consapevolezza critica nei confronti del linguaggio letterario. Tuttavia, sia la questione del kafkismo che quella relativa al linguaggio, sono state rese oggetto di giudizi sporadici, in qualche caso solo polemici, senza ricevere quella specifica attenzione che forse m e r i t a v a n o . - 115 - Non per questo, c o m u n q u e , si vogliono negare altre interessanti direzioni esegetiche puntualizzate da diversi relatori: la dimensione religiosa della produzione di Buzzati, la sua metafisica percezione del reale sempre colto in chiave simbolica ed astorica, sottolineata sopratt u t t o da Gianfranceschi; i presupposti dello gnosticismo e le loro conseguenze esaminati da Porzio; la lettura in chiave esistenziale offertaci da Suffran che vuole cogliere nella precarietà dell'essere e nell'indecifrabilità di un labirintico ed informe universo, la visione centrale dell'autore. Yves Panafieu ha tentato invece di valorizzare taluni aspetti socio-politici rinvenibili nei racconti di Buzzati pubblicati a partire dal ' 4 5 . Essi presentano, secondo il critico, u n a "problematica del p o t e r e " nei suoi risvolti economici e politici, che sebbene proiettati sul piano del fantastico, in una dimensione simbolico-metaforica, pur sempre d e n o t a n o un impegno da parte dell'autore nei confronti del quotidiano e della storia. A nostro avviso, c o m u n q u e , si distinguono nel volume alcune relazioni e per una più soddisfacente metodologia critica e per i risultati più significativi a cui pervengono. Pensiamo in particolare ai saggi di Jacomuzzi che esamina divergenze ed analogie tra i primi racconti di Buzzati ed i romanzi e di Bàrberi-Squarotti che rinviene nella contrapposizione tra vita e forma la struttura portante de Il deserto dei Tartari. Interessante lo studio sulle strutture spaziali di Marie-Hélène Caspar che, sebbene abbia tralasciato di mettere pienamente in luce il sostrato ideologico cui le suddette strutture possono rinviare, è riuscita a stabilire alcuni rapporti omologici fra spazialità, personaggi e messaggi. Utili certe indicazioni fornite da Francesco Spera in particolare sulle funzioni del personaggio-eroe nel primo Buzzati considerate in relazione al recupero di modelli narrativi mitico-fiabeschi ed abbinate ad u n a indiretta riflessione sui meccanismi del raccontare. Infine, Giuliano Gramigna analizzando con estrema acutezza le equivalenze foniche nella poesia di Buzzati come "pulsazione p r o f o n d a " , come " p r o f o n d a necessità del s o g g e t t o " , riesce a ricollegarle nelle loro rotture e nella loro specularità imperfetta all'ordine dell'immaginario e del simbolico e, quindi, ai percorsi dei significati. In sintesi, d u n q u e , questi atti, malgrado i pericoli di feticismo dell'autore immancabilmente presenti in convegni del genere, attraverso impostazioni critiche alquanto eterogenee offrono un valido strumento di studio a chiunque voglia avvicinarsi all'opera di Dino Buzzati e contribuiscono a tracciare alcuni criteri di valutazione per u n o scrittore che ha spesso incontrato da parte della critica pareri decisamente contrastanti. JOHN PICCHIONE York University, Downsview - 116-