c`è il robot Nuove frontiere Il "da Vinci"
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c`è il robot Nuove frontiere Il "da Vinci"
47 LA PROVINCIA MARTEDÌ 15 MARZO 2016 CulturaeSpettacoli MASSIMARIOMINIMO FEDERICO RONCORONI Parlare d'amore fa bene all'amore Se non hai un amore, tutto non è altro che finzione Haruki Murakami [email protected] Tel. 031 582311 Cultura: Mario Schiani [email protected], Massimo Romanò [email protected], Umberto Montin [email protected], Mauro Butti [email protected], Pietro Berra [email protected], Spettacoli: Edoardo Ceriani [email protected], Nicola Nenci [email protected], Fabio Cavagna [email protected], Riccardo Bianchi [email protected], Lilliana Cavatorta [email protected], Antonella Crippa (Lecco)[email protected], Sara Baldini (Sondrio)[email protected] Rivoluzione in sala operatoria: c’è il robot Nuove frontiere. Il “da Vinci” rappresenta l’ultima evoluzione nel campo della chirurgia mininvasiva Affidabile ed altamente tecnologico. Numerosi i benefici: minor dolore post-operatorio, rapida guarigione setto del paziente o del robot durante l’intervento. Grazie agli incoraggianti risultati raggiunti in quindici anni di attività, l’approccio robotico è in continua espansione: nel 2014, gli interventi effettuati nel mondo sono stati circa 570.000, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. DANIELA MAMBRETTI E’ affidabile, preciso, altamente tecnologico e affianca i chirurghi di diverse specializzazioni, garantendo interventi incisivi, ma mininvasivi. È il robot da Vinci che, nato negli Stati Uniti nel 1999 e così chiamato in onore dello scienziato italiano, rappresenta l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva, con un approccio altamente efficace, ma sempre più rispettoso della complessità anatomica del paziente. Formazione necessaria Il cuore del sistema Utilizzata con comprovati risultati soprattutto in Urologia, Ginecologia, Chirurgia generale e toracica, la chirurgia robotica offre numerosi benefici: minor dolore post-operatorio e limitata perdita ematica intraoperatoria, minime cicatrici chirurgiche e una rapida guarigione che consente di tornare al più presto alle normali attività. «Il sistema permette al chirurgo, che gestisce e coordina i movimenti del robot, di avere un’eccellente visione del campo operatorio, un facile accesso anche a anatomie complesse, massima accuratezza del gesto chirurgico e un elevato livello di sicurezza per il paziente» – spiega Luca Bocciolone, ginecologo oncologo presso l’Istituto Europeo Oncologico di Milano e docente presso la Scuola di Chirurgia Robotica della stessa struttura. Il cuore del sistema da Vinci è la console, una postazione situata a breve distanza dal paziente: attraverso l’osservazione del monitor, il chirurgo ha una visione tridimensionale del campo operatorio come se vi si fosse immerso, muovendo, invece, due piccole leve simili a joystick e i pedali della console, aziona i 4 bracci robotici posizionati sul paziente muniti di Il robot da Vinci è nato negli Stati Uniti nel 1999 polsi in grado di ruotare di 360° e può raggiungere aree anatomiche difficilmente accessibili. I bracci alternano l’utilizzo di strumenti chirurgici come pinze, bisturi e forbici miniaturizzati fino a 8 millimetri e sono dotati di telecamera per la trasmissione delle immagini: il robot elimina il tremore fisiologico della mano conferendo estrema precisione a ogni movimento. Un terzo elemento, il carrello con l’unità centrale che gestisce le immagini, completa il sistema e consente agli altri operatori di sala di seguire visivamente le diverse fasi e di intervenire su richiesta del chirurgo impegnato alla console. «L’approccio mininvasivo, anche se avviene attraverso piccoli fori che forme- ranno cicatrici trascurabili e con un minor impatto estetico rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto, consente, tuttavia, di operare in sicurezza anche in aree ristrette come lo spazio pelvico e permette di affrontare patologie particolarmente delicate come quelle oncologiche» – sottolinea lo specialista. Continua espansione La gestione della complessità anatomica è un obiettivo prioritario della chirurgia robotica, infatti il da Vinci Xi – l’ultimo nato – consente la chirurgia multiquadrante, vale a dire la possibilità di intervenire in differenti aree addominali, senza la necessità di modificare l’as- La scheda • Sono 3.317 i robot da Vinci nel mondo, dei quali 556 in Europa: l’Italia, con 76 unità, è seconda solo alla Francia che ne conta 86. • In Italia, nel 2014, sono stati effettuati più di 11.000 interventi di chirurgia robotica, con un incremento del 20% rispetto al 2013. • In Italia, le specialità chirurgiche che maggiormente beneficiano dell’approccio robotico mininvasivo sono Urologia, Chirurgia generale e Ginecologia. • Vantaggi per il chirurgo: facilità di accesso a anatomie complesse, ottima visualizzazione, maggior precisione del gesto chirurgico • Vantaggi per il paziente: miglior risultato estetico e dolore postoperatorio ridotto, minor sanguinamento, degenza più breve e ripresa più rapida delle normali attività. FONTE: AB MEDICA Lo spot che l’ha reso popolare ma anche in numerosissimi Bmovie (comici, horror, spaghetti-western, commedie scollacciate). Attivo anche nel doppiaggio, Garrone presta la voce a numerosi personaggi di telefilm americani e compare anche in produzioni televisive (“Scaramouche”,” Il triangolo rosso”, “Lui e lei”,“Un medico in famiglia”). Nel 1983 Garrone ha interpretato nel film “Fantozzi subisce ancora” il personaggio del geometra Calboni. In teatro, dal 1987 al 1991 collabora con la compagnia di Antonella Steni. Nel 1990 lavora al Teatro Sistina interpretando la commedia musicale “Aggiungi un posto a tavola” nella parte della voce di Dio. Dopo quasi sessant’anni di Luca Bocciolone I vantaggi per chirurgo e paziente Addio a Riccardo Garrone Da Fellini a teatro e tv Il lutto È morto all’età di 89 anni Una lunghissima carriera al fianco di grandi registi La popolarità con gli spot È morto in ospedale a Milano l’attore Riccardo Garrone, 90 anni da compiere il prossimo 1 novembre. Impossibile non ricordare il suo volto, che in una carriera lunga più di 50 anni è nella storia della commedia italiana e arriva fino alle serie tv; ha lavorato con registi del calibro di Fellini, Monicelli e Scola e negli ultimi anni la sua popolarità era tornata a crescere con gli spot pubblicitari. Nato il 1 novembre del 1926 a Milano, nel 1949 frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e nello stesso anno esordisce al cinema con Adamo ed Eva di Mario Mattoli. È lui per primo che ne intuisce le qualità e lo sceglierà in seguito per diversi altri ruoli, il primo dei quali sarà l’ufficiale delle guardie in “Due notti con Cleopatra”, del 1953. Nel 1950 aveva iniziato a lavorare anche in teatro, prima con la compagnia Gassman-Torrieri-Zareschi, poi anche con la compagnia Morelli-Stoppa diretta da Luchino Visconti; ma per tutti gli anni cinquanta, sessanta e settanta lavora intensivamente per il grande schermo, comparendo non solo in pellicole d’autore, Tuttavia, anche se le prestazioni del da Vinci si raffinano modello dopo modello, aumentandone efficacia e sicurezza, l’opportunità del suo utilizzo va valutata in funzione di ogni caso specifico. Ciò presuppone che anche l’attività formativa tenga il passo, poiché offrire ai pazienti l’opzione robotica, parallelamente alla chirurgia tradizionale e alla laparoscopia mininvasiva, significa attrezzarsi anche sotto questo profilo. «Perché la chirurgia robotica sia sempre la scelta più appropriata, non basta installare il robot e formare il primo operatore che, a cascata, trascini tutta l’équipe. Assistente chirurgo, ferristi, infermieri e anestesisti devono essere altrettanto formati e aggiornati per riuscire a lavorare con fluido affiatamento»-puntualizza Bocciolone. Per questa ragione, l’Ieo si è dotato della Scuola di Chirurgia Robotica finalizzata alla formazione non solo dei chirurghi, ma di tutte le figure chiamate a prendere parte all’intervento condotto con il da Vinci. Senza dimenticare, tuttavia, i fondamenti della chirurgia tradizionale, perché, anche in presenza di massima sofisticazione tecnologica, in caso di necessità, chirurgo e assistenti devono essere veloci, flessibili e in grado di operare con l’approccio più adeguato alla situazione contestuale del paziente, si tratti di robot, laparoscopia o semplice bisturi. attività, la sua popolarità è tornata a crescere con gli spot pubblicitari per Luigi Lavazza S.p.A. nel ruolo di San Pietro, interpretato dal 1995 al 2014, in compagnia dapprima di Tullio Solenghi (1995-1999), poi di Paolo Bonolis e Luca Laurenti (20002011) ed infine di Enrico Brignano (2012-2014). Nel 1998 interpreta il ruolo di Nicola Solari nella serie televisiva “Un medico in famiglia”. Tornerà a indossare i panni di Nicola Solari nel 2004, nella quarta stagione di “Un medico in famiglia”, ma prenderà parte solo a due episodi. Nel 2010 presta invece la voce al malvagio orsacchiotto Lotso nel film “Toy Story 3 - La grande fuga”. Luca Arnaboldi