comunicato stampa dell`ONU

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comunicato stampa dell`ONU
Conferenza generale:
Ufficio delle Nazioni Unite per la Prevenzione dei Genocidi / KAICIID / Delegazione Marocchina
Interministeriale per i Diritti Umani
Il ruolo dei leader religiosi nella prevenzione dei Crimini Atroci
24 aprile 2015, Fez: I partecipanti al Forum dei leader religiosi organizzato dall'Ufficio delle
Nazioni Unite per la Prevenzione dei Genocidi e la Protezione (OGPRtoP), il Centro
Internazionale per il Dialogo Interreligioso e Interculturale di Re Abdullah Bin Abdulaziz
(KAICIID), la Delegazione Interministeriale per i Diritti Umani (DIDH) e la Rabita Mohammadia
degli Ulama del Marocco, hanno sviluppato oggi un "Piano di Azione per la Prevenzione
dell’Incitamento alla Violenza che potrebbe portare al compimento di Crimini Atroci."
Il Piano di Azione verrà ulteriormente sviluppato l’anno prossimo nel corso di cinque incontri
regionali dove i leader religiosi e le organizzazioni religiose lo implementeranno con nuovi
elementi e dettagli. Il Piano di Azione, insieme ad una Dichiarazione verranno approvati da una
sessione plenaria di leader religiosi prevista nel 2016.
Nella prima stesura del Piano di Azione i partecipanti hanno richiamato l'attenzione su otto aree
di intervento principali:
1. "Monitoraggio" dei fenomeni di istigazione alla violenza che potrebbero portare al
compimento di Crimini Atroci per garantire una risposta differenziata ed efficace.
Questa diagnosi verterà su domande come "Chi incita?" "Attraverso quale mezzo"?
"Chi ascolta" e "Chi reagisce"?
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2. Sviluppare e diffondere messaggi "alternativi", atti a contrastare l'incitamento
all’odio servendosi di tutti i canali mediatici, inclusi i social media;
3. Ingaggiarsi nel dialogo con chi diffonde i messaggi di odio e il loro pubblico
potenziale, al fine di individuare e suggerire incentivi per il cambiamento;
4. Sviluppare percorsi educativi, revisionare i programmi di studio e di costruzione
delle capacità: diffondere l’interesse e la curiosità verso tutte le culture e le religioni
e comunicare il senso dell'importanza della convivenza civile;
5. Impegnarsi nel dialogo interreligioso e intra-religioso e incrementare le attività in
tali ambiti al fine di incentivare la comprensione, il rispetto e lo scambio. Questo
potrebbe essere realizzato attraverso visite congiunte ai luoghi di culto, preghiere
per la pace, e attività congiunte fra differenti comunità.
6. Impegnarsi nel dialogo su temi dibattuti: affrontare le tematiche difficili che
vengono talvolta monopolizzate dagli estremisti, sottolineando i vari punti di vista e
le sfumature, mirando al contatto con coloro che possono essere particolarmente
vulnerabili alla propaganda dell’odio.
7. Perfezionare la chiarezza del pensiero e del messaggio: riconoscere e rispettare il
diritto alla libertà religiosa e di credo (articolo 18 del Patto internazionale sui Diritti
Civili e Politici (ICCPR)).
8. Ingaggiarsi insieme ai leader politici: promuovere l'impegno tra leadership religiosa e
politica per rafforzare il sostegno politico alla prevenzione dell’incitamento all’odio;
prodigarsi per una riforma giuridica e politica conforme al Piano di Azione di Rabat
(approvato a Rabat, Marocco, il 5 ottobre 2012).
Il piano incoraggia anche altre iniziative, tra cui la formazione al dialogo; la mappatura e la
messa in rete dei leader religiosi di tutto il mondo che lavorano attivamente per prevenire o
combattere l’incitamento all’odio; ingaggiarsi con i giovani e garantire la parità di genere in
tutte le azioni proposte e intraprese.
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