Ferrari insieme a Fiorano - alta

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Ferrari insieme a Fiorano - alta
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Claudio D’Andrea
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Della Vecchia
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Federico Rocca - Elisa Finotti
- Marianna Parlapiano Riccardo Giorgi Dina Tomezzoli Renato Pallotta - Consuelo Federico Galterio - Polan Elia Scaldaferri
Claudio D’Andrea
Ferrari: F40, F50, Enzo e la
Ferrari insieme a Fiorano
Il collaudatore storico del Cavallino Rampante prova le hypercar di
Maranello a Fiorano
Vederle tutte insieme, bellissime, per un colpo
d’occhio straordinario, è il massimo per ogni
appassionato; una serie di fotogrammi che
lasciano a bocca aperta per via delle protagoniste di un filmato da antologia, quello che
la Ferrari ha regalato ai suoi estimatori con la
F40, la F50, la Enzo e LaFerrari.
Un video in cui spicca anche la figura di Dario Benuzzi, collaudatore storico della Casa di
Maranello, che ha avuto il privilegio di guidare, ma anche di partecipare alla genesi di auto
così straordinarie. Il veterano dello sviluppo
Ferrari dal 1969 racconta, in inglese, le impressioni che suscitano queste supersportive
così diverse nel carattere.
La prima a scendere in pista sul circuito di
Fiorano è la F40, con i suoi 478 CV selvaggi
grazie al turbo, un vero e proprio purosangue
ancora oggi dal potenziale incredibile. Poi è
la volta della F50, con 520 CV derivanti da un
motore molto simile a quello di F1, tanto che
le sensazioni di guida ricordano quelle di una
monoposto.
In seguito è il turno della Enzo e dei suoi 660 CV, che fanno da antipasto all’apoteosi, ovvero LaFerrari che, con 963 CV, rappresenta il massimo riferimento
tra le “rosse” di tutti i tempi. Insomma, materiale da guardare, da ascoltare, per
cogliere le sensazioni impagabili che i bolidi di Maranello più prestigiosi sono
in grado di dispensare.
Alfa Romeo Giulia: sarà costruita a Cassino
La berlina del Biscione verrà presentata il 24 giugno e arriverà su strada in primavera
Manca poco all’appuntamento
del 24 giugno, segnato sull’agenda di ogni appassionato,
che vedrà il debutto ufficiale
della nuova Alfa Romeo Giulia. A distanza di circa un mese
dal fatidico momento, arrivano
altre notizie sulla vettura che
ha il compito di risollevare le
sorti dello storico marchio italiano.
La produzione sarà affidata
allo stabilimento di Cassino
(FR), ma non ci sarà possibilità di vedere la vettura circolare su strada prima della prossima primavera: quando la
nuova ammiraglia del Biscione lascerà la catena di montaggio per viaggiare nelle vie
del bel paese.
Comunque, i meno inclini
all’attesa, potranno ammirare
i primi 20 esemplari di prese- lare durante l’Expo. Si tratta di 20 auto realizzate nello stabilimento Maserati di Modena nella
rie nel mese di luglio, quando massima segretezza. Insomma, il momento della nuova Giulia è quasi arrivato, ma nel camavranno la possibilità di circo- mino di avvicinamento al debutto ufficiale l’attesa cresce in maniera esponenziale.
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Patente guida: arrivano i test
per i disturbi del sonno
Secondo una direttiva dell’Unione europea tutti gli Stati membri dovranno
effettuare severi controlli prima di poter rilasciare o rinnovare la patente
Entro il 31 dicembre
2015, tutti gli stati
membri
dell’Unione
europea, compresa l’Italia, dovranno attuare
la direttiva europea n.
2014/85/UE che impone dei rigidi controlli
per i possessori di patente di guida che soffrono di disturbo del
sonno, una malattia
conosciuta in ambito
scientifico con la sigla
OSAS (sindrome delle
apnee ostruttive del
sonno).
Le istituzioni del nostro Paese avranno
quindi tempo fino alla
fine di quest’anno per
recepire la normativa
europea in questione
e stabilire le modalità per rendere obbligatori gli interventi diagnostici e terapeutici
da imporre alle persone sospettate di soffrire di questa malattia.
Stabiliti i criteri richiesti
per il conseguimento
dell’idoneità psico-fi-
sica che permetterà
di ricevere o meno la
patente di guida, sarà
possibile aumentare
sensibilmente la sicurezza stradale. Con
ogni probabilità, i soggetti a cui è stata diagnosticata la sindrome
delle apnee ostruttive
del sonno dovranno
eseguire dei test obbligatori effettuati da
medici specializzati e
appositamente indicati per svolgere questa
mansione. Uno dei
problemi sarà proprio
abbinare le richieste
della direttiva con le
esigenze burocratiche
per il rilascio della patente, il pericolo verso
cui si può andare incontro è infatti quello
di ingolfare il sistema
dei trasporti privati e
pubblici.
Scendendo nel dettaglio, la famigerata
OSAS è una malattia
respiratoria che ostruisce totalmente o par-
zialmente le vie respiratorie, incidendo in modo particolarmente negativo sulla
qualità del sonno. I soggetti che soffrono di questa malattia tendono ad avere
dei colpi di sonno durante le ore diurne, con conseguenze che possono risultare particolarmente gravi se si è alla guida o se si utilizzano macchinari.
Le crisi di soffocamento accusate durante le ore di sonno dalla persona affetta
da OSAS non vengono percepiti da chi ne soffre e di conseguenza non vengono prese in considerazione, ignorando così il problema. Anche se si tratta
di una malattia poco conosciuta, l’OSAS può esser facilmente diagnosticata e
successivamente curata con delle terapie mirate.
Secondo gli esperti, ben il 22% degli incidenti stradali è causato da problemi
di sonnolenza accusati durante la guida e molti di questi dipendono proprio
dall’OSAS. Questa malattia porta all’intera comunità un costo annuo di ben 1
miliardo di euro, tra spese dirette e indirette. Secondo le ultime ricerche, esistono ben 4.400.000 soggetti che soffrono sindrome delle apnee ostruttive del
sonno e circa 2.000.000 accusano questa malattia durante le ore del giorno.
Un’impresa leggendaria
Agli inizi del Novecento c’era chi
nutriva ancora dello scetticismo nei
confronti dell’automobile, ma non
mancavano le persone che in essa
vedevano un utile e promettente
mezzo di trasporto ed anche degli
appassionati sportivi, che amavano
cimentarsi a livello agonistico. Questi con molto impegno affrontavano
percorsi meno agevoli e coprivano
distanze maggiori, senza però aver
ancora la possibilità di spingersi molto lontano. si lavorava alacremente
per incrementare le prestazioni di
quell’invenzione tanto innovativa,
il futuro era roseo, ma al momento
sembrava che l’automobile potesse
fare cose grandi ma non straordinarie. Sensazionale fu però la notizia,
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secondo la quale era stato progettato
un “Raid”, che pareva il parto della più
fervida delle fantasie. Correva l’anno
1907, allorché il giornale francese “Le
Matin” informò i suoi lettori che avrebbe patrocinato un viaggio in auto da
Pechino a Parigi, attraverso la Siberia, la Russia, la Polonia e la Germania. A tanti ciò sembrò follia allo stato
puro, dato che coloro che avessero
aderito, si sarebbero dovuti avventurare in lande sconosciute e impervie,
con il rischio incombente di incorrere
in pericoli di ogni genere. Tutto ciò a
bordo di un mezzo che, pur presentandosi nel migliore dei modi, era
affidabile fino ad un certo punto. Ad
segue a pag. 5
segue da pag. 4
Un’impresa leggendaria
essere sinceri, un’impresa del genere
non sarebbe di poco conto anche in
tempi come i nostri, eppure, più di un
secolo fa, l’iniziativa del giornale francese non cadde nel vuoto. Tra coloro
che l’accolsero con entusiasmo, ma
io direi anche con una buona dose di
incoscienza, c’erano pure due nostri
connazionali: Luigi Barzini, brillante corrispondente del “Corriere della
Sera” e il principe romano Scipione
Borghese. Questi uomini, ai quali evidentemente non difettava l’intraprendenza, con la preziosa assistenza del
signor Guzzardi, un meccanico che
sapeva davvero il fatto suo, partirono
da Pechino nel giugno di quell’anno
a bordo di una vettura uscita dalla
fabbrica torinese “Itala”. Alla gara partecipavano anche vetture straniere,
inizialmente assai più quotate della
nostra, ed invece fu proprio quella
italiana a tagliare per prima il traguardo parigino, accolta trionfalmente soprattutto da “Le Matin”, che, grazie
all’eco che la straordinaria impresa
aveva suscitato, vedeva aumentare
considerevolmente la sua tiratura.
L’equipaggio aveva fatto ritorno sano
e salvo, anche se i suoi membri erano
assai provati da quel viaggio durato
due mesi, tra innumerevoli difficoltà e
peripezie. L’esito gratificante premiò
il loro coraggio e la fiducia che avevano riposto in quel’automobile, che
divenne un vero cimelio. Luigi Barzini, da ottimo giornalista qual era, nel
suo “reportage” fece una dettagliata e
pregevole descrizione di quel viaggio,
che, principalmente per noi italiani, fa
parte ormai della leggenda.
Consuelo
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Un incidente lo ha reso paraplegico, ma lui torna
a vincere e fonda una scuola per piloti disabili
Il coraggio dell’ex campione di moto rally Gianluca Tassi
È stato il primo pilota disabile al mondo a vincere
una gara in un campionato di rally, quello italiano, arrivando davanti ad altri cinquanta piloti. Il
rally è infatti, uno dei rari casi nello sport in cui
non esistono campionati o gare differenziate fra
chi è disabile oppure no, tutti corrono insieme:
la differenza la fa solo il cronometro. Per Gianluca Tassi, nato a Perugia, campione di motorally, prima dell’incidente del 2003, che lo ha reso
paraplegico, tornare a vincere non è stato il solo
grande risultato. Dopo l’abbandono delle corse
in moto, Gianluca ha fondato l’associazione Uno
di noi, che si prefigge lo scopo di restituire libertà
e indipendenza a chi pensava di averla persa.
Per riuscirci meglio, il pilota ed i suoi amici hanno
creato l’Evolution driving school , in cui insegnano a guidare a chi credeva di non essere più in
grado di farlo. I disabili possono acquisire la capacità di utilizzare solo i comandi al volante. Per
chi ama il rischio, ci sono corsi di guida sportiva
ed agonistica. Questa scuola è unica nel suo genere in Italia. «Dietro c’è tutto un lavoro psicologico – spiega Gianluca - La maggior parte delle
persone che vengono da noi all’inizio è bloccata,
è certa che non potrà mai riuscire a guidare di
nuovo. Noi cerchiamo di far capire che i blocchi
esistono solo a livello mentale ed è possibile abbatterli. Attualmente, i corsi
di scuola guida promossi dall’associazione Uno di noi si svolgono sul circuito di Misano Adriatico, che li ospita gratuitamente. Vorremmo tanto rendere i nostri corsi itineranti e raggiungere i più disparati posti d’Italia». Da
vero sportivo, il pilota perugino non si occupa solo di motori, ma ha anche
progettato una handbike 4x4, diversa dalle altre, perché ha solo tre ruote e
spera che il suo uso possa presto diventare una disciplina sportiva. Ferrari Enzo: la replica è da incubo
È o non è la replica della Ferrari Enzo più brutta della storia?
Cosa c’entra la Ferrari Enzo che potete ‘ammirare’ (e
sottolineiamo le virgolette’) in foto con quella vera?
Mistero della fede nella casa di Maranello, che ha
spinto sin troppo oltre un appassionato californiano di
tuning.
L’individuo, residente nei pressi di San Francisco, è
stato capace di realizzare una impresa più unica che
rara, ovvero mettere a punto la replica della Ferrari
più brutta della storia della caa italiana.
Qualche integralista potrebbe addirittura parlare di affronto. Quel che sappiamo è che lo statunitense ha
anche messo in vendita l’auto su Craiglist (Portale che
ospita annunci relativi ad acquisti, vendite, offerte di
lavoro etc.).
La replica della Ferrari Enzo è descritta come una auto
con apertura ad ali di gabbiano. Ma stentiamo davvero
a capire cosa diavolo sia. La vettura (non ce la facciamo proprio a chiamarla Ferrari) sembra un pot pourri
di parti raccattate qui e là senza una minima logica.
Le prese d’aria presenti lateralmente sul tetto ed un
Alettone posteriore sono letteralmente un obbobrio
dal punto di vista del design. L’autore sostiene, inoltre, che l’auto sia stata ferma in garage per ben otto
anni e che, nonostante tutto, servano pochi aggiustamenti meccanici per rimetterla in sesto.
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Come spesso capita, questa replica della Ferrari è basata su una Pontiac Fiero (questa che
abbiamo preso in esame è del 1986). Ha un
motore da 92 cavalli con propulsore quattro
cilindri. L’originale? 660 Cavalli con V12. Non
è una differenza. E’ un altro mondo.
Il prezzo, comunque, è abbordabile. Già, ma
chi vorrebbe spendere (buttare) 5500 dollari
(pari a 5mile euro) per una cosa del genere?
Dalla rivista Motori.it
Campoverde: 2^ tappa del Campionato
Regionale di Autocross, i Vincitori
Quella di sabato è stata davvero una gara avvincente, anche se sul Circuito Asal di Campoverde
per la seconda tappa del Campionato Regionale
di Autocross 2015 le emozioni si sono susseguite
in una girandola di eventi che ha coinvolto tutti,
grandi e piccini, pubblico e addetti ai lavori, regalando alla giornata un epilogo che nessuno si
sarebbe mai aspettato. La giornata era iniziata nel
migliore dei modi e, forse complice il caldo o la
voglia di vacanze, l’umore dei piloti era davvero
alto. La competizione, organizzata della scuderia Asal Racing ha visto in pista non solo i piloti
provenienti da diverse regioni d’Italia, ma anche
le giovani promesse dell’autocross pontino. I
piccolissimi che avrebbero dovuto aprire le gare
finali erano veramente elettrici e pronti a far veder quanto avevano lavorato nell’ultimo mese per
essere all’altezza della pista. Ad aprire la prima
delle due semifinali, subito dopo i tempi di qualifica intorno alle 18.30 il piccolo Ivan Brighenti 5
anni, Cristiano Brighenti 7 a bordo di fiammanti
Quod e poi su prototipi rombanti Mattia Ruscito 5
anni, Davide Boggian 10 anni, Alessandro Spaziani 10 anni Alessio Ruscito 9, e Giuseppe Norelli 10. Poi è stata la volta dei grandi che, divisi per
categoria hanno dato vita ad un’avvincente prima
semifinale con non pochi problemi, fra i tanti, anche la rottura del motore del favorito della categoria A, Andrea Micheletti che, con la velocità e la
precisione dei circuiti di formula uno ha effettuato
l’intera sostituzione del pezzo durante la micro
pausa fra la prima semifinale e la seconda. La
macchina dell’autocross si è così rimessa in moto
e la seconda semifinale è cominciata fra l’entusiasmo generale almeno per le prime due gare,
quelle riservate alla categoria A e alla categoria B.
Quando l’ultimo dei concorrenti ha preso la bandire a scacchi che simboleggiava la fine della gara
e arrivata la terribile notizia, il giovane Matteo
Marcon ha perso la vita in un assurdo incidente
stradale ad un passo da casa, tutti lo conoscevano, e tutti conoscono la sua famiglia, un macigno
piomba sulla gara. La direzione decide di finire la
semifinale e di chiudere la gara. L’altoparlante ha
invitato tutti a radunarsi sotto il tendone del punto
ristoro e piloti, giudici, cronometristi, addetti ai lavori ma soprattutto il pubblico sono rimasti li, in religioso silenzio, a ricordare un ragazzo entusiasta
della vita da adesso non sarebbe stato più li. La
gara si è chiusa così, il massimo punteggio per la
classifica del Campionato Regionale di Autocross
2015 per la categoria A è stato conquistato da:
Alessandro Ruscito, Emanuele Di Rezza e Pierpaolo Caputo. Per la categoria B: Domenico Macera, Americo Norelli e Rinaldo Busanello. Nella
categoria C: Fabrizio Fabri. Per la categoria D: Ruscito, Cristian Testani e Mariano Fiore. La prossima gara, questa volta
Marco Mariani, Andrea Cinelli e Paolo Ricci. Nella del Campionato Italiano si correrà, sempre sul circuito di Campoverde,
categoria D4: Alessandro Gizzi, Claudio Soldà e Sabato 12 settembre.
Michele Giliberti. Per la categoria Kart Cross: CorDina Tomezzoli
rado Soldà mentre per la Categoria Sport in vetta
Foto di Fabrizio Melocchi
alla classifica per questa tappa spiccano: Claudio
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Continental: via ai test di “Taraxagum”,
pneumatico a base di tarassaco
Una gamma di pneumatici eco friendly per una sempre maggiore sostenibilità
ambientale e una progressiva indipendenza dalle materie prime tradizionali
Obiettivo: produrre pneumatici in
maniera sempre più sostenibile, anche attraverso l’indipendenza dalle
materie prime “tradizionali”. Ecco,
in estrema sintesi, l’obiettivo che si
pongono i tecnici Continental nello
sviluppo di “Taraxagum”, Pneumatico sperimentale che viene realizzato con l’impiego del tarassaco (denominazione botanica Taraxacum)
per la mescola del battistrada. Dopo
un’anteprima, lo scorso autunno,
all’Iaa 2014 di Hannover (l’Esposizione internazionale del Veicolo
commerciale), in queste ore Continental comunica l’inizio dei primi test
che saranno condotti su un’autovettura equipaggiata con questo tipo di
pneumatico eco friendly. Un deciso
passo in avanti - che si concretizza con la messa in produzione del
primo WinterContact TS 850 P con
battistrada realizzato interamente
con gomma da radici del “Dente di
leone” - verso un tipo di produzione
ecosostenibile.
Le prove su strada dell’autovettura
equipaggiata con gli pneumatici invernali dal battistrada a base di tarassaco saranno condotti nel Centro
prova Continental di Arvidsjaur (Svezia), dove l’azienda si occupa dei
test relativi alle prestazioni dei suoi
prodotti in condizioni prettamente invernali tra dicembre e aprile.
Gli pneumatici Continental realizzati con l’utilizzo del tarassaco per
le mescola del battistrada sono stati realizzati in collaborazione con
il Fraunhofer Institute di biologia
molecolare ed ecologia applicata
(IME), il Julius Kühn Institute e la
compagnia di selezione delle piante Aeskulap. L’obiettivo dichiarato a
medio - lungo termine, per Continental, è fornire una concreta risposta
ecologicamente, economicamente e
socialmente valida al fabbisogno di
gomma naturale, in modo da ridurre la pressione sulle piantagioni di
alberi di gomma “tradizionali” ai Tropici. Per la coltivazione del “Dente
di leone” vengono impiegati terreni
abitualmente inutilizzati in regioni
temperate europee - e quindi vicine
agli impianti di produzione di Conti-
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nental -, in modo da ridurre in maniera significativa i costi logistici e il loro conseguente impatto, in termini di movimentazioni e trasporti,
sull’ambiente.
Tempi alla mano, Continental si propone di
promuovere l’impiego industriale della gomma
di tarassaco e avviarne la produzione in serie
nel corso dei prossimi 5-10 anni.
La “Taraxagum”, gomma realizzata dal Dente
di leone secondo la tecnologia messa a punto
da Continental, fa parte di un progetto che, nel
2014, ha vinto il premio GreenTec Award, prestigioso riconoscimento in materia di ambiente
ed economia, per la categoria Automobility.
“Dopo molti anni di intenso sviluppo insieme
al Fraunhofer Institute, siamo eccitati all’idea
di vedere i primi pneumatici da Dente di leone
sulla strada - dichiara Nikolai Setzer, membro
dell’Executive Board di Continental responsabile della Divisione Tire - Per ottenere risultati di
test il più possibile affidabili abbiamo puntato su
pneumatici invernali per auto, che contengono
una spiccata quantità di gomma naturale. Continuiamo a perseguire l’obiettivo di sviluppare
pneumatici con la gomma da Dente di leone per
essere pronti a produrli in serie entro i prossimi
cinque-dieci anni”.
Francesco Giorgi
Intervista al pilota Giorgio Maria De Turris
Questa volta il Trofeo Rally Lazio sbarca in provicia di Latina a
raccontarsi è Giorgio Maria De Turris che rientra nel mondo dei
rally dopo un periodo di stop.
Ciao Giorgio, raccontaci dove vivi e quanti anni hai?
Ciao a tutti. Ho 41 anni sono nato a Roma e vivo ad Aprilia.
Lavoro nel settore della vigilanza privata a Roma.
Quando hai iniziato la tua avventura nel mondo dei rally?
Ho iniziato con il Rally di Roma nel 1994 poi ho partecipato alla
Scuola Federale Csai, con cui ho collaborato anche in seguito,
e ho proseguito fino ad oggi con questa mia grande passione.
Chi è (chi sono stati)il tuo navigatore/pilota?
Attualmente, e spero per molto tempo, “navigo” Virginia Giannantoni che è anche la mia ragazza. Ricordo, tra i molti piloti,
con piacere Cangani, Bottacci, Lauri, Livio, Iannaccone, Oddo
e il grande Coresi.
Cosa ne pensi dei Rally nel Lazio?
Cosa faresti per Migliorarli?
Attualmente le gare sono prevalentemente nel Frusinate, meno
male che ci sono loro, quindi sarebbe bello che si estendessero come anni fa anche in altre zone della regione. Migliorare…
beh è un argomento davvero vasto…però una cosa voglio
affermarla: rispettiamo di più i regolamenti e non parlo solo di
quelli riferiti alle vetture. Ho visto “obbrobri” che per quelli della
vecchia scuola (come me!) fanno accapponare la pelle.
Cosa ne pensi del Trofeo Rally Lazio?
Cosa consiglieresti per migliorare?
Solo ed esclusivamente complimenti. Vieni invogliato a correre
e trovo l’organizzazione davvero spettacolare. Davvero bravi.
Per ora nulla da dire se non cose positive.(Grazie, Giorgio!)
Qual’ è il tuo sogno nel cassetto?
Fare il Col de Turini navigando Virginia…eheheh…con la neve
però!
Chi vuoi ringraziare?
Ringrazio da sempre i miei genitori, miei primi tifosi. E poi
ringrazio tutti coloro che mi hanno sempre dato modo di salire
sulla pedana di partenza. Un ringraziamento particolare a
Virginia che con la sua passione e determinazione mi ha
dato modo di esaudire un mio grande desiderio.
Prossime gare?
Se possibile tutte quelle del TRL e se riusciamo anche
qualcuna fuori zona.
Elisa Finotti
Multato perchè senza casco. Ma viaggiava in auto
La surreale storia di Giancarlo che per errore si è visto arrivare una multa di 81 euro
Ottantuno euro di multa perché viaggiava senza casco sulla sua
moto Honda. Il problema, però, è che Giampiero, il 51enne protagonista di questa surreale storia, una moto Honda non ce l’ha
mai avuta.
A raccontarlo è lui stesso a il quotidiano Il Giorno: “Pensavo si trattasse di uno scherzo - ha rivelato al quotidiano poi ho capito che era tutta realtà e che quella sanzione, per una
presunta infrazione commessa in viale Papiniano all’incrocio con
via Modestino, doveva essere pagata. E mi decurtavano anche 5
punti dalla patente”.
A quel punto non gli rimaneva che farsi annullare la multa anche
se ha trovato non poche difficoltà: “Ho dovuto faticare parecchio - ha spiegato - ma alla fine hanno
ammesso l’evidenza dell’errore ed è stata annullata. Sono sbagli inammissibili che non dovrebbero essere commessi”. L’errore
a quanto pare, sembra riconducibile all’errata trascrizione della
targa e così è stato il primo cittadino ad essere multato per aver
viaggiato senza casco, in auto.
Giovanni Mercadante
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Maddison e l’impresa della moto sull’acqua
Le spettacolari immagini della nuova impresa di Robbie Madison, il “moto-surf”
tra le onde delle acqua di Tahiti
Robbie Maddison, il professionista conosciuto
nell’ambito del FMX, campionato di motocross freestyle americano, oltre che controfigura sul grande schermo di Daniel Craig in
“007 - Skyfall” si è cimentato in una impresa
a dir poco spericolata: una sorta di motociclismo sull’acqua.
Cambiando la gomma posteriore della moto e
aggiungendovi un paio di mini sci d’acqua sia
davanti che dietro la moto, è riuscito a trovare
il modo di correre ad ogni velocità sia sulla
terraferma che sull’acqua.
In sella alla sua due ruote si è così cimentato
nel moto-surf sulle acque di Tahiti. Il risultato
della sua impresa è stato ripreso da queste
immagini mozzafiato:
Giovanni Mercadante
Alfa Romeo: il nuovo SUV entrerà in
produzione nel 2016
L’inedito SUV della Casa del Biscione condividerà pianale e propulsori con la Giulia
Il rilancio del marchio Alfa
Romeo
continua
spedito, come confermato dallo
stesso Sergio Marchionne
in occasione della conferenza del Gruppo FCA , dedicata all’analisi dei risultati economici del secondo
quadrimestre di quest’anno.
Dopo la presentazione della
Giulia, gli uomini della Casa
del Biscione sono già impegnati nello sviluppo relativo
al secondo modello firmato
Alfa Romeo, rappresentato
dall’atteso SUV che entrerà
in produzione nel primo trimestre del prossimo anno
per debuttare sul mercato
entro la fine del 2016
Conosciuto con il nome di
progetto “949”, l’inedito
SUV Alfa Romeo verrà realizzato sulla nuova piattaforma modulare denominata
“Giorgio”,
utilizzata
anche dalla Giulia e capace
di ospitare sia la trazione
posteriore che quella integrale. L’inedito modello
apparterrà al segmento “D”
dei SUV, entrando in diretta
concorrenza con vetture del
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calibro di Audi Q5, Bmw X3 e Mercedes GLC.
Il debutto sull’importante mercato americano avverrà invece
all’inizio del 2017, inoltre nella conferenza con gli investitori,
Marchionne ha specificato che 2 dei 5 miliardi stanziati per il
rilancio dell’Alfa sono stati spesi per sviluppare e realizzare la
piattaforma “Giorgio”, i propulsori e l’aggiornamento degli stabilimenti dove verranno assemblate le vetture.
Francesco Donnici
Guida autonoma: nel 2020 le auto
andranno “da sole” in autostrada
Lo sviluppo della tecnologia Bosch in tema di guida autonoma: un impegno che
cresce di pari passo con le esigenze del mercato
La guida autonoma non è mai stata così
vicina. Le attuali tecnologie automotive,
relative ai sistemi di ausilio alla guida,
permettono alle Case auto e alle aziende di componentistica la formulazione di
un primo, concreto traguardo, che viene
fissato al 2020. Per quella data, le vetture saranno in grado di affrontare viaggi
autostradali in modalità completamente
automatica. Tuttavia, oltre all’affinamento delle tecnologie, tutto sta a superare
qualche ostacolo normativo in questo
senso.
Una conferma arriva in queste ore da
Bosch, Gruppo leader nella fornitura
mondiale di tecnologie e servizi automotive, e dalla sua Divisione Mobility
Solutions, attiva in ricerca e sviluppo nei
sistemi di iniezione per motori a combustione interna, mobilità e propulsioni
alternative, sistemi di Sicurezza attiva e
passiva, comfort e assistenza, informazione e comunicazione a bordo veicolo
come car-to-car e Car2X e tecnologie,
concept e servizi per l’aftermarket.
Allo stato attuale, comunica una nota
che viene diffusa in queste ore, lo sviluppo dei sistemi di assistenza alla guida in Bosch viene seguito da circa 2.000
ingegneri, che si occupano di sviluppare
sistemi di propulsione e trasmissione,
freni e sterzo, sensori, dispositivi di navigazione e soluzioni di connettività interne ed esterne alla vettura; le più recenti
tecnologie permettono già al conducente di essere aiutato nel cambiamento o
nel mantenimento della corsia di marcia,
oppure nella frenata prima di un ostacolo: si tratta, in sostanza, della base per
arrivare, a breve - medio termine, alla
guida autonoma “tout court”. E lo sviluppo prosegue: oltre a questi sistemi,
è di recentissima applicazione il sistema
di assistenza Bosch in caso di ingorghi
stradali. L’evoluzione delle tecnologie,
anticipano i tecnici Bosch, porterà entro
cinque anni a permettere alle nuove vetture di viaggiare in autostrada in modo
completamente automatico, proprio
come stanno facendo da un paio d’anni i prototipi Bosch (teatro dei test sono
l’autostrada tedesca A81 e l’autostrada
americana I280).
Dati alla mano, la ricerca di nuove soluzioni di ausilio alla guida, insieme alla
fornitura di tecnologie e servizi alle Case
auto, si sta rivelando redditizia anche dal
punto di vista economico. La nota diffusa da Bosch comunica, in questo senso, che il fatturato del Gruppo in questo
settore è in costante crescita: addirittura
di un terzo ogni anno. L’anno scorso Bosch ha raggiunto il record di vendite di
oltre 50 milioni di sensori ambientali per
l’assistenza al guidatore. Il 2015 seguirà
la tendenza 2014: le vendite dei sensori radar e video raddoppieranno ancora. Per quanto riguarda i sensori radar,
ideali per l’impiego nei sistemi di regolazione della distanza e della velocità
(Adaptive Cruise Control, ACC), Bosch
è leader di mercato in tutto il mondo. Il
prossimo anno prevede di raggiungere
la produzione di 10 milioni di sensori
radar. La previsione per il 2016, stima
Dirk Hoheisel, membro del Board of Management di Bosch, è di arrivare a un
fatturato di oltre un miliardo di euro.
E’ necessario , avverte Bosch, che i concreti risultati nelle applicazioni di guida
autonoma vadano in ogni caso di pari
passo con adeguati e aggiornati strumenti legislativi: l’attuale convenzione di
Vienna sul traffico stradale, risalente al
1968, appare ora piuttosto limitante siccome stabilisce che il conducente deve
possedere il controllo costante della guida del veicolo. La guida autonoma, dunque, allo stato attuale andrebbe contro
questa normativa. Per consentire l’applicazione dei sistemi “autonomous drive”
senza andare contro alle indicazioni del
legislatore, una serie di adeguamenti
è in via di definizione (non soltanto in
Germania), secondo i quali le funzioni
di guida autonoma sarebbero consentite se il guidatore sia in grado di poterle
controllare oin maniera attiva o, addirittura, disattivarle. Francesco Giorgi
Ferrari Cavalcade 2015
Si è svolta a Roma, la quarta edizione dell’evento
Oltre cento Ferrari lungo un percorso straordinario, tra
cultura, arte e storia, si sono date appuntamento per
la quarta edizione del Ferrari Cavalcade. L’esclusivo evento riservato ai clienti del Cavallino Rampante,
provenienti da tutto il mondo, che quest’anno ha come
straordinaria cornice la Città Eterna: Roma.
Dal 25 al 30 giugno i partecipanti hanno potuto guidare
la propria Ferrari attraverso splendide strade panoramiche che costeggiano i laghi e il lungomare, attraversando città Medievali, hanno affrontato la storica cronoscalata al Monte Terminillo e hanno vissuto esperienze
di guida sportiva all’interno del famoso circuito di Vallelunga.
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ALTA VELOCITÀ
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Ferrari Cavalcade 2015
Tutto questo ha fatto assaporare ai partecipanti la “Dolce vita”
trascorrendo cinque giorni immersi nella magica atmosfera della Città Eterna. Il 30 giugno, ultimo giorno della Ferrari Cavalcade 2015 è stato all’insegna della celebrazione delle bellezze di
Roma, la cosiddetta Città Eterna. Le 100 Ferrari sono partite in
gruppo da Piazza Imperatore, sfilando per le vie della Capitale
in un giorno di festa per i patroni San Pietro e Paolo. Molti i
cittadini romani che si sono riversati in strada per osservare da
vicino il serpentone di auto della Casa del Cavallino Rampante:
la carovana ha percorso Via del Corso verso Piazza Venezia,
per poi proseguire in Via Sistina attraversando il parco di Villa
Borghese, visitando Piazza del Popolo, per percorrere poi Via
Veneto in direzione dei Fori Imperiali, il Colosseo e le Terme di
Caracalla. Dopo la parata, le vetture protagoniste della Ferrari
Cavalcade si sono dirette fuori città verso i Castelli Romani e
Castel Gandolfo, residenza estiva del Papa, con i partecipanti
che hanno pranzato con vista sul Lago Albano. Momento conclusivo dell’edizione 2015 della Ferrari Cavalcade la cena di
gala nella cornice dei Mercati di Traiano, dove è andata in scena un’asta benefica per raccogliere fondi destinati al restauro di
un monumento romano. Per i ferraristi intervenuti è quindi giunto il momento di salutare la magnificenza della città di Roma,
sede incredibile di un evento indimenticabile.
Claudio D’Andrea
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ALTA VELOCITÀ
Intervista a Marco Di Maggio
Proseguiamo a conoscere i protagonisti del Trofeo Rally Lazio. Questa volta
si racconta il simpaticissimo Marco Di
Maggio.
Ciao Marco, raccontaci dove vivi e
quanti anni hai:
Ciao, ho 33 anni e abito ad Anagni
(FR), un Paese che adoro.
Cosa fai nella vita?
Sono progettista e programmatore nel
campo delle automazioni industriali e
viaggio molto per lavoro.
Quando hai iniziato la tua avventura
nel mondo dei rally?
Il rally mi è sempre piaciuto, ma ho
iniziato a seguirlo all’età di 15 anni,
dato che in famiglia nessun’altro è appassionato di auto. Ho iniziato a fare
gare amatoriali in circuito con le mie
auto stradali con qualche soddisfazione, ma solamente nel 2013 ho deciso
di debuttare nelle Rally. La mia prima
gara è stato il 1° Ronde Terra di Argil dove ho conquistato sia la vittoria
di classe che di gruppo. Poi,lo stesso
anno,ho preso parte anche al Rally di
Ceccano con gli stessi ottimi risultati. Poi la fortuna mi ha voltato le spalle per tutto il 2014 regalandomi solo
un 3° posto di classe al 1° Rally delle
Mura Poligonali di Ferentino.
Chi è il tuo navigatore/pilota?
Sono stato sempre navigato sin dalla
mia prima gara da Ivan Femiani, che
avendo più esperianza di me, mi ha
aiutato molto e indirizzato nel modo
migliore. La nostra amicizia è molto
consolidata anche fuori dell’abitacolo
ed è per me molto importante, in quanto credo che tra pilota e navigatore
debba esserci molto affiatamento.
Ho fatto anche qualche esperienza da
navigatore accanto ad Adimara Di Sarra, accompagnandola nelle sue due
prime gare da pilota.
Cosa ne pensi dei Rally nel Lazio?
Cosa faresti per Migliorarli?
Non sono in grado di giudicare i Rally della nostra zona, in quanto non ho
mai avuto un termine di paragone, non
avendo mai gareggiato in qualche rally
al di fuori del Lazio. Ma credo che ci
sia bisogno di regalare più spettacolo al pubblico, magari puntando sulla
partecipazione di auto storiche.
Cosa ne pensi del Trofeo Rally Lazio? Cosa consiglieresti per migliorare?
Questo trofeo è una iniziativa in cui ho
creduto sin da subito (sono stato il n°6
ad iscrivermi) e nonostante non abbia
ottenuto alcun risultato utile nelle gare del 2014, ho partecipato con molta soddisfazione alla prima premiazione
del Trofeo. Mi ha colpito che nessuno è andato via a
mani vuote, neanche il sottoscritto e soprattutto la giornata si è svolta all’insegna dell’amicizia.
Non sono in grado di dare consigli o nuove idee che
siano migliori di quelle che hanno avuto già questi fantastici ragazzi fino ad ora. Posso solamente sostenerli
e ammirare il loro lavoro congratulandomi con tutti loro
per quello che stanno facendo.
(e noi come organizzatori ringraziamo per le bellissime
parole!)
Qual’ è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno più grande è quello di avere le possibilità
di correre tutte le domeniche, facendo anche gare fuori zona. Mi piace guidare e preferisco non fare una o
due gare l’anno con i cosidetti “macchinoni”, ma correre
con macchine alla mia portata il maggior numero di gare
possibili.
Ma non nego che ho il sogno di correre con una Clio
Gr.A “vera” o addirittura un Maxi!
Chi vuoi ringraziare?
Voglio ringraziare il mio navigatore Ivan che mi sopporta
sempre in gara e cerca di tenermi con il morale giusto,
necessario nelle competizioni agonistiche. Voglio anche
ringraziare il Team By D’avelli di Gianni e Daniele D’Avelli che mi curano la macchina e mi danno sempre molti
consigli utili in gara e anche al di fuori. Infine voglio ringraziare tutte le persone che ruotano intorno a questo
mondo che rimangono umili e hanno rispetto per tutti,
permettendo di farci vivere i Rally con lo spirito giusto!
Prossime gare?
Le prossime gare in programma saranno : il 30° Rally
di Ceccano a luglio e il 2° Rally delle Mura Poligonali
a novembre. Se poi sarà possibile, mi piacerebbe fare
una gara in Toscana.
Elisa Finotti
ALTA VELOCITÀ
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Record del Mondo a 240 km/h
con la Ferrari sulla Transfagarasan
Al volante di una 458 Italia il presidente del Ferrari Club Passione Rossa Fabio
Barone è entrato nel World Guinness Record percorrendo la tortuosa strada nei
Carpazi con una media di oltre 83 km/h e una velocità massima di 240 km/h.
Era nata come una scommessa e invece è diventato un record del mondo: a compiere l’impresa è Fabio Barone, che
non è un pilota professionista ma sta dedicando la sua vita
alle auto da corsa, tanto da essere il presidente del Ferrari
Club Passione Rossa. Affascinato dalle curve della Transfagarasan, la strada della Transilvania che si inerpica fra le nuvole oltre i 2.000 metri, Barone ha deciso di tentare l’impresa:
percorrere un tratto di 12.850 m, chiuso al traffico, alla massima velocità possibile, al volante della sua Ferrari 458 Italia.
Un record che non era mai stato tentato prima, e che quindi
ora spetta proprio a Barone, che ha osato sfidare per primo
questi tornanti. Il tempo impiegato è stato migliore rispetto
alle aspettative che lo stesso pilota si era posto: 9 minuti 13
secondi e 442 millesimi. Una cifra che da oggi comparirà nel
World Guinness Record. La media di Barone è stata di oltre
83 km/h, raggiungendo i 240 km/h sui rettilinei, in quarta piena.
Sono addirittura due i primati del mondo siglati fra i Carpazi:
per il miglior tempo in assoluto, ma anche per il crono più
veloce per la categoria Supercar, considerando che la Ferrari
è una vettura a trazione posteriore.
Definita la “strada più bella del mondo” dal team di tester di
Top Gear, la trasmissione motoristica realizzata dalla BBC, la
Transfagarasan costeggia la Fortezza di Dracula e si snoda
fra le montagne del Carpazi, con ripidi dislivelli, tratti esposti
a venti anche molto forti e curve a gomito, che si affacciano
sullo strapiombo. Un minimo errore alla guida si traduce in un
volo di decine di metri.
“Un risultato oltre le aspettative, e una grande emozione,
quella di entrare nel World Guinness Record al volante di
una vettura come la Ferrari 458 Italia”, ha detto Fabio Barone all’arrivo, dove c’erano centinaia di appassionati ad attendere la sua vettura caratterizzata dalla livrea ‘dedicata’, con
tanto di pipistrelli che escono dal motore. “Devo ringraziare
la squadra e le istituzioni romene, che hanno reso possibile
questa corsa nell’autodromo di Dio”, dice ancora Barone, che
ha ribattezzato così questo percorso, perché spesso immer-
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ALTA VELOCITÀ
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Record del Mondo a 240 km/h
con la Ferrari sulla Transfagarasan
so fra le nuvole. “Per affrontare con tranquillità questa
strada, che non ha barriere di protezione, è fondamentale
avere un copilota, che ti anticipi di volta in volta la curva
che andrai ad affrontare”.
“Abbiamo cominciato a studiare il percorso un mese
fa, con i primi sopralluoghi, ma prendere le note con la
strada aperta al traffico non è stato facile”, spiega Paolo
Cerquozzi, navigatore di Barone. “Inoltre in quelle occasioni non eravamo sulla Ferrari, che è arrivata qui ieri,
e questo rendeva i riferimenti più incerti. Per sviluppare
i dati acquisiti sono serviti almeno dieci giorni di lavoro
intenso”.
“La vettura è stata elaborata sotto il profilo dell’elettronica
e dell’assetto”, spiega Mimmo Leone, che ha curato la
preparazione tecnica. “Con un ampio uso del carbonio
abbiamo ottenuto un ‘dimagrimento’ di circa cento chili.
Grazie anche all’allestimento sportivo di Capristo questa
458 Italia ora dispone di ben 630 cavalli”.
Un grosso lavoro dietro alla realizzazione di questo record, insomma, con un team di venti persone impegnato
su tutti i fronti, a partire dal trasporto della vettura con un
truck fino alla presenza di un mental coach e di un osteopata. Dall’evento nascerà anche un cortometraggio-documentario.
“Le riprese sono iniziate a Roma con la preparazione di
Barone, sono proseguite durante i primi sopralluoghi e si
sono concluse oggi con il taglio del traguardo”, spiega il
regista Sante Paolacci.
Per Barone si tratta del secondo docu-film: il primo lo
aveva già realizzato lo scorso anno, sulla sua impresa
“Sotto gli otto minuti” al circuito tedesco del Nurburgring,
sempre al volante di una Ferrari 458 Italia.
Fiammetta La Guidara
ALTA VELOCITÀ
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I pneumatici per le nostre auto
Noi utilizzatori di veicoli, consideriamo le
gomme come una qualunque parte meccanica dell’auto, e non andiamo a informarci come facciamo sulle prestazioni,
sulla bellezza della carrozzeria o la comodità di guida. Quando, poi, abbiamo
la necessità di sostituire i pneumatici ormai logori dall’usura ci dobbiamo affidare all’esperienza di un bravo gommista,
senza avere cognizione di quale sia la
migliore gomma per la nostra vettura. Generalmente gli operatori del settore, sanno consigliarci il pneumatico giusto per il
nostro veicolo.
Noi del giornale Alta-Velocità siamo andati a chiedere alcuni consigli a Angelo Merigo dell’Officina Merigo di Latina Scalo.
Vedo che nella tua officina hai principalmente gomme della Bridgestone ma anche di altre marche, è
per una questione di costi oppure
ogni vettura predilige un tipo di
pneumatici?
No, non è una questione di costi. I pneumatici Bridgestone sono tra i migliori al
mondo, questo grazie alle nuove tecnologie. Questi pneumatici fanno sì che facciano sentire a chi li monta, un senso di
sicurezza, di confort, di stabilità, durata
e rispetto dell’ambiente. Tutto questo ci
viene confermato dai nostri clienti, i quali
ci danno soddisfazione e ci spronano a
credere in un’azienda di livello mondiale
come la Bridgestone.
Ogni quanti chilometri è consigliabile controllare la pressione?
Il controllo della pressione dei pneumatici, è consigliabile una verifica almeno una
volta al mese oppure ogni 5000km.
Quale gomma è più indicata per le
vetture, normale o a bassa pressio- Un pneumatico estivo può essere montato con indici
di velocità e carico superiore rispetto a quello riporne?
tato sulla carta di circolazione ma mai inferiore, per
Generalmente sono le case automobiliquanto riguarda un pneumatico invernale lo si può
stiche che decidono di montare gomme
montare con indice di velocità inferiore o superiora
normali o a bassa pressione, secondo il
quello riportato sulla carta di circolazione, mentre
modello.
l’indice di carico deve rimanere quello riportato sul
Gli indici di carico e di velocità ven- libretto di circolazione o superiore.
gono imposti dai costruttori?
Si, sulla carta di circolazione dell’autoveicolo o del motociclo sono riportate le
misure dei pneumatici con i rispettivi indici di carico (espressi in cifre)e velocità
(espressi in lettere) ai quali bisogna fare
sempre riferimento, per evitare sia sanzioni da parte delle forze dell’ordine, sia per
evitare altre spiacevoli situazioni come,
per esempio, l’esito negativo di una revisione periodica del veicolo o motociclo,
ricordiamo comunque che un pneumatico
La pressione delle gomme varia tra
l’estate e l’inverno?
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ALTA VELOCITÀ
Ogni quanti km è consigliabile sostituire i
pneumatici?
Si consiglia di sostituire i pneumatici tra i 40.000 e i
50.000 km e di fare la regolare manutenzione, ossia:
controllo della pressione, inversione delle gomme, riequilibratura e quando serve il controllo dell’assetto.
Noi ringraziamo per le informazioni, sperando che
possano essere utili anche ad altri automobilisti, Angelo Merigo del Centro Revisioni e gommista di Latina Scalo.
Claudio D’Andrea
Lykan Hypersport in dotazione alla
Polizia di Abu Dhabi
La Polizia di Abu Dhabi accoglie nel proprio parco mezzi l’ennesima fuoriserie.
Stavolta ad indossare la divisa è la Lykan Hypersport
La Lykan Hypersport entra nel parco
mezzi della Polizia di Abu Dhabi, portando in dotazione agli agenti tutte le
sue qualità di sportiva estrema che ne
fanno uno dei modelli più desiderati da
parte di appassionati e collezionisti. La vettura si segnala per essere la prima supercar araba della storia, essendo prodotta dal costruttore libanese W
Motors, ma al suo interno c’è anche il
talento italiano di Alfredo Stola di Studiotorino, che si è occupato dello stile
e della progettazione. Nella versione riservata al corpo di polizia di Abu Dhabi, la Lykan Hypersport
presenta una livrea specifica con i colori d’ordinanza, mantenendo tuttavia invariate le caratteristiche tecniche che
prevedono la presenza di un motore 6
cilindri Boxer di origine Porsche capace di erogare una potenza di 750 cavalli e una coppia di 980 Nm, mentre le
prestazioni consistono in una velocità
massima di 395 km/h e in un’accelerazione fino a 100 km/h con partenza da
fermo coperta in 3 secondi. Quella che dalle nostre parti è una
notizia curiosa, nei paesi arabi si avvia ad essere sempre più la normalità.
La Polizia di Abu Dhabi, infatti, non è
nuova ad accogliere nel proprio parco
mezzi delle vetture che nel resto del mondo sono appannaggio di sportivi, grossi imprenditori e, più in generale, di gente con elevata disponibilità di spesa. Si tratta a tutti gli effetti di un contesto in cui la nuova supercar “di servizio” non rappresenta certo l’eccezione, ma si inserisce anzi a pieno titolo nel solco di una consuetudine ormai consolidata con il suo prezzo di quasi 3 milioni di euro, una somma giustificata dalle sue caratteristiche e dalla sua esclusività che la vede realizzata in tiratura
limitata ad appena sette esemplari.
Giuseppe Cutrone
Max Biaggi torna in sella
Sarà presente in due tappe al mondiale Superbike in qualità di wild card
A distanza di due anni dal suo addio
alle corse, Max Biaggi torna in pista
in sella nel Mondiale SuperBike.
A rivelarlo è la Gazzetta dello Sport: il
quattro volte iridato del Motomondiale e due volte della Superbike, nonché collaudatore per Aprilia, salirà in
sella alla sua RSV4 come come wild
card in due round del mondiale.
La prima tappa sarà il prossimo 21
giugno a Sepang, mentre il 2 agosto
per il Gp di Malesia ci sarà la seconda tappa.
Durante il weekend di Portimao, dovrebbe esserci l’annuncio ufficiale. Il
team che seguirà Biaggi sarà lo stes-
so con cui egli lavora nei test coordinato da
Paolo Blasio.
Giovanni Mercadante
ALTA VELOCITÀ
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DS23 Pallas: un restauro per
festeggiare 60 anni di storia
Il restauro di una DS Pallas del 1974 è l’occasione per festeggiare 60 anni di storia
da parte di DS
DS festeggia i primi 60 anni di storia
e per l’occasione ha deciso di sottolineare l’evento realizzando un restauro di un modello emblematico, una
DS23 Pallas del 1974 che di recente
è stata protagonista alla DS Week di
Parigi in mezzo a numerosi appassionati del marchio e ad alcuni giornalisti del settore. La storia di DS parte il 16 ottobre
1955 con la presentazione al Salone di Parigi della DS19, una vettura
figlia di un progetto risalente a 17
anni prima ma bloccato per diverso
tempo dal conflitto mondiale. Il modello racchiudeva in sé tutti i canoni tipici dell’automobile francese, ma
aveva anche un tocco italiano, grazie
al contributo di quel Flaminio Bertoni dalla cui matita nascevano le linee
eleganti che all’epoca vennero definite “rivoluzionarie”. Dal successo della DS19, venduta in
12.000 esemplari nel giorno stesso
della presentazione, il percorso delle
vetture DS è stato via via costellato
da modelli rimasti nella storia e da
innovazioni altrettanto importanti. In
questo contesto si inserisce la Prestige, che sul finire degli anni ‘50 poteva contare niente meno che su accessori come l’autoradio, l’interfono e
perfino il telefono: veri e propri lussi
futuristici per quegli anni. La passione per l’innovazione e per la
qualità si sono succedute negli anni
successivi, ma un passaggio molto
importante per la storia recente si è
avuto allo scorso Salone di Ginevra,
dove DS Automobiles ha debuttato
come marchio a sé stante portando
nel suo stand una DS21 Pallas “anno
modello 2015”. Per quanto riguarda invece la DS23
Pallas del 1974, la casa francese ha
spiegato che la vettura è stata completamente smontata per consentire
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ALTA VELOCITÀ
ai tecnici di risanare il telaio, senza trascurare la sostituzione di tutte le parti usurate del potente motore
2.3 in dotazione. Scatola guida e sospensioni sono state aggiornate,
mentre la pedaliera dei freni e la pompa ad alta pressione originali si presentavano in ottime condizioni,
per cui sono stata mantenute sulla DS23 Pallas restaurata che, tra le altre cose, è stata verniciata con lo
stesso colore grigio madreperla (Gris Nacré) usato in
fabbrica nel 1974.
Una volta completata, la vettura è stata restituita a
Citroën Italia lo scorso 30 aprile per iniziare la fase
di rodaggio e messa a punto che durerà circa 2.000
chilometri.
Giuseppe Cutrone
Lamborghini: Stoner
prova la Huracan
Il pilota australiano ha fatto visita alla sede di Sant’Agata Bolognese
Di solito siamo abituati a vederlo in tuta di pelle e con il ginocchio a terra, in sella ad una
moto da corsa; stiamo parlando di Casey Stoner, il 2 volte campione del mondo di Moto
GP, che ha lasciato la sua Honda nella mani
di Marc Marquez.
Ovviamente, un appassionato della guida
non può non amare anche le belle auto, soprattutto se sono veloci, come le Lamborghini, per cui il campione australiano si è recato a Sant’Agata Bolognese per far visita alla
Lamborghini. Dove ha incontrato il presidente
e AD del Toro, Stephan Winkelmann e il Direttore Ricerca e Sviluppo, Maurizio Reggiani.
“Per me è stato un giorno incredibile, è qualcosa che desideravo fare fin da quando ero
bambino: avere l’opportunità di guidare una
di queste vetture e vedere come sono costruite. In passato ho conosciuto da vicino alcune
aziende italiane e ho visto quanto impegno
e quanta passione mettono in ciò che fanno,
dal design alla produzione. Vedere in prima
persona ciò che significa produrre queste vetture è andato ben oltre le mie aspettative. Mi
ha dato un nuova prospettiva da cui guardare
Lamborghini e al valore contenuto in questo
marchio”. Al termine della visita, Stoner è andato via
con una Lamborghini Huracan rosso fiammante che terrà in prova per qualche giorno.
Valerio Verdone
Toyota Mirai: a Genova
La vettura a idrogeno Toyota arriva in Italia e sarà esposta in Piazza De Ferrari a Genova
La Toyota ha scelto Genova, per la precisione la cornice di Piazza De Ferrari, per far debuttare la Mirai in Italia,
che rimarrà nella città ligure fino al 7 giugno. Si tratta di una vettura che guarda al futuro, visto che è alimentata
ad idrogeno ed è equipaggiata con celle a combustibile.
Già in vendita in Giappone, da dicembre 2014, arriverà in Europa a partire da settembre 2015, in quei paesi dotati
di una rete strutturata di rifornimento dell’Idrogeno, vale a dire la Danimarca, la Germania e la Gran Bretagna.
Sfruttando il Toyota Fuel Cell System (TFCS), ovvero un sistema che utilizza le celle a combustibile e la tecnologia
ibrida. La Mirai è decisamente più efficiente rispetto ai tradizionali motori a combustione interna e non produce
CO2 né agenti inquinanti, ma solo vapore acqueo. Curatissima la sicurezza, grazie al sistema Pre-Crash (dotato
di radar a onde millimetriche) che aiuta a ridurre il rischio di incidenti e a minimizzare i danni; il Lane Departure
Alert, che avverte il guidatore in caso di uscita dalla propria corsia; il Drive-start Control, che impedisce le partenze repentine e le accelerazioni improvvise durante l’utilizzo del cambio ed il Blind Spot Monitor, che svela la
presenza di altri veicoli nella zona cieca dei retrovisori esterni.
Insomma, il futuro è in mostra a Genova e chiunque abbia curiosità in merito, potrà scoprire la nuova frontiera
della mobilità griffata Toyota.
Valerio Verdone
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Proteggi quello che conta
Hai controllato il tuo olio?
Con la sua vasta gamma molto amplia e completa TEXACO Havoline rappresenta uno dei brand americani TOP LEVEL con olii
di ultima generazione a elevatissime prestazioni, sia per i motori
benzina, sia per i motori diesel - anche con DPF ( filtro antiparticolato ) - che richiedono quindi lubrificanti a basse ceneri (low
saps).
La specifica API ( American Petroleum Institute ) vi garantisce
il massimo livello di qualità, SN/CF, anche nelle gradazioni più
comuni come per esempio per il 10w40.
TEXACO Havoline, è approvato dai maggiori costruttori di case
automobilistiche.
Con il suo reparto corse, attivo in tutto il mondo, TEXACO Havoline, rappresenta oggi una delle aziende che più investono sugli
studi e la formazione di olii di altissimo livello, proprio grazie all’analisi svolta prima durante e dopo ogni gara automobilistica, in
termini di densità, viscosità, punti minimi e massimi di temperatura di resistenza, alcalinità dell’olio (TBN) e ceneri di solfato. Ogni
anno vengono effettuati migliaia di test provenienti dalle gare tenute nelle condizioni più estreme come per esempio Indianapolis
negli Stati Uniti d’America, con alla guida piloti come Juan Pablo
Montoya.
Oppure come nel GP SMAK di Russia con alla guida Vladimir
Udalenkov.
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ALTA VELOCITÀ
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Texaco (Texas Company) è una società petrolifera americana.
Texaco (Texas Company) è una società petrolifera
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