Il presente della cogenerazione

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Il presente della cogenerazione
Impianti
PRODOTTI&SISTEMI
Confidustria punta anche sulla cogenerazione e microcogenerazione
applicata, infatti in collaborazione con AIMB - Associazione Industriali
Monza e Brianza e Energy-Lab di Monza, ha realizzato “Guida alla
micro-cogenerazione: efficienza energetica e benefici ambientali con
la produzione elettrica distribuita” da cui sono tratti gli spunti che
riportiamo in questo articolo di approfondimento sul tema.
IL PRESENTE
DELLA
COGENERAZIONE
62
di Anna Tea Sangalli
▲
PROGETTO ENERGIA/78 aprile 2013
A destra e nell’altra
pagina: nuova applicazione nel condominio
“Il Campo” a Ferrara,
dove una unità da
15kW elettrici e 30
kW termici gestisce la
produzione centralizzata di acqua calda sanitaria ed acqua tecnica
per il riscaldamento
sotto pavimento di 19
appartamenti
(fonte: Tecnocasa
Climatizzazione)
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La cogenerazione è una tecnologia ormai consolidata, in grado di realizzare la produzione
combinata, in un unico processo e direttamente
presso il sito dell’utente, di energia elettrica e
calore (ed eventualmente anche freddo, nel qual
caso si parla più correttamente di trigenerazione) per usi sia industriali che civili. È ormai certo, quindi, che la la microcogenerazione è una
di quelle tecnologie che possono dare la scossa all’economia italiana, aiutando le imprese a
competere nel mercato globale e valorizzando
allo stesso tempo ricerca, innovazione ed efficienza energetica., applicata al residenziale.
La Direttiva
È di recente emanazione la Direttiva
2012/27/UE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, che modifica le direttive
2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le
direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE, pubblicata in Gazzetta il 14/11/2012, oltre a
spingere sulla riqualificazione energetica
attraverso Energy Auditor qualificati, all’articolo 12 cita: “Al fine di cogliere tutte le
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potenzialità di risparmio energetico esistenti, è necessario adottare un approccio
integrato che includa i risparmi nell’approvvigionamento energetico e i settori d’uso
finale. Nel contempo è opportuno rafforzare
le disposizioni della direttiva 2004/8/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11
febbraio 2004, sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore
utile nel mercato interno dell’energia e della
direttiva 2006/32/CE”.
All’articolo 35 si parla di cogenerazione
ad alto rendimento, teleriscaldamento e
teleraffreddamento come tecnologie che
presentano significative possibilità di
risparmio di energia primaria che sono largamente inutilizzate nell’Unione. Si ritiene
opportuno che gli Stati membri effettuino
una valutazione globale del potenziale della cogenerazione ad alto rendimento e del
teleriscaldamento e teleraffreddamento.
Tali valutazioni dovrebbero essere aggiornate, su richiesta della Commissione, per
fornire agli investitori informazioni relative
ai piani nazionali di sviluppo e contribuire a
creare un contesto stabile e favorevole agli
investimenti.
Per aumentare la trasparenza affinché i
clienti finali siano in grado di scegliere
fra l’energia elettrica da cogenerazione e
l’energia elettrica prodotta con altre tecniche, sarà necessario garantire l’origine della cogenerazione ad alto rendimento sulla
base di valori di riferimento armonizzati in
materia di rendimento. I regimi di garanzia
di origine non implicano di per sé il diritto
di beneficiare di meccanismi di sostegno
nazionali.
È importante che la garanzia di origine
possa coprire tutte le forme di energia
elettrica prodotta mediante cogenerazione
ad alto rendimento. Le garanzie di origine dovrebbero essere distinte da certificati scambiabili (articolo 39). L’articolo 37
auspica che gli Stati membri incoraggino
l’introduzione di misure e procedure volte
a promuovere gli impianti di cogenerazione
con una potenza termica nominale totale
inferiore a 20 MW per promuovere la produzione distribuita di energia, anche per-
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significa minimizzare lo spreco di energia
pregiata contenuta nel combustibile).
Schema tratto da
Confiindustria “Guida
alla micro-cogenerazione: efficienza
energetica e benefici
ambientali con la
produzione elettrica
distribuita”.
Un esempio pratico
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ché la struttura specifica dei settori della
cogenerazione e del teleriscaldamento e
teleraffreddamento, comprendono molti
produttori di piccole e medie dimensioni,
ed è quindi necessario in sede di revisione
delle procedure amministrative per ottenere l’autorizzazione a sviluppare capacità di
cogenerazione o reti associate, in applicazione del principio «innanzitutto pensare
piccolo» («Think Small First»).
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La tecnologia
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La cogenerazione consiste in una produzione interconnessa “in cascata” di elettricità e di calore/freddo per usi di processo
o condizionamento ambientale, partendo
dalla medesima energia chimica contenuta
nel combustibile utilizzato (di solito gas
naturale). Dal suo utilizzo ne consegue un
uso più efficiente e con meno sprechi della
medesima risorsa combustibile, in prospettiva sempre più scarsa in natura e a costi
crescenti nel tempo.
Un impianto convenzionale che produce energia elettrica ha un rendimento del
motore primo che trascina l’alternatore pari
a circa il 35-40% dell’energia del combustibile utilizzato, mentre il restante 60-65%
viene disperso nell’ambiente sotto forma di
calore, tenendo conto di tutte le dissipazioni e dispersioni presenti in tale processo, dalla generazione sino alla distribuzione a mezzo elettrodotto all’utente finale.
Con un impianto di cogenerazione, invece,
il calore prodotto dalla combustione nel
motore primo non viene disperso nell’ambiente, bensì recuperato per altri utilizzi e
tipicamente soddisfa le esigenze termiche
delle utenze collegate all’impianto stesso
(vapore, olio diatermico, acqua calda).
In questo modo la cogenerazione permette
di raggiungere il massimo utilizzo del combustibile, con recupero di un rendimento
complessivo superiore all’80÷85% (il che
Per esempio per il soddisfacimento di un
consumo di 1.000 kW elettrici e termici
da parte di un ipotetico utente industriale, ipotizzando un rendimento del sistema
elettrico complessivo del 40% e della caldaia generatrice dell’80%, il soddisfacimento dell’esigenza energetica dell’utente finale di 1.000 kW elettrici + 1.000 kW termici
comporta un utilizzo di energia primaria
sotto forma di combustibile pari a 3.750
kW.
Come si nota, l’utilizzo della cogenerazione, che tipicamente prevede un rendimento
del motore elettrico del 40% per un recupero termico di pari efficienza, permette
una produzione degli stessi 1.000 kW elettrici e termici presso l’utente finale con un
consumo di energia primaria sotto forma di
combustibile pari a soli 2.500 kW, garantendo un cospicuo risparmio di quest’ultimo, circa il 33% di quanto richiesto nel
caso precedente.
Pur avendo esemplificato in questi due
esempi schematici il concetto tecnico alla
base della cogenerazione, appare evidente
come essa comporti un più razionale utilizzo del combustibile primario attraverso
il recupero efficiente di un contenuto termico dei fumi di scarico del motore primo
che, viceversa, va del tutto disperso nel
caso di una produzione elettrica e termica
separata.
Vantaggi economici
e operativi
Con la cogenerazione si sfrutta meglio
l’energia contenuta nel combustibile,
ovvero a parità di energia utile prodotta,
si consuma meno combustibile. Inoltre la
cogenerazione consente la riduzione dei
costi di gestione degli impianti di produzione dell’energia, limitando le perdite di
impianto, e soprattutto, permette di avere
costi di produzione altamente competitivi, a partire dalle fasce orarie tariffarie a
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Microcogenerazione affidabile e consolidata
Abbiamo intervistato l’Ing. Jacopo Criscuolo, MCHP Technology Manager di Tecnocasa Climatizzazione.
Edifici a energia quasi zero dal 2021 (dal 2016 in Lombardia), tecnologie mature, ma incentivi altalenanti e regole
e
poco chiare: come vede il futuro della cogenerazione?
Nello scenario energetico attuale, la microcogenerazione è una tecnologia matura, affidabile e consolidata che consente
e
una riduzione del fabbisogno di energia primaria di un edificio. Pur essendo il quadro normativo ancora complesso, le
e
installazioni di cogeneratori di piccola taglia (sotto ai 20 kW elettrici) si stanno moltiplicando. Alcune regioni, come l’Emi-lia Romagna, sono più virtuose e consentono di rendere simili i benefici prodotti da un teleriscaldamento (che di solito è
realizzato con cogeneratori di grossa taglia) a quelli di un microcogeneratore direttamente installato presso l’utenza. Unaa
maggiore incentivazione, sotto forma di semplificazione normativa e agevolazioni fiscali, sarebbe auspicabile per garantire
e
una maggiore diffusione su tutto il territorio.
Può essere una tecnologia da proporre anche nella valorizzazione dell’esistente?
Sicuramente la micro cogenerazione è una delle tecnologie più adatte nel percorso di aumento di efficienza di impiantii
esistenti. Non dobbiamo dimenticare che il parco edifici italiano è pieno di costruzioni da riqualificare. Tutta l’edilizia residenziale
degli anni 50, 60 e 70 del secolo scorso è potenzialmente adatta ad essere asservita da impianti di micro cogenerazione centralizzati.
La flessibilità dei prodotti consente infatti di riutilizzare gli elementi radianti esistenti e di ridurre al minimo gli interventi invasivi negli
appartamenti. È ovvio che la sola sostituzione del generatore di calore con un microcogeneratore, pur migliorando le cose, non riduce
l’energia persa dall’edificio. Sarebbe pertanto opportuno combinare questa sostituzione con il miglioramento della struttura, sostituendo
le finestre ed installando i cappotti isolanti, di fatto così riqualificando sia il processo di trasformazione dell’energia che le performance
dell’edificio stesso.
MCHP E XRGI
La gamma presentata dalla nostra azienda si articola su un range di potenze compreso tra 6 kW e 20 kW elettrici. I
più piccoli sono adatti sia ad esigenze di unità abitativa singola (villa con piscina) che di piccoli condomini (da 6 a
15 appartamenti di nuova costruzione). I più grandi invece, avendo la possibilità di portare l’acqua fino ad 85°C, sono
adatti a rifacimenti di impianti esistenti, piccoli alberghi, centri sportivi e condomini di dimensioni maggiori (da 15
a 40 appartamenti). Un esempio di nuova applicazione è il condominio “Il Campo” a Ferrara, dove una unità da 15kW
elettrici e 30 kW termici gestisce la produzione centralizzata di acqua calda sanitaria ed acqua tecnica per il riscaldamento sotto pavimento di 19 appartamenti di nuova realizzazione, con dimensione compresa tra 40 e 100 m2. In
appoggio al micro cogeneratore è installata una pompa di calore elettrica da 50 kW. Per quanto concerne i rifacimenti,
uno degli interventi che abbiamo realizzato è presso l’hotel “Le rose” di Rimini, ove tre unità da 6kW elettrici e 12 kW
termici, sono state installate in appoggio alla caldaia esistente, consentendone lo spegnimento nei periodi di bassa
stagione e realizzando il mantenimento invernale della struttura alberghiera.
maggior costo elettrico unitario.
Questa tecnologia consente maggiore
flessibilità operativa e riduzione del
rischio black-out, con in più garanzie della
qualità della fornitura che in taluni casi
(processi critici e/o continui) può diventare indispensabile.
Vantaggi ambientali
La riduzione dell’utilizzo percentuale di
combustibili fossili per esigenze di riscaldamento e la diminuzione dell’emissione
di CO2, responsabile primaria dell’effetto
serra, comporta una diminuzione dei costi
sociali dell’inquinamento e consente di
adempiere alle prescrizioni previste dal
Protocollo di Kyoto.
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La cogenerazione consente un utilizzo più
efficiente delle risorse energetiche tradizionali (petrolio, carbone, gas naturale),
riducendo gli sprechi, grazie anche alle
minori perdite di trasmissione e distribuzione elettrica conseguente alla localizzazione dell’impianto in diretta prossimità
dell’utenza.
Vantaggi finanziari
Con l’attuazione della Direttiva 2012/27/UE,
la cogenerazione beneficia di semplificazioni amministrative e di nuovi criteri in
base ai quali vengono rilasciati i titoli di
efficienza energetica. Come ulteriore vantaggio finanziario della cogenerazione,
si deve tener conto dell’opportunità di
realizzare un impianto con ridotti tempi
di rientro del capitale investito, anche
grazie alla normativa che consente una
defiscalizzazione del gas naturale usato
come combustibile per la cogenerazione.
Un impianto cogenerativo correttamente
dimensionato consente risparmi energetici dell’ordine del 20-30% e un pay-back
dell’investimento intorno ai 36-60 mesi.
Come valutare la scelta
Il punto di partenza per uno studio di
ottimizzazione energetica attraverso la
cogenerazione è comprendere che il limite principale di tale tecnologia riguarda
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soprattutto la corrispondenza tra produzione e domanda di energia elettrica e
termica; non serve a molto ottenere alti
rendimenti complessivi se poi non si può
razionalmente utilizzare tutta l’energia
prodotta. Le utenze civili e industriali
assorbono l’energia elettrica e termica
con leggi sostanzialmente indipendenti e,
considerando che l’elettricità non è praticamente accumulabile ed il calore lo è
solo per brevi periodi, la cogenerazione
è proponibile e conveniente quando le
domande di energia elettrica e termica
sono compatibili e usufruibili contemporaneamente nel tempo.
L’ottimizzazione energetica ed economica
della fornitura di energia attraverso l’impianto di cogenerazione è realizzabile:
• analizzando la logica di funzionamento del sistema energetico in
modo tale da proporre eventuali
modifiche volte a incrementare il
rendimento energetico dell’impianto;
• scegliendo la configurazione ottimale di funzionamento dei cogeneratori, ovvero comprendere quando dal
punto di vista economico ed energetico risulta conveniente produrre;
• ricercando nuovi fornitori di energia
e combustibile. Il mercato libero,
infatti, consente di perseguire notevoli risparmi attraverso la ricerca
della migliore offerta.
La convenienza tecnico-economica nella
gestione di un impianto di cogenerazione
è un problema complesso, a causa dell’elevato numero di variabili in gioco. Lo studio
di ottimizzazione di un impianto di cogenerazione richiede la conoscenza e la valutazione di molti parametri e grandezze che
spaziano da quelli tecnici e termodinamici
a quelli economici e tariffari.
A meno di situazioni particolarmente sfavorevoli, l’autoproduzione di elettricità,
accompagnata dall’utilizzo del calore prodotto, consente di ottenere apprezzabili
vantaggi. Vediamo ora quali sono i passi da
effettuare per lo studio di ottimizzazione
dell’impianto cogeneratore.
•
Quantificare i benefici
Da un punto di vista concettuale, le tappe
da percorrere per arrivare a una realistica
quantificazione dei benefici economici ed
energetici prodotti da un impianto di cogenerazione sono:
• Studio del sistema energetico
dell’utenza.
• Definizione dei consumi elettrici e
termici orari, specificando le temperature di esercizio richieste. È estremamente importante conoscere la
tipologia di calore da utilizzare: la
cogenerazione difficilmente produce calore superiore ai 200-250°C. La
funzione più classica della cogenera-
•
zione, quella che consente un maggiore recupero, è quella che privilegia
recuperi termici a bassa temperatura
(ciò è vero soprattutto per il motore
endotermico).
Valutazione oraria della effettiva
contemporaneità di utilizzo di energia elettrica e calore/freddo, a causa
della contemporaneità di produzione
delle due fonti. Poiché nella cogenerazione elettricità e calore sono
contemporaneamente prodotti e, dato
che il calore è difficilmente stoccabile, la cogenerazione è tanto più efficiente quanto più le esigenze elettriche e termiche dell’utente si presentano congiunte, nel medesimo istante
(diversamente, la cogenerazione non
potrebbe garantire i medesimi benefici economici ed energetici).
Valutazione della tecnologia di cogenerazione da adottare. Tale scelta è
direttamente correlata all’analisi del
rapporto elettricità-calore che si desidera ottenere. Generalmente è opportuno evitare una cogenerazione con
sovrapproduzione di calore rispetto
alle reali necessità aziendali. È anzi
opportuno dimensionare l’impianto
cogenerativo in base alla potenza
termica richiesta, al fine di evitare
lo spreco di calore. In funzione della
scelta termica, è poi possibile determinare l’output elettrico il quale può
essere insufficiente o esuberante a
coprire il fabbisogno. Di conseguenza, se insufficiente, è il parallelo con
la rete elet- trica che garantirà il fabbisogno dell’utenza, mentre se esuberante, vi sarà una cessione strutturale
di energia all’esterno che deve essere
attentamente valutata (le cessioni
elettriche nelle ore vuote notturne o
festive sono critiche, in quanto poco
valorizzate dal mercato).
Determinazione degli spazi di installazione dell’impianto. L’utente deve
essere disposto a privarsi di una quota parte delle proprie aree interne
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Cogenerazione per valorizzare l’esistente
Abbiamo intervistato Luca Invernizzi, Direttore Commerciale di Spark Energy.
Edifici a energia quasi zero dal 2021 (dal 2016 in Lombardia), tecnologie mature, ma incentivi altalenanti e
regole poco chiare: come vede il futuro della cogenerazione?
Già nel 1977 la FIAT ha brevettato il TOTEM, il primo microcogeneratore alimentato a gas metano, oggi dopo più di
30 anni ritorniamo a parlare di cogenerazione, efficienza energetica e di energia distribuita, forse all’ora i tempi non
erano maturi dal punto di vista tecnologico e normativo. Oggi dal punto di vista tecnologico l’introduzione dell’elettronica ha consentito agli impianti di generazione distribuita di incrementare incredibilmente l’efficienza e, soprattutto,
l’affidabilità; grazie alla spinta della Comunità Europea, ci troviamo a lavorare con un quadro normativo non chiaro,
non certo entusiasmante, ma quantomeno non ostile alla diffusione della cogenerazione. Direi che la strada che si sta
percorrendo porterà ad un incremento dell’utilizzo della cogenerazione sia in ambito industriale, che in ambito civile;
guardando al percorso intrapreso dalla Germania, che si è sempre dimostrata estremamente avanzata dal punto di vista
delle normative a favore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica, vediamo investimenti importanti nel eolico rima, nel fotovoltaico poco dopo, negli impianti a biogas poi per sbloccare l’incentivazione sulla micro-cogenerazione nel 2013 decretando un incremento sensibile dei cogeneratori e dei microcogeneratori; l’Italia sta seguendo lo stesso processo
abbiamo solo qualche anno di ritardo. Ormai è qualche tempo che ci si aspetta una modifica normativa che consenta la diffusione
delle macchine di cogenerazione alle realtà condominiali, a oggi escluse dai benefici della cogenerazione in quando la normativa
non consente al singolo condomino l’utilizzo dell’energia elettrica prodotta dall’impianto condominiale.
MICROSPARK, BLUESPARK E BIOSPARK
Vuole descrivere i prodotti/tecnologie della Vostra azienda specifici per la cogenerazione o microcogenerazione,
indicando possibilmente un’applicazione sul nuovo e una
sull’esistente?
Spark Energy ha la gamma di cogeneratori più ampia sul
mercato, dai micro-cogeneratori alimentati a gas fino alle
centrali di cogenerazione, l’offerta Spark Energy è suddivisa
in 3 gamme prodotti: microSpark macchine di cogenerazione alimetate a gas metano o GPL con potenze elettriche
comprese tra i 5 kWe e i 50 kWe; ideali per installazioni
residenziali, terziario e piccolo industriale; blueSpark
macchina di cogenerazione alimentate a gas naturale con
potenze elettriche comprese tra i 60 kWe e i 4.000 kWe,
ideali per impianti in grandi realtà residenziali, per applicazioni industriali e terziari; bioSpark: macchina di cogenerazione alimentate a biogas con potenze elettriche comprese
tra i 65 kWe e i 4.000 kWe, ideali per il mercato della zootecnica, dell’industria agrozootecnica ed agroalimentare e
per le discariche.
Due esempi interessanti, uno nell’area del gas metano e l’altro biogas.
L’impianto di trigenerazione della potenza di 600kWe installato presso il centro commerciale Continente di Mapello (BG), una macchina di
cogenerazione che alimenta con l’energia elettrica prodotta il centro commerciale e con l’energia termica ricavata dalla macchine produce il
calore necessario al riscaldamento dell’intera struttura e il condizionamento estivo tramite un assorbitore
L’impianto di cogenerazione dell’azienda agricola Lovesino (Cremona) da 100 kWe pienamente incentivabile con il nuovo regime e con un
livello di insonorizzazione al top del mercato. Si tratta di un bioSpark 100M adatto per aziende di piccole dimensioni con limitato spazio
disponibile. Il cogeneratore è equipaggiato con motore MAN dotato di sistema Spark TECS “Total Energy Control System” che consente massima efficienza e intervalli di manutenzione programmata molto lunghi.
Può essere una tecnologia da proporre anche nella valorizzazione dell’esistente?
La cogenerazione è sicuramente un ottima soluzione per valorizzare anche l’esistente, negli ultimi anni le macchine di cogenerazione hanno conosciuto una sviluppo sensibile nell’efficienza elettrica, rendendo l’investimento sempre più interessante e una riduzione delle dimensioni dell’impianto e delle rumorosità rendendo possibile l’installazione non solo in ambito industriale, ma anche in
ambiti residenziali. La flessibilità delle macchine Spark Energy consente di adattare il cogeneratore all’impianto esistente evitando
costosi interventi strutturali. Rispetto alle soluzioni tradizionali, ovvero acquisto dell’energia dalla rete e produzione di calore tramite caldaia, l’installazione di un cogeneratore può portare un vantaggio fino al 30% dei costi di acquisto dell’energia.
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per un periodo considerevole pari
alla vita utile dell’impianto (10-20
anni).
Definizione dell’ambiente e dei vincoli circostanti che condizionano la
gestione dell’impianto: condizioni di
fornitura dell’elettricità e dei combustibili (tensione elettrica, pressione/
portata gas metano, ecc.), connessioni con altri impianti, vincoli
normativi, ecc. La disponibilità del
combustibile necessario deve essere
attentamente valutata, soprattutto
per il gas naturale può non essere
possibile il potenziamento della rete
gas ai valori richiesti. Altro caso
tipico è l’insufficiente disponibilità
di pressione per una soluzione cogenerativa con turbogas (almeno 5 bar
richiesti). In questa circostanza è
necessario dotare l’impianto cogenerativo di un compressore che aumenta il costo e diminuisce l’efficienza.
•
Analisi dei vincoli ambientali sia sulle emissioni al camino che su quelle sonore, soprattutto per i motori
alternativi che generano vibrazioni
pulsanti a bassa frequenza fastidiose
per eventuali nuclei abitativi vicini e
che possono richiedere onerosi interventi di insonorizzazione.
La microcogenerazione
Il processo cogenerativo è particolarmente indicato e ha storicamente avuto
maggiore applicazione in processi energetici produttivi di grande taglia e ad alta
intensità energetico/termica (cartiere,
teleriscaldamento urbano, chimica di processo): in quegli ambiti l’economia di scala del grande impianto premia una scelta
che energeticamente ed economicamente
favorisce l’installazione quando esiste
grande contemporaneità elettrico-termica. Tuttavia, recentemente, un ambito
molto interessante di applicazione della
tecnologia è diventato anche quello della
microcogenerazione, ovvero un ambito di
potenze elettriche tra i 50 ed i 1.000 kW.
Inoltre lo sviluppo tecnologico ha portato
alla creazione di una nuova generazione di
unità microcogenerative particolarmente
compatte ed efficienti, la cui introduzione
nel processo produttivo aziendale risulta
essere poco invasiva e premiante, soprattutto laddove sia necessaria una produzione di calore a bassa temperatura.
Di particolare rilevanza è lo sviluppo di
tale tecnologia nel campo delle utenze
civili. Infatti, se si considera l’applicazione della microcogenerazione nell’ambito
domestico, si può pensare di sostituire
le caldaie a gas naturale con sistemi che
abbiano le stesse caratteristiche di sicurezza e semplicità d’uso e d’installazione,
ma che abbiano la caratteristica di realizzare la coproduzione di elettricità e calore
in modo “intelligente”, vale a dire recuperando sempre integralmente il calore e
concentrando la produzione elettrica nelle
ore in cui il prezzo è più elevato.
A titolo di esempio, è da segnalare la
disponibilità sul mercato di un cogeneratore domestico di bassissimo impatto sonoro e ambientale, della potenza
elettrica di 1,2 kW e 8 kW termici, perfettamente integrabile in una cucina
domestica, come si può notare nella foto
a fianco. Per quanto riguarda la microcogenerazione in ambito industriale, essa è
già disponibile ed applicabile grazie alla
standardizzazione delle taglie di potenza,
con modelli estremamente affidabili e di
limitato ingombro da tempo disponibili
sul mercato.
Le applicazioni tipiche prevedono soprattutto utenze elettriche che richiedono una
contemporanea produzione di acqua calda
a uso riscaldamento ambientale o ancor
meglio produttivo. L’ambito può essere
quanto mai vario, dall’utilizzo di acqua
calda per processi di decapaggio a finalità di riscaldo o pre-riscaldo prodotto/
macchinario nell’industria alimentare e/o
chimica. ◆
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