(continua) Vecchie di secoli, ma ancora efficaci

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(continua) Vecchie di secoli, ma ancora efficaci
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in alute
COME REGOLARSI
PER L’ASSENZA DAL LAVORO
Attualmente il lavoratore deve
utilizzare il periodo delle ferie
per sottoporsi alle cure termali. L’assenza per il ciclo di
cure può essere però considerata assenza per malattia,
con il limite massimo di 15
giorni l’anno, se il medico dichiara che le cure stesse devono essere praticate con urgenza. Per aver diritto al congedo per malattia il lavoratore
deve essere affetto da una
delle patologie previste, procurarsi la prescrizione motivata dello specialista ASL o
INAIL, iniziare la cura entro 30
vascolari periferiche, delle nevralgie.
Le acque solfate sono ricche di ioni
solfati, efficaci per i problemi di stomaco, fegato e reni, per le coliti e
per la stitichezza.
Le acque sulfuree, ad alto contenuto
di idrogeno solforato, stimolano le
funzioni del fegato e il rilascio della
bile, quindi risultano efficaci nelle
epatiti e colecistiti croniche, nei calcoli biliari e negli esiti di colecistectomia (asportazione della colecisti).
Inoltre, per il loro contenuto di anidride carbonica a bassa concentrazione, stimolano i centri respiratori.
Le acque salsobromoiodiche facilitano l’attività delle ghiandole endocrine ed esercitano un effetto terapeutico nelle patologie delle vie aeree
superiori e inferiori.
I fanghi termali sono di quattro tipi:
sulfurei, radioattivi, salsobromoiodici, marini. La loro principale caratteristica è quella di cedere lentamente
calore alla zona in cui vengono applicati senza provocare disagio termico.
Risultano particolarmente efficaci
nelle malattie dermatologiche, in
quelle artrosiche e reumatiche, nella
CHI HA DIRITTO
AL RIMBORSO
DELLE CURE TERMALI
Il SSN rimborsa le spese sostenute per il ciclo di cure termali a tutti i cittadini che presentano una delle patologie
comprese nell’elenco del Ministero della Salute, purché
abbiano ottenuto l’autorizzazione della ASL di residenza.
giorni dalla prescrizione. Devono inoltre trascorrere almeno 15 giorni tra la fine delle
cure e l’inizio del successivo
periodo di ferie. L’autorizzazione rilasciata dalla ASL in
base alla visita specialistica
deve essere inviata all’Ufficio
del Personale entro 2 giorni,
insieme all’apposito modulo di
gotta e in alcune forme ginecologiche.
I trattamenti termali vengono attuati
con modalità diverse, a seconda del
tipo di patologia da trattare.
L’idropinoterapia consiste nel bere
acqua termale la mattina a digiuno
e/o durante i pasti, oppure a piccoli
sorsi nel corso dell’intera giornata.
Per la balneoterapia ci si immerge
in acque caratterizzate da particolari
composizioni chimiche (basso, medio o alto contenuto di sali minerali)
e da una determinata temperatura.
La fangoterapia si attua applicando
sulla pelle i fanghi termali ad una
temperatura di 40° o più e successivamente immergendosi in un bagno
termale di cui si respirano i vapori.
A completamento, ci si sdraia a letto
ben coperti per favorire la sudorazione.
La terapia inalatoria comprende le
nebulizzazioni, l’aerosol, gli humages (inalazione di gas emanati da acque sulfuree o radioattive), le insufflazioni di gas termali nelle orecchie
o nel naso.
Le irrigazioni (rettali, vaginali, nasali) vengono praticate con apparecchi per enteroclisma o con metodo
Anche per queste patologie è
comunque previsto per ogni
ciclo annuale di cure il pagamento di un ticket, dal quale
sono esonerati solo gli invalidi
al 100%, i non vedenti e i grandi invalidi.
I bambini di età inferiore ai 6
anni, gli adulti sopra i 65 anni
(se il reddito familiare non supera i 36.152 Euro), gli ultrasessantenni titolari di pensio-
richiesta (reperibile su diversi
siti internet). Alla ripresa del
servizio, si deve trasmettere
allo stesso Ufficio la dichiarazione di effettuazione e durata
delle cure rilasciata dallo stabilimento termale. L’azienda
ha comunque il diritto di inviare il dipendente presso un
Istituto di Medicina del Lavoro
QUANDO BISOGNA
EVITARE LE TERME
Così come esistono indicazioni
elettive per le cure termali, esistono anche controindicazioni assolute o parziali. Le prime consistono in:
• malattie in fase acuta
• tumori ed emopatie maligne
• tubercolosi e malattie infettive
contagiose
• insufficienza cardiaca, epatica
e renale
• gravi malattie mentali
• malattie cutanee ripugnanti
Le controindicazioni parziali (che
cioè richiedono particolari attenzioni) o temporanee sono invece
rappresentate da:
• varici venose
• ulcera gastroduodenale in fase
attiva
• ipertensione arteriosa
• osteoporosi
• diabete mellito
• ipertiroidismo conclamato
• gravidanza e allattamento
ne minima, i titolari di pensione sociale e i disoccupati pagano una quota fissa di 3,10
Euro.
Chi non possiede i requisiti
per l’esenzione paga una quota fissa di 50 Euro.
Il rimborso del costo delle cure è però subordinato al fatto
che esse vengano erogate
presso uno degli stabilimenti
accreditati dallo Stato.
per accertare l’effettiva esistenza della patologia dichiarata. Se manca qualcuno dei
requisiti previsti per richiedere assenza per malattia, si
può chiedere una breve
aspettativa per motivi personali, documentando poi, anche in questo caso, l’effettiva
attuazione delle cure.
“goccia a goccia”, nel corso di 20-30
minuti.
Le cure termali si praticano a cicli di
15 giorni circa, durante i quali sono
previste 12 sedute di trattamento (24
nel caso di malattie respiratorie). In
un certo numero di soggetti può verificarsi, al termine della prima settimana di cura, la cosiddetta “crisi termale”, con cefalea, febbre, dolori articolari, spossatezza, ansia, insonnia.
Mentre un tempo si riteneva che
questi sintomi dimostrassero l’efficacia della cura, attualmente vengono
considerati come indizio di una modificazione troppo rapida o intensa
degli elettroliti e/o di una riattivazione di processi infiammatori latenti.
Per evitare questi rischi, in molti stabilimenti viene programmato un
giorno di riposo ogni 4 giorni di cura. Le oltre 400 località termali distribuite sul territorio italiano rappresentano un patrimonio naturale
che merita di essere valorizzato e
utilizzato al meglio, come già accade
in altri Paesi europei dove le terme
sono un “fiore all’occhiello” sia del
turismo che della sanità.
Andrea Agazzini
Per gli assistiti INPS che non
siano anche titolari di un qualche tipo di pensione è previsto
anche il rimborso delle spese
di soggiorno, a condizione che
siano assicurati da 5 anni e
con almeno 3 anni di contributi nel quinquennio che precede la domanda.
L’INPS ha però la facoltà, e
non l’obbligo, di concedere i
trattamenti termali. La doman-
da deve essere presentata entro il 31 Ottobre di ogni anno,
insieme al certificato del medico di fiducia in cui dev’essere indicato anche lo stabilimento prescelto.
L’elenco delle patologie previste dall’INPS è molto più restrittivo rispetto a quello del
Ministero, perché comprende
solo le patologie bronco-catarrali e le reumoartropatie.
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