Segni di carta - Officine Fabriano
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Segni di carta - Officine Fabriano
Segni di carta SEMINARIO PROMOSSO E ORGANIZZATO DA OFFICINE FABRIANO, IN COLLABORAZIONE CON IL DIPARTIMENTO EDUCATIVO MAMBO E EDIZIONI CORRAINI. MAMBO- MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA, 6 MARZO 2012. Dall’incontro con le opere della Collezione del MAMbo è nato un laboratorio dove la carta è protagonista. Tre diverse attività hanno permesso ai partecipanti di sperimentare nuove pratiche e di familiarizzare con i linguaggi del contemporaneo. Come sempre, i percorsi si fondano su una metodologia che concepisce l’educazione all’arte come uno stimolo allo sviluppo della sensibilità, alla comprensione della propria identità, alla storia e alla realtà che ci circonda. L’arte diventa quindi uno strumento necessario ai processi educativi e le opere vengono assunte non solo come testo da conoscere ma anche come pretesto per sviluppare il senso critico e l'apertura verso la cultura. 1 LE SUPERFICI SI COMPLICANO: Dall’incontro con l’opera di Enrico Castellani, nasce una riflessione sullo spazio e sulla sua rappresentazione/presentazione. I quadri di Castellani non rappresentano più la realtà attraverso canoni o artifici prospettici, ma manifestano una spazialità concreta, tangibili alternanze di luce e ombra. Le sue opere sono superfici pittoriche nelle quali la tela dipinta in modo monocromo è soggetta a minime introflessioni ed estroflessioni grazie ad una serie di chiodi posti sul telaio sottostante. La luce diviene così elemento fondamentale nel rivelare tensioni, pause e ritmi di un rigoroso intreccio geometrico. L’artista modula la superficie del quadro e disegna forme mediante intervalli di rientranze o sporgenze della tela. Nell’alternanza di pieni e vuoti, il punto è l’entità elementare, indefinitamente ripetibile, generatore di un continuo ritmico e armonico che libera l’opera dai limiti della fissità. La ricerca artistica di Enrico Castellani promuove la sperimentazione tesa al superamento dei limiti del quadro tradizionalmente inteso. In laboratorio, la carta si trasforma e diventa tridimensionale. Introflessioni e estroflessioni disegnano forme nell’alternanza di pieni e di vuoti. 2 TRACCE DI OGGETTI QUOTIDIANI: Dalla visione dell’opera di Tony Cragg, l’oggetto quotidiano viene rivisto con occhi nuovi e riconsiderato per le sue caratteristiche tattili e per le potenzialità evocative. Tony Cragg non elabora i materiali, bensì li cataloga e li allestisce. Per la realizzazione delle sue opere, ricorre a oggetti di recupero o rifiuti abbandonati dalla società industriale e consumistica di oggi, che una volta privati della loro funzione, vengono ricomposti per terra o sui muri in figure geometriche o in immagini molto semplici e quotidiane. Nel suo studio, simile a una piccola fabbrica, l’artista sceglie, raccoglie e riordina i materiali a seconda delle singole specificità e caratteristiche; procede in modo scientifico, accatasta, allinea, studia le infinite possibilità di aggregazione e di contrasto che gli oggetti più disparati possiedono, dipinge, incastra con la massima cura. Scarti industriali, rottami di plastica, materiale trovato sulle spiagge, utensili: tutto viene rigenerato e trasfigurato, creando immagini e sculture che ci parlano di ciò che l’uomo produce e anche di ciò che getta dopo aver consumato, fornendoci indicazioni sulla natura, sulla realtà e sulla nostra esistenza. In laboratorio, la carta cattura l’impronta degli oggetti. Dalla tridimensionalità alla texture, per creare inedite composizioni nello spazio del foglio. 3 EMOZIONI SU CARTA: Dedicata alla mostra temporanea di Marco Gastini quest'ultima sezione vuole riconsiderare il valore espressivo dei segni e delle macchie su carta che caratterizzano l'insolito allestimento voluto dall'artista. Marco Gastini rivisita la relazione tra segno pittorico e spazio, abolisce i limiti del quadro per restituire l'originaria libertà al segno. In un gioco infinito di variazioni su carte fatte aderire pelle a pelle col muro, Gastini dipinge lo spazio con la leggerezza delle sue ali e delle macchie blu, come fosse uno spartito libero di suonare all'infinito. L'energia del gesto, l'intensità dei pigmenti, i bianchi candidi delle carte sono gli elementi costitutivi di una poetica di rara eleganza. In laboratorio, segni leggeri come carezze sulla tela, gesti impetuosi che graffiano e bucano le superfici, mani che impastano materia e sgocciolano colore...La carta custodisce e valorizza i segni delle nostre emozioni. Le attività sono state ideate appositamente per essere proposte e approfondite con le classi all’interno della programmazione scolastica. 4