I ntraprendere
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Anno 6 Numero 0 3 MARZO 2014 Business, Marketing, Management In t r a p r e n d e r e VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI SOMMARIO L’e-bike si diffonde Pag. 2 La bellezza virtuale Pag. 3 BMW e i venditori del futuro Pag. 4 E-commerce all’ingrosso Pag. 5 La sfida a Google parte da TARANTO Pag. 6 Pepsi diversifica e prepara l’avanzata nella moda (Fashion Magazine.it—marzo 2014) Il brand della celebre bibita gassata starebbe preparando il suo ingresso nell'universo fashion con una capsule di abbigliamento e lifestyle dal nome Life for now. Il debutto sarebbe previsto a breve negli States. Secondo quanto riporta Sportswear International, la linea si ispirerà al mondo del calcio e dell'arte, con il tocco personalizzato di sei artisti di strada: lo spagnolo Zosen, l'olandese Merijin Hos, l'inglese Hattie Stewart, gli argentini Jaz ed Ever e il brasiliano Ricardo Akn, invitati a collaborare con un team di stilisti. L'iter del progetto sarebbe già a buon punto: secondo indiscrezioni, l'esordio è in programma nei prossimi mesi nei grandi magazzini e in selezionati multimarca degli Stati Uniti. Evoluzione è... creazione di nuovi valori economici (continua da n° precedente- di Rocco Trisolini) Gestire la possibilità di raggiungere in maniera diretta ed immediata una moltitudine di potenziali Clienti è la ricchezza principale da avere in un’epoca in cui gli scenari di mercato cambiano in maniera assolutamente repentina facendo nascere nuovi bisogni-domanda e proposte-offerta. Naturalmente la velocità di crescita fatta registrare da imprese come Whatsapp è, nei mercati di oggi, direttamente proporzionale alla velocità con cui si sviluppa l’innovazione tecnologica. Di fatto la crescita di Whatsapp a danno di un intero settore ricco e consolidato come quello degli sms è certamente un caso esemplare di quel fenomeno, frequente nell’economia attuale, di sparizione di interi settori di attività o comunque di stravolgimento delle loro regole e logiche competitive, che viene causato proprio dall’entrata in scena di nuovi modelli di business che sono del tutto, o solo in parte, alternativi. E questo è reso possibile dalla crescente ondata di innovazioni tecnologiche e di investimenti infrastrutturali nell’Information technology. È così che si è passati in solo 2 anni dall’avvento del primo smartphone di appeal globale come l’iphone della Apple, che ha dato la possibilità di accedere ad internet in mobilità, alla diffusione alternativa dei messaggi attraverso internet stessa a costo zero e con funzionalità più ampie (per esempio l’aggiunta nei messaggi stessi di foto, video, ecc.). Il tutto, contando sulla disponibilità di una infrastruttura sempre più consistente di cloud computing, che permette di memorizzare dati ed (2) eseguire elaborazioni anche molto complesse in remoto, cioè a distanza, attribuendo di fatto a queste applicazioni di nuova generazione (quale la stessa Whatsapp è) il ruolo di protagoniste dell’infocomunicazione, senza che per l’utente che le aziona con il suo dispositivo, queste siano gravate della pesantezza dei processi informatici che esse stesse attivano e controllano. Come dire mangiare una frittata qui ed ora mentre le uova le sbattono e le cucinano altrove. Amazon Fresh in Europa Il colosso di Jeff Bezos, dopo una sperimentazione più che positiva negli Stati Uniti d'America, è pronto a varcare i confini europei con un nuovo servizio: Amazon Fresh, cioè la possibilità di fare la spesa su Amazon. Vai sul sito, selezioni la pasta, il latte, le uova. Tutto ciò che ti serve, insomma. E nel giro di qualche ora ti arriva direttamente a casa. Dalle notizie che trapelano da oltre oceano, Amazon Fresh dovrebbe debuttare nei prossimi mesi nel Regno Unito, molto probabilmente scegliendo Londra come città europea di lancio, dove è già possibile acquistare tè, pasta e cereali. L'espansione darà il via alla spesa tradizionale, rendendo possibile l'acquisto di prodotti freschi come in un comune supermercato. Nelle città degli Stati Uniti dove Amazon Fresh è attivo, gli acquirenti che ordinano la spesa entro le 10 del mattino la ricevono a casa, grazie ai furgoni frigo verdi di Amazon, entro l'ora di cena. Ed è immaginabile che anche per il Regno Unito sarà così. Per una spesa superiore ai 25 dollari le spese di consegna sono azzerate, in alternativa si può scegliere il servizio Amazon Prime che in Italia costa 10 euro l'anno e azzera per 12 mesi qualsiasi costo di trasporto. A proposito di Italia. Per il momento non si parla di Amazon Fresh nel nostro Paese. Ma lo sbarco in Europa è ormai un dato di fatto. E tutto lascia presumere che Roma e Milano possano presto diventare le nuove mete dei furgoni verdi di casa Bezos. (Popai.it— marzo 2014) Pagina 2 Intraprendere L’E-BIKE per le imprese e il Cicloturismo: A2B punta al B2B (www.greenbiz.it— mar 2014— Roberta Ragni) A2B, azienda britannica produttrice di biciclette a pedalata assistita presente in oltre 30 mercati, arriva in Italia portando le proprie esperienze di mobilità nuova, dal Sudafrica alla California. Milano è il punto di partenza di una nuova strategia che vedrà l'apertura di store qualificati e la presentazione di una gamma di servizi BtoB. ResNova sarà distributore esclusivo di A2B in Italia. L'azienda dell'automotive sta innovando il mercato dell' e-bike, travalicando gli schemi classici per avvicinare anche imprese, cicloturismo, operatori e grandi eventi. Claudio Mascialino AD di Resnova-A2B, spiega: "La richiesta di e-bike è in costante crescita ma occorre individuare le nuove forme di mercato intercettando una domanda che non è solo consumer, specie per prodotti premium come A2B. L' e-bike rappresenta un lifestyle, è sempre più di moda per muoversi liberamente negli ambienti urbani, in pieno comfort e con comodità". Per questo A2B ha scelto di offrire servizi personalizzati per il mondo business (le imprese e i loro dipendenti), gli Hotel (courtesy bike per i clienti), il cicloturismo (tour operator e agenzie) e la nautica. L'azienda stessa spiega: "In aggiunta e a sostegno della rete commerciale locale, la gamma dei servizi business per imprese e operatori turistici rappresenta un driver importante per promuovere la mobilità elettrica a due ruote e passare dal concetto di "pedalata assistita" ad una cultura di lifestyle dell' e-bike". - L'E-BIKE NELLA MOBILITÀ AZIENDALE, IL CASO FATER In Italia si fanno strada a sempre più buone pratiche per la mobilità sostenibile che trovano nella e-bike un mezzo di facile diffusione. Fater Spa è la joint venture del gruppo Angelini e Procter&Gamble, nota per marchi quali Lines, Pampers e Infasil. Con sede a Pescara, 916 dipendenti e 800 milioni di € di fatturato, ha fatto della sostenibilità e dell'innovazione un pilastro, con il 13% del fatturato investito in ricerca e sviluppo. Per la mobilità aziendale hanno attuato interventi logistici per ridurre di 6.580 mezzi i camion circolanti ogni anno, si sono dotati di 5 auto a zero emissioni, alcune biciclette elettriche per gli spostamenti in città e hanno introdotto un progetto culturale di diffusione delle ebike per l'organizzazione interna. Dopo avere intervistato i dipendenti è emerso che il 60% sarebbero stati interessati ad acquistare una e-bike con agevolazioni e oltre la metà l'avrebbe usata quotidianamente. Da lì il via al progetto con un pacchetto di offerta che consentiva al personale di acquistare bici elettriche (di vari modelli e prezzi a scelta) con un contributo da parte dell'azienda, un ulteriore sconto promosso dal rivenditore e un pagamento trattenuto in busta paga in 14 rate senza interessi. Ad oggi sono state introdotte 320 e-bike in azienda, pari a oltre il 30% della popolazione complessiva. Ecocity dealer locale di A2B e partner di Fater ha quindi progettato un sistema di infrastrutture di ricarica con piattaforma di gestione. Cosi sono stati installati 24 punti di ricarica presso lo stabilimento creando un sistema webbased dove i dipendenti possono monitorare lo stato di ricarica dei mezzi parcheggiati. Il sistema in base ai consumi calcola il totale delle percorrenze e quindi i risparmi energetici e ambientali che la flotta genera. - LA PROPOSTA PER IL TURISMO Una flotta di 10 e-bike A2B è disponibile per il servizio di cicloturismo nelle splendide zone della Franciacorta e del Lago d'Iseo attraverso la controllata Easybiketours. Gli ospiti e turisti possono organizzare tour personalizzati con guide turistiche, degustando i prodotti tipici o le bellezze di quello scorcio naturalistico, o in alternativa noleggiare i veicoli per gite individuali in libertà. Da quest'anno grazie alla partnership tra ResNova e Action Partner (gruppo Alessandro Rosso) nasce una proposta esclusiva per il cicloturismo premium. Un pacchetto incentive rivolto al top management aziendale e un prodotto di cicloturismo per privati, il tour "Toscana De Lux" rivolto all'incoming internazionale. Anche i grandi eventi su due ruote come CycloPride, WolfTour (Abruzzo) e Sardinia Tour vedranno A2B presente con la propria flotta a disposizione dei partecipanti. Nuova campagna Converse (Medikeys.it — marzo 2014) Converse ha lanciato una nuova campagna creativa per promuovere la sua famosa scarpa “Chuck Taylor All Star”. La campagna è partita a marzo in contemporanea nei seguenti paesi: Austria, Germania e Svizzera. I temi principali della campagna dal claim «Just Add Color» sono i colori e la street art. Alcuni artisti hanno contribuito alla decorazione di strade, muri, facciate di palazzi e scale attraverso la realizzazione di veri e proprio “Graffiti”. Queste creazioni sono state realizzate nelle vie dello shopping, della vita notturna e nelle aree universitarie, per colpire un target giovane e trendy. Pagina 3 Intraprendere Il mondo virtuale ridefinisce il concetto di bellezza bellezza rendendo il rapporto più interattivo, uno scambio reciproco dove i brand si propongono e ascoltano mentre i consumatori giudicano e comunicano. (di Cristina Tinelli — ROTORA) L’uomo è da sempre alla ricerca di benessere. Le tensioni generate dall’attuale crisi economica non hanno scalfito l’esigenza di appagamento estetico. In questa prospettiva, che vede coinvolti i consumatori in comportamenti di stili di vita, salutari, non manca la diffusione di prodotti e servizi per la salute e la bellezza con una spiccata predominanza dei consumi femminili (72.1%) rispetto a quelli maschili (27.65). Fonte: Cosmetica Italia. Il successo di tutti i comparti che ruotano intorno alla bellezza e alla salute è determinato senza dubbio dall’influenza del web che ha permesso di ridefinire i concetti base della bellezza in termini di significati e valori. Non si tratta solo di ecommerce, piuttosto di una presenza intensa di content curation che, possono catturare i web surfer. Praticamente: contenuti utili e di qualità su blog , podcast ecc con costi più contenuti rispetto alle strategie tradizionali permettono di essere trovati e seguiti dalla rete con l’obiettivo di fidelizzare gli utenti. Piattaforme digitali come Facebook, Pinterest, Instagram hanno hanno rivoluzionato il vecchio modo di proporre la Pare che Post, social forum e commenti sul web ricoprono un ruolo importante anche negli acquisti online di prodotti beauty. Infatti i dati della ricerca condotta dal Politecnico di Milano NetComm e HumanHighway per ebay, coloro che fanno shopping online di prodotti di bellezza leggono per 34.4% commenti e valutazioni di altre persone, per il 18.2% consulta forum e blog per l’11.8% guarda face book e Twitter. Tutti strumenti, quindi che influenzano gli acquisti e-commerce e non solo, infatti l’online influenza anche gli acquisti offline, prima di concludere un acquisto in un negozio tradizionale i consumatori consultano siti web e piattaforme social. Lo shopping online di cosmesi e beauty resta, in ogni caso una tendenza destinata a registrare trend di crescita nei prossimi anni. Le motivazioni di questo trend di crescita sono da ricercare in tre elementi fondamentali che rendono l’e-commerce il canale tra i più usati tra gli acquirenti di bellezza: • Il tempo dedicato agli acquisti • Il rapporto prezzo qualità- • Il lato emozionale. Lo conferma anche una importante ricerca di IRI Shopper Online che ha rilevato un confronto tra i consumatori digitali italiani tedeschi e francesi. Di fronte a una di- versità di categorie di prodotti acquistate e di propensione all’acquisto , tutti gli utenti evidenziano come elemento distintivo e fondamentale la qualità e la quantità di tempo che possono dedicare ai loro acquisti grazie a internet. Tenendo conto, che il web è “aperto” 24 ore su 24., presenta una offerta illimitata nonché una varietà di prezzi e promozioni. Oltre, ad una ampia offerta di marca propone anche una offerta di nicchia non sempre disponibile nei canali tradizionali come anche prodotti presenti solo su alcuni mercati. Ed infine il lato emozionale. Video, tutorial, immagini concorrono a creare empatia con il fruitore che partecipa attivamente con pareri e indicazioni su podotti e brand. E’ opportuno sottolineare che acquisti online di prodotti di bellezza comportano anche dei limiti per le consumatrici: uno è dato dall’impossibilità di provare il prodotto e il secondo la visione diretta dello stesso. Condizionamenti che possono essere ridotti e superati con la distribuzione dei campioni omaggio. Asos e Nike (Fashionmagazine.it) Asos e Nike hanno realizzato la prima video-web chat “shoppable” su Google+, il social network di Google, in occasione dei 27 anni della Air Max di Nike, celebrati grazie al primo “Nike Air Max Day”, andato in scena il 26 marzo. Come riporta la testata inglese specializzata Marketing Week, la partnership ha previsto la creazione di un nuovo tipo di annuncio +Post che è apparso in Google+ e in più di 2 milioni di siti del network di Google. I navigatori che hanno visualizzato l’annuncio erano in grado di guardare l’Hangout (il video-ritrovo) e acquistare i prodotti direttamente dalla pubblicità. Google ha debuttato con gli annunci pubblicitari +Post in dicembre, permettendo ai brand di trasformare contenuti da Google+ - incluse immagini, video e Hangout - in forme di advertising. Nel caso di Asos e Nike per la prima volta è stato possibile per i consumatori acquistare direttamente dall’adv. Pagina 4 Intraprendere “BMW: Niente venditori nella concessionaria del futuro” (Affari&Finanza mar. 2014 — Marco Scafati) Esistono modi diversi di vendere auto? Si possono superare i canali tradizionali, a vantaggio di forme più sofisticate di relazione col cliente? A sentire uno dei massimi esperti del settore, sembra di sì. Si chiama Ian Robertson, e dal 2008 è membro del board Bmw (unico inglese in mezzo ad una maggioranza di tedeschi) con responsabilità di marketing and sales. In pratica, se la casa di Monaco ha il primato di vendite tra i marchi premium, lo deve anche a lui. Lo abbiamo incontrato all’inaugurazione del Rome City Outlet, nuovo spazio al centro della capitale dove avere un assaggio del mondo Bmw: «Questa struttura segue quelle di Parigi, Londra, Shanghai e New York. L’Italia è il nostro sesto mercato al mondo e quest’anno si festeggiano i 40 anni della filiale Bmw. Ottimi motivi per essere qui». Cos’hanno di diverso questi luoghi rispetto ai tradizionali dealer? «Qui non si vendono auto, si sperimenta cosa significa il marchio Bmw. Già tre anni fa abbiamo cominciato a mettere in pratica nuove forme di approccio e relazione coi clienti: vogliono comprare l’oggetto più costoso della loro vita dopo la casa, dunque dobbiamo non solo dargli un’auto, ma anche un trattamento unico». Praticamente, cosa cambia? «Possono anche non esserci auto esposte, ma soprattutto non ci sono venditori. Chi viene a trovarci, e ha bisogno di qualsiasi informazione, troverà un Product Genius pronto ad aiutarlo. La relazione con un normale venditore genera sempre pressione, questa figura invece non deve vendere niente, se non la propria conoscenza del prodotto e un’esperienza del marchio che sia al top. Con lui il cliente si può rilassare, perché non scattano i soliti meccanismi». Qui a Roma, tuttavia, un’auto in mostra c’è. È la futuristica i8 «Una delle cose che vogliamo spiegare alla gente è il nostro naturale commitment verso lo sviluppo e la tecnologia. La i8 è un’auto ibrida che potremmo definire “leader tecnologico” tra le sportive, dunque perfettamente in linea col nostro messaggio. Inoltre, la metà delle persone che acquistano una vettura del genere lo fa perché è diversa dalle altre. Proprio come la i8». L’ibrido pare stia trovando un suo spazio mentre l’elettrico fatica. Come vanno le vendite della i3? «Cinque anni fa decidemmo di puntare sull’elettrico. La ragione fu semplice: avevamo già il marchio prestazionale “M”, ne volevamo anche uno attento all’ambiente, e dunque è nato “i”. Abbiamo lanciato il brand addirittura prima di avere auto da vendere: un’operazione di marketing ambiziosa e su larga scala, che ci è costata molti soldi. Ma sembra riuscita, se è vero che l’80% dei clienti della i3 non aveva mai guidato una Bmw. Se poi mi chiede dei mercati, nel nord Europa le prospettive rimangono migliori. In Italia facciamo molti test drive, ma il governo deve darci una mano con gli incentivi: solo così cresceranno gli ordini ». Nel frat- tempo, meglio premunirsi con modelli più “concreti” come la Active Tourer? «Ci mancava una monovolume, questo è un segmento in crescita. Volevamo una piattaforma che facesse da base per più modelli, anche del marchio Mini. Le configurazioni che avevamo non garantivano molto spazio, dunque ne serviva una più flessibile. Anche ricorrendo alla trazione anteriore. Ma la Active Tourer si guida come una vera Bmw. Appena arrivata la Serie 1 ebbe il 70% di clienti nuovi rispetto al nostro marchio: la Active Tourer sta avendo riscontri simili». Tra i marchi premium ormai da tempo state primeggiando. Quanto durerà? «Lo scorso anno siamo stati i primi tra i marchi premium, anche grazie ad America e Asia dove siamo cresciuti del 30%. I primi due mesi del 2014 sono stati da record, e nonostante la volatilità nei tassi di cambio in Russia, Giappone e Asia in genere, penso che per noi il 2014 sarà un altro anno da incorniciare». L’Europa invece rimane sempre più indietro? «Vedo un certo potenziale anche nel vecchio continente, nonostante ci siano mercati che in questi anni si sono addirittura dimezzati. L’Europa ha toccato il fondo e ora sta ripartendo, anche se di crescita potremo parlare solo nella seconda metà del 2014. Per tornare ai livelli pre crisi, tuttavia, ci vorranno anni». Il lancio di “FONZIES CHOCO” (Adv.it— mar. 2014 Giorgio Perini) La fermata Duomo a Milano e San Giovanni a Roma, sono queste le location scelte per la campagna di affissioni pubblicitarie per i Fonzies Choco, brand del Gruppo Mondelez in Italia che prevede una serie di copy che declinano il concetto “il cioccolato dove meno te lo aspetti”, L’attività OOH è parte integrante di una strategia cross mediale che ha previsto una fase teaser sui social media e un ricco piano editoriale, un’azione di blogger relations, un evento celebrativo ad hoc per la degustazione del prodotto, una campagna pubblicitaria sugli schermi televisivi e al cinema e quella affissionale, tutte con protagonista Fonzies Choco. Pagina 5 Intraprendere Creare un negozio on-line: le sorprese dell’e-commerce all’ingrosso (EconomyUp.it marzo 2014 — Maurizio Lucchio) Dell’ e-commerce conosciamo la parte più visibile e affollata: i colossi della vendita online come Amazon ed eBay, i marketplace di settore come Yoox e Zalando, le migliaia di vetrine virtuali che popolano la rete. Ma è dietro le quinte, nella compravendita di prodotti tra aziende, che si stanno aprendo nuove opportunità. Fra i primi a coglierle c’è stata Brandsdistribution.com, un’azienda di San Mauro Torinese, a pochi chilometri da Torino, che in soli sei anni è diventata uno dei maggiori operatori a livello globale della distribuzione online B2B (business to business) di abbigliamento firmato e accessori. In pratica, Brandsdistribution.com (marchio della società Idt) fa il grossista online: acquista a stock dai produttori e rivende i capi griffati ai negozianti, che possono essere sia fisici che digitali. I prezzi sono particolarmente bassi perché la struttura dell’azienda è snella e non si serve di intermediari per rapportarsi con i rivenditori. Così, il costo del personale (20 addetti) non incide troppo sul bilancio. “I retailer acquistano i prodotti a un prezzo che è minimo il 75% più basso rispetto ai normali prezzi all’ingrosso”, afferma il presidente di Brandsdistribution.com, Angelo Muratore. Oltre alla competitività del prezzo, la piattaforma offre un servizio che può risultare vantaggioso per chi vuole lanciare una propria attività commerciale online: la possibilità di aprire un digital shop con un investimento minimo e senza grossi rischi. A permetterlo è un modello denominato dropshipping, secondo il quale un venditore può vendere un prodotto al cliente finale pur senza possederlo in magazzino. Funziona così. Il grossista, che si occupa dello stoccaggio delle merci, mette a disposizione del retailer online il proprio catalogo (“il nostro è con foto in alta risoluzione e descrizione dettagliata in cinque lingue”, spiega Muratore), il materiale grafico-pubblicitario e l’assistenza. Il rivenditore ha l’unico dovere di avere un proprio parco clienti (anche piccolo) e realizzare la vendita. Una volta venduto il prodotto, deve inserire l’ordine sul sito del grossista e lasciare a quest’ultimo l’onere di recapitare la merce all’utente finale. Il negoziante, in base al sistema del conto vendita, paga solo i prodotti che ha venduto. "Gli utenti non hanno rischi di magazzino né costi di logistica aggiuntivi: devono soltanto caricare il nostro catalogo sul proprio sito e preoccuparsi di promuoverlo e venderlo. I noltre, a chi non dispone di un negozio online diamo la possibilità, con un piccolo investimento, di avere un sito web chiavi in mano completo di tutti i prodotti", dice il presidente di Brandsdistribution.com. Il business online, quindi, è alla portata anche di chi non ha esperienza nel settore: stando a quanto sostiene Muratore, per cominciare basta una partita Iva. Il sistema proposto da Brandsdistribution.com finora si è rivelato efficace, visto che la piattaforma è presente in 170 Paesi e rifornisce più di 66 mila rivenditori. Dal 2008 a oggi l’azienda è stata sempre in attivo e la crescita di fatturato è stata continua, con un incremento doppio nell’ultimo biennio. Al momento i ricavi si attestano sui 15 milioni di euro annui (il 90% realizzati all’estero) ma, dichiara il presidente, “ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere i 50 milioni di fatturato entro il 2015 per considerare la possibilità di quotarci in borsa”. Un punto di forza è l’ampiezza del catalogo. L’azienda distribuisce marchi come No Limits, Sparco, Dr. Scholl, Disney, Hogan, e ha anche creato due brand, Ana Lublin e Made In Italia, che esporta in oltre 60 Paesi. In più, è un canale anche per numerose marche meno conosciute del made in Italy. E altrettanto vario è il target di retailer a cui si rivolge, che va dai negozianti online che adottano la modalità del dropshipping alle piccole e medie aziende offline che possono ordinare anche piccoli quantitativi di merce (purché il rifornimento sia continuativo) fino ai grossi outlet di abbigliamento (come Yoox) che agiscono sulla rete. In vista di un’ulteriore espansione, Brandsdistribution.com ha stretto una partnership con il portale cinese di lusso e moda Xiu.com. “La scelta del partner strategico in Cina non è stata difficile: Xiu.com, con il miliardo di yuan fatturati nel 2013 e la sua crescita annuale del 40%, è il punto di riferimento nel mondo retail del luxury e del fashion cinesi”. Pagina 6 Intraprendere Made in Italy, non c'è solo Google Dopo il debutto del sito-vetrina per le eccellenze italiane spuntano piattaforme analoghe. (CorrieredelleComunicazioni.it— marzo 2014 Luciana Maci) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] “Le nostre soluzioni. La tua passione. Il successo dell’impresa ” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. Non solo Google. In Italia ci sono altre piattaforme dedicate al Made in Italy, approdate online prima del recente debutto di google.it/ madeinitaly, e tra queste c’è n’è una creata da Armando Salerno Mele, ingegnere informatico di Taranto, che dice al Corriere delle Comunicazioni: “Google non ci fa paura, anzi contribuirà a incrementare l’attenzione internazionale verso le eccellenze italiane”. La piattaforma di Salerno Mele (nella foto) si chiama madeinitalyfor.me ed è un portale dedicato ai numeri uno dell’artigianato del nostro Paese. Nel blog, incentrato sulla comunicazione, si danno notizie relative a questo mondo, si pubblicizzano eventi correlati, si raccontano storie di artigiani. Nel sito di e-shop i singoli artigiani possono mettere in vendita i loro prodotti, inserendo foto, prezzo e una breve descrizione dell’oggetto, versando al gestore del sito una fee del 9% sulle vendite. Il responsabile della piattaforma fornisce all’artigiano anche un servizio di cura dei contenuti. Paragonare l’iniziativa di Google con quella dello startupper tarantino è come rievocare l’eterno confronto tra Golia e Davide. BigG ha chiamato a raccolta partner come il Ministero dell’Agricoltura e Unioncamere per produrre un sito-vetrina dove sono magnificati prodotti agricoli e artigianali di eccellenza del made in Italy, dal prosciutto di Parma ai vetri di Murano. E lo ha fatto attraverso il Go- ogle Cultural Institute, con 6 ingegneri totalmente dedicati al progetto. Armando Salerno Mele ha fatto tutto da solo. Nel 2010 ha provato a chiedere un finanziamento a Invitalia, l’agenzia per l’attrazione degli investimenti, ma è andata male. Allora si è rimboccato le maniche, e soprattutto si è frugato nelle tasche, e ha deciso di investire 40mila euro di soldi propri. E ha anche ideato personalmente la piattaforma informatica, essendo laureato in Informatica per il management e avendo poi conseguito un master in web marketing e comunicazione a Bologna. “Siamo operativi da un anno – dice Salerno Mele – stiamo cercando investitori e contiamo di andare in attivo entro i prossimi due anni: è la scommessa di ogni start up, ma noi ci crediamo perché offriamo una selezione di artigiani di alto livello, ne curiamo i contenuti, provvediamo anche la consegna del materiale con costi a carico del cliente. A breve il sito sarà tradotto anche in inglese”. Eppure il giovane imprenditore non teme di finire schiacciato dalla piattaforma del gigante californiano. “Google non fa e-commerce come noi, è sostanzialmente interessato a vendere pubblicità alle imprese. La sua iniziativa non farà che dare maggior lustro e visibilità al Made in Italy. Siamo come due farmacie in una città: certo, la sua è una grande catena, il nostro è un negozio. Ma, a mio parere, non siamo in competizione. Una cosa però vorrei puntualizzare: i media dovrebbero occuparsi anche di noi piccoli, perché abbiamo bisogno di maggiore visibilità”.