Vento largo (28)

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Vento largo (28)
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Vento largo (26)
Il dono della lettura non è cosa comune né viene sempre compreso nel modo giusto. Consiste, in primo
luogo, in un grandissimo attributo dell’intelletto, una sorta di grazia libera, lo definerei, grazie alla quale un
uomo si rende conto di non aver mai ragione fino in fondo e che le persone le cui opinioni differiscono dalle
sue non hanno mai del tutto torto. (Robert Louis Stevenson)
Mentre ringraziamo Silvano Brambilla, Maurizio Gnola Glielmo (che ritroveremo il 20 marzo),
Massimiliano Larocca e Fulvio Renzi che ci hanno portato blues, storie e ballate e tutti voi che continuate a
seguirci con passione, continuiamo a suggerire ascolti, visioni e letture per rimanere sintonizzati e in forma.
(dischi)
Johnny Cash, American VI: Ain’t No Grave, Universal
La coda finale degli American Recordings prodotti da Rick Rubin rastrella canzoni rimaste in un angolo nel
corso degli ultimi anni di Johnny Cash. Pur appartenendo a momenti differenti dell’epopea degli American
Recordings e anche arrivando da un’eterogenea squadra di songwriter e interpreti (da Sheryl Crow a Kris
Kristofferson, da Tom Paxton a Elvis), le canzoni sono collegate da lunghi fili di legami, ricordi, idee,
tradizioni. Toccante.
Ry Cooder & The Chieftains, San Patricio, Universal
Una sanguinosa sequenza della storia americana riletta attraverso la visione musicale di Ry Cooder e dei
Chieftains per un disco che è uno splendido incontro con un modo raro e raffinato di intendere la cultura.
Nella ricostruzione di un complesso episodio della guerra tra Messico e Stati Uniti (quello del battaglione
irlandese di San Patricio) emerge un’opera di grande valore e uno dei dischi più importanti di quest’anno.
John Hiatt, The Open Road, New West
Alla ricerca dell’essenzialità (inarrivabile) di Bring The Family, John Hiatt semplifica al massimo il sound
delle sue canzoni attorno alle chitarre (qui è Doug Lancio il suo alter ego) e ne viene fuori un disco intenso e
solido, tra i suoi migliori. Già l’inizio perentorio della stessa The Open Road non lascia dubbi, ma poi si
ritrova tutta la classe di John Hiatt.
Ali Farka Touré e Toumani Diabaté, Ali and Toumani, World Circuit
Queste incisioni sono le ultime che Ali Farka Touré riuscì a concludere, nel 2005, prima della sua scomparsa. Seguivano il successo diIn
The Heart Of The Moon, l’album che insieme avevano inciso Ali Farka Touré e Toumani Diabate e tra gli ospiti vedono il
leggendario bassista cubanoOrlando “Cachaíto” López a saldare insieme due coste dell’Atlantico.
T-Model Ford, The Ladies Man, Alive
Il sound scarno e naturale, senza additivi e senza correzioni, della Fat Possum ritorna tutto in questo nuovo
disco di T-Model Ford, alfiere di quell’attitudine, a suo modo iconoclasta, di intendere la musica e il blues in
particolare. Le citazioni di Muddy Waters e Little Walter, qui essenziali, non sono nulla rispetto alla danza di
un bluesman dela veneranda età di (quasi) novant’anni. Ipnotico.
(libri)
Jack London, La strada, Castelvecchi
Con una bellissima copertina, torna un libro importante perché ha creato un varco, una via di fuga,
un’apertura verso l’interpretazione della strada (appunto) e della ferrovia, intesa come un ideale di libertà,
come un’espressione di crescente consapevolezza identitaria. Qualcosa in più di un richiamo alla foresta: è la
celebrazione di tutti gli hobo e l’apripista per John Steinbeck, Woody Guthrie e Jack Kerouac.
Fondamentale.
Roland Barthes, Dove lei non è, Einaudi
Nell’interpretazione di Roland Barthes, il dolore è “qualcosa che fa male nel cuore dell'amore” e questa
moltitudine di frammenti cresciuta nel 1977 all’indomani della scomparsa della madre, rimasti inediti fino a
oggi, raccontano un’esperienza intima e personale, quella della perdita e del lutto, con una valenza unica e
universale.
Ermanno Olmi, Terra madre, Feltrinelli Real Cinema
L’incontro tra i contadini di tutto il mondo, chiamato Terra madre e sponsorizzato da Slow Food, è diventato
un’oasi importante per la resistenza al degrado e al consumo senza rispetto dell’unico pianeta che abbiamo.
Nessuno meglio di Ermanno Olmi, un regista legato in modo indissolubile alla campagna, poteva
documentare gli incontri di Terra madre.
Youssef Ziedan, Azazel, Neri Pozza
Ipa è un monaco che vive in un cella minuscola e spoglia, ma anche il suo ridottissimo mondo è in pericolo.
Il suo mentore, Nestorio, è accusato di aver abbandonato la fede, e una donna, Marta, arriva a movimentargli
le onde del cuore. Sullo sfondo l’aspro conflitto tra il cristianesimo e il paganesimo che, a distanza di un paio
di millenni, suona ancora attuale. Un libro per pensare.
José Saramago, Quaderni di Lanzarote, Einaudi
Autoesiliatosi a Lanzarote per sfuggire alle polemiche del suo Vangelo, José Saramago traccia un diario che
è “come guardarsi in uno specchio di fiducia, addestrato a trasformare in bellezza il semplice bell'aspetto o,
nel peggiore dei casi, a rendere sopportabile la bruttezza massima. Nessuno scrive un diario per dire chi è. In
altre parole, un diario è un romanzo con un personaggio solo”. Indomabile.
(incontri)
Promemoria: Giorgio Bedoni presenta Visionari. Arte, sogno, follia in Europa (Selene Edizioni), sabato 13
marzo a partire dalle ore 17.30, con la partecipazione “straordinaria” di Evasio Muraro, voce, chitarra e
miraggi.
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