Una marcia indietro - Federazione dei Verdi
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Una marcia indietro - Federazione dei Verdi
l’ecologia informa Notizie Verdi è il giornale impegnato nel tentativo di rendere le tematiche ambientali una “questione quotidiana”. Ma si spinge oltre il tema dell’ecologia e abbraccia i diritti delle persone, la vivibilità urbana, la mobilità, gli ogm, la solidarietà, i diritti degli animali, la pace... argomenti che hanno un unico filo conduttore: la consapevolezza di vivere insieme sullo stesso pianeta e la responsabilità delle nostre azioni. Notizie Verdi è diretto da Enrico Fontana Per ricevere una copia gratuita scrivi a [email protected] Organo ufficiale di informazione della Federazione dei Verdi Anno II • n.254 • martedì 14 novembre 2006 Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Comitato editoriale: Roberto Poletti, Giuseppe Trepiccione, Gianpaolo Silvestri (inserto Mappe) • Editore: undicidue srl, via R. Fiore, 8 - Roma Stampa: Rotopress, via E. Ortolani , 33 - Roma • Reg. Trib. di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via A. Salandra, 6 - 00187 Roma - tel. 0642030616 - fax 0642004600 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 FINANZIARIA Bonelli: -26 metafora puntuale e appropriata “Il presidente Prodi pone una questione seria: il rischio che corriamo di una mancata consapevolezza sulla situazione economica del Paese - ha dichiarato Il capogruppo dei deputati Verdi Angelo Bonelli. Affermare che partiamo da – 26 è una metafora puntuale e appropriata per far capire la grave situazione economica in cui stiamo vivendo. Ma, al di là delle metafore, è doveroso spiegare agli italiani, dati alla mano, quello che ci ha lasciato il precedente Governo. Gli italiani, popolo attento e intelligente, saranno in grado di valutare e trarre le dovute conseguenze. “Va inoltre rilevato – prosegue Bonelli - come in questa Finanziaria, la cui struttura difendiamo, è mancata una regia e una gestione da parte del Governo nei confronti della maggioranza parlamentare. Ci sono sottosegretari encomiabili, come pure il ministro delle Riforme istituzionali, che ogni giorno cercano di trovare una soluzione per portare a sintesi i problemi. Però, il ministro dell’Economia Padoa Schioppa avrebbe dovuto, in sede di costruzione di Finanziaria e nelle fasi successive, confrontarsi di più con la maggioranza. Sentirsi autosufficienti è un errore da non commettere mai in politica, soprattutto quando si governa. Per finire – conclude il capogruppo dei deputati Verdi - chiediamo al Governo di ritirare gli ‘emendamenti francobollo’ che impegnano risorse per oltre 200 milioni di euro per utilizzarle a favore della ricerca, della lotta al precariato e ai cambiamenti climatici”. Una marcia indietro L’ Australia potrebbe rivedere in parte la sua posizione sulla lotta ai cambiamenti climatici. Il premier conservatore John Howard, sotto botta anche per i sondaggi che dicono che la maggioranza degli australiani chiede una politica più decisa contro i gas serra, è disponibile ad accettare una sorta di emission trading simile a quello previsto dal protocollo di Kyoto e già recepito dall’Unione europea. Il gruppo di paesi composto da Australia Usa, Cina, India e Corea del Sud è responsabile del 40% delle emissioni globali. Il premier ha annunciato la formazione di una task force governo - imprese per sviluppare uno schema applicabile all’Australia. L’obiettivo, ha spiegato Howard, è di esaminare come uno schema di scambio di emissioni possa funzionare in Australia e globalmente ‘’per dare un contributo duraturo ad una risposta alle sfide dei gas serra’’. Howard comunque tiene in grande considerazione il parere del mondo economico australiano, alimentato principalmente con il carbone, e infatti ha tenuto a sottolineare che un eventuale schema di scambio di emissioni non dovrà ‘’danneggiare ingiustamente l’economia nazionale e le sue industrie’’. Howard pone tra le condizioni di adesione allo schema il coinvolgimento delle economie indiane e cinesi, uno dei nodi da sciogliere anche nell’ambito della conferenza Onu in corso a Nairobi. Il Business Council, AMBIENTE Troppe specie a rischio Con il cambiamento climatico estinzione per numerose specie di volatili. Con 2 gradi in più in Europa ne sparirebbero il 38%. pagina 2 CLIMA Italia, troppo indietro Il premier conservatore australiano Howard cambia in parte rotta nella lotta ai gas serra. I laburisti nutrono però forti dubbi che condivide le condizioni poste dal premier, ha comunque ben accolto la proposta di Howard. Il presidente degli industriali, Michael Chaney, ha assicurato che le imprese sono disposte a tassarsi per evitare le conseguenze del riscaldamento globale. L’opposizione laburista e le organizzazioni ambientaliste nutrono però forti dubbi sul sostegno promesso da Howard a uno schema di scambio delle emissioni. Secondo il portavoce laburista, Anthony Albanese, le dichiarazioni del premier hanno fini puramente politici per rispondere alle pressioni dell’elettorato, anche conservatore, che in recenti sondaggi ha lamentato la mancanza di iniziative per contenere il riscaldamento globale. Conferenza sul clima di Nairobi: Legambiente fa appello a Pecoraro L’Italia si presenta all’appuntamento di Nairobi con un pessimo biglietto da visita: da quando il protocollo di Kyoto è stato firmato nel 1997 le emissioni prodotte dal nostro Paese sono considerevolmente aumentate di circa il 15%. Greenpeace sollecita l’Unione Europea ad attivarsi per ottenere risultati concreti alla Conferenza sui cambiamenti climatici in corso nella capitale kenyota. pagina 2 ENTI LOCALI Lion: bene Spacca in graduatoria Sole 24 ore Marco Lion, presidente della Commissione Agricoltura della Camera e presidente dei Verdi delle Marche, si è detto “soddisfatto” della collocazione di Gian Mario Spacca nella graduatoria, stilata dal Sole 24 Ore, che ha voluto misurare il consenso dei cittadini ai governatori regionali. “Spacca si colloca al quinto posto per consenso assoluto e, fra i primi cinque tutti eletti lo scorso anno, risulta secondo solo a Formigoni per il mantenimento del consenso dato dagli elettori al momento del voto”, ha commentato Lion. Secondo il presidente regionale dei Verdi, “le Marche stanno lavorando bene e i cittadini apprezzano le scelte fin qui operate”. “Come Verdi siamo dunque soddisfatti - ha aggiunto - in particolar modo di alcuni atti della giunta, che è andata incontro alle nostre tematiche, per esempio sulla questione legata al piano energetico regionale che punta sulle rinnovabili, in occasione del quale la giunta non si è dimostrata succube dell’Api”. “Promozione piena quindi, quella attribuita dai cittadini al presidente marchigiano Gian Mario Spacca e all’operato della giunta, che vorremmo vedere ulteriormente rafforzata entro la metà del mandato”, ha concluso l’esponente del Sole che ride. Notizie Verdi TV ti aspetta dal lunedì al venerdì dalle ore 21.45 sul canale 906 di Sky 2 martedì 14 novembre 2006 AMBIENTE Rispetto codice sia opportunità per imprese “Il rispetto dell’ambiente non e’ solo un vincolo, bisogna anche farlo diventare una leva e un’opportunita’. Bisogna puntarci e il ministero dell’Ambiente e’ pronto ad aiutare le imprese’. Lo ha affermato Alfonso pecoraro Scanio, ministro dell’ambiente, intervenuto in videoconferenza da Roma, al convegno ‘Conformita’ legislativa, controlli e gestione ambientale’, tenutosi oggi nella sede milanese di Assolombarda. Dopo le proteste dei rappresentanti di Confindustria contro le modifiche al Codice Ambientale, Pecoraro Scanio ha detto che ‘se le regole non sono chiare anche chi le rispetta e’ in grande difficolta’’ e ha invitato gli imprenditori a proporre iniziative, fra cui ‘un sistema chiaro per la tracciabilita’ dei rifiuti’. A livello internazionale per il ministro dell’ambiente ‘bisogna promuovere un’azione per dumping ambientale verso i paesi che non rispettano le regole. Non possiamo tollerare -ha affermato- che imprese straniere si avvantaggino dall’infrangere regole ambientali che l’industria europea si e’ impegnata a rispettare’. DROGA Mai più qualcuno in carcere per uno spinello “Il provvedimento del ministro Turco e’ fortemente significativo: bisogna evitare di mandare in carcere qualcuno solo perche’ trovato in possesso di uno spinello. Questo e’ un modo barbaro di intendere la giustizia’. Lo dice il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, commentando decreto emanato dal ministro della salute Livia Turco, con il quale viene innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis che puo’ essere detenuto per uso esclusivamente personale. Secondo Bonelli, ‘la Fini-Giovanardi e’ una legge che, per motivi ideologici, in alcuni casi ha distrutto la vita a migliaia di giovani, che hanno gravi problemi con la giustizia solo perche’ trovati in possesso di uno spinello’. ‘La legge della Cdl - conclude - e’ una vergogna che contrasta ancor di piu’ con l’ipocrisia che regna in Parlamento, ben smascherata dal noto servizio delle Iene. Salutiamo dunque positivamente il provvedimento del ministro Turco. Ora occorrera’ abrogare una legge esclusivamente punitiva verso i giovani’. 3 martedì 14 novembre 2006 Troppe specie a rischio Italia, troppo indietro N I umerose specie di uccelli migratori sono a rischio estinzione per colpa dei cambiamenti climatici. A lanciare l’allarme il nuovo rapporto del Wwf presentato al summit Onu sul clima in corso a Nairobi. Il rapporto sottolinea come l’effetto serra stia modificando il clima e gli habitat, rendendo la vita molto difficile a numerose specie di volatili. Gli stravolgimenti impediscono a molte specie di mettere in atto immediate strategie evolutive e di sopravvivenza. Se l’aumento della temperatura globale supererà di 2 gradi centigradi i valori preindustriali, si legge nel documento, il tasso di estinzione in Europa potrebbe essere del 38%, mentre nell’Australia nordorientale potrebbe toccare la quota del 72%. “Gli uccelli sono sempre stati indicatori fondamentali dei cambiamenti ambientali, quasi una sorta di termometro dello stato di salute del pianeta – avverte Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - . Questo rapporto conferma che essi costituiscono un vero e proprio campanello d’allarme rispetto ai cambiamenti climatici, che stanno influenzando il loro comportamento”. Il fenomeno è tanto più preoccupante, sottolinea il rapporto, se si pensa che gli uccelli hanno sempre avuto una grande capacità di adattarsi ai diversi ambienti ed alla naturale variabilità presente nei sistemi naturali. “E’ facile osservare – sottolinea Bologna – come numerose specie non compiono più i loro spostamenti migratori e che le modificazioni climatiche, avendo importanti riper- Con il cambiamento climatico estinzione per numerose specie di volatili. Con 2 gradi in più in Europa ne sparirebbero il 38% cussioni sulla dinamica naturale degli ecosistemi, renda gli uccelli completamente disorientati”. Il fenomeno non risparmia nessuna zona del mondo. In Africa, ad esempio, sono a rischio l’Upupa e l’Aquila rapace, mentre nel nord Europa l’Uria comune non trova più i pesci necessari al proprio nutrimento a causa del riscaldamento dei mari. In Canada il Pulcinella dai ciuffi sta perdendo la sua capacità riproduttiva, mentre il Pinguino delle Galapagos non trova cibo a sufficienza a causa dell’enfatizzarsi dei fenomeni climatici come il Niño. Inoltre, il progressivo restrin- gimento degli habitat naturali sta seriamente minacciando alcuni esemplari come le Gru siberiane, il Pinguino imperatore dell’Antartico e la Pernice bianca delle Alpi. “E’ necessario – evidenzia il rapporto del Wwf – produrre una rapida e significativa riduzione delle emissioni di gas serra se si vuole scongiurare uno scenario di questo tipo: per questo, il summit sul clima in corso a Nairobi deve urgentemente avviare la nuova trattativa per la seconda fase di Kyoto prevista per il dopo 2012, con percentuali di riduzione delle emissioni molto più significative delle attuali”. RAI Poletti: trasmetta lezioni di storia da auditorium di Roma Il capogruppo dei Verdi in Commissione Cultura alla Camera, Roberto Poletti, ha inviato una lettera al consigliere di Amministrazione della Rai, Sandro Curzi, per chiedere che la Tv pubblica trasmetta, in un orario accessibile al grande pubblico, le Lezioni di Storia in corso di svolgimento all’Auditorium di Roma. “La Rai – ha osservato Poletti - deve riprendersi il suo ruolo di mission culturale che dovrebbe essere proprio della televisione di Stato. Il tutto esaurito all’Auditorium di Roma dimostra che, in Italia, c’è una grande domanda di cultura: mi auguro dunque che la Rai voglia venire incontro in particolare alle esigenze di quanti non potranno partecipare alle prossime Lezioni in calendario, individuando un apposito spazio informativo per mandare in onda queste grandi giornate dedicate alla storia di Roma”. Secondo Poletti, “visto il grandissimo afflusso di persone, cade anche l’alibi di chi ha ritenuto fino ad oggi che la cultura sia solo appannaggio di una nicchia”. ndietro, troppo indietro. L’Italia si presenta all’appuntamento di Nairobi con un pessimo biglietto da visita: da quando il protocollo di Kyoto è stato firmato nel 1997 le emissioni prodotte dal nostro Paese sono considerevolmente aumentate di circa il 15%. Risultato: quando manca poco più di un anno al fatidico inizio della fase attuativa di Kyoto (che prende il via il 1° gennaio del 2008), l’Italia si trova a dover abbattere non più il 6,5% ma di oltre il 20% le proprie emissioni, mentre complessivamente gli altri partner della Ue a 15 sono riusciti comunque a far segnare una lieve decrescita dei gas serra. Come non bastasse l’Italia segna il passo anche per l’intensità energetica, il rapporto tra energia consumata e Pil prodotto, per la prima volta salita sopra la media Ue. Una situazione grave e paradossale, visto che il nostro Paese è uno dei più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici: già cominciano ad arrivare nuove malattie “importate” dai tropici, abbiamo tutto l’interesse ad essere i primi della classe ma finora siamo stati i più somari. «Sveglia, l’Italia si deve svegliare - sottolinea da Nairobi Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, rivolgendo un appello al ministro Pecoraro Scanio in arrivo nella capitale kenyana - c’è bisogno da subito di una svolta nelle nostre politiche energetiche e di contenimento di gas serra per rispettare gli obiettivi di Kyoto e anche per contribuire a rendere più agevole il cammino della trattativa internazionale sul tema». Ma oltre al nostro Governo, a detta di Legambiente, serve oggi anche un coinvolgimento delle città e delle regioni. «Il nostro Paese non riuscirà a conseguire importanti riduzioni dell’anidride carbonica senza un deciso intervento nel settore del trasporto urbano, che contribuisce moltissimo alle emissioni climalteranti, e un grande sforzo per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative - ha aggiunto Roberto Della Seta -: due aree di intervento in cui mol- Conferenza sul clima di Nairobi: Legambiente fa appello a Pecoraro L’Italia si presenta all’appuntamento di Nairobi con un pessimo biglietto da visita: da quando il protocollo di Kyoto è stato firmato nel 1997 le emissioni prodotte dal nostro Paese sono considerevolmente aumentate di circa il 15%. Greenpeace sollecita l’Unione Europea ad attivarsi per ottenere risultati concreti alla Conferenza sui cambiamenti climatici in corso nella capitale kenyota to pesano le strategie messe in campo da chi governa città e regioni. Peraltro risolvere i problemi del traffico e della mobilità nelle città non serve solo a evitare il surriscaldamento del pianeta, ma anche a rendere più vivibili e più sani i nostri centri urbani». «La Conferenza di Nairobi è dunque il banco di prova della strada che il governo ha intenzione di intraprendere rispetto agli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 - ha concluso Della Seta -; l’Italia si deve presentare con una strategia chiara e definita per non essere più il fanalino di coda dell’Unione Europea. Perché il Protocollo di Kyoto non è “il problema” del settore energetico italiano, ma una straordinaria opportunità per mettere in campo un profondo processo di modernizzazione e di rilancio della competitività». Mentre i ministri dell’ambiente di tutto il mondo sono in volo per Nairobi, Greenpeace sollecita l’Unione Europea ad attivarsi per ottenere risultati concreti alla Conferenza sui cambiamenti climatici in corso nella capitale kenyota. All’inizio della seconda settimana cruciale di negoziati, l’Ue si è impegnata solo a parole a combattere il cambiamento climatico, ma perché si proceda sulla strada tracciata dal Protocollo di Kyoto bisogna fissare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per il periodo 2008-12. «Dov’è finita la leadership europea nella lotta al cambiamento climatico? Noi non la vediamo» afferma Francesco Tedesco, responsabile clima di Greenpeace. «E l’Italia? Prodi segua l’esempio di Zapatero che ha reso obbligatori i pannelli solari per gli edifici di nuova costruzione o in ristrutturazione». A fine 2005 a fronte dei 6.5 milioni di mq installati in Germania, degli oltre 3 milioni di mq in Grecia e dei 2.3 milioni in Austria, la Spagna ne aveva quasi 530mila e l’Italia meno di 520mila mq. In relazione alla popolazione, l’Italia ha circa la metà del solare termico della Spagna. «Se l’Italia avesse la stessa superficie presente in Germania, si potrebbero risparmiare 600mila tonnellate equivalenti di petrolio e circa 2 milioni di tonnellate di CO2, con tempi medi di recupero dell’investimento di pochi anni a seconda della fascia climatica» prosegue Tedesco. Per porre un freno agli sconvolgimenti climatici ed evitare che il riscaldamento terrestre superi la soglia dei 2 gradi centigradi è oggi di vitale importanza imporre un obiettivo di riduzione delle emissioni globali di gas serra del 50 per cento entro il 2050. Questo richiederà da parte dei Paesi industrializzati uno sforzo di riduzione di almeno il 75 per cento per quella data. SPESE MILITARI 50 senatori chiedono inversione di tendenza «Le spese militari in Italia rischiano di raggiungere livelli insostenibili, non in linea con quello che è stato il nostro impegno con elettrici ed elettori ed alle proposte e istanze promosse dai movimenti sociali e dalla società civile italiana ed internazionale, per un altro mondo possibile, per una politica per la pace ed il disarmo, per la cooperazione, la solidarietà internazionale e la giustizia economica globale». È quanto dichiara il senatore del Prc Francesco Martone tra i promotori di un documento al quale hanno aderito cinquantatre parlamentari del centro sinistra. Nel documento si ricorda che Il programma dell’Unione prevede iniziative innovative in sostegno alla riduzione delle spese militari, al rilancio della cooperazione internazionale in termini quantitativi e qualitativi, il sostegno a politiche di disarmo e non-proliferazione, al rafforzamento dei meccanismi di controllo e monitoraggio del commercio di armi, la piena attuazione della 185/90 che tra l’altro prevede la costituzione di un fondo per la riconversione dell’industria bellica, il sostegno a corpi civili di pace. «Su questo ci siamo impegnati e continueremo a farlo, continua Martone, e proprio per questo uniamo la nostra voce per chiedere una netta inversione di tendenza nelle politiche del nostro Paese, attraverso una serie di misure che possano realmente marcare il rafforzamento di una politica estera, industriale e commerciale di pace e prevenzione dei conflitti». «Senza che ciò - conclude Martone - vada a discapito del diritto al lavoro, difatti proprio per questo ho presentato un Disegno di Legge sulla riconversione dell’industria bellica, che mi auguro venga presto messo in discussione in commissione. Il Governo faccia la sua parte, stanziando 50 milioni di euro per il fondo per la riconversione dell’industria bellica», conclude Martone. FORESTE Scottex, Greenpeace non si arrende Dopo l’azione di Torino di venerdì scorso, anche in Nord America Greenpeace punta il dito contro la Kimberly-Clark, il gigante della carta che detiene i marchi Scottex e Kleenex. Ad Everett, nello stato di Washington, due attivisti di Greenpeace si sono incatenati ad un pacchetto di fazzolettini gigante con la scritta “Kleenex= Ancient Forest Destuction” e non hanno alcuna intenzione di sgombrare finché non otterranno dalla Kimberly-Clark l’impegno concreto a cessare le attività di taglio a raso delle foreste boreali del Canada. Si tratta dell’ultima iniziativa di Greenpeace per denunciare la politica irresponsabile di uno dei maggiori produttori di fazzolettini e carta igienica. «Ancora una volta la KimberlyClark declina ogni responsabilità all’accusa di coinvolgimento nella distruzione delle ultime foreste primarie - dichiara Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace - Non abbiamo alcuna intenzione di desistere finché la Kimberly Clark non accetterà di venire incontro alle nostre richieste e a quelle dei consumatori». Recenti statistiche hanno infatti rivelato che più dell’80 percento della popolazione americana preferisce acquistare prodotti usa e getta in carta riciclata a prezzo maggiorato pur di dare una mano alla sopravvivenza delle ultime foreste primarie canadesi. «Numerose multinazionali hanno già optato per valide alternative di minor impatto ambientale, è ora che anche la Kimberly faccia lo stesso». La foresta boreale è considerata l’Amazzonia dell’emisfero settentrionale, rappresentando il 25 per cento delle foreste primarie residue.