12 dicembre 2016 - N. 2

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12 dicembre 2016 - N. 2
Mensile d’informazione per operare
nelle Repubbliche dell'EAEC
A cura di Intesa Sanpaolo con la collaborazione de Il Sole 24 ORE
12 dicembre 2016 - N. 2
Kazakhstan - Petrolio: giacimento Tengiz non si
ferma, via libera a nuovi investimenti
Kazakhstan - Banche: si riparla di fusione Halyk
Bank/Kazkommertsbank
Kazakhstan - Tassi: governatore Akishev inizia
manovra normalizzazione.
Kazakhstan - Petrolio: ricavi KazMunaiGaz 9 mesi
pari a 1,496 miliardi di dollari.
Bielorussia- macchine movimento terra: Amkodor
si allea con Sinomach Heavy
Kirghizistan - Carbone: il Governo rilancerà una
gara per il progetto Karakeche
Kazakhstan auto: nuovi investimenti possono
aspettare
Kazakhstan - Metallurgia: Kazchrome investirà 153
mln USD ad Aksu
Kazakhstan - Metallurgia: via libera del Governo a
produzione stabilimento Tenaris
Armenia - Energia: Banche di sviluppo finanziano
ristrutturazione rete elettrica
Eurasia 24
12 dicembre 2016 - N. 2
EDITORIALE N.2
Kazakhstan - Petrolio: giacimento
Tengiz non si ferma, via libera a nuovi
investimenti
Serviranno a migliorare il tasso di recupero dai pozzi già
attiva e all’apertura di nuovi campi. Produzione aggiuntiva:
850 mila barili giorno
Entro il 2022 è prevista un’ulteriore espansione della produzione del megagiacimento petrolifero di Tengiz,
localizzato nel Kazakhstan occidentale a 12mila piedi di profondità , a seguito del piano approvato dai soci di
Tencghizchevroil LLP che prevede nuovi investimenti pari a 36,8 miliardi di dollari. A regime, l’incremento previsto è
di 39 milioni di tonnellate anno (850 mila barili giorno).
In realtà il piano denominato FGP-WPMP (Future Growth Project and Wellhead Pressure Management Project )
procede su un doppio binario. E cioè un intervento sulla pressione in uscita dai pozzi di produzione esistenti e di
reiniezione di gas con l’obiettivo di evitare un calo dei quantitativi estratti a seguito dell’invecchiamento del
giacimento e di mantenere a pieno regime il livello di utilizzo dei sei diversi impianti di separazione attualmente
installati. E la messa in produzione di nuovi pozzi. Per il primo tipo di interventi che dovrebbe consentire un
recupero di 280 mila barili giorno, la progettazione ingegneristica è già in fase avanzata. Attualmente i partner di
Tengizchevroil sono Chevron Overseas con una quota del 50%, Exxon Mobile con il 25%, la società petrolifera
nazionale KazMunaiGas con il 20% percento), Chevron Overseas (50 percent), Exxonobil e LukArco con il 5%. Le
riserve complessive del giacimento che si estende lungo un tracciato di 20 chilometri in larghezza e di 21 in
lunghezza, sono attualmente valutate in 3,2 miliardi di tonnellate (25,5 miliardi di barili) a cui vanno aggiunti 200
milioni di tonnellate del giacimento annesso di Korolevskoy. Le riserve classificate recuperabili oggi sono però
notevolmente inferiori. Per l’insieme dei due giacimenti la valutazione oscilla tra 800 mila e 1,3 miliardi di
tonnellate.
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FINANZA E MERCATI N.2
Kazakhstan - Banche: si riparla di
fusione Halyk Bank/Kazkommertsbank
Sono i principali istituti di credito del Paese con asset in
bilancio corrispondenti a 27 miliardi di dollari
In novembre diverse fonti giornalistiche e del mondo finanziario hanno rilanciato l’ipotesi di una imminente fusione
tra le due principali banche del Paese: Halyk Bank e Kazkommertsbank . La notizia è stata smentita solo
parzialmente da Halyk Bank che ha fatto riferimento a semplici “scambi di opinioni” avvenuti tra i due Istituti, in
assenza però di vere e proprie offerte formalizzate. Ha anche sottolineato che l’operazione, se condotta su basi
commerciali “eque” e su valutazioni che tengano conto degli standard internazionale di settore, potrebbe essere
presa in considerazione. Halyk Bank, ha una capitalizzazione di mercato pari a 1,7 miliardi di dollari e nei primi 9
mesi del 2016 ha prodotto un utile di 94 miliardi di tenge (276 milioni di dollari). E’ stata il primo Istituto di credito
del Paese a introdurre procedure di e-banking.
E’ presieduta dalla signora Umut Shayakhmetova, una manager che ha iniziato la carriera nel gruppo ABN
Amro. Gode di notevole reputazione anche all’estero e attualmente presiede la sezione Europa Orientale, Asia
Centrale, Russia e Caucaso dell’Unione dei Pagamenti Internazionale. In Kazakhstan presiede anche il comitato
Finanza della Camera di Commercio nazionale. Kazkommertsbank che ha una capitalizzazione pari a circa un terzo
(540 milioni di dollari) è controllata dal finanziere kazako Kenges Rakishev
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FINANZA E MERCATI N.2
Kazakhstan: BERS lancia emissione indicizzata in tenge
E’ la prima in assoluto. Valore equivalente a 100 milioni di dollari. Sarà seguita da un’analoga operazione
entro fine anno.
Un forte segnale di fiducia nei confronti di una ripresa dell’economia del Kazakhstan è giunto in novembre dalla
Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo (BERS) che ha emesso un bond quinquennale in tenge da 34 miliardi
(100 milioni di dollari) indicizzato al tasso di inflazione kazako. Il rendimento è di 10 punti base al di sopra
dell'indice prezzi trimestrali su cui la Banca Centrale caibra i suoi obiettivi di politica monetaria. L'emissione è
gestita da Citigroup Global Markets. Sarà quotata a Londra e le operazioni di clearing saranno effettuate tramite
Clearstream. Entro breve dovrebbe fare seguito una seconda emissione per un importo analogo. L'obiettivo è anche
di dotare il Kazakhstan di uno strumento di mercato monetario che possa essere utilizzato da Fondi Pensione e più
in generale da investitori istituzionali. Attualmente BERS ha in corso 27 progetti nel Paese per un valore
complessivo di 620 milioni di euro a cui se ne aggiungono altri in corso di approvazione per circa 800
milioni. Concretamente gli esborsi previsti nel 2017 ammontamo a 750 milioni di dollari e la nuova emissione
dovrebbe servire a coprirne una parte. BERS prevede che il Kazakhstan chiuda il 2016 con un tasso di crescita
comunque positivo (+ 0,7%) e che dovrebbe salire al 2,4% nel 2017 con una ripresa di fiducia da parte degli
investitori. Secondo Agris Preimanis, capo economista BERS per l’area centro-asiatica, il tasso di inflazione dovrebbe
scendere sotto al 15% entro la fine dell’anno e ridursi a numeri di una cifra nel 2017. “Siamo mediamente più
ottimisti di altre istituzioni internazionali sul Kazakhstan, ma questo avviene perché conosciamo molto bene il Paese
che secondo noi sta affrontando la crisi in modo efficace”, ha dichiarato.
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FINANZA E MERCATI N.2
Kazakhstan - Tassi: governatore
Akishev inizia manovra
normalizzazione.
L’inversione di rotta dopo la forte stretta di un anno fa è
iniziata in settembre. Attualmente il tasso di riferimento è
del 12%. Anche il tasso di inflazione dà segnali di
rallentamento
La Banca Centrale del Kazakhstan, presieduta da un governatore quarantenne, Daniyar Akishev, che si dichiara
“monetarista convinto”, ha gestito la crisi congiunta derivante dal crollo dei prezzi del petrolio con conseguente
taglio negli introiti fiscali, svalutazione del tenge (dopo un tentativo, fallito, di resistenza) e aumento dell’inflazione
importata attraverso un forte rialzo del tasso di riferimento. Che da livelli attorno al 4% all’inizio 2015, è salito al
12% in settembre fino a raggiungere il 17% nella prima metà del 2016. Dal settembre di quest’anno però,
Akishev ha ritenuto che fosse arrivato il momento di invertire la rotta e ora il tasso di riferimento è del 12% in
previsione di una consistente riduzione del tasso di inflazione che solo ora sta iniziando a calare (siamo comunque
ancora sopra al 15%). La parità sul dollaro, da 180 dollari a metà del 2015, aveva subito un tracollo nell’ agosto
dello stesso anno continuando a perdere di quota fino a sfiorare i 400 dollari nel febbraio quest’anno. Ora è
risalita attorno a 340 dollari. Uno dei principali obiettivi della Banca, attualmente, è di far rientrare i capitali
emigrati all’estero. Segnali positivi, sotto questo profilo, non mancano. La quota in dollari dei depositi all’interno
delle banche del Paese, che aveva superato l’80% in gennaio, era rapidamente scesa al 67% in settembre.
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FINANZA E MERCATI N.2
Eurasia - Cina: Pechino propone Banca
di Sviluppo per Paesi SCO
La proposta è stata effettuata in occasione dell’ultimo
vertice a cui hanno partecipato Cina, Russia, Kirghizistan,
Kazakhstan, Tajikistan, e Uzbekistan,
Nel corso dell’ultimo incontro al vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) avvenuta a
Bishkek e a cui hanno partecipato i primi Ministri di Cina, Russia, Kirghizistan, Kazakhstan, Tajikistan, e
Uzbekistan, il premier cinese Li Keqiang, ha proposto la creazione di una Banca di Sviluppo specifica per il
finanziamento di progetti comuni nell’ambito della stessa SCO. Ha aggiunto inoltre che la Cina è disponibile a
valutare la realizzazione un’area di libero scambio tra i Paesi aderenti suggerendo di iniziare uno studio più
approfondito di questo eventuale dossier. L’incontro si è concluso con l’approvazione di un documento che
prevede una serie di misure tecniche concrete di collaborazione nel campo economico, finanziario e dei trasporti
nel prossimo quinquennio.
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Kazakhstan - Salute: nuovo fondo
previdenziale finanzierà spesa sanitaria
Sarà a contribuzione definita: 2% versato dalle imprese e
4% dallo Stato. Attualmente il bilancio della sanità kazaka
ammonta a circa 1.700 miliardi di tenge a cui si
aggiungono 570 miliardi di spesa privata.
Da quest’anno, con l’entrata in funzione di un Fondo Nazionale per la Salute, cambia il sistema di finanziamento
della spesa sanitaria in Kazakhstan. Il Fondo sarà gestito dal Ministero della Sanità e amministrerà i contributi
(obbligatori) delle imprese per un ammontare pari al 2% del salario o dello stipendio versato al dipendente. Lo
Stato, da parte sua, verserà un ulteriore 4%. Obiettivo immediato del Fondo è di rendere più sostenibile e anche
più efficace la spesa medica e farmaceutica. Puntando su prevenzione e tempestività. E’ stato infatti rilevato che
nel Paese, tra le fasce più svantaggiate, molte persone evitano di curarsi in tempo per risparmiare su visite mediche
e farmaci. Con il risultato che, se e quando la situazione si aggrava, la loro presa in carico da parte del sistema
sanitario risulta molto più onerosa . Gli esborsi del Fondo non potranno comunque eccedere i contributi versati.
Per fare fronte a necessità non programmate però è previsto che nel tempo, si consolidi una riserva permanente
per un ammontare pari almeno al 3% della spesa annuale.
Attualmente il bilancio del Ministero della Salute kazako ammonta a circa 1.700 miliardi di tenge per la gestione
delle strutture pubbliche. A cui si aggiunge una spesa privata valutata in circa 570 milioni di cui oltre la metà per
farmaci.
Accanto al finanziamento corrente di una parte della spesa sanitaria, il Fondo dovrebbe avere anche altri obiettivi
riguardanti la formazione del personale medico e parasanitario, l’acquisto di attrezzature e l’introduzione di nuove
tecnologie. Le modalità attraverso cui tutto questo potrà avvenire, in realtà, non sono del tutto chiare. Anche
perché l’introduzione del nuovo strumento di finanziamento è concomitante a una serie di modifiche del sistema
che dovrebbe operare in futuro sulla base di tariffe predefinite sia per le strutture pubbliche che per quelle private.
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Kazakhstan - Petrolio: ricavi
KazMunaiGaz 9 mesi pari a 1,496
miliardi di dollari.
Generazione di cassa positiva per 308 milioni. Previsti
investimenti per 286 milioni. Strategia di aumento del
valore con raffinazione a Atyrau e Pavlovar
KazMunaiGaz ha chiuso al 30 settembre i conti relativi ai primi 9 mesi del 2016 con ricavi complessivi pari a 515
miliardi di tenge (1.496 milioni di dollari). Formalmente si tratta di un aumento del 47% su base annua , ma questo
solo perché nel frattempo la valuta kazaka si è svalutata del 76% rispetto al dollaro. La società hta anche subito il
calo delle quotazioni del petrolio (- 24% il Brent su base annua).
Gli utili ammontano a 76 miliardi di tenge (220 milioni di dollari). Al netto dell’effetto cambio, nei primi nove mesi
del 2015 erano stati di 703 milioni di dollari. Sul fronte dei costi pesa soprattutto l’aumento della voce trasporti sia
per il prodotto esportato (le tariffe sono in genere espresse in dollari) sia per quello commercializzato all’interno,
data la distanza delle raffinerie dai centri di produzione. La generazione netta di cassa è comunque rimasta positiva
per 108 miliardi (308 milioni di dollari). Alla data del 30 settembre la posizione netta del gruppo ammontava a
1.245 miliardi di tenge (3,4 miliardi di dollari) in aumento di 81 miliardi (240 milioni di dollari) rispetto alla chiusura
del 30 giugno 2016. Complessivamente il terzo trimestre segna un netto aumento di redditività rispetto ai due
trimestri precedenti.
E’ stato anche aggiornato il piano di investimenti del gruppo che dovrebbe chiudere il 2016 con un esborso di 103
miliardi di tenge (286 milioni di dollari) principalmente destinati all’apertura di nuovi pozzi nei due principali
giacimenti gestiti direttamente. Più in dettaglio, nel biennio 2016/2017 saranno 249 pozzi di cui 66 riguardano
Ozenmunaigas ( OMG), e quelli restanti, Embamunaigas (EMG).
L’aspetto nuovo, nei conti della società è determinato dall’apporto derivante dalla
commercializzazione di prodotti raffinati, in quanto KazMunaiGas ha deciso all’inizio dell’anno di alimentare in
prima persona, nonostante la distanza dai giacimenti, le raffinerie kazake di Pavlovar e Atyrau con la fornitura nel
primo caso di 1.981.00 tonnellate e nel secondo di 559.000 tonnellate. Questa attività è stata gestita dalla
controllata KazMunaiGas Refining & Marketing. L’operazione ha consentito una significativa crescita di valore. I
ricavi per tonnellata al netto dei costi di raffinazione e commerciali sono stati di 39.859 tenge per il prodotto di
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Atyrau e di 48.433 per Pavlovar. I costi di raffinazione di Atyrau sono stati di 20.501 tenge e di Pavlocvar di
14,895 Tenge.
L’estrazione complessiva del gruppo è stata di 9.134.000 tonnellate di petrolio (246 mila barili giorno) in leggero
calo (- 1,2%) rispetto allo stesso periodo del 2015.
La parte preponderante è imputabile a Ozenmunaigas, (4.181.000 tonnellate, in crescita del 2% su base annua) e
a Embamunaigas ( 2.122.000 tonnellate in crescita dell’1%). Il 60% della produzione dei due giacimenti è stata
esportata mentre il 40% è confluita sul mercato interno per essere raffinata. I quantitativi restanti della produzione
(2.831.000 tonnellate, in calo del 6% su base annua) sono le quote di KazMunaiGas nei consorzi KGM, CCEL e
PetroKazakhstan. La diminuzione è imputabile soprattutto a quest’ultima società
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Kazakhstan - Petrolio: Blue Wayer
Shipping ordina 20 nuove navi a
gruppo Fincantieri
Sono 20 unità per il trasporto del greggio.Saranno costruite
dai cantieri Vard localizzati in Romania. Il valore dei
contratti di trasporto siglati con TCO ammonta a 550
milioni di dollari
In vista dell’aumento della produzione del giacimento di Tengiz, Blue Water Shipping, principale compagnia di
navigazione specializzata in tanker operante nell’area del Caspio ha siglato con TCO due contratti di trasporto
rispettivamente di 350 e di 154 milioni di dollari, che prevedono la messa in cantiere di una ventina di nuove navi
per trasporto di contenitori.
La prima commessa fa capo al consorzio guidato dalla stessa Blue Water assieme a Topaz Marine and Energy e
prevede la costruzione di 17 nuove unità che da Tengiz dovrebbero raggiungere il porto di Prorva, in Kazakhstan,
dove sarà costruito anche un nuovo approdo. Sono unità del tipo VARD 921 che misurano oltre 120 metri in
lunghezza, costruite nei cantieri localizzati in Romania del gruppo Vard/Fincantieri. I singoli contenitori hanno,
ciascuno una capacità di 1.800 tonnellate. La consegna delle prime due unità è prevista per la seconda metà del
2018.
La seconda commessa riguarda la costruzione di tre navi di maggiori dimensioni per il trasporto del petrolio da
Kuryk, nel Kazakhstan occidentale a to Prorva. In qesto caso il consorzio guidato da Blue Water incude la
compagnia di Stato Kazmortransflot (KMTF) e Topaz Energy and Marine a cui è stata affidata la gestione tecnica. Le
nuove navi di 113 metri in lunghezza e 21 in largezza poteanno trasportare fino a 75 moduli con carichi di 1.600
tonnellate.
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Bielorussia - Congiuntura: riprende (+
3% in ottobre) la produzione
industriale
…. ma restano numerosi nodi da sciogliere. Riguardano la
situazione di alcuni tra i maggiori gruppi industriali del
Paese, il calo degli investimenti, lo stallo dei negoziati col
Fondo Monetario Internazionale
Punto di svolta nella congiuntura economica della Bielorussia che chiude il 2016 con un bilancio in sofferenza? La
risposta , secondo quanto dichiarato dal vice primo ministro Vladimir Semashko, appare positiva, almeno stando
agli ultimi dati (ottobre) sulla produzione industriale che indicano un aumento del 3% su base annua. Semashko si
è anche esposto con una previsione di ulteriore aumento, pari all’11%, nel 2017.
Il dato di ottobre è un segnale, indubbiamente. Ma questo non significa che siano automaticamente risolti gli
elementi di fragilità del sistema emersi negli ultimi anni.
Grandi e piuttosto sofferenti
La prima sfida, per il Governo, nel 2016, è stata di mantenere a un livello minimo vitale di attività i gruppi leader
del Paese che operano nel settore della meccanica e soffrono di una serie concatenata di avversità con un volume di
perdite aggregate che nei soli primi 5 mesi del 2016 ammontavano già a quasi un miliardo di dollari. La situazione è
imputabile al calo della domanda interna che di quella della Russia che resta il principale mercato di sbocco. In
aggiunta al forte indebitamento e quindi al peso degli oneri finanziari e ammortamenti, nonché alle conseguenze
del taglio degli investimenti in tecnologia che si traducono in minore competitività sui pur numerosi mercati esterni
(principalmente: Paesi in Via di Sviluppo). Il supporto del Governo a favore di alcuni di queste aziende, come
Gomselmash e MTZ (macchine agricole) la cui produzione nei primi sei mesi dell’anno non ha raggiunto 900 unità
(circa 800 trattori e 50 mietitrebbia) è avvenuto sotto forma di prestiti finanziari, che però andranno onorati.
FMI chiede più riforme
Il nodo del finanziamento dei grandi trust industriali resta anche al centro dei negoziati del Governo di Minsk con il
Fondo Monetario per ottenere una tranche di prestiti pari a 3,5 miliardi di dollari in grado di consolidare anche le
riserve valutarie del Paese che sono calate ai minimi storici. E’ una questione complessa. Il Fondo punta in ultima
analisi a una soluzione conforme ai dettami dell’economia di mercato (no sussidi, privatizzazione ecc) ma sembra
anche consapevole che questa non dovrà portare alla distruzione delle stesse aziende. Non si accontenta però delle
risposte del Governo di Minsk che per ora sono limitate alla definizione di un nuovo quadro legale e normativo di
riforme economiche. Quindi l’approvazione dei fondi è bloccata. Né può essere sostituita dagli apporti del Fondo di
Stabilizzazione e Sviluppo Euroasiatico che ha già dovuto emettere una tranche di 760 milioni di dollari per
garantire il rimborso e anche il servizio (interessi) di quello esistente.
Banche con portafogli … di piombo
In questa situazione non riesce a essere di grande aiuto il sistema creditizio. Le banche bielorusse, in realtà non
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mancano di liquidità. Ma sono fortemente ostacolate dai lasciti del (recente) passato. Che consistono, in primo
luogo, in una quota ormai consistente di crediti dubbi. Il dato ufficiale, a fine ottobre (14,3%) non sembrava
insostenibile ma è comunque raddoppiato nel corso di quest’anno. Situazione che aumenta le cautele delle
banche a erogare nuovi crediti: in effetti l’andamento dello stock di posizioni in essere nell’ultimo periodo ha il
segno “meno”. E i tassi di riferimento restano elevati: attorno al 18% . Soprattutto poi diminuisce la quota di
crediti destinata a nuove iniziative o espansione di quelle esistenti. E’ da tre anni ormai che gli investimenti delle
imprese stanno calando: - 6% su base annua nel 2014, - 17% nel 2015, - 20% nel primo semestre del 2016.
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Bielorussia- macchine movimento terra:
Amkodor si allea con Sinomach Heavy
Principale obiettivo del gruppo bielorusso è l’accesso a più
tecnologie. Per i cinesi si tratta di aprire una porta
d’ingresso sul mercato UE.
Bielorussia come possibile porta d’ingresso in Europa ed eventualmente anche in altre aree del mondo: questa
almeno la prospettiva che ha convinto i manager di Sinomach Heavy Industries, colosso cinese della meccanica
pesante che domina anche il comparto delle macchine per movimento terra (caricatori, scavatrici benne ecc ) a
siglare un programma pluriennale di collaborazione con Amkodor, principale raggruppamento industriale
bielorusso nel settore dei mezzi cingolati e pesanti per uso civile e militare. Che a sua volta, da Pechino, si attende
un rilevante contributo in termini di tecnologie per continuare a competere in un segmento dove l’innovazione
continua è un fattore determinante.
Si inizia con scavatrici e Dozers
Sotto questo profilo in realtà neanche Sinomach è tra le aziende leader. Ma operando sul primo mercato mondiale
dispone di mezzi finanziari e soprattutto di un potere contrattuale che le ha consentito di siglare accordi di
produzione su licenza con operatori quali Komatsu, Hyundai, Terex e Martex. Il primo segmento in cui dovrebbe
operare l’accordo Amokdor – Sinomach è quello delle scavatrici e dei dozers con l’avvio di una nuova fabbrica in
joint venture che dovrebbe essere localizzata nel parco industriale di Veliki (kamen) che peraltro vede Amkodor tra i
propri promotori e che sostituirà in sostanza la produzione del precedente impianto KEZ di Kokhanovo.
Investimenti per 170 milioni di dollari
E’ previsto che in una fase successiva, se l’iniziativa avrà successo, la gamma possa estendersi anche a caricatori,
schiacciasassi ed altri . In questa prospettiva sono già programmati investimenti per 170 milioni di dollari destinati
alla modernizzazione dell’impianto Amkodor Mash di Kolodishci dove verrebbero prodotti trattori e caricatori
frontali di grande potenza (300-500 cv) e dei 2 impianti della Saleo a Kobrin e Gomel
La prima fase comunque è già operativa. Le sue aziende hanno creato un comitato di lavoro congiunto e
sostengono di essere in grado, entro il 2017, tre modelli di scavatrici e due di dozers.
Accanto ai paesi UE la nuova società cercherà di inserirsi anche su mercati di America Latina e Africa
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Kirghizistan - Carbone: il Governo
rilancerà una gara per il progetto
Karakeche
Prevista la costruzione di una centrale termoelettrica da
1.200 Megawatt e l’esportazione del carbone verso la Cina
con un prolungamento dei collegamenti ferroviari
Il Governo di Bishek ha deciso di rilanciare la gara per un progetto integrato di valorizzazione del sito di Karakeche
una località della Regione montagnosa di Naryn dove sono operanti diversi giacimenti di carbone (lignite) con un
volume di riserve valutato in 438 milioni di tonnellate di cui circa 200 estraibili con operazioni a cielo aperto.
Attualmente la produzione è caricata prima su camion e poi su ferrovia a Balychy da dove può raggiungere la
capitale Bishek.
II principali interventi previsti dal Governo riguardano la costruzione di una centrale termoelettrica con una
potenza di 1.200 Megawatt che dovrebbe servire l’intero nord del Paese . Il potenziamento dell'attività estrattiva
fino a 3 milioni di tonnellate anno (attualmente l’intera produzione del Paese ammonta a circa 1,5 milioni di
tonnellate). E l’estensione della ferrovia fino a Karakeche, per diminuire i costi ldi trasporto del carbone venduto.
Gli investimenti complessivi nell'insieme di questi interventi ammonterebbero a circa 2,5 miliardi di dollari. Una
prima richiesta di offerte presentata all’inizio del 2016 non aveva dato risultati positivi ma era dovuto anche alle
indicazioni piuttosto generiche fornite dal Governo. La nuova gara sarà invece preparata con l’ausilio di una società
di consulenza specializzata. Una versione più ambiziosa del progetto che le Autorità kirghize stanno valutamdo
con il Governo di Pechino, prevede che il collegamento ferroviario diventi un vero e proprio asse di
attraversamento del Kirghizistan da Andijan, ai confini con l’Uzbekistan fino a Kashgan, in Cina. Pechino potrebbe
finanziare i lavori ripagandosi con il carbone fornito.
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SETTORI DELL'ECONOMIA N.2
Kazakhstan – Rame: produzione Kaz
Metal in forte crescita
L’aumento è imputabile al programma di investimenti in
corso nei giacimenti di Bozshakol e Aktogay
Produzione e risultati in crescita le Kaz Metal, principale produttore di rame del Kazakhstan con un’estensione
anche in Kirghizistan (giacimento di oro e rame di Bozymchakche).Il gruppo, quotato a Londra, Hong Kong e
Almaty, chiude il terzo trimestre 2016 con una produzione catodo-equivalente di 44.500 tonnellate in aumento di
14 mila tonnellate sul trimestre precedente . Buona parte della crescita è imputabile al giacimento di la cui
produzione è raddoppiata grazie ai nuovi investimenti effettuati. E’ cresciuta anche del 70% la produzione
dell’impianto di concentrazione (ossidi) localizzato nel sito di Aktogay. Le produzioni minerarie congiunte nel
trimestre ammontano a 41 mila once di oro, 806 mila once d’argento e 17 mila tonnellate di zinco. Il Gruppo
prevede di poter chiudere il 2016 con una produzione complessiva pari a 135/145 mila tonnellate catodo
equivalenti di rame rispetto alle 81 mila tonnellate del 2015.
Kaz Mineral in Kazakhstan controlla 4 giacimenti a cielo aperto e tre impianti di concentrazione nell’est del Paese
che attualmente coprono la maggior parte della produzione. Ma le rilevanti prospettive di crescita nei prossimi
anni sono collegate agli investimenti in corso a Bozshakol che dispone di riserve per 30milioni di tonnellate di
minerale con un livello di concentrazione pari allo 0,36 per una produzione prevista a regime pari a 100 mila
tonnellate annue catodo equivalenti di rame e a 120mila once di oro. E quelli del giacimento di Aktogay (dove
sono localizzati anche due impianti di concentrazione) con riserve di minerale pari a oltre 50 milioni di tonnellate
da cui sono estratti sia ossidi che solfiti di rame con livelli di contrazione pari rispettivamente a 0,37% e 0,33% e
una produzione prevista a regime di 15 mila e 90 mila tonnellate catodo equivalenti di rame.
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DOSSIER N.2
Kazakhstan auto: nuovi investimenti
possono aspettare
La “decrescita” russa unita a segnali di protezionismi
all’interno della stessa Unione Eurasiatica si sono tradotte
in un ridimensionamento delle prospettive di esportazione
sui mercati vicini
Numeri, se tutto andrà bene, ridotti di almeno un terzo rispetto ai livelli di mercato di tre anni fa. Drastica revisione
dei programmi di investimento e crescita delle società di assemblaggio locale. E forti incertezze su come affrontare
le sfide dei prossimi anni (costi, competitività) con l’ingresso del Paese nella World Trade Organisation avvenuta nel
2015. E’ questa in sintesi, la situazione in cui si trova attualmente l’industria kazaka dell’auto. In breve si possono
riassumere i motivi.
Un’industria da proteggere Fino a qualche anno fa il Kazakhstan era soprattutto un mercato di importazione di
vetture usate e nuove. Crescevano i redditi e insieme crescevano le importazioni. Ma, a partire dal 2010, sono
intervenuti due fattori: la volontà del Governo di sviluppare l’attività industriale, puntando anche sul settore auto. E
l’avvio della zona di libero scambio eurasiatica con la Russia ed altri Paesi dell’ex Unione Sovietica.
Di qui alcuni cambiamenti importanti. Il Governo decide di finanziare la costruzione di una serie di nuovi
stabilimenti per assemblare veicoli in partership con alcune grandi case automobilistiche straniere. Tra i fornitori di
impiantisti anche alcune aziende italiane. E decide anche di alzare al 30% i dazi di importazione, in modo da
proteggere la nascente industria locale. Deve però escludere i Paesi eurasiatici da questa penalizzazione.
Puntare su Russia e mercati vicini Il cambiamento è rapido: in pochi anni il principale
stabilimento di assemblaggio gestito dal gruppo AsiaAuto raggiunge un livello discreto di produzione. Sono circa
30 mila unità annue, distribuite peraltro su diversi modelli coreani (Kia), russi (Autovaz), ceco/tedeschi (Skoda),
statunitensi (General Motors). Contestualmente AsiaAvto amplia il suo stabilimento localizzato a Ust-Kamenogorsk
e lancia il progetto di un mega polo dell’auto destinato a ospitare anche un numero crescente di componentisti,
incluse attività di stampaggio lamiere, saldatura, verniciatura con una capacità prevista di 120 mila unità all’anno.
Identificando anche un’area di 155 mila m2 per ospitare queste attività. Ancora nel 2014 il presidente di Asia
Auto, Erik Sagymbayev annuncia, in diverse interviste l’intenzione di portare la produzione a 110 mila unità di cui
40 mila destinate al mercato interno e 70 mila a quello russo e dei vicini Paesi eurasiatici. Questa almeno la
prospettiva con cui riesce a convincere i partner stranieri a puntare sul suo Paese e sul suo stabilimento. “Noi siamo
un mercato con 17 milioni di abitanti. Loro sono 144 milioni. E’ evidente che i nostri partner hanno bene in mente
queste cifre”, spiega Sagymbayev. Si tratta, nel caso specifico di Kia, Volkswagen, Peugeot e della stessa Autiovaz
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russa che ha in Kazakhstan il suo principale mercato esterno e che promette ad Asia Auto di portare i modelli
prodotti a Ust-Kamenogorsk anche sul mercato della Siberia e Russia Orientale.
La Russia rallenta e si protegge Ma le cose vanno in tutt’altro modo a partire dalla seconda metà dello stesso anno
con la crisi del mercato russo che si trasmette all’insieme delle economie eurasiatiche. Aggravata da una serie di
dazi aggiuntivi nell’ordine del 10 - 20 per cento, imposti dal Governo di Mosca per proteggere le proprie fabbriche,
che penalizzano anche le importazioni dal Kazakhstan.
In parallelo si ridimensionano anche le aspettative del principale gruppo rivale,
Agromash Holding, che ha investito a sua volta in un grande stabilimento a Kostanai, con incluso progetto di polo
dell’auto aperto a subfornitori e componentisti. Dopo aver effettuato annunci di accordi con costruttori diversi, tra
cui l’italiana Iveco, per il momento si deve accontentare dell’assemblaggio di alcuni modelli Peugeot, General
Motors e della cinese JAC. In realtà, a Kostanai, linee che lavorano di oiù sono quelle di Astana Motors che
assembla i modelli Hyundai e Kia, introdotti solo due anni fa, ma che stanno riscuotendo un notevole gradimento
nel segmento di classe B in una fascia di prezzo tra i 10 e i 13 mila dollari. Il resto forse verrà, ma i tempi sono
destinati ad allungarsi. E i nuovi impianti restano ben lontani dai livelli di saturazione.
Parco circolante
In Kazakhstan secondo stime del Governo, attualmente circolano 5,8 milioni di vetture di cui
soltanto 3,9 milioni sono regolarmente immatricolare. La quota restante sono vetture importate,
in prevalentemente dalla Russia, soprattutto dopo la svalutazione del rublo. E’un parco
mediamente molto vecchio con un’età media superiore ai 13 anni. Il rallentamento della crisi si è
tradotto anche in una crescita dell’immatricolazione di vetture usate che coprono buona parte
delle importazioni.
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AZIENDE IN PRIMO PIANO N.2
Kazakhstan - Metallurgia: Kazchrome
investirà 153 mln USD ad Aksu
L’intervento mirato ad aumentare produzione ed efficienza
di un impianto di ferroleghe
Kazchrome JSC, principale produttore di cromo e ferroleghe (anche manganese e silicio) del Paese, ha annunciato
un intervento di rinnovo di un impianto localizzato ad Aksu, per un ammontare di 153 milioni di dollari.
L’intervento sarà completamente autofinanziato. Il risultato previsto è un aumento di produzione del 35% e un
taglio di 5% nei costi. Kazchrome controlla diversi giacimenti con impianti localizzati nelle regioni di Aktobe,
Karaganda e Pavlodar. Occupa 19 mila dipendenti ed è quotato alla Borsa di Astana . E’ controllata dal gruppo
Eurasian Recourses Group (ERG) che ad Aktobe ha anche in corso il progetto di una fonderia di alluminio che
comporterà anche l’ammodernamento di due centrali elettriche.
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AZIENDE IN PRIMO PIANO N.2
Kazakhstan - Metallurgia: via libera del
Governo a produzione stabilimento
Tenaris
E’ un impianto di filettatura di tubi senza saldatura per il
settore Oil&Gas. Superate le difficoltà iniziali di
riconoscimento prove tecniche
Tenaris ha potuto avviare in ottobre la produzione del nuovo impianto di filettatura dei tubi e raccordi senza
saldatura, destinati al settore oil&gas localizzato nell’area industriale del porto di Aktau in Kazakhstan.
L’investimento è nell’ordine dei 40 milioni di dollari e la capacità prevista (prodotto finito) di 45 mila tonnellate
anno. In fase di avvio del progetto era sorto un problema riguardante le prove tecniche di resistenza alle pressioni
idrauliche (API 5CT / ISO 11960) che Tenaris già svolge nei suoi stabilimenti di produzione all’origine (Messico,
Italia, Argentina). Il gruppo quindi ha chiesto e ottenuto di non dover ripetere le prove in Kazakhstan con
conseguente aggravio dei costi. Le forniture sono destinate allo sviluppo dei giacimenti di Karachaganak e
Tengizchevroil in aggiunta ad altri potenziali clienti nell’area del Caspio.
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OPPORTUNITA' N.2
Armenia - Energia: Banche di sviluppo
finanziano ristrutturazione rete elettrica
Nel settore disponibili finanziamenti di Asian Development
Bank e Banca Mondiale
I problemi della rete di trasporto elettrico in Armenia stanno diventando un’emergenza nazionale. Le interruzioni
del servizio sono eccessivamente frequenti (superano di 2,5 volte i livelli considerati tollerabili). Il Governo di
Yerevan sta cercando di fare fronte alla situazione anche con il supporto delle istituzioni finanziarie internazionali
che si sono impegnate a supportare un piano complessivo di intervento denominato ETNIP (Electricity Transmission
Network Improvement Project) . Critica, tra le altre, situazione delle sottostazioni di rete con un’anzianità media di
35 anni. Su 16 unità, 14 non sono mai state sottoposte a interventi completi di manutenzione.
Alcune iniziative sono già state avviate ma altre, per cui sono già stati deliberati i finanziamenti, devono ancora
partire. E quindi resta una possibilità di intervento anche per aziende italiane interessate.
Tra queste la riabilitazione di tre sottostazioni elettriche di importanza strategica. Si tratta più in particolare:
•
Delle sottostazioni di Yerevan Thermal Power Center (YTPC) da 220/110/35 chilovolt, collegate a una moderna
centrale a gas a ciclo combinato (250 MW) che copre il 20% del fabbisogno elettrico del Paese. . Il
finanziamento previsto da World Bank è di 35 milioni di dollari.
•
Delle sottostazioni di HVEN che servono la Regione di Ashnak nel Nordest del Paese con oltre 120mila utenze
collegate.
Gli interventi saranno affiancati anche dalla realizzazione di un sistema di back up per il centro di dispacciamento
della rete nazionale.
Il contributo della Banca Mondiale prevede un prestito di 52 milioni di dollari ripagabile in 25 anni con 14 anni di
grazia. Il costo totale, compresi gli apporti locali, è di 69 milioni.
Contestualmente Asian Development Bank si è impegnata a finanziare altre 4 sottostazioni.
In prospettiva la rete avrà bisogno anche di nuova potenza per fare fronte alla crescita dei consumi: entro il 2020
dovranno essere aggiunti almeno altri 500 Megawatt. In un contesto in cui non è facile mantenere gli equilibri
finanziari tenuto conto che i livelli cosiddetti di “povertà elettrica” cioè di famiglie perle quali la bolletta supera il 10
per cento del reddito disponibile.
Link (Banca Mondiale)
http://documents.worldbank.org/curated/en/342701468211797826/pdf/PAD12240PAD0P1010Box385445B00OUO090.pdf
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GUIDA PRATICA N.2
Kazakhstan - Società: i principali strumenti societari per operatori
stranieri
I più utilizzati sono le società avresponsabilità limitata in quanto il capitale minimo richiesto è ridotto. Gli
Uffici di Rappresentanza non possono effettuare operazioni commerciali e le filiali (branches) di entità
estere sono poco convenienti fiscalmente.
Il Codice Civile del Kazakhstan prevede diversi strumenti societari per i soggetti stranieri che intendono operare in
nel Paese: società a responsabilità limitata, società in accomandita, società per azioni, uffici di rappresentanza e
filiali, formule speciali di partnership.Di fatto gli strumenti più utilizzati sono i seguenti:
Società a Responsabilità limitata: contraddistinte dalla sigla LLP (Limited Liability Partnerships) secondo la
terminologia inglese possono essere formate anche da un solo socio , in aggiunta ad altri eventuali. In linea
generale i soci sono civilmente responsabili pro quota per gli obblighi contratti dalla società fino a una cifra
massima corrispondente all’ammontare delle quote stesse. La legge prevede però alcune eccezioni. Il capitale
minimo richiesto è molto basso. Equivale al valore del cosiddetto Monthly Calculation Index (MCI) utilizzato dalle
Autorità kazake per il calcolo delle pensioni e altre prestazioni sociali, moltiplicato per 100. La cifra, aggiornata al 1°
gennaio 2017, ammonta a 226.900 tenge (683 dollari). Per le mini imprese non è prevista neanche questa soglia
minima. I redditi e il patrimonio sono distribuiti in proporzione al capitale versato dai soci, ma lo statuto sociale
può ammettere anche disposizioni differenti. Le società a responsabilità sono soggetti fiscali autonomi
Società per azioni Le JSC (Joint Stock Companies) differiscono dalle società a responsabilità limitata sostanzialmente
per due aspetti: le quote sono suddivise in azioni e il capitale minimo richiesto , pari al MCI moltiplicato per 50 mila,
sale a 341 mila dollari.
Entrambi i tipi di società sono sottoposte alla tassazione sui redditi societari (Corporate Income Tax) e all’IVA che in
pratica si applica ogni tipo di attività (commercio, manifattura, servizi) con un fatturato annuo complessivo
superiore a 30 mila MCI (204 mila dollari). L’aliquota per i redditi societari è del 20%. L’Iva applicata è del 12%.
Filiali Le filiali locali di società straniere non sono considerate ai fini legali come entità autonome, e quindi in ultima
analisi le responsabilità civili o penali fanno capo alla casa madre. Mentre ai fini fiscali sono considerate alla stessa
stregua delle società locali (JSP o JSC) quindi pagano il 20% di aliquota sui redditi a cui si aggiunge un ulteriore
15% di ritenuta d’acconto sui dividendi versati alla casa madre. Che in parte può essere ridotta sulla base di trattati
contro la doppia imposizione.
Uffici di Rappresentanza In linea di principio non potrebbero svolgere vera e propria attività commerciale ma le
rispettive funzioni sono limitate ad attività ausiliarie: promozione, marketing, pubblicità, esplorazione del mercato in
generale.
E’ da rilevare che comunque qualsiasi reddito percepito in Kazakhstan per prestazioni diverse e altre operazioni,
da soggetti fiscalmente non residenti è sottoposta a ritenuta alla fonte . L’aliquota generalmente è del 20% e
scende al 15% per il pagamento di interessi e capital gain e al 5% per alcuni servizi di trasporto internazionali e
assicurativi. Per soggetti residenti, i redditi derivanti da interessi sui titoli di Stato, conti correnti bancari sono esenti
da tassazione. Lo stesso vale per dividendi e cedole di titoli quotati sulle Borse locali e la distribuzione di profitti
derivanti dalla partecipazione a entità legali locali, purché tenuti in portafoglio per più di tre anni.
Soggetti che esercitano attività economiche in modo individuale devono comunque registrarsi presso le autorità
fiscali e sono soggette a tassazione sui redditi (con possibilità di detrazione di una vasta gamma di spese purché
documentate) e all’IVA
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