2010 - IC Scialoia

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2010 - IC Scialoia
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Anno X – n°9 - Giugno 2010
Anno XVII di pubblicazione
Istituto Comprensivo Via Scialoia
E’ questo il diciassettesimo numero di “Bolle di sapere”, ma è il primo numero del nuovo
formato on line. Da quest’anno potremo ripercorrere le tappe più importanti dell’anno
scolastico con un semplice “clik” sul mouse; del resto nel contesto multiculturale in cui
viviamo, la scuola deve saper offrire strumenti e opportunità comunicative adeguate ai tempi,
senza tuttavia dimenticare il testo scritto. Infatti saranno duplicate alcune copie di “ Bolle di
sapere” in formato cartaceo e, coloro che lo vorranno, potranno richiedere il numero unico del
giornalino pagando il costo delle fotocopie.
Apro quindi uno spiacevole argomento che ha caratterizzato l’anno
scolastico che sta per concludersi: la difficoltà economica della
nostra istituzione scolastica. Tutti i progetti che i docenti avevano
pianificato in settembre sono stati realizzati e sono state
raggiunte le mete prefissate, grazie alle valide risorse umane
presenti nelle nostre scuole: docenti, alunni, genitori, collaboratori
scolastici, impiegati di segreteria, ma con maggiore fatica per
quanto riguarda l’acquisto dei materiale e il rinnovo delle
attrezzature dei vari laboratori. Sono stati, infatti, preferiti
materiali di recupero e, sono state cercate proposte didattiche
significative, ma meno costose.
Non è però venuta meno la qualità dei prodotti realizzati, infatti sia attraverso la lettura del
materiale prodotto dagli studenti dei tre ordini di scuola e raccolto dai ragazzi di III media e dai
loro professori nel giornalino, sia attraverso le altre attività conclusive dei percorsi scolastici
(spettacoli teatrali, saggi musicali, mostre di lavori vari, il concorso per il logo della scuola) noto
l’impegno, l’applicazione, la disponibilità e l’entusiasmo di tutti i soggetti che hanno operato e
operano per favorire la crescita e la formazione di tutti e di ciascuno.
Un sincero “bravi” ai bambini e ai ragazzi di II e V primaria e I secondaria di primo grado che
hanno affrontato nel mese di maggio, con serietà le prove nazionali Invalsi predisposte dal
ministero su tutto il territorio nazionale per accertare le competenze in italiano e matematica.
Agli studenti di III media “ in bocca al lupo” in vista delle prossime prove d’esame che
rappresentano la tappa conclusiva del primo ciclo di istruzione.
A tutti gli auguri di un sereno periodo di vacanza per ricominciare, ritemprati a settembre la
prossima “ avventura” scolastica.
Un affettuoso saluto
Ida Morello
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A E I O U sono 5 amiche importanti…..
Noi bambini della sezione VERDE ci siamo divertiti tantissimo a giocare con
le 5 vocali e a riprodurre la loro forma con le mani, mentre cantavamo la
canzone dei versi degli animali.
IL GALLO QUANDO CANTA FA
LA PAPERA QUANDO QUACQUERA FA
CHICCHIRICHI…..
QUA… QUA… QUA….
LA PECORA QUANDO BELA FA
IL LEONE QUANDO RUGGISCE FA
BEE ...BEE… BEE…..
GRO… GRO… GRO….
IL LUPO QUANDO ULULA FA
UUH.. UUH…UUH….
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Abbiamo anche giocato a riconoscere le vocali con il nostro corpo e le
abbiamo disegnate.
Ecco le foto delle nostre amiche letterine:
VOCALE
VOCALE
VOCALE
VOCALE
VOCALE
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MARRONE, ARTE E AMBIENTE
Noi siamo il rosso, il blu e il giallo,
i colori del pappagallo,
e se insieme ci mescoliamo
il marrone noi formiamo.
Andiamo per gradi:
visioniamo insieme ai bambini opere d’arte di Paul Klee (1992) e di
Pietre Bluegle, che hanno il marrone come colore dominante.
Osserviamo il nostro giardino.
FORMIAMO CON LE TEMPERE IL COLORE MARRONE:
I bambini sperimentano la
formazione del colore marrone.
Mettendo a disposizione il rosso,
il giallo e il blu, li invitiamo a
mescolarli sperimentando le tinte
in proporzioni diverse e provando
a riprodurre l’ambiente:
“IL NOSTRO GIARDINO”
I bambini della sezione
turchese
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L’arte del colore giallo
Oggi navigheremo nel mondo fantastico dei colori e
scopriremo il colore giallo con tutte le sue sfumature.
Dopo la visione di alcuni oggetti in classe, sui libri e su
alcuni indumenti indossati dai bambini, inizia la caccia in
classe dell’oggetto del colore richiesto scoprendo che, non
esiste un solo giallo ma: il giallo pulcino, giallo canarino,
giallo del sole, della banana, del limone etc… poi una parte
di questi oggetti, sono stati raggruppati e attaccati su di un
cartellone dello stesso colore. Ogni bambino ha portato da
casa, e riempito il cesto di limoni, muniti di attrezzi utili come lo
spremiagrumi, i bicchieri trasparenti, la brocca, abbiamo iniziato la nostra
esplorazione scoprendo che: l’esterno (la buccia) e l’interno (la polpa) è
gialla, la buccia è ruvida e la polpa è liscia e scivolosa. Abbiamo spremuto i
limoni e goccia dopo goccia è stata messa nei bicchieri dei bambini che
hanno annusato, assaggiato e commentato:
Hillary: mi piace, profuma
Ruben: mi piace, profuma
Yancy: non mi piace, profuma.
Beatrice: è acido ma mi piace.
Adam: è acido, mi piace
Lushara: è dolce, mi piace
Yao: non mi piace
Jinling: sì, mi piace
Liang: arriccia il naso e non risponde
Diego: profuma, mi piace non mi piace
Mattia: mi piace
Viola: è aspro, non mi piace
Yiheng: non mi piace
Simona: buono
Gabriele: mi piace, è aspro
Alessandro: è aspro, mi piace
Rosela: è acido, si mi piace
Elhassan: non mi piace
Matilde: profuma
Sono tutti d’accordo che è molto profumato!
Nei giorni successivi ci siamo messi all’opera con “giocarte”
e abbiamo scoperto che, siamo dei veri artisti perché con
metà limone e tempera possiamo stampare, e con le
palline di carta crespa arrotolate con le nostre manine
possiamo realizzare la buccia del limone. Mentre, con le fette
tagliate rotonde dopo averle messe a essiccare sul
termosifone abbiamo realizzato un
“profumo” speciale per la casa. Ogni
fetta è stata messa su di un
cartoncino colorato e regalato alla
mamma.
Tutti felici e soddisfatti di aver navigato in questo
mondo fantastico, non solo hanno memorizzato il colore richiesto ma hanno
scoperto anche la funzione dei cinque sensi e l’arte del sapere e del fare. I
bambini della classe arancione.
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Il plastico della città
Le attività didattiche e “artistiche”
della sezione Rosa si sono rivolte,
nello
svolgersi
della
programmazione
scolastica
“Educare e crescere con l’arte”,
anche
alla
percezione,
all’osservazione e alla conoscenza
dell’ambiente …
… e quale ambiente è più vicino e
più vivibile dai nostri bambini, se
non quello della città?
Dopo racconti, visioni di immagini
fotografiche e di illustrazioni di libri, dopo conversazioni e rielaborazioni verbali del
proprio vissuto, ecco la proposta della costruzione di un plastico della città.
A piccoli gruppi i bambini hanno creato, con scatole di medicinali dipinte, gli edifici
(anche la Scuola dell’infanzia); con cartoncino colorato, alberi , personaggi ( c’è
anche il vigile, uno di quelli che ci ha accompagnato nel
progetto “Bimbinstrada”), segnali stradali, strade; con il pongo
(aiutati anche dalle tirocinanti del Liceo di Scienze Sociali
C.Tenca) le automobili colorate; con la creta le fontane…
Naturalmente gli elementi preparati per il plastico erano tanti e
allora perché non contarli? Ma per farlo, noi, ancora incapaci di
usare al meglio le cifre numeriche, abbiamo utilizzato un
semplice ed efficace sistema di quantificazione: il grafico a
blocchi! Ed ecco che ogni casa, ogni albero, ogni personaggio,
viene rappresentato simbolicamente da un quadratino di carta
adesiva colorata; ogni quadratino forma ordinate colonne, che
ci permettono facilmente di confrontare e sperimentare
uguaglianze o scoprire differenze: ad esempio che nella nostra mini-città le case
sono “tantissiissime” e i prati troppo pochi!, le automobili sono tante e le fontane
sono di meno.
Assemblando tutti gli elementi della
città e formando il nostro plastico
sono quindi sorte riflessioni e
commenti : “Vorrei una città più
pulita”, “Vorrei una città dove tutti
sono allegri”, “ Vorrei una città con
tanti
prati
verdi”,
“Vorrei!!!vorrei!!!...”
Forse di sola Arte non si vive, ma
sicuramente con l’Arte si impara a
crescere!!!
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TANTE TANTE “GRAZIE” DI…
AI SIG.RI PIOPPI PERCHE’……….
HANNO REALIZZATO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI “VIA SCIALOIA”
UNO SPAZIO-LABORATORIO
CHE SERVIVA AI BAMBINI PER……
...” GIOCARE CON LE PAROLE E CON I COLORI”.
I BAMBINI DELLA
SCUOLA DELL’INF. DI
VIA SCIALOIA E LE
LORO INSEGNANTI
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Piccoli grandi artisti
Siamo i bambini di quattro anni della sezione rossa, grazie al nostro progetto
"quando l'arte aiuta a crescere" ci siamo avvicinati al mondo dell'arte che
suscita emozioni e suggestioni e ci stimola alla ricerca del "bello" in ogni
esperienza di vita.
Quante emozioni conoscere le opere di alcuni pittori famosi attraverso i quali
abbiamo fantasticato... creato…!!
ad esempio Mirò che ci ha colpito tanto per le forme fantastiche… gli oggetti
strani…i personaggi senza forme…nel suo carnevale di arlecchino.
Anche noi abbiamo fantasticato e
creato!!!
che ne dite di questi piccoli Mirò??
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Da bruco a farfalla
progetto accoglienza sezione blu bambini di 3 anni
Vi sembrerà strano, ma noi bambini della sezione blu abbiamo iniziato il
nostro percorso alla scuola dell'infanzia già l'anno scorso, quando con le
nostre mamme siamo venuti a trovare i bambini e le maestre della scuola
dell'infanzia e in quell'occasione i bambini di 4 anni ci hanno regalato un
bruchino di panno verde.
Noi l'abbiamo riportato a settembre il primo giorno di scuola!
Tutti e 25 i bruchini sono stati messi in un cestino e ogni giorno li abbiamo
coccolati con tanto affetto e filastrocche.
Un bel giorno si sono ricoperti di una copertina bianca e morbida e come per
magia il giorno della festa dell'accoglienza si sono trasformati in tante
farfalle di mille colori.
Ma la cosa più bella è che senza saperlo, e non chiedeteci come è successo,
queste farfalle le abbiamo dipinte noi con le nostre mani -pennello e i colori
a dita.
E così come i bruchi si sono trasformati in farfalle
Che meraviglia! Ci siamo
tanto divertiti e anche noi
come
tante
farfalle
abbiamo
cantato
e
svolazzato per tutto il
salone, ricevendo in dono
un
fiore
dai
bambini
grandi.
Anche noi siamo
cresciuti !
siamo diventati
grandi!!
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PROGETTO ALIMENTARE
I bambini di 5 anni della CLASSE GIALLA hanno vissuto un’esperienza
educativa legata al “ PROGETTO ALIMENTARE”. Nel mese di Novembre
abbiamo effettuato una visita didattica all’Esselunga di quartiere per
conoscere
e
differenziare frutta e
verdura.
Dentro al supermercato ogni bambino ha scelto
frutta e verdura da mettere nel
carrello.
A scuola con la frutta abbiamo raggruppato
classificato e quantificato i vari alimenti.
In classe abbiamo
sbucciato e assaggiato la macedonia di frutta per
gustare sapori nuovi
Con la verdura abbiamo creato una
composizione di grande
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PICCOLI E GRANDI CAPOLAVORI
Realizzati dai bambini di 3-4-5 anni
GRAZIE !!!
GRAZIE !!!
GRAZIE !!!
Con il ricavato dell’asta è stato acquistato materiale per le attività didattiche.
Nontiscordardimé - Operazione Scuole Pulite
Per valorizzare la SCUOLA come luogo di benessere per i
bambini, gli insegnanti personale non docente e le
famiglie la nostra scuola ha aderito all’iniziativa
promossa
da
Legambiente,
'NontiscordardimèOperazione scuole pulite' per la vivibilità degli istituti
scolastici con piccoli interventi di manutenzione,
realizzando:
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A:
LUCA, ANDREEA, CLAUDIA, MARCELLA, FIAMMA,
OMAR, MANUEL, MATTEO
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…E la gallina bianca fece moltissime
uova di ogni colore e i pulcini che
saltarono fuori erano azzurri,
rossi, verdi, viola, rosa, arancione…
una meraviglia…
La gara tra furboni venne vinta
dal gallo anche se conosceva
solo tre trucchi e la volpe
invece settantatre.
Il saggio imperatore Zou, per trovare un
successore, diede un seme da piantare,
curare, innaffiare a tutti i ragazzi del
regno. A Cheng non cresceva niente
e si vergognava. Ma lui venne scelto
perché era stato l’unico onesto: i semi
erano stati bolliti.
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Cinque sono i nostri sensi per conoscere il mondo che ci circonda.
. . ma quanti ne hanno gli abitanti del mare?
In
noi piccoli esploratori, abbiamo visitato le
vasche osservando con occhi del tutto
diversi gli ambienti e gli animali presenti.
Abbiamo imparato a conoscere meglio i e
a scoprire come questi permettono a noi e agli animali acquatici
di interagire con l’ambiente che ci circonda.
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Progetto di lettura classi seconde
CHI TROVA UNA FIABA, TROVA UN TESORO… Si tratta di un vero e proprio percorso
narrativo ed educativo dove le storie sono capaci di veicolare significativi messaggi
su temi attuali come la diversità, l’accettazione delle regole, l’emotività, l’amicizia…
così, seguendo questo progetto, noi bambini di seconda, insieme alle nostre
maestre, abbiamo letto tre storie che ci hanno aiutato a stare bene a scuola e con
gli altri e a crescere attraverso giochi-riflessioni e attività di laboratorio creativo.
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Attività di laboratorio
DAL NIDO AL VOLO
PENSIERI DI INCORAGGIAMENTO
“Su,coraggio Ailin, ce la puoi fare!”
“Forza,concentrati Dennise”
“Silvia,almeno provaci! ”
“Mi devo assolutamente concentrare nelle verifiche!”
-------------------------------------------------Bolle di Sapere------------------------------------------------SONO FELICE QUANDO…SONO TRISTE QUANDO…
Io mi sento triste quando sono solo.
Io sono felice quando mi fanno le
coccole.
Sono felice quando vado a casa di
mia nonna.
Io sono triste quando nessuno
gioca con me.
Io sono felice quando è il mio
compleanno e quando la mamma è felice.
L’AQUILA LUDOVICA
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Classi terze
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Quest’anno noi bambini di terza con le nostre maestre abbiamo vissuto un’esperienza
bellissima: siamo stati a Scuola Natura a Malcesine, un paesino sulle sponde del lago di
Garda dall’8 al 12 di febbraio.
Tanti giochi, tante passeggiate, tante attività, tante ore trascorse insieme divertendoci e
….. imparando “cose” nuove.
Ecco il nostro programma:
1° giorno: arrivo a destinazione, sistemazione nelle camerate, visita della casa-vacanze e tanti giochi nel
grande parco che circonda la colonia.
2° giorno:
mattino: passeggiata per le stradine del paese, il porto vecchio e il porto
nuovo.
pomeriggio: passeggiata nell’uliveto e alla spiaggia.
3° giorno:
mattino: visita al museo etnografico.
pomeriggio: minicrociera sul lago.
4° giorno:
laboratorio con gli specialisti del villaggio palafitticolo della Val di Ledro.
mattino: nel parco alla ricerca del materiale e preparazione delle
maschere.
pomeriggio: “viaggio” nella preistoria con lo sciamano.
5° giorno:
visita al castello scaligero e ….. partenza per Milano.
Alla sera: giochi, cinema, discoteca…..
E’ stato tutto molto bello e ci auguriamo di rivivere un’altra esperienza così!
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Passeggiando tra gli ulivi...
Alla scoperta della natura
Oggi pomeriggio, martedì siamo andati
a fare una passeggiata nell'uliveto.
Abbiamo visto l'albero del melograno,
aveva tutti i frutti ed erano marci, la
maestra ci ha raccontato anche la
leggenda della principessa Melograno.
Poi abbiamo visto tanti alberi di ulivo
e la maestra ci ha spiegato come i
contadini raccolgono le olive, usano
una scala che si chiama "scaliì" e ci ha
detto che l'albero di ulivo ha delle
malattie: la carie e il cancro. Abbiamo
visto anche una bustina appesa
all'albero che si chiama "ecotrap" e
funziona come una trappola per la
mosca olearia. Dopo siamo andati in
una proprietà privata e la maestra ci ha
fatto assaggiare il corbezzolo, era
molto buono.
Abbiamo visto l'albero del nespolo, del kaki e il
melo cotogno i cui frutti sono molto aspri e si
usano per fare la marmellata. Abbiamo visto tanti
rovi che fanno le more, annusato il rosmarino e
l'alloro che sono delle piante aromatiche.
Abbiamo cammi-nato un bel po' e la maestra ci ha
fatto vedere l'albero che si chiama cedro del
Libano che aveva una cosa tutta bianca che si
chiama “processionaria”.
Questa è una farfalla che si nutre della linfa degli
alberi e il contadino deve toglierla altrimenti
l'albero muore. Poi ci ha spiegato i terrazzamenti
che il contadino ha fatto per coltivare il terreno
come pure i muretti a secco che sono dei sassi
messi uno sopra l'altro senza cemento. Abbiamo
visto tanti alberi di agrumi: limoni e arance. Dopo
un bel po' siamo arrivati in spiaggia, il lago era un
po' mosso, abbiamo giocato con i sassi e ci siamo
divertiti tantissimo, è stata una bella passeggiata.
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La casa dei nonni...
Visita al museo etnografico di Malcesine
Stamattina siamo andati a visitare il museo e abbiamo fatto un tuffo nel passato.
Abbiamo visto gli utensili con i quali i contadini lavoravano i campi. Ci hanno spiegato
come la giornata delle famiglie dei nostri bisnonni aveva dei tempi diversi. Dovevano
svegliarsi presto al mattino per andare a lavorare i campi e le donne dovevano iniziare
i lavori di casa e badare ai bimbi. Nella stanza superiore del museo abbiamo visto la
ricostruzione di una cucina, con il fuoco, le pentole, i piatti e tanti attrezzi per lavorare
il latte, la carne. Abbiamo visto anche il telaio con il quale le donne lavoravano nel
pomeriggio al termine dei lavori della cucina. C'erano anche i giochi con i quali i bimbi
si divertivano, molto diversi dai nostri, di legno e di latta. Al centro della casa, nel
cortile c'era un pozzo, dove era possibile utilizzare l'acqua invece di andare alla
fontana, sicuramente era una famiglia molto ricca. Nel museo ci sono anche gli
strumenti musicali molto antichi come l'arpa, la fisarmonica e la chitarra. E' stata una
visita molto interessante.
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Mini crociera sul lago di Garda
IL LAGO
Il lago è un po' mosso
Quasi ci butto un osso.
Mi sembra di volare
Adesso c'è una cascata da guardare.
Un gabbiano mi fa l'occhiolino
Divento muto come un pesciolino!
Il motoscafo è stata una bellissima gita, perché il motoscafo si chiamava Principessa. Era
coperto e aveva due piani. Noi bambini delle classi terze di via Scialoia siamo andati tutti nel
motoscafo coperto. Siamo partiti dal porto e abbiamo visto il castello che si specchiava
nell'acqua e poi la casa vacanza. Poi abbiamo attraversato il lago per vedere la cascata che si
chiama Brasa ed è una strada scavata dall'acqua dentro la montagna. Abbiamo costeggiato
l'isola dell'ulivo e poi siamo ritornati al porto e lì siamo scesi dal motoscafo e ci siamo avviati
verso la casa vacanza.
1
-------------------------------------------------Bolle di Sapere-------------------------------------------------IL GRATTACIELO PIRELLI
Noi bambini di classe IV A siamo andati a visitare il
Grattacielo Pirelli.
Il grattacielo Pirelli, comunemente chiamato “Pirellone” è
l’edificio di Milano che ospita la Giunta Regionale e la
Sala consiliare; hanno sede anche alcuni uffici della
Regione Lombardia.
Fu ideato nel 1950 e costruito tra il 1956 e 1961 su progetto dell’architetto
diresse tutte le fasi costruttive.
Gio Ponti che
Il palazzo fu costruito per ospitare gli uffici della famosa azienda italiana di pneumatici Pirelli.
E’ un’opera architettonica importante, con i suoi 127,10 m di altezza, distribuiti su 31 piani
(altri due sono sotterranei).
Nel 1978 il Grattacielo venne acquistato dalla Regione Lombardia.
Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo si schiantò contro il 26° piano del palazzo,
danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. Oltre al pilota le
vittime furono due dipendenti della Regione Lombardia.
Oggi il 26° piano ospita il “Luogo della Memoria” dedicato alle due vittime del grave incidente.
L’edificio, dopo un completo restauro conservativo è stato riaperto e da maggio 2005 è tornato
ad ospitare la Giunta Regionale.
L’ultimo piano, il 31°, è aperto al pubblico in alcune
giornate speciali, funge da belvedere con ampia vista
panoramica a 360° sulla città.
2
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Noi classi quarte abbiamo aderito all’iniziativa promossa da Legambiente “Nontiscordardimé
2010”e precisamente al concorso fotografico “PRIMA E DOPO”. Questa attività è stata inserita
nel più ampio progetto di educazione ambientale e rispetto della natura e ci ha permesso,
nello stesso tempo, di abbellire il nostro giardino con un’aiuola “colorata”.
Giorno 19 marzo 2010 siamo andati nella parte del giardino adiacente al parcheggio e, con
l’utilissima collaborazione del nonno di una compagna della sezione C che aveva, qualche
giorno prima, preparato il terreno, abbiamo piantato delle rose.
Ogni classe ha “adottato” tre piantine e si è divisa in gruppi. Ciascun gruppo, munito di
guanti, ha svolto un’attività di giardinaggio: alcuni hanno fatto le buche con delle palette, altri
hanno inserito le piantine e altri ancora hanno innaffiato. Nel frattempo un altro piccolo gruppo
ha deciso di ripulire il cortile dalle cartacce lasciate a terra da bambini e genitori all’uscita della
scuola, nonostante sia stato messo dalle nostre insegnanti un cestino per i rifiuti, in modo da
SENSIBILIZZARE AL RISPETTO DELL’AMBIENTE.
L’iniziativa ha entusiasmato tutti noi e si è conclusa nel migliore dei modi…venite a vedere!
Classe IV B
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Discutendo fra noi ci siamo resi conto che nel nostro quartiere sono cambiate tante cose:
palazzi, strade,negozi, mezzi di trasporto ecc.
Abbiamo deciso che per avere più informazioni possiamo andare in giro a vedere i palazzi, le
strade, i monumenti ecc.
La prima tappa della nostra visita è stata il mercato.
Il 24/03/2010 noi della classe IV C ci siamo recati al mercato che si svolge il mercoledì in via
Gaeta. Qui abbiamo trovato tanti banconi pieni di merce: c’era la frutta , belle ceste ricolme di
fragole dall’aroma delizioso, la verdura , barricate di cavoli compatti come sfere di metallo
verde, i vestiti, dai colori primaverili, la bigiotteria ecc. Ad un tratto la nostra attenzione è
stata rapita dall’odore del mare e ci siamo accorti di essere vicino al banco del pesce. Abbiamo
visto una piramide ordinata di pesci di ogni tipo: dai polipi arricciati, ai merluzzi, fino a un
muso dagli occhi giganteschi e la spada affilatissima di un argenteo pesce spada. Dopo aver
superato via George Sand abbiamo osservato una fila lunghissima di banconi, ma il profumo
del pollo arrosto ci ha fatto venire l’acquolina in bocca e la voglia di assaggiare le patatine
fritte, ma purtroppo non è stato possibile. Alla fine abbiamo visto un mimo vestito di bianco
che ci ha salutati e ringraziati per i 50 cent che gli abbiamo offerto. Insomma la merce era
proprio infinita,tale da soddisfare i desideri più strambi. L’uscita è stata interessante e molto
bella perché il mercato è un momento piacevole dove incontrare persone e fare anche buoni
acquisti.
I bambini della classe IV C
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All’inizio dell’anno scolastico, in occasione della marcia mondiale della
<< non violenza >>, le classi quinte hanno portato avanti un
progetto che ha impegnato le tre sezioni dell’istituto:
-
A parlare e a riflettere sul fenomeno….
-
A scrivere pensieri e slogan
-
A produrre cartelloni quali
(gesti di pace, sguardi di pace, ambi
Ecco i nostri cartelloni
LA PACE
La pace è bella
Se no è litigar ella
La guerra è brutta
Perché può fare solo male
La pace è colorata
Se non c’è la litigata
Per una litigata
La guerra si fa armata
La pace è la felicità
Per l’umanità
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E i nostri pensieri…..
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HALLOWEEN PARTY…
Noi bambini delle classi seconde, in occasione della festa di Halloween, abbiamo
imparato una canzoncina in inglese e abbiamo disegnato un castello con dentro alcuni
personaggi tipici di questa festa…
Scopri chi sono e indovina i nomi…
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Una serata a Vacciago
Il 14 dicembre alle ore 9.00 noi della 2A insieme alle
altre sezioni siamo saliti sul pullman per trascorrere
la settimana di Scuola Natura a Vacciago.
Il viaggio è stato divertente, ma la cosa più bella è
stata quando dai finestrini del pullman abbiamo
intravisto la casa che ci avrebbe ospitato, è una
località sul lago d’Orta, la casa era accogliente e
dopo esserci divisi tra maschi e femmine, è
cominciata la nostra “avventura”.
Una delle serate più belle trascorse a Vacciago è
stata quella Horror!
Quella sera uno degli educatori di nome Beppe ci ha
letto una storia di paura intitolata “Storia di
ordinario terrore”.
Durante la lettura del racconto eravamo tutti al buio
nelle stanze illuminate dalla luce fioca delle candele:
era davvero terrificante!
La storia si svolgeva in un vecchio ospedale dove
venivano fatti esperimenti sui bambini attraverso
elettroshock, iniezioni di veleno e altre torture
fisiche… Nel racconto c’ erano anche ragazzi che si
suicidavano buttandosi dal balcone dell’ ultimo piano
di un palazzo, altalene che andavano da sole o
elettrodomestici che improvvisamente si
accendevano….
Successivamente gli educatori hanno organizzato per
noi una “caccia al tesoro al buio”: hanno
nascosto vari oggetti in tutto il giardino della casa
vacanza e noi, dividendoci in gruppi, dovevamo
trovarli.
È stata una delle serate più belle trascorse a
Vacciago.
In realtà tutta la settimana di scuola natura è stata
un’esperienza che ci porteremo ancora a lungo nei
nostri ricordi: stare insieme così come condividere il
nostro tempo durante le varie attività magari ci ha
fatto anche un po’ crescere.
Camilla e Nicole 2A
Dopo scuola natura: + amici di prima
Quest’anno l’esperienza più bella e
significativa vissuta con i miei compagni ed
amici è stata scuola natura non solo per me
stessa ma perché è cambiato di il nostro
modo di stare insieme a scuola.
I nostri rapporti sono cambiati, in meglio.
Inizialmente eravamo “staccati”, insomma,
frequentavamo ristretti gruppi di amicizia,
ora il gruppo si è allargato.
Il vivere insieme esperienze, condividere la
stessa giornata per una settimana è stato
fondamentale per rafforzare il legame che
c’era tra di noi.
Per me la cerchia di amici si è estesa anche a i
ragazzi delle altre classi.
Lo stare insieme in un gruppo di amici fa
vivere una sensazione stupenda, ti senti
amato ed importante. Senti che ci sono tante
persone che ti vogliono bene e su cui puoi
contare, ma anche con cui puoi ridere e
scherzare.
Scuola natura è stata una esperienza
indimenticabile ed unica per i momenti belli
passati insieme.
Possiamo dire che l’intero anno che stiamo
trascorrendo è una bellissima esperienza da
condividere insieme.
Giulia Algeri 2D
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“SCUOLA NATURA” A VACCIAGO
Quest’anno, nel mese di dicembre, noi della classe 2C, insieme alle altre seconde,
abbiamo trascorso una settimana a “Scuola natura“, in un paesino di nome Vacciago,
sul lago d’Orta. Non era la prima volta che facevamo questa esperienza, ma essendo
più grandi rispetto alle uscite organizzate durante le scuole elementari, abbiamo
vissuto “Scuola Natura” in modo meno superficiale e più maturo. Il viaggio di andata
non è stato molto lungo o per lo meno così è apparso … sarà stato anche perché
eravamo tutti in compagnia, tra risate, musica e chiacchierate non ci siamo affatto
stancati. Una volta arrivati, ci siamo trovati d’innanzi un edificio immerso nel verde
che si affacciava sul lago, l’aria era fredda ma cristallina e pulita e poi intorno alla
“casa vacanza” c’era un campo da calcio, un parco giochi e un capannone attrezzato
dove si poteva giocare a ping pong… insomma questo bastò per entusiasmarci!
Siamo stati accolti all’interno dell’edificio dall’intero staff di “Scuola Natura” tra cui
animatori e segretarie. Tutti si sono presentati in maniera amichevole e ci hanno
illustrato come si sarebbe svolto il nostro soggiorno.
Dopo le raccomandazioni e le spiegazioni, gli educatori hanno assegnato ad ognuno
un posto letto. Le camerate dove avremmo dormito erano immense ed ospitavano su
un piano le ragazze e su di un altro i ragazzi. Praticamente le classi erano mescolate
tra loro e questo sicuramente ha contribuito a far nascere delle nuove amicizie fra
componenti di classi diverse che tuttora persistono! Abbiamo dedicato tutto il
pomeriggio a svuotare le valigie prima e a fare un giro nei dintorni successivamente.
Durante la passeggiata, ci siamo resi conto che nonostante fosse un po’ isolato,
Vacciago era veramente un bel paesino. Si tratta di un borgo nato nel 1600, durante
la diffusione della peste. Molti nobili milanesi, infatti, per sfuggire all’epidemia si
stabilirono lì, in un luogo più salubre e molto lontano dalla città. Per le viuzze di
Vacciago abbiamo visto palazzi in stile barocco e una chiesetta dedicata a Sant’
Antonio, vicino al piccolo cimitero dell’epoca. Tra il freddo e l’imbrunire tutto
appariva davvero suggestivo!
Per la cena i cibi dispensati erano molto buoni e noi ci siamo divertiti molto, davvero
moltissimo, giocando e scherzando fra di noi. Dopo cena facemmo dei giochi e poi
tutti a dormire stanchi morti.
Nei giorni seguenti, il mattino visitavamo i luoghi vicini (abbiamo visto il monastero
sull‘isola di San Giulio, il parco di Rodari e il museo della Bialetti, il museo
etnografico); nel pomeriggio invece avevamo momenti di svago per divertirci tra di
noi in tutta libertà o frequentando dei laboratori organizzati dagli educatori
(creazioni in cernit, batik e lavorazione del cuoio); la sera si organizzavano varie
attività molto divertenti e coinvolgenti (discoteca, giochi di squadre e racconti di
paura). Le nostre giornate erano piene di impegni ed infatti pochissimi hanno sentito
nostalgia di casa anzi l’ultimo giorno tra di noi si è diffusa un po’ di malinconia
perchè si ritornava alla vita di ogni giorno, si tornava a Milano. Visto quanto ci
eravamo divertiti ci dispiaceva un pò.
Insomma è stata un esperienza davvero meravigliosa quella di “Scuola Natura” che
saremmo disposti a rifare in qualsiasi momento. La consigliamo a tutti quanti, non
solo perché ci siamo divertiti, ma anche perché è stato possibile visitare, conoscere
ed apprendere molte cose interessanti ma soprattutto abbiamo avuto un occasione
in più per stare tutti insieme in un contesto che non era quello nel quale siamo
abituati a vederci e soprattutto abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio
perché abbiamo vissuto ventiquattro ore su ventiquattro a stretto contatto!
Andrea Celada 2C
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Serate a Vacciago
Quest’anno io e i ragazzi di 2 abbiamo trascorso una
settimana a Vacciago, sul lago d’Orta .
Alla sera dopo le escursioni e camminate nei dintorni,gli
educatori organizzavano giochi di intrattenimento per
noi ragazzi divisi in tre gruppi fissi per tutta la settimana:
Sleep power club, Happy hour e Vacciago’s land.
La prima sera abbiamo fatto diversi giochi: il gioco dei
nani, “acchiappa la coda”, “Spegni la candela”.
Vi diamo le istruzioni d’uso,così se volete potete
organizzarli durante qualche festa.
La seconda sera per noi è stata la più bella e divertente:
LA DISCOTECA!
Quella sera eravamo tutti elettrizzati. Per scaldarci
abbiamo fatto un gioco con i palloncini, e al suono della
musica … TUTTI IN PISTA A BALLARE!
Purtroppo verso le 22.30 gli educatori hanno fermato le
danze e ci hanno spediti a letto.
Mercoledì sera: SERATA HORROR
Appena entrati nella sala”Super Sayan” le luci si sono
spente. CHE PAURA!!!
L’unica fonte di luce proveniva da due candele
appoggiate su un leggio.
Poi è entrato Beppe ( un educatore) che ha iniziato al
lettura di una storia horror, con una voce che metteva i
brividi … alla fine della storia abbiamo fatto una specie
di caccia al tesoro in giardino:dovevamo trovare gli
elementi della storia.
Giovedì c’è stato il gran finale con una festa di fine
vacanza con una sfilata, delle barzellette, la TECTONIK e
la discoteca.
Purtroppo quella è stata l’ultima sera.
Il giorno dopo ci siamo svegliati molto presto, abbiamo
preso il pullman e siamo partiti verso Milano.
Questa vacanza è stata per noi indimenticabile e ancora
oggi sono rimasti dei bei ricordi impressi nella mente.
Il GIOCO DEI NANI:
INGREDIENTI: sette persone di fila, un
cappello, musica, cronometro.
SVOLGIMENTO: Al via dell’educatore ci
si passava il cappello, quando l’ultimo
della fila lo riceveva, lo indossava sotto
le gambe dei compagni diventando
primo. Poi il gioco ricominciava.
ACCHIAPPA LA CODA:
INGREDIENTI: Due giocatori, due code
una mano dietro la schiena, musica.
SVOLGIMENTO: Al suono della musica i
due giocatori dovevano cercare di
acchiappare la coda dell’avversario.
SPEGNI LA CANDELA:
INGREDIENTI: Tre candele, una sedia,
un carrello, dello scotch, tanti giocatori.
SVOLGIMENTO: A turno i giocatori si
sedevano sulla sedia di fronte al carrello
con le tre candele in fila. Con un soffio
si cercava di spegnerle tutte e tre.
Michela Nepi & Giulia Algeri 2D
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Il Museo Etnografico di Oleggio
Durante il soggiorno a Vacciago abbiamo visitato il “Museo Etnografico
di Oleggio”. Il museo inizialmente era una scuola materna, gestita da
suore e mantenuta grazie alle donazioni di alcune persone.
Ricostruisce diversi ambienti, tra cui: un’aula scolastica, una sala giochi,
una sala dei trofei, un laboratorio dentistico, una cucina, una camera
da letto ed alcune botteghe, quali una panetteria e una macelleria.
Ripercorre così alcuni aspetti significativi della vita di fine XIX ed inizio
XX secolo. Nell’aula scolastica, molto diversa dalle nostre, c’erano tanti
banchi uniti a due a due, e la classe comprendeva alunni dalla prima
alla quinta elementare. La cattedra era su una pedana in modo tale che
l’insegnante potesse vedere tutti i ragazzi. L’arredo scolastico era
molto essenziale : la lavagna qualche carta geografica e le immancabili
bacchette che le maestre usavano per richiamare gli scolari alla
disciplina. I quaderni, dalla copertina nera, venivano utilizzati per un
anno intero e nei banchi c’erano anche dei fori per le boccette
dell’inchiostro. Subito dopo, abbiamo visitato la stanza del dentista,
dotata di diverse macchine, tra cui la Vergine di Ferro: una macchina
usata fra il 1920 e il 1930 per fare la terapia della luce per rinforzare le
ossa. Girando la leva si poteva controllare se la schiena era dritta. In
questa stanza c’erano anche molti altri attrezzi utilizzati dal dentista.
Poi abbiamo visitato la stanza dei trofei: ve ne erano molti riguardanti
la “Festa della Torta”, la quale si svolgeva nel periodo di Pasqua.
Durante la gara i concorrenti si potevano picchiare solo quando non
c’era il pubblico a guardarli. Di fronte alla stanza dei trofei c’era quella
dei giochi, molti dei quali costruiti con materiale riciclato, come il
cavalluccio e il go-kart, una specie di macchina. I giochi venivano usati
da bambini di tutte le età. Al piano di sopra c’era la cucina, con un
grande camino. Il pane veniva fatto in casa e si conservavano gli
alimenti in mobiletti di legno, con uno sportellino di rete fitta per
proteggere il cibo da insetti e topi, allora molto diffusi. Per catturare i
topi si usavano delle trappole. Ci ha incuriosito l’osteria, dove un
tempo le persone si ritrovavano per mangiare, bere o per divertirsi
con gli amici giocando a carte o a “Rana”. Questo gioco consisteva nel
centrare con un gettone la bocca della rana e chi vinceva beveva gratis.
Abbiamo giocato anche noi a “Rana” ed è stato molto divertente,
nonostante la difficoltà di centrare la bocca della rana.
Questa visita è stata molto interessante, perché ci ha mostrato come
viveva la gente alla fine dell’800 e ai primi del 900 e ci siamo resi conto
quanto fossero scomode le abitazioni, che non avevano tutti i servizi
che abbiamo noi ora. È stato divertente e curioso vedere come i nostri
nonni si ingegnavano per rendere le loro case più accoglienti e
“funzionali”.
Chiara C. e Charlotte N. 2D
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Il giorno 11 febbraio io e la mia classe, insieme alle
altre prime, ci siamo recati all’istituto dei ciechi, di
Milano in via Vivaio 7, per fare il percorso “Dialogo
Nel Buio”.
Siamo partiti da scuola verso le 9 e abbiamo
raggiunto l’istituto dei ciechi intorno alle 10. Una
volta arrivati, abbiamo aspettato il nostro turno in
una sala d’aspetto abbastanza grande, dove abbiamo
potuto mangiare i panini che avevamo portato da
casa. Quando è arrivato il nostro turno, siamo usciti
dal salone e abbiamo attraversato un cortile interno
fino a raggiungere un’altra palazzina, che faceva
sempre parte dell’istituto.
Lì ci ha accolto una signora, che ci ha portato in una
stanza parzialmente illuminata dove ci aspettavano
due guide non vedenti. Loro ci hanno spiegato alcuni
aspetti e abitudini dei ciechi e ci hanno detto che
durante il percorso non dovevamo avere paura,
dovevamo fidarci delle guide e utilizzare il bastone
che ci avrebbero dato.
Sempre in quel salone abbiamo fatto alcuni giochi
con dei sonagli: uno di noi doveva tenere gli occhi
chiusi e seguire il compagno che faceva rumore con i
sonagli tenendo, invece, gli occhi aperti.
Alla fine è arrivato il momento tanto atteso. Siamo
stati divisi in piccoli gruppi più un’insegnante; io e il
mio gruppo siamo stati chiamati per secondi. La
signora che ci aveva accolto all’inizio ci ha
accompagnati in un corridoio stretto, dove a ognuno
di noi ha consegnato il bastone dei ciechi,
spiegandoci come funziona, in modo che potessimo
usarlo in modo adeguato.
Ero felicissima di incominciare il percorso, ma quando
sono arrivata alla prima sala che era completamente
buia, ho iniziato a provare ansia, perché non si vedeva
niente di niente; mi mancava l’aria e inoltre non sapevo
dove andare, così mi sono aggrappata a chi era davanti
a me e credo di non averla lasciata per un po’.
Poi, pian piano, ho iniziato il percorso e mi sono
abituata a stare al buio.
A questo punto la guida del mio gruppo si è presentata
comunicandoci il suo nome, Ari, e dicendoci che per
qualsiasi problema dovevamo rivolgerci a lei.
La prima zona che abbiamo visitato rappresentava un
bosco con il terreno a tratti liscio a tratti ricoperto di
sassolini, dove c’erano piante e animali tra cui una
mucca; subito dopo ci siamo recati nella zona del porto,
dove siamo passati su un ponte che si muoveva e
abbiamo raggiunto una barca sulla quale siamo saliti per
una gita ma la cosa più strana era che nei lati della
barca c’era veramente dell’ acqua con la quale mi
hanno spruzzato il viso.
Una volta scesi dalla barca la nostra guida ci ha spiegato
che ci trovavamo in una casa e lì abbiamo incominciato
a toccare tutto quello che c’era: frutta, riviste scritte in
braille, tavoli, oggetti vari e quadretti con disegni in
rilievo. La cosa che mi ha colpito di più è stata una
scritta in rilievo che diceva: “LA LETTURA È BELLA
ANCHE SULLA PUNTA DELLE DITA”; non so perché ma
questa frase mi ha colpito molto e mi è rimasta
impressa nella mente.
Usciti da questa casa, ci siamo ritrovati in una città
piena di rumori tipici, dove Ari ci ha fatto “vedere” un
po’ di cose tra cui una moto.
Infine siamo andati al bar, anche quello al buio dove
abbiamo ordinato delle bibite ad un barista non
vedente.
Sara Dal Molin 1B
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Quella mattina ci sono state le elezioni per
eleggere il rappresentante degli alunni di scuola
media al consiglio di zona dei ragazzi e delle
ragazze. La scelta è stata fatta tra cinque
candidati, quattro femmine e un maschio, delle
classi prime.Eletto con un buon margine di
preferenze: CAPPIELLO ALESSANDRO, classe 1°B,
che dire? Sono rimasto sorpreso dal risultato
perché non mi sembrava di aver propagandato un
programma molto diverso dagli altri candidati e,
forse, penso di essere stato preferito perché sono
maschio. Mi dedicherò a questo lavoro con serietà
e spero di riuscire di rendermi utile ai ragazzi della
mia scuola.
La seconda riunione si è svolta il 18-03-10 in via
Guerzoni, presso la sede del consiglio di zona 9, alla
presenza della presidente signora Uguccioni e della
responsabile del settore ragazzi professoresse Mizzau.
Dopo la distribuzione di una cartelletta contenente
materiale illustrativo sul funzionamento del consiglio,
la signora Mizzau ha fatto leggere alcuni punti del
regolamento, che non vengono rispettati e a gruppi di
scuole gli alunni hanno evidenziato quelli
maggiormente non rispettati. Successivamente si è
pensato al progetto di dare il nome allo spazio giochi
più usato da ogni scuola scelta sulla base delle norme
del regolamento. Ogni scuola potrà inoltre fare una
richiesta di fornitura di rastrelliere per biciclette che
deve firmare la preside ed è stata data una cartina
della zona 9 con l’elenco dei parchi, delle scuole, delle
biblioteche e degli oratori della zona da esporre
nell’atrio.
Il 10-12-09 erano presenti a Cassina Anna tutti i
ragazzi che sono stati eletti nelle scuole della
zona 9, accompagnati dalle rispettiva insegnanti. I
ragazzi sono stati radunati nell’ auditorium dove
sono state rivolte loro delle domande
sull’alimentazione. I ragazzi poi sono stati divisi in
cinque gruppi ognuno da più o meno quindici
componenti che hanno lavorato su questi
argomenti:
1)l’analisi degli spazi liberi della zona
2)cosa costruire in questi spazi
3)le caratteristiche dei rappresentanti
4)analisi degli ambienti preferiti dai ragazzi
5)interviste di alcuni ragazzi ai componenti dei
vari gruppi.
I vari gruppi hanno svolto diversi lavori; il mio ha
realizzato tre cartelloni che dovevano contenere
le caratteristiche del candidato ideale. Poi è stato
effettuato un gioco. Pausa pranzo. Pizza! Nel
pomeriggio il mio gruppo ha fatto una
simulazione di un momento di vita
scolastica:abbiamo discusso su quale era la
nostra opinione riguardo al comportamento
troppo buono di un insegnante; ci siamo divisi in
tre gruppi: i favorevoli, i contrari e i neutri. Poi i
cinque gruppi della mattina si sono tutti riuniti;
sono stati appesi dei bigliettini con le impressioni
sulla giornata. Al momento di salutare i
rappresentanti del consiglio di zona è stato
consegnato a ogni ragazzo un blocco e una biro.
Per me è stato un incontro molto interessante
che ho relazionato ai miei compagni per renderli
partecipi della mia esperienza.
Cappiello Alessandro 1^B
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CONOSCIAMO LA POLIZIA RIFLESSIONI ED EMOZIONI DELLA 1 B
Il reparto cinofilo
Palestra
L’incontro con il poliziotto Moreno Ragosa,
maestro di judo, nella bella e attrezzata palestra
del commissariato, ci ha permesso di riflettere
subito sul significato del lavoro della polizia: essere
sempre e comunque al servizio del cittadino,
soprattutto di quello in difficoltà e bisognoso di
aiuto; ecco perché i poliziotti devono essere
fisicamente ben allenati!
Per questo imparano le arti marziali e si allenano
nella lotta fisica, con l’aiuto del RED MAN, un altro
poliziotto, completamente ricoperto di
un’imbottitura rossa, una via di mezzo tra una tuta
spaziale e un’armatura medievale, che imparano a
colpire con il manganello; in questo modo i
poliziotti sono in grado di intervenire
correttamente durante una manifestazione,
quando scoppiano risse e pestaggi oppure quando
devono fermare un aggressore.
Anche noi ragazzi abbiamo potuto provare a
lottare con RED MAN, colpendolo con il
manganello, così come la prof.ssa Cerolini e questa
esperienza è stata davvero singolare!
Francesca Burzì – Giorgia Vaccaro
I due agenti di questo reparto ci hanno chiesto
di non avvicinarci troppo ai loro bellissimi e
giovani cani, perché avrebbero potuto
morderci, in quanto non sono abituati agli
estranei. I cani si allenano tutto il giorno con i
loro istruttori in una specie di gioco che li
rende in realtà degli specialisti nel recupero
dalla droga o degli esplosivi. Ci sono anche cani
poliziotto specializzati nel recupero delle
persone scomparse, dopo un terremoto o un
evento catastrofico. Il cane è proprio il migliore
amico dell’uomo.
Zhu Alessandro – Zhu Shuwei
La piscina
Anche in piscina o al mare la polizia svolge il
suo lavoro al servizio dei cittadini in difficoltà,
quando interviene per salvare qualcuno da
annegamento; ecco perché bisogna sapere
effettuare il massaggio cardiaco, la
respirazione bocca a bocca ed eseguire la
manovra di Heimlich; dopo aver assistito a
tutto questo siamo stati portati nella sala
mensa del commissariato dove ci sono stati
offerti focaccia, pizza, patatine e bibite varie…
Oltre ad essere stata molto istruttiva, questa
uscita ci ha divertito tantissimo!!!
Nicoletta Bruseghini – Rexs Sanchez 1B
Il reparto di polizia a cavallo
Gli automezzi
Mai ci saremmo immaginate di poter
accarezzare due cavalli in un
commissariato di polizia! Invece è stato
proprio così… Ed è stato insieme
sorprendente ed emozionante, anche
perché inizialmente avevamo un po’ di
timore ad avvicinarci; poi i due agenti ci
hanno detto che erano cavalli molto
mansueti, perché sono abituati a stare
nei parchi, per svolgere servizio di
vigilanza, a contatto con molta gente.
Che gioia!
Melissa Torelli – Mishell Jimenez
Nel grande cortile del commissariato erano stati schierati
tutti i mezzi che la polizia usa per svolgere il proprio
lavoro: camion antisommossa, mezzi blindati, mezzi anfibi,
jeep, automobili per il controllo stradale e perfino
l’elicottero; li abbiamo visti da vicino, dentro e fuori, tutti
quanti, ma l’emozione più forte l’abbiamo provata
quando, divisi in due gruppi, siamo saliti sui camion e
abbiamo percorso a grande velocità e a sirene spiegate
tutto il perimetro del commissariato e quando ci è stato
permesso di usare le radio per comunicare da una
macchina all’altra. Come in un film!
Giorgia Bonina – Sara Dal Molin – Fang Fang Wu –
Alessandro Luppino – Manuel Di Figlia
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Il grattacielo Pirelli, o come lo chiamiamo noi Pirellone, è stato per anni l’edificio
più alto di Milano e si trova all’angolo sud-ovest della piazza Duca d’Aosta.
Ha 31 piani e 2 sotterranei ed è alto 127.10 m. La superficie interna è di 24.00 m2 e
il suo peso complessivo è 60000 tonnellate. Il Pirellone ha una base esagonale larga
18,5 e lunga 74,4. I vetri sono composti da 5060 m2 di vetro camera, 3730 m2di
vetro colorato, 750 m2 di cristalli, tutti uniti dai 260000 m3 di calcestruzzo. I muri
sono fatti da tesserini di 2cm x 2cm di ceramica grigia stile mosaico.
Nel Pirellone ci sono due entrate; una principale e una secondaria. In quella
principale entrano solo le personalità e in quella secondaria le persone che
lavorano nell’edificio o che devono chiedere qualche informazione o delle classi
che devono fare la visita, come noi. Quando siamo entrati c’erano dei controllori,
come quelli negli aeroporti, che hanno controllato noi e i nostri zaini.
In silenzio siamo saliti al primo piano e ci siamo accomodati in un’aula dove si
fanno le conferenze; qui la nostra guida ci ha spiegato la storia del grattacielo.
Nel 1956 è iniziata la costruzione del Pirellone ed è stata inaugurata il 4 Aprile
1960.
Questo edificio è stato ideato da Giò Ponti per la famiglia Pirelli che voleva far
vedere la sua importanza nell’epoca del boom economico; nel 1978 il grattacielo è
stato acquistato dalla Regione Lombardia per 52 miliardi.
Il 18 Aprile 2002 un aereo, pilotato da un italo-svizzero, si è schiantato tra il 2526esimo piano.
Per questo schianto sono morte 3 persone: 2 avvocatesse e il pilota. Quando è
successo questo schianto il grattacielo non è caduto per la sua struttura in
calcestruzzo; per i lavori di ristrutturazione hanno ripreso il disegno che aveva fatto
Giò Ponti. Oggi il 26esimo piano è la “SALA DALLE MEMORIA”, dedicata alle 2
avvocatesse morte nello schianto.
Noi non siamo andati al 26esimo piano ma siamo saliti in ascensore fino all’ultimo
piano per vedere la città dall’alto. L’ascensore andava veloce e sembrava che ti
risucchiasse. All’ultimo piano c’erano tutte vetrate; io soffrivo un po’ di vertigini.
Dall’alto si vedeva sfocato perché c’erano le nuvole basse ma anche se c’erano
quelle nuvole basse si vedeva lo stesso la stazione centrale, dei negozi, il
McDonalds, le macchine, autobus e tram che passavano, delle persone che
camminavano e anche alcuni che facevano la manifestazione. Li avevamo
incontrati prima di entrare nel grattacielo: erano dipendenti della YAMAHA che
protestavano per licenziamento di 67 persone. In quel momento ho provato un po’
di malinconia per la crisi del lavoro che c’è in Italia in questo periodo. Quando
abbiamo ripreso l’ascensore per scendere la tristezza è svanita e mi sono messa a
chiacchierare con i miei compagni.
Questa è un’esperienza che consiglio ad altri classi.
Jaycelle Anne Eseque 3B
20
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ATMOSFERE E IMMAGINI
DOPO LA VISITA ALLA MOSTRA DI HOPPER…
Sono arrivata qui da poche ore e ancora non mi
sono ambientata: mi trovo in una villa a Venezia con
la mia famiglia; il paesaggio fuori è bellissimo. Si
vede la laguna: l’acqua è molto alta perché ha
smesso di piovere da poco; un gondoliere si sta
dirigendo verso l’altra sponda; sembra diretto alla
macelleria. È quasi sera e il sole sta iniziando a
calare: una signora sta rientrando in casa. Due
bambini giocano insieme nel loro giardino. Un
anziano signore sta sulla panchina a leggere il
giornale. È tutto così calmo e tranquillo! Fino a ieri
non avrei pensato di arrivare qui; è stato
improvvisamente che gli avvenimenti si sono
susseguiti: la mattina io e i miei genitori a tavola a
far colazione, a mezzogiorno pranzo a casa degli zii,
il pomeriggio cinema e shopping. Una vita così
urbana e comune! È stato alla sera che abbiamo
ricevuto la notizia: ho sentito il telefono squillare e
sono andata a rispondere. Era mia zia: dal tono della
voce sembrava un po’ su di giri; ha iniziato a parlare,
parlare e parlare fino a che non è arrivata al
dunque: un matrimonio? Non ero sicura di aver
sentito bene. Lei ha ripetuto; sì, ho capito bene: il
matrimonio di una sua cara amica, al quale ci aveva
appena invitato. Le chiesi dove si sarebbe svolto. La
risposta? “Venezia, una città così affascinante...”
sono state le sue ultime parole prima di riattaccare.
I miei genitori non sapevano se accettare o no
l’invito. Ma sì, alla fine abbiamo detto che sarebbe
stato utile prenderci una pausa e trascorrere lì il
week-end. È sabato, domani mattina il matrimonio.
Sono seduta a gambe incrociate sul letto e osservo
fuori dalla finestra per cercare l’ispirazione: l’uomo
della macelleria è appena uscito e sta caricando la
merce comprata sulla sua gondola dall’apparenza
così poco resistente; i due bambini stanno
radunando i loro giochi e il signore anziano ha finito
di leggere il giornale. Le persone che sono ancora
fuori si stanno affrettando a comprare le ultime
cose prima della chiusura dei negozi; qualche
gondola è già lontana, qualcun’altra è partita
adesso.
In questa zona ci sono solo ville a due piani
abitate da una sola famiglia. I miei zii e la famiglia
dell’amica di mia zia alloggiano nella stessa villa
che si trova tre case più a est della nostra. Sto
pensando a tante cose: il viaggio, il matrimonio, il
regalo, il banchetto...dovrei riuscire a
concentrarmi di più sul paesaggio perché è
veramente magnifico e merita di essere osservato,
ma la mia mente è altrove. Non so con certezza il
motivo ma c’è qualcosa che mi assilla: ho un
presentimento o è un’impressione? Non lo so
proprio; mi sento sola. Ho bisogno di liberare la
mente. Decido di dipingere il paesaggio che sto
ammirando ormai da un po’. Ho dimenticato la
macchina fotografica e il cellulare è scarico, quindi
non posso scattare foto. Direi che l’unico modo
per immortalare, ricordare e poter sempre
venerare questa veduta è dipingerla. Ho preso
pennelli e tempere e mi sono messa all’opera; la
parte difficile è fare le persone ma alla fine mi è
sembrato un lavoro ben riuscito. Ormai è tardi. I
pochi lampioni accanto alle ville e ai negozi si
sono appena accesi emanando una luce fioca e
soffusa. Il paesaggio di sera è ancora più bello!
Ormai in giro non c’è più nessuno: sta sorgendo la
luna. È ora di cena ma non ho fame. Stare qui mi
toglie il fiato e mi provoca tante emozioni: calma,
eccitazione, disagio, tristezza. Calma perché qui è
tutto così tranquillo; eccitazione perché non so
cosa succederà domani, se andrà tutto bene, non
ho mai partecipato a un matrimonio; disagio
perché questa per me è una città sconosciuta e
non mi sento del tutto a mio agio; tristezza perché
è un posto fantastico e non me ne voglio andare
così presto. È notte. Sento il canto dei grilli e pian
piano mi addormento.
Frugeri Valentina 3B
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FUSSEN: il castello delle fiabe di
NEUSCHWANSTEIN
La nostra prima tappa è stata Fussen, lungo la
Strada Romantica, uno degli itinerari turistici più
belli della Germania, dove abbiamo visitato il
castello di Neuschwastein, letteralmente “la
nuova rocca del cigno”.
Per raggiungerlo si deve fare una salita di circa 40
minuti a piedi, partendo dal paesino ma volendo
si può fare anche in carrozza. Purtroppo quando
siamo arrivati noi nevicava un po' ed abbiamo
fatto il doppio della fatica, per non parlare
dell’aria profumata dai ricordini dei cavalli….
Dopo la salita siamo arrivati all’entrata del
castello dal quale si poteva godere un bellissimo
panorama ; il paesaggio innevato era ancora più
bello e adatto per scattare delle foto. Questo
favoloso castello medioevale all’interno è pieno
di scale a chiocciola e decori in stile barocco.
Venne fatto costruire da Ludwig II, il re di
Baviera, dal 1869 ma lui vi visse solo un mese
perché morì in circostanze misteriose.
Ludwig era molto romantico, infatti il castello
ricorda quello delle favole e ha come simbolo il
cigno che rappresenta la purezza e ricorda
Lohengrin, il cavaliere del cigno, protagonista di
una delle opere di Wagner.
Questo castello ha colpito profondamente la Disney
che lo ha scelto come marchio, è il castello della
Bella Addormentata e della Bella e la bestia.
Ludwig era molto appassionato di Wagner, infatti
molti affreschi del castello rappresentano le sue
opere.
Nel castello ci sono tante stanze decorate su tutte le
pareti, particolarmente belle sono "la sala del
trono", quella" dei cantori", la camera da letto con
splendidi letti a baldacchino, sculture ed oggetti a
forma di cigno. La sala del trono aveva tutte le
pareti che rappresentano scene religiose e cigni: era
decorata e sfarzosa ma non aveva il trono perché la
stanza non è mai stata completata.
Una stanza aveva le pareti che raffigurano una
foresta e quando siamo entrati ci è sembrato di
esserci immersi davvero nel verde.
Mi ha fatto molto piacere visitare il castello,
soprattutto perché io lo conoscevo solo grazie al
marchio dei film Disney e al castello di Disneyland
Paris, dove sono stata.
L’ho trovato però piuttosto cupo: le stanze erano
poco illuminate e creavano una leggera angoscia e
sensazione di chiuso.
Mi è piaciuta la visita al castello perché mi ha
permesso di immergermi in un mondo romantico,
come mi sento io in questo periodo.
Per chi ama il castello della Disney e per chi è
romantico questo è un luogo da visitare!
Non resterete delusi!
Chiara Cosentino 3B
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MONACO : LA BIRRERIA PAULANER,
LA PIU’ ANTICA DELLA CITTA’
Mercoledì siamo andati a pranzare alla birreria PAULANER, la più
grande birreria di Monaco e, dopo un pranzo” alla tedesca”,
abbiamo fatto una visita guidata con il direttore del locale che ci ha
spiegato come producono la birra. La preparazione della birra
richiede numerose fasi di lavorazione. Gli ingredienti sono: acqua
(90%), frumento, malto, lievito e luppolo ma la scelta dei prodotti e
la loro combinazione e temperatura è un segreto.
Ci ha spiegato che la birra prima di essere prodotta deve seguire un
processo di fermentazione in una sala climatizzata, in diversi
recipienti di metallo. La birreria che abbiamo visitato, annessa alla
fabbrica principale, è a produzione artigianale e vi vengono
prodotti 2.000 litri di birra, due volte a settimana, che vengono
consumati nel locale. La visita è durata circa 50 minuti: è stata una
spiegazione abbastanza lunga ma interessante ed esauriente.
Marco, Massimiliano, Obi, 3C
Hofbräuhaus : IL tempio della birra
Nel settembre 1589 il duca Guglielmo V di Wittelsbach ebbe l’idea
di costruire una fabbrica di birra all’interno della corte per evitare di
dover acquistare la birra per il suo esercito al di fuori del regno;
nasceva così l’ Hofbräuhaus, la birreria più famosa del mondo!
A partire dal 1610 la birra prodotta non è stata più esclusiva della
corte e ha potuto essere acquistata da privati cittadini e venduta anche
in altre birrerie.
Al pianterreno si trova il salone più frequentato( die Schwemme) con
volte affrescate, tavolati di legno,orchestra e camerieri che indossano
i tipici costumi bavaresi. L’atmosfera a pranzo e soprattutto la sera è
molto allegra e vivace. Al primo piano si trovano altre sale più
tranquille ed eleganti. La sua notorietà è dovuta ad alcuni
avvenimenti storici accaduti nel salone.
La birreria è stata infatti per lungo tempo uno dei principali “teatri”
della politica tedesca: in particolare nel 1920 Hitler vi tenne i suoi
primi comizi. Nel 1944 l’aviazione inglese bombardò Monaco e
l’edificio fu quasi completamente distrutto. L’HB, insieme alla
Löwenbrau, alla Paulaner, alla Augustiner fornisce la birra per
l’Oktoberfest, la grande festa della birra che ogni anno, dal 1810, si
tiene a Monaco. Anche noi una sera siamo stati all'HB. Dentro al
salone si sentiva un intenso odore di birra, ma purtroppo noi non
abbiamo potuto ordinarla perché siamo minorenni. L’atmosfera era
molto allegra e si sentivano le tipiche musiche bavaresi, infatti c’era
una piccola orchestra che suonava nella sala principale.
Ci siamo divertiti molto a conoscere meglio questo aspetto della
cultura bavarese.
Milen, Mauro, Miguel, Mohamed 3A
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-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
LANDSBERG E L’IGNAZ-KOEGLER
GYMNASIUM
Il 17 Marzo, in mattinata, ci siamo recati all’ “Ignaz Kögler
Gymnasium”, a Landserg am Lech perché è la scuola dove sono stati
ambientati i dialoghi del nostro libro di tedesco. Sapere che quel
luogo esiste realmente è stato per noi entusiasmante e curioso.
Siamo stati accolti dalla preside, Frau Thriller, da Herr Montag che
insegna italiano, e da un’altra professoressa di origini italiane. Ci
hanno fatti accomodare in un grande ambiente dove abbiamo rivolto
loro delle domande in tedesco che erano state precedentemente
preparate. Abbiamo appreso che la scuola è stata costruita nel 1963 e
successivamente ampliata, ospita oggi 1200 alunni dai 10 ai 18 anni.
Questa scuola ci ha colpito molto perché è abbastanza diversa da
quelle italiane. E’ molto pulita e luminosa, e soprattutto le classi sono
molto accoglienti e funzionali, ciascuna è dotata di lavagne scorrevoli
molto grandi, di un proiettore ed un computer. I ragazzi , nelle loro
classi durante le lezioni , sono stati la cosa che ci ha colpito di più
perché erano molto educati, calmi e responsabili, nonostante
avessero la nostra età. Non avevamo mai visto una scuola così ben
organizzata!!!
Successivamente ci hanno offerto un piccolo rinfresco (Butter, Brezel,
Plätchen Kuchen und Fruchsaft ) che abbiamo gustato in compagnia.
Usciti da scuola, poiché era una bellissima giornata di sole, abbiamo
deciso di visitare anche il paese. Siamo andati a vedere la torre
bavarese, uno degli esempi di stile gotico più belli di tutta la
Germania meridionale, la porta dei fornai e la porta dei tintori.
Abbiamo attraversato anche il rione delle streghe che è stato spesso
preso ad ispirazione da molti pittori, e i magazzini del sale che
rappresentava una grande fonte di ricchezza per il paese.
Millie Jo, Francesca, Rochelle e Anqi, 3A
Finalmente in Germania!!!
Erano due anni che aspettavamo l'arrivo di questo viaggio e finalmente l'attesa era terminata.
Mentre preparavo le valigie e mi accordavo con i miei genitori sull'ora della sveglia, ancora non mi rendevo conto
dell'avventura che stavo per affrontare. Le uscite, l'ostello, le risate in pullman con gli amici, i bellissimi paesaggi
e monumenti che avremmo visitato e il divertimento: stava tutto per realizzarsi!
Il viaggio è durato meno del previsto ed è stato molto divertente ridendo e scherzando con i miei compagni
ancora un po' assonnati.
Castello Neuschwanstein: prima tappa del viaggio.
Dopo una lunga salita a piedi, circondati dalla neve e dal freddo della montagna, siamo arrivati al castello e,
mentre attendevamo il nostro turno per entrare, abbiamo conversato con alcuni turisti provenienti da tutto il
mondo, in particolare con un americano i cui nonni erano tedeschi, motivo per cui parlava molto bene il tedesco.
Per fortuna parlava anche l'inglese e lo spagnolo, così, in un modo o nell'altro ci siamo intesi , facendo anche due
risate, per lo più per come pronunciavamo le frasi e per come il signor Clark si esprimeva in italiano! Insomma, il
viaggio era incominciato in bellezza ed allegria !
Segue ……
24
-------------------------------------------------Bolle di Sapere-------------------------------------------------La visita al castello è durata un'oretta circa e tra le stanze, i corridoi, i dipinti, le numerose sculture di cigni e le sale, il
tempo sembrava non finire più, anche se il castello mi ha attratta per le grandi sale luminose, la voce registrata della
guida negli altoparlanti, la musica di Wagner e i dipinti del re Ludovico II. Dopo la visita ,un breve giro per Füssen, un
piccolo paese all'inizio della Romantische Straße, poi finalmente all'ostello: le ragazze tutte al 3° piano, i ragazzi invece
al 2°; io nella stanza 384 insieme a tre compagne della 3B; Wanda, Chiara e Silvia.
La stanza non era particolarmente grande e il bagno un po’ piccolo , ma non importava: eravamo in Germania! C'erano
due letti a castello e sotto la finestra c'era un tavolino con tre sedie, in poco tempo la camera ha cambiato
completamente fisionomia con i nostri bagagli e soprattutto nostri trucchi, gli accessori e le schede da compilare . di
tedesco sparse dappertutto Poi ci siamo preparate per andare in discoteca! Ma ahimè la disco era completamente
occupata dai ragazzi di un liceo italiano e così abbiamo deciso di creare una nostra "discoteca" in camera . La prima
sera ci siamo addormentate molto tardi perché eravamo troppo emozionate e abbiamo parlato fino a tardi di quella
stupenda giornata.
Il giorno dopo sveglia alle sei perché il programma della giornata era molto lungo e prevedeva una visita all’ "Ignaz
Kögler Gymnasium", la scuola raffigurata nel nostro libro di testo di tedesco. Qui la direttrice della scuola con due
insegnanti, ci ha accolto calorosamente rispondendo a tutte le nostre domande sulla scuola, sui docenti e sugli
alunni; poi, divisi in gruppi, abbiamo seguito una lezione in classi diverse. Io sono capitata, per fortuna, nel gruppo del
Prof. Montag che parlava benissimo l'italiano e che io chiamavo simpaticamente Prof. Lunedì. Così il prof. Lunedì ci ha
portato nella sua classe: una classe di 14enni molto simpatici, con i quali abbiamo parlato di Landsberg, delle
divergenze fra Milan e Inter a Milano e fra i Leoni e il Bayer Monaco a Monaco (tutte squadre di calcio), abbiamo fatto
ripetere dai ragazzi tedeschi delle parole in italiano, come "squacquerone" o "gnocchi" o anche "bruschetta" , ridendo
per la loro pronuncia. Infine una foto alla classe e un ricco rinfresco hanno concluso la visita La cittadina di Landsberg.è
graziosa, con alcuni affreschi sui muri delle case, senza grandi palazzi, ma solo con case massimo di tre piani, con delle
strade in collina strette e con una bella chiesa, dall'interno dorato e con affreschi bellissimi.
Il pomeriggio con il pullman siamo andati alla Paulaner Bräuhaus, una famosa birreria, dove abbiamo assaggiato
alcuni piatti tipici tedeschi, come il Weißwurst, il Kartoffeln e il Bratwurst, e dove abbiamo ascoltato una lunga
descrizione sulla produzione della birra e su i suoi ingredienti tutta in tedesco! Per noi, è stata sì interessante, ma
troppo lunga e dettagliata!
Ci siamo poi diretti alla torre olimpica dell'Olympiapark ,dalla quale in meno di un minuto ci siamo trovati sopra tutta
Monaco illuminata La vista era meravigliosa e tirava un vento che rendeva tutto più emozionante: correvo a destra e a
manca, perché non credevo di essere là sopra, piangevo quasi dalla gioia! Niente avrebbe potuto rovinare quel
momento! Non riuscivo a staccare gli occhi dal paesaggio. Al piano di sotto c'era un piccolo museo della musica, con
gli autografi dei più grandi dei della musica, come Elvis Presley, i Beatles e Michael Jackson.
Alla sera prima della festa mi sono improvvisata parrucchiera e ho preparato i capelli a Silvia con il mio arricciacapelli ,
ad alcuni ragazzi ho lisciato i capelli con la mia piastra. Quello più impegnativo è stato il mio amico Alessando: oltre a
piastrargli i capelli, glieli ho anche lavati, asciugati e gli ho creato una bellissima acconciatura! Così dopo 40 minuti
dedicati faticosamente a lui, mi sono preparata anch'io per andare a ballare!!
Dopo tante risate e balli, però, anche la serata era finita, e poi tutti nelle nostre camere. quella sera mi sono
addormentata subito, perché ero veramente stremata!
La mattina successiva di nuovo la sveglia alle 6, ma tanta era la stanchezza che non l'abbiamo sentita! Meno male che
alle 6 e 45 delle nostre compagne sono venute a bussarci, se no quella giornata l'avremmo passata in ostello. Quel
giorno siamo andati in giro per Monaco. Abbiamo visitato l'Università di Monaco, la Marienplatz, la piazza più famosa
di Monaco, siamo saliti in cima alla Chiesa di San. Pietro e abbiamo aspettato le 11 per vedere il Carillon del Municipio
in mezzo alla piazza e poi siamo andati in giro per i negozi della Marienplatz a fare shopping e a mangiare dove
volevamo: io ho comprato una borsa, delle cartoline e degli orecchini e poi sono andata a mangiare con Wanda,
Manuel, Engy, Anna, Marco, Cristian e Fabio al "Burger King". Alle 16 ci siamo ritrovati tutti davanti alla colonna con in
cima la Madonnina per avviarci al Mercato più grande di Monaco, .Dopo siamo andati alla Residenza reale:
abbiamo visto i tesori della Famiglia Reale e le stanze della Residenza e poi alla sera siamo andati all'Allianz
Arena, ma era chiusa, dopo cena alla Hofbräuhaus, una birreria famosa.
La mattina dopo è stata la più triste, ci siamo preparati per il rientro a Milano. Prima di partire per l'Italia,
abbiamo visitato il campo di concentramento di Dachau Come ultima tappa del viaggio abbiamo deciso di
ritornare all'Allianz Arena .
Questa gita è stata esperienza meravigliosa che terrò sempre nel cuore, tra i ricordi più belli della mia
adolescenza!
Marika Liguori 3C
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DACHAU: PER NON DIMENTICARE
ll campo di concentramento che abbiamo visitato a Dachau è stato costruito nel 1933.
In questo campo abbiamo potuto vedere le ricostruzioni dei dormitori, dei bagni, delle docce
dove erano costretti a vivere i prigionieri; i primi che arrivarono furono quelli politici,
soprattutto comunisti, poco più tardi arrivarono anche gli ebrei.
Abbiamo visto la piazza dove avveniva l’appello ogni mattina.
Il campo di concentramento di Dachau rappresentò una “scuola del terrore” ed era considerato
dalle SS un campo modello per la sua tolleranza zero. Molti di questi prigionieri non
sopravvissero, furono vittime oltre che del terrore delle SS, anche della fame, del freddo, di
incidenti avvenuti durante il lavoro forzato, di malattie e di epidemie.
All’uscita si erge il monumento al prigioniero ignoto, con l’iscrizione: “In ricordo dei morti, in
avvertimento ai vivi”; ciò significa che le persone che vivono tuttora non devono dimenticare
quello che hanno sopportato coloro che hanno vissuto nei lager.
I prigionieri registrati che passarono per il campo di concentramento di Dachau furono
200.000, arrivati da più di trenta nazioni; ne morirono circa 32.000 nei dodici anni tra il 1933 e
il 1945.
Il vero numero dei morti è però ancora più alto.
Per ricordare questa tragedia della storia, l’ex lager di Dachau è stato trasformato in un luogo
di commemorazione, sono stati costruiti un museo, un archivio ed una biblioteca.
Il 9 maggio 1965, in occasione del 90° anniversario della liberazione del campo di
concentramento da parte degli americani, il lager è stato riaperto a testimonianza storica delle
atrocità che vi furono commesse.
Massimiliano, Marco, Matteo, 3ªC
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ALLIANZ ARENA – La casa del Bayern
L’Allianz Arena è uno stadio destinato al calcio, è situato nella periferia nord di Monaco.
La progettazione è iniziata nell’ottobre 2002 ed è stato inaugurato nel Maggio 2005. Il costo complessivo
della costruzione è stato di 340 milioni di euro.
In questo stadio giocano le partite casalinghe il Bayern Monaco e Tsv Monaco 1860. L’Allianz Arena ospiterà
la finale di Champions League 2012.
Per la sua forma particolare, l’Allianz Arena ha ricevuto il soprannome di Schlauboot ( gommone), è infatti
costituito da cuscini pneumatici di membrana trasparente che assumono diversi colori: bianco quando gioca
la nazionale tedesca,rosso per Bayern Monaco e blu per il Tsv Monaco 1860.
I vari livelli dello stadio accolgono diversi locali (sala stampa, ristoranti, spogliatoi, palestre ecc.).
Al 3° livello si trovano i negozi delle due società calcistiche proprietarie dell’impianto (Bayern Monaco e Tsv
Monaco 1860).
Ci sarebbe piaciuto molto fare la visita guidata all’interno dello stadio ma non abbiamo avuto tempo.
Abbiamo però apprezzato tantissimo i negozi delle due società che vendevano oggetti di qualunque genere.
Nel fan shop abbiamo anche comprato dei regali per i nostri compagni che non erano potuti venire in
Germania.
Pasquale, Rimoun, Emanuele, Loris 3A
VIKTUALIENMARKT
Alle 16.00 del 18 marzo siamo andati al Viktualienmarkt (Viktualien è una
parola di origine latina che significa "alimentare"), il più antico e grande
mercato all’aperto di Monaco, che si trova nel centro della città, poco
lontano dal Marienplatz, la piazza principale.
Venne fondato nel maggio 1807 dal re di Baviera Max Joseph I, ed è uno dei
pochi mercati di Monaco aperto dal lunedì al sabato, dalle 7.00 alle 19.00.
Appena arrivati siamo stati colpiti dai forti odori di birra e fiori provenienti
dalle bancarelle. In questo mercato si vendono frutta, verdura, fiori freschi e
secchi, prodotti locali come Bier (birra), Bratwurst e Weißwurst ( wurstel
bianchi tipici di Monaco), che si gustano con la senape dolce, Brezel (un pane
particolare, salato e a forma di ciambella annodata) che si possono
acquistare e consumare nel grande Biergarten (birreria all’aperto).
Anche noi abbiamo sorseggiato la birra Paulaner, una delle birre più
importanti prodotte nella città di Monaco.
Per qualcuno di noi è stato il battesimo della birra.
Al centro del mercato c’è il Maibaum, l’albero di maggio. L’albero cambia da
zona a zona della Germania, quello che abbiamo visto noi era di metallo
colorato con i tipici colori bavaresi : bianco e blu (Blau wie der Himmel, weiß
wie der Schnee blu, come il cielo, bianco come la neve).
L’albero può raggiungere i 30 metri di altezza e a maggio, durante le feste,
viene innalzato e decorato con nastri colorati dalla comunità.
Denise, Sabrina, Francesca, 3A
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L’UNIVERSITA’
Durante la terza giornata di permanenza,
abbiamo visitato l’Università di Monaco,
città capoluogo della Baviera. Siamo
partiti dall’ostello che ci ospitava
nell’ElizabethstraBe e ci siamo recati
nella Hohenzollernplatz.
Da lì abbiamo preso la linea della
metropolitana U6 e, dopo varie fermate,
siamo arrivati nella Geschwister-SchollPlatz, dove si trova l’università.
Dall’esterno appare come una
costruzione moderna e ben curata.
L’interno dell’edificio è molto curato
anch’esso, ma c’era un’atmosfera antica
e cupa.
Mi ha dato una sensazione di tristezza e
paura perché c’era buio ed era anche un
luogo che non conoscevo.
Nell’atrio principale il pavimento era
pulito, fatto di pietra dura color antracite
e beige; il soffitto era alto e color giallobeige. Dall’atrio partivano due corridoi:
uno che portava al piano di sopra e l’altro
al piano interrato dove c’era il memoriale
che illustrava con tabelloni la storia del
gruppo Weiβe Rose. Nell’atrio, un
bassorilievo in bronzo ricorda il gruppo,
con un rosa bianca sempre fresca.
Vicino alle scalinate c’era un monumento
dove tutti insieme ci siamo fatti le foto.
Al piano di sopra c’era una balconata che
si affacciava sull’atrio. Questo luogo, ci ha
spiegato la professoressa, è stato teatro
dell’ultimo atto della storia dei fratelli
Scholl. Hans e Sophie Scholl con altri
amici, come loro studenti all’università di
Monaco, avevano creato un gruppo di
resistenza chiamato Weiβe Rose (rosa
bianca). Essi da tempo stampavano e
distribuivano volantini contro la guerra,
Hitler e il partito Nazista. Proprio in
questo atrio, nel 1943, alcuni volantini
volarono giù dal piano superiore attirando
l’attenzione di un bidello, che individuò e
denunciò i fratelli Scholl. Poco dopo
questi vennero scoperti, condannati ,
processati e giustiziati.
A ricordo di questo momento storico e di
queste persone, nel marciapiede di fronte
all’ ingresso dell’università sono
incastonate delle lastre di ceramica che
rappresentano i volantini creati dalla
Weiβe Rose. Questa per me è stata
un’esperienza interessante perché non
solo abbiamo visitato l’università ma
abbiamo anche conosciuto la storia di
questi personaggi che hanno tentato di
opporsi al regime dittatoriale di Hitler.
Grassini Silvia, 3B
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La residenza dei Wittelsbach
Giovedì 18 marzo abbiamo visitato la “Residenz”
di Monaco, il palazzo di città dei Wittelsbach (la
famiglia reale che regnò per secoli su Monaco e la
Baviera) e sede del governo bavarese dal XIV
secolo fino al 1918.
L’esterno del palazzo rispecchia lo stile
rinascimentale, ma poiché è stato modificato ed
ampliato più volte nel corso dei secoli, le varie
parti rispecchiano i diversi stili architettonici che si
sono susseguiti: dal gotico al rinascimentale, dal
barocco al neo-classico - anche se attualmente la
facciata è coperta da un telo rigido su cui
comunque è stampata l’immagine dell’esterno.
Appena entrati c’è un piccolo cortile, con
panchine e cartelloni dove sono rappresentati
tutti i componenti della famiglia reale; all’interno
della Residenza, che è composta da diversi edifici,
si susseguono poi altri cortili, grandi e piccoli.
Quando si entra nel museo si possono richiedere
delle audio-guide in diverse lingue, simili a grandi
telefoni con tasti numerati con i quali si possono
comporre i codici di quasi tutto ciò che è esposto,
al museo o nel palazzo.
Dando le spalle all’entrata, a sinistra c’è il palazzo
reale, mentre a destra c’è la “Schatzkammer”,
ossia la camera del tesoro: un museo dove sono
esposti i beni di famiglia come le corone reali, i
reliquiari, gli scrigni, i bauli, i gioielli, i quadri e le
porcellane con i colori della Baviera (il bianco e il
blu).
Il palazzo invece è ricco di stanze, quasi tutte
visitabili (solo alcune sono in fase di restauro). Le
stanze della regina, tutte con particolari in rosso,
hanno poltrone di velluto, letti a baldacchino,
comò e decorazioni sfarzose.
Le stanze del re invece sono colorate di verde e ci
sono scrittoi, anche qui letti a baldacchino,
poltrone, quadri, specchi ed arazzi.
Prima di ogni stanza c’è un’anticamera arredata in
modo spartano con poche sedie e qualche
specchio: qui doveva attendere chi chiedeva
udienza al regnante di turno, secondo il
cerimoniale dell’epoca.
Ci sono anche mole altre sale, sulle cui pareti ci
sono quadri rappresentanti scene della Bibbia,
scene fantastiche e mitologiche (come cavalieri
che uccidono draghi) o membri della famiglia
reale.
Anche nel palazzo ci sono stanze adibite a museo:
vi sono esposti quadri, porcellane cinesi, cimeli
della famiglia reale e altre collezioni.
Una sala particolare è l’Antiquarium, famosa per
essere la sala rinascimentale più grande a Nord
delle Alpi; si chiama così perché qui la famiglia dei
Wittelsbach conservava la propria collezione di
antichità
In uno dei grandi saloni della Residenza è inoltre
presente anche un modello in scala del palazzo,
dei cortili e delle stanze che ospitano il museo.
L’atmosfera di questo palazzo è calda ed
accogliente, e ti trasporta immediatamente nel
periodo delle dame, dei cavalieri e dei re.
Purtroppo, però, parte del mobilio è stato tolto,
perché rovinato dal tempo o perché troppo
delicato per essere esposto al pubblico.
Ciò che mi è piaciuto di più sono stati però i
lampadari, ce n’erano di tutti i tipi: con le candele,
di cristallo, d’oro, con più o meno bracci.
Consiglio a tutti di visitare la Residenza, perché il
luogo e il contesto meritano di essere visti ed
apprezzati da tutti.
Sara Montini 3° B
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Fra le Filippine e Milano
Non sono più STRANIERA ….
Quando sono arrivata in Italia
pensavo che la mia vita sarebbe stata
come prima, invece mi sbagliavo.
All’inizio stavo male perché avevo
lasciato il mio paese, i miei amici e i
miei parenti, e perché in Italia non
conoscevo nessuno, mi sentivo sola e
non capivo la lingua.
Poi, col tempo, mi sono ambientata e
ho fatto amicizia con i compagni di
classe.
Adesso mi trovo molto bene, ho
tante persone che tengono a me e
che mi vogliono bene e ho capito che
le persone care non si dimenticano ,
anche se sono lontane.
Ogni tanto, però, sento la nostalgia
dei miei amici, che mi mancano tanto
e vorrei rivivere i momenti bellissimi
che ho trascorso al mio paese.
I cambiamenti che sono avvenuti
nella mia vita mi hanno aiutata a
maturare: ho capito che nella vita i
momenti belli resteranno per sempre
nei miei ricordi e mi hanno aiutato
ad andare avanti quando mi sentivo
triste e sola.
Ora la mia vita è ricca di esperienze
nuove e di amicizie e guardo con
fiducia verso il mio futuro.
Darya Sryvkina 3C
Sono una ragazza di origine filippina
Sono nata in Italia, esattamente a Milano.
Quando sono stata messa al mondo, sono rimasta in Italia fino a due anni circa
poi sono stata portata nelle Filippine, per problemi familiari.
Mentre i miei genitori stavano in Italia, io sono rimasta nel mio paese per tanto
tempo, fino ai miei 7 anni.
Mi hanno detto che sarei dovuta tornare di nuovo a Milano. La notizia mi ha
resa malinconica e triste perché non volevo separarmi dai nonni e dagli zii che
mi avevano cresciuta, soprattutto da mia sorella, la persona che era nel mio
cuore . Con mia madre a Milano sapevo che non avrei parlato molto perché
era impegnata e doveva lavorare, figuriamoci con mio padre che avevo visto
solo nelle foto.
Ero proprio triste perché avevo una famiglia … confusa, per così dire.
I giorni passavano e il giorno della partenza si avvicinava sempre di più e le
lacrime aumentavano di giorno in giorno. Una sera mi ritrovai in aeroporto e lì
ho cominciato a pensare a come sarebbe stata la mia vita dopo essere arrivata
in Italia, in quella famosa città che tutti chiamano Milano e in cui non
conoscevo nessuno. La scuola lì non l’avevo mai frequentata.
Sono arrivata di mattina; uscita dall’aeroporto di Milano mi sono messa ad
osservare il posto in cui mi trovavo e mi sono detta che era un posto bellissimo
con tante strade e tanti edifici che di sicuro mi avrebbero fatto dimenticare la
tristezza che avevo provato negli ultimi tempi. Ho conosciuto le mie zie, i miei
cugini più grandi e finalmente mio padre.
Gli ho sorriso ma provavo una grande vergogna anche se col tempo mi è
passata; con lui, la prima volta ricordo che non ho aperto bocca. Dopo due
settimane ho ricominciato a piangere: pensavo di non sentire più la mancanza
delle Filippine e dei miei amici e invece … ogni giorno sentivo il desiderio di
ritornare al mio paese, ma poi ho capito che era normale avere nostalgia. A
settembre dovevo cominciare ad andare a scuola; avevo paura e il cuore mi
batteva proprio come quando ti innamori …
Sono entrata in quella classe piena di alunni, un luogo che mi faceva capire che
tutti erano amichevoli, e infatti alla fine mi hanno accettata come compagna,
ma soprattutto come amica.
Una persona è diventata la mia migliore amica; adesso sono una sua compagna
ma sono cambiate un po’ di cose nel nostro rapporto. Lei è italiana e
sinceramente non pensavo che tra me e lei potesse nascere un’amicizia.
Mentre io ero a scuola i miei genitori lavoravano da mattina a sera e non
pensavo che per stare in Italia dovevi far mille sacrifici. Ho iniziato ad
ambientarmi. Grazie alla scuola ho imparato molte cose: a parlare, a mangiare
cibo italiano,a rispettare gli altri ma soprattutto a essere me stessa.
Gli anni sono passati e io non sono ancora tornata al mio paese e ho già 15
anni: è passato un bel po’! A volte cerco di viaggiare nel passato con la mente.
Certe volte sento parlare di razzismo dalle persone, dal giornale, dalla tv, ma
nei miei confronti non c’è stato mai. Ognuno di noi ha un modo diverso di
pensare e i miei amici mi accettano per quella che sono, per quello che penso e
non hanno mai fatto riferimento al colore della pelle.
Mary Jane Tacaca 3B
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In un altro paese
Quando avevo sei anni i miei genitori decisero di farmi
andare in Italia insieme a mia nonna,ma il percorso
per arrivarvi fu faticoso.
Prima io e la nonna, che eravamo in Ecuador,
aspettammo mia zia per poi andare tutti e tre a casa
sua, cioè in Spagna, usando l’aereo.
Dopo noi tre andammo in Francia con il treno, perché
il volo diretto in Italia era pieno e anche perché lì
c’erano mio padre e un suo amico che ci aspettavano,
per portarci a Milano: il cuore mi batteva forte al
pensiero di rivedere mio padre, perché erano due anni
che non lo vedevo. Quando lo vidi lo salutai però c’era
un pò di tensione tre fra noi due, solo dopo un pò di
tempo, durante il viaggio in macchina verso Milano mi
sentì più a mio agio con lui.
Quando noi cinque arrivammo finalmente a casa di un
amico di mio padre, in Via Pellegrino Rossi, restammo
lì a conoscere gli altri amici, dopo un pò di tempo nella
stessa giornata arrivò mia madre.
All’inizio non la riconobbi; mi andai quindi a
nascondere da mio padre poi, quando mi disse che lei
era mia madre mi venne voglia di piangere, infatti lo
feci questo perché non la vedevo da tre anni. Lei mi
chiese come stavo, cosa avevo fatto in sua assenza e
come avevo vissuto la separazione da lei e altre cose
riguardanti me e lei. Dopo questi brevi dialoghi io la
abbracciai ed ero felice di rivederla.
Quando ebbi sette anni dovetti andare a scuola che si
trovava vicino a casa mia in Via Scialoia. All’inizio ebbi
difficoltà ad imparare ma con il passare del tempo le
difficoltà diminuirono perché io potevo imparare
sempre di più.
Fino ad ora non sono mai stato bocciato e adesso
sono in terza media anche se non sono sicuro di saper
affrontare le superiori.
La scuola insegna bene perché io posso imparare delle
lingue straniere , l’italiano ma anche l’inglese e il
tedesco. Qui in Italia mi trovo bene e la trovo
stupenda. Non ho mai vissuto un episodio di razzismo
ma una volta ho visto una persona che insultava un
africano solo per via del colore della sua pelle.
Io non vorrei mai essere razzista e nemmeno trovarmi
nei panni di quell’africano, e questo me lo ha fatto
imparare la scuola, perché in quella che frequento io
le classi sono miste, per esempio nella mia classe ci
sono molti stranieri, incluso me, insieme agli italiani e
ci troviamo bene.
Acaro Carlos 3B
Io sono un ragazzo rumeno arrivato in Italia 7 anni fa,con i
miei genitori e mio fratello compiendo un viaggio in
macchina,che è durato 2 giorni senza avere grossi
problemi se non per il fatto che mio fratello soffre il mal
d’auto e ha vomitato tante volte. Abbiamo fatto diverse
soste per mangiare, bere o andare ai servizi.
Arrivando in Italia non sapevo neanche dire ciao e per me
è stato difficile soprattutto andare a scuola, ma nella
classe in cui mi hanno messo c’era una ragazza rumena
come me che mi ha aiutato molto.
Oltre a lei c’era un’insegnante di sostegno per gli stranieri
che mi ha aiutato facendomi compilare schede e
facendomi fare esercizi.
In meno di 2 mesi sapevo già parlare l’italiano così mi sono
inserito bene e ho fatto tante amicizie soprattutto con un
nigeriano e un italiano. Adesso sono alle medie e mi sono
fatto altri amici rumeni e italiani con cui vado a giocare al
parco oppure vado a casa loro e loro a casa mia.
In Italia mi trovo molto bene,però mi mancano gli amici
con cui giocavo dall’asilo e soprattutto mi manca il mio
paese. Qui in Italia non posso fare cose che facevo in
Romania dai miei nonni come per esempio cavalcare il
cavallo di mio nonno oppure far pascolare le mucche e
soprattutto non posso andare a giocare nella foresta di
proprietà di mio zio con gli amici.
Comunque anche qui esco con gli amici, però vado al parco
e non mi diverto come mi divertivo in Romania.
Mio padre che è qui da più anni si è inserito bene e adesso
fa il camionista,un bel lavoro secondo me,tranne per il
fatto che ti stanchi molto e non resti tanto a casa.
Lui fa questo lavoro perché lo faceva suo nonno e suo
padre; trasporta merce da Milano a Roma ;io qualche volta
sono andato con lui e ho visto e imparato tante cose belle,
pericolose e divertenti del suo lavoro.
A mio padre però non piace il lavoro che fa e quando gli
dico che vorrei farlo anche io lui si arrabbia tantissimo e
dice che devo pensare a studiare.
Mia mamma lavorava per una vecchia signora ma ora non
ci lavora più perché è incinta.
A scuola non mi insulta nessuno a causa del paese da cui
provengo, però ci sono tanti ragazzi asiatici (cinesi) che
vengono insultati continuamente ma io non capisco
perché; infondo siamo tutti esseri umani e non ci
dovremmo insultare per il colore della pelle oppure per via
della diversa provenienza. E poi i cinesi hanno inventato
quasi tutte le cose elettroniche e tanti altri oggetti come la
polvere da sparo e i fuochi d’artificio.
Spero infine che né a me né agli altri stranieri venga rivolto
nessun insulto per via del paese da cui proveniamo.
Cristian Vasile 3B
31
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
In un tempo molto lontano, in un villaggio di nome Pascia, viveva
un popolo numeroso, con strane usanze; una tipica era quella che tutti i figli maschi, ogni
giorno, dovevano andare a pescare per sfamare il popolo, L’andare a pescare era impresa non
semplice, perché, ogni volta, dall’immenso cielo arrivava un grave pericolo: un grosso e
pericoloso rapace volteggiava in alto con l’intenzione di rapire uno dei ragazzi.
Per questo motivo i ragazzi avevano formato un gruppo molto compatto. Purtroppo un giorno,
mentre il gruppo si avviava per la solita pescata, il pericolo cominciò a farsi minacciosamente
sentire; ovviamente i ragazzi si organizzarono per la difesa.
Arrivarono alla loro canoa e si misero a remare, osservando sempre il cielo.
Fra tutti, Athos era il ragazzo più intelligente e soprattutto coraggioso, tanto è vero che tutti lo
ammiravano. Mentre erano intenti alla pesca, con incredibile velocità il rapace si avventò sul
gruppo e ghermì Athos e se lo portò in cielo.
Il ragazzo, malgrado fosse sospeso in aria, non si spaventò, anzi con grande coraggio iniziò a
difendersi, dimenandosi, tanto da costringere il rapace a planare su una radura. Qui ebbe inizio
una violenta lotta, anche alla presenza dei compagni di Athos, che nel frattempo li avevano
seguiti.
La lotta sembrava non finire mai e, con fasi alterne, l’uno sembrava prevalere sull’altro, infine
con un gesto astuto, Athos riuscì ad avere la meglio sul rapace.
Gli restava soltanto di finirlo, anche perché incitato a farlo dai suoi compagni.
Ma all’improvviso il grande rapace parlò, supplicandolo di essere risparmiato. Tra lo
sbigottimento generale, Athos ebbe la prontezza di chiedergli il perché di tanto accanimento
verso gli esseri umani e soprattutto su di lui.
Il rapace confessò che se fosse riuscito nell’intento di ammazzarlo, avrebbe dato in pasto ai suoi
piccoli il corpo di Athos, per far sì che diventassero forti e coraggiosi come lui.
A quel punto Athos capì e giustificò il pensiero del rapace, ma gli spiegò che per far crescere
bene i suoi piccoli sarebbe bastato che essi avessero osservato il coraggio e la capacità del loro
genitore.
A quel punto il rapace, avendo capito la lezione, ringraziò e si alzò in volo. Per tutto il suo
popolo Athos divenne un mito e ai suoi compagni continuò ad insegnare l’astuzia e il necessario
coraggio per vivere.
Di Figlia Manuel IB
MITO – IL COLORE DEI FIORI
Moltissimi anni fa, su un’isola, vivevano dei folletti molto tristi, ma molto colorati. Si
sentivano infelici, perché, ovunque si giravano, vedevano meravigliosi fiori, che,
purtroppo, erano tutti grigi, perché sull’isola non splendeva mai il sole: c’erano sempre le
nuvole!
Una mattina i folletti si svegliarono più tristi del solito e, siccome non sapevano cosa fare,
decisero di lavare i loro vestiti in secchi pieni di acqua del fiume.
Li misero a bagno dividendoli per colore e all’istante l’acqua si colorò del colore degli
indumenti; i folletti, stupiti, pensarono di avere le allucinazioni e decisero di togliere gli
abiti dall’acqua, ma constatarono che era tutto vero, perché l’acqua era davvero colorata.
Allora provarono a raccogliere l’acqua con le mani e a buttarla sul tronco di un albero e
osservarono che il colore restava appiccicato; quindi, pieni di gioia, incominciarono a
raccogliere l’acqua con degli annaffiatoi e a bagnare tutti i fiori, che si colorarono
all’istante.
Da quel giorno, fino ai giorni nostri, grazie a quei folletti, tutti i fiori nascono di mille colori
diversi.
Vaccaro Giorgia IB
32
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Mito-Le Stelle Marine
In principio il cielo era illuminato da molte più stelle che non si stancavano mai di lavorare, perché quando da
una parte del mondo c’era il giorno, dall’altra c’è la notte.
Anche se erano un po’ stanche dalla loro vita movimentata, erano certe che non ci fosse posto più bello e più
tranquillo del cielo e per questo rimanevano lì.
Ma la Luna, invidiosa perché le stelle sminuivano la sua importanza nella notte, era arrabbiata con loro e una
notte andò loro incontro e le aggredì a colpi di pietra. Le stelle cercarono di difendersi in tutti i modi , ma
alcune di loro vennero ferite e caddero dal cielo: finirono nel mare e, annaspando per lo spavento, si
adagiarono sui fondali. Dopo qualche settimana guarirono; decisero allora di non tornare in superficie.
L’oceano era molto calmo e loro non dovevano più lavorare.
E lentamente, dopo tanti, tanti secoli, si trasformarono in quelle che noi, oggi , chiamiamo “ stelle marine”.
Bruseghini Nicoletta 1^B
L’ ORCO VEGETARIANO
C’era una volta, in un lontano regno, un orco, che era, diciamo, molto, ma molto
strano; la sua stranezza stava nel fatto che lui era.....vegetariano !! Avete capito bene
!!
Tutti i giorni l’orco andava nell’orto di un contadino e urlava:”Esci umano e dammi
tutti i tuoi ortaggi, altrimenti ti mangerò vivo!” , ma l’orco in verità mentiva, perché lui
non era in grado di mangiare carne, mangiava solo verdura!!
I contadini, però, spaventatissimi, gli davano tutti i loro ortaggi, finché un giorno, un
contadino, dopo che l’orco se ne era andato, decise di salire sul suo carro e recarsi dal
re per riferirgli tutto quello che accadeva.
Il re inviò molti soldati alla ricerca dell’orco, ma anche loro molto spaventati, non
appena furono giunti davanti alla caverna dell’orco, se la diedro a gambe levate,
tranne due, per l’esattezza due fratelli, che decisero di farsi coraggio e di avventurarsi
nella caverna.
Arrivati in fondo trovarono l’orco addormentato vicino a una enorme quantità di
ortaggi; mentre i due fratelli cercavano di decidere il da farsi, l’orco si svegliò e disse
loro:” Che ci fate voi qui?”
I due terrorizzati cominciarono a scappare, ma l’orco li fermò, dicendo loro:” Fermi,
non andate via, vi prego! Non ho nessun amico! In verità io non mangio carne, mangio
solo verdura, sono...vegetariano!” Allora i due soldati gli dissero:” Ma perché vieni a
terrorizzare i nostri contadini, minacciandoli di mangiarli?” e lui :” Perché se no
morirei di fame e quindi mi faccio dare il cibo in questo modo!” A quel punto i due
fratelli gli risposero:” Ma bastava dircelo e noi ogni tanto ti faremo avere tutte le
verdure che vorrai! L’importante è che prometti di non venire più a spaventare gli
abitanti dei nostri villaggi”. Alloro l’orco fece solenne promessa di non terrorizzare più
i contadini e da quel giorno tutti vissero felici e contenti...compreso l’orco!!
Zhu Alessandro Mao Wei I B
33
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
L’adolescenza è quel periodo della vita in cui
non si è né bambini né adulti, quindi è una fase
intermedia non sempre facile da vivere.
Avvengono molti cambiamenti soprattutto nel
fisico, cambiano l’altezza, i lineamenti e per noi
maschi anche la voce. Per alcuni spuntano
anche i brufoli e così, quando ci si guarda allo
specchio, ci si spaventa anche un po’! Se
aggiungiamo anche l’apparecchio per avere da
grandi dei bei denti, il quadro è completo. Il
carattere e i gusti cambiano, così molte cose
perdono interesse ed altre lo acquistano. Si
desidera fare le cose in modo autonomo, per
esempio andare a scuola da soli, prepararsi il
cibo ed avere le chiavi di casa. E’ bello trovarsi
nel pomeriggio con qualche compagno a fare i
compiti, perché ci si aiuta a vicenda e ci si
scambiano le idee. Mi piace avere uno spazio
che sia solo mio, dove conservo le mie cose e
ne ho cura. Certi giochi non li uso più, però non
voglio buttarli, perché mi ricordano un periodo
della mia vita non molto lontano ma bello. Il
rapporto con i miei genitori per ora non è
cambiato e spero che non cambi, la stessa cosa
posso dire verso i miei compagni. Mi piace
andare a scuola, imparare cose nuove anche se
il passaggio dalla scuola elementare a quella
media mette un po’ di preoccupazioni.
Sentiamo ripetere da tutti che l’adolescenza è
un periodo difficile, però ci passiamo tutti e
visto che è un passaggio naturale dobbiamo
affrontarlo senza vergognarci di chiedere aiuto
in caso di bisogno.
Ciao a tutti, amici roditori e uomini.
Mi chiamo Banny sono un coniglietto nano di tre anni.
Sono arrivato nella famiglia che mi ospita quando avevo due
mesi.
Nel corso degli anni, che ho trascorso in questa casa, sono
successi episodi
divertenti ed altri più tristi.
Ora ve ne racconterò qualcuno …………..
Uhm …… allora ….. partiamo dai più spaventosi e tristi.
Quando avevo solo un anno è successa una cosa davvero
terribile, mentre ero sul balcone a fare una passeggiata, sono
inciampato e ….. mi sono rotto un’unghia!! Ragazzi che
esperienza!! Il sangue sgorgava dal mio dito … non sapevo più
cosa fare!! Ero in preda al panico!! Poi, per mia fortuna sono
arrivati i miei padroni, abbiamo fatto una corsa con la
macchina verso il veterinario.
Siamo andati a tutta birra, pensavo di morire, il sangue
continuava a sgorgare abbondantemente. Arrivati dal
veterinario, mi hanno disinfettato e fasciato la zampetta.
Mamma mia che dolore…!!
Ora se ripenso a tutta questa storia, mi vengono ancora i
brividi….
Ragazzi, cambiamo discorso …. Ora vi narrerò qualche episodio
divertente!
Un giorno i miei padroni, si sono dimenticati di chiude la gabbia
quando sono usciti e io sono corso sul letto della mia
padroncina, dove ci sono tanti animaletti come me. Ho giocato
tutto il tempo con loro, li mordevo, li buttavo giù dal letto,
insomma ci siamo divertiti un mondo!! Poi ero così esausto che
mi sono appisolato sul lettino e sono rimasto lì per un po’ di
tempo …. Mentre dormivo sono arrivati i miei padroni, la
gabbia era vuota, così hanno iniziato a cercarmi, quando mi
hanno ritrovato dormicchiavo ancora, loro mi hanno svegliato
e si sono accorti che avevo tutte le zampette colorate …. Così
mi hanno pulito e poi messo in gabbia …
Questo è stato un episodio divertente, ne sono successi anche
molti altri, una volta stavo facendo un giretto, ho sentito dei
rumori, dalla paura mi sono girato di scatto e ho sbattuto con il
musino contro il muro … è divertente però ragazzi che dolore!!
Altri episodi molto importanti per me sono stati quando i miei
padroni mi hanno preso in braccio per la prima volta, mi hanno
coccolato e accudito con immenso amore.
Ora vi saluto, perché è l’ora della mia passeggiata quotidiana …
a presto saluti
Banny.
Giulia G. e Alessandro M. 2A
LUCA LEONI I A
34
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Chango conduceva al pascolo le capre. In verità
erano poche, solamente cinque, ma lui le chiamava
“il mio gregge”. Dedicava loro tutto il suo tempo,
come se fossero chissà quante, andando in cerca di
pascoli erbosi e d’acqua limpida. Gli altri pastori della
zona, vedendo di quanto amore circondava le sue
caprette, si burlavano di lui, così per divertirsi:
-Attento al gregge, Chango!
-Non ti sbagliare a contarle!
-Sei certo che ci sono tutte?– Chango rispondeva
sempre sorridendo:
-Cinque sono più di una e una è più di nessuna…
I pastori che possedevano greggi numerose un
giorno gli dissero:
-Perché non vai dall’altra parte della grande
montagna? C’è un fiume limpido e tanta erba tenera,
tenerissima.
-E in quantità enorme. Così le tue caprette potranno
finalmente saziarsi tutte quante…
-E voi perché non ci andate?- rispose Chango.
-Veramente è un po’ lontano…
- E il viaggio è pericoloso- soggiunse un altro.
-Io ci vado- disse Chango felice.
-Per cinque capre? Sei matto!
-Sì, sì, ci vado. Qui il pascolo è magro e le poverine
diventano sempre più deboli.
E se ne andò canticchiando con le sue caprette, alla
ricerca di pascoli teneri. Sempre più ripidi si facevano
i fianchi della montagna, a misura che saliva le rocce,
sempre più spoglie e dure. Dopo aver camminato
tanto per sentieri desolati e strettoie pericolose,
giunse nella valle. Rimase sbalordito: un pascolo così
bello non lo aveva visto mai. C’era mai stato
nessuno?
-Eppure è così grande!- esclamò –e verde! Qui
potrebbero pascolare moltissime capre! ...devo dire
agli altri di venire.
Le capre giocavano nell’erba dando salti come
fossero ammattite e mangiavano a sazietà.
Chango, seduto per terra, le guardava soddisfatto:
-Come sono belle!... Quando la Moretta avrà un
capretto, saranno sei, e sei capre sono più cinque, e
poi anche la Pezzetta ne avrà uno e allora saranno
sette, e sette capre sono più di sei… e poi… Chango
accarezzava questi pensieri, quando si accorse che
stava facendo notte.
-Bene, golosone! E’ già tempo di tornare a casa.
Andiamo!
Molte nubi coprirono il cielo e si fece subito buio.
Dapprima caddero alcuni goccioloni poi si scatenò la
tormenta. Il vento soffiava così forte che bisognava
afferrarsi alle rocce per non essere portati via. Veniva
giù la pioggia a catinelle, a torrenti. Il tuono
assordante spaventava le capre che si sbandavano
per ogni dove.
Chango le chiamava gridando, ma erano così
spaventate…, forse non udivano nemmeno la sua
voce.
A fatica, una dopo l’altra, riuscì finalmente a
raggrupparle. Le condusse in un rifugio sicuro, tra
le rocce, in attesa che dileguasse la tormenta. Ma
quando le contò si accorse che ne mancava una.
-La Moretta!- gridò. E uscì di nuovo all’aperto, sotto
la pioggia. Forse era caduta in un burrone.
-Moretta! Morettina!
Dall’alto del sentiero vide là in basso, nella vallata
verde, un gregge innumerevole di lama. Mai ne
aveva visti tanti insieme. Continuavano il loro
cammino ordinati, tranquilli, come se qualcuno li
guidasse, e salivano, salivano. Sembrava non ci
fosse nessun pastore…
-Deve essere Coquena- pensò -il dio nano che li
conduce. Solo lui ha il potere di rendersi invisibile
-Coquena! Coquena! Per favore aiutatemi!- E si
mise a correre verso il gregge.
-Coquena! Coquena!- I lama erano spariti dietro il
sentiero e si vedeva solo la valle, già quasi al buio,
che s’illuminava a tratti per il bagliore improvviso
dei fulmini. Notò qualcosa di strano disteso sulle
pietre.
-Morettina!- esclamò con gioia. –La mia Morettina!
Ma quando si chinò si accorse che non era la sua
capra, era un lama piccolino e, a quanto
sembrava, ferito.
-Dev’essere del gregge- pensò e l’accarezzava.
-Poverino! Non avere paura. Mi prenderò cura di
te. Ma tu stai tremando, e il mio poncho è così
fradicio. Ti condurrò dalle capre. Quando sarai
guarito ritornerai al tuo gregge.
Gli parlava con tenerezza ma, come si chinò per
alzarlo, invece del piccolo lama si trovò davanti lo
stesso Coquena. Chango non riuscì a spiaccicar
una sola parola. Allora parlò Coquena:
-Sei buono, piccolo Chango, molto buono. Dimmi
ciò che desideri. Vuoi oro? Vuoi argento? Un
gregge immenso che copra tutta la vallata?
-Ti ringrazio, Coquena. Non voglio niente di tutto
ciò. Però, ti scongiuro, aiutami a trovare la mia
Morettina.
Al dio nano luccicavano gli occhi di contentezza e,
indicando con la sua mano di lana verso nord,
disse:
-Cammina fin dove termina il sentiero, gira a
sinistra e troverai una grotta. Tutto ciò che vedrai
vicino alla tua capra sarà tuo. Questa è la volontà
di Coquena.
E sparì. Nella grotta Chango trovò la Morettina e
vicino a lei una borsa enorme piena di monete
d’oro e d’argento.
Quando riprese il cammino verso casa con le sue
cinque capre cominciava appena ad albeggiare. La
pioggia era cessata. Ogni tanto lui si voltava, e
lassù, in lontananza, gli sembrava di vedere
ancora le schiene vellutate dei lama di Coquena
che camminavano in fila contro il cielo.
CLAUDIA LEON
1A
35
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Spesso ci sono giorni in cui avvengono eventi
atmosferici mozzafiato, come il temporale.
Questo può avvenire in tutte le stagioni, ma
secondo me soprattutto in estate.
A volte può anche spaventare, sia noi umani che
gli animali, che si nascondono nelle loro tane
spaventati aspettando che passi il maltempo.
Tutto intorno è buio e c’è silenzio e poi arriva, in
un batter d’occhio il fulmine, che è spettacolare
e preannuncia l’arrivo del tuono.
Solitamente io guardo il temporale seduta sulle
morbide coperte del mio letto che è vicino alla
finestra.
Quando lo guardo, però, sento che in me
cambia qualcosa, come se il temporale fosse in
grado di risvegliare la parte cattiva e cupa di me
che solitamente dorme.
E allora cambio umore, divento burbera e poi
calma, e così via.
Il temporale può provocare conseguenze
innocue oppure gravi.
Se il temporale è stato leggero, al massimo
aumenta il traffico in città.
Se il temporale è stato forte, può spazzare rami
o tutto l’albero e se invece è stato molto forte,
può provocare allagamenti o far straripare un
fiume.
Il temporale però può anche solo rinfrescare,
dopo una giornata estiva molto calda e portare
anche un bel venticello fresco.
Dopo il temporale è difficile camminare per
strada perché ci sono larghe pozzanghere o
tanto fango; dagli alberi poi, cadono le gocce di
pioggia accumulate sulle foglie, che con il sole
sembrano brillare.
Inoltre c’è sempre il rischio che ricominci a
piovere da un momento all’altro e quindi le
persone escono con ombrelli, k-way e mantelline
impermeabili che ingombrano e danno solo
fastidio.
Uno dei motivi per cui mi piace il temporale è
che se quando smette di piovere esce un raggio
di sole è probabile che esca l’arcobaleno. Da
casa mia poi si vede benissimo.
Il temporale mi piace anche per il rumore
provocato dalle gocce quando picchiettano
insistentemente contro i vetri delle finestre.
Mi piace quando la pioggia passa attraverso la
luce dei lampioni ed emana ai miei occhi una
sensazione di caldo-umido che mi tranquillizza e
mi calma.
L’unico motivo per cui non mi piace il temporale
è che mi lascia una sensazione di “bagnato”
addosso insopportabile.
Fino a qualche anno fa il temporale mi
spaventava molto e non mi faceva dormire.
Adesso invece, insieme alla neve, è il mio
evento atmosferico preferito.
Per tutti questi motivi che ho raccontato,forse,
non vedo l’ora che arrivi il prossimo temporale.
Montini Sara 3B
Una bambina di nome Kelly un giorno partì
con la sua famiglia per trasferirsi in campagna in una casa
sperduta nel bosco. Il marito di sua mamma non era suo
padre,era ricco ed aveva anche la servitù in casa; sua mamma
era in gravidanza e perciò la bambina non poteva essere molto
seguita dai genitori. Si rifugiò nei libri di avventura, di fantasia e
di racconti magici .Passarono i mesi e Kelly vide il ventre di sua
mamma crescere e pensò che quando quella creatura sarebbe
nata avrebbe potuto giocare con lei. Un po’ di giorni dopo la
mamma iniziò ad avere problemi dovuti alla gravidanza e a lei fu
detto di non essere di impiccio perciò andò nel bosco con due o
tre libri sotto il braccio. Iniziò a leggere un libro che riguardava la
superstizione e i rituali magici. Quando aprì quel libro per la
prima volta leggendo il primo capitolo
sembrava che fosse proprio rivolto a lei. Parlava infatti della
mamma della protagonista, della sua gravidanza e della sua
morte. All’ inizio pensava che si trattasse solo di una
coincidenza ma quando alla sera tornò a casa e non le fu
permesso di vedere la mamma per le sue gravi condizioni , tutto
divenne una certezza. La sera stessa quando andò in camera
sua a dormire,prima di addormentarsi lesse alcune pagine del
libro e scoprì che per salvare la mamma c’era solo un modo,
superare delle prove. Le prove erano due: per prima cosa
doveva trovare una chiave,e per seconda doveva entrare
all’interno in un albero magico e prendere la fibra di Enthers
senza farsi vedere dai centauri. Come indicato dal libro, la
mattina dopo lei andò alla riva del fiume ed improvvisamente
uscì un tritone che le consegnò la chiave con la quale Kelly
avrebbe aperto la stanza della mamma, il “padre” di Kelly infatti
aveva chiuso la porta della stanza della moglie a chiave in modo
che solo lui e le cameriere potessero entrare. Senza dire niente
a nessuno Kelly andò nel bosco come indicato nella mappa per
superare la seconda prova ed entrò nell’albero magico. Da fuori
sembrava piccolo ma quando ci entrò non lo era ,era rugoso
composto da tanti intrecci e foglie. Kelly non sapeva dove si
trovasse la fibra di Enthers e perciò andò a cercarla nella parte
azzurra dell’albero (l’ albero era diviso in colori e in ogni colore
c’erano parecchie fibre),dopo averla trovata cercò l’uscita ma
siccome l’ albero era enorme non si ricordava dove fosse,
perciò cercò qualcuno a cui chiedere informazioni. Sul cammino
incontrò due centauri e ad loro domandò dove fosse l’uscita,
loro risposero che “non lo sapevano” e perciò Kelly si allontanò
senza alcun problema ma i due centauri la raggiunsero alle
spalle e la spinsero a terra,lei si rialzò velocemente e scappò
verso la parete rugosa,continuava ad indietreggiare perché i
centauri si avvicinavano sempre più finché si appiccicò alla
parete e svanì nel nulla. Solo quando fu fuori al sicuro capì che
era stato sufficiente appoggiarsi alla parete della pianta per
trovare l’uscita. Alla sera arrivò a casa e lesse tutte le istruzioni
per preparare la tisana della guarigione per la mamma che
ormai era in fin di vita. Dopo essersi fatta aiutare dalla
cameriera prese la chiave e aprì la porta della stanza e con
molta fretta le ordinò di bere la pozione perché sentiva già i
passi di suo padre che saliva le scale, la madre obbedì
fiduciosa. Intanto suo padre urlava disperato perché non era
stato rispettato il suo ordine di non entrare nella stanza, portò
fuori la figlia e mentre la rimproverava sentì aprirsi la porta: si
girò e con meraviglia vide sua moglie camminare …
Bortolotto
2B
36
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Spero
che un giorno qualcosa cambierà.
Che un giorno dal cielo
scenda tra noi un angelo
che porti pace e serenità
a tutta l’umanità.
So distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato;
so riconoscere la verità dalla menzogna ;
so vedere lontano con il cannocchiale;
so navigare su internet;
so che non so volare;
so di avere molti amici;
Che sappia ridere e scherzare,
so di avere altrettanti nemici;
perché non ci sia più guerra
so di avere trovato un’amica speciale;
so riconoscere la bontà dalla cattiveria;
perché tutti si possa giocare.
so capire quello che la gente vuole dire;
Che metta nella mente dei potenti
so chi sono gli altri ma non so chi sei tu;
pace, amore e sentimenti.
Elisa Cofano 2°B
NON C’È BENE SENZA MALE
Ti amerò
come la primavera ama i suoi fiori.
Canterò il tuo nome
come il vento canta le sue note.
In silenzio ascolterò chi di te mi parlerà
E odierò chi da me ti allontanerà
E farò del bene a chi da me ti riporterà.
Perché non c’è bene senza male
e non c’è male senza bene
Come non c’è luce senza buio e buio
senza luce.
Rossella Spadari 2 B
so chi scegliere ma non so cosa fare;
so ridere con chiunque;
so amare senza ricevere amore;
so prevedere il tempo dal canto degli uccelli;
so ridere senza possedere niente;
so chi siete voi ma non so chi sono io;
so distinguere dal bianco dal nero;
so che ricorderò tutti i momenti più belli della vita;
so cos’è la vita.
Classe 2°B
FILASTROCCA DELL’AMICIZIA
Si scordano i sogni,
Si scordano i guai,
Ma i veri amici...
Non si scordano mai!
VACCARO GIORGIA IB
37
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Ti aspetterò
A braccia aperte..
Ti continuerò ad amare
Perché mi piaci troppo..
Mi mancherai …
Se non resterai vicino a me ..
AMICO
Potrei stare in silenzio
con te
anche tutta la sera
senza paura
senza noia
Potrei stare zitta a guardarti
e so che capiresti.
Perché sei un amico,
custode della mia anima.
Jacopo Eccli 2D
Mi porrò una domanda
Di cui la risposta
Saprai solo tu..!!
Forse non ti piaccio …
Ma ti prego, pensa a queste parole
E poi dimmi cosa ne pensi,
E ricordati …
Io smetterò di amarti
Solo quando il vento smetterà di
soffiare …!!!
Ilaria Santini 2°B
Autoritario
io sono un personal computer,
contengo centinaia anzi,
migliaia di informazioni.
quando sono stanco
vado in tilt
e quando parlo troppo
vengo spento.
vivo di elettronica ma,
se voglio
possiedo anche un cervello
Gabriele Ignoti 2D
Insieme È Meglio
Autoritratto
Io,
Sinuosa come un Gatto
Curiosa come un Gatto
Misteriosa come un Gatto
Sto dietro una finestra
Celata da una tenda
Aspettando una carezza
Che mi apra il cuore
J.M. 2D
tu non sei come me,
tu sei diverso
ma non sentirti perso…
anch’io sono diverso…
siamo in due
se metto le mie mani
con le tue
certe cose so fare io ed altre tu
e insieme sappiamo fare di più
tu non sei come me
siamo fortunati
perché non siamo uguali
ma tutt’e due siamo speciali.
Charlotte N. 2D
38
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
PENSIERI DI UNA
ADOLESCENTE
Oggi mi ritrovo a sognare, chiusa
in un silenzio che mi bagna il viso.
Il mondi si diverte
Tutti ridono
Scherzano, fanno festa e io
invece mi sento sola:
nessuno mi capisce
mi sembra che la vita non abbia
senso
ma tutto può cambiare…
Marcella 2D
IO, VASO DI CERAMICA
Io, vaso di ceramica,
decorato tutt'intorno
sono la casa dei fiori.
Se non mi curate ogni giorno
i fiori appassiranno.
Non prendetemi in giro
solo perché sono solo un vaso
ma cercate dentro di me
la mia vera bellezza.
Irene Aldovini 2D
L'AMICIZIA E' MERAVIGLIOSA!
L'amicizia è sincera,
hai un amico che cammina al tuo fianco,
che ti consola, che ti rallegra,
un amico che si confida con te
e che ti rivela i suoi segreti più grandi.
L'amico è vicino a te anche
nei momenti più cupi e tristi della tua
vita,
nelle tue vittorie e nelle tue sconfitte,
c'è sempre!
Irene Aldovini 2D
Sono a scuola
e ti penso,
tutto il mondo
non ha senso,
se mi interroga
la Prof di Italiano
le rispondo
che TI AMO
e se incontro il bidello
dico che l’amore è bello.
A scuola ..
c’è un ragazzo che
vuole prendere
il tuo posto
ma non mi importa
e sai perché???
Voglio amare solo TE
Mary Jane Tacaca 3B
Un Amico
un aiuto sincero
un dolce conforto
un tesoro, un sorriso
e’ un amico
un caldo abbraccio
un ricordo felice
una spalla su cui piangere
e’ un amico
le sue parole
e confidenze
riempiono il cuore
questo e’ un amico
YASMINE A. 2 D
39
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Una nuova esperienza: ascoltare un libro.
Ciao a tutti !!!
Volevo raccontarvi un' esperienza che ho
fatto con i miei compagni di classe del
tempo prolungato, durante il primo
quadrimestre. Ogni mercoledì, nelle ore
di manualità, abbiamo partecipato al
laboratorio "USA E RIUSA ", organizzato
dalle prof. Calderara e Bombini.
L'attività consisteva nel creare collane,
bracciali, orecchini, utilizzando il
materiale recuperato dalla bigiotteria
che le nostre mamme non usavano più.
La prof. Bombini da tempo coltiva questa
passione ed è stata lei a svelarci ogni
trucco per creare splendidi bijeoux!!!
Il procedimento era semplice, ci
dividevamo in diversi gruppi di lavoro,
ognuno aveva un compito: c'era chi
doveva smontare le collane e recuperare
il materiale, chi con la prof. Calderara
realizzava perline, ciondoli con das,
cernit da utilizzare per le creazioni, chi si
occupava di progettare e poi costruire
l'oggetto!!!
Era molto divertente e tutti si sono
divertiti, alcuni di noi si sono anche
appassionati!!!
Tutte le realizzazioni sono state esposte e
messe in vendita all'open-day e durante
la festa di Natale. Abbiamo guadagnato
molto, divertendoci!!!
Lo scopo della vendita era recuperare
fondi per finanziare lo stesso laboratorio.
Abbiamo infatti comperato altro
materiale come perle in vetro, fili,
monachelle per orecchini, fili in metallo ...
Ragazzi è stata un' esperienza che spero
facciate anche voi, io vorrei rifarla anche
perché è durata solo un quadrimestre e si
sa che quando si fa qualcosa che ci piace
il tempo passa troppo in fretta!!!
Sara Trocino 2C
Quest’anno noi ragazzi della II C abbiamo fatto un’ esperienza mai
fatta prima d’ora. Con la prof. Di Italiano abbiamo deciso di
dedicare un’ora del piano di studi alla lettura di libri.
Apparentemente fin qui non ci vedrete niente di innovativo ma in
realtà invece che leggere un libro lo abbiamo ascoltato. Si, avete
letto bene perché abbiamo ascoltato un audiolibro. Si tratta della
registrazione della lettura di un romanzo da parte di un attore che
recita i fatti narrati accompagnato da rumori e musiche. Noi
abbiamo ascoltato il romanzo “900” di Alessandro Baricco,
registrato da Eugenio Allegri del laboratorio teatrale Settimo.
All’inizio è stato un po’ strano abituarsi a questa voce che
raccontava le avventure del pianista del Virginia, ma è bastato
concentrarsi un po’ e siamo rimasti travolti dalla storia! La voce
del narratore era coinvolgente, con un simpatico accento
americano che aiutava a “creare” l’ atmosfera assieme alle
musiche e ai suoni di sottofondo. L’esperienza è stata rilassante
ed allo stesso tempo emozionante. Mentre ascoltavamo, alcuni
chiudevano gli occhi per concentrarsi meglio e altri fissavano un
punto nel vuoto perché veniva spontaneo immaginarsi le scene, i
personaggi le ambienti del romanzo. Pensate che la maggior
parte di noi ha immaginato i personaggi allo stesso modo!
Durante l’ascolto in classe tutti eravamo tranquilli e rilassati,
nessuno parlava, eravamo tutti presi dalla narrazione. Scoprire
che i libri si possono anche ascoltare è stata una rivelazione,
questa nuova esperienza ci è piaciuta molto tanto che abbiamo
considerato interessante consigliarla a tutti voi! Su internet si
possono trovare tantissimi audiolibri…provare per credere!
Francesca Mulè 2 C
40
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Caffè Letterario
ADOZIONE A DISTANZA:
AMORE SENZA CONFINI
Nel corso dell‟anno scolastico 2009/10 gli
alunni della scuola media „Buonarroti‟
hanno aderito all‟iniziativa dell‟ADOZIONE
A DISTANZA di un bambino in difficoltà.
“Adottare a distanza” significa prendersi
cura di un nostro coetaneo senza sottrarlo
agli affetti familiari. Abbiamo scelto, con
l‟aiuto di una professoressa della scuola,
di donare la cifra raccolta (200€) alla
Fondazione PIME.
Dopo le festività natalizie la prof. ci ha
portato la foto e alcune notizie
riguardanti il paese del bambino. Nostro
“fratello” si chiama Jananaroy Bansilian,
ha 8 anni, vive nelle Filippine nella
Missione di Arakan Valley dell‟Isola di
Mindanao. Janaroy ha 5 fratelli e 1
sorella. La missione, che conta 50 villaggi,
si trova a 60 Km da Kidapawan.
L‟aspirazione di tutti gli abitanti è la
scuola, possibile purtroppo solo a pochi.
Per questo grazie al sostegno a distanza, i
padri missionari sperano di aiutare tanti
ragazzi per le spese scolastiche, iscrizioni,
divise, libri, materiale di cancelleria,
assistenza medica e così via. Per noi
alunni della 3^ B questo gesto è stato
molto importante perché abbiamo capito
che la solidarietà non è solo la
condivisione di un bisogno concreto ma la
consapevolezza che creare legami e
stringere amicizia è il miglior modo di
crescere.
Gli alunni della 3B
Dopo aver studiato in Storia e Letteratura il
movimento degli illuministi, nella nostra
classe abbiamo pensato di organizzare un
“Caffè letterario” tutto nostro, ispirandoci
proprio al lavoro degli illustri intellettuale
milanesi del 1700 che allora decisero di
cambiare il mondo, diffondendo nuovi ideali.
“Il caffè letterario della 2C” consiste nel
riflettere tutti insieme sui problemi della
società, in particolare del nostro quotidiano,
cercando delle soluzioni che possano
migliorare le prospettive del nostro futuro.
Per esempio il primo problema che abbiamo
trattato è stato quello del fumo, ormai
divenuto un vizio anche per i ragazzi della
nostra età.
Abbiamo fatto delle ricerche su internet,
abbiamo intervistato genitori e amici per
capire perché avessero iniziato a fumare.
Abbiamo capito che molti iniziano a fumare
per sentirsi parte del gruppo, per sentirsi
grandi oppure per lo stress psicologico e
addirittura per trovare un diversivo perché
hanno una vita noiosa.
Sembra proprio che la colpa sia degli adulti
perché danno il cattivo esempio. I ragazzi
della nostra età iniziano a fumare perché
vogliono sentirsi adulti, perché gli adulti
fumano! In più, nonostante il Governo abbia
vietato la vendita di sigarette a ragazzi dai
16 anni in giù, molti tabaccai continuano a
vendere pacchetti di sigaretti a tutti, senza
chiedere documenti.
Una delle soluzioni potrebbe essere quindi
quella di controllare ancora di più la vendita
di sigarette e sanzionare pesantemente chi
viola la legge, il massimo sarebbe convincere
gli adulti che se i loro figli iniziano a fumare è
per colpa loro quindi converrebbe smettere!
Secondo noi anche parlarne a scuola può
servire, “il caffè letterario” infatti ci ha
aiutato a vedere oltre le apparenze, quegli
amici con la sigaretta in bocca che ci
sembravano dei “grandi” da imitare per
sentirci tali ora ci appaiono come degli
“sfigati” perché si vantano di fare una cosa
che in realtà gli rovina la vita.
41
2C
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QUESTI FANTASTICI
ANNI
“I Nostri Ricordi”
Alla fine della terza media ci sembra di
vivere un de-javù, di provare quasi le
stesse sensazioni dell’ultimo anno delle
elementari.
Ci sembra che il tempo sia passato
velocemente, troppo velocemente.
In prima vedevamo quelli più grandi di noi,
ci sentivamo piccoli e volevamo arrivare
subito in terza, adesso che ci siamo
arrivate, vorremo rivivere quelle
fantastiche esperienza fatte nel triennio.
Questi 3 anni però non sono stati sempre
“rose e fiori”, infatti abbiamo anche avuto
momenti “no”, come ad esempio liti fra di
noi, brutti voti ecc... che però (per fortuna)
si sono sempre risolti nel migliore dei
modi.
Sembra quasi ieri che siamo entrate in
questa scuola e ora dobbiamo già lasciarla
e concentrarci sugli esami.
Tra pochi mesi frequenteremo una nuova
scuola, conosceremo nuovi compagni e
dovremmo ricominciare tutto da capo.
Abbiamo sempre pensato che questa
scuola non sia un gran che, per quanto
riguarda l’edificio, ma ci siamo affezionate
alle persone che abbiamo conosciuto, e
adesso che è giunto il momento di
separarci da loro sappiamo che ci
mancheranno moltissimo.
Ci mancheranno i nostri compagni, la
nostra classe, i nostri fantastici momenti
trascorsi insieme, ma ci mancheranno...
anche le prof.
UN SALUTO DI CUORE DA
Lynde Asuncion, Valentina Torchia, Gaia Hu
3C
GLI ANNI DELLE MEDIE
Gli anni delle medie sono importanti per la crescita di noi
ragazzi.
Io alle medie ho vissuto il primo anno bruttissimo perché
sono andata in una scuola in cui non mi trovavo affatto
bene.
Dalla seconda tutto è cambiato gli amici, i prof, la scuola …
quando sono arrivata alla scuola media Scialoia mi sono
sentita bene e ho trovato dei compagni di classe fantastici.
Grazie a scuola natura ho legato con gli altri compagni di
altre classi e soprattutto con i miei, ogni giorno che passava
eravamo sempre più uniti sia come classe che come amici.
La nostra è ed era una classe che fa sentire a proprio agio
tutti nessuno viene escluso. Ma i giorni sono passati troppo
velocemente e così siamo arrivati in terza media dove alla
fine dell’anno ci aspetteranno gli esami ma soprattutto
lasceremo la nostra classe, i nostri prof e i nostri compagni;
Io per esempio da un lato desidero che la scuola finisca, ma
dall’altro no perché perderò quelle persone che ormai sono
la mia “seconda famiglia”. Solo al pensiero mi fa stare male
perché questo significa ricominciare altri anni con un’altra
“classe” e questo è bruttissimo perché i primi giorni ti
mancheranno la tua classe, i tuoi compagni la tua scuola.
In terza ognuno di noi pensa “ormai siamo noi i più grandi
della scuola” questo è vero ma se poi pensi che quando
andrai alle superiori sarai te quella persona più piccola
della scuola e non ti sentirai più così “grande”.
Io credo che quando si iniziano le medie ogni giorno va
ricordato e va impresso nella mente però il giorno passa in
fretta, i mesi gli anni volano via e mi viene da piangere solo
al pensiero che fra qualche mese tutti i nostri anni insieme
finiranno, le battute in classe, le gite che ci hanno uniti
ecc…
Insomma io questi giorni me li sto proprio fotografando
nella mente per non scordarli mai, perché anche se la
scuola può non piacere bisogna ricordarsi che a scuola hai
la tua “seconda famiglia” e per alcuni la “prima” perché è
proprio qui che ti diverti e passi gli anni più belli della tua
vita.
Quindi ragazzi “Godetevi questi anni perché passano
velocemente!”
Annalaura Priolo 3C
42
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Incontro a scuola con Enrico Comi
Pensieri sulla droga
Durante le ore pomeridiane di “Educazione
alla salute” abbiamo affrontato di recente un
problema serio che coinvolge spesso la
nostra comunità di giovani: quello della
droga e della tossicodipendenza.
Abbiamo appreso che esse sono delle
sostanze che si suddividono in naturali e
sintetiche, entrambi ugualmente pericolose.
Una loro caratteristica è l’ assuefazione che
porta alla dipendenza. Per avere gli stessi
effetti bisogna prendere dosi sempre
maggiori di queste sostanze. Colui che fa uso
costante di droghe è un tossicodipendente
che spesso va in crisi di astinenza, cioè ha la
necessità fisica e psicologica di assumere
queste sostanze. Una persona incomincia a
prendere droga per combattere la
depressione, per provare una nuova
sensazione, per sentirsi più forte e sempre
“in carica”. I due gruppi 2B e 2D a fine
percorso sono giunti alla conclusione che
drogarsi è un insulto alla vita, perché la droga
distrugge l’organismo. Essa è una forma di
suicidio consapevole . Tutte le droghe fanno
male, non esistono droghe leggere, perché a
lungo andare prima ti rovinano la vita e poi
ti portano alla morte.
Neu Charlotte e Moia Silvia 2D
Il giorno 12.04 abbiamo partecipato al “Progetto salute, droga
perché…?” tenuto da Enrico Comi, un ex tossico dipendente. Ci ha
raccontato la sua esperienza in merito alla droga; un’esperienza, a
parer mio, molto interessante e quando l’ascolti non rimani
indifferente…Per lui tutto è iniziato quando aveva 14 anni; come
suo solito andò nella piazzetta principale di un paesino vicino a
Brescia dove lui, insieme alla sua famiglia, viveva. Uno dei suoi amici
iniziò a preparare una canna e a fumarla; Enrico a questa visione,
ebbe molta paura (anche io ne avrei avuta!) perché,i suoi genitori,
gli avevano sempre detto di stare alla larga dalla droga perché
faceva male. Scoprì che il suo amico non stava affatto male anzi, si
sentiva sempre più potente, sempre meglio… Stupito iniziò a fargli
moltissime domande, lui rispose con affermazioni non veritiere;
Enrico, ingenuo volle provare….Ecco, in mezz’ora gli sarebbe
cambiata la vita… Mi fermo un attimo per aggiungere alcuni dati
che ci ha rivelato mentre riviveva questo terribile episodio della sua
vita anche se non dimostrava imbarazzo(questa caratteristica mi è
piaciuta molto!). Enrico mentre parlava, ci poneva molte domande;
ma non sempre noi sapevamo rispondere in maniera corretta. Ad
esempio alle domande “che cos’è una droga” “quali effetti ha” “da
che cosa viene estratta” “perché si inizia”, noi abbiamo risposto
ipotizzando ma non ne eravamo sicuri…. Una droga(ci ha spiegato)
è semplicemente una sostanza illegale che crea dipendenza, è come
se fosse sinonimo di veleno. Gli effetti della droga dipendono dalla
quantità assunta, ad esempio in piccola quantità è stimolante.
Solitamente la droga viene estratta da piante naturali; ad esempio
l’eroina viene ricavata dalla morfina (usata anche in campo medico)
che a sua volta viene ricavata dall’oppio che a sua volta si estrae dal
papavero. Enrico ha detto che è difficile motivare questa scelta,
solitamente si inizia perché si sta passando un periodo buio o anche
solo per gioco. A 14 anni, abbiamo detto prima, lui ha iniziato a farsi
la prima canna… Per qualche anno fumò solamente canne
aumentando però la frequenza con cui fumava. Enrico in pochi anni
è passato dalle canne alla cocaina sniffata. La cocaina è una
sostanza corrosiva; quindi sniffandola ti può uscire sangue dal naso.
Per comprare le dosi di cocaina, ha iniziato a spacciare….
Enrico,infine, è passato dalla cocaina all’eroina… Ha continuato
finche un giorno in seguito ad una dose eccessiva entrò in coma. Era
in macchina, in un parcheggio; ma decise di non andare da nessun
medico… Dopo neanche un giorno, si verificò la stessa situazione,
questa volta era in compagnia dei suoi amici che impauriti lo
abbandonarono da solo in un bosco… Al suo risveglio decise che la
sua esperienza con la droga sarebbe finita là… Decise di andare in
una comunità di recupero dove rimase per due anni… A parer mio;
Enrico sembrava un uomo per bene, a vederlo così non gli daresti
mai dell’ ex tossico dipendente… Era molto simpatico e abbastanza
intelligente; insomma mi ha fatto una stupenda impressione… Sono
stata molto felice di far questa esperienza perché mi ha fornito
informazioni nuove che non conoscevo.
Denise Del Campo 3A
43
-------------------------------------------------Bolle di Sapere-------------------------------------------------SECONDO VOI…?
Tutto sul sottomarino Toti
Siete mai saliti a bordo di un sottomarino? Noi sì … e vi sveleremo in breve i
suoi segreti!!
1.Sai per quanto tempo e dove ha navigato il sottomarino Toti?
Ha navigato nelle acque del Mediterraneo per circa 30 anni, dal 1968 al 1999.
2. Quale funzione aveva?
Il Toti faceva spionaggio militare, in particolare cercava i sottomarini sovietici.
3. Ha mai fatto uso dei suoi otto siluri?
No, non è mai incorso in situazioni di pericolo per cui ha solo simulato dei lanci.
4.Quali caratteristiche particolari aveva rispetto agli altri sottomarini?
Era di dimensioni ridotte, di forma affusolata ed idrodinamica, con un’elica a
cinque pale arrotondate che non provocava turbolenza nell’acqua e di
conseguenza era poco individuale dai sonar nemici.
5.Che cos’è un sonar?
E’ uno strumento che permette di localizzare, attraverso l’emissione di onde
acustiche, la presenza di un corpo nell’acqua.
6. Da quante persone era composto l’equipaggio?
In tutto erano 25 persone, un capitano e 24 marinai che avevano funzioni diverse:
cuoco, macchinista, manovratore, timoniere, cartografo…
7. Per quanto tempo poteva navigare, senza attraccare alla sua base di Augusta, in
Sicilia?
Fino a 15 giorni consecutivi, riemergevano solo per ricaricare i motori e cambiare
aria.
Un po’ di risate sul
sottomarino:
Quante persone servono per
affondare un sottomarino?
Due, una che bussa e l’altra
che apre!!!
8. Com’era la vita a bordo del sottomarino?
L’aria era particolarmente pesante a causa della scarsa igiene, dei motori e anche
delle alte temperature, infatti nella sala macchine si raggiungevano anche i 50°.
Ogni 4 ore si cambiavano i turni, i marinai dormivano su delle brande estraibili e
mangiavano cibo, prevalentemente in scatola. Una luce rossa li avvertiva se era
giorno o notte. Pochissimo era lo spazio riservato al deposito degli oggetti e
all’igiene personale (c’era solo un piccolo lavandino).
9. Quali erano i più importanti strumenti a bordo?
Il periscopio, strumento ottico che permette di avere una visione a 360° sulla
superficie dell’acqua e il manometro, strumento che serviva per misurare la
profondità di navigazione.
10. In che modo il sottomarino è stato trasportato al museo della Scienza e della
Tecnica?
Il trasporto del sommergibile è stato un momento importante perché trasportare
340 tonnellate nel cuore di Milano non è stato facile. E’ stato trainato dalla base
navale di Augusta fino a Chioggia (Veneto) per 85 ore di navigazione, poi è stato
trasportato dalla foce del Po fino a Cremona. Grandi esperti hanno contribuito a
studiare il percorso stradale adatto e hanno cercato di risolvere problemi come la
tenuta delle strade, i pali d’illuminazione ecc. Ha fatto la sua entrata trionfale in
Milano nell’agosto del 2005.
CLASSE
3A
44
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Abbiamo letto in un articolo di Repubblica del 17 dicembre 2009 che
stando 5 ore al giorno,per motivi di lavoro, al cellulare a un signore
Marcolini di Brescia,è venuto un tumore nella zona interna
all’orecchio. Questa grave malattia è stata riconosciuta proprio
come conseguenza all’esposizione alle onde elettromagnetiche del
suo telefonino.
Ma state attenti: anche i cordless che avete in casa e che prendete
per rifugiarvi in qualche angolo lontani dalle orecchie dei
genitori,anche i cordless, -ripetiamo- sono nocivi per la vostra salute,
se state troppo al telefono. Vi diamo ora le 10 regole che il giornale
ha pubblicato per il corretto utilizzo del cellulare:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
Non lasciare che li usino i bambini sotto i 12 anni
Utilizzare sempre l’auricolare (meglio ancora il viva voce)
Restare a più di 1 metro di distanza da una persona che sta
parlando
Non tenere il telefono sul corpo, anche se non state
telefonando
Fare sempre attenzione a rivolgere verso l’esterno il lato
dell’apparecchio con l’antenna
Utilizzate il cellulare per telefonate brevi. Per più lunghe,
telefoni fissi ma non quelli senza fili
Non mettete il telefono vicino all’orecchio prima dell’inizio
della conversazione. Cambiate con frequenza orecchio.
Evitate di utilizzare il cellulare in zone dove il segnale è debole
oppure in macchina o in treno.
Preferite la comunicazione via SMS
Quando acquistate un cellulare, scegliete apparecchi che
abbiano la potenza elettromagnetica di assorbimento più
bassa.
Di Haixing Hu e Lin Xiao
Un piccolo vulcano ha fermato il mondo
In questi ultimi anni, sono successe molte catastrofi ambientali che hanno sconvolto il mondo.
I principali tra questi sono stati: Haiti, il terremoto in Cile e la potentissima eruzione da parte del vulcano islandese
Eyjafjallajökull che anche se non ha provocato feriti, ha causato problemi in tutto il mondo.
Un vulcano piccolo si è svegliato; un vulcano più piccolo di quello che nell’anno 79 ha distrutto Pompei, Ercolano ; più
piccolo del vulcano Laki, che sempre in Islanda nel 1783 spedì le sue ceneri nel pianeta.
Insomma è un vulcano da niente in un paese che si direbbe senza importanza, di cui i tre quarti dell’umanità ignorava
l’esistenza fino alla sua eruzione.
Ma ecco che questo vulcano, rimasto spento da oltre 187 anni, si mette a sputare fuori quello che nascondeva dentro
di sé.
Ecco che questa eruzione di fuoco, gas e detriti polverizzati riesce ad incollare a terra migliaia di velivoli, mettendo a
terra le più importanti compagnie aeree del mondo.
È come se questo piccolo vulcano dicesse: “Chi è più forte, tutti voi umani o la mia nube di cenere?”, “Chi è il vincitore
tra me e tutti quei meteorologi?”, “Chi avrà l’ultima parola, l’uomo che si considera il padrone del mondo oppure io,
piccolo vulcano con i miei abissi nebulizzati , i miei detriti, per non parlare delle mie polveri vagabonde?”.
È questa la lezione del vulcano che ci ricorda che la natura esiste ed è forte e potente.
Dalla sua gola ardente il vulcano lancia un messaggio di umiltà e un appello alla misura.
45
Luca Camerani e Giovanni Dias 3C.
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
Cosa sono i social networks?
recensione del film
TWILIGHT: new moon
È finalmente uscito nelle sale il tanto
atteso "new moon", secondo capitolo
della saga "twilight", tratto dal romanzo di
Stephnenie Meyer.
Il film dei vampiri ha ricevuto incassi da
record, guadagnando oltre 2 milioni di €. I
fans hanno costretto la Summit ad
anticipare l'uscita della pellicola il 18
novembre anziché il 20
la trama
Continua l'amore impossibile tra Bella
(kristen stewart) e il vampiro edward
cullen (Robert Pattinson). Bella ,dopo
essersi ripresa dall'attacco che l'aveva
quasi uccisa, festeggia il suo 18
compleanno in casa cullen , ma un
inaspettato incidente convince Edward
che la sua vicinanza un pericolo per la
ragazza . Egli prende la decisione di
abbandonarla per il suo bene , innescando
una spirale di disperazione che avvicina
Bella al suo amico Jacob Black (Taylor
Lautner), che l'ama alla follia.
i commenti
intervista a mia sorella:
è un bel film perchè descrive in modo
realistico le emozioni e la vita degli
adolescenti; il film è un ben riuscito
incontro tra il mondo fantastico e quello
reale. Consiglierei agli amanti del genere
di guardarlo poiché concilia in sé amore,
azione, avventura e tanta drammaticità
Delfitto 2B
Tecnicamente, il social network è una piattaforma on-line – cioè
resa disponibile sulla rete Internet - che dà la possibilità di creare
relazioni sociali attraverso il Web.
Si basa sulla creazione di un profilo pubblico (una propria identità
virtuale) all'interno di un sistema che contiene non solo i dati
personali, ma anche indicazioni sugli interessi della persona,
l’elenco di una lista di contatti personali, i cosiddetti “amici”, e che
offre la possibilità di scorrere anche la lista di amici dei propri
contatti.
L’obiettivo di questa piattaforma è, almeno come idea iniziale,
offrire la possibilità di gestire i propri rapporti di amicizia
attraverso Internet, di ritrovare online amicizie preesistenti o di
estendere la propria rete di contatti.
Il fenomeno dei social networks è nato negli Stati Uniti e si è
sviluppato attorno a tre grandi filoni: l'ambito professionale,
quello dell'amicizia e quello delle relazioni amorose.
Attualmente, i social networks più gettonati sono Myspace,
Twitter e Facebook.
Facebook è stato fondato nel febbraio del 2004 da Mark
Zuckerberg, all'epoca studente diciannovenne presso l'università
di Harvard, con l'aiuto di due amici e colleghi. Il nome del sito si
riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo membro
(facebook) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi
pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai
nuovi studenti ed al personale della facoltà come mezzo per
conoscere le persone del campus.
Se lo scopo iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra
studenti di università e licei di tutto il mondo, con il passare del
tempo si è trasformato in una rete sociale che abbraccia in modo
trasversale tutti gli utenti di Internet. Anche in Italia la diffusione
di Facebook è molto ampia.
Il sito è gratuito per gli utenti e trae guadagno dalla pubblicità.
Noi ragazzi utilizziamo Facebook per parlare tra noi amici, inviarci
dei video che trattano di quelli che sono i nostri comuni interessi,
scambiarci delle foto di attività e viaggi fatti insieme. A volte
capita anche di ritrovare su Facebook amici con cui hai condiviso
delle esperienze a scuola, durante attività extrascolastiche, negli
anni passati. Grazie al social network ci si ritrova, si riscoprono le
persone.
Certo i social network comportano anche dei rischi: ad esempio
bisogna sempre essere consapevoli del fatto che una volta messi
online le foto e i video, questi non sono più di fatto eliminabili
dalla rete.
Ad esempio, se le proprie immagini vengono “taggate” (cioè
etichettare - inserire un link al profilo della persona in questione
nella pagina della foto) da un altro utente, e quindi collegate a
pagine di altri, il proprietario originale della foto perde la propria
capacità di gestire l’utilizzo della propria immagine che, ormai, è
diventata pubblica.
Comunque sia Facebook resta un mezzo di comunicazione
divertente...
Emma Saccomani Arianna 2°A
46
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Cioè Girl
anno V n°54
Sulla copertina della rivista c’è in alto a destra
un personaggio famoso della musica; sotto ci
sono altre foto con i nomi di altri personaggi dei
gossip.
Il giornale è ricco di immagini di personaggi
famosi. Sono poche le parti scritte: sono quasi
tutti articoli di gossip su cantanti e attori.
Il periodico Cioè Girl contiene anche 4 pagine di
informazione su serie televisive come Una
Mamma Per Amica, 2 pagine di informazioni sui
film come Harry Potter e altri… Contiene anche
tanti test e anche 3 pagine di giochi vari.
Alla fine del giornalino c’è l’oroscopo del mese.
C’è anche una pagina dedicata alla posta.
Questa rivista la consigliamo soprattutto alle
Teenagers o a chi è interessato ai gossip, agli
oroscopi o a chi vuole informazioni su alcuni
film.
TWEENS-Bimestrale n°40-2009
La copertina di questo periodico è grande e molto
colorata.
I colori maggiori sono il blu e l’arancione fluorescente.
La copertina è ricca di foto che si sovrappongono con i
loro titoli per farci capire chi sono i personaggi di cui si
parlerà all’interno,per lo più cantanti e attori.
All’interno del giornalino, esperti di bellezza danno
consigli per vestirsi in modo elegante o sexy a seconda
delle occasioni;ci sono anche foto di prodotti con le
marche per farli conoscere ai lettori.
Si trovano anche argomenti sull’amore e sui vizi delle
star,i loro gusti in fatto di abbigliamento e trucco.
Per rispondere agli interessi dei ragazzi ci sono rubriche
che presentano alcuni gruppi di facebook.
Tramite test puoi scoprire come ti devi comportare in
amore, quali libri leggere , e quali luoghi sono più adatti
a te per andare in vacanza.
Gli articoli di gossip riguardano
attori,ballerini,cantanti,gruppi musicali che si
soffermano sulla loro vita privata.
Questo giornalino è adatto alle teenager che si
interessano di moda e bellezza, ma anche a chi vuole
sapere tutto sulle storie d’amore delle star preferite.
Montini Sara 3^B
Liu Huocheng Tacaca Mary Jean 3°B
La copertina ha lo sfondo nero con il titolo grande in rosso scritto in alto. Le immagini raffigurate al centro sono 3 e
rappresentano una Ferrari,una Lamborghini e una Porsche.
In basso c’è la scritta “giallo in Ferrari”che fa riferimento alla macchina a cui il
Periodico dà più spazio in questo numero. In fondo c’è un'altra macchina, che è una Porsche. In questo periodico ci
sono tante immagini di auto di ogni tipo e genere.
Gli articoli sono brevi, descrivono le macchine e esprimono
pareri di chi le ha costruite e di chi le ha provate. A noi e interessato l’articolo sulla Lamborghini, una macchina
sportiva molto veloce e bella. Questa è infatti una delle macchine più veloci del mondo; Ha un motore di 5000
cavalli, è costosissima e poca gente se la può permettere. Sono notevoli le prestazioni, l’interno ha i sedili in pelle
molto comodi .
Noi la vorremmo avere da grandi per farci invidiare dai ragazzi,e ammirare dalle tipe.
Consigliamo questo periodico a quelli che sono interessati alle auto veloci e costose, per sognare un po’.
47
DEFE E CRISTIAN 3 B
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La mia più grande passione è il nuoto sincronizzato. E’
uno sport che si pratica con la musica in cui si effettuano
dei mini balletti di 1.30\40 min in acqua. E’ uno sport
molto creativo e ognuno può esprimere la propria
fantasia e la propria creatività. Durante il corso dell’anno,
quando ci si prepara per la gara è un periodo bellissimo
perché ognuno di noi può esprimere le proprie idee su
come fare o modificare o rendere più magico il balletto e
su come realizzare un costume per le gare. Per creare un
balletto la cosa fondamentale è la scelta della musica e
poi in base a essa si realizza il balletto; se si crea prima la
coreografia e poi si sceglie la musica potrebbe essere un
problema perché quest’ultima è fondamentale. Il nuoto
sincronizzato è una disciplina sportiva che trae le sue
origini dalla “danza nell’acqua” che, in epoca romana, era
un’attività artistica comunemente utilizzata come
intrattenimento durante le feste patrizie, come
testimoniano alcuni affreschi e mosaici di giovani
danzatrici d’acqua presenti nelle ville romane. Il nuoto
sincronizzato come disciplina sportiva esige una
padronanza assoluta del proprio corpo e dei movimenti,
dei riflessi, delle capacità d'orientamento e di uno
spiccato senso del ritmo e della musica.
Olimpiadi varie del nuoto sincronizzato
Sabrina Merlino 2A
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Il Curling
Il curling è uno sport conosciuto in tutto il
mondo,la disciplina del lancio di bocce sul
ghiaccio è stata ammessa per la prima volta
nell’ edizione dei giochi olimpici invernali del
1924 a St. Moritz.Dopo una lunga esclusione
dalle olimpiadi per circa 60 anni fu reintrodotta
nel 1998 in Giappone solo come disciplina
femminile.Viene praticato soprattutto nei
paesi scandinavi,della Gran Bretagna e del
Nord America. È giocato da due squadre
composte da quattro giocatori. I giocatori sono
definiti a seconda dell'ordine di lancio: il primo
è il lead, seguito dal second (secondo), dal
third (terzo) ed infine dallo skip, che lancia per
ultimo ed è il capitano della squadra. Una
partita consiste generalmente in dieci mani
(end). Ad ogni mano tutti i giocatori lanciano a
turno due stones, alternando i componenti
delle squadre.Mentre i primi tre giocatori
lanciano le stone e fanno lo sweeping, lo skip
rimane nella zona della casa per coordinare le
strategie di lancio. Quando tocca a lui lanciare
questa funzione è ricoperta dal terzo detto
viceskip.Per lanciare una stone il giocatore usa
la staffa per darsi una spinta e scivolare verso
la hog line. Prima di raggiungere la linea il
giocatore deve rilasciare la stone. Se la stone
non riesce a superare la hog line più lontana, o
supera la back line, viene tolta dal gioco.Lo
scopo è di bocciare le stones avversarie e di
piazzare le proprie vicino al tee(una sorta di
boccino a cui fare riferimento). Il curling viene
considerato dalle persone uno sport di poca
importanza ma è una disciplina che veniva
praticata già nell’XVI secolo dagli scozzesi e
dagli olandesi e sono conservati dei dipinti su i
quali sono raffigurati dei contadini che tiravano
dei sassi levigati sul ghiaccio.Questo sport
viene anche praticato da persone con delle
malformazioni agli arti inferiori,con l’ uso della
carrozzella.
Personalmente non sono interessato a
svolgere questa disciplina sportiva ma per
alcuni è una vera e propria passione.
Bortotto 2B
Il giorno Martedì 19 Marzo 2010, le classi 2° si sono recate
al Forum di Assago, per assistere all’iniziativa sportiva “I
giovani per i giovani”.
A questo spettacolo partecipavano delle persone che
sfortunatamente non hanno le nostre stesse capacità, ma
credono in quello che fanno e sono in grado di superare
attraverso la pratica di alcuni sport i loro handicap
sensoriali o motori. Le attività sportive a cui abbiamo
assistito sono state:
1. percorso effettuato dai cani per i non vedenti
2. pallamano
3. ginnastica artistica
4. basket
-1 Il percorso era ad ostacoli e i cani guidavano il padrone
non vedente seguendo dei comandi prestabiliti
-2 I giocatori erano dei non vedenti, quindi giocavano per
terra e la loro palla suonava per far capire ai giocatori la
direzione. Nel campo c’erano delle corde che anch’esse
suonavano e non bisognava toccarle con la palla altrimenti
era punita l’azione.
-3 I ragazzi disabili hanno fatto una coreografia usando
nastri e palloni
-4 I giocatori giocavano sulla carrozzina e le squadre erano
due: i bianchi e i blu.
È stata una giornata grandiosa, piena di divertimento e
felicità per questi ragazzi che hanno dedicato a noi
momenti di carichi di emozioni e sentimenti di solidarietà.
Il loro intento era quello di ricordarci che anche loro sono
persone come noi.
Alida,Charlene,Valeria 2A
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L'Electro Dance
è
una nuova forma di danza visivamente
accattivante, che si balla
principalmente su musiche Electro
House. I movimenti sono presi in
prestito soprattutto dal glowsticking ,
e sono presenti alcuni movimenti
tipicamente hip hop come il locking,Il
toprock, la breakdance, il crip walk,
ma anche movimenti dance e techno.
Questa nuova danza è conosciuta
erroneamente con il nome di
tecktonik, in realtà si tratta di un
marchio registrato che produce capi di
abbigliamento francesi. Questo errore
è dovuto al fatto che nei primordiali
eventi Electro Dance lo sponsor
principale era appunto "Tecktonik".
I ragazzi ascoltano anche l’ hip hop o
la musica rap che può essere sia di
cantanti italiani che di cantanti
americani. I cantanti italiani ascoltati
di più sono Fabri Fibra, Mondo Marcio
ecc. Per quel che riguarda i cantanti
rap americani, noi ragazzi ascoltiamo
Eminem, 50 cent, Snoop dog ed altri
cantanti. I ragazzi sudamericani di
solito ascoltano il reggeaton che è
molto diverso dalla musica reggae,ad
esempio una musica reggeaton è ‘’ la
gasolina’’ cantata da Daddy Yanke.
Una canzone reggae molto famosa e
conosciuta da tutti è ”Jamming”
cantata da Bob Marley . Nata in
Jamaica questa musica è per me
unica.
Jordan 2A
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CANZONI 2009/2010
A quest' età noi ragazzi preferiamo ascoltare la musica pop, rap, r & b, techno ecc...
Vogliamo consigliarvi alcune canzoni da ascoltare:
CANTANTI
Jay Sean
Jay Sean
Lady Gaga
Lady Gaga
Lady Gaga
Lady Gaga
Ke$ha
Justin Bieber ft Ludacris
Justin Bieber
Iyaz
David Guetta
Pitbull
Pitbull
Black Eyed Peas
Black Eyed Peas
Timbaland ft Katy Perry
Edward Maya ft Vika Jigulina
Vacca ft Gangsta nano
S. Pioltelli, Marco Dj, Morph e
Giuly
Ludacris ft Taio Cruz
TITOLO
ANNO DI
USCITA
Down
Do You Remember
Bad Romance
Video phone
Telephone
Love Game
Tik Tok
Baby
One Time
Replay
Sexy Bitch
I Know You Want Me
Hotel Room Service
I Gotta Feeling
Boom Boom Pow
If We Ever Meet
Again
Stereo Love (inglese)
Accalappianani
Stereo Love
(italiana)
Break your heart
2009
2010
2009
2009
2010
2009
2009
2010
2010
2009
2009
2009
2009
2009
2009
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2009
2009
2010
2010
Engy Rodriguez e Annalaura Priolo 3 C
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Le brioche
Procurati: Un disco di pasta sfoglia,
nutella o marmellata (gusto a
piacere), 1 tuorlo e zucchero a
velo.
Dividi il disco di pasta sfoglia in 8
triangoli con un coltello. Suddividi
a cucchiaiate nella parte più larga,
cucchiai di nutella e marmellata.
Avvolgi i triangoli partendo dalla
parte più larga verso la punta.
Ricopri la piastra del forno con
della carta da forno e trasferiscici
sopra i cornetti mantenendoli
distanziati. Accendi il forno a 180°.
In una tazzina da caffè sbatti il
tuorlo con una forchetta e poi
usalo pennellato sui cornetti.
Inforna per 15 minuti circa,i
cornetti si devono gonfiare e
devono prendere un bel colore
dorato. Sfornali mettili su un
vassoio e cospargili di zucchero a
velo. Lasciali un po’ raffreddare, se
vuoi aggiungi altro zucchero a velo
e poi servili.
Buoni vero?
(Federica S. 2B)
Il dessert è una portata dolce che viene servita alla fine del
pasto. La parola dessert infatti deriva dal termine francese
“Desservir” che significa sparecchiare. Il dessert entra a tutti gli
effetti a far parte del pasto occidentale. In molte culture non è
prevista una portata finale, ma un mix di piatti dolci e saporiti.
Un tipico dessert italiano è il “Tiramisù” ed ha origini incerte, ma
con tutta probabilità è nato in Veneto.
Ingredienti, porzioni per 8 persone:
450gr mascarpone
230gr panna montata
4-5 uova
120gr di marsala
100gr di zucchero
300gr di savoiardi
350gr di caffè espresso
3 cucchiai di cacao amaro in polvere
Preparazione:
preparare lo zabaglione a bagnomaria con lo zucchero, i tuorli
d’uovo, il marsala. Farlo raffreddare e incorporarlo al
mascarpone, quindi mettere la panna. Bagnare i savoiardi nel
caffè molto velocemente per non inzupparli troppo e disporli
ordinatamente sul fondo di una teglia o di uno stampo da plum
cake. Coprire il primo strato di savoiardi con il composto
preparato e continuare gli strati fino all’esaurimento degli
ingredienti. Cospargere la superficie con il cacao amaro e far
rassodare in frigorifero.
Elena Dalla Rosa 2B
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PENNETTE ZUCCHINE E GAMBERETTI
Ingredienti e dosi per 4 persone:
360 gr. di pennette, 3 zucchine, 250 gr. di gamberetti,
un mazzolino di prezzemolo, olio e sale.
Preparazione:
Lavare le zucchine e tagliarle a triangolini, scaldare una padella con un filo d’olio
e far saltare le zucchine per 15 minuti circa e poi aggiungere i gamberetti puliti e
sgusciati, salare e cuocere una decina di minuti circa. Nel frattempo portare a
bollore una pentola d’acqua salata e cuocervi la pasta. Scolare al dente e
condire con gamberetti e zucchine, aggiungendo prima di servire un trito di
prezzemolo.
ROAST BEEF AL SALE
Ingredienti e dosi per 6 persone:
1 kg di controfiletto di manzo e 1,5
kg sale grosso.
Preparazione:
PEPERONI GRATINATI
Ingredienti e dosi per 6 persone:
2 kg di peperoni, 150 gr. olio di oliva, prezzemolo, 2
spicchi di aglio, 50 gr pangrattato, 1oo gr olive nere, 50
gr.di capperi e sale.
Preparazione:
Spellate i peperoni precedentemente cotti su una piastra
da forno a 180 gradi per 30 minuti circa e tagliateli a
strisce per il lungo. Disponeteli in una pirofila nella quale
avrete messo una parte dell’olio. Preparate un trito con il
pangrattato, il prezzemolo, le olive, i capperi, l’aglio e il
sale. Cospargete i peperoni con il trito e aggiungete l’olio
rimasto. Mettete la pirofila a gratinare al forno fin quando
il pangrattato sarà ben dorato.
Buon appetito da Federica 2B
Riscaldate il forno a 200 gradi.
Spargete uno strato di sale grosso sul
fondo della pirofila dello spessore di
due dita, appoggiatevi la carne e
quindi ricopritela completamente
con il restante sale, fianchi compresi.
Infornare calcolando 20 minuti di
tempo per ogni ½ chilo di carne (in
questo caso 40 minuti). Terminata la
cottura, estraete la carne dal sale
rompendo la crosta. Tagliate fette
sottili, anche a macchina e a piacere
aggiungere olio crudo e aromi.
53
-------------------------------------------------Bolle di Sapere--------------------------------------------------
 Il colmo per un nonno andare sulle montagne russe
 Il colmo per un gatto è inseguire un toporagno
 Il colmo per un toro è mangiare una mela rossa coperto da
un lenzuolo rosso in una tenda rossa della tribù dei
pellirossa
 Papà, papà per strada ho visto due matti!
Ma, Pierino non dire sciocchezze; come fai
dire che erano matti?
Beh, uno gettava via biglietti da 100 euro
…E l’altro?
L’altro li raccoglieva e glieli restituiva!
 Pierino mi sai dire una parola che abbia la
doppia P?
Ma certo. BOTTIGLIA
Ma Pierino, dove ha la doppia P questa
parola?
Nel TAPPO!
 Pierino cos’è l’APICE?
è l’insetto che produce il MIELICE
 Un’ albicocca va a pescare sul molo.
Arrivano due nespole e le chiedono: Pesca?
No albicocca!
 Un generale prima di una missione speciale
dice: - leggo nei vostri volti il desiderio di
morire per la patria!
E un soldato recluta: - Analfabeta!
 Dottore, dottore un cane mi ha morso la
gamba!
Ci ha messo qualcosa sopra?
No gli è piaciuta così com’era!
Rossella Spadari 2B
 Il colmo per un pilota di aerei è essere con la testa tra le
nuvole
Marzetti 2B
 Pierino chiede alla maestra:
signora maestra si può punire una persona per una cosa
che non si è fatta?
E la maestra risponde: ma certo che no Pierino
Allora Pierino risponde: bene allora non ho fatto i
compiti!
 Annuncio sul giornale:
ragazza stufa scappa di casa, i genitori muoiono di freddo.
 Una rana chiede a una papera:
Dove abiti? E la rana risponde: qua!!
 Un vigile incontra un signore in bicicletta per strada
e gli chiede: scusi dov’è il casco?
E il signore: risponde non ce l’ho.
Il vigile risponde: e manubrio e il pedale?
Il signore risponde: si sono rotti
Allora il vigile un po’ arrabbiato risponde: insomma lei
non ha il casco il manubrio e il pedale … come la
mettiamo??
il signore risponde: attaccata al muro che non ha il
cavalletto!!
 Una signora molto vanitosa alza la cornetta del
telefono e chiede : chi è la più bella del reame?
e il telefono : Tu tu tu tu …
Martina Picozzi 2D
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IN RIVA AL MARE
 Qual è il colmo per un prof di matematica?
Abitare in una frazione di potenza, essere costretto a
mangiare radici e morire di calcoli.





 Un signore chiama il dottore e dici: ”Dottore, dottore ho
solo 59 secondi di vita”.
Il dottore gli risponde:”Aspetti un minuto….”
Gabriele 2D





 Il futuro del verbo mangiare ??
“Digerire, signora maestra.”


 La maestra interroga in geografia,
Luigino, dimmi una delle caratteristiche di Venezia.”
Luigino risponde: ” I colombi” e lei: “ Va bene però non
si dice colombi si dice piccioni”.
L’ora successiva la maestra interroga in storia: “ Dimmi
tu, Paolo, chi ha scoperto l’America?”
E Paolo: “ Cristoforo Piccione”


Ciao come stai?
In piedi!
No,intendo di salute!
Come salute!? Non ho starnutito!
Va beh, dai cambiamo discorso.
Com’è l’acqua?
Bagnata!
No intendo dire se è fredda!
No non ho fretta!
Ma ci sei o ci fai?
Riguardo a ci sei, sì, ci sono. Ma,
riguardo a ci fai, non so. Tu che fai?
Sei così scemo o mi prendi in giro?
No,quando andiamo in giro non ti
prendo … niente.
Basta, non ce la faccio più. Gira al
largo!!
Ma sei matto!! Se vado al largo
affogo: non so nuotare!
Ferrari Manuel Mario 3B
 Un colmo per un cane?
Avere una ciotola nuova di zecca.
 Un colmo per un pagliaccio?
Essere licenziato per mancanza di varietà.
 Un colmo per un dispetto?
Non ve lo dico.
Bernmarc 2D
 Ci sono dei paracadutisti che saltano
contemporaneamente da un aereo e il comandante
raccomanda: “ Aprite il paracadute solo dopo aver
contato fino a 10”
Alla
fine sopravvivono tutti tranne uno perché?
Risposta: Egli balbettava …..-.Weite Ye 2D
 Cosa vuol dire “tvb” per un/a prof?
Risposta: Ti voglio bocciare …
Cristian Corales 2D
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Logo selezionati dalla Giuria
Alcuni Logo progettati
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Angelo Murgolo 2A
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S
T
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1. Important
2. Rest
3. Net
4. Top
5. Deposite
6. Pea
7. Cheek
8. Head
9. Eat
10. Tap
11. Nest
12. Not
13. Hate
14. Tea
15. Celebrate
16. Apologising
17. Gun
18. Education
19. Egg
20. Tall
21. Language
22. Teacher
23. Examination
24. Day
25. See
26. Pet
27. Run
28. On
29. Go
30. Onest
Elena & Sara 2A
Direttore responsabile:
Caporedattore:
Redattori:
Redazione:
Dott.ssa Ida Morello
Prof: Luigi Gorgoglione
Proff. Dei, Francia, Renieri, Cerolini
Classi 3A - 3B - 3C
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