Il contrappunto e la scuola fiamminga

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Il contrappunto e la scuola fiamminga
Tesi 10
Il contrappunto e la scuola fiamminga
Tesi 10
Sviluppo del contrappunto vocale: la scuola fiamminga
Il Quattrocento: la musica nelle corti italiane e l'arte polifonica dei francesi e fiamminghi
Nel Quattrocento in Italia si afferma un periodo di relativa floridezza economica provocata e
stimolata a dall’aumento degli scambi commerciali, comuni, tecnica bancaria, diplomazia ecc.
In questo periodo avviene inoltre, un notevole un incremento della produzione e dello sviluppo
economico e sociale.
Le corti create dai Medici a Firenze, i Visconti e gli Sforza a Milano, gli Este a Ferrara, e i
Montefeltro a Urbino, vogliono far mostra del loro potere attraverso la produzione di attività e
imprese artistiche.
Le corti italiane accolgono artisti, umanisti, musicisti, dando loro una paga fissa e in più anche dei
doni occasionali.
I compositori divenirono quindi, sempre più professionisti e giravano dunque nelle corti.
Sorsero le cappelle musicali di corte e i cantori erano per la maggior parte reclutati nelle regioni
nordiche.
Tra le migliori cappelle spiccano quelle del duca di Borgogna.
La cattedrale di Notre Dame di Combrai inoltre, era un centro di vitale importanza in ambito
artistico europeo, per l'esecuzione della polifonia sacra e a cappella (con strumenti tassativamente
esclusi) ed era composta da circa 20-25 cantori.
Guillaime Dufay era uno tra i più rinomati polifonisti e lavorò anche per la cappella papale.
Nella prima parte del 400 si ricorda anche il poeta cantore Leonardo Giustiniani con canti di
caratterei amorosi, e diede seguito a un genere di liriche amorose chiamato Giustiniane
In Italia inoltre in questo periodo, si praticava molto l’improvvisazione polifonica su un canto
dato.
Si utilizzava anche il procedimento cantare super librum cioè cantare sul libro, muovendosi di una
quarta e di una sesta sulla melodia gregoriana preesistente
Questo procedimento era detto anche faux bordon.
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Le corti italiane
Il musicista, era dunque al servizio del suo signore, creando così, il mecenatismo istituzionale
All'interno delle corti, i musici erano solitamente uomini di Chiesa e svolgevano anche la funzione
di trombettieri e cantori.
La corte di Pandolfo III Malatesta 1370-1427 fu probabilmente la prima in Italia a costruire uno
staff di musicisti e artisti su pianta stabile, ed anche l’artista Gentile da Fabriano fu a questa corte.
Anche i Visconti ebbero una loro corte e chiamarono ad essa, anche il giovane Josquin Deprez.
Ma fu la corte degli Este a Ferrara, che con Isabella favorì lo sviluppo e la diffusione della musica
e soprattutto del genere frottolistico, con il musicista Bartolomeo Trombicino.
La musica sacra doveva servire alla celebrazione giornaliera dei servizi di corte.
E' da ricordare inoltre la cappella Leonello, dove vi è una raccolta imponente di musiche per vespri
ma anche mottetti.
La musica era dunque uno status simbol ed esaltava la ricchezza dei mecenati.
Nei primi anni del Quattrocento quindi, determinante fu il contributo dei compositori inglesi e
fiamminghi, i quali egemonizzarono la produzione musicale delle corti.
La messa ciclica e messa parodia
I compositori inglesi, iniziarono un percorso musicale che portò, verso la concezione unitaria ed
organica, dell’intonazione polifonica, riguardante, i cinque movimenti dell'Ordinarium messa.
Nel manoscritto dell' Old Hall sono raccolti 147 composizioni polifoniche.
Ockeghem fu un importante compositore di messe cicliche anche a 5 voci.
Le messe di Ockeghem erano costruite, utilizzando, ciò che viene definito canone mensurale.
Il canone mensurale avviene, quando una stessa melodia, viene riproposta in tempi e ritmi diversi.
Ne è un esempio la Missa prolationum.
Il compositore Leonel Power, fu tra i primi insieme ad Ockeghem a voler unire in maniera
organica tutti i i movimenti della messa, e per far ciò, utilizzava una stessa melodia preesistente
che veniva applicata alla voce del tenor.
Questa melodia unitaria venne chiamata cantus firmus.
Le melodie del cantus firmus, venivano prese da tutti i repertori, sia sacri che profani.
Ad esempio la Missa Alma Redemptoris Mater a 3 voci di Power, infatti, è fondata su un unico
tenor gregoriano, presente in ciascuno dei quattro movimenti, in forma inalterata melodicamente.
Il cantus firmus è di norma presentato in valori più lunghi rispetto alle altre voci, che di solito
procedono con una trama contrappuntistica ritmicamente molto densa.
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Lo stesso motivo o la stessa chanson, poteva anche essere utilizzata per molte altre messe, come il
motivo l’Homme armè, utilizzato per la costruzione di omonime messe sia da Dufay che da
Deprez.
Il cantus firmus, era solitamente confinato nella voce del tenor e non penertava mai troppo nelle
altre voci.
Questo procedimento portò alla ideazione della cosiddetta messa parodia.
Nella messa-parodia detta anche messa d'imitazione, il compositore, dopo aver scelto come
modello un brano musicale polifonico, proprio o d’altro autore, trae spunto (melodico, ritmico e
strutturale) da esso, per costruire la “nuova” messa, che porterà il nome della composizione
modello.
Josquin Deprez
Josquin Deprez (1440- 1521) scrisse diverse messe, come ad esempio la messa Hercules Ferraiae
dedicata a Ercole duca di Ferrara, poiché lavorò alla corte dei Ferrara.
Ed Ottaviano Petrucci, che era il più importante stampatore del tempo, gli dedica la prima
raccolta di stampa di Messe.
Grande fu la predilezione dei compositori fiamminghi, per la musica di Deprez il quale elaborava
molto i suoi procedimenti compositivi.
L’Agnus III, della messa Homme Armè, Deprez, ad esempio, contiene la cosidetta
ex una voce tres, cioè un procedimento compositivo in cui, le tre voci vengono ricavate da un'
unica voce originaria.
Tra i procedimenti in uso vi è anche una corrispondenza di note nascoste e valori numerici sia sui
generi della musica sacra che profana. I Numeri erano legati alla cabala, o legati a piani matematici.
Un altro principio compositivo che interessa soprattutto gli inni, è il fauxbordon, che consiste nel
far procedere le voci in modo parallelo, ad intervalli armonici di terza e di sesta, tenendo la
melodia preesistente gregoriana nella parte più acuta.
Il mottetto del Quattrocento
Il mottetto come forma musicale nacque fin dal Duecento come canto prettamente liturgico, ed era
ampliamento della Clausola, ma poi successivamente diventa anche di carattere profano e politico,
fino a tornare comunque nel Cinquecento nei suoi caratteri liturgici.
Nel Trecento il mottetto, era formato da un insieme di voci affidate a cantori e strumentisti che lo
eseguivano con tempi e velocità differenti.
Nel Quattrocento, tendenzialmente scompare dal mottetto la politestualità e fu utilizzato come
detto anche per cerimonie pubbliche .
Josquin Deprez ha scritto circa 100 mottetti.
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In generale, il nuovo tipo di mottetto che trova coronamento nell’opera di Deprez, era
caratterizzato da:
− abbandono delle strutture isoritmiche
− testi in latino
− tecnica del cantus firmus
− quattro o 5 parti vocali
− parificazione tra voci
In questi mottetti c'è uno spiccato senso di equilibrio tra musica e testo. Un magistrale livello di
composizione mottettistica lo raggiunge nel Miserere mei Deus, composto da Deprez tra il 1503 e
il 1504 .
Questo mottetto di Deprez, è stato paragonanato da alcuni critici ad un livello musicale di
espressione molto elevato, simile allo stesso livello raggiunto della pittura di Michelangelo
nell'arte. Il mottetto Miserere mei Deus di Deprez è’ diviso in tre parti c'è il cantus firmus, e il
fauxbordone, ed è a 5 voci
Un altro esempio è il Grillo è un buon cantore
La chansons polifonica del '400
La chanson polifonica di questo periodo, è composta da tre voci , che sono il superius, il tenor e
contratenor.
Le chansons polifoniche, venivano raccolte nei chansonniers e le parti vocali solitamente sono
scritte separatamente l'una dall'altra. Ogni pagina veniva adornata da miniature e decorazioni.
La struttura compositiva preferita è quella del roundeau.
Dufay iniziò a costruire le basi del linguaggio musicale della chanson che diverrà il modello della
musica profana rinascimentale.
Le chansons di Dufay sono caratterizzate dalla struttura musicale d' imitazione nella parte del
contra tenor, ed inoltre, a ciascun verso poetico corrisponde una frase melodica diversa.
Il movimento ritmico è molto semplice ed è articolato da cadenze e pause.
Un esempio lo si può trovare, nella chanson di Dufay Roundeau ce jour de l’an.
Il tema preferito nelle chansons, era l’amor cortese, e veniva abbinato a frasi melodiche semplici e
aggraziate, che esprimevano il valore del tema poetico spirituale e inappagato.
Un altro esempio è come il roundeau De Plus en Plus.
La pratica di usare imitazioni canoniche, oppure anche melodie popolari da rielaborare in uno
stile essenzialmente contrappuntistico, era un procedimento assai comune nelle chansons dei
fiamminghi.
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l’Imitatio e la composizione verticale simultanea
L’utilizzazione di materiali preesistenti come base per la creazione di un opera nuova, era un
procedimento ampiamente praticato, nella composizione polifonica.
In questo modo si omaggiavano anche i grandi compositori.
L’imitatio si differenza dalla parodia poiché, mentre la parodia veniva costruita solo sul
cantus firmus, invece l’imitatio veniva costruita su tutte le più voci preesistenti, considerando
insieme tutte le parti.
Si costruiva quindi, una composizione simultanea, che il compositore e teorico del tempo
Tinctoris, teorizzo nel Liber de arte contrapuncti.
Un altro trattato assai importante del tempo, era il Compendium musices di Lampadius, che
suggeriva la composizione simultanea dall'andamento verticale.
Questo permetteva la sensibilità armonica che poi sboccerà nella logica dell’armonia totale.
Il canone enigmatico
L'apice del processo d'imitazione, era costituito dal canone. Il canone poteva essere sia a due voci,
sia mensurale, oppure anche enigmatico.
Nel canone di tipo enigmatico il compositore scriveva una sola voce, abbinando una frase
enigmatica da seguire, per capire la modalità di esecuzione dell'altra voce.
I principali compositori fiamminghi furono, oltre a Ockegheim, Dufay, e Deprez, anche Obrecht,
Busonis e Binchois, Willaert, e successivamente nel '500 Orlando di Lasso, e Sweelinck.
Jacob Obrecht (1450-105), fu considerato uno dei protagonisti della musica ermetica.
Possiede un inventiva robusta ed un gusto marcato per il ritmo, oltre ad elaborate composizioni
contrappuntistiche. Petrucci pubblica un libro con le sue messe dal titolo Misse Obrecht.
Antonie Busonis (1430-1492), compose musica sacra e mottetti Chansons
unisce la semplicità di Dufay con lo stile imitativo di De prez
Scrive Terrible Dame, chansons dal diologo antifonale, inoltre anche tantissime messe e antifone
Mariane come il Regina Coeli.
Alcuni sostengono che anche la melodia Homme Armè potrebbe essere stata composta da lui.
Gilles Bincois (1400-1460), caratterizza la sua musica sia sacra che profana per un forte senso della
melodia.
Bibliografia:
M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 1, Armando Roma 2008
173-198
E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 3, Rugginenti Torino 2006,
pp., 179-209
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