Roberto COLZI

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Roberto COLZI
Roberto Colzi
LO STRADARIO DELLA CITTÀ DI ROMA NEL 1825:
GIURISDIZIONI DEI RIONI E DELLE PARROCCHIE*
Lo spunto del mio lavoro è derivato dalla ricerca di soluzione a un problema che sovente viene incontrato nelle analisi storiche riguardanti Roma,
ossia l’esatta localizzazione degli edifici e dei loro abitanti, nonché delle attività economiche. Infatti, fino al 1803, salvo la breve parentesi della Repubblica romana del 1798-99 durante la quale fu emanata una specifica disposizione, gli edifici non possedevano alcuna numerazione civica, tanto che
per individuare le abitazioni venivano usate delle perifrasi che facevano riferimento alla prossimità di palazzi, di chiese, di monumenti pubblici e di
negozi.
Per eliminare questi e altri problemi il 22 agosto 1803 venne emanato da
Fabrizio Loccatelli, presidente delle Strade, l’Editto Sopra la descrizione
delle strade di Roma, numerazione e assegna degli edifici e di tutte e singole
porte di essi 1, che doveva finalmente fornire un elemento di chiarezza del
contesto urbanistico. Tuttavia, anche quando venne completata l’apposizione
dei numeri alle abitazioni e alle botteghe nel 1804, alcuni problemi di carattere “tecnico” continuarono a manifestarsi, in particolare per quanto riguarda
l’esatta attribuzione degli edifici all’interno delle aree di competenza delle
parrocchie. Si scontravano, infatti, a questo riguardo, le diverse ripartizioni
della città adottate dalle due autorità interessate alla gestione del territorio, il
Comune e le parrocchie. Il Comune impiegava una ripartizione delle aree per
rioni, mentre le autorità religiose utilizzavano la suddivisione per parrocchie.
La giurisdizione delle due amministrazioni non era collimante e, dunque,
nella ricostruzione a posteriori si vengono a creare notevoli problemi per l’esatta mappatura della città.
Per facilitare le ricerche e per poter attribuire i diversi edifici alle rispettive parrocchie e rioni è stato impostato un collegamento tra le varie
risultanze archivistiche e documentarie esistenti, dato che l’individuazione della parrocchia consente di orientarsi per la consultazione dei libri
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ARCHIVIO DI STATO DI ROMA,
Bandi, b. 451.
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che i parroci erano tenuti a compilare secondo le proprie competenze e
cioè quello dei battesimi 2, dei matrimoni e dei decessi, tali libri erano in
prevalenza conservati presso l’Archivio Storico del Vicariato di Roma,
l’istituzione che, a partire dalla ristrutturazione del sistema del 1825, venne deputata alla conservazione di tali documenti, secondo una disposizione che prevedeva che i “libri antiquati” dovessero essere conservati in un
archivio generale 3. Fanno eccezione a tale norma i libri della parrocchia
di San Pietro in Vaticano che sono presso il palazzo della sagrestia di detta basilica.
Altra incombenza riservata ai parroci era la compilazione annuale degli
“Stati delle Anime”, cioè la registrazione della popolazione residente nelle
singole parrocchie in occasione della benedizione delle case in prossimità delle festività pasquali, dati che venivano riepilogati nei “ristretti” e quindi trasmessi alle autorità diocesane che li utilizzavano per la compilazione delle
“Liste degli Stati delle Anime” 4.
La rilevazione dei dati è stata riferita al 1825, considerato che intorno a
quell’anno si determinò una concomitanza di eventi favorevole per la ricostruzione. In primo luogo, nel 1823 si erano conclusi i lavori per la rilevazione dei dati tecnici, iniziati nel 1818, per la costituzione del Catasto urbano, attivato effettivamente nel gennaio del 1824. Secondariamente, nel 1825
fu attuata la razionalizzazione del sistema delle parrocchie. La ristrutturazione, disposta da Leone XII con la lettera apostolica Super nova paroeciarum
almae Urbis ordinatione del primo novembre 1824, prevedeva una diversa
ripartizione delle aree di competenza delle parrocchie mediante frazioni,
scorpori e costituzioni di nuove unità.
Il punto di partenza è stato l’elenco ufficiale delle strade denominato Nomenclatura a rubrica delle contrade di Roma 5, predisposto nel 1818 dalla
Presidenza delle Strade. La Nomenclatura – sostanzialmente identica a quella compilata nel 1803 al momento dell’applicazione dei numeri civici – com-
Occorre tener presente che non tutte le parrocchie possedevano la facoltà di somministrare il battesimo. La situazione in essere in quel periodo è determinabile consultando le carte
predisposte dal professor Claudio Schiavone appese nell’ingresso dell’Archivio Storico del
Vicariato. Questa limitazione, tuttavia, consente di determinare la parrocchia nella quale risiedeva la famiglia di un neonato di cui si conosca il nome e cognome; infatti, la consultazione
dei libri dei battezzati è agevolata dal fatto che, considerate le frequenti richieste di certificati
di battesimo da esibire per diverse occorrenze, tra cui quelle matrimoniali, le evidenze erano
munite di una rubrica che rimanda alla relativa pagina.
3
ARCHIVIO STORICO DEL VICARIATO DI ROMA, Atti della Segreteria del Vicariato, plico 1,
fasc. 1, punto 41.
4
Conservate anch’esse presso l’Archivio Storico del Vicariato di Roma. Altra copia di
dette liste si trova presso l’ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Camerale II, Popolazione, b. 9.
5
ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Presidenza delle Strade, t. 917 bis.
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prende le piazze, vie e vicoli dell’epoca, corredati dai rispettivi numeri civici, nonché l’isola e il rione di appartenenza.
La Nomenclatura è stata redatta con criteri particolari tenuto presente del
sistema di numerazione adottato all’epoca, e ancora in essere in buona parte
delle strade del Centro storico, che iniziava dalla parte sinistra e proseguiva
su quella destra, in certi casi comprendendo anche altre vie a esse collegate.
In questi casi la Nomenclatura, oltre a riportare i numeri che contraddistinguevano le varie unità immobiliari suddivisi per “isole”, indica a lato anche
quelli delle porte delle abitazioni e botteghe ubicate in altre vie, in modo da
avere la giustificazione della sequenza continua della numerazione, mettendo
in evidenza anche i numeri degli edifici nel frattempo demoliti o il caso di
duplicazione della numerazione.
I dati della Nomenclatura, la base dell’analisi, sono stati confrontati con
le risultanze dei Broliardi generali della Direzione del Censo 6, ossia con i
dati catastali. I Broliardi, divisi per rioni e con la ripartizione tra le varie isole, riportano il numero della mappa (utile per la localizzazione dell’immobile
sulle relative carte catastali), la strada (piazza, via, vicolo, borgo), il numero
civico, la qualifica dell’immobile (casa, palazzo, chiesa, monastero, orto, eccetera), il nome del proprietario, il numero dei piani e la superficie.
Dall’esame delle risultanze dei Broliardi si possono constatare alcune differenze con quelle della Nomenclatura, come qualche denominazione di
strada con il vecchio nome, circostanza da ritenersi dovuta alla difficoltà di
rimuovere in tempi brevi quelli consolidati dalla tradizione. Inoltre, la Nomenclatura tiene conto dei numeri civici e conseguentemente, dato che le
chiese e alcuni edifici pubblici – come è possibile accertare anche ai giorni
nostri nel caso del palazzo del Quirinale – non erano contraddistinti dal numero civico, alcune piazze e vie non appaiono. Altre discordanze si rilevano
dal confronto con i Broliardi: alcune vie sono state riportate come vicoli e
viceversa e qualche strada, o frazione di essa, appare con la vecchia denominazione non più riportata dalla Nomenclatura.
Lo stradario è stato, quindi, integrato con le risultanze pubblicate nel 1825
da Giovan Battista Bontus nelle Notizie archeologiche sulle 54 chiese parrocchiali di Roma – Descrizione de’ confini desunti dalle piante topografiche 7
sulla traccia della nuova riforma. Indice di tutte le strade coi rispettivi nume-
In consultazione nella sala studi dell’Archivio di Stato di Roma.
Di cui è notizia nelle “Osservazioni generali” su “Progetto per una nuova organizzazione
di tutte le parrocchie di Roma” conservato presso l’ARCHIVIO STORICO DEL VICARIATO DI ROMA,
Atti della Segreteria del Vicariato, plico 1, fasc. 1, punto 177 nonché nelle annotazioni poste
sui Libri degli Stati delle Anime di San Marcello e Santa Maria in via Lata. Nonostante le ricerche, dette piante non sono state rintracciate.
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ri che appartengono ad ogni parrocchia 8. Il lavoro di Bontus riflette il risultato della ristrutturazione della giurisdizione delle parrocchie disposta da papa
Leone XII nel 1824 e le notizie ivi riportate risultano assai preziose, anche se
presentano diverse omissioni e discordanze. Ad esempio, per la parrocchia dei
Sacri Palazzi Apostolici sono state fornite solo le indicazioni dei palazzi che
la costituivano, senza precisare i nomi delle strade e i relativi numeri civici e
la stessa procedura è stata usata per l’Accademia Francese e l’Ambasciata di
Francia ubicate fuori del perimetro parrocchiale di San Luigi dei Francesi, ma
comprese nella sua giurisdizione. Inoltre, le strade indicate come facenti parte
del Ghetto non comprendono quelle relative all’ampliamento disposto da
Leone XII nel gennaio 1824 9.
Il presente stradario può risultare utile solo per il periodo successivo al
1824; è comunque in programma di procedere a un lavoro similare anche per
anni precedenti, pur nella consapevolezza delle difficoltà che dovranno essere affrontate per l’indisponibilità di una parte dei documenti relativi alle parrocchie.
Roma, 1825. L’indice è comunque riferito soltanto alle 45 parrocchie urbane.
Cfr. al riguardo R. COLZI, L’ampliamento del ghetto disposto da papa Leone XII, «Archivio della Società Romana di Storia Patria», 117, 1994, pp. 215-229.
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