cliccando qui (versione italiana)
Transcript
cliccando qui (versione italiana)
Associazione Stem Cell Research Italy Sede legale: via Nicola Salsano 5 -‐ 84013 Cava de’ Tirreni (SA) – www.stemcellitaly.org Appello per un corretto impiego delle cellule staminali a fini terapeutici L’associazione “Stem Cell Research Italy” (www.stemcellitaly.org) lancia un appello pubblico in merito al corretto utilizzo delle cellule staminali a fini terapeutici in Italia ed in Europa. La Stem Cell Research Italy (SCR) sostiene con forza l’opinione di eminenti scienziati autori di un articolo inerente la regolamentazione dell’utilizzo delle cellule staminali per scopi terapeutici in Europa, apparso recentemente su una prestigiosa rivista scientifica internazionale (Bianco et al “Regulation of stem cell therapies under attack in Europe: for whom the bell tolls” EMBO J. 2013 May 3. doi: 10.1038/emboj.2013.114). In questo appello l’SCR desidera sottolineare i punti salienti di questo articolo, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente a questo delicato tema. Il Parlamento Italiano è attualmente impegnato nella discussione di un nuovo provvedimento volto a rendere legale l’utilizzo di cellule staminali negli ospedali pubblici per la cura di alcuni tipi di malattie. Lo scopo è quello di approvare come protocollo terapeutico un trattamento che è stato proposto da un’organizzazione privata non medica, e che a tuttoggi presenta problematiche da non sottovalutare, tra cui: i. la sua efficacia non è stata provata scientificamente, ii. gli effetti collaterali sui pazienti che lo ricevono non sono noti, iii. il suo razionale scientifico non è stato dichiarato, e iiii. di fatto viola le correnti normative legislative nazionali ed europee. Nella comunità scientifica questo caso solleva una serie di inevitabili riflessioni, riguardanti principalmente l’urgente bisogno di proteggere pazienti gravemente malati, la cui condizione li espone a rischi notevoli di sfruttamento e facile manipolazione mediatica. È necessario precisare che le cellule staminali non sono una classe di cellule omogenee e, proprio per la loro stessa natura, non rappresentano una “cura” valida ed efficace per tutti i tipi di patologie. Nei diversi tessuti dell’organismo umano si trovano varie popolazioni di cellule staminali che possono essere isolate. Anche se gli scienziati possono essere in grado di selezionare una particolare classe di queste cellule potenzialmente utile per il trattamento di una specifica patologia, tuttavia, sono necessari anni di ricerche e sperimentazioni prima di comprendere e sviluppare una metodica corretta, efficace e sicura per la somministrazione delle stesse. È opportuno chiedersi se sia legittimo giustificare in ambito medico l’approccio di tipo empirico per lo sviluppo di sperimentazioni cliniche basate sull’impiego di cellule staminali, prescindendo da una profonda conoscenza della biologia e della funzione di queste cellule. Sperimentazioni cliniche regolamentate e trasparenti, per le quali sono comunque da mettere in conto costi elevati e alte probabilità di insuccesso, devono rappresentare la fase successiva ad un approccio scientifico propriamente strutturato e basato sulla comprensione dei meccanismi molecolari dei fenomeni biologici. Un tale metodo deve essere considerato un elemento indispensabile per lo sviluppo di protocolli terapeutici efficaci e non un lusso intellettuale superfluo. 1 Alla luce di tali osservazioni emerge pertanto la necessità e l’urgenza di una dettagliata conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle cellule staminali e di un razionale condiviso dalla comunità scientifica per una loro applicazione clinica. Il cosiddetto modello di “medicina traslazionale” (cioè il trasferimento dei risultati dal laboratorio alla pratica clinica) è stato a volte accettato in maniera superficiale da molti scienziati, soprattutto per il bisogno di ottenere, in tempi rapidi, un riconoscimento dell’applicabilità concreta dei risultati. Tuttavia, nel campo delle cellule staminali una traslazione prematura di dati e concetti ancora provvisori, unitamente ad una scarsa regolamentazione in materia, potrebbe portare a soddisfare esigenze di mercato mediante la realizzazione di prodotti commercializzabili, piuttosto che fornire soluzioni terapeutiche efficaci. Sulla base delle osservazioni riportate, è pertanto opportuno che gli scienziati provvedano ad informare in maniera chiara l’opinione pubblica e le autorità sui potenziali rischi legati all’utilizzo di una terapia basata sull’impiego di cellule staminali. Uno degli obiettivi a breve termine è quello di limitare il proliferare di campagne mediatiche incentrate sul diritto dei malati ad avere accesso a tali approcci inadeguatamente definiti “terapeutici”, e al cosiddetto “uso compassionevole”. È doveroso respingere fermamente le posizioni assunte dai media e dall’opinione pubblica in merito all’impiego delle cellule staminali ad uso compassionevole: non esiste compassione che prescinda da sicurezza ed efficacia. Esporre persone deboli e fragili sotto l’aspetto emotivo, quali sono i malati e i loro familiari, a rischi non valutati è inaccettabile dal punto di vista etico. Generalmente, il ricorrere ad una terapia non sicura e non provata scientificamente viene indicato come “compassione” o ricade in una categoria arbitraria di “trattamenti compassionevoli”. Questo non è sempre vero. La “compassione” può essere applicata solo quando ad essere offerto al paziente è un rimedio sicuro e potenzialmente efficace. Per essere considerato valido, un trattamento terapeutico deve essere sostenuto da dati clinici pubblicati su riviste scientifiche specializzate. Se tali dati non sono disponibili, non ci può essere nessuna ipotesi in merito all’efficacia nel trattamento del singolo paziente e quindi “nessuna compassione”. In conclusione, l’SCR Italy concorda pienamente con il principio secondo il quale soltanto un approccio scientifico rigoroso ed una precisa regolamentazione possono garantire un corretto trasferimento dei dati scientifici nella pratica clinica per lo sviluppo di terapie efficaci, piuttosto che per la creazione di prodotti commerciali poco efficaci. L’SCR Italy intende sottolineare, allo stesso tempo, la netta distinzione tra la ricerca per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici e la produzione di “false speranze” nei pazienti. Sottoscritto dal Consiglio di Amministrazione a nome della SCR Italy Umberto Galderisi Assunta Pandolfi Marilena Cipollaro Bruno Bonetti Patrizia Dell'Era Giovanni Di Bernardo Roberta Di Pietro Roberta Piva Stefano Pluchino Questo appello è stato approvato da: Iplass International Placenta Stem Cell Society 2 E dai seguenti scienziati di fama internazionale John Barrett Hematology Branch, National Heart Lung and Blood Institute, National Institutes of Health, Bethesda, MD, USA Helen Blau Baxter Laboratory in Stem Cell Biology, Department of Microbiologo and Immunology, Institute for Stem Cells and Regenerative Medicine, Stanford University School of Medicine, Stanford, CA, USA Dominique Bonnet Medical Oncology, St Bartholomew's Hospital and Medical School, London, UK Marinane Bronner Division of Biology at the California Institute of Technology, California Institute of Technology, Pasadena, CA, USA Conie Eave Terry Fox Laboratory, British Columbia Cancer Agency, Vancouver, BC, Canada Antonio Giordano Temple University, Philadelphia, PA, USA Robert G. Hawley Department of Anatomy and Regenerative Biology, The Gorge Washington University School of Medicine and Health Sciences, Washington, DC, USA John Kessler Department of Neurology, Northwestern University Stem Cell Institute, Northwestern University's Feinberg School of Medicine, Chicago, IL, USA Paul W. Kincade Immunobiology & Cancer Program, Oklahoma Medical Research Foundation, Oklahoma City, OK, USA Ulrich Martin Leibniz Research Laboratories for Biotechnology and Artificial Organs (LEBAO) at Hannover Medical School (MHH), Hannover, Germany Eva Mezey National Institute of Health, NIDRC, CSDB, Bethesda, MD, USA Charles E. Murry Institute for Stem Cell and Regenerative Medicine, University of Washington, Seattle, WA, USA Shinichi Nishikawa RIKEN Center for Developmental Biology (CDB), Laboratory for Stem Cell Biology, Kobe, Japan Graham Parker Wayne State University School of Medicine, Barman and Ann Adams Department of Pediatrics, Detroit, MI, USA Darwin Prockop Texas A&M Health Sciente Center, College of Medicine, Institute for Regenerative Medicine, Scott & White Hospital, Temple, TX, USA Tom Rando Department of Neurologo and Neurological Sciences, Stanford University School of Medicine, Stanford, CA, USA Brent Reynolds Department of Neurosurgery, McKnight Brain Institute, University of Florida, Gainesville, FL, USA 3