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Principi e Metodi
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MASTER
“PROGETTAZIONE, COORDINAMENTO E VALUTAZIONE DI INTERVENTI
INTEGRATI DI PROMOZIONE ED EDUCAZIONE ALLA SALUTE”
Anno Accademico 2009-2010
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA
Dipartimento di Specialità Medico Chirurgiche e Sanità Pubblica
CENTRO SPERIMENTALE PER L’EDUCAZIONE SANITARIA
Direttrice del Master Dott.ssa Rivasecchi Paola
Coordinatore del Master Dott. Pocetta Giancarlo
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Di seguito verranno descritti alcuni dei concetti
approfondito durante i vari moduli.
 Il nuovo approccio alla Promozione della
partecipazione e lo sviluppo della comunità.
chiave che
salute:
il
Master ha
empowerment,
La strategia della Promozione della Salute, della quale
l’Educazione Sanitaria rappresenta lo strumento operativo
centrale, è sempre più al centro delle politiche sanitarie del
nostro Paese; ne fa fede tutta la più recente pianificazione
sanitaria nazionale e regionale. Essa costituisce il meccanismo
centrale e il processo per conseguire gli obiettivi della nuova
sanità pubblica.
Fermamente collegata ai determinanti di salute sociali e basata
su una prospettiva delle scienze sociali, richiede un impegno
chiaro per l’empowerment, la partecipazione e lo sviluppo della
comunità.
L’inserimento in tale ottica strategica e operativa richiede agli
operatori coinvolti nelle azioni per la promozione della salute
nuove conoscenze, nuove capacità ma soprattutto un
ripensamento del proprio ruolo all’interno dei servizi.
La salute è uno dei maggiori determinanti dello sviluppo sociale,
economico, politico di una comunità. Il concetto di salute come
assenza di malattia ha dominato il panorama fino a pochi decenni
or sono.
L’OMS nel 1948 identificava la salute come “uno stato di
completo benessere, psichico e sociale e non la mera assenza di
malattie o infermità”.
A partire da quella definizione si è affermata un’idea di salute
sempre più legata a una dimensione processuale; la salute cioè si
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sviluppa in tutto l’arco della vita delle persone, “dalla culla alla
tomba”
e che esse stesse contribuiscono a costruire, insieme ad altre
persone, alle organizzazioni sociali, ai servizi, sia attivando risorse
individuali (abilità/capacità personali/life skills), sia risorse che
trovano nel proprio contesto di vita e che rappresentano le
“opportunità di salute” a loro disposizione.
 Partecipazione
Oggi, la partecipazione si colloca alla base di un sistema “per la
promozione della salute” centrato sul cittadino.
La partecipazione è possibile, non solo se viene sancita dalle
leggi, o anche nelle definizioni di promozione della salute e nelle
metodologie della educazione sanitaria, ma soprattutto, se la
popolazione, i singoli, le forme con cui si organizzano, sono
adeguatamente informati, formati e sono, quindi, consapevoli
degli obiettivi che si possono e si debbono raggiungere, e dei
diritti sottendono al sistema.
La partecipazione del cittadino va intesa come attività
volontaria di liberi, singoli o in
associazioni formali e in
movimenti, riconosciuti o meno dalla autorità pubblica, capaci
di influenzare efficacemente dall’esterno un processo di
decisione pubblico.
La partecipazione è il metodo elettivo per portare a realizzazione
qualsiasi programma di Promozione della salute.
Per assicurare una partecipazione politicamente e socialmente
utile, è necessario alla popolazione di essere sostenuta dalla
formazione di una moderna coscienza sanitaria, da una diffusa
informazione che consenta la formulazione da parte di ognuno di
un giudizio critico sulle azioni intraprese e da intraprendere.
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Non è una via agevole, richiede convincimento, chiarezza di idee
e, soprattutto, aderenza ai bisogni della popolazione, dei
cittadini, della Comunità, comunque si vogliano denominare i
soggetti del sistema.
 Il ruolo della Comunità nella difesa della salute
Con il prevalere della patologia non infettiva, a eziologia
complessa con andamento cronico irreversibile, si fa sempre più
evidente la opportunità di centrare il massimo sforzo sulla
prevenzione, giacchè la sola terapia non può quasi mai portare al
recupero totale dell’equilibrio di salute.
La prevenzione risulta quindi essere il caposaldo e l’obiettivo che
il S.S.N. deve perseguire per raggiungere la salute della
popolazione.
Per fare questo è però fondamentale la partecipazione dei
cittadini, questo perché alla difesa della salute del cittadino,
concorre non solo il fattore squisitamente tecnico ma anche
politico.
Vi sono infatti tutta una serie di fattori che oggi sono
condizionanti la salute come quelli: ambientali, economici, socioculturali, legislativi e organizzativi ed educativi.
Si capisce allora come vi sia un intreccio politico nella difesa della
salute “essa risentirà delle scelte politiche di una comunità, delle
scelte in merito ai modelli di sviluppo, di produzione e di
consumi, di organizzazione degli insediamenti ecc… Salute per i
bronchi è aria pura, abitazioni salubri, lavoro in ambiente non
inquinato”.
Ma aria pura è politica urbanistica, abitazioni sane è politica della
casa, ambiente di lavoro non inquinato è scelta di politica
economica...
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La lotta per la salute coinvolge sempre più la popolazione nel suo
complesso e sempre meno il personale sanitario che ne deve
essere soprattutto consulente, e dove l’impegno di ogni
cittadino, diviene determinante nella lotta contro le più
importanti cause di malattia.
Il cittadino deve quindi appropriarsi in prima persona delle
conquiste della scienza e modificare l’ambiente fisico e sociale-di
vita e di lavoro, senza delegare la difesa della salute ai soli tecnici.
 Il concetto di “salutogenesi”
La visione di salute espressa dal modello elaborato dal progetto
EUPIHD (Progetto finanziato dall’Unione Europea e costituito dai
rappresentanti di diverse Università), è quella dell’integrazione di
salute, tra una dimensione patogenica, “negativa”, che mette al
centro la malattia da rimuovere o i fattori di rischio da prevenire
ed una visione “positiva”, salutogenica, che si concentra sulle
capacità individuali e sulle risorse della comunità per individuare
cosa “produce salute”.
Il nuovo concetto di salute si basa quindi non tanto se una
persona è sana o malata, bensì in che misura essa si allontana o si
avvicina ai punti estremi di salute e di malattia. Tale evoluzione
naturale può incepparsi e può essere affrontata a partire da due
differenti modi di vedere la salute: patogenesi e salutogenesi.
La salutogenesi (Antonovsky, 1996) si interessa principalmente
di ciò che crea salute ovvero di tutto ciò che permette alle
persone anche in situazioni di forte avversità, di compiere scelte
di salute utilizzando risorse e implementando capacità.
La nuova prospettiva “salutogenica” ci consente di identificare
quindi quei fattori che impediscono agli individui di andare verso
il non-benessere e successivamente verso la malattia (Lindstrom,
2006). Più gli individui conoscono e comprendono il mondo in cui
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vivono, più questo è controllabile e ha un significato per essi, più
possono utilizzare le risorse che hanno al loro interno e
nell’ambiente circostante per mantenere la propria salute.
L’OMS utilizza il termine “health asset”, per indicare quelle
risorse che gli individui e le comunità hanno a loro disposizione,
in grado di proteggere contro eventi negativi di salute e/o
promuovere condizioni di salute. Questi beni possono essere
risorse sociali, finanziarie, fisiche, ambientali o umane (ad
esempio istruzione, capacità lavorativa ecc..ecc..).
Un “health asset” può essere definito quindi come ogni fattore
(o risorsa) che incrementi la capacità degli individui, dei gruppi,
delle comunità e/o delle popolazioni, in quanto fattore
protettivo (o promotore) per ridurre gli stress della vita.
L’approccio salutogenico per costruire una base di evidenza per
la sanità pubblica deve includere il bisogno quindi di identificare
quei fattori promotori o protettivi della salute che sono più
rilevanti per produrre salute e per capire le implicazioni per le
azioni.
Come punto centrale, la salutogenesi si chiede:
 Quali sono i fattori esterni che contribuiscono allo sviluppo dell’individuo;
 Quali sono i fattori che rendono il soggetto più resistente;
 Che cosa produce livelli generali di benessere.
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I due costrutti principali della salutogenesi sono:
 Le Risorse generali di Resistenza;
 Il Senso di Coerenza
Le risorse sono di diverso tipo: interne (fattori biologici,
caratteristiche di personalità) ed esterne (relazioni, beni a
disposizione nel proprio contesto).
Le Risorse di Resistenza agiscono a livello individuale,
comunitario, sociale, organizzativo; con esse le persone possono
costruirsi un bagaglio di esperienze in grado di aiutarle a
ricostruire la trama della loro esistenza in situazioni di stress, a
trovare un significato per dirigersi verso una salute positiva.
Il muoversi in direzione della salute è favorito da quello che
Antonovsky definisce “Senso di Coerenza”, cioè in base alla
componente cognitiva, motivazionale e operativa di ciascun
individuo.
La promozione della salute si configura dunque come un input
intenzionale nel processo di sviluppo naturale di salute che
supporta l’utilizzo di risorse e aumenta le opportunità presenti
nel contesto, permettendo alle persone di avere un maggiore
controllo e migliorare la propria salute ad esempio attraverso la
“partecipazione” al piano terapeutico o supportando l’accesso
alle cure per le minoranze o altri soggetti deboli.
Il considerare la salute come il prodotto di una duplice
dimensione, saluto/pato – genica, porta come conseguenza
pratica il dover riconoscere prima di tutto che è la comunità nel
suo insieme il contenitore dei determinanti di salute e, come
conseguenza derivata, che il settore sanitario non può essere
l’unico titolare delle azioni della salute, ma che ci sono altri
soggetti nella comunità che devono assumersi responsabilità nei
confronti della salute dei cittadini ed occorre che tra questi
soggetti si stabiliscano solide alleanze per la salute, il settore
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sanitario deve riorientare la sua missione per poter essere un
protagonista di questo processo.
I determinanti di salute sono rappresentati dall’arco dei fattori
individuali, sociali, economici e ambientali che determinano lo
stato di salute delle persone e delle comunità, mentre, creare
alleanze per la salute consiste nella partnership tra due o più
soggetti che ha lo scopo di conseguire uno o più obiettivi di
salute condivisi.
 Il nuovo concetto di salute
Alla luce di tutto ciò la Conferenza di Ottawa (1986) , ha sancito
la definizione di promozione della salute alla quale oggi tutti
fanno riferimento:
La promozione della salute rappresenta un processo sociopolitico globale: esso investe non soltanto le azioni finalizzate al
rafforzamento delle capacità e delle competenze degli individui,
ma anche l’azione volta a modificare le condizioni sociali,
ambientali e economiche in modo tale da mitigare l’impatto che
esse hanno sulla salute del singolo e della collettività.
La salute non viene più intesa quindi come assenza di malattia
ma diviene un concetto positivo che valorizza le risorse sociali e
individuali, oltre le capacità fisiche dell’individuo. Essa scaturisce
da una interazione tra queste 3 componenti: “il fisico – la mentee l’ambiente”.
La promozione della salute è il processo che consente alle
persone di acquisire un maggior controllo dei fattori
determinanti della salute e, di conseguenza, di migliorare la loro
salute.
L’ultima definizione di promozione della salute sulle pagine
dell’American Journal of Public Health secondo Michael P.
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O’Donnell (2008) è la seguente, più lunga sicuramente, ma più
esaustiva.
La promozione della salute è l’arte e la scienza di aiutare la
gente a scoprire le sinergie tra le loro passioni principali e la
migliore salute, migliorando le motivazioni che portano ad una
salute ottimale, sostenendola nel cambiare i propri stili di vita
per avanzare verso uno stato di salute spirituale e intellettuale
ottimale. La salute ottimale è un equilibrio dinamico di salute
fisica, emozionale, sociale,. Il cambiamento dello stile di vita può
essere facilitato attraverso la combinazione dell’apprendimento
esperienziale, che aumenta la conoscenza, fa crescere la
motivazione e crea capacità ed, ancora più importante,
attraverso la creazione di opportunità che aprono l’accesso ad
ambienti che rendono scelte più facili le pratiche positive di
salute.
La nuova definizione è intesa a sottolineare diversi punti:
 Il lavoro che noi compiamo è tanto scienza che arte. La scienza deriva dalla
ricerca, l’arte dall’intuito, dall’esperienza e dall’ascolto;
 La salute è multidimensionale;
 Gli ambienti fisici e sociali nei quali viviamo sono probabilmente i predittori più
importanti dei nostri comportamenti salutistici;
 Il maggior contributo che possiamo fornire a livello cognitivo è quello di
motivare la gente a lottare per una salute ottimale. E’ molto importante
migliorare le capacità per praticare stili di vita salutari, mentre lo è solo
moderatamente il migliorare la conoscenza o la coscienza sui legami tra
comportamenti sanitari e guadagni in salute;
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 La salute è un mezzo, non un fine, per la maggioranza della gente.
Quest’ultima deve essere motivata a migliorare la propria salute se scopre
come il migliorare la salute la aiuta a concentrarsi sulle proprie passioni;
 La salute ottimale non è un punto statico, che possiamo raggiungere o meno
ma una condizione dinamica che cambia con le circostanze della vita;
 Possiamo avere maggiore successo se pensiamo al nostro lavoro nella
prospettiva della gente per la quale lavoriamo che in quello che facciamo. Ad
esempio, creare maggiori opportunità di accesso ad ambienti favorevoli alla
salute aiuta maggiormente la gente che non solo creando tali ambienti;
 La partecipazione è essenziale per sostenere l’azione della promozione della
salute
 La Promozione e Educazione alla Salute e la Carta di Ottawa
La promozione della salute, pur essendo un concetto teorizzato
in varie epoche storiche, è stato codificato nel 1986 dalla ”Carta
di Ottawa per la promozione della salute” a distanza di più di
vent'anni costituisce un importante quanto attuale documento di
riferimento per lo sviluppo di politiche orientate alla salute.
La Carta di Ottawa, sottoscritta dagli Stati appartenenti
all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), definisce la
promozione della salute come "il processo che consente alle
persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e
di migliorarla"..
La Carta di Ottawa identifica tre importanti strategie per la promozione della
salute:
 Patrocinare la salute per creare le condizioni essenziali per la salute;
 Permettere a tutte le persone di raggiungere il loro potenziale di salute;
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 Mediare tra differenti interessi nella società per perseguire la salute.
L’OMS a sua volta individua diverse aree di azione per avviare e gestire la
promozione della salute:
1) Mettere la salute al centro delle politiche pubbliche;
2) Creare ambienti che siano di supporto alla salute;
3) Rinforzare l’azione comunitaria per la salute;
4) Sviluppare le abilità personali;
5) Riorientare i servizi sanitari.
 L’empowerment individuale e di comunità
L’OMS identifica l’azione nella comunità e l’empowerment come prerequisiti
per la salute. L’empowerment dei cittadini, ha ricevuto attenzione da parte
delle istituzioni negli ultimi anni a livello internazionale, contribuendo a
creare una nuova cultura che poggia sulla partecipazione, essenziale per
conseguire i migliori risultati possibili. Come in tutti i processi, anche per
quanto riguarda l’empowerment, per assicurare efficacia ed efficienza è
necessario controllare e valutare al fine di rendere conto delle scelte delle
azioni intraprese.
Il concetto di empowerment ha avuto molteplici definizioni in relazione alla sua
applicazione:
 Un processo attraverso cui le persone, le organizzazioni e
acquisiscono la capacità di gestire i loro affari;
le comunità
 Un processo di azione sociale attraverso cui gli individui padroneggiano le loro
vite per cambiare il loro ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la
qualità di vita;
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 Il processo attraverso cui gli individui e i gruppi aumentano la loro capacità di
fare scelte e trasformarle nelle azioni e nei risultati desiderati, costruendo le
risorse delle persone e migliorando così l’efficienza del contesto in cui vengono
usate tali potenzialità;
 L’espansione delle possibilità delle persone povere, fragili, di partecipare,
negoziare, controllare e gestire le istituzioni che influenzano le loro vite;
 L’empowerment viene esercitato in diversi domini, dal livello di singola
persona ad azione politica e collettiva.
In sintesi un paziente empowerment significa esprimersi rispetto alla scelta
del proprio medico e dell’ospedale a cui rivolgersi, la propria cura deve essere
condivisa, abilità
nell’assumere decisioni anche per quanto concerne
l’incertezza e il rischio per quanto riguarda l’integrità del sé,avere conoscenza,
abilità attitudini e consapevolezza necessaria per influenzare il proprio e
l’altrui comportamento per migliorare la qualità della propria vita. E’ un
paziente che comprende e sceglie, è in controllo dell’ambiente in cui
interagisce e si rapporta produttivamente con tutti gli altri soggetti, pianifica il
proprio futuro, è un self caregiver, protagonista del proprio benessere e della
propria vita.
L’empowerment assicura:
L’efficacia: a cui concorrono cittadini e operatori. Il cittadino assume
comportamenti consapevoli, anche dei rischi, segnala al personale
situazioni e comportamenti che possono implicare rischi, in modo da
favorire scelte terapeutiche appropriate, ascolta e segue le
prescrizioni..ecc…
L’appropriatezza: la conoscenza del fruitore consente agli operatori di
effettuare scelte idonee;
L’efficienza: scelte mirate ed idonee favoriscono l’utilizzo parsimonioso
delle risorse, evitando ridondanze e sprechi
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L’empowerment, implica riassumendo responsabilità verso se stessi e
corresponsabilità negli interventi per la propria salute e nell’uso delle risorse
collettive.
Possiamo distinguere:
o Empowerment individuale: che consiste nella percezione di autostima,
attivismo, ottimismo-controllo sulla propria vita;
o Empowerment di comunità: che riguarda la percezione del modo in cui il
potere politico sociale si esplica e della possibilità di esercitare un’influenza
su di esso attraverso una giusta indignazione (L’indignarsi per qualcosa è
spesso il primo passo verso il cambiamento).
Le dimensioni dell’empowerment della Comunità:
I.
Partecipazione:
La partecipazione è la base dell’empowerment. Organizzati in gruppi, i
membri della Comunità possono più facilmente definire e analizzare i
problemi della Comunità e agire su di essi.
II.
Leadership:
I processi partecipativi richiedono di essere guidati e la leadership deve essere
esplicita e organizzata. Partecipazione e leadership sono strettamente legate
e giocano un ruolo fondamentale nel lavoro dei gruppi e delle organizzazioni
Comunitarie.
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III.
Attivazione della rete:
I “nodi” della rete includono: piccoli gruppi di cittadini, comitati, gruppi
religiosi e di giovani, ecc. Rappresentano le modalità che le persone usano per
stare insieme rispetto alla socializzazione e alla soluzione dei propri problemi,
L’esistenza e il funzionamento di queste micro organizzazioni è quindi cruciale
per l’empowerment della Comunità. E’ molto importante, per l’impatto e la
sostenibilità del programma, che si stabiliscano legami solidi tra questi
soggetti.
IV.
Valutazione del problema:
L’empowerment presume che l’identificazione del problema di salute, le
possibili soluzioni e le azioni per risolverlo siano attuate dalla Comunità. La
“valutazione del problema” è un processo che serve ad assistere le Comunità
nello sviluppo del senso di auto-determinazione delle proprie risorse.
 Setting
Il concetto di setting si è fatto largo ed ha acquisito importanza
anche in Sanità Pubblica nel momento in cui si è riconosciuto che
esso costituisce lo spazio nel quale i comportamenti si formano
e vengono agiti. Il setting non è quindi solo un luogo da
descrivere per studiare i comportamenti ma svolge un ruolo
attivo come sede dei determinanti di salute: i comportamenti si
producono nel e attraverso il setting. Un setting quindi è laddove
le persone attivamente usano e modellano l’ambiente e così
creano o risolvono problemi relativi alla salute. I contesti possono
normalmente essere identificati con confini fisici, un gruppo di
persone con ruoli definiti, una struttura organizzata.
Dal punto di vista della sanità pubblica il termine copre diversi
significati.
Si applica ad una Comunità “larga” (es. un Comune), a strutture
presenti nella Comunità (es. il Servizio Sanitario), a piccoli gruppi
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strutturati (es. l’Associazione), ad entità formali della Comunità
(es. una Scuola o un Ospedale), ad ambiti di vita (es. la famiglia, il
luogo di lavoro).
“La salute si costruisce dove la gente vive, lavora, gioca, ama…”
(Carta di Ottawa per la Promozione della Salute – OMS – Ginevra 1986)
 La scuola promotrice di salute
Educazione e salute hanno interessi comuni.
La combinazione di questi interessi consente alle scuole di
diventare luoghi migliori in cui apprezzare l’apprendimento,
l’insegnamento e il lavoro.
Una “scuola che promuove la salute” è una scuola che mette in
atto un piano educativo strutturato e sistematico a favore della
salute, del benessere e dello sviluppo del capitale sociale di tutti
gli alunni e del personale docente. Le scuole che promuovono la
salute hanno dimostrato di essere in grado di migliorare la
salute e il benessere di tutta la comunità scolastica.
Le scuole, all’interno della comunità d’appartenenza,
rappresentano uno dei contesti privilegiati per ridurre le
disuguaglianze in ambito di salute. La collaborazione con altre
aree strategicamente rilevanti, come quelli giovanili, sociali,
ambientali e per lo sviluppo sostenibile, è indispensabile.
La scuola promotrice di salute: l’approccio alla promozione alla
salute nella scuola è diventato maggiormente orientato al
contesto, più complesso nel suo intervento, più indirizzato alla
saluto genesi e più basato sull’evidenza.
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Sono sempre più numerose le prospettive di promozione della
salute nella scuola oggi emergenti. Una di queste consiste nel
collegare più direttamente la promozione e l’educazione alla
salute e l’educazione con l’attività centrale della scuola.
La salute non è più vista soltanto come un obiettivo o un
prodotto delle scuole, ma in maniera più significativa come
metodo o processo dell’educazione.
La scuola promotrice di salute ha come obiettivo quello di
portare salute quindi alle scuole a tutti i livelli di organizzazione.
Ciò comprende l’educazione alla salute degli studenti, ma ha
anche obiettivi di salute per gli insegnanti, per la struttura
organizzativa e la vita quotidiana della scuola.
L’obiettivo a lungo termine è in maniera strettamente collegato
al miglioramento della qualità educativa delle scuole.
In questo modo sono perseguiti sia
obiettivi di salute.
obiettivi educativi che
In un prossimo futuro si parla di scuola buona e sana, dove la
scuola si impegna chiaramente nelle dimensioni della qualità di
una buona scuola, attuando quegli interventi per la salute che
servono specificamente per implementare tali compiti nel campo
dell’educazione e dell’insegnamento che derivano da questo
impegno.
L’obiettivo è un aumento durevole ed efficace della qualità
dell’insegnamento e dell’educazione nelle scuole.
 Nella scuola buona e sana
- viene offerta una quantità ottimale di adeguate tipologie di
attività sportive, soddisfacendo la necessità di movimento degli
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studenti, attrezzature per lo sport e la ginnastica abbastanza
accessibili, mobili disegnati in maniera ergonomica;
- si presta attenzione a illuminazione corretta, ambiente
confortevole, protezione da sostanze tossiche, riduzione del
rumore, pulizia e igiene;
- l’amministrazione della scuola assicura la presenza di un
sistema di sicurezza ben funzionante (assistenza sanitaria,
sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, piani di evacuazione,
attrezzature e impianti).
Il criterio è promuovere comportamenti positivi:
- sviluppare assieme agli studenti regole di comportamento che
governano l’interazione sociale dei partecipanti della scuola;
- vengono offerte a tutti i membri della scuola (moderatori,
mediatori, consulenza e assistenza psicologica) modalità di
affrontare crisi e conflitti
 La salute e l’ambiente dell’individuo
E’ importante ricordare che la forma e l’organizzazione della città possono
influenzare la salute umana e il benessere.
Il Master si è proposto di esporre alcuni spunti di riflessione e analisi
sull’interazione tra ambiente urbano e salute, avendo riconosciuto l’ambiente
costruito come elemento fondamentale nel determinare le condizioni di vita
dei cittadini.
Numerose ricerche in campo scientifico-medico, architettonico, sociale,
urbanistico, hanno rimarcato il legame che intercorre tra la città e la salute
degli abitanti: la densità della popolazione, la progettazione dei quartieri,
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l’accessibilità ai servizi, la presenza di aree verdi, edifici di buona qualità,
contatti informali e coesione sociale.
Un disegno urbano della città ridefinito su tali elementi, contribuirebbe a
formare il capitale sociale della comunità e ad alleviare problemi come
segregazione, isolamento e depressione.
Promuovere stili di vita salutari, contenere gli impatti e affrontare le
ineguaglianze, è un compito importante dunque anche per la pianificazione
dell’organizzazione di una città.
La presenza di politiche relative all’ambiente costruito, o la loro assenza,
determinano le condizioni in cui viviamo e lavoriamo e queste condizioni
hanno conseguenze positive e negative per la salute della popolazione.
Ma oggi, la città, purtroppo, è spesso un luogo che non presenta le migliori
condizioni in cui vivere.
L’OMS e il Consiglio d’Europa si sono occupati, in anni recenti, di queste
tematiche, in Italia però rimangono come problemi secondari e poco indagati,
per cui servirebbe lo sviluppo di ricerche sulle politiche attuate a livello
internazionale in merito a questi argomenti.
Leggi e norme sono certamente rilevanti nell’indirizzare i processi ma questi
sono definiti dalla formazione di una nuova cultura del vivere e progettare i
luoghi dell’uomo e quindi da un diverso rapporto tra questo e la natura: un
approccio integrato e strategico propositivo capace di valorizzare le
molteplici indicazioni esistenti in direttive, strumenti e normative.
Ciò richiede un costante dialogo, reale ed operativo, tra le varie discipline che
in particolare si occupano del controllo dei processi di trasformazione dello
spazio.
Tramite un approccio pluridisciplinare si sollecita il dialogo fra ambiti
scientifici, culturale e tecnici diversi che tuttavia partecipano, alla formazione
dell’ambiente costruito e alla tutela, valorizzazione del paesaggio e con essi
alla promozione della salute dei cittadini.
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 Gli indicatori di salute e i determinanti della salute
Gli indicatori di salute sono un insieme di dati di sorveglianza
analizzati in modo da fornire una valutazione dello stato di
salute della popolazione, per stabilire in modo appropriato
priorità e azioni da intraprendere per la salute pubblica.
La scelta degli indicatori deve essere basata principalmente sui
dati confrontabili esistenti per cui è possibile un monitoraggio
regolare, ma dovrebbe anche tenere in considerazione le future
necessità di dati e gli sviluppi sul fronte delle diagnosi e dei
trattamenti.
Gli indicatori devono essere completi, significativi, standardizzati,
devono soddisfare i criteri di qualità e devono essere flessibili per
supportare l’evoluzione delle politiche sanitarie.
I determinanti della salute sono
i fattori la cui presenza
modifica in senso positivo o negativo lo stato di salute di una
popolazione
Accreditati studi internazionali hanno effettuato una stima
quantitativa dell’impatto di alcuni fattori sulla longevità delle
comunità, utilizzata come indicatore indiretto dello stato di
salute : i fattori socio-economici e gli stili di vita, contribuiscono
per il 40-50%, lo stato e le condizioni dell’ambiente per il 2030%, l’eredità genetica per un altro 20-30% e i servizi sanitari
per il 10-15%.
Gli indicatori di salute consentono di misurare un bisogno di
salute, quantificando il gap (la differenza), esistente tra uno
stato reale/attuale ed uno stato ottimale/ideale di salute.
Gli indicatori rappresentano uno strumento di primaria
importanza nella pianificazione di un progetto di miglioramento
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della qualità della vita, in virtù della loro capacità intrinseca di
fornire informazioni preziose che fungano da “guida” per
l’osservazione degli effetti dei cambiamenti.
L’OMS ha individuato diversi indicatori raggruppati in 4 macro-aree:
1. Indicatori di salute (mortalità, cause di morte, basso peso alla nascita);
2. Indicatori dei Servizi Sanitari (esistenza di un programma per la città di
educazione alla salute, bambini completamente vaccinati, abitanti per
personale sanitario di base, abitanti per infermiere, popolazione
coperta da assicurazione sanitaria ecc..ecc..);
3. Indicatori ambientali (inquinamento atmosferico, qualità dell’acqua,
piste ciclabili, strade pedonali, superficie relativa agli spazi verdi ecc…);
4. Indicatori socio-economici (popolazione che vive in alloggi precari,
stima dei senza tetto, tasso di disoccupazione, tasso di aborti, reddito
basso, ecc….).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto anche un elenco di
prerequisiti della salute , ossia di situazioni che devono essere presenti nelle
comunità che acquisiscono la consapevolezza e la decisione di perseguire la
salute dei suoi componenti.
 I prerequisiti della salute
Il fatto che la salute dipenda da molteplici fattori esterni ha
portato a studiare e ad approfondire le conoscenze scientifiche
sui determinanti della salute. È comunque generalmente
condiviso il fatto che per poter agire sui fattori che determinano
la salute è di fondamentale importanza che esistano delle
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condizioni e delle risorse iniziali che possono essere definite
prerequisiti. Essi sono:
la casa - esiste una chiara evidenza che mostra un’associazione fra l’abitazione
e la salute. Una buona qualità dell’abitazione porta al miglioramento delle
condizioni fisiche e mentali. Un’abitazione scadente, soprattutto se
caratterizzata da freddo e umidità, porta a problemi respiratori e a dolori di
vario genere, mentre l’eccessivo affollamento dell’abitazione genera problemi
di ansia e depressione;
la pace - la presenza di una situazione di conflitto armato ha delle pesanti
conseguenze nei confronti della salute in termini di aumento della mortalità,
di lesioni che portano a disabilità croniche, di problemi mentali, di malattie
sessuali, di malattie trasmissibili, di crimini e violenze sessuali. La guerra incide
in modo sostanziale sulla salute anche attraverso lo sfollamento della
popolazione che disgrega le reti sociali nonché attraverso la distruzione dei
servizi sociali e sanitari;
l’istruzione - i livelli di istruzione producono significativi gradienti di rischio
per la salute. I livelli di istruzione sono strettamente correlati a livelli di
deprivazione causati dalle barriere economiche, culturali e sociali che
impediscono un accesso equo all'istruzione. Ciò è più evidente, in particolare,
per le donne e per altri gruppi che si trovano in posizioni di svantaggio;
il cibo - la disponibilità di adeguate quantità di cibo di buona qualità
costituisce un elemento centrale per promuovere la salute e il benessere. La
scarsità di cibo e la mancanza di varietà causa la malnutrizione e malattie da
deficienza, mentre l’eccesso di cibo contribuisce allo sviluppo di malattie
cardiovascolari e metaboliche, di tumori, di obesità e di carie dentale;
il reddito e la continuità delle risorse - la disoccupazione pone dei rischi
significativi alla salute; è dimostrato che le persone disoccupate e le loro
famiglie hanno maggiori probabilità di morte prematura. L’insicurezza del
lavoro provoca un aumento dell’ansia e della depressione e di problemi
cardiovascolari;
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la stabilità dell’ecosistema – un ecosistema è una unità ecologica
fondamentale formata da una comunità di organismi viventi in una
determinata area e dal suo specifico ambiente fisico, con il quale gli organismi
sono legati da complesse interazioni e scambi di energia e di materia. È
fondamentale che gli ecosistemi tendano alla stabilità cioè alla condizione in
cui l’ecosistema è in grado di assorbire nel tempo le perturbazioni esterne
(naturali o indotte dall'uomo) mantenendo integra la propria struttura. Un
ecosistema alterato può ritornare alle condizioni precedenti con molta
lentezza e in modo graduale;
la giustizia e l’equità sociale - equità vuol dire giustizia. Equità nella salute
significa che i bisogni della gente devono guidare la distribuzione delle
opportunità per conseguire il benessere; ciò implica che ciascuno dovrebbe
avere le stesse opportunità di raggiungere il medesimo potenziale di salute.
Significa anche poter aver accesso a servizi sanitari di qualità in termini di
uguale accesso ed utilizzo di essi a fronte di bisogni uguali.
 Il Profilo di Salute: cos’è
E’ un documento che offre indicazioni sullo stato di salute di una
Comunità (oggettive e soggettive);
E’ orientato preferenzialmente (ma non unicamente) alla prevenzione;
Identifica le priorità in tema di salute;
Pianifica gli interventi necessari;
Individua aree prioritarie;
Evidenzia la necessità di nuovi indicatori;
Fornisce idee per possibili soluzioni;
Contribuisce al monitoraggio dell’efficacia.
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 Il Profilo di Salute: a cosa serve
A fornire uno strumento necessario (ma, da solo, non sufficiente) per poter
individuare e affrontare in maniera razionale e condivisa i problemi prioritari
di salute in una comunità.
 Il Profilo di Salute: a chi serve
Enti Locali (Provincia/Comuni)
Partecipazione e governo alle/delle scelte in Sanità;
Popolazione Generale – cittadini competenti
Co-determinazione delle scelte in Sanità;
Direttori ed Operatori dei Distretti Sanitari
Pianificazione razionale interventi
Presa di contatto con la Comunità, costruzione di un rapporto di fiducia;
Valutazione efficacia degli interventi;
Direzione strategica dell’Azienda Sanitaria
Partecipazione locale a priorità anche aziendali
Individuazione di aree che si distinguono in positivo o in negativo
 Il profilo di Salute: come si crea
Definendo e descrivendo la Comunità;
Raccogliendo e analizzando i dati;
Raccogliendo stimoli e pareri dalla Comunità;
Traducendo i dati nei corrispondenti problemi di sanità pubblica e nei
fattori che vi contribuiscono;
Formalizzando un rapporto finale.
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 Il Piano della Salute: cos’è
E’ un Piano” poliennale di azione elaborato e realizzato da una
pluralità di attori, coordinati dal governo locale, che impegnano
risorse umane e materiali allo scopo di migliorare la salute della
popolazione anche attraverso il miglioramento dell’assistenza
sanitaria”. Il Piano per la salute impegna in prima persona tutte le
Amministrazioni Pubbliche coinvolte, lavora sulle priorità
evidenziate dal Profilo di Salute della Comunità, promuove
interventi di provata efficacia, rende conto alla cittadinanza.
(E’ disponibile, nel sito Intranet per i dipendenti dell’Azienda,
nella Cartella Formazione Corsi Esterni Anno 2010, il materiale
informatico dei vari moduli del Master)
Sintesi a cura della Corsista Dott.ssa Franzoso Nadia Antonella
Assistente Sanitaria Dipartimento di Prevenzione/ SISP
B IBLIOGRAFIA
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Evans RG, Stoddart GL - Producing health, consuming health care –Social
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Vinazzani Giuseppe, Salute, Comunità, partecipazione,La Salute Umana 221222 2009;
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Dott. Pocetta Giancarlo, La programmazione integrata di rete: la Matrice
Organizzativo Gestionale;
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Petrucci Maria Saba, l’Ambiente costruito e salute nella nuova Sanità
Pubblica.La Salute Umana 226-227 2010;
Paola Beatini, Maria Saba Petrucci L’ambiente costruito, determinante di
salute. La Salute Umana 226-227 2010;
Pocetta Giancarlo, Empower(ing)ment Evaluation, i Quaderni di Monitor 6°
supplemento al n°25;
Maria Antonia Modolo, Il senso delle parole: partecipazione, La salute Umana
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