06 257-261 - Recenti Progressi in Medicina
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Osservatorio Vol. 97, N. 5, Maggio 2006 Pagg. 257-261 Terapia medica con le statine: valutazione costo/efficacia e della migliore evidenza clinica per razionalizzare la spesa del Servizio Sanitario Nazionale Lorenzo Magi1, Pasqualino Sforza1, Stefania Rafaiani2, Paolo Settembri2, Pierpaolo Morosini3 Riassunto. In medicina la scelta è difficile. Ma il medico deve comunque scegliere, in accordo con il paziente, il miglior trattamento farmacologico. Questa scelta dovrebbe essere più indipendente possibile da pressioni dell’industria e delle organizzazioni sanitarie. La scelta deve essere trasparente, motivata dalle migliori evidenze scientifiche sull’argomento e dovrebbe essere sempre accompagnata dalla verifica sulla correttezza della analisi costo/efficacia presentata dal produttore della molecola. Una politica sanitaria intesa a pagare ogni (cosiddetto) avanzamento della cultura medica indipendentemente dal costo economico, non è sostenibile dal Servizio Sanitario Nazionale. Quindi le informazioni di costo/efficacia in terapia medica assumeranno un ruolo sempre maggiore, in quanto il risparmio nella spesa farmaceutica passa attraverso il singolo medico, oltre che attraverso scelte di politica farmaceutica nazionale. Il concetto chiave è rappresentato dal fatto che, all’interno di una classe di farmaci che hanno mostrato la stessa efficacia terapeutica (medicina delle evidenze), va preferita la molecola che comporta il costo minore. Parole chiave. Farmacoeconomia, infarto acuto del miocardio, statine, trial clinici. Summary. Statin therapy: cost-effectiveness and evidence evaluation as criteria for improve gestional cost of Italian Medicare. The choice is difficult in medicine. But individual physicians and patients must make medical decisions rather than organizations or pharmaceutical companies. The choice concerns the transparency of the decision-making process (evidence based medicine), and mistrusts of the methods used in cost-effectiveness analysis. Medicare’s policy of paying for any medical advance that has positive benefits, regardless of its costs, is unsustainable. Cost-effectiveness information may assume a more important role in future coverage decisions with regard to outpatient prescription drugs, but at the private level, rather than at the national one. Functional equivalence of drugs reflects a reference-pricing technique applied to a therapeutic category - reimbursement for compounds of similar efficacy within a therapeutic class set to the lowest-priced product in the class. Essentially, a standard of functional equivalence applies a cost-effectiveness principle: assuming that alternative interventions are equivalent, one should not pay more for one of them. Key words. Clinical trial, myocardial infarction, pharmacoeconomy, statin. Introduzione La maggioranza dei medici ha pensato per lungo tempo che gli interventi a favore della salute non avessero limiti economici. Oggi, la realtà che le risorse a disposizione della sanità non sono illimitate è ampiamente accettata. Il problema è però che, spesso, non tutti i medici cercano di ridurre i costi delle proprie scelte. Forse per pigrizia o per consuetudine, una volta certi che l’intervento terapeutico e/o diagnostico è utile al nostro paziente, non ci poniamo l’interrogativo se quell’intervento possiamo farlo lo stesso ad un costo minore. 1 Medicina Generale; 2 Unità Operativa Complessa Farmacia Territoriale, Dipartimento Farmaceutico; 3 Unità Operativa Complessa Medicina Interna, Dipartimento di Area Medica, Ospedale Mazzoni, Ascoli Piceno; Regione Marche ASUR 13. Pervenuto il 17 marzo 2006. 258 Recenti Progressi in Medicina, 97, 5, 2006 Non abbiamo la presunzione di affermare che il cambiamento di condotta da noi proposto nel presente lavoro abbia il crisma di una norma di farmaco-economia; esso vorrebbe limitarsi al buon senso del pater familias, il quale deve fare i conti con un budget sufficiente ad arrivare alla fine del mese. Abbiamo quindi cercato di esporre in tabella i costi giornalieri (costo die) di tutte le statine in commercio in Italia con i grandi trial clinici che ne hanno evidenziato l’efficacia terapeutica, per consentire la scelta del farmaco che, a parità di efficacia (documentata dai grandi trial), abbia il costo minore. Per analizzare il problema siamo partiti da un caso clinico, quasi a compiere una autoverifica comportamentale. Caso/paradigma Grazia A., assistente sociale, 51 anni, viene a visita per una tiroidite autoimmune (TSH = 0,8; Ab anti TPO = 3500UI/l). Riferisce che all’età di 46 anni si ricoverò per dolore toracico retrosternale in UTIC, ove venne dimessa con diagnosi di IMA senza onda Q. Coronarografia: placca ateromasica non stenosante coronaria destra. Obiettivamente la paziente ha un tipico fenotipo da sindrome metabolica con obesità globale e non solo viscerale (BMI = 34). Ha ipertrigliceridemia (380 mg/dl) e basso colesterolo HDL (33 mg/dl). Normoglicemia (88 mg/dl); la madre ha avuto un esordio di diabete mellito a 65 anni ed è deceduta per IMA. La pressione arteriosa è sempre stata normale; tendenzialmente bassa, anche al momento del ricovero in UTIC. La colesterolemia totale è 248 mg/dl e la colesterolemia LDL= 248-33 – (380:5) = 139 mg/dl. Suggerimenti terapeutici dei cardiologi alla dimissione: Ramipril 5 mg bis in die, Cardioaspirina 1 cs, Atenololo 50 mg 1 cs, Pravastatina 20 mg 1 cs. Omega polienoici 1g. Dopo cinque anni, la paziente segue la stessa terapia. Come scegliere la terapia: dal grande trial al caso clinico • La paziente deve assumere una statina (trattasi di intervento efficace?) • Concordiamo sulla dose ed il tipo di statina consigliata (trattasi di intervento economico?) • Trattasi di intervento efficace in una donna di 46 anni con infarto non Q? Per poter rispondere a quest’ultima domanda dobbiamo rifarci alle evidenze certe sull’argomento e dobbiamo analizzare i grandi trial che hanno valutato la terapia con statine subito dopo un evento coronarico acuto (tabella 1 alla pagina a fronte). Preliminarmente, tuttavia, è necessario precisare un concetto importante: che cos’è un end point primario (o end point forte) di un grande trial; e che cos’è un end point secondario o surrogato. Un end point surrogato delle statine è il fatto che esse abbassano il colesterolo di un tot %. Nel nostro caso: abbassare il colesterolo totale di 248 mg/dl. Questo è il presupposto per cui le statine sono in commercio (farmaci ipocolesterolemizzanti); probabilmente una statina x abbassa di più il colesterolo di un’altra statina (per dosi definite equivalenti). L’obiettivo di rilievo o end point primario della statina – nel caso in questione – è quello di evitare un secondo infarto miocardico. Pertanto i trial che ci interessano sono quelli che hanno valutato la capacità delle statine di prevenire un secondo evento nei primi sei mesi di trattamento post-IMA e di evitare una morte cardiovascolare durante un lasso di tempo (5 anni) necessario e sufficiente ad escludere la fortuità del risultato. I trial che hanno studiato questi end point sono riportati nella tabella 1 e le conclusioni di tali studi indicano che dopo una sindrome coronarica acuta il farmaco di scelta è l’atorvastatina 80 mg. Vi è prova di migliore efficacia di atorvastatina versus pravastatina 40 mg (studio PROVE IT) e versus simvastatina 80 mg (studio Z di A-Z TRIAL). Vi sono prove di migliore tollerabilità della atorvastatina 80 mg versus simvastatina 80 mg. Con la atorvastina si possono ottenere risultati comparabili alla angioplastica? Lo studio AVERT9, che confronta 80 mg di atorvastatina vs angioplastica, ha troppi bias; ad esempio, il gruppo atorvastatina aveva subìto l’evento cardiovascolare molti anni prima del gruppo angioplastica. • Dopo sei mesi o un anno dall’infarto si deve proseguire con atorvastatina 80 mg o si può scegliere un dosaggio più basso: della stessa o di altra statina? Per rispondere a questa ulteriore domanda, occorre consultare i trial che hanno utilizzato end point primari forti in pazienti con precedente evento cardiovascolare: nella tabella 2 (a pagina 260) sono riportati i maggiori trial disponibili per ciascuna molecola in commercio in Italia e sono riportati i costi giornalieri della terapia con statine ai dosaggi suggeriti nel trial. Due metanalisi10,11 ci suggeriscono le raccomandazioni. La più ampia11 – che usa dati di 34 trial per 25.000 pazienti – riferisce che le statine evitano una morte per ogni 110 persone trattate, una morte cardiaca per ogni 96 persone ed una morte cardiovascolare per ogni 117 persone trattate. I migliori risultati si hanno nei pazienti che hanno già avuto un infarto, che sono trattati per almeno 4 anni e nei quali il livello di colesterolo LDL è diminuito di almeno il 10%. L. Magi et al.: Criteri generali di scelta di una statina 259 Tabella 1. - Grandi trial che valutano efficacia delle statine durante sindrome coronarica acuta (SCA). Simvastatina Sinvacor, Sivastin, Liponorm, Medipo FASE Z di A-Z trial1. Nel braccio della terapia aggressiva (fase Z) il colesterolo LDL (LDLC) scendeva a 68 mg/dl dopo un mese di simvastatina 40 mg e a 62 mg/dl tre mesi dopo l’aumento della dose a 80 mg. End point combinati di morte cardiovascolare, infarto del miocardio, nuovo ricovero per SCA ed ictus si realizzavano in modo minore ma senza significatività statistica nel gruppo sottoposto a terapia aggressiva (14.4 versus 16.7) La mortalità da ogni causa era meno frequente nel braccio della terapia aggressiva ma senza significatività statistica. Più pazienti ebbero rialzi di CPK maggiore di 10 volte il limite massimo normale e tre svilupparono rabdomiolisi. MIRACL2 In questo studio, 3086 adulti con SCA vennero assegnati a terapia con atorvastatina (80 mg/die) o placebo entro le 96 ore dal ricovero. Atorvastatina determinava una riduzione di LDL-C da 124 a 72 mg/dl. Dopo 16 settimane una ischemia miocardica ricorrente – tale da richiedere nuovo ricovero ospedaliero – era inferiore rispetto al placebo (6.2 versus 8.4 %); nessuna valutazione di mortalità. Atorvastatina Totalip, Torvast Pravastatina Pravaselect, Selectin, Prasterol, Aplactin, Sanaprav Fluvastatina Lescol, Lipaxan, Primesin PROVE IT3 Lo studio fornisce il razionale per l’immediato inizio di statina in corso di SCA. 4.162 pz con SCA (confronto 80 mg atorvastatina vs 40 mg di pravastatina). Dopo due anni di follow-up si sono avuti i seguenti risultati: migliore efficacia di atorvastatina rispetto a pravastatina su end point primari. Il colesterolo LDL medio (LDL-C) raggiunto era significativamente più basso con atorvastatina (62 versus 95 mg/dl). Il risultato dell’atorvastatina compariva già nei primi 30 giorni successivi alla randomizzazione e perdurava nel tempo. La terapia venne sospesa per mialgia o rialzo CPK in circa il 3% di pazienti, senza differenze fra atorvastatina o pravastatina: nessun caso di rabdomiolisi. PROVE IT3 FLORIDA4 Uno studio doppio cieco controllato che paragona 80 mg di fluvastatina vs placebo in 540 pazienti con SCA e colesterolemia basale inferiore a 251 mg/dl. Dopo 12 mesi non c’erano differenze rispetto agli end point prefissati. LDL-C nei pazienti trattati con fluvastatina era pari a 104 mg/dl • Esiste un target di colesterolo LDL da raggiungere e mantenere? Un recente lavoro (IDEAL) valuta questo problema6. Lo studio ci dice che in prevenzione secondaria cronica non c’è differenza per end point primari di mortalità fra simvastatina 20 mg (LDL-C medio ottenuto nei pazienti: 103 mg/dl) e atorvastatina 80 mg (LDL-C medio: 81 mg/dl). Quindi, nel caso in questione, si poteva proseguire con atorvastatina 20 mg o simvastatina 20 mg o pravastatina 40 mg. Quale delle tre scelte è la migliore? A nostro avviso, la scelta migliore è quella che ha il costo minore (tabella 2). La differenza economica annua fra la scelta con simvastatina 20 mg una cs die e pravastatina 40 mg una cs die è: di € 447,64. Proviamo a moltiplicarlo per la spesa farmaceutica di pravastatina in Italia: se tutte le attuali prescrizioni di pravastatina 40 mg venissero sostituite con simvastatina 20 mg si otterrebbe un risparmio di: 51.369.434,35 euro in Italia; di 1.490.939,39 euro nelle Marche; di euro 272.824,95 nella sola ZT13 delle Marche. I dati di risparmio per la ZT13 sono reali, calcolati al 14 marzo 2006. I dati per Marche e Italia sono stati calcolati in base al report SFERA per Marche e Italia12. Risparmieremmo circa il doppio se sostituissimo pravastatina 40 mg con atorvastina 40 mg mezza cs. In questo caso il Ministero ci mette del suo perché per prescrivere atorvastatina 40 mg occorre compilare il piano terapeutico. 260 Recenti Progressi in Medicina, 97, 5, 2006 Tabella 2. - I maggiori studi clinici controllati che hanno valutato l’effetto della terapia ipocolesterolemizzante in prevenzione secondaria. Molecola Simvastatina Atorvastatina Dose Costo confezione Costo die Prodotti in commercio Trial 28 cpr 20 mg € 34.90 1.25 Sinvacor, Sivastin, Liponorm, Medipo 4S5 Ideal6 28 cpr 40 mg € 49.35 1.76 30 cpr 10 mg € 33.38 1.11 Totalip, Torvast TNT7 Ideal6 30 cpr 20 mg € 52.48 1,75 0,875* 40 mg € 52.48 1.75 Pravaselect, Selectin, Prasterol, Aplactin, Sanaprav Lipid8 * qualora si utilizzi 40 mg metà compressa Pravastatina 10 cpr 20 mg € 12.76 1.28 14 cpr 40 mg € 34.62 2.47 Fluvastatina 28 cpr 80 mg € 30.76 1.10 Lescol, Lipaxan, Primesin No studi Rosuvastatina 28cpr 10 mg € 32.12 1.15 Crestor, Provisacor, Simestat No studi 28 cpr 20 mg €48,18 1.72 30 cpr 10 mg+10 € 64.24 2.14 Inegy, Vytorin No studi Simv. /Ezetimibe Conclusioni Nessuno può negare che l’industria abbia le competenze per condurre analisi di utilità e convenienza economica di una farmacoterapia. Altrettanto ragionevole è la possibilità che i risultati di uno studio, la loro interpretazione e la loro presentazione siano influenzati dall’interesse del produttore. Non di rado le analisi farmacoeconomiche sono strumenti promozionali, condizionati dalle prevedibili ricadute sulle vendite. Quando è presentata una nuova specialità, non si afferma che è più efficace, ma si afferma che è molto più utile per il SSN sul piano del rapporto costo/efficacia. E se il suo costo è, invece, più elevato di altri prodotti di pari efficacia, si argomenta che si realizzeranno risparmi in altri settori della sanità: si ridurranno la patologia, il numero e la durata delle ospedalizzazioni, le assenze dal lavoro, ecc. L’unico modo per difenderci da questo tipo di pubblicità e per essere certi di esaminare ricerche finalizzate in grado di valutare l’utilità clinica di un intervento farmacoterapico, sta nell’individuazione di obiettivi scelti per la loro rilevanza sanitaria e non per quella commerciale e per il cui raggiungimento occorre, al contempo, valutare e confrontare la convenienza economica di un intervento rispetto ad altri. In una parola: occorre saper riconoscere l’end point primario, il fine ultimo di una terapia e non gli end point surrogati, di minore impatto sulla salute dei cittadini. In questo modo possiamo disporre di un metodo che ci consente – indipendentemente da linee guida ministeriali – di applicare quotidianamente nei nostri pazienti una scelta utile ed economica. La parola d’ordine è: se le molecole di una determinata classe di farmaci sono equivalenti per end point forti e non surrogati, scegliamo la molecola che ha il minore costo. Bibliografia 1. de Lemos JA, Blazing MA, Wiviot, SD, et al. Early intensive vs a delayed conservative simvastatin strategy in patients with acute coronary syndromes: phase Z of the A to Z trial. JAMA 2004; 292: 1307. 2. Schwartz GG, Olsson AG, Ezekowitz MD, et al. Effects of atorvastatin on early recurrent ischemic events in acute coronary syndromes. The MIRACL Study: a randomized controlled trial. JAMA 2001; 285: 1711. 3. Cannon CP, Braunwald E, McCabe CH, et al. Intensive versus moderate lipid lowering with statins after acute coronary syndromes. N Engl J Med 2004; 350: 1495. L. Magi et al.: Criteri generali di scelta di una statina 4. Liem AH, van Boven AJ, Veege, NJ, et al. Effect of fluvastatin on ischaemia following acute myocardial infarction: a randomized trial. Eur Heart J 2002; 23:1931. 5. Randomised trial of cholesterol lowering in 4444 patients with coronary heart disease: the Scandinavian Simvastatin Survival Study. Lancet 1994; 344:1383. 6. 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