Rassegna stampa 14/05/2015
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Rassegna stampa 14/05/2015
rassegna INDICE RASSEGNA STAMPA rassegna Si gira in Toscana Tirreno Lucca 14/05/2015 p. XI Fino a qui tutto bene, il film rivelazione 1 Tirreno Pisa 14/05/2015 p. X Ecco "Il giocatore invisibile" 2 Festival Cinematografici Repubblica 14/05/2015 Indice Rassegna Stampa p. 48 L'ora di Garrone Natalia Aspesi 3 Pagina I Fino a qui tutto bene, il fil m rivelazione Questa sera ore 21.30 al Centrale a Lucca il Circolo dei Cinema presenta Fino a qui tutto bene di Roan Johnson (nella foto). Seconda opera del regista angio - pisano, autore dei notevole i primi della lista. È uno di quei film in apparenza frammentario . Storia minima e felicemente riuscita: gli ultimi tre giorni vissuti insieme di cinque giovani, tre ragazzi e due ragazze, che hanno studiato e vissuto nella stessa casa di Pisa, Si gira in Toscana dividendo tutto ciò che rende unica la loro età. ingresso 5 euro. Il 18 maggio in San Micheletto (21.30) terzo appuntamento con il ciclo sul "Cinema 0ff" con la proiezione di uno dei recenti capolavori di werner Herzog In the cave of forgotten dream. In una remota valle del sud della Francia nel 1994 lo speleologo Marie Chauvet fece una scoperta eccezionale: quasi 500 pitture rupestri risalenti a 32000 anni fa. Pagina 1 FILM GIRATO A PISA Ecco " - giocatore invisibile" Girato a Pisa con tanti attori di "filiera corta", ecco in anteprima al Teatro Verdi Giuseppe di Casciana Terme, la proiezione del film "Il giocatore invisibile". In programma domani sera, venerdì 15, alle 21 per la sezione cinema dal vivo del cartellone Teatro Liquido. A presentare la pellicola ci sarà il suo regista, Stefano Alpini (nella foto), che incontrerà il pubblico prima e dopo la visione. Si tratta di un'opera prima molto importante di Stefano Alpini, ottimo regista e documentarista pisano. La storia è liberamente tratta dal libro "Il giocatore invisibile" di Giuseppe Pontiggia. Il protagonista è Luca Lionello, attore di talento (si vede che buon sangue non mente, è figlio di Oreste Lionello). Il film (ancora non uscito nelle sale) è ambientato a Pisa, nei bellissimi palazzi della Normale e ha come sfondo l'università e le sue complesse dinamiche. Per informazioni: 328 0625881 - 320 3667354 - info@ guasconeteatro.it - www.guasconeteatro.it. Teatro Verdi aCastiana Domani sera alle 21 avrà luogo la proiezione del film ambientato nel palazzo della Normale Si gira in Toscana Pagina 2 " racconto dei racconti" oggi il primo italiano in concorso. Parla il regis ta g ìa vincitore d i du e G ran d r "Ho tradito la realtà per una fiaba ma poi non ho dormito la notte MMIGRATI, drogati, suicidi, trafficanti di uomini, magistrati minorili, speculatori, vittime della crisi. A Cannes, da tutto il mondo, arriva il mondo sconnesso e drammatico contemporaneo. Ma oggi il Festival se lo prendono re e regine, orchi e mostri, magie e negromanti. In concorso a un Festival soprattutto d' autore, il film di un autore pluripremiato anche lì, dove fiaba e fantasy al massimo potrebbero essere "eventi" per avere quei divi che ormai non durano più di qualche film e subito li si dimentica. L'autore spericolato è il sempre spericolato Matteo Garrone, il primo dei tre italiani (con Moretti e Sorrentino) a contendersi Palme e affini, con il suo film (da oggi anche in Italia) Il racconto dei racconti. Accolto con applausi da una platea però divisa ieri sera alla prima proiezione perla stampa. Perché una fiaba se il presente offre tante storie interessanti, che lei ha già affrontato brillantemente, come la camorra e il sogno plebeo di celebrità (Reality)? «Il presente è ricco di un horror per niente fiabesco che la televisione macina ogni giorno, con immagini ripetitive che sfuocano la notizia, la fanno diventare insignificante dopo averci reso inquieti. Terrorismi, stragi, omicidi, guerra tra partiti e nei partiti: tutto negativo senza appello. Ho sentito il bisogno di ritrovare un pó di umanità e verità nella fantasia: e niente è più Festival Cinematografici fantasioso e vero delle fiabe. Il loro horror non ci spaventava neppure da bambini: se ne percepisce subito lariposante irrealtà». Non ha pensato che andare con questo film grandioso e insolito a un Festival dove lei è comunque una star pluripremiata per la sua capacità di afferrare il contemporaneo, fosse un azzardo? «Ci ho pensato molto, anche perché Il ra ccon to d ei ra ccon ti no n è nat o c om e film da Festival, ma come puro intrattenimento, per un pubblico popolare di oggi, come era quello del XVII secolo che amava il racconto orale delle fiabe, poi raccolte dal poeta cortigiano Giambattista Basile, da lui scritte in lingua napoletana popolana e antica. E ovvio che si può vivere senza Festival ma poi hanno deciso i produttori e mi sono lasciato guidare. Certo qualche notte non ho dormito, anche perché si tratta di una produzione costosa, 12 milioni di euro, di cui 2 solo per gli effetti speciali, che abbiamo affidato a specialisti italiani che lavorano all'estero». La protagonista è la star Salma Hayek, che è anche moglie del dovizioso re della moda FrançoisHenri Pinault. Hanno collaborato finanziariamente al film? «Assolutamente no. L'haconvintala storia e anche l'idea di stare un po' in Italia. È stata generosa e si è fatta pagare meno del solito. Vincent Cassel invece conosceva il mio lavoro e ha accettato subito». Preferirebbe che la Palma d'oro andasseaunaltro italiano, o piuttosto, con unpo' di italica gelosia, a un cinese, un americ ano , un gre- co? «Ho fatto tennis agonistico quando ero molto giovane per la disperazione di mio padre che era il critico teatrale Nico Garrone e voleva che studiassi. Se in uno sport ti metti in competizione è ovvio che non ti basta partecipare, vuoi vincere. Ma nei Festival le dinamiche sono altre, dipende molto dal momento e dal gusto del momento. Sono contento che presidenti della giuria siano i fratelli Coen, mi piacciono molto e sono leali con gli italiani. Spero che tutti i film italiani siano accolti bene, perché il nostro cinema ha bisogno di autori». Ha scelto attori stranieri perché i nostri non le sembrano all'altezza? «Era impossibile girare il film nell'incomprensibile lingua napoletana antica usata da Basile. Abbiamo preferito attori stranieri per girare in inglese e rendere più facile la distribuzione all'estero del film. Ma poi gli attori sono bravi o pessimi a seconda del regista che li dirige. Io credo di aver fatto del mio meglio e ho la coscienza a posto». Pagina 3