corriere eventi - Corriere della Sera

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corriere eventi - Corriere della Sera
2
20 giugno
2005
Elisabetta Sgarbi:
unisco mondi diversi
Giulio Giorello
Donata Righetti
4
«Io, Reed e Pavese»
Dal barocco a Busoni
Morgan
Maurizio Di Gregorio
M I L A N E S I A N A
La musica
delle parole
Da Coetzee a Muti,
da Kureishi a Lou Reed,
da Eco a Patti Smith: la città
apre il 24 giugno il suo salotto
di idee e suggestioni.
Due settimane tra letteratura,
cinema, scienza, classica e rock
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1, DCB Milano - Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera
CORRIERE EVENTI
Dino Messina
Fabio Cutri
3
L’enigma di du Sautoy
e la scandalosa Millet
Sono andata a New York per invitare la cagnolina Lola
Fernanda Pivano
h, questa Milanesiana. Sembra ieri che cinque anni fa Elisabetta Sgarbi, grande stella
in progress dell’editoria americana, delle gale della Milano superbene, del lancio di libri
e film destinati al successo, ha presentato col titolo
«Sulle spalle dei giganti» una decina di
duetti tra prosatori e pianisti, dove il commento era fatto da artisti come Paolo Poli,
Enrico Ghezzi e Carmelo Bene (presentato al pianoforte da Antonio Ballista), o
Antonio Rezza (con Flavia Mastrella), o
Manlio Sgalambro (con Michele Fedrigotti), per concludere con Carmelo Bene,
Riccardo Muti ed Emilio Tadini.
Era l’estate 2000 ed Elisabetta Sgarbi era già ammirevole per la dolcezza con cui trattava i principianti
inesperti che le chiedevano aiuto. Non ho mai saputo
A
chi ha finanziato questa sua operazione, ma chi l’ha
vista ha voluto tornare a vedere, l’estate dopo, la
Fleur Jaeggy e Franco Battiato, Manlio Sgalambro e
Matteo Collura, Michael Cunningham e Piero Gelli,
Jay McInerney e Yasmina Reza, con Alain Elkann,
Luciano Emmer con Enrico Ghezzi, Umberto Eco con
Enzo Golino.
Ormai il pubblico insisteva a chiedere «chi ci sarebbe stato» l’estate successiva. E nel 2002 erano venuti, in una sala gremita, Susan Sontag, e Massimo
Cacciari con Antonio Gnoli, e poi Nadine Gordimer, e
poi Enrico Ghezzi con registi cinesi e poi Patrick
McGrath che ho presentato con Massimo Rota, e poi
Luca Ronconi, come sempre supertrionfatore, col
«suo» Orlando Furioso.
E quest’anno? Il 2005? Quest’anno non so ancora chi
verrà; ma so che ci sarà, nientemeno, Lou Reed, il
nostro amato inventore di «Velvet Underground», il quando gli ho chiesto di venire da Elisabetta alla
nostro adorato eroe di Andy Warhol, che ancora Milanesiana mi ha detto senza esitazioni che quest’anadesso ha gli occhi lucidi quando parla del suo, del no non poteva venire. Io non avevo da fargli proposte
nostro, maestro, che in un modo o nell’altro ha inse- irripetibili, ma avevo rischiato grosso: «Ma Lou, se
gnato a tutti noi i gradini del passaggio da un secolo vieni con Lola puoi portarla in palcoscenico con te,
all’altro. Quando l’ho visto a New York
pensa che esperienza per lei». Caro Lou,
quest’inverno mi ha portato a colazione Lou Reed:
ha deciso di credermi, e ha detto: «Vabin un ristorantino giapponese, e con lui «Sul palco con
bè, sì, allora verrò». Il pubblico sarà
aveva Lola, una cagnolina della stessa
felice di ascoltarlo e vederlo così da
razza di quella che teneva compagnia a il mio cane?
vicino, con Lola, ma anche con sua moWarhol, carina, dolcissima, che mi è Allora vengo»
glie Laurie Anderson.
subito saltata in grembo e mi ha leccato
Quando ho chiesto a Kerouac perché era
ogni centimetro della faccia. Cosa non si fa per così disperato, mi ha risposto: «Voglio che Dio mi
Warhol e Lou Reed. E lui, tutto contento, mi ha detto: mostri il suo volto». Non credo che Lou potrebbe
«She loves you, you see? Isn’t it nice?»
chiedere aiuto a Dio. Forse direbbe: «Disperato? Ma
Lola è stata la protagonista della colazione e di tutto io non sono disperato». E la risposta la darebbe a
il tempo che Lou mi ha regalato a New York. E Lola. O forse al suo leggendario sassofono.
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