Assistenza domiciliare - il progetto Incontro

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Assistenza domiciliare - il progetto Incontro
Anziani, famiglie, assistenza domiciliare
La Caritas di Monza rilancia il “Progetto Incontro”
Un’idea in aiuto alla famiglia e alle assistenti famigliari.
Un progetto realizzato
in collaborazione con il Comune di Monza
Nel 2005, in occasione della beatificazione di don Talamoni, la Caritas Decanale di
Monza aveva chiamato le comunità parrocchiali a sostenere un progetto, chiamato
PROGETTO INCONTRO, in appoggio agli anziani in difficoltà e alle loro famiglie
PROGETTO INCONTRO nasce dalla riflessione della Caritas che ha conosciuto le
problematiche dell’assistenza domiciliare attraverso i Centri di Ascolto. Grazie ai numerosi
colloqui che i volontari e gli operatori dei Centri di Ascolto hanno fatto con famiglie
italiane e con donne, in prevalenza straniere, si è potuto osservare e focalizzare due
“bisogni” paralleli ma strettamente connessi: quello delle famiglie, con il problema
dell’assistenza all’anziano, e quello delle assistenti familiari, più comunemente chiamate
badanti, con il problema della ricerca di un lavoro. Da qui la nascita del PROGETTO
INCONTRO, condiviso e sperimentato con il Comune di Monza che propone da un lato un
sostegno alla famiglia e dall’altro un orientamento
alla ricerca del lavoro nell’ambito
dell’assistenza famigliare.
In Italia le assistenti famigliari, oltre il 90% straniere, non
risultano sempre in
possesso di esperienze specifiche, anche se molte di loro possiedono spesso un buon
livello di istruzione. Il PROGETTO INCONTRO annovera tra i suoi interventi anche la
preparazione delle assistenti familiari e il monitoraggio delle loro attività, così da garantire
un buon livello di risposta alle necessità assistenziali dell’anziano, qualificando l’attività e le
prestazioni domiciliari che devono avere al centro del servizio la persona dell’anziano.
Elena Monza, Assistente Sociale referente del PROGETTO INCONTRO per la Caritas,
dopo il primo contatto con il Centro di Ascolto a cui le famiglie e le assistenti familiari
spesso si rivolgono, si reca a casa dell’anziano dove incontra anche i famigliari. La visita
domiciliare è un metodo di lavoro tipico del Servizio Sociale, che permette di rendersi
conto con più chiarezza della situazione famigliare, delle risorse e delle difficoltà, e di
quale persona potrebbe essere più adatta a prendersi cura di quell’anziano. La presenza
dell’assistente sociale è anche l’occasione per informare la famiglia sulla rete dei servizi
presenti sul territorio e per orientarla circa le Agenzie del Lavoro cui rivolgersi e circa le
procedure da seguire per una corretta assunzione lavorativa dell’assistente familiare.
Il PROGETTO INCONTRO, inoltre, promuove interventi a supporto delle assistenti familiari,
attraverso incontri periodici in gruppi di “mutuo-aiuto”, condotti da personale preparato. In
questi momenti di gruppo vengono discussi i problemi legati all’assistenza all’anziano, ai
disagi e alle difficoltà di questo tipo di lavoro, al senso di lasciare la propria famiglia
d’origine e vivere il paradosso di assistere un anziano mentre i propri genitori o figli vivono
lontano.
Contestualmente sono previsti gruppi di incontro con i familiari degli anziani, spesso
provati e in difficoltà nell’accogliere e non lasciarsi sopraffare dal dolore della grave
situazione del proprio congiunto. In questi gruppi, condotti dalla Psicologa, dr.ssa
Giovanna Perucci, molti figli si interrogano sul proprio ruolo e soprattutto riflettono sulle
nuove circostanze che spesso inducono ad un capovolgimento dei ruoli: perché adesso è il
figlio ad occuparsi del padre o della madre. Questo rende difficilissimo capire e accettare i
propri sentimenti che talvolta sono anche ostilità. Non è facile accettare che la propria
madre o il proprio padre, a causa della Demenza o dell’Alzheimer o di altre patologie,
non riconosca più i figli oppure manifesti atteggiamenti di aggressività verbale o di grande
disorientamento psicologico. Il poter parlare di tutto ciò in un gruppo di persone che
vivono situazioni analoghe risulta davvero importante: tutti ascoltano e si confrontano e
molti sono pronti a offrire suggerimenti e aiuti. Questo porta ad un ridimensionamento dei
problemi e fa percepire come meno “pesanti” le incombenze quotidiane, aiutando anche i
familiari a riscoprire la dimensione affettiva del legame con il proprio genitore anziano: tale
legame, infatti, rischia di rimanere soffocato dalle fatiche della gestione quotidiana e
segnato unicamente dal dolore, dalla rabbia e dalla quasi impossibile accettazione
reciproca.
L’assistenza domiciliare di un anziano ha certamente dei costi dei quali il PROGETTO
INCONTRO è
in grado di fornire un’indicazione. Ad esempio: un’assistente famigliare
assunta notte e giorno con stipendio netto di 800 euro mensili costa circa (fra tredicesima,
ferie, TFR) 14.000 euro annui. Accade spesso che anche il peso economico ricada sulla
famiglia, oltre al dolore, alle tensioni, al doversi giostrare fra l’essere datore di lavoro
(esperienza inusuale per molte famiglie che vanno a questo guidate ed informate
adeguatamente) e il desiderio di offrire il meglio ai propri genitori. C’è eventualmente la
possibilità di avere l’assegno di accompagnamento, che comunque richiede tempi spesso
lunghi, è possibile ottenere un recupero fiscale sui contributi versati, ma è poca cosa
rispetto ai costi complessivi: in ogni caso il peso è davvero “importante”. Un aiuto può
arrivare dal Comune, che eroga contributi economici (buoni sociali) in base al reddito
dell’anziano, ma che va certamente stimolato a sostenere di più l’onere economico delle
famiglie, soprattutto di quelle dal reddito medio-basso, che a volte devono provvedere ai
propri anziani per periodi molto lunghi. La sollecitazione ad una efficace presa in
considerazione della necessità e dell’urgenza di individuare forme più concrete di sostegno
alle famiglie va rivolta pertanto a tutti gli organi istituzionali, politici e sindacali, affinché
studino e realizzano al più presto forme idonee alla soluzione del problema dei costi
dell’assistenza domiciliare all’anziano, dato anche il prevedibile ampliarsi del problema nei
prossimi anni.
Analizzando i dati raccolti dalla Caritas emerge che il 60% delle famiglie, mostra un
bisogno di un’assistenza domiciliare sulle 24 ore, mentre solo il 25% delle assistenti
familiari è disponibile a questo orario. Probabilmente il gap di richieste viene colmato dal
lavoro sommerso e dall’irregolarità, ma questo è un fenomeno che acuisce i problemi
dell’assistenza domiciliare e che non dà alcuna garanzia sul piano della qualità del servizio
svolto, della continuità e delle responsabilità che l’assistente familiare e la famiglia si
assumono.
Gli operatori del Progetto INCONTRO nel 2007 hanno effettuato 110 contatti con
famiglie che hanno chiesto la valutazione della situazione e un orientamento
nell’individuazione dell’assistente familiare più adatta alle proprie specificità. A questi
occorre aggiungere gli incontri di verifica e monitoraggio delle situazioni già seguite da
un’assistente domiciliare e la rivalutazione dei casi in cui si sono modificate le condizioni
dell’anziano, della famiglia o dell’assistente familiare.
L’idea di meglio qualificare l’intervento a domicilio delle assistenti familiari, ha
trovato
immediata
attenzione
nell’Amministrazione
Comunale
ed
in
particolare
nell’Assessorato alla Famiglia. La partnership con il Comune di Monza ha consentito infatti
di esprimere un’ulteriore attenzione alla qualità degli interventi perché attualmente
possiamo contare sul supporto di una Equipe multidisciplinare dove, oltre agli operatori
sociali di base, sono presenti uno psicologo ed un geriatra. Ad oggi consideriamo positiva
e ampliabile l’esperienza anche se è all’attenzione del PROGETTO INCONTRO il problema
di garantire tempi più brevi di soluzione della necessità delle famiglie di dover provvedere
improvvisamente all’accudimento dell’anziano che diviene non autosufficiente. Pensiamo
che debbano essere semplificati i passaggi ma non a scapito dell’accoglienza del bisogno
di supporto delle famiglie e delle assistenti familiari.
È possibile incontrare l’Assistente Sociale del Progetto Incontro della
Caritas chiedendo un appuntamento chiamando il numero telefonico 335
8752422, oppure chiedendo informazioni al Centro di Ascolto Caritas della
propria zona.
A cura dell’equipe del Progetto Incontro
Caritas Decanato di Monza
Per informazioni 335 8752422
Monza, 18 marzo 2008
Ufficio Stampa
Caritas Monza – Cooperativa Novo Millennio