Cigo: “essere o non essere”, questo è il problema

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Cigo: “essere o non essere”, questo è il problema
Edizione di giovedì 14 luglio 2016
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Cigo: “essere o non essere”, questo è il problema
di Roberto Lucarini
L’ultima cosa che vorrei fare è scomodare Shakespeare (“to be or not to be”) su un tema come la
cassa integrazione guadagni ordinaria. Eppure la domanda che mi è passata nella testa, dopo
aver letto il recente messaggio n.2908 del 1° luglio 2016, che ci ha gentilmente offerto l’Inps,
è stata più o meno questa: ma la cassa integrazione esiste sempre o la vogliono, di fatto,
eliminare?
La questione può sembrare ardita sul piano teorico, specie dopo che si sia letto il D.Lgs.
n.148/15, ma non lo sembra affatto sul piano strettamente pratico, ovvero dopo le prime
istruzioni amministrative.
Avete presente cosa ci chiedono, d’ora in avanti, questi signori, affinché una domanda di Cigo
sia valutata positivamente?
È pur vero che, in passato, vi sono stati abusi; ma questo, direi, non si può combattere a scapito
di tutti, soprattutto di chi opera correttamente.
Dal settembre 2015, momento di entrata in vigore delle novità ex D.Lgs. n.148/15, fino almeno
ai primi di marzo 2016, abbiamo assistito a una serie di istruzioni, che potremmo definire di
caotica procrastinazione di oneri aggiuntivi; ossia, mandate pure le domande e poi le
integrate. Motivo? Il famigerato file .csv contenente i dati dei lavoratori, da utilizzare per
conteggio ore e, dunque, per uno dei nuovi limiti della neo Cigo (1/3 ore lavorabili). Il tutto
perché l’Istituto preposto non aveva modificato in tempo i propri software per la ricezione dei
suddetti files. Tutto ciò, da non dimenticare, condito con il più elevato contributo addizionale.
Poi è arrivato il messaggio n.1007/16, ad aggiungere altra confusione. A ben vedere questo
conteneva una distinzione tra chi non aveva proprio inviato i files .csv e chi, al contrario, li
aveva mandati senza che questi fossero recepiti dall’Inps; i primi dovevano adempiere all’invio
entro il 30 aprile scorso, gli altri sarebbero stati avvisati.
Ed ora, bontà loro, siamo in attesa di una nuova circolare sul tema.
Concedo che il mio ragionamento, circa l’eliminazione di fatto della Cigo, sia un po’ estremo;
ma vi invito a riflettere su quello che ci aspetta.
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Tralasciamo il file .csv; il software con cui operiamo ci dovrebbe supportare su questo versante.
Ma che cosa accade per la relazione tecnica?
L’Inps, nel messaggio n.2908/16 già citato, ci fornisce gentilmente un certo numero di fac
simile, buoni per le varie occasioni. Il problema, tuttavia, non sembra proprio il dato testuale,
quanto piuttosto le indicazioni probatorie, circa il temporaneo stato di difficoltà, il modo in cui
queste dovranno essere esplicitate e, ultimo ma non meno rilevante, la documentazione a
supporto di tutto questo. Bilanci, dati di produzione, situazione del settore o del mercato
specifico. In teoria tutto bene, ma in pratica?
E che dire della Cigo per eventi metereologici?
Dovremo andare in giro a cercate i bollettini meteo, magari sul sito Arpa, oppure su quello
dell’aeronautica; occhio a non finire sul sito della proloco, che magari per proprio interesse
mette sempre sole splendente!!!
Quello che intendo dire, e poi concludo l’ennesima brontolata, è che si stanno mettendo
sempre più limiti di durata, si propongono costi più alti (si legga contributo addizionale), e si
chiedono sempre più dati e documenti. Oneri, tempo e costi che aumentano e aiuti che si
riducono: tutto ciò di cui l’economia italiana ha sempre meno bisogno.
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